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Elegia latina

Con il termine “elegia” si intende la poesia d’amore: l’amore è per il poeta elegiaco l’esperienza per
antonomasia. L’esistenza del poeta, tutta dedita all’amore, viene definita come “servitium”,
ovvero servizio nei confronti della donna, domina, capricciosa e infedele.
> rare gioie e molte sofferenze
→ la vita del poeta è fatta di “nequitia” degradazione> il poeta si allontana dai suoi doveri di
civis per rinchiudersi nella dimensione dolorosa dell’amore (tratto tipico dell’otium di Catullo).
 vige il rifiuto per un tono aulico in favore di una musa leggera, ispirata dalla passione.

Tibullo
Le sue elegie si caratterizzano per i pochissimi riferimenti al mito che vengono sostituiti in favore
di un mondo rurale idealizzato, nel quale il poeta sogna di vivere un’esistenza tranquilla con
l’amata.
Altro tema sentito è quello della pace.
> sotto il nome di Tibullo ci è giunta una raccolta eterogenea di raccolte di elegie (3 libri) Corpus
Tibullianum del quale solo i primi 2 libri adesso attribuiamo a Tibullo.

 Una scelta di vita, una dichiarazione poetica (Tibullo)


Qui viene proposto il modello di vita di Tibullo: il modesto agricoltore (pauper agricola), che si
contrappone a chi invece va in cerca di ricchezze (vita militare).
> la scelta di vita è idealizzata tanto quanto la campagna.
La poesia è bipartita:
1. (primi 44 versi) vige la descrizione della vita contadina con i suoi riti
2. il contadino si trasforma nel poeta innamorato e l’amore personale di Tibullo per Delia
diventa centrale.
= amore come protagonista sullo sfondo della campagna idealizzata
Scelta di vita del poeta in campagna di un umile contadino, vita lontana dalla politica (scelta
epicurea se non fosse per l’amore, Delia).
Motivo del locus amoenus (“albero vicino ad un rivolo d’acqua”), elogio della vita agreste.
Rifiuta di andare in guerra con Messalla (circolo di Messalla- protettore di Tibullo) per stare con
l’amata: rifiuto dell’impegno politico militare a favore dell’amore come Catullo.
Messalla, protettore di Tibullo, viene qui reso noto, in quanto opera proemiale, nella sua
dimensione di soldato non mosso dalla ricerca di ricchezza ma dall’inseguimento della gloria:
anche in questo caso il valore alto non giustifica la guerra, anzi, i lunghi viaggi di Messalla sono
paragonati ai vincla che tengono il poeta attaccato alla sua donna.

Il poeta siede davanti alla porta chiusa dell'amata: motivo ellenistico “παρακλαυσίθυρον”
“servitium amoris” (pag.338): la donna amata è la domina, il poeta il servus (in catene).
Figura femminile ben identificata, come in Catullo ma non esistente come Lesbia (trasfigurazione o
creatura poetica).
→ Se Delia in vita viene rappresentata come una domina, nel momento del funerale piange e
dimostra il suo amore, ma il poeta la invita a risparmiare la sua bellezza. Godersi la vita finché si
può: motivo di Catullo, Orazio, Mimnermo.
Motivo letterario ripreso nel Medioevo, simile a Petrarca in “Chiare fresche et dolci acque” (Laura
non ricambia l’amore per il poeta, che si immagina la donna che ritorna alla sua tomba e ha
compassione di lui).
Anche nel Dolce Stil Novo sono amori non ricambiati, come Beatrice per Dante, Giovanna per
Cavalcanti, Laura per Petrarca, Fiammetta per Boccaccio; tutte donne sposate come nelle corti per
la moglie del castellano.
I poeti provenzali si presentavano come vassalli nei confronti della donna amata, la domina.

Sulpicia
 Sulpicia: un compleanno inopportuno (Sulpicia)
> Nel III libro del Corpus Tibullianum troviamo un secondo gruppo di componimenti poetici che
hanno come cardine l’amore tra Sulpicia (figlia di una sorella di Messalla) e Cerinto: alcuni
studiosi attribuiscono queste poesie proprio alla donna (se fosse così si potrebbe parlare dell'unica
donna poetessa nella storia della letteratura latina) dato lo stile dai tratti femminili.

→ Sulpicia si prepara a trascorrere il giorno del suo compleanno lontana dal suo amato e dalla
città, trovandosi nei dintorni di Arezzo, in campagna, in sola compagnia dello zio Messalla.
 Sulpicia esalta la città come in Ovidio.

 Un amante irriconoscente (Sulpicia)
Sulpicia, qui, si scaglia contro il suo amato, che ha commesso tradimento per di più con una donna
di più bassa condizione sociale. Successivamente lei mette in guardia l’uomo sul fatto che anche lei
a quel punto sarebbe legittimata a cercare attenzioni altrove.

