INTRODUZIONE
di Mariolina Bongiovanni Bertini
Un racconto orientale
Il pubblico capriccioso di oggi esige fuochi
dartificio letterari, personaggi eleganti e
sempre in abito di gala, botteghe scintillanti e bazar incantati: vuole Le Mille e
una notte dappertutto.
(Balzac, De la mode en littrature, 29 maggio 1830)
Udite un gran rumore; gente che entra, esce, si scontra, grida, urla, gioca, si ubriaca, si d un sacco di arie, muore, si offende, tutta coperta di ferite, di baci, di morsi, di volutt, di ferro e di fuoco. Ecco tutta la Peau de chagrin. un libro-brigante
che ti aspetta al margine del bosco, nel tuo salotto, nel tuo letto di asmatico, a teatro, in chiesa, a cavallo, a piedi, in carrozza,
in battello; ti assale con la pistola o il pugnale in mano: La borsa o la vita! E tu gli dai la borsa, la vita, gli occhi, il fiato, i polmoni, le viscere, tutto te stesso, per un pezzetto di pelle di zigrino grosso cos.
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critica sferzante allonnipotenza del denaro, allimmobilismo del potere, alla vana logomachia delle ideologie contrapposte. Lo aveva sottolineato, otto giorni prima, Philarte Chasles, sul Messager des Chambres:
Se la societ cos com vi spiace, almeno un poco; se vi alletta vederla tormentata, frustata e marchiata a fuoco, in pompa
magna, su un bel patibolo, in mezzo allo strepito di unorchestra
rossiniana incredibilmente fragorosa, leggete La Peau de chagrin.2
Spregiudicatezza, verve indiavolata, lucidit, forza polemica: queste le qualit, dunque, che secondo i due autorevoli
critici raccomandano al pubblico il recentissimo romanzo di
Balzac. verosimile per che, meno sofisticati di loro, i comuni lettori trovino il vero elemento di seduzione dellopera
nel destino, favoloso e straziante, del giovane protagonista:
un destino il cui scioglimento fatale, ineluttabile, sapientemente procrastinato da una narrazione serpentina, allinsegna della suspense. Il virtuosismo del Balzac conteur, che
le riviste si contendono per la sua capacit ineguagliata di
catturare e tener viva lattenzione, per la prima volta si dispiega compiutamente non in una novella, ma in un lungo
romanzo, conquistando con fulminea rapidit quel successo
che il pubblico aveva negato al Dernier Chouan, forse troppo debitore del superato modello scottiano.
Bench il sottotitolo, sin dalla prima edizione, precisi che
La Peau de chagrin un romanzo filosofico, nellincipit
la curiosit del lettore stimolata con un espediente tipico del romanzo davventura: lo sguardo del narratore segue dallesterno i passi e le azioni di uno sconosciuto, la
cui identit rimane avvolta nel mistero.3 Giovane, ma pallido e tormentato, con un sorriso amaro simile a quello degli eroi di Byron e di Musset, lo sconosciuto perde al gioco,
in una bisca, il suo ultimo napoleone doro; deciso a cercare
la morte nelle acque della Senna, si concede poi, prima del
suicidio, una distrazione che cambia il corso del suo destino.
Entrato, sul quai Voltaire, in una bottega dantiquario stra-
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cominciavano le prime scene del romanzo, sullultimo napoleone perso al gioco, la tentazione del suicidio e linatteso dono del talismano fatale.
Uno dei primi desideri formulati da Raphal, una volta
in possesso della pelle di zigrino, quello di poter vivere in
seno al lusso pi sfrenato; non ha ancora lasciato le sale del
palazzo di Taillefer e il desiderio diventa realt. il notaio
Cardot, uno dei convitati, a comunicargli la notizia: uno zio,
morto nelle Indie, gli ha lasciato uneredit milionaria. Il talismano, per, si nel frattempo visibilmente rimpicciolito;
la vita del giovane, che lo avr ogni giorno sotto gli occhi e
potr constatare lapprossimarsi della propria morte, dora in
poi non sar pi che unagonia, come recita il titolo della terza e ultima parte del romanzo. Allatmosfera di sovraeccitazione della seconda parte, enfatizzata dalla cornice orgiastica, subentra a questo punto uno scenario di cupa desolazione.
