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Liceo Classico Siotto Pintor

A.S 2013/2014
Capitalismus sive Natura
Capire e combattere la Leitkultur
dellultracapitalismo odierno.
Cristian Perra V E
Conosco la mia sorte. Un giorno sar legato al mio nome il ricordo di
qualcosa di enorme una crisi, quale mai si era vista sulla terra, la pi profonda
collisione della coscienza, una decisione evocata contro tutto ci che finora stato
creduto, preteso, consacrato. Io non sono un uomo, sono dinamite. E con tutto
ci non c nulla in me del fondatore di religioni le religioni sono affari per la
plebe, io sento il bisogno di lavarmi le mani dopo essere stato in contatto con
uomini religiosi Non voglio credenti, penso di essere troppo malizioso per
credere a me stesso, non parlo mai alle masse Ho una paura spaventosa che un
giorno mi facciano santo: indovinerete perch io mi premunisca in tempo, con la
pubblicazione di questo libro, contro tutte le sciocchezze che si potrebbero fare
con me Non voglio essere un santo, allora piuttosto un buffone Forse sono
un buffone E ciononostante, anzi non ciononostante perch non c mai stato
sinora niente di pi menzognero dei santi la verit parla in me. Ma la mia verit
tremenda: perch fino a oggi si chiamava verit la menzogna. Trasvalutazione di tutti
i valori: questa la mia formula per latto con cui lumanit prende la decisione
suprema su se stessa, un atto che in me diventato carne e genio. Vuole la mia
sorte che io debba essere il primo uomo decente, che sappia oppormi a una falsit
che dura da millenni Io per primo ho scoperto la verit, proprio perch per primo
ho sentito la menzogna come menzogna, la ho fiutata Il mio genio nelle mie
narici Io vengo a contraddire, come mai si contraddetto, e nondimeno sono
lopposto di uno spirito negatore. Io sono un lieto messaggero, quale mai si visto,
conosco compiti di una altezza tale che finora mancato il concetto per definirli;
solo a partire da me ci sono di nuovo speranze. Con tutto ci io sono anche,
necessariamente, luomo del fato. Perch ora che la verit d battaglia alla
millenaria menzogna, avremo degli sconvolgimenti, uno spasimo di terremoti,
monti e valli che si spostano, come mai prima si era sognato.

W.F Nietzsche Ecce Homo


A Laura Parisi e Graziano Fois che
hanno saputo essere i migliori cattivi
maestri che potessi volere.

Alle prof.sse Maria Claudia Annese e
Marzia Murgia che sono state prima che
insegnanti validissime, persone di
cultura che non si piegano alle istanze
della cultura dominante.

A Bruno Pisanu, Elisa Demartini, Andrea
Pisano, Chiara Cau, Simone Mereu,
Maura Lai, Ilaria Carta, Elena Argiolas,
Cosima Muntoni e Silvia Ganassi per
avermi sopportato in questi duri mesi.

Sette Anni in Tibet (o meglio, al Siotto)
Ancora un passo ed fatta. Questo scritto, tesina o percorso che sia, vuole essere la
degna conclusione di un viaggio pieno di gioie e dolori, ma davvero troppo lungo. Il titolo del
celebre film del 1997 di Jean-Jaques Annaud che ho scelto di premettere a questa breve
introduzione pu essere un riassunto del mio percorso settennale allinterno del Siotto,
dopo tre gruppi-classe, tre presidi e decine di collaboratori e insegnanti. Ho cercato di vivere
la scuola a pieno, non limitandomi alla lezione frontale della mattina, partecipando alla vita
della scuola, tra rappresentanza distituto, manifestazioni e occupazioni che mi hanno
insegnato a creare unalternativa a quello che ci imposto dallalto. Ho cercato di liberarmi
dallonta del voto che crea classifiche, disparit e discriminazioni non rendendo merito a
sensibilit diverse e creando tra gli studenti la gara per il numero pi alto e di conseguenza,
secondo questa logica criminosa, definendo classifiche di migliori o peggiori. Ho cercato
sempre di oppormi essendo socialmente, ma soprattutto culturalmente attivo. Non ho mai
considerato la scuola come una prigione, ma come un luogo di aggregazione sociale dove si
possano formare delle persone e non macchine. Ho cercato di essere rivoluzionario,
battendomi per la verit contro ogni autoritarismo se, come diceva Antonio Gramsci: la
verit sempre rivoluzionaria. Dalla mia esperienza nasce linteresse per il disvelamento
delle dinamiche della cultura dominante sia interna alla scuola (sebbene mi sia costato
parecchio) che presente nei media e nellambito sociale dando unimportanza cruciale alla
politica, e non quella che si fa nei palazzi del potere, ma stando tra la gente, e alla cultura e
alla sua dimensione emancipatrice, lontana dallaccademismo, dal perbenismo interessato
e dall'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto. Tutto ci grazie al grande
amore che si pu avere solo al liceo e che non morir mai: quello per la filosofia che ha fatto
s che prendessi quasi come missione di vita la distruzione di quelle che Nietzsche chiamava
costruzioni artificiose delloccidente in nome della volont di emancipazione dalla
Leitkultur che questo scritto va a studiare e criticare. Questo il senso di premettere a
questa tesi il brano del filosofo di Rcken, tratto dalla sua autobiografia filosofica, Ecce
Homo, (e tra i miei passi preferiti ndr) riguardante la trasfigurazione di tutti i valori come
tentativo di rompere con un martello il muro della cultura dominante per diventare liberi.
Io non sono un uomo, io sono dinamite.

