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ISSN: 2532-8387

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l’immaginazione
enoizanigammi’l
335

maggio-giugno 2023
anno XXXIX

Mario Persico, Banchetto di una donna ammirata da divoratori lascivi, 2020


LE RECENSIONI 57
dal primo, resoconto di una folle assemblea di l’esito per nulla scontato della trama, in un con-
quartiere, durante la quale un tipo si alza e co- catenarsi perfetto di cause e conseguenze che
mincia a leggere le proprie poesie, per poi fini- convince dalla prima all’ultima pagina. I miei
re scacciato in quanto l’argomento non è in te- stupidi intenti è la storia di Archy, una faina che
ma e “ci sono cose urgenti da discutere”. L’iro- nasce in una famiglia maledetta in partenza:
nica descrizione del destino della letteratura? “mio padre morì perché era un ladro” è già un
Forse. L’allegoria è poi apertamente citata nel- incipit memorabile, che fa comprendere da su-
l’estremamente enigmatico e perturbante Uo- bito il tenore spigoloso e crudele del racconto.
mini e maiali; infine, sempre in questa direzio- La nuda constatazione di un fatto così terribile
ne, non sorprende di trovare all’interno del libro serve a chiarire il patto tra autore e lettore: en-
la riscrittura di un passo biblico, cioè la vicenda trambi, per accedere senza infingimenti al mon-
di Caino e Abele (I due fratelli e lo Zio), letteral- do animale, devono mettere da parte il proprio
mente reinterpretata e rovesciata nel messag- sistema di valori umani. Solo in questo modo si
gio morale. L’oscurità di molti di questi testi di- potranno accettare le regole che Archy e i suoi
viene quasi dichiarata in Il fidanzato, dove si fratelli (tre maschi e due femmine) devono as-
legge: “Nella vita, così come è, non tutto giun- solutamente rispettare per non far crollare la
ge a chiarezza, nonostante il lodevole lavoro fragile economia famigliare tutelata dalla madre
dei detective privati” (con una evidente irrisione Annette. Quando Archy (cercando di emulare
nei confronti dei romanzi gialli, dalla trama tan- Leroy, il fratello più forte) decide per la prima
to ben confezionata quanto consolatoria). volta di mettersi alla prova cacciando un nido di
Spesso Inglese sembra ricorrere a tonalità pettirossi, il suo atto di coraggio e generosità lo
tipiche della fantascienza, come nel quasi pro- condanna per sempre: a un passo dalla preda,
grammatico Essi vivono – dal titolo carpente- il ramo della quercia su cui si era arrampicato si
riano, ma nel quale si evocano anche una spe- spezza e la caduta gli provoca danni irreparabi-
cie di body snatchers –, nondimeno si tratta di li a una zampa. La madre non può fare altro che
una fantascienza fatta con gli scarti del presen- pronunciare la sua sentenza: “Se ti sei rotto, sei
te, tutt’altro che proiettata nel futuro. Quella dannato. Io il dottore non lo chiamo”. In certe
che si ha di fronte è dunque una realtà al col- circostanze (e questo anche il lettore ‘umano’ lo
lasso, entropica, degradata quanto lo è la sua comprenderà benissimo) curarsi è un lusso che
rappresentazione. Stralunati si configura come non ci si può permettere. Nell’utilitarismo che
il resoconto di una “caduta continua”, che ri- regola una famiglia animale è ancora peggio:
guarda non solo Vera, la protagonista del rac- un figlio maschio che non può cacciare è solo
conto omonimo, ma tutti noi lettori stralunati. una bocca in più da sfamare che non produce
Perciò le parole finali del libro sembrano risuo- nulla. Archy viene quindi venduto in cambio di
nare come una specie di conclusione morale o due galline e mezzo alla volpe Solomon, usura-
politica: “Corriamo incontro a questo schifo. io conosciuto da tutti gli animali della collina. Di-
Andiamoci pure assieme, tenendoci per mano, venta in un primo tempo il servo personale del-
risoluti”. la volpe; successivamente affianca Gioele, il fe-
delissimo cane di Solomon, nella riscossione
Alessio Paiano su dei debiti, operazione che spesso culmina nella
BERNARDO ZANNONI violenza più efferata. Se I miei stupidi intenti
I miei stupidi intenti narra la vita di Archy fino alla sua morte, è sen-
Sellerio, 2021 za dubbio questa fase a destare maggiore inte-
resse. Il controllo esercitato da Solomon sugli
I miei stupidi intenti ha stupito critica e pub- animali che si indebitano con lui non pare giu-
blico a netto della giovane età del suo autore, stificato esclusivamente dalla sua astuzia negli
Bernardo Zannoni, classe 1995. La sua vittoria affari: certo, è curioso notare come Archy sia
al Premio Campiello è il segnale sempre più for- passato da una situazione di totale indigenza
te di come alcuni scrittori della generazione Mil- alle disponibilità illimitate del più grande ‘ban-
lennials meritino lo spazio accordato nell’ambi- chiere’ in circolazione, per giunta protetto da
to della narrativa italiana, di cui hanno saputo Gioele, braccio armato che nessun altro anima-
rinnovare linguaggi e immaginari. Per chi scrive le riesce minimamente a impensierire – tranne
nessuno è riuscito a farlo meglio di Zannoni, at- nell’unica scena dove un branco di maiali infu-
traverso uno stile che appare già il risultato di riati riesce a metterlo in fuga, ma Zannoni non
