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ITALIANO

GIACOMO LEOPARDI
Nasce il 29/06/1798 a Recanati, sotto Stato Ponitificio.
- Madre: Adelaide Anitici, rigida e anaffettiva.
- Padre: Conte Monaldo Leopardi, speculazioni finanziarie.
Recanati: paesino arretrato, “prigione”, “gabbia dorata”. Sia famiglia sia paesino sono rigidi e bigotti.
Formazione: precettori ecclesiasitici e biblioteca paterna. Precettore si dimette quindi autodidatta.
1816: conversione letteraria, dall’erudizione al bello, da interesse per filologia a quello per
letteratura.
Si inserisce nel dibattito tra classici e romantici, Leopardi si autodefinisce classicista anche se le sue
opere sono più romantiche. Leopardi è antiromantico, poesia moderna recide legame poesia-natura,
unica ragion d’essere.
Romantici vogliono portare poesia da visibile a invisibile, dalle cose alle idee. No imitazione classici,
letterato deve cercare di rivivere il rapporto che gli antichi avevano con la natura.
1817: incontra letterato Pietro Giordani, primo vero amico a cui scriverà lettere. Inizia stesura
Zibaldone, raccolta di pensieri.
Desiderio affermazione individuale, oppressione padre e famigli.
1819-1822: 2o conversione “filosofica”, dal bello al vero.
1822: si trasferisce a Roma. Aspettative: città in cui poter scambiare pensieri con letterati di alto
livello. Realtà : delusione, città caotica, pensiero arretrato, letterati sono eruditi.
1823: torna a Recanati, si dedica a prosa e compone maggior parte delle Operette morali (1827).
1827: Pisa, periodo migliore, migliora stato di salute, accoglienza generosa, ritorno a poesia (canti
pisano-recanatesi tra cui A Silvia), conosce Antonio Ranieri.
1832: Firenze, si innamora di Fanny Targioni Tozzetti, per cui scrive altri idilli dando inizio al Ciclo di
Aspasia, amore non corrisposto, pessimismo peggiora, amore = illusione.
1836: vive tra Torre del Greco e Torre Annunziata, ai piedi del Vesuvio, dove compone “La Ginestra”.
14/06/1837: tornato a Napoli le sue condizioni di salute si aggravano e muore.

PESSIMISMO
Pessimismo storico
Decadenza della società moderna come conseguenza di un processo storico.
Visione positiva della natura: aiuta l’uomo illudendolo. Causa infelicità : ragione e progresso,
lontananza dalla natura.
Uomo antico era più ingenuo ma più felice.
Obiettivo: abbandonare egoismo e agire in maniera disinteressata. Ragione corrompe uomo.
Società ha distrutto le illusioni.
Teoria del piacere
Bisogno di trovare la felicità con qualcosa di intangibile.
Uomo desidera piacere infinito che però non esiste, perciò è destinato ad essere insoddisfatto e
infelice. Tutto ciò che uomo pensa sia piacere è effimero. Esempio: Sabato del villaggio, lavoratore
aspetta tutta la settimana che sia domenica, ma domenica pensa già al ritorno al lavoro, perciò la
felicitià può solo essere un’illusione.
Pendolo: dolore -> piacere -> noia.
Pessimismo cosmico (1822-1830)
Coinvolge tutti gli esseri viventi.
Natura: ciclo di eterna costruzione e distruzione, è matrigna in quanto ha creato l’uomo con il bisogno
di raggiungere una felicità eterna inesistente.
Ragione: serve a smascherare le illusioni, rende più consapevoli.
Pessimismo eroico (1830-1837)
Uomo: coraggioso, si trova davanti alla realtà .
Solidarietà umana: unico modo per difendersi dalle crudeltà della natura, arrivare alla morte con
dignità e consapevolezza.

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POETICA
Poetica del vago e dell’indefinito
Punto di partenza: teoria del piacere, piacere assoluto può solo essere avvicinato con l’immaginazione.
Uomo è obbligato a crearsi realtà parallela. Vuoto causato dal non raggiungimento del piacere
assoluto. Poesia deve riprodurre la tensione all’infinito avvicinandosi al piacere assoluto.
Stimola l’immaginazione ciò che non ha confini, che è vago e indefinito.
Uso di figure retoriche e parole “poeticissime” (antico, notte, eterno, …).
Teoria della visione
Immaginazione si attiva ogni volta che la vista viene ostacolata (es: siepe “Infinito”).
Sensazione di vago e indefinito.
Teoria del suono
Immaginazione si attiva anche con suoni provenienti da lontano, di cui non sappiamo l’origine esatta.
Stimola la fantasia e sensazione di vago, ignoto, indefinito.
Teoria del ricordo
Suoni e immagini sono suggestivi perché evocano qualcosa che ci ha affascinati durante l’infanzia,
come se l'uomo tornasse per poco a quel periodo. Ricordo diventa perciò essenziale.
Poeta: colui in grado di recuperare la visione e il ricordo di quando si era bambini attraverso la poesia.
Infanzia: che spontaneità , più contatto con la natura.

ZIBALDONE
Titolo: mescolanza confusa e senza criterio.
4526 pagine. Materiale affidato a Ranieri, pubblicato nel 1898-1900.
Non nasce come opera destinata alla pubblicazione, ma come diario intellettuale. Episodi
autobiografici e riflessioni di studio. Pensiero in continua evoluzione, fasi elaborazione intellettuale.
Ricordi
Descrizione della madre, incapace di ogni sentimento umano perché troppo presa da una visione
religiosa dell’esistenza.
Studio viene paragonato a giochi fanciulleschi.
Trascorre la giovinezza senza approfittarne.
La natura e la civiltà
Natura ha creato uomo destinato a felicità illusoria, civiltà ha distrutto illusioni e fatto aumentare
infelicità .
Bisogno naturale del piacere e impossibilità assoluta di ottenerlo.
Descrizione “giardino di piante, d’erbe, di fiori”, apparentemente armonioso ma in realtà percorso da
infinite forme di sofferenza.
La teoria del piacere
Uomo felice solo grazie a immaginazione e illusioni. Desiderio piacere infinito che rimane inappagato.

OPERETTE MORALI
Titolo: “operette” termine vezzeggiativo, sottolinea ironia.
24 prose di argomento filosofico, di taglio satirico, in forma di narrazione o discorso o dialogo.
Indicano nuovi modelli di comportamento per reagire all’infelicità .
Prosa filosofica in cui critica l’ottimismo di inizio Ottocento. Deride illusioni uomo con sarcasmo
Filo conduttore: infelicità umana.
Antropocentrismo: delusione perché contrapposto a piccolezza uomo.

DIALOGO DELLA NATURA E DI UN ISLANDESE


Islandese: infelicità causata da altri uomini, perciò si isola. È comunque infelice perché la natura gli è
avversa. Scappa dall’Islanda, cerca un luogo adatto ma non lo trova. Giunge in Africa e incontra la
personificazione della Natura (colpevole).
Natura: non consapevole delle sofferenze dell’uomo.
Islandese insiste ma non trova risposta, due possibili finali:
- Mangiato da due leoni.
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- Sepolto da una tempesta di sabbia.
CANTI
Lirica: massima espressione linguistica dell’uomo, soggetto è un “io” concreto, tangibile, che pensa.
Paralipomeni della batracomiomachia: poemetto in ottave, situazione storica e politica dell’Ottocento.
Canti: 41 testi composti tra il 1816 e il 1837.
Edizione definitiva: postuma (1845) a Firenze, editore Le Monnier a cura di Antonio Ranieri.
Endecasillabi e settenari, enjambement hanno funzione di primo piano.
Canzone libera o leopardiana. Uso lirico dell’endecasillabo sciolto.
Tre fasi:
1. 1818-1822: canzoni civili e idilli
2. 1828-1830: grandi canti pisano-recanatesi
3. 1831-1837: ciclo di Aspasia + La ginestra
Pessimismo:
- Storico, canti 1-20
- Cosmico, canti 21-25
- Eroico, canti 26-41

L’INFINITO – Piccoli idilli


Titolo: spazio e tempo, da sensazione visiva a spazio infinito, da sensazione uditiva a tempo infinito.
Ricordo, rimembranza, abbandono.
Punto di partenza: siete sul monte Tabor, impedisce vista e attiva immaginazione.
Uomo limitato ma guarda all’immensità . L’infinito è slancio vitale dell’uomo, il tendere verso la felicità .
Livello metrico
15 versi: sonetto ne ha 14, tentativo di andare contro la tradizione.
Si serve dell’endecasillabo sciolto.
Crea una struttura continua che riproduce il fluire dell’immaginazione, il poeta suscitare in chi legge la
sensazione dell’infinito.
Enjambement: mettono in rilievo termini che livello semantico evocano l’idea dell’infinito.
Livello fonetico
Suono aperto “a” si trova in molte parole, evoca infinito(tanta, interminati, sovrumani, profondissima).
Frequenza di gruppi consonantici –nt, -ns, -nz, -nf che creano effetti di amplificazione dei suoni.
Livello lessicale
Alternanza di parole bisillabiche e polisillabicihe.
Primi due versi: descritto luogo chiuso e limitato, rappresenta il finito, parole mono o bisillabiche.
Dal verso 3: si passa a dimensione dell’infinito, predominanza di parole polisillabiche.
Livello sintattico
Uso alternato deittici “questo” e “quello”, cammino oscillante tra finito e infinito.
“Questo” esprime vicinanza al finito o all’infinito, vicinanza a chi parla, tangibilità .
“Quello” esprime lontananza al finito o all’infinito, lontananza da chi parla, immaginazione.

