Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Tentazione
e altri racconti
Prefazione di Giulio Ferroni
A cura di Piero Antonio Toma
Compagnia E.s.p.r.i.t.
dei Edizioni
Trovatori
Tentazione e altri racconti
di Domenico Rea
Prima edizione Societ Editrice Napoletana, novembre 1976
Seconda Edizione aprile 2017
Propriet letteraria riservata
Edito da
Compagnia dei Trovatori
Via Nilo 28 80140 Napoli
compagniadeitrovatori@gmail.com
e dallAssociazione dei grafici europei E.s.p.r.i.t.
esprit.edizioni@gmail.com
Presidente
Piero Antonio Toma
info@pieroantoniotoma.it
Direttore editoriale
Nando Vitali
nandovitali@libero.it
Direttore artistico
Vittorio Bongiorno
vicbongiorno@gmail.com
ISBN 9788894208313
Prefazione
7
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
racconti vedono dispiegarsi tutta la vitalit e la curiosit di
Rea per la vita dei suoi luoghi di elezione, la No/ Nocera In-
feriore, reale e mitica allo stesso tempo, e una brulicante Na-
poli sempre proiettata verso il suo entroterra meridionale, tra
la costa prospiciente il Vesuvio, il mare e la penisola sorren-
tina, gli approdi amaltani e salernitani (e si avverte qui chia-
ramente come No sia il centro di una napoletanit dislocata,
come riannodata su se stessa, in un suo pi dimesso esito mi-
cropopolare, in una pungente riduzione del suo orizzonte sto-
rico e ambientale).
Vitalit e curiosit che nei primi tre testi sora con
giocosa leggerezza luniverso della aba: piccole abe che
sembrano piccoli omaggi al grande e amato Basile, disegnati
in misura ridotta, con piccole situazioni che suscitano effetti
di amplicazione corale (e la prima aba evoca verso il mo-
dello de Lo cunto de li cunti: e almeno il titolo O scarrafone,
pu far pensare alla aba III, 5 di Basile, Lo scarafone, lo so-
rece e lo grillo).
8
Prefazione
ostinazione dentro manie e ossessioni, testarde convinzioni di
s. Si danno marginali equivoci, scambi di prospettiva, esiti
pungenti o paradossali: nellaffollata solitudine, nella diffusa
indifferenza rivestita di indiscreta curiosit. Padri & gli e
Alcibiade scavano in modo diverso sulla frattura tra le gene-
razioni, sulla perdita di considerazione per la vecchiaia, nel
trionfo di un consumistico egoismo, segnato dalla diffusione
delle automobili.
Nella campagna devastata non circolano pi gli antichi e
rari carriaggi, sostituiti da autoveicoli pieni di uomini il
cui unico grido di guerra sembrava fosse: Mio padre per un
automobile! Mio padre per un automobile!. Presupposti il-
lusori cadono di fronte alla durezza della realt: cos il gio-
vane maestro che negli inferi cittadini cerca allievi adulti
da alfabetizzare in una scuola serale deve constatare che
questi sono disposti a seguire le lezioni solo se pagati (Il mae-
stro confuso).
9
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
vit sembra far da riscontro una relativa passivit del mondo
maschile che la circonda (il racconto appare peraltro come
una sorta di esergo o di prova laterale del romanzo del 1959
Una vampata di rossore, che ha la centro la malattia della le-
vatrice Rita). Come estranea al mondo e addirittura a se
stessa, chiusa nei suoi risentimenti che quasi la conducono a
non sapere di s, del valore della propria vita, invece la pro-
tagonista del La zitella, che lautore tende ad ambientare
negli anni cinquanta, mentre ascrive ai sessanta la successiva
Tentazione e ai settanta Lamericana. In queste ultime due
novelle siamo lontani dal mondo popolare di No: ci tro-
viamo in ambienti genericamente borghesi seguendo una
delle tante proiezioni del desiderio maschile di fronte a im-
previsti incontri con donne sorate per breve tratto. Eros so-
speso, che si affaccia, si nasconde, si annuncia e si dissolve,
soprattutto quello di Tentazione, la novella che d titolo al-
lintero libro e che sembra come ricondurre tutto il libro al-
linafferrabilit dellesperienza, al richiamo di una realt
(anche narrativa) che continua ad attrarre, ma non pu com-
piersi e risolversi no in fondo.
