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ELEGIA

Nella sua Institutiones oratoria nQuintiliano in un’excursus sugli scrittori greci e latini
afferma ELGIA QUOQUE GRECOS PROVOCAMUS e cioè anche nell’elegia
rivaleggiamo con i greci , con questa affermazione confermava la consapevolezza della
cultura letteraria latina dell’alto livello toccato a Roma dall’elegia.

Quintiliano inoltre ci fornisce il canone degli autori più rappresentativi di questo genere
letterario mi: Cornelio gallo Tibullo Properzio e Ovidio.
L'elegia raggiunge la sua acme nella seconda metà del I secolo a.C.
L'elegia latina è un genere poetico che consiste in una poesia composta in distici elegiaci
formati da un esametro e un penta metro dattilico, dal contenuto principalmente amoroso e
dal carattere dichiaratamente autobiografico. L'elegia insiste nel proclamare il suo
inserimento nell’esperienza concreta soggettiva del poeta inquadrando però le singole
esperienze in forme situazioni tipiche secondo modalità ricorrenti, quindi si può parlare di
un universo elegiaco con ruoli e comportamenti convenzionali, e di un suo codice etico, di
un'ideologia aggregato attorno i suoi valori fondanti: la sua forma più caratteristica è
rappresentata dal primo libro di Properzio.

I TEMI TOPICI DELL’ELEGIA


Servitium amoris
L'elegia è innanzitutto poesia d'amore: l'amore per il poeta elegiaco è un'esperienza unica e
assoluta che riempie l'esistenza e dà senso, è il suo aristos bios , la perfetta forma di vita che
gli contrappone orgogliosamente agli altri modelli etici ed essa permette all’uomo di
raggiungere l’autarkeia .
L’amore è però vissuto come SERVITIUM AMORIS poiché l’ Esistenza del poeta è
totalmente dedita all'amore , si configura quindi Come schiavitù di fronte alla domina,
capricciosa infedele. Questi altri motivi configura nell'universo elegiaco come una serie di
situazioni topiche.Sofferenza e piacere d'amore
La relazione con la donna amata e fatta di rare gioie di molte sofferenze oltre a tradire
ingelosire l’amante, si diverte a far soffrire il suo innamorato che continua ad implorare il
suo amore davanti alla porta chiusa: questa è la situazione tipica del praklausithyron “canto
presso la porta chiusa”.
Questo però non porta il poeta a rinunciare alla donna, sono infatti rari i casi in cui si arriva
alla renunciatio amoris e al discidium ovvero la separazione degli amanti e la fine della
storia d'amore. Questo amore rende il poeta corrode lo porta alla nequizia perché l'amore
porta il poeta ad uno stile di vita opposto a quello che doveva adottare il Civis romanus

Il mito come sublimazione


Le amarezze e le delusioni in amore del poeta lo inducono a configurare la propria vita con
il mondo mitico o con la felice innocenza dell'età dell'oro e quindi a sublimare la propria
vita assimilandola agli amori eroici della letteratura quindi trasferendola in un universo
ideale e pienamente appagante per riuscire a trarre degli aspetti positivi da queste
sofferenze.
La nequizia E l'emarginazione sociale.
Il poeta si presenta come un prigioniero d'amore questo amore però un amore irregolare
caratterizzato da una passione alienante e infamante anche socialmente poiché non è sancita
con un vincolo matrimoniale quindi è vissuta con cortigiane o donne libere ma di rango
sociale inferiore. La vita del poeta quindi è una vita di nequizia, di degradazione, di
dissipazione priva di qualità positive: il poeta infatti ripudia i suoi doveri dicevi s'e i gloriosi
valori del cittadino soldato, contrapponendo alle durezze della guerra le mollezze dell'amore
e in esso trasferisce tutto il suo impegno morale fino alla dedizione assoluta diventando così
non un eroe di guerra ma d’amore.

Riformulare i valori tradizionali


L'elegia quindi si allontana dai principali valori del Moss ma Your Room i quali essa
recupera trasferendoli nel proprio universo. Come abbiamo visto già in Catullo la relazione
d'amore istituzionalmente irregolare, tende a configurarsi con un legame coniugale vincolato
dalla fides, salvaguardato dalla pudicizia, diffidente verso la Luxuria e le raffinatezze
cittadine.

IL RUOLO DELLA POESIA


La poesia elegiaca quindi nasce direttamente dalla vita del poeta amante e infatti le ragioni
dell'amore dell'attività poetica si identificano, delimitano il sesso diverso.
La poesia oltre a somigliare alla vita del poeta deve anche assumere una funzione pratica,
deve infatti servire come mezzo di corteggiamento per aiutare il poeta stesso a sedurre
l'amata alla quale promette gloria immortale per mezzo dei propri versi
E proprio per questo scopo il poeta decide di rifiutare la poesia epica, quindi i generi più
elevati, perché si considera incapace e preferisce una musa più leggera; il rifiuto del genere
epico prende il nome di RECUSATIO
Quindi è molto evidente e come la poesia elegiaca si sia ispirata alla poetica catulliana e
quindi in generale alla poesia neoterica infatti condividono la rivoluzione del gusto
letterario: la poetica callimachea, il Labor limae, ricerca della brevitas questi sono tutti
elementi acquisiti definitivamente dalla cultura letteraria latina.
Cornelio gallo È considerato il tramite tra la poesia Nute Erica la poesia lirica augustea,
perciò ricopre ruolo particolarmente importante.
Ma soprattutto la poesia elegiaca eredita da Catullo la rivolta morale, il gusto dell’otium, la
rinuncia all'impegno civile politico, la ricerca di una vita dedicata agli affetti privati che
diventano l'oggetto principale dell'attività poetica. La poesia elegiaca quindi eredita dalla
letteratura neo te Erica i suoi due aspetti principali l'eleganza formale e l'attiva
partecipazione affettiva, principalmente pilastri portanti della poetica catulliana che
possiamo riconoscere nel Car me 68 in cui troviamo anche l'elemento mitologico.

TIBULLO
È il primo poeta elegiaco che Quintiliano ci ha fornito nel suo canone, Tibullo è anche noto
come poeta della serena vita agreste. Infatti le sue elegie sono caratterizzate dall'assenza
dell'elemento mitologico e dal prevalere di un mondo rurale idealizzato, in cui il poeta
sogno di vivere un'esistenza serena e pacifica con la propria amata. Anche nelle elegie di
Tibullo troviamo però quelle situazioni topiche che caratterizzano il genere dell'elegia latina
in generale ovvero: la città che fa sfondo all'intrecciarsi di amore e degli intrighi degli
incontri furtivi e dei tradimenti.

Non abbiamo molte informazioni riguardante la biografia di albio Tibullo sappiamo che le
informazioni che abbiamo derivano da una Vita anonima e da accenni contenuti delle sue
elegie o nei testi di altri poeti come Orazio Ovidio.
Tibullo morì poco dopo Virgilio quindi o negli ultimi mesi dello stesso anno o nei primi del
18, probabilmente nacque tra il 55 e il 50 a.C. nel Lazio rurale forse a Gabii o a pedum.
Nasce in una famiglia agiata che apparteneva al ceto equestre.
Il punto di riferimento della sua biografia è il legame di amicizia e protezione che instaurò
con Messalla Corvino, un abile uomo politico di idee repubblicane. , che permise a Tibullo
di conoscere personaggi illustri e lo spinse ad intraprendere la vita militare.