A SILVIA – Grandi idilli


Tematiche principali: rimembranza, crollo illusioni giovanili, confronto tra la vita di Silvia e quella di
Leopardi, passato è dolore, presente è malinconia.
- Prima parte: descrittiva. Ritratto fisico e psicologico Silvia, giovinezza e speranza Silvia,
giovinezza Leopardi.
- Seconda parte: riflessiva.Tragico destino di morte della fanciulla a cui segue elenco dei beni
perduti con la giovinezza, destino di Silvio si definisce negativo per questi beni non vissuti.
Struttura:
- prima, seconda, quinta strofa dedicate a Silvia
- terza, sesta strofa dedicate all’io
- quarta strofa ha funzione di raccordo tra i due destini
Due piani temporali:
- tempo delle illusioni, lontano e indefinito, verbi all’imperfetto
- tempo del presente, prossimo e definito, si va interrogando il passato, rievocazione
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Tentativo di stabilire contatto tra presente e passato, tramite il ricordo e la sua condivisione.

CANTO NOTTURNO DI UN PASTORE ERRANTE DELL’ASIA – Grandi idilli


Tematica: senso della vita. Riflessione di Leopardi è affidata alla voce di un pastore nomade dell’Asia.
Si rivolge alla luna interrogandosi sul senso della vita. Dolori senza spiegazione, trascorrere
inspiegabile del tempo. Tutti gli esseri viventi sonno nati solo per soffrire e la natura è indifferente sl
loro dramma. L’uomo, acquisita la consapevolezza di questa triste condizione, può solo accettarla con
dignità e fermezza.
- Prima strofa: fa domande alla luna sul senso della vita e sul perché si vive.
- Seconda strofa: paragone vita – vecchio stanco, unica soluzione stanchezza vita è la morte.
- Terza strofa: la vita è sofferenza sin dal primo istante, sin dalla nascita.
- Quarta strofa: continua ricerca su senso della vita e creato, speranza che luna abbia risposta.
- Quinta strofa: la ragione provoca sofferenza, rende cosciente l’uomo della sua condizione,
invidia gli animali, che non hanno ragione.
- Sesta strofa: ogni creatura alla sua sofferenza, uomo continua ricerca felicità irraggiungibile.
Rima in “ale” alla fine di ogni strofa = desiderio di speranza, “ali”.

IL SABATO DEL VILLAGGIO – Grandi idilli


Punto partenza: teoria del piacere (breve periodo di interruzione tra un dolore e l’altro), speranza di
un futuro migliore, concetto del pendolo.
Ricorda “La quiete dopo la tempesta”. Speranza in un futuro migliore.
Contrapposizione:
- donzelletta, personaggio dinamico, protesa verso il futuro, carica di speranze
- vecchiarella, personaggio statico, protesa verso il passato e il ricordo
Altra contrapposizione è quella tra il fanciullo e lo zappatore.

A SE STESSO – Ciclo di Aspasia


Rappresenta il momento della disillusione.
Invito disperato alla propria interiorità non illudersi più .
Poeta si rivolge al proprio cuore, invitandolo a non battere più , a smettere di desiderare, a disprezzare
se stesso insieme alla natura.
Anche l’ultima illusione, quella dell’amore, è crollata.
Affermazione della mancanza di significato della vita terrena non è risarcita dalla scommessa su una
dimensione ulteriore oltre la morte.
Riflessioni:
- sproporzione tra desideri soggetto e loro realizzabilità reale
- cattiveria che governa universo, sguardo desolato sul nulla, infinito desiderio – infinito nulla
Al soggetto resta solo la possibilità di tutelare la propria dignità , affermare realtà senza finzioni
illusori, esercitare e proclmarae il proprio disprezzo per essa.

LA GINESTRA O IL FIORE DEL DESERTO – Grandi idilli


Mistero vita: dopo elementi distruttivi (eruzione del Vesuvio) uomo (ginestra) risorge.
Natura: potenza distruttiva e non controllabile dall’uomo.
Ginestra: giallo, positivo, debole, accetta destino a testa alta, testimone cambiamento storico/naturale.

Si ispira al paesaggio, territori aridi e vegetazione selvatica.


Composta a Torre del Greco nella primavera del 1836.
317 diversi, composizione più lunga dei Canti.
- Prima strofa: confronto passato-presente. Paesaggio: Vesuvio distrutto da eruzione 79d.C.
- Seconda strofa: si rivolge al suo tempo “superbo e sciocco”, uomini indifesi di fronte a potenza
natura. Vera nobiltà d’animo: ammtterre lo stato di umilità e fragilità , mantenendo la dignità .
- Terza strofa: uomini devono accettare la propria condizione con dignità e formare comunità .
- Quarta strofa: piccolezza specie umana nell’universo.
- Quinta strofa: paragone tra frutto che si abbatte sul formicaio e la violenza eruttiva del Vesuvio.
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- Sesta strofa: fragilità /miseria uomo e indifferenza natura.
- Settima strofa: riprende circolarmente immagine ginestra, non si sottrae al suo destino.
Temi fondamentali:
- fiore della ginestra, forza cromatica (giallo), resistenza a furia devastatrice natura
- paesaggio del Vesuvio, allegoria della condizione umana, no fiducia nel progresso, piccolezza e
marginalità uomo nel cosmo
- visione della natura, ci dà vita come una madre ma non ci ama, forza duratura e con lente
trasformazioni, indifferenza riguardo vicende umane
- polemica nei confronti delle “magnifiche sorti e progressive”, illusione che uomo possa
dominare la natura quando è vero l’esatto contrario, natura è indifferente a destino uomo
- Proposta: social catena. Valore positivo: valore della solidarietà . Valore che nasce nel clima
della filosofia dei Lumi. La social catena è uno scudo contro l’ostilità e l’indifferenza della
natura, è anche un’alternativa al modello borghese liberale che mette ogni uomo in
competizione con il prossimo e fa della lotta per l’autoaffermazione il motore della società .
Titanismo leopardiano
Movimento iniziato da Alfieri, ribellione a ogni forma di limitazione della persona. Leopardi si avvicina
al titanismo nella sua seconda fase, quella del pessimismo cosmico. Tramite il disprezzo delle illusioni
vuoi innalzarsi ad un livello eroico. Il titano è colui che sfida Dio, arriva scontrarsi con ogni cosa,
perderà in una tragica sconfitta.

REALISMO – NATURALISMO –VERISMO


CONTESTO STORICO – OTTOCENTO
Durante gli anni ‘50 si assiste ad uno sviluppo economico sostenuto e promosso una borghesia
liberista, ovvero sostenitrice del libero scambio e della libera concorrenza, senza controlli statali.
Questa borghesia entra in crisi con l’arrivo della crisi economica degli anni ’70.
Verso la fine dell’ottocento ci fu una ripresa dello sviluppo economico e si passa da borghesia
liberalista a imperialista. Con “imperialismo” si indica la politica aggressiva e la concorrenza tra gli
Stati europei, diretta soprattutto allo sviluppo dell’ industria e alla conquista di nuove colonie in Asia e
in Africa (seconda rivoluzione industriale 1896-1910).
Ciò produsse grandi tensioni che portarono poi alla prima guerra mondiale (1914-1918).
Ogni nazione europea aveva lo scopo di primeggiare sulle altre, ci fu un grande sfruttamento delle
industrie e delle masse contadine, perciò le condizioni di vita peggiorarono.
In Italia risulta evidente la “questione meridionale”, ovvero la difficoltà di sviluppo socioeconomico
del meridione rispetto alle altre regioni, soprattutto quelle settentrionali.
In risposta alla modernità nacquero, in campo letterario e filosofico, due correnti contemporanee ma
opposte: il positivismo filosofico, che corrisponde al realismo letterario, e l’irrazionalismo filosofico
che corrisponde al decadentismo letterario.

