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UMBERTO SABA

VITA
Umberto Saba nasce il 9 marzo 1883 a Trieste da Ugo Poli e da Felicita Rachele Cohen.
Sposandosi, il padre si era convertito alla religione ebraica; ma lunione si rivela subito
infelice e il marito abbandona la madre. Saba ne sentir dolorosamente la mancanza,
in quanto in casa si continui ad additare il padre come malfattore.
Il poeta viene cos affidato alla balia slovena Giuseppina Saba, che gli si affeziona. In
lei, e nella sua figura di madre di gioia, il poeta vedr riflettersi il simbolo di unet
spensierata bruscamente perduta, di uninfanzia sempre presente nella sua poetica.
La separazione dalla balia ancor pi amaramente sofferta per il contrasto, subito
avvertito da Saba, fra il carattere chiuso e severo della madre e quello invece gioioso
ed espansivo della balia.
Quando la madre lo toglie dalla balia per motivi di gelosia, e forse anche per ordine
religioso (la balia era cattolica), in Umberto si accresce il senso di solitudine e la
consapevolezza di unico figlio che ha lontano il padre. Il suo profitto negli studi assai
scarso e la carriera scolastica breve: interrotto il ginnasio, egli tenta invano di
riprendere gli studi frequentando lImperial Accademia di Commercio e Nautica di
Trieste; simbarca come mozzo a bordo di una nave mercantile. Lesperienza lavorativa
vissuta passivamente e le ore del lavoro accompagnate da sterminate letture. Le
profonde aspirazioni di Umberto furono, fin da subito la poesia, ma poi anche la
drammaturgia, la pittura e la musica.
Saba soffre da tempo di una malattia nervosa che lo costringe a pesantissime cure; si
avvicina alla psicanalisi; lanalisi psicanalitica e la lettura di Freud si riflettono anche
nel modo di fare poesia.
A causa delle leggi razziali, Saba costretto a lasciare Trieste.
A partire dal 1946 pubblica la sua fondamentale opera di autocritica che la Storia e
Cronistoria del Canzoniere. Il saggio viene pubblicato nel 1956; egli aveva progettato
gi da tempo di scrivere una critica su se stesso, che riuscisse ad illuminare, agli occhi
di tutti, il vero significato e la portata della sua poesia. Per questo assume una
seconda identit, vestendo i panni di un altro, non riuscendo tuttavia a parlare di s in
maniera oggettiva, distaccata.
Nel 1956 muore la moglie Lina; nel 1957 Saba muore di infarto.
PENSIERO
Saba ha sempre dichiarato di aver cercato nella propria opera la verit , quella pi
profonda e nascosta, di cui noi stessi non abbiamo chiara consapevolezza e che solo
l'esperienza del dolore capace di rivelarci. Con "la verit che giace al fondo" Saba si
riferisce alla profondit dell'inconscio. La poesie diventa quindi strumento per la
ricerca della verit interiore e si serve di versi chiari e trasparenti che fa apparire un
mondo e lo rischiara. Il colloquio confidenziale con la realt (secondo la lezione
pascoliana) si arricchisce in seguito di toni lirici e si volge ai temi della gioia, del

dolore, della morte (Cose leggeri e vaganti, 1929 - 1931, L'amorosa spina, 1920,
Preludio e canzonette, 1922 - 1923, Cuor morituro, 1925 - 1930, Preludio e fughe,
1928 - 1929, Il piccolo Berto, 1929 - 1931) e gradatamente la poesia diviene
riflessione esistenziale ed accettazione rassegnata del tempo che fugge.
Lunica poesia che Saba ritiene utile, possibile e credibile, la poesia onesta. La
seriet e lonest connotano e siglano lideologia e lo stile del poeta, per il quale la
scrittura poetica non un fatto di sola fantasia, ma di impegno costante, di duro
lavoro. Lonest anche lo strumento attraverso il quale il poeta pu trasmettere e
comunicare le verit in cui crede, quelle che scopre nel suo vivere quotidiano, nella
realt di una vita spesa giorno per giorno.
Ricordo e nostalgia del passato
Nelle ultime raccolte, accanto alla contemplazione assorta della vita si insinuano il
ricordo e la nostalgia del passato, spesso affidati alla musicalit dei versi. Persistono,
tuttavia, gli aspetti domestici e le figure amate, i versi sono, per, pi scanditi e la
composizione breve e incisiva. Restano immutabili i temi originari: i fanciulli di
Trieste, le vie solitarie, i caff fumosi del porto, le donne amate. Sono temi immobili,
poich Saba concepisce la vita come immutabile: l'uomo - ed in questo segue il
pensiero di Leopardi - spera sempre un domani migliore, anche se sa che il nuovo
giorno porter le stesse sofferenze di quello trascorso. Saba ritenuto una delle voci
migliori e pi riconoscibili del '900 italiano, per la fedelt ai propri temi, la ricchezza
sentimentale, l'impegno umano, l'itinerario spirituale e stilistico non condizionato dalle
mode. La sua poesia , soprattutto, storia della sua esistenza, contemplata con la
fermezza di chi sa trovare nel dolore e nella pena il segno del destino umano, in nome
del quale si sente unito agli altri uomini (Leopardi - La ginestra). Mentre i poeti del
periodo fra le due guerre tendono ad una riflessione e ad una grande consapevolezza
letteraria, che conduce all'ermetismo, in Saba evidente la volont di esprimersi in
modi semplici, musicali, a volte con notazioni diaristiche, anche se l'autobiografismo
gradualmente si dissolve nel canto. Il fondo costante di Saba la consapevolezza
malinconica di una esistenza immutabile e la malinconia alleviata dalla
contemplazione delle cose quotidiane, dal sentirsi vivere, dall'accettare le passioni
come sempre diverse e sempre le stesse. I paesaggi non sono descritti, bens evocati
dal ricordo e dall'affetto che modulano un canto monotono, ma intimo e suggestivo.