IL CORPUS TIBULLIANUM
Di Tibullo è giunto fino a noi il cosiddetto CORPUS TIBULLIANUM un insieme di elegie
eterogenea divise in tre libri che poi diventarono quattro con la divisione dell'ultimo in due,
ma solamente i primi due libri si attribuiscono con certezza a Tibullo. Con certezza
sappiamo anche che gli ultimi libri del quarto furono scritti dal poeta insieme anche al
23456 del quarto libro che parlano dell'amore di Sulpicia, nipote di Messalla, per un tal
Cerinto.
Iniziò a scrivere il primo libro dopo il 32 e fu pubblicato nel 26 o 25 a.C., questo libro ruota
attorno alla figura di Delia , la donna amata dal poeta , il cui nome però corrisponde alla
ellenizzazione di quello reale della donna ovvero Plania alla quale sono dedicate cinque
delle 10 elegie che lo compongono .
Questi componimenti, seguendo le situazioni topiche del genere lirico latino, ci presentano
una donna capricciosa, infedele, volubile, amante del lusso e dei piaceri mondani, è una
relazione tormentata, sempre insidiata dal rischio del tradimento. Alle elegie dedicate a delia
si alternano quelle per un giovinetto Marato, dal tono meno sofferto, venato di giocosa
ironia, infine il libro è completato da un'elegia scritta in occasione del compleanno di
Messalla, E quella conclusiva che celebra la pace e la vita campestre. Tre delle sei elegie del
secondo libro sono invece dedicate un'altra figura femminile Nemesi (vendetta) , Cioè colei
che ha allontanato Delia dal poeta, nemesi è una donna dei tratti più aspri, una cortigiana
avida e spregiudicata. Nelle altre elegie di questo libro invece il poeta descrive la
celebrazione di una festa agricola, gli Ambarvalia, secondo Kant è il compleanno dell'amico
cornuto, un altro celebra la nomina di messa
I temi favoriti da Tibullo sono la campagna idealizzata in maniera idilliaca e il rimpianto
dell'età dell'oro. È un poeta raffinato e dotto ma non fa altro che piangersi addosso.

I TEMI PRINCIPALI DELL’ELEGIA TIBULLIANA


Il tratto distintivo della poesia di Tibullo è l'assenza del mito in cui proiettare idealmente la
propria esperienza, assimilandola ai grandi paradigmi eroici: E per Tibullo il ruolo che in
genere era svolto dal mito come rifugio dalle amarezze dei tormenti dell'amore e della vita
amorosa del poeta che non era mai appagante e preso dal mondo agreste.
il poeta infatti ho bisogno di un Locus amoenus Dove vivere tranquillo e dove proteggere
coltivare i propri affetti di fronte all'insidia alle difficoltà della vita. Perché alle otto al 13 sei
a casa
La campagna tibulliana è quindi uno spazio di idillica felicità, di vita semplice e serena .
L'altro tema dominante della poesia di Tibullo è quello della pace.
La celebrazione di questo locus amoenus Siri congiunge poi alla condanna della guerra e dei
suoi errori che trova poi corrispondenza con l'esigenza del popolo romano di vivere in un
clima di pace dopo le continue guerre civili.
All'interno della poesia elegiaca poi risaltano alcuni cenni autobiografici che quindi
rimandano ad una dimensione più intima e privata; tra questi cenni spicca l'immagine di
Tibullo bambino che corre per casa.

TIBULLO POETA DOCTUS


Tibullo non inserisce nelle sue elegie quelle stesse dichiarazioni di poetica che invece
troviamo nelle elegie di Properzi il quale si definisce il Callimaco romano perché infatti il
pilastro portante della sua poetica è l’emulatio della poesia d'amore greca e in particolar
modo di quei poeti ellenisticiche considera i maestri dell’elegia: Callimaco e Fileta.
Però comunque in Tibullo è possibile trovare dei tratti ripresi dalla poesia ellenistica e
nonostante ma chi non l'evocazione dei miti e l'erudizione tipica degli alessandrini, il poeta
può essere considerato un poeta doctus.
Infatti, come spiega Quintiliano , tabulo è il “classico” della poesia elegiaca romana , un
poeta terso ed elegante. Ammirato già dagli antichi per il suo stile semplice e luminoso
sciolto e raffinato. Le sue elegie sono caratterizzate da una purezza lessicale, dalla fluida
movenza dei pensieri che sono armoniosamente collegati fra di loro, dei toni tenui e delicati,
alle volte mollemente sognanti e anche dalla leggera ironia che si può percepire da alcuni
suoi versi e tutti questi elementi sono la prova della sua maturità stilistica e della sua
naturalezza espressiva. I versi sono così limpidi che sembrano quasi frutto di immediatezza
non sembrano frutto di un duro lavoro e complessi ragionamenti ma sembra tutto scritto in
modo molto spontaneo.
Il ritmo o una lieve cantabilità una cadenza regolare che spesso acquista quasi la sonorità di
una rima.

PROPERZIO
Properzi ho nasce in Umbria ad Assisi tra il 39 e il 48 a.C. Nelle sue regie ci fornisce dei
cenni autobiografici tra cui la morte del padre e il disagio economico che colpì la famiglia
che apparteneva al rango equestre e che era stata coinvolta nella battaglia tra Ottaviano e
Marco Antonio in particolare nella battaglia di Perugia e tale battaglia è una ripercussione
su interessi della famiglia che infatti subì lutti (un suo parente ucciso nella battaglia di
filippi) e confische di terre.
Di seguito a questo disagio economico Properzioi si trasferisce a Romacon la madre e si
dedica agli studi forensi e politici ma si accorge che la sua vera vocazione è la poesia e così
prende parte a diversi circoli letterari e nel 28 a.C. pubblica il primo libro di elegie.
Frequentò il circolo di mecenate e conobbe Orazio e Virgilio la cui amicizia e vicinanza
risvegliò in Properzi di interesse per l'epica che poi si ripercuoterà nella sua elegia: c'è di
Properzi io è un genere soggettivo con inserimento di excursi poetici. Non era in buoni
rapporti con Orazio ma sicuramente Properzi ho come quest'ultimo era attratto molto della
filosofia epicurea infatti alla morte nel 20 a.C. della sua amata Cinzia Properzi ho come
Orazio è pervaso da un incubi mento interiore, dalla strenua inertia.
Properzio infine muore nel 16 a.C. dopo aver pubblicato l'ultimo libro di elegie nel 18 a.C..
Tutta la sua vita la sua poetica si risolvono intorno ad un evento unico il privato: l'incontro
con Cinzia e l'amore per lei. Il poeta fa dell’amore totalizzante per Cinzia il centro
propulsore della sua vita e della sua poetica . È stata una storia passionale con episodi di
infedeltà ma mentre ne parla non traspare mai un sentimento di rancore rabbia perché sarà
sempre la “Cinzia prima “e dice che “Cinzia finis erit” (Cinzia sarà la fine”.
All'interno delle sue elegie Properzi io ci offre riflessioni sulla propria poetica dandoci
informazioni programmatiche: ci racconta della ricusazione iniziale dell'epica, un rifiuto che
viene però meno a partire dal terzo libro, ci racconta poi della sua fedeltà ai principi
alessandrini ma mai mancano riferimenti a Cornelio gallo, tibullo e i neoteroi. L'elemento
più importante che riconosciamo delle sue elegie è la soggettività che però viene meno tra i
poeti alessandrini infatti la poesia di Properzi e fortemente soggettiva e autobiografica.
Nei suoi testi inoltre troviamo gli elementi tipici dell'elegia latina: serviti amoris (schiavitù
nei confronti dell’amore , nequitia lontananza dalla politica e dal negotium, e la fides ,
ovvero fedeltà assoluta, ma una fedeltà che possiamo paragonare alla pietà s'di Virgilio, e
tale a prescindere e non può essere violata.- sì instaurato tra gli elegiaci il senso della fides
che come la pietà s'fa soffrire.
A differenza dello stile dell'elegia di Tibullo lo stile dell'elegia di proprio È difficile infatti
la lingua riflette il tormento del poeta: è coincisa, brachilogica e questa difficoltà la si
riscontra in particolar modo nei punti in cui parla dell'elegia. Il suo stile si avvicina molto al
barocco latino infatti è fortemente concettoso, ci presenta con poche parole concetti densi