FILO. POSITIVISMO IRRAZIONALISMO


- Auguste Comte - Friedrich Nietzsche
- Hippolito Taine Ragione non in grado di dare spiegazione
Speranza e fiducia nel progresso. esauriente a realtà .
LETT. REALISMO DECADENTISMO SIMBOLISMO –
– ITALIA FRANCIA
Esigenza di rappresentare realtà e quotidianità . - Gabriele - Verlaine
d’Annunzio - Rimbaud
NATURALISMO VERISMO REALISMO - Giovanni - Mallarmé
FRANCESE ITALIANO RUSSO Pascoli - Charles Baudelaire
- Emile Zola - Luigi - Tolstoj Uomo non libero, (precursore)
- Guy de Capuana - Dostoevskij lavoro alienante. Realtà più profonda di
Maupassant - Giovanni Linguaggio è quella sensibile.
- Gustave Verga specchio dello
Flaubert Immagine spaccato
(precursore) oggettiva realtà , sociale.
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Realtà oggettiva anche classi più
ed impersonale umili.
REALISMO
Massiccia industrializzazione, popolazione si riversa nelle campagne. Esigenza di rappresentare la
realtà e la quotidianità in cui si vive. Nasce dalla fiducia nel progresso.
Letteratura ha pubblico sempre più ampio, deve essere più semplice e comprensibile, perciò cala di
valore. Aumenta interesse per ceti più umili della società .
Lingua: semplice e popolare, fotografia della realtà , sottolinea impersonalità narratore.
Letteratura di appendice: nei giornali, capitoli piccole parti di romanzi, di facile consumo,
pubblicazione periodica.
Diverso dal realismo romantico, realtà scientifica e materialista, non influenzata dalla religione.
Nuovi generi letterari: il romanzo (genere prediletto, espressione borghesia) e la novella (nasce da
letteratura di appendice).
NATURALISMO FRANCESE vs VERISMO ITALIANO
- Naturalismo: meno importanza impegno sociale e politico, rifiuto bello per vero, primato romanzo.
- Verismo: questione meridionale, pessimismo più evidente, caratteristiche più regionali.
- Punti in comune: impersonalità autore, descrizione oggettiva della realtà .

NATURALISMO FRANCESE
Letterati cercano di esprimere la realtà nel modo più oggettivo ed impersonale possibile.
Masse popolari protagoniste.

GUSTAVE FLAUBERT
Precursore del naturalismo francese. Componimento “Madame Bovary” criticato e accusaoe di
tematiche oscene. Romanzo antiromantico, impersonale, documentazione dei fatti ed esclusione
accurata dei sentimenti e delle ideologie dell’autore. Fornisce degli spaccati di vita lasciando che siano
i personaggi a parlare, estremamente oggettivo.

EMILE ZOLA
Scrittore, critico, giornalista, fotografo.
Segue criteri determinismo materialistico: ambiente, ereditarietà , momento storico condizionano
fatalmente il comportamento umano. Studio diretto luoghi, costumi, ambienti sociali.
Esempio di intellettuale democratico, non ha paura di esporsi. Come, ad esempio, per il caso Dreyfuss:
sostiene militare ebreo accusato ingiustamente di tradimento.
Famoso è l’inzio dell’articolo “J’accuse…” accusa Stato francese pubblicamente. A causa di questo
articolo venne condannato ad un anno di prigionia.
Temi principali: impersonalità , metodo scientifico alla realtà , interesse per classi più umili, interesse e
impegno sociale (come nel caso Dreyfuss) per cercare di migliorare la società .
Scrive:
- “Il romanzo sperimentale”: manifesto teorico del naturalismo. Parla dell’utilizzo del metodo
scientifico sperimentale anche a livello sociale. Letterato è osservatore e sperimentatore.
- “L’ammazzatoio”: applica metodo scientifico alla realtà , interesse per classi più umili. Titolo allude
a osteria che con l’alcol abbruttisce e uccide operai e popolani.

VERISMO ITALIANO
Letteratura: ritrarre immagine oggettiva realtà sociale/umana, rappresentando anche classi più umili.
- Eclissi autore, impersonalità .
- Regressione: autore è diverso dal narratore, regredire a mentalità e lessico dei personaggi.
- Straniamento: autore rende assurdo qualcosa di normale per il narratore e viceversa.
- Discorso indiretto libero.
- Morale dell’ostrica: cambiamento è negativo, possibile adattarsi a una realtà solo se ci si nasce.
Carattere molto più regionale e provinciale rispetto al naturalismo francese.
Protagonisti spesso sono masse contadine sud Italia o classi sociali più umili (pescatori, minatori).
Atteggiamento di tipo contemplativo, fotografare la realtà senza lasciare spazio a speranza.
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Pessimismo, non c’è miglioramento nella condizione umana.
Sud: ingiustizie sociali a cui la plebe non reagisce, rassegnata, autore descrivere la desolante realtà .
GIOVANNI VERGA
Nasce nel 1840 a Catania, Sicilia, da proprietari terrieri di origine nobiliare.
Formazione prevalentemente romantica, da letterato e patriota siciliano Antonino Abate.
1874-1878: prime opere patriottiche, non porta a termine giurisprudenza, passione per la letteratura.
1865-1872: si sposta tra Catania e Firenze.
1871: compone Storia di una capinera, opera ancora romantica, romanzo epistolare.
1872: si reca a Milano conosce Luigi Capuana, viene a contatto con Naturalismo e Scapigliatura.
1874: scrive la novella Nedda.
1878: conversione al verismo con la novella Rosso Malpelo nella raccolta intitolata Vita dei campi.
1881: pubblica il romanzo I Malavoglia.
1893: torna a Catania e smette di scrivere.
1922: muore, anno della marcia su Roma.
Altre opere: Mastro Don Gesualdo, La duchessa di Leyra.

CONVERSIONE VERISTA
Elementi che lo influenzano:
- Amicizia con Capuana, che si ispirava a naturalismo francese.
- Pubblicazione dell’Ammazzatoio di Zola sul “Corriere della Sera”.
- Questione meridionale. Origini siciliane, quando è a Milano vede la realtà in modo più
oggettivo. Divario tra nord e sud.

INNOVAZIONI STILISTICHE
Eclissi dell’autore
Il narratore è impersonale. La voce che racconta la storia non coincide con quella di Verga, che
mantiene per sé propri pensieri.
Regressione
Lo scrittore adatta il proprio linguaggio a quello del popolo, finge di dimenticare le strutture
linguistiche e l’italiano letterario. Formule semplici ed immediate. Tuttavia non usa il dialetto per far
si che la novella sia comprensibile.
Straniamento
L’effetto che hanno certe scelte linguistiche e narrative è straniante agli occhi del lettore, avverte come
strano e incomprensibile ciò che non lo dovrebbe essere, e viceversa.
Si crea attrito tra il punto di vista esplicito del narratore il punto di vista implicito dell’autore.
Discorso indiretto libero
Sfruttato molto in Rosso Malpelo. Fa a meno del segnale grammaticale.
Pessimismo
Narratore non ha diritto di giudicare personaggi, diverso dal narratore onnisciente di Manzoni.
No presunzione di istruire la popolazione su ideali che mai potranno essere raggiunti.
Crolla il mito del progresso
Le classi più benestanti non provano pietà per i più umili.
Determinismo di Darwin: uomini associati ad animali, lottano contro il progresso per sopravvivere.
Morale dell’ostrica
Ostrica nasce su scoglio, realtà né felice né triste, se si stacca può raggiungere nuovo scoglio ma anche
essere mangiata. Allo stesso modo uomo vive una vita tranquilla, se si allontana viene sconfitto, non
riesce ad ambientarsi in una nuova realtà .
Se un individuo si distacca dalla classe sociale di cui fa parte o se cerca di elevarsi, sarà destinato a
soffrire a fallire e persino a perdere tutto ciò che già possiede.
Discorso corale
Esempio: ne I Malavoglia il narratore si identifica nella comunità dei paesani di Acitrezza.
Narrazione non avviene attraverso descrizione di eventi e personaggi, ma attraverso discorsi e gesti.

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CICLO DEI VINTI
Progetto di un ciclo di romanzi.
1) I Malavoglia, 1881: rappresentazione vita pescatori.
2) Mastro Don Gesualdo, 1881: rappresentazione vita borghese di provincia.
3) La duchessa di Leyra, incompleto, 1881: rappresentazione vita nobiltà cittadina.
4) L’onorevole Scipioni, bozza: rappresentazione mondo parlamentare romano.
5) L’uomo di lusso, bozza: rappresentazione mondo scrittori e artisti.
In ordine crescente, ogni romanzo doveva trattare di una classe sociale a partire da quella più umile
fino all’ultimo romanzo, che doveva racchiudere tutti gli altri.
I tre romanzi del 1881 non furono accolti positivamente dalla critica. Verga controbatte dicendo che
non ha sbagliato nei suoi testi ma è il pubblico a non essere pronto.