un lungo apprendistato: lo testimonia anche crea altre occasioni di ribellione: gli animali, di-
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versamente dagli uomini, non sono in grado di estetico-politico, in ottica speculare alla na-
cospirare contro il tiranno. Da questo dato si scente industria culturale influenzata dalla so-
percepisce la sostanziale differenza tra I miei cietà dei consumi. Non è un caso che il pro-
stupidi intenti e Animal Farm (1945) di George gressivo oblio di Wilcock, autore squisitamente
Orwell, dove la presa di coscienza dei protago- algido, predatore di stili e registri, esasperata-
nisti è un atto collettivo che rende evidente la mente moralista, contraddistinto da una scrittu-
funzione allegorica da essi veicolata. Nel ro- ra sorvegliatissima dalla ratio crudele nei con-
manzo di Zannoni la dimensione umana è inve- fronti della realtà socioculturale italiana, si col-
ce prerogativa di Solomon, che ha imparato a lochi poco dopo la spinta propulsiva del boom
leggere e scrivere mediante lo studio (letterale) economico. La prospettiva di un Paese asse-
della Bibbia. Tutte le azioni della volpe sono diato dal sospetto della follia, nonché disuma-
quindi riconducibili a una duplice ossessione: nizzato dall’isterico decennio degli anni Settan-
essere considerata una creatura al pari dell’uo- ta, ha registrato, anche nel campo editoriale,
mo, cioè degna di Dio, e giustificare una sorta una quiescente tendenza regressiva nella ma-
di teocrazia da lui imposta agli altri animali, rite- rea mediatica del mercato letterario. Gli stram-
nendo le sue azioni (anche le più crudeli) il ri- bi personaggi presenti nei sarcastici ritratti de-
flesso della giustizia divina. Quando Solomon formati e anamorfici del postumo Libro dei mo-
decide di trasmettere ad Archy il suo sapere si stri si consumano, nei prelievi del fantastico, in
direbbe compiuto (se vogliamo dare un’ulterio- una spettrale riviviscenza rispetto alla realtà
re accezione al romanzo) un insperato salto di odierna. Quella di Wilcock sembra avere la
classe, essendo la faina pronta a prendere in qualità di un’operazione di musealizzazione, di
eredità l’impero del suo maestro. In tal senso un quotidiano registrato e archiviato da un ge-
anche l’abbandono di Annette risponderebbe a lido osservatore, indifferente ai destini del-
un gesto di benevolenza, avendo lasciato il più l’umanità. A ciò conduce l’esame dei detriti wil-
debole dei suoi figli all’animale più potente. cockiani all’interno del numero monografico di
Zannoni, però, fino alla fine della storia, rende “Nuova corrente”, «Leggi parole di un tempo
sempre più chiaro di non voler lasciare un ro- scomparso», dove la scrupolosa attitudine da
manzo di formazione, né fare del protagonista il parte dei curatori Gialloreto e Tieri nell’imposta-
‘buon selvaggio’ che si salva da un destino già re il discorso critico intorno a esigenze di nessi
scritto nella sua storia famigliare e animale. Nel- e contesti letterari ed extra-letterari porta a ri-
l’atto finale del romanzo la morte è quindi il red- considerare criticamente la figura di un autore
de rationem che in ultima istanza accomuna uo- che agisce con intelligenza in una società lette-
mini e animali, realizzando la profezia annun- raria che antepone la placida routine culturale
ciata da Solomon durante i suoi colloqui con Ar- al vero ruolo dello scrittore, ossia il rispetto del-
chy. “Chi è Dio?”, gli chiedeva per la prima vol- la totale aderenza all’esposizione oggettiva dei
ta la faina e, con una delle sentenze più splen- fatti. Roberto Deidier e Patricia Peterle sonda-
dide del romanzo, Zannoni, per bocca della vol- no le stratificazioni poetiche di Wilcock facendo
pe, risolve così la questione più difficile: “L’uni- emergere la spregiudicata e straniante officina
co che non muore”. poetica oriunda, mentre Paolo Puppa chiarisce
il clinamen culturale del suo teatro. I due allegri
indiani, romanzo paradossale e manifesto anti-
Michele Paladino su Nouveau roman, viene discusso da Marco Car-
«Leggi parole di un tempo scomparso» mello in una prospettiva parodica vicina ai
Juan Rodolfo Wilcock meccanismi di lallazione. Paolo Giovannetti in-
A cura di Andrea Gialloreto e Stefano Tieri terviene sul filisteismo del falsetto dei freaks,
Interlinea, 2022 mentre Raffaele Manica saggia le ipotesi del-
l’avverbio come luogo di passaggio dalla realtà
Wilcock oggi è un autore essenzialmente al fantastico. Fabio Pierangeli ci restituisce bril-
scomparso dagli spazi antologici e critici di quel lantemente la natura ferina degli irregolari mu-
plesso ancora sconosciuto, perché in inces- tilés, che, come osserva Srećko Jurišić vivono
sante metamorfosi, della letteratura della se- negli atopici spazi foucaultiani di una fabula in-
conda metà del Novecento italiano. D’altro tervallata dalla mimesi. Giorgio Nisini sovverte
canto la diagnosi critica del secolo scorso si è la natura di un Wilcock stenografo del reale,
concentrata nel concepire un canone legato a mentre Roberto Barbolini propone una precisa
scrittori duttili e facilmente ascrivibili al flusso e divertente funzione salutare, “ecologica”, pre-
IN QUESTO FASCICOLO