Indice


Capitolo 1:
Capitalismus Sive
Natura

Capitolo 2:
Fabbricare,
Fabbricare,
Fabbricarepreferi
sco il rumore del
mare.
Capitolo 3:
Padroni,
Borghesi, Ancora
Pochi Mesi!

Capitolo 4:
In Direzione Ostinata
e Contraria

Capitolo 5:
1984 Was Not
Supposed To Be An
Instruction Manual


Bibliografia



Capitolo1: Capitalismus Sive Natura
La formula spinoziana pu al meglio descrivere lorizzonte storico nel quale ci troviamo,
dominati da un nuovo spettro che si aggira per lEuropa e per il mondo intero: stiamo
parlando del capitalismo e della conseguente Leitkultur che da esso scaturita. Svelare le
dinamiche di questi processi stato uno dei compiti che si era posta la Scuola di Francoforte
e che Theodor Wiesengrund Adorno e Max Horkeimer hanno svolto a pieno nella loro
Dialettica DellIlluminismo. Secondo i due filosofi lilluminismo, inteso come primato della
ragione strumentale sia andato a creare, degenerando nel positivismo, il dominio verso la
natura e verso laltro. Dal momento in cui Dio crea luomo a sua immagine e somiglianza gli
da il potere di dominare il resto del mondo. In questo modo, partendo dal retaggio del
Knowledge is Power baconiano, lobiettivo delle scienze, sia quelle pure sia quelle sociali,
quali psicologia, pedagogia e sociologia, sar quello di espandere il dominio della Leitkultur
in ogni campo del sapere legittimandola. I due filosofi, sebbene partissero da premesse di
tipo marxista, non credevano che la servit di un servo a un padrone derivasse dal possesso
dei mezzi di produzione, quanto dalla volont di potenza di una piccola lite forte della
ragione strumentale illuministica.
Da questa volont di dominio possono sorgere aberrazioni ancora pi grandi dei
totalitarismi propriamente detti, come lodierna societ ultracapitalistica. Sebbene Karl
Marx avesse previsto il crollo del capitalismo del suo tempo, che sarebbe dovuto essere
causato dalleccessivo divario di chi ha il possesso dei mezzi di produzione e di chi possiede
solo la propria forza-lavoro, egli non si sarebbe mai aspettato che la proletarizzazione della
societ arrivasse allesito odierno in cui ci troviamo del tutto succubi di pochi
ultracapitalisti/finanzieri che non detengono i mezzi di produzione ma che detengono
lintera economia rendendola del tutto autoreferenziale.
Dal momento in cui si acutizza il divario tra classe dominante e classe dominata il
capitalismo dialettico (poich basato sulle dinamiche marxiane di borghesia e proletariato in
lotta per lautoaffermazione) viene sostituito da un capitalismo: assoluto, in quanto
absolutus, sciolto da qualunque legame, autonomizzandosi rispetto alle classi
precedentemente in lotta; speculativo in quanto landamento del capitale non pi legato
al possesso dei mezzi di produzione quanto alla speculazione finanziaria, rendendolo un
nemico non pi individuabile, come un nuovo fantasma che si aggira nel mondo di marxiana
memoria trasformandolo in un processo senza soggetto; totalitario in quanto va ad avere in
s la totalit sociale, produttiva e culturale. Si pensi soltanto allintroduzione di debiti e
crediti allinterno della scuola, o al sempre pi costante ricordo al termine azienda per
quanto riguarda uno stato, oppure di termini come capitale umano o risorse umane, o
ancora alla progressiva privatizzazione di beni comuni come lacqua, andando poi a
delegittimare, a deridere e a scoraggiare qualsiasi tipo di dissenso, criminalizzando quei
pochi che osano opporsi al suo dominio in difesa di un ideale, con il loro braccio armato: i
media.
E il caso di Erri de Luca che, scagliatosi contro lo scempio della Val di Susa per la
costruzione del TAV, si trova ad essere sotto processo per istigazione alla violenza. Il bilancio
quello di una societ in cui tutte le istituzioni quali i media, la politica, la cultura e la scuola
vanno a essere espressioni e oggettivazioni della classe dominante annichilendo ogni forma
di coscienza critica, trasformandoci in polli da allevamento inconsapevoli del macello
imminente e trasformando gli intellettuali, dalla guida per lintera societ di memoria
gramsciana a servi del capitalismo assoluto e prostitute della cultura, come definiva
Senofonte i sofisti.