ROSSO MALPELO – Vita dei campi


Con questa novella (1878) Verga comincia a sperimentare nuove strategie, poi diventate punti fermi
del verismo.
Trama
Protagonista è ragazzo cavatore di sabbia, soprannome Rosso Malpelo, dato il colore rosso dei capelli.
La madre non lo considerava nemmeno e la sorella lo picchiava.
Lavora presso una cava , dove precedentemente lavorò il padre(mastro Misciu Bestia) e dove questi
morì. Il figlio era presente e cercò di aiutare il padre grattando la terra a mani nude, ma non ricevette
alcun sostegno da parte degli altri minatori. Perdita sprona a farlo lavorare sempre più intensamente.
In seguito conosce un ragazzo, detto Ranocchio a causa del suo modo di camminare, che tenne sotto la
sua protezione e che cercò di aiutare nel solo modo che conosceva : cioè picchiandolo e bastonandolo.
Un giorno mentre scavava trovò le scarpe del padre, poi furono ritrovati anche calzoni, piccone, zappa.
Un giorno all' improvviso morì l' asino che lavorava presso la cava e su cui Rosso aveva sfogato tanta
rabbia, pestandolo a sangue, costrinse Ranocchio a guardare i cani che lo divoravano senza pietà .
Ranocchio poco dopo si ammalò , dopo diversi giorni di malattia morì e Malpelo rattristato cominciò a
lavorare giorno e notte e pensando che a nessuno importasse di lui. Non si seppe più nulla di lui.
Tecniche stilistiche
Eclissi autore: narratore impersonale, la voce è di uno dei colleghi di lavoro di Rosso Malpelo.
Straniamento: si rovescia prospettiva, cattiveria non fa diventare capelli rossi, pregiudizio fa pensare
alla gente che chi ha capelli rossi è cattivo. Contrasto tra nostri valori e quelli della comunità narrante.
Regressione: il narratore è un uomo appartenente alla comunità dei minatori.
Pessimismo: Rosso Malpelo, dipinto in maniera negativa ma è la vera vittima della storia.
Discorso indiretto libero.
Tematiche
- Esclusione del “diverso” e solitudine. Malpelo diventa capro espiatorio della società .
- Violenza. Sfruttamento operai, rapporto tra personaggi, egoismo.
- Morte. Padre, Ranocchio, asino, Malpelo.
- Antagonismo tra oppressori e vittime. Madre, sorella, padrone, lo Sciancato, ingegnere sono
oppressori di Malpelo. Malpelo opprime asino e Ranocchio.
- Legge del più forte. Natura umana egoistica, azioni uomo determinate da istinto sopravvivenza.
Malpelo si sa esprimere solo con atti violenti, non è cattivo, unico modo che conosce.
- Pessimismo e determinismo. Realtà immutabile, Malpelo può solo adattarsi con rassegnazione.
- Visione atea e materialistica. Malpelo crede che sarebbe meglio non essere mai nati.

I MALAVOGLIA
TRAMA
Avevano la casa del “nespolo” e una barca “Provvidenza”, mezzo di sostentamento della famiglia.
1863, sono vittima della modernità , devono sottostare alla leva obbligatoria, Ntoni (il più grande)
deve aderire e andare a Napoli. Equilibrio si spezza.

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Famiglia decide di investire e comprare, tramite credito di un usuraio (zio Crocifisso) un carico di
lupini (speculazione), per poter mantenere questo fanno un’ipoteca sulla casa.
Partono con questo carico, sulla barca ci sono Bastianazzo e un garzone, Menico, figlio della Locca.
Partiti da poco, tempo peggiora e scoppia una burrasca di cui saranno vittime i due uomini.
Perdono il carico e la casa. I membri della famiglia si danno da fare per recuperare il debito ma vanno
incontro ad un serie di sventure.
Il primo figlio era stato arruolato, combatterà nella Battaglia di Lissa dove morirà (1866).
Dopo questo anno, torna Ntoni, aveva conosciuta un’altra realtà (moderna, diversa), perciò è pieno di
ambizioni e sogni. Vorrebbe poter guadagnare più soldi senza fare tutta quella fatica. Passa il tempo in
un’osteria e si dà all’alcolismo.
Va a Catania, non trova nulla di adatto(morale ostrica), torna indietro e inizia attività di contrabbando.
Padrona osteria, Santuzza, si invaghisce di lui, quindi lo lascia stare nel suo locale gratuitamente.
Paese considera la famiglia come caduta in disgrazia, padre convince Santuzza a cacciarlo.
Chiama un carabiniere Don Michele, che era si avvicina alla sorella Lia, ma Ntoni lo accoltella.
Al processo il giovane si giustifica dicendo di aver difeso la sorella. Gli viene data una pena minore ma
la sorella non verrà più vista di buon occhio.
Anche lei si allontana e va a Catania dove per avere soldi facili inizia a prostituirsi.
Mena non vuole più sposarsi con il vicino di casa Alfio mosca. Vergogna a causa della sua famiglia.
Padron Ntoni, vista la situazione, perde senno e inizia a dire proverbi a caso.
Solo molti anni dopo, Alessi riuscirà a riscattare famiglia e ristabilire equilibrio inziale, riscatta la casa.
Quando Ntoni piccolo uscirà dalla prigione si renderà conto che non potrà più tornare come prima, ha
rinnegato i valori della famiglia. Comincerà a vagare per il paese.
Conclusione ciclica solo in parte, nucleo a cui si torna è molto più impoverito, danni della fiumana del
progresso sono visibili.
PERSONAGGI
Antifrasi: soprannomi e nomi (ingiurie) definiscono personaggi in modo opposto rispetto alla realtà .
- Padron Ntoni: anziano della famiglia, vedovo. Rappresenta tradizionalità , simboleggia
importanza lavoro e onestà .
- Bastianazzo, figlio di nome Sebastiano, chiamato così perché grande e grosso.
- Maruzza, “la lunga”, antifrastico, era piccolina.
- I cinque figli: Ntoni, Luca, Alessi, Lia, Mena (Filomena o Sant’Agata, passava tempo a ricamare
ed era molto brava).
Non c’è vero protagonista. No punto di vista unico, narrazione corale.
- Malavoglia (in realtà Toscano): valori positivi, valori del passato, della famiglia
- Abitanti villaggio: valori negativi, corruzione della società , mentalità gretta ed egoista, legati
solo al loro interesse.
Hanno il compito di straniare i buoni valori della famiglia, morale legata a valore economico e
meschinità .
TEMI
- Opposizione valori tradizionali e corruzzione società
- Impersonalità e regressione autore
- Narrazione corale
- Importanza della famiglia
- Cinismo ed egoismo del popolo

PREFAZIONE – I Malavoglia – Fiumana del progresso


Manifesto tripartito, documento più articolato che Verga ci ha lasciato sul Verismo.
- 1-4: annunciato il tema centrale de I Malavoglia
- 5-26: descritte altri romanzi del ciclo, ispirati dalla fiumana del progresso
- 27-53: evidenziati rischi e pericoli del progresso, spinto da avidità ed egoismo, Verga afferma
di volersi occupare dei “vinti”, travolti nella lotta per l’affermazione tipica della modernità
Darwinismo sociale.
Fiumana del progresso: processo di trasformazione della realtà economica sociale. Forza motrice
data dei bisogni dell’uomo, dalla lotta per l’esistenza.
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Progresso paragonato a una fiumana, procede attraverso la lotta per la vita, feroce selezione naturale.
Visto da lontano: positivo nel suo risultato finale.
Visto da vicino: contraddizioni, orrori, soprusi alla base della selezione naturale. Scrittore vuole
mostrare il rovescio negativo del progresso.
Vinti: vittime del progresso, vi fa parte anche lo scrittore.
Poetica verista:
- Positivistica: verità oggettiva e scientifica, concetto lotta vita di Darwin.
- Materialistica: uomo simile agli animali.
- Deterministica: uomo non ha libertà , determinato dall’ambiente in cui vive.

CONCLUSIONE – L’ADDIO DI NTONI – I Malavoglia


Dopo coltellata inferta a guardia doganale, Ntoni viene condannato e subisce anni di carcere.
Il nonno, distrutto dalle sventure, muore all’ospedale (fine disonorevole, dei miserabili).
Alessi, nipote più giovane, riesce a ricomprare con la sua tenacia la casa del nespolo.
Anche per Rocco Spatu(ubriacone, fannullone), nonostante sia all’ultimo gradino della scala sociale,
comincia la giornata, fa ancora parte del ciclo della città . Mentre Ntoni è stato escluso per sempre dal
progresso.

SIMBOLISMO
Anticipato da Baudelaire.
Nasce in Francia tra anni ’70-’80 dell’Ottocento.
Francia: poeti maledetti.
Italia: Pascoli e d’Annunzio.
Specializzazione linguistica, poesia diventa linguaggio assoluto e separato, spesso di ardua
decifrazione, lontano dalla vocazione popolare.
Termine “simbolismo”: poetica in cui si procede per simboli, rifiuta spiegazioni scientifiche
dell’universo, poeta attraverso l’intuizione rivela nei particolari l’universale, “poeta veggente”.
Poesia intesa come linguaggio da decifrare.
Simbolismo (poetica) confluisce nel Decadentismo (forma cultura e civiltà artistico-letteraria).
Simbolismo europeo
Parnassiani (monte Parnaso, sacro ad Apollo dio poesia): preceduti da Théophile Gautier, tendono a
recupero alcuni aspetti classicismo rinascimentale.
1876: Pomeriggio di un fauno di Mallarmé, fine movimento parnassiani e inzio Simbolismo.
1884, antologia I poeti maledetti a cura di Verlaine: testi Verlaine, Mallarmé, Rimaud.
Rinuncia ragione, poeta diventa veggente, verità oscura e infinita, poesia tende a sciogliersi in musica.
Prevalgono metafore e sinestesie.