Recluso in una fastosa dimora, sulla quale grava un silenzio
cimiteriale, Raphal concentra tutti i propri sforzi nel tentativo innaturale di vivere senza desiderare nulla, senza mai
formulare nemmeno lauspicio pi banale. un tentativo destinato a fallire, cos come fallisce il suo ricorso alla scienza:
tre celebri scienziati si rivelano incapaci di estendere la pelle
di zigrino, e quattro luminari della medicina brancolano nel
buio davanti al progressivo, inspiegabile declino della salute del marchese di Valentin. Ogni speranza di fuga si rivela
illusoria, e la necessit, in cui si trova Raphal, di salvare la
propria vita nel corso di un duello riduce drammaticamente lestensione della pelle di zigrino. Nel frattempo, un unico evento felice intervenuto ad illuminare la sua esistenza:
ha reincontrato Pauline, che i casi della vita hanno trasformato in una ricca ereditiera e che lo ama con la pi totale e
commovente dedizione. Sar per proprio lamore ritrovato
di Pauline, giovane e bellissima, ad affrettare la sua fine. La
sinistra profezia incisa sulla pelle di zigrino si compie fatalmente: Raphal muore dirresistibile desiderio, tra le braccia
della donna che lo adora e che lo vorrebbe salvare.
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Conosciamo a grandi linee la cronologia della composizione della Peau de chagrin:5 Balzac firma il contratto per
la pubblicazione con gli editori Gosselin e Canel il 17 gennaio 1831. La stesura della prima parte, portata avanti a
Saint-Cyr, nella dimora isolata e tranquilla dei suoi amici Carraud, si conclude il 7 marzo. Dopo uninterruzione,
il lavoro riprende alla Bouleaunire, nella foresta di Nemours, residenza di campagna di madame de Berny; alla
fine di maggio il romanzo, di cui sono stati anticipati su rivista due episodi, quasi finito. La correzione delle bozze,
la prefazione e qualche aggiunta richiedono ancora un paio
di mesi; il volume arriva in libreria nella prima settimana
di agosto. Il manoscritto andato perduto, ma ci resta una
testimonianza, probabilmente da collocarsi nel secondo semestre del 1830, della forma in cui la storia di Raphal di
Valentin si affaccia per la prima volta alla mente di Balzac.
un appunto del sesto foglio dellalbum Penses sujets
fragments su cui il romanziere accumulava le annotazioni
pi disparate: Linvenzione di una pelle che rappresenta
la vita. Racconto orientale.6
Questa prima definizione della Peau de chagrin non
stata tenuta in gran considerazione dagli esegeti, che hanno
trovato ben pochi elementi orientali nel testo, soprattutto
nella sua stesura originaria: soltanto dalla seconda edizione
le cortigiane che irrompono nellorgia sono paragonate alle
bellezze di un serraglio, e soltanto a partire dalledizione
Werdet del 1835 Raphal, una volta diventato ricco, fuma
un lussuoso ed esotico houka dal bocchino dambra.7 Certo, il mondo delle Mille e una notte si profila da sempre
dietro i misteriosi poteri del talismano, ma a questo proposito, cercando di perfezionare la propria opera, Balzac incorso in un infortunio che ha nuociuto alla credibilit dei
suoi riferimenti. Ricostruito da Marcel Bouteron, grande
balzachiano del secolo passato, questo episodio rappresenta un capitolo curioso della biografia di Balzac e di quella
della Peau de chagrin.
Nota nel 1950 Bouteron8 che il testo in arabo delliscrizione incisa sul talismano, presente in tutte le edizioni correnti della Peau de chagrin, assente dalle prime quattro
e fa la sua comparsa soltanto in quella illustrata, uscita nel
1838 presso Delloye e Lecou. La disposizione triangolare
delle parole della magica profezia in francese figura invece sin dal 1831, e riproduce quella del preambolo al Sesto
viaggio di Sindbad il Marinaio nelle Mille e una notte tradotte da Galland. Nessuna traccia per, sino al 1838, del
fittizio originale di cui quella scritta dovrebbe essere la
traduzione. Lidea di inserirlo viene a Balzac soltanto nella
primavera del 1835 quando, durante un soggiorno a Vienna,
fa attraverso gli Hanski la conoscenza di un illustre orientalista, il barone austriaco Joseph von Hammer-Purgstall.