Capitolo 2: Fabbricare, Fabbricare, FabbricarePreferisco il rumore del mare.

Ora quello che voglio sono Fatti. A questi ragazzi e ragazze insegnate soltanto Fatti. Solo
i Fatti servono nella vita. Non piantate altro e sradicate tutto il resto. Solo con i Fatti si
plasma la mente di un animale dotato di ragione; nientaltro gli torner mai utile. Con questo
principio educo i miei figli, con questo principio educo questi ragazzi. Attenetevi ai Fatti,
signore!

Charles Dickens nel suo Tempi Difficili (1854), mostra come lintero apparato della
societ vittoriana si basi sullUtilitarismo, effetto del Positivismo e figlio prediletto della
nostra ragione strumentale Illuministica, che dopo luscita del Corso di Filosofia Positiva di
Auguste Comte, pubblicato nel 1830, andr a condizionare pesantemente lorganizzazione
della societ e leducazione delle nuove generazioni secondo il principio dei fatti: si lavora
per produrre e bisogna produrre sempre di pi.
Se la fabbrica produce, saranno felici sia i proprietari che gli operai. Secondo questa
visione del mondo i fatti valgono pi dei valori morali e spirituali, e anche delle emozioni.
Sono i fatti concreti, le statistiche, i piani industriali, e non i fatti del pensiero,
limmaginazione e la creativit, a reggere le strutture della societ e a promuovere il
benessere sociale. Lallontanamento dai valori morali e spirituali, dalle emozioni e
dallimmaginazione, in favore di una visione della realt basata sui crudi fatti, d impulso al
disprezzo tra le persone: i proprietari di industrie disprezzano i lavoratori ed i lavoratori
disprezzano i proprietari delle industrie. Nella scuola, gli studenti saranno allora nientaltro
che vasi da riempire di fatti: date, concetti e nozioni possono formare il buon
consumatore, pronto al mercato del lavoro e utile alllite che domina.
E in Italia oggi? Siamo lontani dai quei tempi, vero, ma alcuni eventi ci riportano
prepotentemente a quello scenario culturale. Se accostiamo il pragmatismo vittoriano al
nostro orizzonte storico, ci accorgiamo che la scuola italiana odierna riflette i presupposti
culturali di Hard Times: INVALSI volti a livellare le scuole e i finanziamenti che riceveranno, a
standardizzare ogni conoscenza in nome dellefficienza e a condizionare lintera struttura del
pensiero degli studenti.
Cambiando i paradigmi delleducazione in favore delluso che il potere vuole fare di noi va
in tal modo a delineare il doublethink orwelliano che permette di dire tutto e il contrario di
tutto, arrivando non solo a imporre il volere della stanza dei bottoni, ma anche a far credere
che la versione portata avanti dallintero apparato totalitario della Leitkultur sia quella
giusta.
Cultura e la scuola per non sono compatibili: le classi sono diventate delle catene di
montaggio dove loperaio-docente, alienato dal lavoro ripetitivo, riempie la testa del
prodotto-studente da riconsegnare alle mani del genitore-compratore e da gettare nella
giungla del mondo capitalistico applicando alla formazione delle coscienze le dinamiche del
mercato a vantaggio di chi comanda, in nome di una finta meritocrazia che premia pi il
Problem Solving che la coscienza critica.

