10
Prefazione
occupazione tedesca ha lasciato nel napoletano (I barbari);
ritorno alla desolazione dei Sassi di Matera, sulle orme di
Cristo si fermato a Eboli e ormai poco prima del loro risa-
namento e dellattuale trasformazione turistica (I Sassi);
sguardo sarcastico allegoismo e allindifferenza su cui si
regge la normalit della vita (La preghiera della sera); ries-
sione sullo svuotarsi dellantico signicato del presepe napo-
letano, sulla perdita del suo orizzonte antropologico (esorciz-
zazione della fame e proiezione di un ondo pi giusto) sul suo
naufragio nei gorghi del consumismo (Luniverso mange-
reccio del presepe). Questo testo nale viene peraltro a ricon-
nettersi, per rapporto e per contrasto, con il secondo testo del
libro, Lalbero di Natale, favola che, narra di una singolare e
magica passione per il nordico emblema dellalbero, che sca-
turisce proprio dalla decadenza della sceneggiata pastorale
del presepe.
Nella vitalit e nella curiosit di Rea sentiamo cos af-
facciarsi (ed la cifra dominante di questo libro), il senso di
una mancanza, di una perdita: la danza, a tratti leggera e di-
vertita, in altri perplessa e corrucciata, di una realt che si al-
tera in una direzione incontrollata, che forse non era quella
verso cui il sanguigno narratore aveva originariamente cre-
duto di muovere.
11
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
F a v o l e
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
Lo scarafaggio
Lo scarafaggio
16
Lo scarafaggio
19
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
Lalbero di Natale
23
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
25
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
28
Lalbero di Natale
30
Lalbero di Natale
35
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
36
La generazione del vino
Centocinquanta lire.
Ma non era Terzigno?: chiese il cocchiere.
Terzigno autentico, fatto dai miei fratelli. Ma io non
tiro sul vino con certi poveri cristiani come gli altri che si ten-
gono la roba tutta per loro. Poi vanno predicando la resur-
rezione dei disperati e quella dei
Allora il cocchiere si alz e umile e servile disse al lustra-
scarpe:Compare, lacqua ci ha rovinati e inariditi al punto
da toglierci persino la creanza. Compare, non vi ho detto an-
cora se volete favorire con me. Prendete, provatene una, sono
alici di scoglio, le ho prese a Pozzuoli. Me le ha date un vec-
chio pescatore amico mio.
Il lustrascarpe guard le alici dorate e ne aspir lodore.
Guard luomo negli occhi e torn a sedere. Prese unalice e
la pass nel sale, poi nel pepe e gi in gola secondo la tecnica
del cocchiere. Assapor con gioia e disse:
Posseggo altre 175 lire, lo prendiamo un altro litro di
Terzigno?
Anacleto era gi piegato sotto la botte a riempire il litro. Si
sentiva meglio. Fuori pioveva a dirotto, ma dentro comin-
ciava una bella serata.
Entrarono infatti in quel momento altri quattro avven-
tori che dissero:
Buonasera a tutti.
42
N o v e l l e
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
La carrucola
La carrucola
47
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
54
La carrucola
56
La carrucola
57
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
resto della sua vita fra noi come a una fuga. Quando infatti le
pervenne lultima chiamata da molto lontano, prima di sa-
lire a bordo della barcollante carretta, sinl nel petto una
foto come un salvacondotto.
Questa foto, che si trova fra i ricordi di mia sorella, do-
veva risalire (suppongo) al periodo precedente il matrimonio
con mio padre. Vi ritratta in compagnia di zia Giuseppina.
Entrambe vestono allo stesso modo e sembrano gemelle.
Cappellini a forma di pagliette con nastri e ori sulle falde,
abiti serici lunghi, scarpe appuntite con fbbia, orologetti con
occo a pendentif, sotto lo stesso ombrellino da sole. Sullo
sfondo i platani della villa comunale di Napoli, in quegli anni
ancora adibita a maneggio.
In questa foto si direbbe che le due fanciulle siano di ot-
tima discendenza, piene di buon gusto, leggere e soavi, per-
corse da miti e contenute passioni, senza una ombra intorno
agli occhi ridenti del buio sociale da cui provenivano.
59
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
60
La carrucola
64
La carrucola
***
***
***
Il vecchio non rispose. Non poteva rispondere. Da una
mezzora era uscito con una valigetta dalla porta di servizio.
