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Gianbattista Marino

- 1569 nasce a Napoli da unagiata famiglia borghese.


- il padre lo avvia agli studi legali che egli presto abbandona per dedicarsi alla letteratura.
- cacciato di casa trova lavoro nelle botteghe tipografiche della citt e ospitalit presso nobili
famiglie napoletane.
- due volte incarcerato per accuse di immoralit
- riesce a fuggire a Roma, dove conduce una vita fastosa al servizio del cardinale Pietro
Aldobrandini.
- segue il cardinale a Ravenna dove frequenta gli ambienti letterari e artistici borghesi.
- 1608 si sposta a Torino presso la corte del duca Carlo Emanuele I
- accolto come il pi grande poeta vivente in Francia grazie alla visita fatta a Maria de Medici
- 1625 muore a Napoli.
La figura di Giambattista Marino si afferma in Italia e Europa, incarnando le nuove tendenze della
poesia barocca. Il gusto moderno teso a valicare le regole del mondo classico, gi preparato a fine
Cinquecento dalle istanze tassiane, trova in marino il pi autentico interprete, al punto che quel
nuovo spirito avr il nome di marinismo.
La poetica barocca, in opposizione al classicismo, che pur sopravviene nel Seicento, esprime il
bisogno di novit del pubblico, proponendosi di destare la meraviglia. E proprio la meraviglia ,
secondo Marino, il fine del poeta: il lettore va sorpreso, e per questo il poeta deve essere in grado di
stupire. Lunica regola che il poeta chiamato a seguire quella di <<saper rompere le regole>>,
adeguandosi al <<costume corrente ed al gusto del secolo>>, secondo quanto scrive Marino stesso
in una lettera al poeta Girolamo Preti (1624). Lattenzione si sposta sul pubblico, la cui risposta
determina il valore dellopera letteraria.
Nella figura di Marino possibile leggere la transizione che dal Rinascimento conduce al Barocco;
egli ne esprime lintimo turbamento, accompagnato a una carica edonistica e a un prezionismo che
proprio a quel turbamento si legano inscindibilmente.
Latteggiamento spregiudicato di Marino prevede che la letteratura da parte del poeta venga fatta
<<col rampino>>: in una lettera del 1620 al poeta Claudio Archillini, scritta per difendersi dalle
accuse di plagio, egli espone la propria abitudine a <<leggere col rampino>>, ossia con il gancio,
attingendo dai testi degli autori, classici e moderni, ci che vi di buono. No si tratta di un principio
analogo a quello dellimitazione, da qui il poeta rifuge, ma di un principio che possibile definire di
metaletteratura, in quanto la letteratura nasce dalla letteratura. Tale pratica permete al poeta di dare
<<nuova forma alle cose vecchie>> e di vestire <<di vecchia maniera>> le cose nuove nella
rivendicazione di creativit e modernita.
La pratica di riscrittura mariniana, dunque si risolve in una rivendicazione di modernit e di
originalit, che si esprime attraverso la forma: ogni cosa pu essere riformutata in modo inedito e
sorprendente in quanto la tradizione offre materiali che il letterato pu reimpriegare e dotare di
nuovo significato.
La prima formazione di Marino risente necessariamente dei modelli della tradizione, che obbligano
il poeta a misurarsi con il genere alto dellepica.
LADONE