POETICA
La sua poetica penetra nel cuore delle cose, con la semplicit e lonest che egli
chiama chiarezza interiore. E la moralit che permette al poeta unimmersione totale
nel flusso della vita comune e nellaccettazione di tutti i suoi aspetti: la gioia come il
dolore, la giovinezza e la morte, la purezza e la corruzione. La vita accettata qual , il
doloroso amore per la vita; tutto questo suggerisce a Saba ladozione di una scrittura
pura, libera da ogni intenzione retorica e convenzionale.
In Saba, la moderna profondit dei contenuti, la scelta di trattare i temi pi veri e
immutabili dellessere umano, luso delle parole senza storia si accompagnano a
schemi metrici tradizionali, ordinari e regolari.

La poesia di Saba una delle pi originali e significative del Novecento. Egli un


poeta che va controcorrente, scegliendo di rimanere fedele al linguaggio poetico
tradizionale, romantico. Estraneo alle correnti poetiche moderne e alla professione
della cosiddetta dissolvenza del significante, Saba restituisce al linguaggio il suo primo
ruolo originale.
Nella poesia, Saba sceglie di cantare i sentimenti comuni, gli oggetti quotidiani e gli
episodi anche banali, ma necessari, dellesistenza.
Lo stile "umile" che lo caratterizza, l'amore conflittuale per la propria citt,
l'autobiografismo sincero, il senso della quotidianit, sono per caratteristiche a lui
generalmente riconosciute, insieme a un tono profondamente malinconico.

Le opere
La poesia di Saba semplice e chiara. Nella forma adopera le parole dell'uso
quotidiano e nei temi ritrae gli aspetti della vita quotidiana, anche i pi umili e
dimessi: luoghi, persone, paesaggi, animali, avvenimenti, Trieste con le sue strade, le
partite di calcio ecc. Una vera e propria dichiarazione di poetica la possiamo leggere
nella lirica Il borgo della raccolta Cuor morituro (1925-1930). Il Canzoniere, poi, da lui
concepito come autobiografia totale, raccoglie tutte le sue poesie (ne diede varie
edizioni sempre accresciute: nel 1921, 1945, 1948, 1957 e, per ultimo, nel 1961). I
temi della sua poetica sono Trieste, la citt natale, il mare come simbolo di fuga e di
avventure spirituali, gli affetti personali e familiari (principalmente Lina, la moglie, e
Linuccia, la figlia), le memorie dell'infanzia, il rapporto con la natura e le riflessioni
sull'attualit. Il Canzoniere progettato secondo il disegno di un itinerario poetico
che segue fedelmente quello della vita dell'autore. Esso rappresenta la raccolta delle
opere dedicate alla moglie. Saba la rielabora continuamente e ne crea diverse
edizioni. E unopera autobiografica e lautore pensa che la scrittura sia una possibile
cura psicanalitica, ma scopre che non cos: la scrittura non riesce nel delicato
compito di guarigione. E questo semplicemente perch, nella coscienza di Saba,
scrittura e guarigione coincidono: non potr guarire se smette di scrivere, e viceversa.
I temi affrontati nel Canzoniere sono molteplici. Ad accomunare questi temi il
profondo amore per la vita; ci che il poeta esprime il sentimento autentico di unit
con gli altri uomini, di solidariet e condivisione.
La struttura del Canzoniere si pone quindi come parallela al flusso continuo e
ininterrotto della vita dell'autore, narrandone poeticamente gli eventi significativi.
L'edizione Prose, del 1964, raccoglie tutta la produzione in prosa, mentre l'edizione
Ricordi/Racconti, 1910-1947 comprende la sezione Gli ebrei del 1910-1912, costituita
da bozzetti e descrizioni delle abitudini di vita della comunit ebraica di Trieste. Ancora
abbiamo le Sette novelle del 1912-1913 (fra le quali la famosa La gallina letta
psicanaliticamente da Mario Lavagetto nel suo saggio La gallina di Saba) e altre
sezioni e frammenti. Annoveriamo ancora tra i suoi racconti: Scorciatoie e raccontini,
del 1934-1948, Storia e cronistoria del Canzoniere, scritta dal 1940 al 1947, Ernesto,
scritto dal maggio al settembre 1953 e uscito postumo nel 1975.