Autore di una Geschichte des Osmanischen Reiches (Storia dellimpero ottomano) in diciotto volumi, e membro di
varie accademie, il barone considerato unenciclopedia vivente per le sue sterminate conoscenze in fatto di lingue e
culture orientali. C chi, come la principessa Pauline von
Metternich, lo evita accuratamente, giudicandolo il re dei
seccatori ampollosi;9 ma Balzac di tuttaltro parere, anche perch lanziano erudito si rivela un fervente ammiratore delle sue opere. Il romanziere approfitta dellincontro
per chiedergli di redigere il presunto originale delliscrizione della Peau de chagrin. Il barone procede e il 28 maggio comunica con soddisfazione a Balzac che il passo di cui
gli ha chiesto la traduzione suona molto bene in arabo grazie alla sua sentenziosa laconicit.10 Sar sicuramente vero;
peccato per che nel romanzo il talismano, che appartenuto ad un brahmano, rechi uniscrizione non in arabo ma
in sanscrito, dunque in unaltra lingua e in un altro alfabeto. Hammer-Purgstall ha frainteso quello che Balzac voleva
da lui? Oppure, come suppone Bouteron, ha pi familiarit con larabo che con il sanscrito, e magari non dispone in
quel momento di un copista che padroneggi lantichissima
lingua sacra dei Veda? Quale che sia la spiegazione, la tra-
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stato notato che gli eventi politici del 1830-31 non interferiscono quasi per nulla con lintreccio della Peau de
chagrin, che pure si svolge proprio allora.12 In luglio, al
momento dellinsurrezione, Raphal, che ha appena rotto
con Fdora, non pensa a cercare la morte sulle barricate,
ma decide di porre fine ai suoi giorni abbandonandosi alla
dbauche; nel febbraio successivo, quando una folla sacrilega saccheggia larcivescovado provocando, per reazione,
lascesa al potere di un governo conservatore, vive la sua
stagione di amore felice con Pauline, cercando di dimenticare il talismano, che ha gettato in fondo a un pozzo. Eppure, i contemporanei unanimi riconobbero nelle pagine di
Balzac il pi fedele ritratto della Parigi di quel drammatico momento. Nella Peau de chagrin, il racconto della crisi del 1830-31 non affidato alla descrizione dei lastricati
divelti e degli arredi sacri gettati nella Senna, ma a unimmagine eminentemente simbolica: quella del banchetto che
riunisce intorno allarricchito Taillefer il fior fiore dellintelligenza parigina, in un sabba non meno grottesco e non
meno diabolico di quello cui Mefistofele conduce Faust sul
Brocken. Se la cornice del banchetto resta vaga, se nessun
particolare interviene a rendere pi concreto il lusso del
palazzo del banchiere, perch non siamo di fronte a una
descrizione realistica: la sala scintillante nella quale tutte
le ideologie alla moda si incrociano fittamente, come pallottole su un campo di battaglia, non pi verosimile della bottega dellantiquario dove Raphal ha contemplato in
pochi istanti i tesori di tutte le civilt scomparse dOriente e dOccidente. La bottega dellantiquario era una figura del passato, il salone di Taillefer unimmagine del presente:13 la sintesi abbacinante di una civilt divorata dal
dubbio, che mette la propria superiore lucidit intellettuale al servizio della potenza del denaro. Pi lintelligenza brilla nelle battute dei commensali siano repubblicani
o fautori dellassolutismo, saint-simoniani o juste milieu
pi scandaloso risulta il suo asservimento alla ricchezza di
Taillefer-Trimalcione; scandaloso, ma al tempo stesso inevitabile, perch gi preparato dallazione dissolvente e negatrice che lintelligenza stessa ha esercitato sui valori del
cristianesimo dal Rinascimento in poi. Il fantastico, aveva
scritto Charles Nodier, il genere in cui si rifugiano le societ in punto di morte;14 per Balzac, il fantastico delliperbolico sabba delle intelligenze la forma di espressione
pi congeniale proprio a una societ moribonda, colta nelle scosse della sua estrema, agitatissima agonia. Ma anche
la cifra letteraria che gli permette di raccontare quellagonia
dallinterno, senza pretendere di contemplarla con distacco dal pulpito di un superiore moralismo. il modo pi risolutamente moderno di mimarne il caos e la sovraeccitazione: aderendovi con una scrittura frammentata e caotica,
convulsa, debordante, tentata dalla follia.