67
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
Alcibiade
***
tutti gli altri Alfano, alto, vigoroso, dai capelli bianchi, dal
volto altero. Fino a quel momento avrei giurato di conoscere
quasi tutti i cento, i centocinquanta abitanti della mia strada e
invece Nel caso degli Alfano la mia ignoranza si rivelava,
per cos dire, madornale. Ero stato almeno dieci volte in casa
loro, di mattina, di sera, persino di notte, a pranzo, a cena, per
giocarvi a bridge, per assistere a qualche incontro di calcio
trasmesso dalla televisione e mi sembrava strano che gli Al-
fano, e Michele in particolare, non mi avesse mai presentato
suo padre.
E alloracontinuai a dire a mia moglielo avevi
mai visto?.
Norisposema sapevo della sua esistenza. Me lo
disse una volta Anna (era costei la moglie di uno degli Al-
fano) in occasione di quella gita mancata al Faito, ricordi?
Disse: Per via del vecchio! Per via del Vecchio!.
***
***
73
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
76
Il grillo del focolare
80
Il maestro confuso
Il maestro confuso
83
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
***
84
Il maestro confuso
86
La delusione
La delusione
92
Za Bum
Za Bum
93
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
94
Za Bum
96
Za Bum
98
Za Bum
100
Il Guaranise
Il Guaranise
103
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
104
Il Guaranise
108
La zitella
La zitella
(anni Cinquanta)
115
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
121
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
pleto viola con un velo grande quanto una mano che le svo-
lazzava sui capelli. Giannetto era stupendo, alto. Si inchin a
salutare anche Amelia, che ne trem. Rispondeva: Grazie,
grazie a chi gli dava gli auguri. Povera Amelia, prov in-
vidia; non perch avesse mai osato alzare i suoi occhi su un
uomo come Giannetto Erbini, ma per la invidia in s, come
diceva la perda Gina. Dovera andato a scegliersi la sposa il
baronetto? Certamente tra le ragazze nobili di Napoli. Se per
la signorina Erbini non cera un uomo degno di lei a No per
il signor Erbini non poteva proprio esserci una sola ragazza
quanto si voglia ricca che potesse stargli al anco. Erbini era
un uomo di unaltra razza, nissimo, delicato, un sangue
bleu. La gente ora era uscita dalla chiesetta e sul sagrato si
apr un varco in cui entr la macchina della sposa. Dallauto
usc il colonnello, grasso, tozzo, con la testa a forma duovo e
i ba irti e serrati come spazzolini da denti, con la sciabola di
una met pi corta di lui. E poi, un angelo (cos apparve ad
Amelia prima di riconoscerla): la glia del colonnello, una
delle degne amiche di Margherita Stufa. Quella ribalda,
quella.. Ah, troppo. Anche un Erbini si pu lasciare accalap-
piare. Le vecchie belavano:Com bella. Abbondanza.
Abbondanza.
Amelia si spinse fuori e prese a camminare stordita, in-
credula e svanita, con le lagrime agli occhi e ignorando di es-
sere bella in quella mattina di primavera meridionale.
123
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
Tentazione
(anni sessanta)
124
Tentazione
129
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
135
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
140
Tentazione
142
Tentazione
***
Il mattino seguente trovai ai piedi della scalinata un
fruttivendolo dai calzoni rimboccati, a piedi nudi e con la bi-
lancia a tracolla. Contrattava con Luca, salutandomi,
disse:
Il signor Bruno andato a pescare a Torre Nor-
manna.
E dov?
piuttosto lontano, ma c un fondo buono. Perch
non andato anche lei?
Ci prover uno di questi giorni.
143
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
148
Tentazione
149
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
151
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
152
Lamericana
Lamericana
(anni Settanta)
155
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
156
Lamericana
157
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
dirgli che senzaltro avrei trascorso la serata con lui e sua cu-
gina, e anzi avevo speranza di raggiungerlo con anticipo.
Allo specchio trovai che labito di lanetta bleu mi stava
a pennello; mi rendeva pi magro e giovanile di quanto in re-
alt fossi e la gradevole considerazione che ebbi di me stesso
mi diede un empito, un piacere di muovermi, di dire, di fare,
di voler bene alle cose e a qualcuno e quando fui sulla scaletta
duscita e mi vidi di fronte il Vesuvio, i mosaici sparsi degli
abitati costieri della Penisola Sorrentina mi trovai a cammi-
nare col passo di un fauno danzante. Inoltre, dalle Bocche di
Capri apparve la sagoma bianca di un transatlantico: simbolo
di buone notizie, di particolare disposizione della sorte. Tutti
questi segni esteriori e interiori mi disposero a sentirmi bril-
lante, a supervalutare i dati anche meschini della realt e, cor-
rendo in auto per Napoli come per le vie di una citt equato-
riale, sempre con nellocchio la visione dellavanzante piro-
scafo, raggiunsi lentrata di Palazzo Reale; per intanto, vuota.