Capitolo 3: Padroni, Borghesi, Ancora Pochi Mesi!
La contestazione sessantottina stata ideologicamente votata alla rivoluzione e
soltanto alla rivoluzione, ma nessuna rivoluzione stata tentata e neppure preparata da
questi contestatori. Quasi tutti i suoi protagonisti sono ancora vivi, ed alcuni di lo sono
ancora di pi oggi negli spazi del potere costituito di quanto non lo fossero allora in quelli
della contestazione.
Il Sessantotto stato comunque, un apprendistato allesercizio del potere
soprattutto mediatico di una giovent borghese intellettuale le cui ambizioni erano allora
ostacolate dal sistema universitario e di accesso alle professioni. La paradossalit dei
sessantottini di volere un cambiamento rivoluzionario e di non mettere in piedi la bench
minima iniziativa dimostra che essi giocassero alla rivoluzione e che la fantasticassero come
autoaffermazione adolescenziale contro i modelli comportamentali e sociali rigidi imposti dai
loro padri, e che salvo qualche eccezione, si sarebbero dimostrati tutto tranne che
contestatori nel loro futuro adulto. Impegno rivoluzionario in quegli anni non poteva
significare che lotta contro limperialismo americano, contro il capitale e le sue gerarchie di
potere, la lotta per le vertenze operaie e creazione di una contro-cultura che andasse a
sostituire i termini del mercato che entravano in ogni campo. Ebbene, salvo qualche
eccezione il Sessantotto o non ha saputo neppure raffigurarsi questi obiettivi o se ne
rappresentato protagonista in maniera del tutto immaginaria. Possiamo dire per questo che
la contestazione studentesca sia stato lideale mito di fondazione del capitalismo assoluto e
che, invece che produrre lemancipazione dai processi capitalistici costituisce
lemancipazione del capitale dalle dinamiche dialettiche di proletariato e borghesia che
aveva identificato Marx, andando a costruire un mondo dove esercitare il dominio secondo il
motto non vale la pena di trovare un posto in questa societ, ma di creare una societ in
cui valga la pena di trovare un posto.



Capitolo 4: In Direzione Ostinata e Contraria.
Indicativa a proposito della sostituzione generazionale che il 68 ha portato, la
straordinaria esperienza culturale e lintera vita di Pierpaolo Pasolini, il quale si era reso
conto di questa contraddizione e che, dopo la cosiddetta Battaglia di Valle Giulia, del 1
marzo 1968, scriver la celebre poesia Il PCI ai Giovani, dove di fronte ai poliziotti del
reparto celere egli non identificava la classe operaia, con tutte le sue rivendicazioni pronta a
riconquistare la facolt di architettura appena sgomberata violentemente dalle forze
dellordine, ma una manica di figli di pap, borghesi pronti a diventare la nostra attuale
classe politica e culturale; a Valle Giulia erano presenti Giuliano Ferrara, Paolo Liguori,
Ernesto Galli della Loggia e molti altri che oggi costituiscono llite culturale del nostro
paese. Lo scrittore e cineasta lo aveva capito e aveva individuato i sedicenti rivoluzionari
come il futuro del dominio che esercitavano i loro padri, a cui si andavano sostituendo ,
vedendoli profeticamente come efficienti burocrati e come parte del potere che essi stessi
combattevano.
Pasolini inoltre era riuscito a delineare a pieno la natura di questo potere basato
sullomologazione che sperimenta modi per dividere la verit e per porgere la mezza verit
che rimane attraverso lunica voce che ha la borghesia per parlare definendolo in questo
celebre passo che riportiamo integralmente anarchico (in senso etimologico, che non
segue alcun principio al di fuori del guadagno):
Nulla pi anarchico del potere. Il potere fa praticamente ci che vuole, e ci che il
potere vuole completamente arbitrario, o dettatogli da sue necessit di carattere
economico che sfuggono alla logica comune. Io detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno
odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. un
potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla
manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cio
nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del
consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali,
precedenti. Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori. Sono caduti dei
modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. Questa
sostituzione non stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere
consumistico, cio la nostra industria italiana pluri-nazionale e anche quella nazionale degli
industrialotti, voleva che gli italiani consumassero in un certo modo, un certo tipo di merce, e
per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano.
Pasolini quindi andr a definire il potere della societ dei consumi come fascista, se,
come da egli detto, con la parola fascismo significa la prepotenza del potere, la societ dei
consumi ha bene realizzato il fascismo. Il vecchio fascismo viene inteso da Pasolini come
il totalitarismo politico imperfetto di Mussolini, il "nuovo" fascismo a sua volta come la
societ consumistica di massa, un totalitarismo quasi senza limiti che cambia le persone
libere in stupidi automi, obbedienti solo alle leggi del consumismo.
La perdita di valori nella societ consumistica, secondo l'autore, porta alla
disumanit, all'afasia e all'acriticit delle persone, ricorda le SS: e vedo cos stendersi sulle
nostre citt l'ombra orrenda della croce uncinata. Inoltre, Il fascismo, voglio ripeterlo, non
stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire lanima del popolo italiano: il nuovo
fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la
televisione), non solo lha scalfita, ma lha lacerata, violata, bruttata per sempre, ha
cominciato unopera di omologazione distruttrice di ogni autenticit e concretezza. Ha
imposto cio - come dicevo - i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova
industrializzazione, la quale non si accontenta pi di un uomo che consuma, ma pretende
che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo.