LE ELEGIE DI PROPERZIO
Sono 4 libri È un totale di 92 complimenti
Il primo libro , chiamato anche MONOBIBLOS (libro singolo) si apre con un Proemio e
più precisamente con il nome di Cynthia e si conclude con un epigramma. Questo libro si
concentra sull'amore per Cinzia e troviamo dei cenni agli amori di Cornelio gallo
In questo libro è assente l'interesse per i temi civili e politici e l'unico accenno al negotium E
il ricordo del bellum perusinum il quale perse la vita un parente del poeta e con questo cielo
contenuto del commiato costituisce una specie di firma del mono Biblos
Il secondo libro si apre con un Proemio programmatico in cui poeta dichiara la sua recusato
, Rivendica la sua indole di poeta d'amore, troviamo richiami continui principi della poetica
Callimachea.
Nel terzo libro troviamo tre testi con funzione proemiale, E quando afferma che il suo
modello è callimaco, racconta come Cinzia con i suoi umori, muori abbandoni ripulse
domina ancora il campo anche se la relazione si fa più burrascosa e fragile e incombe su di
essa la minaccia deli DISCIDIUM da Cinzia . Troviamo l'inserimento di elegie di carattere
etico (per esempio l'elogio all'Italia che può essere messa a confronto con le Giorgiche di
Virgilio. Inoltre in questo libro accanto alla celebrazione dell'amore elegiaco troviamo
anche accenni di un'integrazione difficile a regime da parte di Properzi io il quale infatti
rivolge attenzione alla moralità antica, vediamo anche l'interesse per la politica augustea e
alle virtù guerresche.
Il quarto libro infine è il libro della svolta, il poeta subiva pressioni da mecenate e decide
di cantare la grandezza di Roma in senso Ezio logico in tono epico, sul modello degli aiutai
di callimaco , però comunque non tradisce in questa celebrazione di Roma i canoni della
poetica alessandrina e la musa tennis dell'elegia.
Delle 11 elegie che troviamo nell'ultimo libro solamente due sono dedicate a Cinzia: l'ottava
in cui è rappresentata l'affascinante violenza di una Cinzia gelosia vittoriosa e la settima in
cui Cinzia ombra del regno dei morti ma sempre amare aggressiva appare in sogno al poeta

Era già un'usanza degli elegiaci greci arcaici come Mimneremo e Antimaco E anche dei
poeti alessandrini e dei nuoterò romani ; dare a una raccolta di componimenti il nome della
donna che viene celebrata, come fa a Persio con Cinzia dando questo nome al primo libro
pubblicato nel 28 a.C. infatti è proprio con questo nome che inizia il primo versoI
Pertanto ill filo conduttore di questi quattro libri è l'amore per Cinzia: una donna vera libera
spregiudicata bellissima sa cantare ballare suonare: era una PUELLA DOCTA.
Il suo nome era probabilmente uno pseudonimo; il suo vero nome era HOSTIA , E decide di
chiamarla Cinzia per il monte cinto dell'isola di telo, l'isola santa di Apollo, il Dio della
poesia.
Fin dall'inizio Properzi ho si presenta come prigioniero da un anno della passione per la sua
donna amata e destinato irrimediabilmente a causa sua a una vita dissipata.
Cinzia è una cortigiana che vive negli ambienti mondani, frequentati da uomini politici e
letterati e Properzi ho legandosi a questa donna dai liberi costumi compromette socialmente
la sua reputazione e contravviene al codice di rispettabilità cui un uomo della sua
condizione tenuto.
Ma PROP non condanna questa sua condizione di degradazione a cui è sottoposto ma si
vanta di questo servitiium amoris si compiace di questa sofferenza derivata dal rapporto di
schiavitù con la donna amata altera capricciosa tirannica infedele. Per Properzi ho il centro
il valore assoluto della vita è l'amore e Cinzia per lui l'unica ragione dell'esistenza che le dà
senso e appagante pienezza. P. Estremizza quella che era già stata la rivolta di Catullo
ovvero il rifiuto del Mos maiorum , Di quei valori propri del civid Romanus, per
un'esistenza totalmente dedita all'amore. Ho questa scelta di vita si contrappone ai modelli
etici dominanti ( alla degradazione morale e alla corruzione che inquina la vita pubblica)
presentandosi come una scelta di vita quasi di tipo filosofico che permette al poeta di
raggiungere l'autosufficienza interiore AUTarkeia
La vita del poeta è quindi completamente dedicata all’otium e al serviti amoris della donna
amata , e diventa così materia della sua poesia.
Il poeta utilizza i versi come mezzo per corteggiare la donna amata e vincere i pretendenti ,
e proprio per il fine che assume l’opera, ovvero quello del corteggiamento , il poeta decide
di adottare la poesia tenue e non l’epos.
L’ amore che celebra e che persegue idealmente proprio però non è di tipo libertino come
quello del dongiovanni ovidiano : egli sogna per se e per Cinzia i grandi amori delimito
, le passioni esclusive ed eterne .
Proprio ammira i modelli e i valori della tradizione e vorrebbe e vorrebbe configurare l’
amore con lei come un foedus , una sacro vincolo interiore garantito dagli dei e dotato di
castitas, pudore, fide, i capisaldi dell’etica matronale.
Ma la realtà in verità è un'altra il poeta e sedotto dal fascino, dall’eleganza mondana della
donna amata e allo stesso tempo cerca in lei fedeltà semplicità ed edizione assoluta.
Ed improprio per questa insoddisfazione , per questa condizione irrimediabile di
prigioniero, che il poeta ha bisogno di evadere nel mondo del mito : secondo lui una volta
trasfigurati in personaggi mitici, lui e la sua amata avrebbe potuto vivere amori esemplari ,
incontaminabili sogni.

