Sei sulla pagina 1di 2

Romanzo di formazione

Chi conosce bene orgoglio e pregiudizio sa bene che qui si parla troppo o, per meglio dire Elizabeth e
Mr.Darcy devono letteralmente imparare a parlarsi per eliminare quegli imbarazzanti silenzi che costellano
le loro conversazioni e i loro incontri. Devono imparare a parlarsi inteso però nell’accezione del termine di
avere fiducia nel linguaggio in quanto solo se ci si abbandona ad esso senza riserve si può riuscire nella
doppia operazione di esprimere se stessi e comprendere gli altri, sostanzialmente ci si può capire ed è
proprio questo elemento a distinguere il ritmo della conversazione da una discussione, con la
conversazione che, a questo punto, si configura come quella forma retorica che permette di parlare
davvero di tutto. Ma parlare di tutto non è semplice, giacché nel mondo moderno, per parlare davvero di
tutto, occorre porre tra parentesi una frattura storica è irreversibile che caratterizza la storia del pensiero il
cui rischio maggiore Qui è quello di divenire eccessivamente astratto ovvero le idee nell’esprimere
determinati concetti potrebbero allontanarsi dagli aspetti della vita quotidiana. Allora vado a sé che l’arte
pratica della vita quotidiana vabbè sottomesso l’asse le diverse manifestazioni del pensiero andando a
creare un linguaggio plastico e malleabile, un avere propria retorica del concreto, si tratta del linguaggio del
romanzo il quale si configura come uno dei pochi genere che ha meglio contribuito alla diffusione stessa di
normalità del linguaggio.
Ma se tutto questo appare fondato racchiuso entro in limiti della conversazione, allora contro quale
manifestazione del pensiero Jane Austen compone i suoi magnifici dialoghi? Ebbene, sembra che il nemico
di questo linguaggio plastico e malleabile non sia il silenzio, quanto piuttosto l’orazione rivoluzionario. Si
tratta di un contrasto inconciliabile che ci dice due verità: una banale, e cioè che vita quotidiana e
rivoluzione sono incompatibili, e una un po’ meno banale, ovvero che questa incompatibilità persiste anche
tra le diverse epoca e storiche e le strutture narrative del genere romanzo. E dunque si, possiamo
concludere affermando che il romanzo preferisce passare sotto silenzio le fratture rivoluzionarie perché
queste investono una particolare sfera d’azione nei cui confronti la cultura romanzesca e vittima tuttora di
un vero e proprio tabù.
In una Build Hung e permette al lettore di condividere punto di vista, individualità e parzialità col
protagonista, tuttavia però si osserva come il lettore a un certo punto desideri liberarsi di questo punto di
vista perché, rivelandosi troppo spesso erroneo, non gli consente di vedere con chiarezza e. Si tratta di un
errore infantile dettato da una mancanza intellettuale, non a caso durante lo svolgimento di contenuti
cambiano solitamente. Si tratta di un errore che Jean Austen Ha riassunto in maniera geniale nella parola
pregiudizio. Infatti Elizabeth, nel capitolo 36 di orgoglio e pregiudizio, nell’attribuire a se stessa una serie di
aggettivi negativi, esprime proprio due accezioni del “pregiudizio”. La prima accezione ha una natura
gnoseologica e ci presenta il pregiudizio come il contrario della verità, facendolo coincidere con una
frettolosità di giudizio. L’altra accezione è di tipo invece strettamente sociale e non ha nulla a che fare con
una mancanza intellettuale, il difetto qui appare contenuto nella forza disgregatrice dello spirito di parte. È
impostata così la questione dell’errore e del punto di vista sembrerebbe risolta, tuttavia i comportamenti di
tipo intellettuale tenuti dei protagonisti di questo romanzo sembra siano dettati dal no sense, dall’assurdo.
Allora ci si tiene da cosa sia dettato esattamente il pregiudizio di Elizabeth?
Si tratta di una volontà dimostrare a se stessi prima ancora che agli altri di possedere intelligenza fuori dal
comune è proprio a causa di questa volontà si finisce spesso per mostrare una cecità che risulta molto più
miserevole di quella dettata comunemente dalla passione. Dunque è chiaro come le vicende vissute da
Elizabeth ci portino a comprendere che per il lieto fine di questo romanzo sia necessaria una sostituzione
dell’eccesso di critica e giudizio con la ben più pacata disponibilità all’ascolto.
La rinuncia a imbastire progetti per il domani appare poi, all’interno di questi romanzi, come un indice
raggiunta maturità, non a caso la Buildung si conclude proprio all’insegna della ricordo. Un simile messaggio
ci viene tramandato anche da orgoglio e pregiudizio, infatti nel capitolo 40 avvengono una serie di incontri
tra Elizabeth e mr.Darcy che si che si concludono in un preludio al matrimonio, banane peripezie
romanzesca verrebbe da pensare, certo che sì. È interessante notare però la catena di eventi che mette in
moto questi incontri e dunque il successivo matrimonio. La Austen avrebbe infatti potuto scegliere tra un
ventaglio di eventi casuali, come per esempio un semplice temporale, ma ci si rende conto ben presto che
questi incontri sono tutti dettati da cosa? Sono dettati proprio dall’incapacità di Elizabeth di partire per
voltarsi ancora una volta indietro a guardare il ritratto di Darcy e la sua casa, pertanto stiamo parlando del
“ritorno sui propri passi”. Non è mutato il passato, ma il valore che i suoi elementi hanno adesso agli occhi
della protagonista, insomma il passato, a rileggerlo, appare permeato di un significato differente, un
significato di salvezza individuale.

Potrebbero piacerti anche