Capitolo 5: 1984 Was Not Supposed To Be An Instruction Manual

In 1984 di George Orwell, Winston Smith, il nostro protagonista, lavora al Ministero
della Verit che ha il compito di manipolare e di modificare libri e giornali secondo la volont
del partito. Cos la storia viene modificata secondo i dettami della classe dominante: gli
oppositori vengono cancellati, le statistiche vengono mostrate sempre al rialzo, anche
quando non lo sono, ma soprattutto viene modificato il passato per permettere al partito di
modificare le coscienze. Paradossalmente Orwell, il quale pur ispirandosi al totalitarismo
stalinista, andato ad anticipare la attuale societ ultracapitalistica, o meglio,
probabilmente stato di ispirazione per le nefandezze della societ dei costumi che dalla sua
parte ha il controllo della storia attraverso la scuola e i media.
Who controls the past controls the future. Who controls the present controls the past.
Che la storiografia sia espressione della volont di autoaffermazione di una lite
culturale lo dimostra il destino storico riservato alla rivoluzione giacobina, vero apice della
rivoluzione francese destinata ad essere ricordata come periodo di terrore prima del
benessere portato dal dominio borghese dimostrando come la storia sia solo una
costruzione artificiosa della classe dominante che porta avanti le sue istanze e la propria
weltanschauung, ma ancora di pi la latinit dal momento che, da Sallustio a Tacito stata
lespressione della nobilitas, in et imperiale ben poco obiettiva in quanto oscillante tra il
servilismo e la denigrazione. Caso esemplare quello di Tacito, il quale, ponendosi tra
deforma obsequim e abrupta contumacia evita di mettersi contro il potere assoluto
dellimperatore e allo stesso tempo non prende posizione relegandosi al ruolo di
intellettuale solo apparentemente contro il sistema, come nella parentesi, contenuta
nellAgricola, del discorso di Calgaco contro limperialismo ,ma dimostrando di tenere
comunque in atto le istanze della classe dominante e le sue strutture che si oggettivano
nellAgricola quando lo scrittore arriva a scrivere che il vero saggio deve adattarsi al volere
del potente dato che una sola vita, seppur virtuosa, non avrebbe potuto cambiare niente,
come se Socrate, Giordano Bruno e tutti gli altri, morti per delle idee, lo fossero invano. Per
Tacito la necessit di ordine e di un governo stabile superiore alla volont di libert se
non si riesce a conciliare ordine e libert, venga anche lassolutismo, purch resti lontana la
discordia civile : una pacifica signoria preferibile a una libert senza pace .
Bibliografia
Theodor W. Adorno - Max Horkeimer, Dialettica dellIlluminismo, trad.It, Torino,
Einaudi, 1997
Diego Fusaro, Minima Mercatalia. Filosofia e Capitalismo, Milano, Bompiani, 2012
Roberto Carnero, Morire per delle Idee. Vita letteraria di Pier Paolo Pasolini,
Bompiani, Milano, 2005
Pier Paolo Pasolini, Il PCI ai Giovani! in Saggi sulla politica e sulla societ, Milano,
Mondadori, 1999
George Orwell, 1984, trad. It, Milano, Mondadori, 2002
Charles Dickens, Tempi Difficili (Hard Times), trad. It, Milano, Garzanti, 2008
Massimo Bontempelli, Il Sessantotto. Un anno ancora da capire, Cagliari, 2008























Ci sono tante Aurore che
devono ancora risplendere.
W.F.Nietzsche Aurora

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