DECADENTISMO
Movimento culturale metà IXX secolo.
La realtà è un mistero, solo il poeta è in grado di dare una spiegazione all’irrazionale.
Principale manifesto: Controcorrente di Huysmans (1884).
Tendenza a oscurità , allusività , musicalità e uso analogia e sinestesia.
Italia: Il piacere di d’Annunzio (1889), Myricae di Pascoli (1891).
Termine “decadentismo”: idea di decadenza/tramonto di una civiltà , decadenza Romanticismo e
borghesia liberale positivista, originariamente negativo, oggi indica solo la civiltà letteraria
affermatasi in Europa fra i due secoli.
Estetismo: principale parola d’ordine, culto del bello.
Irrazionalismo: ideologia privilegiata.
Decadentismo europeo
Percezione di una svolta della storia, senso di estenuazione e morte, idea di nobiltà spirituale.
Rifiuto del metodo scientifico e razionale.
Soggettivismo e individualismo: arte deve esprimere sensazioni soggetto, isolato ed eccezionale.
Artista si trasfroma in dandy, eccentrico, rivolto all’artificio, disprezza la massa.
Scoperta dell’inconscio e ricorso al simbolismo.
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Estetismo e religione dell’arte: arte deve obbedire solo a se stessa liberandosi da criteri esterni.
Poeta come artefice supermo o come profeta e vate.
LA PERDITA DELL’“AUREOLA”
Poeta/artista subisce processo di massificazione, perde funzione privilegiata.
Arte ha perso centralità e diventa una merce.
Apologo allegorico di Baudelaire: figura poeta paragonata a quella della prostituta, vendono ciò che
non dovrebbe essere venduto ovvero amore e arte.
Artista si sente a disagio, declassato, marginale.
Personaggio del “poeta maledetto” (reietto, omosessuale, ribelle, emarginato, drogato, folle) inizia a
far parte dell’immaginario collettivo.
Francia: perdita aureola spinge verso movimento di ribellione e avvicina poeta alla massa.
Italia: resistenza alla perdita, tentativo di restaurare privilegio.
Perdita d’aureola – Baudelaire: poemetto in prosa nella raccolta Lo Spleen di Parigi, scenario cittadino
e ambientazione in un bordello, frequenta prostitute perché attratto da analogia con la sua situazione,
è un personaggio anonimo (eccezione amico con cui sta parlando) che fa parte della folla, consapevole
della perdita dell’aureola.

NASCITA POESIA MODERNA


1848, I fiori del male di Baudelaire. Poesia non più romantica ma prodotto di civiltà e artificio.
Poeta oscilla tra accettare la marginalità e tentare di restaurare antichi privilegi.

CHARLES BAUDELAIRE
Frequenta ambienti degradati e ha una vita sregolata.
Nasce a Parigi nel 1821, trascorre infanzia e adolescenza tristi, a 6 anni muore il padre e madre si
risposa, lui si allontana e compie un viaggio in oriente (’80).
Torna a Parigi e si dedica al culto dell’arte. Ha problemi economici e spende soldi in bordelli e oppio.
Si alterna tra volontà di raggiungere ideale e disordini quotidiani.
Pubblica I fiori del male nel 1857. Muore nel 1867.

POETI MALEDETTI
Parigi e Londra, fine ‘800: diffusione bar e bistrot, droga, alcol (assenzio).
Frequenti scandali e risse. Poeti giovani che conducono una vita sregolata.
Paul verlaine (1844-1896)
Amore per Rimbaud, dopo litigata/rissa gli spara, lo ferisce e finisce in carcere.
Malinconia e irrequietudine, contrapposizione tra aspirazione a saggezza e vita sregolata.
Rinuncia a discorso logico e sintattico, tendenza a puro valore evocativo e fonosimbolico parola.
Si firma Pauvre Lelian (anagramma).
Arthur rimbaud (1854-1891)
Scrive tra i 16 e i 19 anni. Vita sregolata già da molto giovane. Rifiuta Europa e inizia a viaggiare.
Disordine e sregolamento di tutti i sensi: ricerca parte profonda e oscura dell’uomo.
Poesia: visione dall’interno, capacità visionaria di creare una nuova realtà .
Stephane mallarme (1842-1898)
Il pomeriggio di un fauno (1876) è un poemetto che da inzio alla tendenza del Simbolismo.
Fa ricordo al verso libero, al verso scalare, all’uso dei bianchi tipografici, all’interlinea.
Rottura sistema sintattico e grafico tradizionale.

DECADENTISMO ITALIANO
Maggiori esponenti: Pascoli e D’Annunzio.
Questa corrente si sviluppa più tardi rispetto a resto Europa perchè l’economia italiana andava più a
rilento. Potere detenuto da una ristretta élite culturale, rimaneva forte tradizione classicista.

Pascoli D’annunzio
Cerca il sublime nel “basso”, quotidiano Punta direttamente a innalzamento e amplificazione
Si mantiene entro i confini tradizionali del Rinnovamento e modernizzazione, si propone come
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letterato ottocentesco, anche negli interventi figura pubblica che da scandalo, suscita ammirazione
nella vita politica e civile e fanatismo, crea miti e leggende (dandy)
GIOVANNI PASCOLI
31 dicembre 1855, San Mauro di Romagna – 6 aprile 1912, Bologna
Quarto di 10 fratelli, infanzia agiata finchè il 10 agosto 1867 il padre viene ucciso da una fucilata
mentre torna a casa, delitto rimasto impunito (disgrazia morale ed economica).
Successivamente muoiono anche due fratelli e la madre. Pascoli lascia il collegio di Urbino (liceo) e si
trasferisce a Rimini.
 1873, si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, Giosuè Carducci fu nella
commissione che decise di dargli una borsa di studio.
 Partecipando a una dimostrazione contro il Ministro della Pubblica Istruzione (1876) perde il
diritto alla borsa di studio e interrompe gli studi.
 Riprende gli studi e si laurea nel 1882 in letteratura greca.
 1887, si stabilisce a Massa (Toscana) con le sorelle Ida e Maria (Mariù ).
 Si stabilisce a Castelvecchio di Barga (Lucca) con Maria.
 1891, esce Myricae (Tamerici, cespugli).
 1895, Università di Bologna, professore di grammatica greca e latina.
 1897, Università di messina, pubblica Poemetti.
 1903, Università di Pisa, pubblica Canti di Castelvecchio.
 1904, pubblica Poemi conviviali.
 1905, titolare cattedra Letteratura italiana a Bologna, fino ad allora di Carducci.
 Prima di morire pronuncia il discorso La grande proletaria si è mossa a sostegno dell’impresa
coloniale italiana in Libia.
Collabora con famose riviste del periodo, argomenti letterari e interventi politici.
In campo politico partecipa a movimenti socialisti, abbandona l’attività quando inizia a diramarsi
l’idea Marxista della lotta tra classi e della rivoluzione del proletariato.
Altre opere: Odi e Inni (1906), Canzoni di Re Enzio (1908), Poemi italici (1911), Poemi del
Risorgimento (postumi, 1913).
Spesso tendeva a lavorare contemporaneamente a più generi di scrittura.

FAMIGLIA
Pascoli punta alla ricostruzione del nucleo famigliare paterno.
Famiglia: famiglia d’origine, rapporti di sangue.
Mantiene relazione e contatto con i morti, non li esclude.
Nido: esclude, protegge, isola il poeta dal mondo esterno (ricorda la casa del nespolo dei Malavoglia).
Visione decadente del mondo circostante, pericoloso, qualcosa da cui proteggersi.
Ossessionato dalla gelosia vive con angoscia il matrimonio di Ida, con Maria ha un rapporto più stretto
e morboso.
Il nido viene costruito a Castelvecchio, a livello simbolico rappresenta la lontananza con la società
borghese del tempo. Da qui nasce la raccolta i Canti di Castelvecchio.
Questa sua ossessione di voler ricreare il nido familiare lo portò ad avere una vita molto tranquilla,
dedita all’affetto familiare, allo studio. Farà parlare poco di sé e si occuperà poco della mondanità e
della società dell’epoca. Si mette in gioco a livello poetico non personale, era poeta delle piccole cose.
DECADENTISMO IN PASCOLI
Profondo disagio verso la natura, fuori luogo, in grado di capire malesseri del mondo in cui è immerso.
Crisi positivismo, c’è una forte sfiducia nei confronti della scienza.
Prima con il naturalismo, realismo, l’uomo pensava di poter dare una risposta a tutto con la scienza
ma alla fine dell’800 ci si rende conto che può darne alcune ma non tutte, non è in grado di fornire una
chiave di lettura generale. Questo genera forte malessere nei confronti della società in cui vive.
L’aspetto più decadente di Pascoli è vedere, percepire il mistero al di là delle cose. Il suo obiettivo è
mostrare le corrispondenze del mondo in cui viviamo. La realtà non è solo ciò che ci appare ma anche
qualcosa di più profondo.