→ Le poesie scritte da donne non venivano messe in circolazione (come in questo caso con Sulpicia
costrette a inserirle nel “Corpus Tibullianum”) in quanto le donne non erano inserite nella società
in termini politici e culturali. In più si pensa che in epoche successive al momento di scegliere quali
opere tramandare ci fosse uno scarto totale delle opere femminili.

Properzio
Poeta dell’amore totalizzante per una donna bella e raffinata, Cinzia.
> entra in contatto con il Circolo di Mecenate anche se i suoi legami vennero stretti con Tibullo e
Ovidio all’interno del Circolo di Messalla.
 di lui ci sono arrivati IV libri che creano una sorta di climax decrescente (dall’amore di
Cinzia alla predominanza di tematiche “ufficiali”: miti e riti della tradizione italica).
Dopo il Monobiblos (I libro di Properzio), Mecenate fiuta il talento dell'autore e cerca di
persuaderlo affinché diventi voce del movimento politico augusteo: Properzio inizialmente rifiuta
fermamente come viene testimoniato dalla recusatio di apertura del II libro.
 Recusatio (componimento I libro II)
Qui, come detto, troviamo una recusatio (rifiuto) del dedicarsi alla poesia epica per scegliere un
genere più umile, che per Properzio è la poesia d’amore.
“non è Calliope che parla, nè Apollo, è solo la mia donna che mi ispira”
 non solo scelta letteraria ma anche di vita (come per Tibullo anche se qui + mito)
Ognuno canta la realtà che conosce, per Properzio è l’amore.
poiché una sola donna mi ha depredato dei sensi, le mie esequie muoveranno da questa casa: solo
per Cinzia morirà d’amore.
→ E’ con il libro IV che Properzio inserisce nella sua poesia le tematiche civili proprie della riforma
culturale promossa da Mecenate per Augusto: con richiamo agli “Aitia” di Callimaco, Properzio
ripercorre la storia romana attraverso una serie di miti eziologici senza tralasciare
completamente la tematica amorosa.

 Mito di Tarpea
Properzio si propone di spiegare l’origine del nome “Tarpea” dato ad una parte del Colle Capitolino.
Racconta la storia dell’omonima vergine Vestale che, come nella leggenda, avrebbe tradito Roma
per amore di un re Sabino, Tito Tazio. Properzio immagina, discostandosi dalla tradizione (si
tramanda avesse compiuto il favore in cambio dei gioielli indossati dai nemici= cupidigia), che sia
stata indotta al tradimento dalla passione travolgente.
 importanza all’amore in quanto lui stesso poeta d’amore.
mito storico: spiega l’origine di un fatto storico attraverso il mito.
Trama: nella prima sezione viene riportata la motivazione del componimento, già citata, poi viene
rappresentato il momento della prima visione e l’innamoramento passionale. La parte centrale è
incentrata sulla Vestale e il suo monologo: preferirebbe essere rapita dai Sabini (rovesciamento del
ratto delle sabine) pur di stare con Tazio. Segue l’addio a Roma e la legittimazione mitologica
dell’atto con le figure di Scilla e Arianna.
Il fine tragico è inevitabile: la ragazza propone a Tazio il patto (Roma per il matrimonio), ma lui
accetta solo di entrare nella città e anzi, ordina ai compagni di seppellirla sotto il peso delle armi.
 Properzio è come Tarpea: il poeta non ha tradito la patria ma con il suo vivere elegiaco,
evita il contatto politico con la città.

Ovidio
→ Fu scacciato da Augusto perché era a conoscenza di un segreto, probabilmente l’adulterio di sua
figlia.
Il primo periodo della produzione poetica ovidiana si rifà alla tematica dell’amore.
> Le elegie ovidiane degli “Amores” si differenziano dai diretti predecessori, Tibullo e Properzio,
per la caratura poco veritiera: appare finta persino la donna cantata, Corinna. Sembra quasi che
quest’opera sia la raccolta di tutte le situazioni, stereotipate, tipiche dell’elegia.
→ qui l’elegia si svuota del tratto autobiografico e assume i tratti di un mero esercizio letterario.
 Una musa di undici piedi
Recusatio ma con un tono meno solenne rispetto a Properzio, inoltre il dio che ispira è Amore, non
è Apollo (nb. 398 “Cupido al posto di Apollo”)
L’amore in Ovidio è meno sentito, è più leggero, non esclude l'amore per altre donne; invece in
Tibullo e Properzio orienta tutta la vita.
Trama: La scelta poetica viene spiegata in modo giocoso: Ovidio indica come responsabile Cupido
che, sottraendo un piede agli esametri, ha introdotto l'alternanza esametro-pentametro con una
sequenza di distici elegiaci. Il dio risponde al poeta scagliando le sue frecce e scandendo, quindi,
anche la tematica, Amore.