IL DISTACCO DA CYNTHIA
Il primo libro ebbe così successo a roma da sollecitare l’interesse di mecenate, il quale cerca
di convincere proprio ad adottare nuove forme poetiche affinché possa diventare
collaboratore della politica culturale promossa dal regime.
Nei libri di elegie successivi troviamo tracce di queste pressioni e della resistenza opposta
del poeta, il quale per l’appunto con una recusato dichiara di non voler affrontare la musa
sublime dell’epica, ma di vuole rimanere fedele alla musa leggera, rifiuta inoltre di
assumere il ruolo di poeta vate e infine ribadisce l’unità di poetica e stile di vita.
Eppure rispetto al primo libro nel secondo l’atteggiamento di prop. è più complesso, meno
lineare: da un lato prevale il senso di disagio per la vita di nequizia ed emerge la duolorosa
consapevolezza di un’esistenza incompleta, irrisola e irrimediabile; dall’altra parte invece il
rapporto con Cinzia diventa più sofferto, e aumenta il bisogno della trasfigurazione in
personaggi mitici per idealizzare la sua figura e il loro amore.
Questa processo (accompagnato anche dal tentativo di utilizzare forme compositore più
complesse) raggiunge uno stadio più avanzato nel 3 libro , dove troviamo una materia più
varia e non temi solamente legati all’amore per Cynthia..(per es. l’elogio di sparta)
Le elegie amorose sono meno frequenti e il tono di prprerzio è ,meno appassionato:
troviamo tratti autoironici prevalgono di più , e il poeta guarda a se stress con maggiore
distacco da cui deriva anche l’atteggiamento gnomico-didascalico che a questo punto
assumono le elegie (ispirazione dai temi diacritici). Ribadisce ancora con la recusato il
rifiuto di affrontare la musa sublime dell’epos , ma tale decisione non è associata allo stile di
vita del poeta, ma è motivata con ragioni estetico-letterarie , non più con motivi legati
all’amore.
Il libro si chiude con il definitivo discidium, l’addio a Cynthia, concludendo il ciclo che nel
nome di lei si era aperta.
L’ELEGIA CIVILE
A causa di molteplici fattori come le pressioni di mecenate e forse anche di augusto , ho
l’ascesa dell’eneide, il poeta dopo anni di silenzio ha scritto elegie non più di tema amoroso,
legate all’eros, ma di carattere eziologico. E’ però importante sottolineare cquando il poeta
decide di passare dalla poesia erotica, alla poesia eziologica non si è piegato alla poesia
epico-storica rinnegando l’elegia, ma csvincola quest’ultima dall’eros, facendone un genere
autonomo.
Properzio sarà il callimaco romano , infatti come lui, indossa le vesti di attento indagatore
delle cause, seguendo il modello degli AITIA (le famose elegie eziologiche del poeta
alessandrino) , studierà , canterà infatti le origini dei culti e dei nomi dei luoghi di roma.
La poesia civile di proprio però non avrò la pesantezza, la gravitas e la serietà ti piche della
poesia civile nazionale.
La roma arcaica e il mondo del mito sono interpretati secondo tratti peculiari dello stile
callimacheo, ovvero con ironia, comicità leggera e garbata, grazia.
Troviamo elegie solenni, ma anche pervase dal pathos, dal lirismo della poesia erotica.
Nell’ultima raccolta di proprio, eterogenea risposto alle altre, non sono assetinti l’amore e
Cynthia.
Cynthia infatti ritorna com eun ‘ombra dopo la morte , a rievocare l’amore di un temp

STILE
A differenza delle elegie di tibullo, che sono risultato di una così grande naturalezza e
spontaneità, le leghe di properzio si distinguono per uno stile caratterizzato da grande
concentrazione, densità metaforica, sperimentazione costante di nuove possibilità
espressive.
Tratti tipici del suo stile sono l’esordio ex abrupto, il procedere per motivi improvvisi, per
scatti, immagini r concetti senza esplicitare i collegamenti ma seguendo una logica interna e
segreta.
I lettori moderni infatti sono attratti dall’alternanza nelle sue poesie di pathos, ironia, aspra
eleganza, complessità,
OVIDIO
Plubio ovidio nasone nacque nel 43 a.C. a Sulmona oggi da un'agiata famiglia di rango
equestre che gli consentì di avere migliori maestri per una formazione ottimale.nell'anno
precedente alla sua nascita fu ucciso Cesare e così ebbe inizio il periodo delle guerre civili
la fanciullezza di Ovidio quindi si svolge nel periodo degli scontri tra Ottaviano e Marco
Antonio e durante il periodo della pax augustea Ovidio sente il bisogno di recarsi a Roma
Dove frequenta le scuole di oratoria , in particolare quelle influenzate dallo stile asiano , con
i maestri migliori dell'epoca ( Arellio Fusco e Porcio Latrone), in vista della carriera forense
e politica. Ovidio si esercitava tenendo le suasorie , Orazioni che miravano a persuadere il
pubblico sulla validità o meno di un certo argomento, e le controversie, simulazione di
processi che giravano attorno ad un caso politico fornito all'alieno. Ho video però era poco
interessato alle controversie contrariamente alla passione per le suasorie .Ciò suggerisce che
non era portato per la carriera del foro ma più per la poesia: così abbandona la carriera
politica e si reca in Grecia e al suo ritorno fu notato da mecenate con il quale strinse
amicizia, conoscendo poi di conseguenza anche Orazio Virgilio. Contemporaneamente si
dedica però anche al circolo di Messalla corvino.
Si sposò tre volte e grazie mecenate si introdusse nella vita di corte diventando in una sorta
di cronista.
Lo spirito libero di Ovidio inizia però a preoccupare Augusto, il quale nel frattempo aveva
relegato la figlia Giulia su un'isola poiché trovato in atteggiamenti inappropriati; E nell'8
d.C., all'apice del suo successo, Ovidio si trova coinvolto in uno scandalo e subisce un
improvviso provvedimento punitivo di Augusto il quale lo costringe alla relegatio, ovvero lo
relega sul Mar Nero a Tomi (l'odierna Costanza in Romania). Le cause della relegatio sono
ancora oscure. “Perdiderint cum me duo crimina , carmen et error alternis facti culpa
Silenda mihi.
Alcuni ritengono che il Carmen sia L’ars oratoria, ma quest'opera in sé non può essere causa
della relegatio . Probabilmente e quindi il video era stato testimone volontario di qualche
avvenimento accorte forse un forse il coinvolgimento nello scandalo dell'adulterio
commesso dalla nipote di Augusto Giulia minore conDecimo Giulio Sitano. Questo sarebbe
l’error.
La produzione poetica di Ovidio è assai vasta attraverso generi diversi, è innovativa poiché
egli comincia considerare l'amore in modo diverso rispetto ai poeti elegiaci: per lui l'amore
non è un lusus. Nella sua prima opera Ovidio descrive infatti un amore di quel tipo in cui
manca una donna centrale. Per Ovidio l'amore è un tramite con cui egli può mostrare la sua
abilità poetica.
Nel periodo giovanile si dedica alla produzione di poesie elegiache: l'esordio letterario
segnato dagli Amores , Una raccolta di elegie come quella di Tibullo e Properzi ho,
suddivise in tre libri e scritte nel metro tipico del genere ovvero il distico elegiaco. Oggi noi
abbiamo una seconda edizione ridotta pubblicata da Ovidio forse nel uno d.C. , La prima
risale al 20 avanti Cristo.
Intorno al 15 a.C. compose le Heroides (letteralmente le eroine), : È una raccolta di lettere
poetiche in distici regia che ruotano intorno a protagoniste femminili del mito greco è
indirizzato ai rispettivi amanti. Fra il quattro e lotto dopo Cristo compose invece la seconda
serie delle Heroudes le cosiddette epistole doppie, costituita da tre coppie di epistole in cui
alla lettera dell'innamorato segue la risposta della donna. Tra il 12:18 a.C. probabilmente fu
scritta la tragedia perduta Medea, che riscosse grande successo
Tra l'1 a.C. e l'1 d.C. si colloca la pubblicazione del ciclo dei tre poemetti erotico didascalici
tutti scritti in distici elegiaci, opere che rientrano nel genere del manuale ovvero che
presenta precetti e consigli utili in materia d’amore:l’ars amatoria, costituita da due libri
contenenti i precetti d'amore indirizzati agli uomini, il terzo alle donne; i Remedia amori
dedicati ai modi per liberarsi dalla passione d'amore e infine i Medicamina faciei femminea .