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POETICA DEL FANCIULLINO
Il fanciullino è:
- presente in ogni uomo, figura umile e piccola
- solo poeta conosce il privilegio di farlo rivivere e parlare dentro di sé, sapendo scorgere il
singificato profondo di quelle piccole cose che l’adulto “normale” invece trascura.
1897, pubblica la prosa Il fanciullino, contiene la sua personale poetica.
Il poeta coincide con il fanciullino, parte infantile dell’uomo che negli adulti normalmente viene
soffocata, ma che nei poeti trova libera espressione. Verità che solo poeta può cogliere.
Fanciullino vede ciò che in genere passa inosservato attraverso vie intuitive e percezioni non
razionali. Si sottrae alla logica ordinaria grazie alla propria attività fantastica e simbolica, individua
accordi segreti tra le cose, rovescia le proporzioni classiche. Guarda mondo con meraviglia e stupore.
La poesia è il luogo in cui il poeta da voce al fanciullino che è in lui. Coscienza comune della vita
infantile, valore che li spinge alla bontà e alla solidarietà (fratellanza sociale).

SIMBOLISMO PASCOLIANO
Rivelazione verità segreta, senso del mistero si esprime attraverso catena di analogie simboliche.
Punta sulla valorizzazione del particolare, poetica del particolare simbolico che porta a scavo dentro
la realtà e dunque alla valorizzazione di onomatopee, termini tecnici puntuali, fonosimbolismi puri.

Tradizione ‘800 Innovazione ‘900


umiltà delle piccole cose poesia come forma privilegiata di conoscenza
fanciullino in contrapposizione a superuomo funzione sociale poeta
D’Annunzio fanciullino intuisce verità delle cose, poeta-vate
Linguaggio basso a volte dialettale combinazione linguaggio alto e basso

IDEOLOGIA
Alla poesia spetta la funzione di garantire la stabilità dell’assetto sociale. Nobilita e universalizza i
semplici miti famigliari e domestici della borghesia italiana.
Nel discorso La grande proletaria si è mossa (1911) passa da un generico socialismo giovanile a un
populismo apertamente conservatore, sostiene impresa coloniale italiana in Libia in quanto
necessario trovare spazi di lavoro.
La poesia pura non ha un fine pratico, spinge alla fratellanza sociale.

POLITICA
Inizialmente aveva aderito al partito socialista e ai movimenti anarchici, militante durante
manifestazioni politiche e pubbliche.
Poesia unico mezzo per diffondere messaggio di amore e pace.
Influenzato da morte padre, voleva ribellarsi a società che non gli permetteva di esprimersi come
avrebbe voluto. Contro mondo industriale che aveva tolto l’aureola ai poeti, il ruolo di privilegio in cui
aveva vissuto fino ad ora. Dopo esperienza del carcere si allontana da politica attiva e nel mentre Il
socialismo italiano comincia a cambiare.
Nella seconda metà 800 si rafforza Marx con rivoluzione del proletariato che Pascoli non voleva. Egli
era contro lotta tra classi, auspicava una convivenza dettata da bontà e tolleranza, quindi si stacca
dalle linee di militanti.
MYRICAE
Testi composti tra il 1877 e il 1900.
Edizioni:
- 1891, Livorno, 22 poesie, non suddivisa
- 1892, seconda, 72 testi, divisa in 2 sezioni
- 1894, terza, 116 testi, divisa in 12 sezioni
- 1897, quarta, 152 testi, divisa in 15 sezioni
- 1900, quinta (definitiva), 156 testi, divisa in 15 sezioni
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Titolo tratto dalle Bucoliche virgiliane, myricae -> tamerici -> piante umili, volontà di mettere al centro
dell’attenzione cose umili, poesie sul mito della campagna, sentimenti e piccole cose.
Poetica del “basso”, del comune, del discorsivo ma compresente ricerca di sostenutezza ed elezione,
rimando classico a Virgilio e al termine latino (poetica ambivalente).
Prefazione, due temi centrali del libro:
- morte invendicata del padre, tema maggiormente presente
- natura quale grande consolatrice benefica
Contrasto tra le vicende dolorose della storia e la dimensione equilibratrice della natura.
Tradizione Innovazione
forme metriche chiuse rapporto nuovo metrica – stile
poesia come attività privilegiata di conoscenza e lessico inedito nella lirica (concreto, tecnico,
funzione sociale prestigiosa regionale)
Precisa rappresentazione della realtà con termini tecnici su flora e fauna, anche per mezzo di
onomatopee e fonosimbolismi, scavo volto a valorizzare il particolare singolo.
Non si può parlare di realismo in quanto i fenomeni sono descritti da un pov fortemente soggettivo.
Metrica: Sperimentalismo all’interno della tradizione, predilezione per il novenario. Ha anche
funzione di catalizzazione tematica e strutturale, sezioni divise per omogeneità metrica.
Stile: Nominale, fondato su una paratassi affidata a periodi brevi o brevissimi (frammentazione del
ritmo) quindi tendenza a valorizzare i particolari. A una visione per frammenti corrisponde
un’espressione per frammenti.
Figure retoriche: onomatopea (fonosimbolismo), metafora, sinestesia (associazione espressiva tra
due parole di due diverse sfere sensoriali).
Lessico: allargato in direzioni generalmente poco frequentate (piante, animali, oggetti del lavoro),
disponibilità al parlato e ai regionalismi (Romagna, Toscana).

X AGOSTO
Analogia poeta – rondine.
Titolo informativo, suggerisce tema del poema: giorno morte del padre, interpretata come esperienza
che da individuale giunge ad essere collettiva, generale. Simboleggia morte tutti innocenti, (es. Cristo).
Interpretazione
Parte dalla sua esperienza terrena, alludendo alla morte del padre, per riflettere sul tema del dolore e
della sofferenza umana. Si sofferma su lontananza cielo-terra, simbolicamente Dio non può fare altro
se non contemplare il dolore, la natura ha funzione consolatrice.

L’ASSIUOLO
Pubblicata nel 1897, quarta edizione. Crea sensazione grazie ad immagini che le richiamano.
Titolo informativo: rapace notturno, verso rappresentato da onomatopea a fine di ogni strofa, “chiù ”.
Nella tradizione popolare è un verso legato alla morte, al sentimento lugubre del suo presagio.
Altro suono presente: sistri d’argento, strumento metallico a scuotimento usato in Egitto per culto
della dea Iside, usando questo strumento lei garantiva il risorgere dei corpi.
Comprensione
Paesaggio notturno, illuminato da luce perlacea della luna, campagna diventa per il poeta fonte di
progressivo turbamento. Verso dell’uccello sembra un richiamo funebre, fa riaffiorare i lutti familiari.
Analogie costruite per mezzo di figure retoriche quali sinestesia, metonimia e metafora.
Fonosimbolismo dato da allitterazioni e onomatopee .

TUONO
Evidente l’antitesi tra sensazioni inquiete, negative rappresentate dalla natura che fanno da specchio
all’animo del poeta e una situazione rasserenante dove la madre rincuora il figlio cullandolo.
Contrapposizione tra nido familiare con la casa bianca, la culla e profonda inquietudine poeta.

NOVEMBRE

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Paesaggio ha doppio fondo: sotto apparenza armonia e positività si nascondono presenza e minaccia
morte. Giornata mite e serena trasmette illusione primavera, “estate di San Martino”, si possono avere
giornate quasi estive. Ma a breve cade anche la ricorrenza dei morti (2 novembre).

I CANTI DI CASTELVECCHIO
Pubblicati nel 1903, edizioni arrivano fino alla sesta postuma del 1912.
Castelvecchio: paese nei pressi di Barga in Garfagnana (Lucca) dove Pascoli si trasferì con Maria.
Continuità con Myricae ma con minore compattezza dell’ispirazione, più diluita.
Due motivi:
- naturalistico, trascorrere delle stagioni, ordine naturale e armonia, alternanza vita – morte
- famigliare, centrato su tragedia uccisione impunita del padre, perdita irreparabile
La morte si presenta come estranea, genera angoscia e terrore, minaccia la vita del soggetto.
Audaci sperimentazioni metriche con recuperi della metrica classica.
Lingua: strumento privilegiato, mescolanza di registro basso (popolare) e alto (aulico).
Nella prefazione dedica opera alla madre.

