Sei sulla pagina 1di 3

2. La riforma purista di Malherbe.

François de Malherbe (1555-1628) è un gentiluomo di provincia che fa Dell'esercizio


letterario una via per aprirsi una carriera di successo. Ha ormai 50 anni quando, nel 1605
viene introdotta a corte dove è riconosciuto a livello ufficiale, celebrando grandi avvenimenti
e i personaggi importanti del Regno.
Si ritira dalla Corte nel 1615 e dopo l'assunzione del potere da parte di Richelieu, nel 1624
ritorna a essere il cantore del potere. Dopo la sua morte si parlerà di una vera e propria scuola
malherbiana.
Nella fase iniziale della sua produzione è legato alla tradizione cinquecentesca e guarda
l'Italia come dimostra la sua prima opera Les Larmes de Saint Pierre (1587) ispirata dal
poemetto di Tansillo, Le Lagrime di san Pietro (1560-1585): si tratta di una produzione in cui
prevale l'immagine e la metafora.
Dopo la venuta a Parigi, sembra invece che Malherbe, voglia demolire i mostri sacri del
passato, in particolare Ronsard e Deportes, i poeti di Corte dei Valois sono violentemente
attaccati insieme a tutta una tradizione, quella della Pléiade.
L'attacco viene mosso anzitutto sul piano della lingua e poi della metrica e della retorica. Il
principio fondamentale e quello della chiarezza, della concisione, della semplicità. Come
norma ci si deve rifare ha una lingua di uso corrente che comporta un purismo di fondo e
soprattutto si deve sempre rispettare la capacità di comprensione di un vasto pubblico di
lettori. Se scopo della Pléiade era stato quello di arricchire la lingua l'intento di Malherbe e
depurare il linguaggio semplificando e selezionando.
Così pure è considerata indispensabile l'osservanza della grammatica. Viene condannato
l'uso della mitologia greca e latina, fatto da Ronsard e Deportes, uso eccessivo in quanto
oltrepassa le conoscenze di un pubblico che non sia di dotti.
Nella produzione giovanile di Malherbe prevale una costruzione poetica fortemente
immaginifica è ricca di metafore. Ma tra questa produzione è quella della tarda maturità si
svolge in Francia un dibattito la cosiddetta Querelle de la metaphore, che mette in
discussione la retorica tradizionale, accettando o respingendo il fatto che l'immagine
metaforica possa diventare il nucleo centrale intorno a cui il poeta costruisce il suo testo. In
realtà questo dibattito si collega a problematiche estremamente complesse, addirittura alla
crisi della rappresentazione antica e medievale del cosmo.
Venute meno le basi “scientifiche” della rappresentazione metaforica dei rapporti
all'interno dell'universo, “un certo uso della metafora finisce con l'apparire gratuito, un libero
gioco della fantasia e del linguaggio nelle mani del poeta”.
Malherbe Assume un atteggiamento rigoroso, tollerando soltanto l'uso di quelle metafore
che appartengono al linguaggio corrente e a cui il lettore è ormai abituato. Questo
atteggiamento diventa radicale negli anni Venti del Seicento, all'epoca della diffusione del
concettismo marinista, quando l'estetica della meraviglia impone un sovraccarico di immagini
metaforiche che impediscono quella costruzione logica che rende ragionevole la
composizione poetica.
L'equilibrio razionale praticato e predicato da Malherbe si realizza in una poesia che
procede essenzialmente come discorso morale ben differente dalla poesia che secondo il
modello marinista è puramente descrizione, ma descrizione discontinua ribelle a qualsiasi
regolarità ho costruzione secondo logica con una vicinanza netta alla pittura dell'epoca.
Malherbe Nega la concezione del poeta come un iniziato, dotato di ispirazione
soprannaturale, che si esprime in un linguaggio esoterico ma insiste con la nozione oraziana
di labor et lima con la rappresentazione del poeta come scrittore talentuoso che con sforzo e
impegno mette a frutto il suo ingegno.
Si può affermare che tra Malherbe e Boilieu esiste una linea diretta, il cui successo del
1624 attesta che la lezione malherbiana si può estendere alla prosa.
La vitalità e persistenza dell'insegnamento malherbiano non riguarda i contenuti anche se
il modello di poesia celebrativa ripreso lungo tutto il secolo della poesia encomiastica
ufficiale e alcune tematiche esistenziali e la percezione di una condizione umana dominata
dalla morte appartengono alla sensibilità del secolo e si realizzano in forme poetiche di
diversa tendenza si può parlare di tradizione malherbiana sul piano del purismo linguistico.
La ricerca di purezza linguistica e la volontà di semplicità chiarezza diventano dogmi della
poetica classicista.
In questo oscillare e sovrapporsi di tendenze in autori di obbedienza diversa oppositori
dichiarati di Malherbe possiamo trovarli soltanto fra gli arcaizzanti d'inizio secolo. Il caso più
significativo è quello di Régnier considerato erede della Pléiade e grande ammiratore di
Ronsard. per lui l'esigenza di Malherbe di sottomettere l'immaginazione alla ragione lì
sembra contrastare la necessaria libertà poetica ma anche lo sforzo lessicale e sintattico e
un'operazione meschina e riduttiva.
Le Satires di Régnier rivelano un duro esercizio stilistico a partire dai testi classici e una
ricerca di semplicità e chiarezza.