Per vendicarsi di un torto ricevuto dalla madre Venere, Cupido, il dio dellamore, fa approdare il
bellissimo Adone del regno di lei, Cipro. Il giovane giunge alla reggia della dea e, addormentandosi
in un boschetto, sorpreso da Venere; i due si innamorano. Rientrato nel palazzo, Adone
intrattenuto prima da Cupido, che gli narra la favola di Amore e Psiche, poi Mercurio, che gli
racconta alcune storie esemplari; infine Venere lo ammonisce a evitare i pericoli della caccia.
Adone si addormenta di nuovo e al risveglio si ritrova con Venere nel giardino del piacere,
costituito di cinque parti, ciascuna dedicata a uno dei cinque sensi. La coppia passa in rassegna
lintero giardino e, infine congiunta in matrimonio da Mercurio. Dopo una visita allisola della
Poesia, la coppia intraprende un viaggio celeste, scortata da Mercurio. Nel frattempo Marte, Amante
di Venere, scopre di essere stato tradito e decide di vendicarsi. Per salvare Adone dalla sua ira,
Venere lo fa sfuggire. Adone incappa in una serie di disavventure: trasformato in pappagallo dalla
madre Falsirena, poi, riacquistate le sembianze umane, cade prigioniero di una crudele banda di
pirati. Ritorna quindi a Cipro accanto a Venere e i due amanti godono liberamente del loro amore; in
una specie di concorso di bellezza Adone viene persino eletto re di Cipro.
Tutto sembra procedere per il meglio, ma Venere deve lasciare lamante e lisola per partecipare a
una festa. Marte, allora, insieme a Diana, aizza contro Adone un feroce cinghiale. La morte di
Adone, cui Venere assiste addolorata, seguita dai suoi funerali.
La macchina testuale dellAdone riflette pienamente la nuova sensibilit barocca, protesa al
multiforme e al policentrico. Lopera, infatti, no segue un andamento consequenziale, ma si
presenta intessuta di digressioni e di episodi secondari.
LAdone mostra dunque una palese (vdit, cunoscut) eccentricit rispetto alla tradizione: i vari
racconti inseriti nel poema sfuggono a qualsiasi preoccupazione unitaria, diversamente da quanto
accadeva per Tasso, ossessionato dal principio dellunit. Per Marino il contrario: lAdone non
risponde minimamente a una sia pur debole volont di organizzazione logica e di compatezza
formale, ponendosi invece come montaggio plurale di infinite storie autonome e distanti dal vero
storico e religioso di tassiana memoria.
Il racconto abbandona i consueti rapporti di causalit e temporalit, volgendosi a una spazialit
ellittica.
La componente idillica, che cos faticosamente e colpevolmente emergeva nel poema tassiano, ha
qui il definitivo sopravvento su quella epica. Se nella Gerusalemme liberata primeggiava lintreccio
tra storia e religione, nellAdone domina il connubio (unire) tra mitologia ed edonismo. La
dimensione privata e affettiva dei personaggi diventa con Marino protagonista indiscussa:
Allamore tra Venere e Adone sono dedicati 20 canti. Lo stesso principio dellunit dazione come
annullato, giacch lazione quasi inesistente, essendo il poema incentrato esclusivamente sulla
vicenda dellamore di Venere per Adone, vicenda interrotta da numerose digressioni tratte dal mito
e sganciate dalla narrazione principale.
Per esplicita dichiarazione di Marino, il modello cui lAdone guarda il poema epico, soprattutto
tassiano. Anche i tratti formali e retorici si richiamano al genere epico: il metro, la divisione in
canti, le invocazioni alla Musa, gli esordi premessi ad ogni canto. Lo stesso vale per gli aspetti
strutturali e tematici: lascesa al cielo della Luna ha alle spalle Ariosto, ma anche dante. Ci che
dunque caratterizza il laboratorio mariniano il particolare montaggio cui gli elementi della
tradizione sono sottoposti.
Marino porta inoltre a compimento il tema delleroe effeminato, Rinaldo, di cui Adone rappresenta
lestremizzazione, con la sua condotta al di fuori degli schemi del comportamento erotico.
LAdone pubblicato nel 1623
- ottave endecasillabi: 18 canti

Temi: viaggio di conoscenza, che esalta il valore dei sensi


Superamento dellepica: - poema di pace e non di guerra
- Adone non eroe ma aeroe
- non linearit, ma pluralit di storie: poema policentrico, ellittico
- predilezione per elementi patetici e lirici.

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