Certo, quelladesione, apparentata al romanticismo frenetico e alla sofisticata narrativa eccentrica di Janin e di
Nodier, pu anche essere considerata una forma di complicit con loggetto descritto. Si pu sospettare facilmente che
il romanziere condivida lambiguo cinismo dei suoi personaggi, che si compiaccia della tabula rasa di tutti i valori e
di tutte le credenze cui finisce con lapprodare il confronto tra le loro opinioni religiose, filosofiche e politiche. In
questo senso si esprime un giornale moderato, La France
nouvelle, che ravvisa nella vicenda di Raphal de Valentin il sintomo significativo di una tendenza letteraria pericolosamente distruttiva:
Le sommosse che sconvolgono le nostre strade, le ritroviamo
nei libri. Che cos La Peau de chagrin se non uninsurrezione
dellatroce e del falso contro il bello e il vero? una letteratura in rivolta. Naturalmente, a sostenere questa tesi, si rischia di
passare per quel che c di pi disprezzabile al mondo, secondo
certe persone: un seguace del juste milieu nel campo delle arti.15
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Energetica balzachiana
Sar un fatto curioso veder morire giovane lautore della Peau de chagrin.
(Balzac a un corrispondente sconosciuto,
maggio 1834)
Che Trousse sia un medico non affatto casuale: gli specialisti di Balzac hanno trovato le fonti pi antiche dellenergetica del romanziere proprio nella letteratura medica da
lui avidamente divorata nella prima giovinezza. Sono stati
probabilmente gli scritti di medici come Julien-Joseph Virey e Cabanis ad attirare lattenzione del futuro scrittore
sui rischi connessi alla dispersione dellenergia umana.19
Un contributo non meno importante fu quello delle teorie
di Mesmer sul fluido vitale, per altro allepoca gi molto
screditate, e delle scoperte del fondatore della frenologia,
Gall, che era stato tra i primi a tentare una localizzazione
delle funzioni cerebrali. Di questa tematica di origine medica, Balzac elabora poi, alla luce del pensiero di Rousseau,
uninterpretazione cui rimane costantemente fedele. Per
Rousseau luomo che pensa un animale depravato;20
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Balzac non si discoster pi da questa concezione, ribadita nella Physiologie du mariage del 1829. La esemplificher attraverso i racconti e i romanzi destinati a confluire
nelle tudes philosophiques, la porr a fondamento della
sua incompiuta e affascinante Pathologie de la vie sociale,
la svilupper in un singolarissimo dialogo filosofico-scientifico del 1836-37, Les Martyrs ignors. Ma in nessuna parte della sua opera ne far un mito cos intensamente poetico, cos ambiguo, cos complesso come nelle pagine della
Peau de chagrin.