GELSOMINO NOTTURNO (1901)


Viene scritta dal poeta in occasione del matrimonio dell’amico Gabriele Briganti.
Fiore: simbolo dell’amore passionale, paragone/analogia tra insetti che si posano sul fiore di notte e la
notturna vicenda tra i due sposi.
Da una parte Pascoli è felice per l’amico Gabriele Briganti, dall’altra si evince il turbamento nei
confronti di un sentimento che vive con contrasto. Lo guarda con gli occhi del fanciullino, il suo
sguardo è incuriosito e turbato nei confronti di qualcosa che sente importante ma che lo spaventa.
Componimento meno musicale rispetto alle altre, ciò è supportato anche a livello tematico, continuo
alternarsi tra: ciò che avviene all’interno ed esterno della casa, sensazioni positive e negative,
immagini di vita e immagini di morte.
Comprensione
Poesia basata sull’alternanza di immagini visive, sensazioni uditive e olfattive. Anche i luoghi si
alternano, l’esterno della campagna notturna e i luoghi chiusi.
Temi principali:
- amore
- morte (farfalle crepuscolari)
- esclusione (ape che torna e non trova la cella)

GABRIELE D’ANNUNZIO
12 marzo 1863, Pescara – 1 marzo 1938, Gardone Riviera.
Figlio di Francesco Paolo Rapagnetta, D’Annunzio è il cognome di un ricco zio adottivo.
- studi liceali a Prato
- 1881 – 1891, vive a Roma, fase estetizzante
o si iscrive alla Facoltà di Lettere senza poi laurearsi
o 1883, costretto a sposarsi con duchessa Maria Hardouin, da cui avrà 3 figli
o 1889, pubblica Il piacere, a cui segue il “ritratto di Dorian Gray”
o comincia a delineare figura dandy, caratterizzerà la sua vita, ostentazione nei modi e
nello stile di vita della ricchezza che di fatto non ha
- 1891 – 1893, vive a Napoli
o relazione con principessa Maria Gravina già sposata (scandalo, denuncia da parte del
marito), cerca relazioni che possano scandalizzare e dargli popolarità
o collabora con la rivista “il mattino”, esprime le sue idee antidemocratiche
o pubblica la “bestia elettiva”: articolo dove sostiene pubblicamente che il popolo è rozzo
e non ha senso critico indipendente, è solo una massa, per cui ha bisogno di una persona
che la indirizzi. Da ciò prende spunto anche Mussolini.
- 1894, incontra attrice Eleonora Duse a Venezia (“femme fatale” si può identificare con uno dei
personaggi de Il piacere, Elena)

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- 1898 – 1910, vive con la Duse a Settignano, in una lussuosa villa detta “la Capoccina”
- 1897, eletto deputato della Destra storica
- 1900, passa alla Sinistra per protesta contro repressione del reazionario governo Pelloux, altra
azione per destare scandalo
- 1907, “la nave” spettacolo teatrale
- 1910 – 1915, vive in Francia
- 1915, torna in Italia a causa dello scoppio della guerra e si schiera tra gli interventisti
- 1916, scrive Il Notturno, opera che richiama la difficoltà a livello visivo di quel periodo (aveva
perso un occhio dopo un incidente aereo)
- Volo sopra a Vienna, lascia cadere volantini con il tricolore italiano
- Beffa di Buccari, lascia in mare bottiglie con messaggi di presa in giro sui tedeschi
- 1919, rimane deluso da impresa di Fiume
- 1921, si ritira a Gardone Riviera (su lago Garda) in una villa detta “Il Vittoriale degli Italiani”,
esilio forzato da parte di Mussolini

PERSONALITA’
Poeta osannato (lodato) e scrittore decadente.
Vate di un glorioso futuro, colui che cerca di interpretare le masse e guidarle attraverso la parola.
Riteneva il popolo grezzo e stupido, perciò è contro la democrazia.
Appellativi:
- “Colui che sfreccia nei cieli dell’Adriatico”, era un aviatore
- “Le mille amanti”, la più importante è Eleonora Duse
- “Il dandy dei salotti romani e parigini”, ostenta eleganza nel modo di vestire e comportarsi, è
un narcisista e individualista
Va con le donne non per amore ma per far parlare di sé. Vuole stupire ed essere stravagante, crea le
mode non le segue, continua ricerca stupore. Lussi sfrenati, ostenta ricchezza che in realtà non ha.
Obiettivo: rendere la sua vita una vera e propria opera d’arte, cercherà sempre di far parlare di sé.
Fece ciò sin da giovanissimo, quando si diede per morto per pubblicizzare la sua prima raccolta.

POETICA
Costante esaltazione del piacere, panismo, fusione tra elemtni naturali e umani.
In grado di trasmettere le segrete corrispondenze della natura trasformandole in qualcosa di sublime
che è la poesia. Il poeta è unico in grado di esprimere valore di bellezza assoluto tramite il verso e ad
una ricerca linguistica puntigliosa.

IDEOLOGIA
1. Nazionalismo: interventista in guerra, appoggia conquista Libia e in seguito Etiopia.
2. Ha un mezzo di comunicazione fondato su esibizionismo.
3. Culto del leader: possibilità di influenzare le masse, disprezzo per le masse e per la democrazia.
4. Estetismo: viene dato rilievo non tanto a contenuto quanto a contenente, poesie non hanno un
messaggio ma possono essere il mezzo veicolante, il punto di partenza è cercare di creare una
poesia che rappresenti poesia con valore di bellezza supremo.
5. Su scia decadentismo, tentativo estremo di recuperare ruolo privilegiato di artista intellettuale
che a fine 800 si rende conto di essere stato messo da parte dalla società .
D’Annunzio si costruisce una” bolla” che lo elevi dalla società di massa.
6. Concetto di superuomo: concezione aristocratica di società , appartiene ad un élite di
dominatori superiori alla massa che hanno il potere di indirizzare le masse considerate rozze e
bisognose di qualcuno che le indirizzi, il superuomo. Mussolini si ispirerà a D’Annunzio.

IL PIACERE
Scritto tra estate e autunno del 1888 nella villa detta “il convento” di Michetti a Francavilla.
Pubblicato nel 1889 dall’editore Treves di Milano.
Trae spunto dai salotti romani.
Il verso è tutto: arte e vita si sovrappongono, estetismo.
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Parallelismo D’Annunziano-Andrea Sperelli
- D’Annunzio: poeta vate, colto portavoce della cultura italiana umanista, ben lontana dalla
società dei costumi che difficilmente si ambienta in una società industriale dedita al
consumismo. Si pone come il primo degli artisti moderni, quindi colui che riesce a fare di sé
stesso un mito di massa, un idolo delle folle. L’unico modo che ha per dare coerenza al suo
pensiero è far coincidere l’arte, la vita pubblica con quella privata, rendendo sé stesso un’opera
di mercificazione.
- Andrea Sperelli, protagonista ed alter ego del poeta, è un gentiluomo che frequenta i salotti
romani, contemporanei a D’Annunzio, ha diverse amanti, è un appassionato d’arte ed è alla
ricerca di questo piacere. È dandy e il suo obiettivo è giungere al culmine di una vita
estetizzante a cui però non giungerà mai.
Trama
 Andrea Sperelli vive nel Palazzo Zuccari (Trinità dei Monti).
 Il romanzo inizia in medias res (nel mezzo dell’argomento), il protagonista è nella sua stanza e
aspetta Elena Muti con cui due anni prima aveva avuto una relazione passionale.
Lei è emblema di femme fatale e ricalca Eleonora Duse.
 Flashback dopo 3° capitolo: storia d’amore dei due, incontro, corteggiamento e di come
improvvisamente lei lo abbia abbandonato per un lord inglese che poi avrebbe sposato.
Sperelli continua vita romana senza regole, avrà molte relazioni con donne a volte già sposate.
Viene ferito in duello da uno dei mariti delle donne ed è in convalescenza nella villa di campagna
(detta Schifanoja) presso la cugina marchesa dove conosce Maria Ferres, di cui si innamora.
 Il flashback è finito e si torna alla divisone tra l’amore per due donne, completamente diverse.
 Egli non riuscirà a prendere decisione e non sarà mai soddisfatto, si rende conto che la felicità non
la troverebbe con nessuna delle due, ma con una loro ipotetica fusione.
Situazione precipita quando Andrea passa notte con Maria e la chiama Elena, lasciato da entrambe.
 Nell’ultimo capitolo si trova a casa di Maria, messa all’asta per i debiti del marito, il poeta è scosso
nel vedere il luogo del suo amore profanato da estranei.
Infine, irrazionalmente alza la mano e si aggiudica il grande armadio.
Simbolismo
Donne:
- Elena: richiamo mitologia, donna sensuale al punto da scatenare guerra, amore passionale.
- Maria: richiama amore puro, spirituale. Amante dell’arte, colta, colma bisogno di cultura.
Conclusione rappresenta il fallimento del progetto di esteta del protagonista, caratterialmente era
troppo debole, per essere superuomini bisognava essere più forte non in balia dell’istinto.
L’estetismo si trasforma in forza distruttiva, Sperelli si era lasciato travolgere dalle emozioni.
Non aveva messo al primo posto sé stesso, fallimento rappresentato proprio dall’armadio grosso e
ingombrante che si porta a casa, un guscio vuoto.

