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Petronio

Paragrafo 1 - L’opera ed il suo autore


Sotto il nome di Petronio c'è stato tramandato un lunghissimo frammento narrativo in prosa,
conosciuto come Satyricon appartenente al genere del “romanzo”.

Di Petronio però conosciamo solo il nome Petronius Arbiter, inoltre la datazione dell'opera è
molto tarda poiché in essa la lingua adopera volgarissimi tipici del III secolo, prima di questo
secolo non si hanno fonti che accennano a questo autore Se non negli annales di Tacito
dove viene chiamato “Gaio Petronio” e da altri autori come Plinio e Plutarco dove invece
viene chiamato “Tito Petronio Nigro”.

Il Satyricon è un'opera scritta in prosa, con alcune parti in versi, divisa attualmente in 141
capitoli. Segue le avventure di due studenti squattrinati, Ascilto ed Encolpio, e del loro amico
Gitone, un ragazzo dai costumi poco morali. Encolpio, che funge anche da narratore, è stato
reso impotente da Priàpo, dio della fertilità, a causa di una colpa sconosciuta. La storia inizia
in una città greca dell'Italia meridionale, probabilmente Napoli o Pozzuoli, e si sposta poi a
Crotone.

Paragrafo 2 - I modelli letterari


Il satiricon di Petronio è difficile da classificare in un genere letterario specifico. Alcuni
sostengono che sia una parodia del romanzo greco in cui la coppia di innamorati viene
sostituita da un triangolo omosessuale e poi da un terzetto di truffatori.
Tuttavia Petronio incorpora anche elementi tipici del genere romanzesco:
- Travestimento
- Naufragio
- Tentato suicidio
Elementi ritrovabili ad esempio nel romanzo di Iolao.

Il Satyricon include alcune parti che si rifanno alla tradizione popolare della fabula milesia,
tuttavia sono solo un elemento accessorio del romanzo anche se contribuiscono a rendere
la narrazione più vivace.

Tre racconti inseriti all'interno della Cena Trimalchionis hanno un carattere horror; questi
sono presenti nel folklore di vari popoli e hanno lo scopo di intrattenere il pubblico:
- uomo trasformato in licantropo;
- streghe che rapiscono un giovane e lo sostituiscono con un fantoccio;
- artigiano ucciso dall'imperatore affinché non riveli la sua formula segreta di un vetro
infrangibile (?)

Il Satyricon presenta dei caratteri provenienti dalla satira menippea, ma non tutti, ad
esempio esclude: scene fantastiche surreali ambientate in mondi immaginari e l'intento
moraleggiante.
Paragrafo 3 - Il Satyricon e gli altri generi letterari
Tutta la narrazione è intessuta di riferimenti allusivi, provenienti da generi letterari alti come
l'epica, la tragedia, la storiografia e l'oratoria, che sono rivolti a un pubblico colto.

Come nei poemi epici dell'odissea e dell'eneide nel Satyricon l'eroe viaggiatore e Encolpio
cerca la virilità perduta perseguitato dal dio Priàpo e passa attraverso varie peripezie.
A volte le allusioni sono svelate dallo stesso autore.

2 lunghi racconti parodiano le tendenze magniloquenti della letteratura del tempo:


● Cap.89 - 65 senari giambici della Troiae Halosis, satireggiando un’opera di Nerone
sullo stesso argomento;
● Cap.119 - 295 esametri di un poemetto che parodiano il Bellum Civile di Lucano
(o forse serviva solo ad accrescere la “conoscenza poetica” di Eumolpo);

L’eloquenza del tempo in declino, secondo Encolpio e Agamennone, è da attribuire non


tanto ai poeti stessi, quanto ai loro:
● Maestri - Per le esercitazioni su argomenti astratti atte al raggiungimento di "effetti
speciali", risultando in un disorientamento della vita reale;
● Genitori - L'obiettivo è trovare al figlio una posizione prestigiosa in poco tempo a
scapito della preparazione culturale;
In realtà la vera causa è riconducibile all'avvento dell'autocrazia imperiale che limita la libertà
di pensiero e regola le scuole secondo l'ideologia del princeps.

Paragrafo 4 - La Cena Trimalchionis


Più di ⅓ dei capitoli a noi giunti riguarda la “Cena Trimalchionis”, una sorta di romanzo nel
romanzo, e si presenta sotto la forma dell’opera “buffa” (opera che mette in scena
personaggi borghesi e popolari in situazioni quotidiane).

Nel racconto si mescolano il sesso, il cibo, le escrezioni corporee e la ricerca del piacere con
il pensiero della morte incombente; con Trimalchione che è un personaggio vanitoso, fissato
con Virgilio (che cita molte volte), egli apre il discorso con un Carpe Diem per terminarlo con
le sue volontà testamentarie.
Paragrafo 5 - Forme di realismo Petroniano
Il realismo antico era presente nelle opere di livello basso basso ed esclude le condizioni
storico-politiche dell’epoca. Nel Satyricon Petronio descrive i personaggi in modo realistico,
mettendo in ombra gli aspetti politici dell’epoca (sempre a causa dei rischi legati al princeps).

Questa è un'opera che anticipa il cosiddetto canone dell'impersonalità, poiché l'autore non si
fa portavoce di idee attraverso i personaggi del romanzo, ma piuttosto li utilizza per criticare
la società in cui vivono. L'autore si "nasconde" dietro questi personaggi per mostrare al
lettore colto il disincanto nei confronti di una società in declino.

Paragrafo 6 - La lingua e lo stile


Il linguaggio usato da Petronio varia a seconda dei personaggi e delle situazioni, pur
mantenendo la rivisitazione in chiave colta delle espressioni popolari.

Vi è quindi una continua variazione di registri lessicali, dall’eleganza atticista all’enfasi


asiana all’eloquenza ampollosa. A questi si aggiunge l’abbondanza di grecismi, solecismi ed
espressioni gergali, tutti dati forse dal passaggio dal latino alle lingue romanze.

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