Non ebbi il tempo dincassare del tutto il moto di stizza
incipiente perch il portinaio in livrea ebbe subito cura di
dirmi:Professore, in questo momento venuta una signo-
rina a cercarvi. Si inlata nel palazzo andata da quella
parte.
Com?chiesi. E lui, furbo, avvit lindice della
mano sinistra sulla guancia. Con sprint lanciai lauto nel
primo cortile. Non cera. Raggiunsi il secondo e niente: Che
pazzi questi yankees, pensai, ma, sboccando nel terzo, i miei
occhi si riempirono di una gura meravigliosa. La donna mi
158
Lamericana
E perch?chiesi.
Sempre peccato avere moglie o marito.
E lei, non ha marito?
Yes. Divorziata.
Perch?
Impossibile spiegare.
E ora libera?
Yes. Uomo italiano innamorato di me, io poco di lui.
Ah bene! -dissi e avrei voluto dire: E che me ne
importa?.
Il timore d non combinare nulla di positivo quella sera
con lei, mi fece desiderare pi che mai la compagnia del-
lamico medico e di sua cugina e per questo motivo, fermata
la macchina a una piazzetta, dissi:
Ecco, quest una piazzetta tipica di Napoli. Qui c
tutto un campionario di cose orride o belle: vicoli, bassi, ra-
gazzini come pollame, i balconcini inorati, i terrazzi. Visto
questo, non c altroe avrei voluto aggiungere e in un
certo senso cera nel tono di quanto avevo detto: Ora pos-
siamo tornare indietro e salutarci. Era per discesa e mi
aveva invitato a fare altrettanto. Mi preg di accompagnarla a
fare quattro passi per un vicolo, che si mostr alla vista poco
pi largo di un paio di metri.
Il vespro aveva reso di un intenso color rossastro i vetri
dei palazzetti, i volti dei bambini; e forse perch si vedeva
lontano un miglio esser lei unamericana, una quindicina di
ragazzi, dogni forma e dimensione, grassezza e magrezza,
161
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
169
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
C r o n a c h e
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
I barbari
I barbari
173
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
della valle come in una trappola. Una trappola che a Cava dei
Tirreni aveva una gola da briganti.
Se la via di Cava fosse stato lunico passaggio per inva-
dere la pianura, che si apre a ventaglio no al golfo di Napoli,
sarebbero bastati due cannoni posti sui due picchi della gola
per distruggere un esercito. Fortunatamente, gli Alleati scar-
tarono, dopo un primo disastro nei pressi di Vietri, questa so-
luzione e i tedeschi, battuti sulla costa, ritennero saggio riti-
rarsi oltre Napoli, a Cassino, e abbandonare denitivamente
quelle terre fertilissime, popolate di selve di alberi da frutto e
di molte e numerose famiglie di animali da cortile. Ma anche
in questo campo le razzie furono scarse e modeste.
I tedeschi cignorarono e, per cosi dire, ignorarono la
natura. Dir di pi. Sparsasi la notizia che in un mulino giace-
vano alcuni sacchi di farina, il misterioso comando tedesco
le forze dellordine locale scomparseinvi tre giovani
soldati a regolare la faccenda. Scherzavano e ridevano tra
loro. Una volta sola si limitarono a sparare alcuni colpi
darma da fuoco a mezzaria, fracassando centinaia di vetri
della scuola elementare dirimpetto, come a un tiro a segno.
Un rumore dinferno e molta paura, ma nulla di grave.
Quanto alla farina non ne toccarono un etto. Le truppe di pas-
saggio, avevano burro, marmellata, pagnotte in abbondanza;
e noi spesso si spiava il loro abbondante e tranquillo pasto.
Eppure credo che sarebbe vano rintracciare nella Valle
del Sarno una sola persona che sia riuscita a rivolgere la pa-
rola a un tedesco, salvo in caso in cui a qualcuno veniva
174
I barbari
175
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
179
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
180
I Sassi di Matera
I Sassi di Matera
183
Domenico Rea - Tentazione e altri racconti
184
I Sassi di Matera
188
I Sassi di Matera