Negli anni successivi Ovidio abbandona le poesie elegiache e tra il due e lotto dopo Cristo
scrive quelle che poi saranno le opere che discuteranno maggiore successo: le metamorfosi
o METAMORPHOSEON LIBRI , un'opera letteraria più ambiziosa si tratta di un grande
poema epico diviso in 15 libri per un totale di 12.000 esametri e a causa della relegatio non
poté avere una revisione finale. Nelle metamorfosi Ovidio seguendo il motivo delle
trasformazioni passa in rassegna numerosi miti tradizionali. Successivamente compone i
fasti un calendario poetico in distici elegiaci dove il poeta descrive gli usi e i costumi
romani sul modello del quarto libro di Properzi io no però però rimase interrotta a metà e
comprende solo sei libri.

Lare negozio provocano svolta nell'attività poetica di video che ritorna alle le Gia però
abbandona il tema erotico e si dedica una poesia consolatoria dal tono dolente e apologetico.
Queste sono definite le opere dell'esilio e le più conosciute sono quelle appartenenti alle
TRISTI e alle epistole ex ponto.
La produzione letteraria di Ovidio è molto vasta e caratterizzata dalla varietas dei generi
poetici trattati.
Però a differenza di quanto accade per Tibullo e Properzi io non bisogna associare una
scelta letteraria di ovidio di Ovidio ad una scelta di vita assoluta: l'adesione è un genere
come le leggi erotica non significa per Ovidio una scelta di vita assoluta incentrata
sull'amore. E ovviamente non esclude altre esperienze poetiche come invece accadeva nei
poeti elegiaci latini che restavano vincolati alla poesia erotica e con il motivo topico della
ricusazione dichiaravano di essere incapaci di affrontare la musa sublime dell’epica. Anche
il video utilizzerà questo motivo ma esclusivamente come topos.
Ed è proprio questa tendenza di Ovidio di sperimentare diversi generi letterari che ci fa
capire quanto per lui la poetica fosse al centro della propria esperienza.
E tale tendenza va di pari passo con la volontà di Ovidio di analizzare la realtà da diversi
aspetti più disparati , con un atteggiamento soprattutto relativistico: è contrario scelte
assolute e sa aderire alle varie facce della realtà privilegiando quelle che secondo lui sono
più conformi al gusto, alle tendenze etico estetiche del tempo e sue proprie.
Ho video dell'ultimo dei grandi poeti musei e quando arriva sulla scena letteraria la stagione
sanguinosa delle guerre civili è ormai lontana e la pace è consolidata e cresce il video si fa
interprete dell'aspirazione a forme di vita più rilassata un costume meno severo agli angeli
fino a tette che le conquiste orientali hanno fatto crescere Roma e che influenza nella società
mondana della capitale però Ovidio si fa interprete di questi aspirazioni senza contrapporsi
rigidamente a regime e alle sue direttive ideologiche: egli elabora un tipo di poesia che
corrisponde in maniera sensibile al gusto e lo stile di vita raffinato della società romana
contemporanea.
Ho video quindi crea un nuovo modo di fare poesia la sua è una concezione antiemetica
antinaturalistico portamento innovatrice rispetto la tradizione classica quindi rispetto alla
linea aristotelico oraziana, : È una poesia detta autonoma dalla realtà e ostenta apertamente
la sua natura letteraria in un continuo dialogo con i suoi modelli. Ovidio quindi dimostra
una notevole modernità che si riconosce anche nel linguaggio poetico nello stile terzo
delegante, nella musica liquidità del verso nella ricchezza audace ed espressivo.
GLI AMORES
Gli amores sono in esordio poetico di Ovidio in cui manifesto il suo straordinario talento
letterario nel pieno della sua giovinezza.
Si tratta di una raccolta di elegie legate al tema dell'eros, nelle quali è evidente l'ispirazione
del poeta ai maestri elegia erotica latina come Tibullo e Properzi ho.
Anche in Ovidio troviamo I temi topici dell'elegia latina tradizionale: oltre a poesie
d'occasione (come l'episodio per la morte di Tibullo) o di matrice alessandrina (come
l'elegia per la morte del pappagallo della sua donna), ci sono soprattutto avventure d'amore
scenate di gelosia proteste contro i capricci o la venalità della donna le sue durezze suoi
tradimenti eccetera.
Oltre ai temi toni tradizionali incontriamo però anche tratti nuovi elementi originali
peculiari dell'elegia ovidiano.in primo luogo la novità più vistosa è la mancanza di una
figura femminile che costituisce il filo conduttore delle elegie all'interno della raccolta e
della vita di Ovidio stesso, a differenza invece dei poeti d'amore precedenti che avevano
costruito la propria attività poetica attorno ad un'unica donna che era anche il centro della
propria esistenza.
Con la video non è così: Corinna la donna evocata quella con pseudonimo greco è una
figura terme non sempre presente la cui esistenza è tuttora incerta, inoltre il poeta dichiara
più volte di non sapersi a pagare l'unico amore di preferire due donne addirittura di subire il
fascino di qualunque bella donna. Assume essenzialmente il ruolo di una donna ispiratrice
che non è una vera e propria protagonista della raccolta e insieme alla figura della donna si
banalizza e si stempera anche il pathos che aveva caratterizzato i versi elegiaci precedenti
degli altri poeti.
Il dramma di Catullo di Properzio e la loro intensa avventura esistenziale diventano video
poco più di un Lusus, un gioco e l'esperienza dell'eros e analizzata con il filtro dell'ironia del
distacco intellettuale.
Inoltre negli amores perde la sua centralità uno di quelli gli elementi che erano i pilastri
portanti dell'elegia latina tradizionale ovvero il serviti amori, la condizione di schiavitù
proprio dell'amante che è sottomesso dai capricci e dai voleri dell’amata, il SERVITIUM
AMORIS perde così importanza perché secondo Ovidio non esiste perché non c’è nessun
motivo per cui si debba servire per l'amore.
Solo un’elegia è interamente dedicata alla professione di servitium nei confronti di amore
quindi non è più la singola donna ma l’ esperienza d’amore.
Inoltre dai versi della raccolta traspare la consapevolezza letteraria del poeta il quale infatti
insiste sul fatto che la poesia sia uno strumento di immortalità e non +1 mezzo per
corteggiare la donna amata.
La poesia di Ovidio non nasce da un'esperienza amorosa ma è la poesia stessa a creare
un'esperienza amorosa che non sempre rispecchia fedelmente la realtà.
Negli amores ci sono alcune elegie di carattere didascalico così questa opera completa con il
ciclo didascalico composto da Ars amatoria , rimedia amori, e mediamina faciei feminae.
Il fine di questo ciclo di poesie didascalica è quello di impartire un insegnamento dell'amore
quindi il poeta non è più colui che agisce ovvero l'amante il protagonista della storia
d'amore ma diventa l'insegnante il consigliere e il regista della storia d'amore vissuta da
altri. Infatti l'esito di questo progetto del ciclo di poesia didascalica quella della concezione
dell'eros già delineata negli amores E caratterizzato da un progressivo distacco
dall'esperienza amorosa che porterà inevitabilmente ad esaurirsi della poesia elegiaca. In
un'elegia degli amore s'Ovidio rielabora un motivo già tradizionale dell'elegia quello della
vecchia lena . È un astuto esperto a mezzana che dà consigli ad una giovane donna sul modo
migliore di mettere a frutto le proprie qualità con i vari pretendenti. Ma ho video differenza
di Persio vede che configura una luce positiva infatti il suo smaliziato realismo, i suicidi
avvertimenti sono simili ai precetti che lo stesso poeta impartisce all'amante nella sua Ars
amatoria . La lena È una sorta di anticipazione del poeta didascalico maestro d'amore
incarnato poi anche da Ovidio,. La differenza sostanziale consiste nel fatto che negli
Amores il poeta è anche amante il protagonista delle avventure d'amore ruolo che invece
deporrà a partire dall’Ars , Per fungere esclusivamente da regista nella relazione erotica,
adesso piace supervisore del gioco delle parti. Quindi la relazione d'amore con Ovidio non è
+1 passione devastante e diventa un gioco intellettuale un divertimento galante che va
soggetto a un corpus di regole proprie è un codice etico estetico che è quello ricavabile
dall’elegia erotica latina. Ovidio quindi non scrive il libro di elegie che racconta la storia
vissuta ma la raccolta di elegie diventa un libro di testo che fornisce modelli di
comportamento, di situazioni tipo che i protagonisti della società galante devono
considerare come modelli esemplari.
Infine da una parte Gli elegiaci rifiutano la morale tradizionale del mos maiorum in nome
dell'amore e considerano l'amore è l'unica forma esistenziale possibile caratterizzata dalla
nequizia e dal serviti amori, mentre dall’altra l'amore essendo diventato un gioco mondano
di seduzione non è più in conflitto con la morale tradizionale perché privo di implicazioni
etiche.

