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1. L’autore e l’opera
2. Il Satyricon
Ordinamento attuale
La parte superstite è stata divisa in 141 brevi capitoli dagli studiosi moderni. L’opera
contiene parti in prosa e parti in poesia. La narrazione è condotta in prima persona da
Encolpio ma nella narrazione principale si inseriscono, secondo la tecnica del racconto “ad
incastro”, quattro novelle affidate a voci narranti diverse.
La vicenda
L’opera può essere suddivisa in 5 blocchi.
Da alcuni accenni nel testo è possibile ricostruire “l’antecedente perduto".
Antecedente perduto
Encolpio viene perseguitato dall’ira di Priàpo, in quanto ha profanato i misteri durante la sua
permanenza a Marsiglia. Dopo essere fuggito in Italia viene incriminato per una rapina in un
tempio e condannato all’arena. Riesce a sfuggire al carcere e si dirige al sud con Gitone, di
cui si è invaghito. I due vivono un’avventura erotica con Trifena e Lica e in seguito
conoscono Ascilto, che diventa rivale in amore di Encolpio. I tre in seguito disturbano le
cerimonie in onore di Priapo.
Primo blocco
I tre sono giunti in Campania e Encolpio frequenta la scuola del retore Agamennone e
discute con lui sulle cause della decadenza dell’oratoria. I due rivali Encolpio e Ascilto
decidono di separarsi ma recatisi entrambi al mercato per vedere un mantello rubato,
recuperano una tunica piena di monete d’oro che gli era stata sottratta precedentemente.
Tornando alla locanda incontrano la sacerdotessa Quartilla che li obbliga a passare i
seguenti tre giorni con lei.
Secondo blocco
Sfuggiti a Quartilla, si recano a cena a casa di Trimalchione, ricchissimo liberto. Il padrone di
casa lusingato dalla presenza di letterati richiama l’attenzione generale e dà iniziò ad una
straordinaria esibizione. Il chiasso è tale che intervengono i pompieri temendo ci fosse stato
un incendio. Nella confusione Encolpio e Ascilto riescono a fuggire con Gitone.
Terzo blocco
Encolpio e Ascilto invitano Gitone a scegliere tra i due, il quale sceglie Ascilto. Encolpio,
affranto dal dolore, entra in una pinacoteca e incontra Eumolpo, vecchio poeta, che gli
racconta la novella del fanciullo di Pergamo. In seguito I due discutono sulle cause della
decadenza dell’arte poi Eumolpo improvvisa un poemetto in trimetri giambici sulla presa di
Troia. Infine Encolpio ritrova Gitone e decidono di abbandonare la città con Eumolpo.
Quarto blocco
Quando già la nave è salpata, si accorgono di trovarsi sul mercantile di Lica e Trifena, i quali
durante la notte sognano proprio Encolpio e Gitone sulla nave. I due si travestono ma
vengono riconosciuti e minacciati di terribili punizioni.
Quinto blocco
Un contadino indica loro Crotone e spiega loro la divisione della popolazione della città:
cacciatori di eredità e uomini straricchi ma privi di eredi. Eumolpo si finge un ricco
possidente con i suoi schiavi Encolpio e Gitone. Eumolpo lungo la strada per Crotone tiene
una lezione sul poema epico e recita un brano poetico sulla guerra combattuta tra Cesare e
Pompeo (Bellum civile). Encolpio, ancora perseguitato dal dio Priapo, non riesce a
soddisfare le biglie di una matrona che ordina ai suoi servi di frustarlo. Egli riuscirà a
recuperare la sua virilità solo grazie all’intervento di Mercurio. Inoltre Eumolpo per non
essere smascherato detta un testamento per il quale le sue fortune andranno a coloro che si
nutriranno del suo cadavere. Infine nell’ultimo capitolo un abitante di Crotone accetta la
clausola testamentaria.
Il genere di quest’opera è stato molto discusso negli anni: Macrobio sosteneva che il
“Satyricon” fosse un’opera narrativa di puro intrattenimento, Giovanni Lido sosteneva fosse
una satira, gli studiosi moderni hanno notato in quest’opera caratteristiche del romanzo
antico, della fabula Milesia, del mimo, della satira menippea e della satura latina.
Il viaggio e il labirinto
Il “Satyricon” sembra rifarsi al motivo del viaggio, il cui archetipo è l’Odissea, infatti i
personaggi si spostano continuamente. Ma il motivo del viaggio nel romanzo si trasforma in
un affannoso vagare labirintico entro luoghi pieni di trappole e insidie alla ricerca di una via
d’uscita. Inoltre ogni episodio è modellato sullo schema del labirinto pieno di inganni dal
quale bisogna uscire. Alla frenesia del vagare sembra corrispondere per antitesi la fissità
della situazione-base del triangolo amoroso che continua a riproporsi. Dunque il viaggio non
è altro che un viaggio a vuoto, in quanto si torna sempre al punto di partenza. Il labirinto
rappresenta lo stato di precarietà, di incertezza e di sradicamento dei personaggi.
Narratore e autore
Il regista della narrazione non è il narratore Encolpio in quanto anche lui stesso è vittima del
suo racconto e deve continuamente constatare il fallimento dei suoi progetti. Ma alle sue
spalle si cela l’autore, Petronio, che monta la macchina del romanzo.
La figura di Trimalchione
Trimalchione è la figura che meglio incarna la natura contraddittoria e inusuale degli
avvenimenti e del comportamenti umani nel romanzo. È difficile dare una definizione al
contraddittorio personaggio di Trimalchione. Trimalchione potrebbe essere visto come una
caricatura di Nerone o come il rovescio del sapiens stoico, ma Petronio non vuole dare dei
giudizi moralisti.
Pluristilismo
Il “Satyricon” è un romanzo pluristilistico in cui la materia linguistica penetra con irruenza e
libertà dando luogo ad un risultato unico.
Realismo mimetico
Nel “Satyricon” i personaggi sono caratterizzati dal linguaggio che usano. Su questa base si
possono distinguere personaggi colti, che parlano un latino semplice ma elegante e quelli
incolti, che parlano un latino popolaresco e ricco di volgarismi, forme idiomatiche e
irregolarità fonetiche, morfologiche e sintattiche (sermo plebeius o rusticus)
Effetti di contrasto
La ridicola e contraddittoria figura di Trimalchione in primo luogo sembra appartenere ai
personaggi colti in quanto sfoggia un linguaggio elevato e pretenzioso perché vuole fare
colpo sui suoi invitati ma in seguito completamente ubriaco si abbandona al linguaggio dei
suoi commensali abituali e ricade nel linguaggio plebeo e volgare. Gli effetti di contrasto in
Nicetonte e Trimalchione sono i volontari e a spese dei personaggi stessi, invece in Encolpio
e Eumolpo sono frutto della loro intenzionale volontà di abbassarsi al livello dei destinatari.
Infatti il mimetismo linguistico di Petronio non dipende solo dalla cultura e dal ruolo sociale
del personaggio ma anche dal contesto nel quale si trova ad agire.