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Lucano

Paragrafo 1 - Lucano ed il suo tempo


Nerone propose istanze di rinnovamento culturale che favorirono un’importante fioritura
letteraria. Lucano rovescia le tradizioni col suo Bellum Civile, soprattutto quelle in riferimento
a Virgilio, poema che era privo di eroi o déi, ma con un’atmosfera cupa e dettagli magici e
artificiosi, questo per seguire la tendenza “barocca” del periodo.

Lucano sperimentò, come Seneca, la trasformazione di Nerone dopo il “quinquennio felice”;


infatti mentre l’apertura del Bellum Civile è un’ovazione al princeps, dopo i primi tre libri
l’opera diventa una testimonianza della decadenza dell’impero e un compianto della passata
grandezza di Roma.

Paragrafo 2 - Lucano: la vita e l’opera


Marco Anneo Lucano nasce nel 39 a Cordova, poi si trasferisce a Roma per studiare
retorica e filosofia presso lo stoico Anneo Cornuto.
Nel 60 diventa amico intimo di Nerone, vince anche un premio recitando le Laudes Neronis.
I rapporti si deteriorano con l’accrescersi della tendenza autocratica del princeps.
Lucano, essendo coinvolto nella congiura dei Pisoni, gli viene ordinato da Nerone di
suicidarsi, cosa che compirà a 26 anni in stile stoico, tagliandosi le vene.

Le opere di Lucano (oltre il Bellum Civile) sono andate perdute:


- 2 poemetti: Iliacon e De Incendio Urbis;
- 1 tragedia: Medea
- 1 carme: Catachtonion
- Alcuni libretti per pantomime: Fabulae Salticae

Il Bellum Civile è l’unica opera giunta a noi, 8000 esametri in 10 libri, incentrato sulla guerra
civile tra Pompeo e Cesare.
Il titolo Bellum Civile è proprio dell’opera, anche se Lucano in un passo di questa, la nomina
“Pharsalia” (in riferimento alla battaglia di Farsàlo), titolo più gradito dai moderni.
L’incompiutezza dell’opera, a causa del suicidio, si nota nell’interruzione del libro X al verso
546, poiché tutti gli altri libri variavano da un minimo di 695 a 1108 versi.
Paragrafo 3 - Il Bellum Civile: fra epos storico e riprese virgiliane
Lucano sembra tornare al poema epico-storico praticato da Nevio ed Ennio, Di cui non
prende però gli intenti celebrativi della grandezza di Roma.
Le sue fonti sono dunque prevalentemente storiche, peraltro accomunate ideologicamente
dalle stesse posizioni filo-repubblicane, anche se queste non emergono con chiarezza se
non a partire dal libro IV.

Nonostante Lucano rovesci lo stile di Virgilio al contempo instaura un rapporto di:


- Aemulatio (ovvero la libera ripresa di un modello letterario)
che in certi casi sfocia in una:
- Imitatio (ovvero la ripresa meccanica del modello).
Lucano sostituisce il tradizionale apparato mitologico con riti di necromanzia e parti
canoniche dell'epos come profezie e atti di valore individuale.
L'interesse di Lucano verso la scienza della natura, oltre che alle Naturales Quaestiones, si
ispira anche alla poesia cosmica delle Georgiche e al De Rerum Natura di Lucrezio.

Paragrafo 4 - Un epos senza speranza e senza eroi


Alla base del poema vi sono principi della filosofia stoica, soprattutto nella costruzione di
personaggi esemplari. Tuttavia, Lucano rilegge spesso tale dottrina in moto eterodosso
facendo emergere le contraddizioni insite nello stoicismo.

Nel poema tacciono gli dèi tradizionali e così anche la provvidenza stoica che espressione
del divino Logos che assume invece i connotati inquietanti di un destino incomprensibile e
crudele. Proprio qui avviene il rovesciamento della visione virgiliana di un impero destinato a
un avvenire sempre più glorioso, che invece seguirà un percorso di inevitabile declino.

Un'altro elemento di distacco dal poema epico è la mancanza di un protagonista centrale,


infatti dal punto di vista ideologico di Lucano questo ruolo dovrebbe essere assolto da
Pompeo che però non ha la stoffa dell'eroe, tant'è che viene chiamato fiacco e pavido dai
suoi stessi soldati. Catone però è certamente un esempio di qualità eroiche tuttavia il suo
ritratto è modellato sull’identikit del sapiens stoico caratterizzato da un eroismo fine a se
stesso.

Nonostante Lucano definisca Cesare in più occasioni come “genio del male” o “eroe nero”,
Lucano ammira Cesare poiché egli è caratterizzato da una spietata determinazione.
Paragrafo 5 - Lo stile e la fortuna
Quintiliano giudica il modello di Lucano più per gli oratori che per i poeti, Poiché lo stile è
caratterizzato da figure retoriche ed effetti di pathos e di orrore; Inoltre la frase è spesso
spezzata e l'andamento paratattico è ricco di figure di suono sempre per enfatizzare i toni
macabri.

Nel futuro:
- I Cristiani apprezzano Lucano per aver quasi del tutto ignorato gli dei Pagani;
- Nel medioevo la Pharsalia continua a essere letta nelle scuole;
- Dante reinterpreta in chiave teologica il personaggio di Catone;
- Durante il Rinascimento il poema viene utilizzato come modello da Tasso;
- Gli spagnoli si sentono vicini al barocco del poema nel XVII secolo;
- In Inghilterra l’influenza di Lucano va su Shakespeare e Milton;
- In Francia Montaigne Voltaire apprezzano soprattutto i contenuti etici del poema;
- In Germania Goethe e Holderlin sono influenzati da Lucano;
- Il Romanticismo è favorevole al Lucano nel periodo del decadentismo;

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