L’ARS AMATORIA
È un'opera scritta in distici regia suddiviso in tre libri che impartisce consigli sui modi di
conquistare le donne (libro uno) e di conservarne l'amore (riprodurre) il terzo libro aggiunto
più tardi fornisce gli insegnamenti su come sedurre gli uomini. Ovidio descrive luoghi di
incontro che ambienti mondani e momenti di svago i passatempi le occasioni più varie della
vita cittadina.(Roma era quindi anche un importante documento su usi e costumi quotidiani
della Roma antica) luoghi dove mettere in atto i precetti forniti dal poeta riguardanti I
metodi di seduzione. Il poema assume così un carattere didascalico in cui andamento
precettistica è interrotto a intermittenza da inserti narrativi di carattere mitologico e storico
(come quasi una prova delle future metamorfosi) che sono intesi come exempla al fine di
illustrare la validità dei precetti impartiti.
La figura del perfetto amante caratterizzato da Ovidio è delineata da una disinvolta
spregiudicatezza, dall'insofferenza e impertinente aggressività nei confronti della morale
tradizionale soprattutto in ambito sessuale e matrimoniale, E la sfera dell'etica di questi
ambiti era molto importante per Augusto.: ovidio dimostra quindi la sua trasgressività tale
da scontrarsi con la morale augustea probabilmente come atto d'accusa ufficiale al momento
della cacciata del poeta da Roma.
In realtà il carattere libertino e spregiudicato di quest'opera deriva dalla perdita di ogni
impegno etico dell'eros che ormai è diventato solamente un lusus, un gioco intellettuale.
L'assolutezza dell'eros come scelta di vita su cui fondare una nuova morale che era il tratto
più rivoluzionario della poesia elegiaca che era già presente anche in Catullo, in Ovidio
viene meno e si stempera così l'apparente immortalità dell’ars , che finisce con l'accettare
l'etica tradizionale le sue convenzioni. Per aver rinunciato ad ogni aspirazione conflittuale,
l'eros ovidiano reclama una certa tolleranza ovvero una zona franca all'interno dell'universo
sociale (il poeta si preoccupa più volte di delineare lo spazio ristretto dell'eros quello degli
amori libertini escludendone la società rispettabile) in cui sospendere la severità di una
regola morale ormai inadeguata al costume della metropoli ellenizzata.

I MEDACAMINA
Anche il poemetto intitolato MEDICAMINA FEMINAE FACIEI esalta il cultus, gli agi e le
raffinatezze infatti questo poemetto di cui ci restano solo 100 versi in distici elegiaci parla di
cosmetici per le donne ed infatti si oppone al tradizionale rifiuto della cosmesi e spiega
come preparare alcune ricette di bellezza. Con quest'opera Ovidio vuole aiutare le donne per
riuscire loro intenti amorosi attraverso alcuni consigli sulla cosmesi. In questo testo È
evidente la ripresa di moduli tipici della poesia didascalica inoltre il poeta adotta dei termini
tipici del l'ambito medico e probabilmente si è ispirato a ricette sulla cosmesi che venivano
usate nella Roma dell’epoca.