I Fasti sono un poema che espone le origini delle festività romane, quindi è un'opera di carattere
calendariale ed eziologico di Ovidio, scritto in distici elegiaci, ad imitazione degli “Aitia” (Cause)
di Callimaco, di cui riprende, oltre che il metro, anche alcune soluzioni formali e narratologiche.
→ L'opera, scritta molto probabilmente per aderire alla moralizzante propaganda tipica dell'età
augustea, fu progettata in un totale di 12 libri, secondo l'andamento del calendario: con essa l'autore
si era proposto di spiegare l'origine della differenza tra i giorni fasti (dalla parola latina "fas", lecito)
in cui i Romani potevano trattare gli affari pubblici e privati, e i giorni infasti, nei quali era vietato.
Al tempo stesso il poeta, parlando con il dio di turno, indaga e rivisita, mese per mese, tutti i
molteplici riti, le festività e le consuetudini, tipiche del costume e dell'uomo romano, che, al suo
tempo, si praticavano senza ormai conoscerne l'esatta origine o valenza.

TITO LIVIO (storico di età augustea) OVIDIO


La tragica storia di Lucrezia Il dramma di Lucrezia
(elegia eziologica: I Fasti)

Lucrezia cede alla violenza per non essere accusata di adulterio Ovidio presenta la vicenda in
e si uccide perché vuole dimostrare che non aveva paura di modo più patetico.
morire, voleva mantenere il suo valore. Suicidio come Si insiste di più sulla
attestazione di verità. descrizione dell’aspetto della
Libidine: Tarquinio donna e sulle sue emozioni.
Pudicizia: Lucrezia consapevole di avere una dignità, sobria e Uso di similitudini, influenzato
decisa dallo stile epico (Lucrezia
Discorso indiretto agnella, Tarquinio lupo).
Livio è più realistico, la pudicizia ha una dimensione spirituale Discorso diretto

Nel libro II dei Fasti (dedicato appunto al mese di febbraio), la storia, eroica e tragica, della nobile
Lucrezia, moglie di Collatino. Il brano racconta di come la donna abbia subito violenza da parte di
Sesto Tarquinio (figlio di Tarquinio il Superbo) e, per la vergogna, si sia poi data la morte. La
drammatica sorte di Lucrezia provocherà poi, secondo la tradizione, la sollevazione guidata da
Bruto contro l’ultimo re di Roma e quindi la nascita della repubblica.
Nella materia erudita dei Fasti l’episodio spicca per il tema così congeniale all’ispirazione
ovidiana: come si può notare dal confronto con l’analogo episodio narrato da Livio, che Ovidio
segue da vicino, l’attenzione del poeta è rivolta soprattutto alla bellezza di Lucrezia, al fascino
della sua castità che agisce sul giovane Tarquinio, al dramma psicologico della donna che subisce
violenza, al patetico e tragico suicidio.

→ la Lucrezia di Livio è una donna forte e determinata, che mostra una grande lucidità anche
nell’atto estremo del suicidio, a cui ella giunge, consapevole di non avere colpa, per difendere
l’onore dell’intero genere femminile (« se anche mi assolvo dal peccato, non mi sottraggo alla pena:
nessuna donna in futuro vivrà disonorata seguendo l’esempio di Lucrezia»).
La Lucrezia di Ovidio, al contrario, è una figura più incerta e dolente, in cui dominano la vergogna
e il senso di colpa (v. 830 «il perdono che mi accordate io lo nego a me stessa»). Sentendosi in
qualche modo responsabile dell’accaduto e insopportabilmente schiacciata dal dolore per l’onore
perduto, questa Lucrezia riesce a essere sicura solo nel darsi la morte; ma anche in quel momento
sembra prevalere in lei la volontà di mantenere un decoro e salvaguardare la propria dignità.

Metamorfosi
Non c’è un argomento unitario: il collegamento tra le vicende mitiche è il tema della
“metamorfosi”, legge che governa il mondo (discorso Pitagora libro XV)
Traccia la storia ideale dell’umanità: dalla nascita del mondo fino alla celebrazione di Augusto.
Ispirazione di carattere elegiaco con miti che si susseguono.
L’ispirazione viene dalla poetica ellenistica: i poeti come Callimaco compongono utilizzando la
scrittura per dei lettori e quindi una cura formale, non c’è più la cultura orale.
Racconto a incastro: incastona diverse storie mitiche le une nelle altre ; riprende dall’ellenistica
tipo in Virgilio (Orfeo-Aristeo)
L’altro poema epico conservato sono le Argonautiche di Apollonio Rodio, ispirato dalla Poetica di
Aristotele in cui dice che un poema epico non deve superare la dimensione di una tetralogia tragica
(fatto che Ovidio non segue, seguendo la tradizione romana) deve essere caratterizzato da unità
nella molteplicità.
 Usa l’esametro
Nelle lezioni americane di Calvino (raccolta di testi).
 La storia di Apollo e Dafne
Paragonante: le spighe/ le stoppe
Paragonato: Amore nel cuore di Apollo per Dafne
> facilità e velocità di formazione
 Filemone e Bauci
 Narciso
L’aspetto nuovo sta nel formare un poema intrecciato unito in base all’argomento (tipo Virgilio
nell’episodio di Orfeo e Aristeo).

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