3. Nicolas Boilieu
Nicholas Boilieu (1636-1711) sarò considerato uno dei più fedeli rappresentanti di quello
che viene definito l'esprit classique insieme Racine. Uscito da un'ambiente di pubblici
impiegati Boilieu ha per certo una mentalità borghese. Ostile all' alta aristocrazia cortigiana
non ama la letteratura mondana e galante e la letteratura che alimenta le feste delle corti.
La sua prima produzione trova i suoi modelli nella classicità in polemica con gli stereotipi
della poesia galante. Inizia così, intorno al 1657, la composizione delle Satires. La scelta del
genere riporta ad Orazio, infatti tra il 1670 è il 1698, pubblica dodici Epistole e nel 1674 un
Art poetique in quattro canti.
la stesura delle satire rappresenta la scelta estetica del realismo e della concisione
dell'impegno morale ma scandisce le rivolte esistenziali dell'autore e la sua evoluzione
spirituale. Le prime 5 satire e la settima sono composte tra il 1657 e il 1665. negli anni 1653-
55 Boilieu la legge con grande successo nei circoli dal libertinaggio ma non le pubblica per
prudenza.
Sei infatti poteva essere gradita al potere la denuncia dell'arricchimento illecito di
Foucquet sarebbero stati però oggetto di censura gli attacchi ma l'omosessualità del fratello
del re e di altri aristocratici.
I personaggi alla berlina gridano allo scandalo: Boilieu stravolgerebbe Il genere della
satira con i suoi attacchi personali e le sue satire apporterebbero un appoggio ai circoli
libertini sovversivi che minacciano lo stato e la chiesa. alcuni chiedono addirittura la prigione
per Boilieu Che reagisce pubblicando un'edizione arricchita di altri numeri edizione però
purgata scompaiono nomi importanti così come la denuncia della venalità della giustizia e
riferimenti all'omosessualità.
Intorno al 1667, Boilieu rompe con i circoli libertini e stringe rapporti con il primo
presidente del Parlamento parigino che aveva vietato la produzione del secondo Taruffe.
Abbandona la satira per l'epistola metrica genere oraziano di tonno meno crudo aggressivo.
Prevalgono la confessione e il moralismo e prendono corpo encomi di Luigi XIV e della sua
politica con un discorso non molto coerente.
Come moralista non è molto originale. Ha delle affinità con il giansenismo da cui deriva la
perfezione della corruzione umana e alla debolezza dell'uomo unisce una fiducia nella
ragione. il razionalismo è connesso al senso di norma del classicismo inteso come riferimento
agli antichi quali modello di regolarità.
Anche nelle Epistole, Boilieu dà il meglio di sé stesso quando abbandona la vena
moralizzante e si lascia andare alle polemiche letterarie prendendo parte a querelles e cabales.
Pubblica il poema eroicomico Le Lutrin, Inseganti per racconta la guerra ridicola
scoppiata per futili motivi fra i membri del Capitolo della Sainte-Chapelle A Parigi. Vuole
tentare un burlesco nuovo più raffinato che inverte il procedimento abituare dei poemi
burleschi la voi caratteristica era di trattare un argomento epico classico con un linguaggio
triviale.
Una svolta importante nella produzione poetica di Boilieu avviene negli anni 90 quanto il
poeta abbandona la Corte e la vita mondana. Malgrado alcune eccezioni i testi più interessanti
sono caratterizzati da tematica religiosa è un esempio di grande rilievo della spiritualità
francese di fine 600 nella linea dell’agostinismo più rigido: l'uomo è costretto al male dalla
sua natura.
Questa poesia di tono aspro sarà dimenticata e Boilieu passerà la storia come il grande
normalizzatore di una letteratura ridotta a strutture considerate canoniche. Tale operazione
sarà il risultato dell’Art poetique (1674) in quattro canti:
- nel primo, l'elaborazione di un metodo di scrittura;
- Nel secondo sono passati rassegna i piccoli generi letterari;
- Nel terzo, i grandi generi letterari: tragedia, poema eroico e commedia;
- Nel quarto, consigli morali e letterari.
L’Art poetique non apporta vera novità. Boilieu Riconosce l'insufficienza delle regole:
l'essenziale e la capacità di piacere e il gusto rappresenta il vero criterio di giudizio.

Potrebbero piacerti anche