REMEDIA AMORIS
Il ciclo didascalico è concluso dai rimedia amoris un'opera che insegna come liberarsi
dall'amore. Questo testo si presenta come una sorta di trattato scientifico in distici elegiaci
finalizzato a guarire il malato d’amore,quindi il poeta non è più un poeta-amante tormentato
dall’amore per la donna amata, ma diventa maestro.
Infatti nella poesia elegiaca latina tradizionale non vi era la credenza dell’esistenza di una
medicina per liberarsi da questa condizione di servitium amoris e i poeti sembravano quasi
essere compiaciuti di essere condannati ad essere tormentati dalla passione al punto da
essere anche orgogliosi della loro scelta di nequitia.
Ovidio ovviamente si contrappone a questa posizione, e dichiara che sia fondamentale e
necessario liberarsi dall’amore se esso comporta sofferenza (riprende la filosofia epicurea
che sosteneva che l’amore fosse un turbamento e impediva il raggiungimento dell’atarassia).
I remedia, opera che spiega come guarire dall’amore, costituisce l’esito di questo ciclo
didascalico elegiaco e di conseguenza chiude la stagione della poesia elegiaca ovidiana

LE HEROIDES
Se l’eros è il filo conduttore delle sue opere giovanili, l’altro tema unificante della sua
poesia è il mito, che prima di trovare espressione nelle metamorfosi, costituisce il tema
unificante delle HEROIDES (nome originale EPISTULAE HEROIDUM).
È una raccolta di 21 lettere poetiche divise in due serie:
La prima serie 1-15 è scritte da donne famose, eroine del mondo greco (anche Didone e
Saffo ),ai loro amanti o mariti lontani (Didone a Enea, briseide ad Achille, Arianna a Teseo,
Saffo a faone)
La seconda serie 15-21 è composta dalle lettere di tre innamorati accompagnate dalle
risposte delle donne amate Paride a Elena, Ero a Leandro, Aconzio a Cidippe.
La scelta della forma epistolare ha imposto al poeta rigidi vincoli, specialmente per quanto
riguarda la prima serie di lettere che si configurano come monologhi, come lamenti di donne
abbandonate che non si aspettano una risposta (cfr Arianna nel carme 64). La struttura delle
epistole è sempre la stessa: è dato per scontato che il lettore conosca la situazione iniziale, il
monologo si snoda dalla disperazione dell’eroina, all’invocazione del ritorno dell’amato, ,
fino all’esortazione a mantenere fede alle promesse.
Questa schema fisso è solo interrotto in alcuni punti da dei flashback della memoria, , ma
manca di uno sviluppo dinamico drammatico
Ovidio si dice orgoglioso di aver creato un nuovo genere letterario , prima di lui non
abbiamo testimonianza di altre raccolte di lettere poetiche, ma è possibile che abbai preso
l’idea da un elegia dell’amico properzui , più volte evocata nelle Heroides.
Il materiale letterario è ripreso sopratutto dalla tradizione epico-tragica greca, ma anche
poeti ellenistici e latini come cautelo e Virgilio.
Uno degli elementi più innovativi e interessanti di questo nuovo genere letterario è la
maniera in cui ovidio reinterpreta secondo le regole del genere elegiaco i materiali narrativi
tratti dalla tradizione epico-tragica, la poesia elegi<ca agisce come una sorta di filtro che
riduce al proprio linguaggio un altro tema, imponendo un taglio elegiaco a storie di eroine
dell’epica o del dramma .
Un altro aspetto innovativo di quest’opera rispetto ala produzione letteraria giovanile è la
centralità del pathos , l’ampio spazio lasciato ai toni patetico-tragici rispetto al lusus, cioè a
quel’atteggiaemnto ironicamente distaccato tipico dell’ars amatoria.

Le heroides sono infatti poesie del lamento esprimono la condizione infelice di donna
lasciata sola, o abbandona dallo sposo-amante lontano.
Oltre l’abbandono ci sono anche altre cause di questa sofferenza e infelicità delle donne
protagoniste delle heroides: laodamia che si separa da protesilao per la guerra, Fedra
innamorata del legislatore Ippolito, quindi le eroine soffrono non solo in quanto tradite o
non corrisposte ma Anche , e soprattutto, in quanto donne.
La sofferenza quindi non deriva solo dall’abbandono ma anche dall’umiliazione, e
dallìinferiorità che le donne subiscono senza potersi imporre.
Infine l’innovazione più rilevante che dista due l’opera di ovidio è i’approfondimento
psicologico femminile che fino ad allora era stato trascurato: rielabora la tradizione mitica e
letteraria dando voce alla donna e alle sue ragioni che prima venivano inespresse o
sacrificate .
LE METAMORFOSI
Ovidio racconta un opera di Dante grande impegno quanto l'Eneide. Dopo essersi dedicato
all'elegia erotica decide di cimentarsi con il poema di tipo omerico il genere più prestigioso
della tradizione letteraria greca e romana. Ma prenderà una direzione diversa da quella di
Virgilio.la struttura è quella dell'epos infatti usa l'esametro e come l'Eneide e i poemi
omerici è costituita da numerosi libri più precisamente da 15 libri, ma il modello, di
ispirazione Esiodea (teogonia, catalogo), È quello del poema collettivo, ovvero un poema
che raggruppa una serie di storie indipendenti tra loro accomunate da uno stesso tema.
Questo genere di poema era già tipico anche nella letteratura ellenistica: vi si spiravano per
esempio gli AITIA di callimaco È un poema di esametri per noi perduto di Nicandro di
colofone che raccoglieva. Storie di metamorfosi. Quindi ho video oltre a dichiarare di aver
scelto un in genere poetico di matrice alessandrina dichiara anche la sua intenzione di voler
comporre un poema epico che la poetica Callimachea aveva messo al bando, queste
dichiarazioni le troviamo nel Proemio delle metamorfosi.
Ovidio quindi prega ritualmente gli dei di ispirarlo nello scrivere un poema di metamorfosi,
nello scrivere il mutare delle forme in corpi nuovi ma alla maniera dell'epos prendendo
come modello il canto delle origini del mondo.
L'obiettivo di Ovidio e quindi quello di realizzare un'opera universale nella quale il poeta
iniziava a narrare dalle origini del mondo sino ai ai giorni contemporanei a lui cercando di
scrivere una sintesi di storia universale particolarmente legata alla storiografia ellenistica
(nel momento in cui Roma dominava la scena del mondo).
La molteplicità di personaggi e storie impedisce di riassumere dettagliatamente la trama
delle metamorfosi.