In copertina Le altre letterature


Mario Persico, Banchetto di una donna ammirata 26. Dmitrij Grigor’ev, Poesie
da divoratori lascivi, 2020 Traduzione e nota di Paolo Galvagni
pollice verso
Per ricordare Pollice recto/ di Renato Barilli
1. Mario Persico, Quo vadis tascabile 28. Covacich, un’Avventura terrestre
2. Mimmo Grasso, Per Mario un po’ indeterminata
5. Mario Persico, Macchinesimi 29. Postorino, una vicenda che ci coinvolge
6. Gaetano Neri, Poesie
30. Il dinosauro di Piero Dorfles
Noterelle di lettura di Anna Grazia D’Oria
31. Refrattari di Filippo La Porta
4. Todaro, “Carte vive”
27. “La Riviera ligure”, Zambon 32. La kasa dei libri di Andrea Kerbaker
Poesia Gammmatica
7. Silvio Ramat, Massimo Dagnino 33. Francesca Perinelli, malabaita & amarissimo
9. Luciano Formisano, Giancarlo Sissa
11. Roberto Pasini 34. Diario in pubblico di Romano Luperini

Prosa 35. Leggendo Rileggendo di Cesare Milanese


12. Renato Barilli, C’era il Gruppo ’63 36. Variazioni in reminore di Renato Minore
13. Antonio Prete, Dalla Val di Vento
16. Bruno Gambarotta 37. Camera con vista di Sandra Petrignani
Rara fortuna; Ladri di portafoglio 38. Controcanto di Roberto Piumini e Monica Rabà
18. Igor Cannonieri, Una fortunata bugia;
Viluppi e sviluppi 39. Il divano di Antonio Prete
19. Valentina Pasquon, Bella ciao
40. Opinioni di Gino Tellini
Per un libro
I nuovi libri Manni
21. Su Vivian Lamarque, L’amore da vecchia
41. M. T. Guerra Medici, La torre di Ermengarda
(Maria Grazia Calandrone; Giuseppe Langella)
42. S. Pellegrin, Primo Levi e l’esperienza della poesia
23. Su Valeria Della Valle, La strada sognata
43. Domenico Napoletani, Forme germinali
(Luisa Ricaldone; Cesare Milanese)
44. Alberto Genovese, L’alternativa del cavaliere
45. Antonietta Langiu, Contos de vida

Le recensioni
46. Carmine Lubrano,’O ciuccio ca vola (Paolo Allegrezza)
47. Marcello Marciani, Sottovuoto (Guglielmo Aprile)
48. Giovanni Testori, Luchino (Roberto Barzanti)
49. Sebastiano Mondadori, Verità di famiglia (Silvia Cavalli)
50. Angelo Lumelli, Le poesie (Marco Ceriani)
51 Valerio Magrelli, Proust e Céline (Marco Ceriani)
52. Lorenzo Mari, Soggetti a cancellazione (Marilina Ciaco)
53. Elena Santagata, “Col rovescio del binocolo” (Alessandro Fo)
54. Emilio Isgrò, Sì alla notte (Alberto Fraccacreta)
55. Lorenzo Morandotti, I demoni della speranza (Vincenzo Guarracino)
56. Andrea Inglese, Stralunati (Massimiliano Manganelli)
57. Bernardo Zannoni, I miei stupidi intenti (Alessio Paiano)
58. «Leggi parole di un tempo scomparso», a cura di A. Gialloreto e S. Tieri (Michele Paladino)
59. Vincenzo Guarracino, L’angelo e il tempo (Elio Pecora)
60. Gaddabolario, a cura di P. Italia (Filippo Pelacci)
61. Luigi Blasucci, Pensieri ai quattro venti (Antonio Resta) ISSN: 2532-8387
ISBN: 978-88-3617-245-0
62. Cesare Viviani, Dimenticato sul prato (Giovanni Tesio)
63. Ettore Catalano, Il fascino della Sirena (Gerardo Trisolino)
¤ 3,99

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