Sullo sfondo di una Trieste fine secolo, il romanzo Ernesto rievocazione e descrizione
di inquietudini e ambigue curiosit adolescenziali con una forte componente
autobiografica. Il protagonista, Ernesto, un ragazzo che vive con la madre (sotto la
vigile tutela della zia); studia il violino, legge molto e ha qualche idea vagamente
socialista.

Trieste

Dalla raccolta Trieste e una donna (1910-12)

E' il ritratto della citt di Saba colta nella sua scontrosa grazia, riproducendo cio le
increspature tipiche dello scrittore fiorentino.
La citt di Trieste tra gli argomenti pi cari al poeta. Egli ama Trieste quasi al di l
del fatto che sia la sua citt: il luogo fresco che brulica di vita intensa, il luogo aperto
sul porto, sul mare . Il poeta ha con la sua citt un rapporto particolare: lama in se
stessa, nelle sue vie, nei suoi colori, nella brulicante umanit dei suoi vicoli oscuri e
del suo porto . Trieste per Saba un luogo privilegiato anche per il suo carattere
contraddittorio: una citt portuale, aperta, disinibita e sempre giovane di vita nuova
e fresca, e al tempo stesso una citt riservata e diffidente, graziosa di una grazia
scontrosa e acerba (Trieste). In questa contraddizione Saba ritrova la contraddittoriet
della propria anima, tesa a immergersi nel flusso della calda vita della folla, e assieme
bisognosa di isolamento, orgogliosa della propria solitudine.

"Ho attraversato tutta la citt.


Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in l deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la citt.
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,

come un ragazzaccio aspro e vorace,


con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia citt che in ogni parte viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva."

Analisi
Saba canta Trieste proprio in quanto tale, e non solo come citt natale. Nella prima
strofa Saba descrive la strada in salita che conduce alla collina affollata, vivace,
rumorosa allinizio e sempre pi solitaria alla fine. Sbocca in un piccolo spazio chiuso
da un muricciolo, un cantuccio che segna il confine della citt e l il poeta siede solo
ma non diviso dal mondo che ama. Un mondo paragonato a un ragazzaccio aspro e
vorace: Trieste diventa un personaggio vivo e autonomo. Il ragazzo possiede una
grazia innata, una bellezza spontanea e naturale; i suoi occhi azzurrini, che riflettono il
colore del mare di Trieste, evocano tenerezza. Le sue mani sono grandi per un gesto
gentile ma dietro questa apparenza si nasconde una grande dolcezza. Questo
contrasto viene identificato dal poeta come un amore tormentato dalla gelosia.
Dallalto dellerta che gli consente di guardare e di abbracciare tutta la sua citt, gli
pare che ogni chiesa, ogni via, lingombra spiaggia e la collina, siano tutti suoi e
vivano in lui, avvolti nell aria natia. Dal suo posto il poeta osserva la vita intorno
senza farne parte, ma senza neppure sentirsi estraniato. Sa di poter trovare nella citt
uno spazio adatto alla sua vita pensosa e schiva.

La poesia tende a serrarsi nell' "idillio" del "cantuccio" solitario da cui il poeta
contempla la citt, metaforizzata nel ragazzaccio aspro e vorace; al suo interno per il
componimento contiene un movimento di fuga, che spinge il protagonista ai margini
della citt : Ho attraversata, ho salita, dove esso termina/termini la citt, da
quest'erta, una casa /l'ultima. Ne deriva una strategia contraddittoria e un tentativo di
bilanciare la fuga in una chiusura circolare, che peraltro non riesce a nascondere il
persistere di una profonda tensione : un'aria strana, un'aria tormentosa/l'aria natia.
Per Saba Trieste oggetto di attrazione e repulsione. Il movimento rappresentato nella
sua poesia un movimento di fuga, che libera dall'ossessione della citt e consente di
osservarla a distanza di sicurezza, magari con nostalgia. Se di specchio si tratta,
Trieste lo specchio di un sentimento contraddittorio.

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