STRUTTURA E COMPOSIZIONE
a partire dalle origini del mondo fino ai tempi di Ovidio sono raccontate in ordine
cronologico circa 250 vicende mitico storiche ma tale ordine cronologico diventa quasi
impercettibile , fino a lasciare spazio ad altri criteri di associazione. Le varie storie possono
essere collegate per continuità geografica come le saghe tebane, O per analogie tematiche
(come gli amori degli dei, gelosie, e loro vendette) o per contrasto (vicende di pietà
contrapposto ad altri) o per semplice rapporto genealogico fra i personaggi , ancora per
analogia di metamorfosi e così via.
I vari episodi sono raccontati in diversi numeri diversi alcuni si presentano come veri propri
epilli, altri invece sono dei semplici cenni allusivi. Diversi soprattutto sono i modi e i tempi
della narrazione che indugia su momenti salienti, si sofferma sulle scene sui eventi
drammatici.
La sapienza narrativa di Ovidio si rivela poi nel modo in cui accosta i vari episodi di
contenuto e carattere diverso: catastrofi cosmiche dedicate vicende d'amore, violente scene
di battaglie patetiche novelle di amore infelice, torbide passioni incestuose e commovente
Eros coniugale. Inoltre abbiamo una varietà dello stile a volte epico altre volte liricamente,
Talvolta con espressioni di poesia drammatica o movenze Bucoliche: le metamorfosi sono
anche una sorta di galleria dei vari generi letterari. Ovidio non cerca l'unità e l'omogeneità
dei contenuti e delle forme quanto piuttosto la loro verità; Ovidio tende soprattutto alla
continuità della narrazione e ne dà prova la stessa tecnica di divisione fra libri del poema: a
differenza dell'Eneide Virgiliana in cui ogni libro ha una propria completezza ed autonomia,
la cesura fra vari libri delle metamorfosi cade perlopiù nel mezzo di una vicenda, per far
incuriosire il lettore e spingerlo a continuare a leggere la storia senza allentare la tensione
narrativa.
Per tenere viva la tensione durante la narrazione è importante anche la stessa tecnica di
narrazione delle varie storie: l'ordinamento cronologico oltre ad essere in genere piuttosto
vago viene continuamente perturbato dalle ricorrenti inserzioni narrativa e proiettata nel
passato. Ovidio in narratore principale usa la tecnica alessandrina del racconto a incastro
che le permette di evitare di produrre una successione monotona delle vicende
incastonandone uno più all'interno di un'altra usata come cornice. Spesso i personaggi di un
episodio raccontano altre scene e in tali scene questo meccanismo si può ripetere fino ad
ottenere come una matrioska di vicende raccontate questa tecnica è spesso indicata come
mise en abyme .
Questa tecnica quindi produce un effetto di vertigine di fuga labirintica: il racconto sembra
germogliare continuamente da se stesso allontanarsi in una prospettiva infinita in una
dimensione di fuori del tempo. Ma la tecnica del racconto nel racconto permette anche al
poeta di adattare toni colore stile del racconto alla figura del personaggio narrante: È il caso
della storia solennemente epica del ratto di Proserpina raccontata proprio da Calliope la
musa dell’epos.

LA METAMORFOSI IN OVIDIO , IL MITO E L’AMORE


La metamorfosi, la trasformazione di un essere umano e animale in una piantami una statua
in un'altra forma era un tema già presente in Omero ma Car soprattutto la letteratura
alessandrina con la quale condivideva il gusto dell’Eziologia infatti la metamorfosi descrive
l'origine delle cose e degli esseri attuali da una loro forma interiore.
Nel poema ovidiano la metamorfosi è il filo conduttore di tutte le vicende raccontate: il
poeta cerca anche il libro conclusivo di dare retrospettivamente dignità filosofica alla sua
opera e accentuarne l'unitarietà mediante lungo discorso di Pitagora che indica nel
mutamento la legge dell'universo che l'uomo deve velocemente adeguarsi. Però comunque i
video non si impegna a tentare di fornire un'interpretazione filosofica del poema
In realtà anche se la metamorfosi costituisce il tema unificante l'argomento centrale
dell'opera è rappresentato dall'amore che era stato la fonte ispiratrice di tutta la poesia di
Ovidio precedente. L'amore però non è più ambientato nella vita quotidiana della società
mondana di Roma ma nell'universo del mito, nel mondo degli dei e dei semi dei, dei grandi
eroi. Alla dimensione musica però non corrisponde un Ethos in realizzante, una grandezza
solennità dei valori. Il mito a differenza di Virgilio non è una valenza religiosa ma fa del
mito e delle figure che lo popolano un ornamento della vita quotidiana. Così le dignità della
tradizione religiosa greco romana sono associate alla dimensione terrena e agiscono sotto la
spinta di passioni e sentimenti assolutamente umani, spesso non dei più nobili. Amori
gelosie rancori e vendette sono gli impulsi che agitano le divinità e da cui essere umani
vittime del loro capriccioso potere vengono travolti. In realtà però vide il mondo del mito è
il mondo delle finzioni poetiche; le metamorfosi che si rifà alla fonte del mito e che dormito
costituirà una sorta di grandiosa enciclopedia per i futuri millenni, sono anche una summa
compendiare di testi che vada Omero ai tragici greci e latini, alla letteratura ellenistica fino
ai poeti della Roma di Ovidio. E le metamorfosi sono orgogliosi e coscienti di questa loro
natura complessa, nella loro intertestualità.
Tale compiaciuta consapevolezza della propria letterarietà e dimostrata anche dall'ironico
distacco con il quale il poeta narra le vicende. Il poeta infatti sorride quella della credibilità
di ciò che racconta, si compiace della congenita in fedeltà al vero da parte dei poeti E infatti
in questo distacco scettico dei suoi contenuti e cioè dal mondo della veneranda tradizione
mitologica così spira possiamo percepire come obiettivo di video sia quello di intrattenere
stupire e non di educare o edificare.
Il mondo descritto dalle metamorfosi è principalmente caratterizzato dalla sua natura
ambigua e ingannevole, l'incertezza dei confini fra realtà e apparenza, fra la concretezza
delle cose l'inconsistenza delle apparenze. I personaggi del poema si aggirano come smarriti
in questo universo insidioso governato dalla mutevolezza e dall'errore: troviamo
travestimenti ombre riflessi e chi parvenze sfuggenti che sono tutte le trappole in mezzo alle
quali gli esseri umani si muovono vittime del gioco del caso del capriccio degli dei. Il poeta
ammira con divertimento e talvolta con commozione l'agire in certi dell'uomo e la sua
tendenza all'errore. La lingua stessa è lo stile aiutano il lettore a percepire la natura ambigua
delle cose infatti anche il linguaggio rivela le sue insidie. I personaggi agiscono seguendo il
punto di vista convinti tutti di padroneggiare la realtà e il poeta che è depositario di una
visione unitaria analizza questa molteplicità di prospettive e segue personaggi sulla strada
che gli allontana progressivamente dalla realtà mostrando al lettore l'esito fatale che gli
attende.
Il narratore delle metamorfosi rifiutando di mantenere quel carattere oggettivo del poema
epico, interviene spesso nelle vicende commentando il corso degli eventi per invitare lettore
a condividere il faraonico distacco, il suo sorriso divertito. Alla straordinarietà di questo
mondo corrisponde anche una tecnica narrativa che mette in risalto i momenti salienti del
racconto e ne isola singole scene sottraendo la loro dinamica drammatica e fissandole nella
loro plastica evidenza. E notevole e quindi l'insistenza sulla percezione soprattutto visiva
della realtà che si avverte in particolar modo della descrizione dell'evento più ricorrente nel
poema ovvero la metamorfosi che è generalmente caratterizzata dei tratti del meraviglioso e
Ovidio descrive soffermandosi sulle fasi intermedie del processo di accesso, sui confini certi
fra la vecchia e la nuova forma, sul paradosso dello stop amento fa il corpo che muta la
coscienza che ancora legata la creatura percepisce con sconcerto la trasformazione in atto.

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