stato notato che il talismano della Peau de chagrin non
compie prodigi clamorosi, che trasgrediscano vistosamente
le leggi di natura.22 Linvito al banchetto di Taillefer, leredit inattesa dello zio, lesito felice del duello di Raphal
potrebbero avere spiegazioni perfettamente naturali e del
tutto indipendenti da qualunque incantesimo. Quel che resta razionalmente inspiegabile, invece, il progressivo ridursi della superficie della pelle, che sfida tutte le risorse
della scienza moderna. Traduzione tangibile del patrimo-
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Il pensiero la chiave dogni tesoro, procura le gioie dellavaro senza le sue preoccupazioni. Cos io ho planato sul mondo
e i piaceri che vi ho provato sono sempre stati godimenti intellettuali. I miei stravizi erano contemplazioni di mari, popoli, foreste, montagne.26
Nelle sue parole, il piacere della contemplazione si estende alluniverso intero. E non pu non evocare, per analogia, la visione da cui nasce la creazione letteraria, cui daltronde il vecchio accosta esplicitamente la sua fantasticheria:
Ci che gli uomini chiamano dispiaceri, amori, ambizioni, rovesci, tristezze sono per me idee che trasformo in fantasie; le traduco
in qualcosaltro e le esprimo invece di sperimentarle, non lascio che
mi divorino la vita, ma le drammatizzo, le sviluppo, me ne diverto
come farei con dei romanzi che leggessi con una vista interiore.27
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[Le tudes de murs] sono il basamento [...] sul quale si innalzano le tudes philosophiques, seconda parte delledificio, in
cui si trova dimostrata la modalit sociale di tutti gli effetti, in cui
sono descritte le devastazioni del pensiero, sentimento per sentimento, e la cui prima opera, La Peau de chagrin, collega in certo
qual modo le tudes de murs alle tudes philosophiques tramite
lanello di una fantasia quasi orientale, nella quale la Vita stessa
ritratta alle prese con il Desiderio, principio di ogni Passione.31
Se La Peau de chagrin pu essere lanello di congiunzione tra le tudes de murs e le tudes philosophiques
perch partecipa della natura di entrambe le serie: uno
studio di costume quando racconta le difficolt e le tentazioni di un giovane di talento nella Parigi del 1830; uno
studio filosofico quando affronta il dilemma, cui si trova
confrontata ogni creatura vivente, tra unesistenza intensa che bruci lenergia senza risparmio e una vita inerte che
permetta invece di economizzarla. Di conseguenza, una
creazione ibrida, e il termine fantasia ne rende bene il carattere irregolare e capriccioso. Ma la sua forma serpentina e il suo stile abbagliante,32 per Balzac, traggono il loro
fascino anche dal contrasto con la funebre allegoria che
dissimulano. Le parole con le quali La Peau de chagrin
presentata dallautore al cattolico liberale Montalambert,
sono a questo proposito esplicite e decisive: In questope-
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Balzac del 1819-20, alla ricerca del proprio genio nella mansarda di rue Lesdiguires, affittata per lui dalla madre a pochi passi dalla Bibliothque de lArsenal.
Soltanto in Louis Lambert Balzac ha concesso alla diretta confidenza autobiografica uno spazio paragonabile a quello riservatole nella Peau de chagrin. Certo, come i giovani
eroi di Stendhal hanno sempre in dote una radiosa bellezza che compensa il fisico poco seducente del loro creatore,
anche Raphal gode, rispetto a Balzac, di un indiscutibile
privilegio: suo padre discende da una storica, anche se impoverita, casata dellAuvergne, e sua madre lereditiera
di una grande famiglia.
Separati dal ceto di nascita, Honor e Raphal hanno per
in comune una ferita profonda nellaffettivit. Honor ha sofferto nellinfanzia e nelladolescenza della freddezza materna; Raphal, precocemente orfano di madre, cresciuto sotto il dispotismo di un padre rigido e indifferente. Entrambi
hanno il dono funesto di una fervida immaginazione e una
vocazione precoce per gli studi, entrambi sognano di trovare nellamore di una donna straordinaria quella tenerezza
che crudelmente mancata ai loro primi anni di vita. Entrambi, per amore della gloria, accettano condizioni di vita
quasi monastiche, Honor al Marais, Raphal al quartiere
latino. In una soffitta, in rue Lesdiguires scrive Balzac
a madame Hanska nel 1846 ho condotto la vita che ho descritto nella Peau de chagrin.36 Le sue lettere del 1819 e
degli inizi del 1820 alla sorella Laure confermano lesattezza di questa affermazione. Raphal cerca di risparmiare sul
carbone e Honor, nel freddo ottobre del 1819, per dormire si avvolge in un vecchio cappotto; Raphal vive di pane
e latte, e Honor aspetta le patate e la marmellata di albicocche che gli mandano le sorelle; Raphal riordina da solo
la sua cameretta, e Honor racconta a Laure che dispone
dei servigi di un unico, attivissimo servitore che si chiama
me stesso. Quando Raphal descrive il paesaggio di tegole e di grondaie che guarda dallalto, ci sembra di sentire la
La Peau de chagrin, labbiamo detto, unopera variegata che trasporta il suo lettore, come per magia, da uno
scenario allaltro: dal lusso estremo alla desolazione, dalla mondanit alla solitudine, dalle visioni dellantichit a
quelle dei pi moderni e distruttivi piaceri. In questa sinfonia che i contemporanei definiscono rossiniana, la vita di
Raphal in rue des Cordiers introduce una nota particolare: la nota della memoria, del ricordo di giovinezza intimo,
dimesso e preciso. forse anche questo a indurre Balzac a
rifiutare, per La Peau de chagrin, il termine romanzo:
nella finzione romanzesca ha innestato un frammento cos
intatto di vita realmente vissuta, da sovvertirne le regole e
da renderne impropria la denominazione corrente. Per un
grande specialista degli studi balzachiani, Pierre Citron, La
Peau de chagrin costituisce il portico di quella grandiosa
cattedrale che la Comdie humaine;38 per Balzac forse
qualcosa di pi segreto e di pi caro, la tomba monumentale della sua giovinezza, ricca di contraddizioni, di desideri, di sogni e di poesia, proprio come la giovinezza di Raphal de Valentin.
