latino
LA VITA Venosa 65 a.C
Orazio nacque in una colonia militare romana al confine tra Puglia e Lucania, vicino al fiume
Ofanto, da un liberto proprietario di un piccolo podere, esattore nella vendita alle aste
pubbliche, incarico redditizio, anche se socialmente poco stimato. Trasferitosi a Roma, il
padre volle che Orazio avesse un'accurata istruzione, come i giovani di famiglie
aristocratiche. Studiò con il grammatico Lucio Orbilio Pupillo, da lui definito nelle satire
plagosus (manesco), a causa della bacchetta usata sugli allievi distratti. In seguito, non si sa
se prima o dopo il viaggio in Grecia, frequentò a Napoli il circolo epicureo di Filodemo e di
Sirone. Come i giovani dell'aristocrazia romana si recò ad Atene per approfondire le sue
conoscenze filosofiche e retoriche, frequentando le lezioni di maestri come l'accademico
Teomnesto e il peripatetico Cratippo di Pergamo. Incominciò a scrivere i primi versi in lingua
greca.
Gli Epodi
La prima raccolta poetica di Orazio è costituita dagli Epodi (Epodon libri) alla cui
composizione attese dal 41 al 30 circa. I 17 componimenti degli Epodi, di carattere satirico,
si succedono secondo criteri non cronologici né tematici, ma semplicemente metrici: il
termine stesso di epodo (ritornello) indica uno schema metrico formato da distici (o iambi) in
cui a un verso lungo segue uno più breve. Orazio si vanta di essere stato il primo a
introdurre nella letteratura latina questo tipo di strofa.
Tematiche e stile
Alla composizione degli Epodi il poeta sarebbe stato spinto dalla "sfrontata povertà": in essi
domina la passionalità, il furore giovanile, il gusto per l'invettiva, che sono talora
espressione di sdegno e di rancore.
Le Satire
Nelle Satire, in due libri (rispettivamente del 35 e del 30 a.C.). prevalgono l'elemento
narrativo oppure tematiche diatribiche. Le Satire fanno esplicitamente riferimento a Lucilio,
riconosciuto come iniziatore del genere, ma criticanoo per io stile. Contraddistinguono le
Satire il tono medio, discorsivo (sermo), e la riflessione morale, con una spiccata
impronta autobiografica e volta al raggiungimento di un ideale di misura (metriótes).
Strettamente connesso è il tema epicureo dell'autárkeia, cioè dell'autosufficienza del saggio.
La poesia delle Satire
L'autore stesso definì Sermones (discorsi) le sue Satire, quasi a sottolinearne l'andamento
discorsivo e apparentemente dimesso. Definì anche pedestris (senza slancio) la propria
ispirazione poetica e giunse al punto di negare al genere satirico la dignità di vera poesia,
mentre invece i latini lo sentirono come proprio genere originale
Le epistole
Le Epistole riprendono la precedente poesia satirica; sono innovative per la scelta della
forma dell'epistola in versi, nella quale acquistano maggiore importanza i motivi autobiografici
e speculativi, e il tema della vita in campagna. Nel I libro è presente anche il tema della
critica letteraria, ripreso ampiamente nel libro II delle Epistole (ad Augusto, a Floro, ai Pisoni,
quest'ultima nota altrimenti come Ars poetica). Pubblicata dopo il 20 a.C. 1'Ars poetica è
una lunga epistola in cui sono trattati relativi a forma e contenuto della poesia, ai generi
drammatici (in particolare la tragedia), alle qualità specifiche richieste al poeta.