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1 Sappiamo che il romanzo era gi introvabile nelle librerie parigine il 7 agosto 1831 da una lettera a Balzac del direttore della rivista La Caricature, Charles Philipon. Proprio perch non
riusciva a procurarsi una copia del libro, Philipon chiese a Balzac
di scriverne lui stesso per La Caricature una recensione, che sarebbe stata pubblicata sotto pseudonimo. Balzac, che era stato nei
mesi precedenti un assiduo collaboratore della rivista, ubbid con
entusiasmo e la sua recensione fu pubblicata l11 agosto 1831 (cfr.
OD, II, pp. 849-50).
2 Questa recensione riprodotta in Stphane Vachon (a cura di ),
Balzac. Mmoire de la critique, Presses de lUniversit de Paris-Sorbonne, 1999, pp. 61-3. Chasles ne riprese gran parte nellintroduzione che Balzac gli chiese per la raccolta dei Romans et contes philosophiques del settembre 1831, ora in CH, X, pp.1184-97.
3 Cfr. Grard Genette, Figure III. Discorso del racconto (1972),
Einaudi, Torino 1976, p. 239.
4 Sorta di indizio fornito al lettore, Raphal sceglie come primo domicilio parigino lhtel Saint Quentin, ricordando che vi
aveva soggiornato Rousseau. Il filosofo lo cita nel libro VII delle Confessions.
5 Cfr. lHistoire du texte redatta da Pierre Citron in CH, X, pp.
1221-30.
6 H. de Balzac, Penses, sujets, fragments, in uvres compltes,
XXIV, Club de lHonnte Homme, 1968-71, p. 669.
7 Cfr. le varianti a di p. 110 e d di p. 216 in CH, X.
8 Cfr. Marcel Bouteron, Linscription de la Peau de chagrin et
lorientaliste Joseph de Hammer, Revue dHistoire Littraire de la
France, 1 (1950), pp. 160-7.
9 Pauline de Metternich, Souvenirs denfance et de jeunesse, Plon,
1924, p. 46.
10 Corr. Pl., I, p. 1093.
11 Cfr. Roland Chollet, Balzac journaliste. Le tournant de 1830,
Klincksieck, 1983.
12 Cfr. Pierre Glaudes, La Peau de chagrin dHonor de Balzac,
Foliothque, Gallimard, 2003, pp. 14-21.
13 Cfr. Elisheva Rosen, Le festin de Taillefer ou les saturnales de
la Monarchie de Juillet, in Claude Duchet (a cura di), Balzac et La
Peau de chagrin, SEDES, 1979, pp. 115-26.
14 Cfr. Charles Nodier, Du fantastique en littrature, Revue de
Paris, 20 (dcembre 1830), p. 210.
15 Articolo del 10 ottobre 1831, citato nellarticolo di Pierre Bar-
Note
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La pelle di zigrino
35 Cfr. lIntroduction di Madeleine Ambrire-Fargeaud a Les Martyrs ignors in CH, XII, soprattutto pp. 711-2.
36 LHP, II, p. 146.
37 Qui a p. (93 Pdf)
38 CH, X, p. 45.
LA PELLE DI ZIGRINO
Traduzione di Giancarlo Buzzi