LA VERGINE DELLE ROCCE (1895)


Il testo è in prosa e rappresenta il passaggio dall’esteta (sul tipo di Andrea Sperelli) al superuomo
(Claudio Cantelmi) che aveva affascinato D’Annunzio.
Incarna il culto della bellezza, della sensibilità verso l’arte e il bello, della trasgressione di ogni regola
sociale e morale.
Inoltre, prova un profondo disprezzo per la società borghese, colpevole di aver emarginato i letterati e
promosso una democrazia che, appunto, non fa distinzioni di classe sociale o cultura.
Trama
 Claudio Cantelmo rappresenta il superuomo dannunziano, che allo snobismo di Andrea Sperelli
aggiunge il desiderio di governare in maniera suprema il mondo intero, l’Italia (o meglio,
vorrebbe generare un figlio che ricoprisse questo ruolo).
 Si trasferisce da Roma (corrotta capitale) in una villa nobiliare fuori città e qui cerca una donna
adatta al suo rango con cui generare il futuro “re di Roma”.
 Qui conosce tre donne di una bellezza ormai quasi sfiorita, appartenenti a una famiglia nobile,
ma decaduta, avevano legami con il regno delle 2 Sicilie.

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 Una rappresenta la passione (Elena) l’altra la purezza spirituale (Maria), la terza il culto dei
valori famigliari.
 Fine, nessuna si rivela disponibile o adatta a ruolo che Claudio Cantelmo ha scelto per loro.
Interesse di D’Annunzio non è quello di narrare storia, ma quello di rappresentare idee protagonista.
Si ispira a quadretto familiare di Da Vinci da cui prende il nome.
IL PROGETTO DELLE LAUDI
La più importante opera poetica di D’Annunzio.
Ambizioso progetto lirico iniziato nel 1899, incompiuto.
Obiettivo: creare una grande raccolta suddivisa a sua volta in altre più piccole, ognuna con il nome di
una delle stelle della costellazione delle Pleiadi (chioccetta, termine romagnolo). Si era prefissato di
farne 7 come le stelle più luminose.
Titolo: doveva essere “Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi” , richiama a livello simbolico il
cantico delle creature di San Francesco con cui tuttavia il simbolismo religioso non ha nulla a che fare.
- Maia: 1903, esaltazione della vita del superuomo.
Viaggio spirituale a partire dal mondo classico, ricalca viaggio di D’Annunzio a fine ‘800 in
Grecia, dove incontra tutti gli elementi della letteratura che aveva studiato ed esaltato.
Finge di essere un nuovo Ulisse, secondo il concetto del superuomo.
- Elettra: 1903, esaltazione del passato glorioso delle città italiane e della Grecia classica contro
le “terribili metropoli” industriali.
- Alcyone: 1903, panismo
- Merope: 1912, “canzoni delle gesta d’Oltremare”, celebra impresa coloniale in Libia
- Asterope: patriottismo e nazionalismo, Italia e Francia dovrebbero allearsi contro Austria e
Germania. Incompiuta e postuma.
Tematiche
- Ulissismo (Maia, Elettra): Ulisse è figura mitologica poi simbolo superuomo di D’Annunzio,
rappresenta rinnovamento glorie passate, aiuta uomo a superare i limiti della società moderna.
- Primato del piacere a livello di contenuto e stile. In primo piano viene posta la forma, la
musicalità del verso.
- Rovesciamento in senso pagano dei riferimenti alla religiosità cristiana (rovescia il “cantico
delle creature” di S.Francesco, in cui invece prevale il concetto di lode a Dio e alla natura).
La lode è per l’uomo in grado di immergersi e diventare tuttuno con la natura in grado di dare
la propria lettura al mondo circostante senza doversi rifare ad una figura divina o religiosa.
Forma
- Raffinatezza formale: stile ricercato, pieno di retorica, virtuosismo della parola, eccessivo
- Simbolismo, fitta rete di analogie, metafore e sinestesie
- Verso libero, slegato da strutture metriche o schemi di rime tradizionali

ALCYONE (1899-1903)
5 sezioni [1=“sera fiesolana”, 2= “la pioggia nel pineto”]
Poesie scritte a partire dal ‘99 negli anni trascorsi in Toscana.
Caratteristiche principali
La comunione con la natura è possibile solo per un determinato tipo di uomo superiore alla massa.
- 88 poesie collocate secondo una parabola ascendente che inizia dalla fine della primavera (Sera
fiesolana), passando per l’estate (apice, con Pioggia nel pineto) e terminando con l’inizio
dell’autunno (METAFORA della vita).
- Ambientazione paesaggio agreste tra Fiesole e la Versilia, Toscana.
- Celebrato il rapporto panico con la natura (con cui il soggetto tende a identificarsi).
- Lodi pagane ai vari luoghi/piante/ momenti della giornata.

PANISMO: LA FUSIONE TRA UOMO E NATURA duplice significato


1. Deriva da “pan” (greco antico, “tutto”).
Fusione uomo con mondo circostante, fa parte del flusso vitale in cui è in grado di immergersi.
Secondo il decadentismo, il poeta è diverso dagli altri uomini (ai margini società o superiore)
ma è in grado di dare una lettura diversa a ciò che lo circonda, la natura.
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2. Dio Pan, divinità pagana del mondo pastorale che vive in perfetta simbiosi con la natura.
Il panismo è una percezione molto profonda del mondo esterno, soprattutto se riferita a
paesaggi naturali, che crea fusione tra elemento naturale e quello umano.
Io si immerge completamente nella natura, ma non si nasconde del tutto, poeta era solito
esprimere i suoi stati d’animo attraverso oggetti naturali.
Il “sogno” che si deve realizzare nel corso dell’estate raccontata in “Alcyone” consiste nella tensione
dell’io lirico verso una forma ideale di esistenza che corrisponde a una immersione totale nella natura.
Il culmine (estasi panica) si raggiunge con una costante e perpetua metamorfosi tra uomo/natura.
Stile e lingua
- Ricerca costante dell’effetto contemplativo e della soluzione suggestiva
- Bisogno di vitalità , energia, rapporto sensuale con il mondo
- Stile costantemente estremo: ipotassi, parallelismi, preziosismi, insistiti rimandi intertestuali
- Musicalità languida e sensuale
- Lessico vario
Novità che influenzeranno la poesia del ‘900:
- VERSO LIBERO: sperimentazione metrica, versicolo, verso formato da una parola
- PROCEDIMENTO ANALOGICO: accostamento di immagini/parole l’una all’altra senza un rapporto
logico. Non c’è percorso logico da seguire ma contrapposizione immagini legate da forti analogie in
grado di richiamare sensazione e stato d’animo poeta in quel determinato istante.

LA PIOGGIA NEL PINETO – Alcyone


Composta tra estate 1902-03.
Il poeta è sorpreso dalla pioggia durante una passeggiata con l’amata Ermione, il doppio letterario di
Eleonora Duse. In questa poesia le figure umane diventano parte integrante della natura stessa (tema
preponderante è panismo). La pioggia rappresenta metaforicamente il pianto del cielo che unisce
uomo e natura.
Tematiche
- panismo collegato a superuomo
- sintassi breve e spezzata usata dalla poesia moderna
- musicalità e fonosimbolismo dato da allitterazioni e onomatopee che danno atmosfera sacrale
e spirituale. Anche se la poesia di D’Annunzio rimane un esercizio di stile.
Riferimenti mitologici:
- scelta di riferirsi a Eleonora Duse con la figlia di Menelao ed Elena, Hermione
- Hermione esce dalla corteccia dell’albero, richiama ninfe che erano tutt’uno con la natura.

NOVITA’ DEL ‘900


Positivismo tramonta definitivamente, nuove scoperte in campo scientifico e umanistico sconvolgono
radicalmente la realtà . Tra cui:
- Nuove tecnologie come telegrafo, radio, telefono permettono di comunicare in “tempo reale”,
contribuiscono a sviluppare concetto di simultaneità , macchine consentono spostamenti più
rapidi e dimezzano i tempi.
- Nuove teorie: “Teoria relatività ristretta” Einstein mette in discussione scienze esatte (1905),
“Interpretazione dei sogni” (1901) teoria inconscio Freud, filosofia di Nietzsche e Bergson.
La nuova condizione degli intellettuali:
Forte tendenza di impegno sociale e politico, necessità di attivarsi, essere militanti.
Nascita movimenti che esprimono il loro pensiero attraverso giornali e manifesti.
Declassamento figura letterato, ci si allontana da poeta vate (Pascoli e D’Annunzio), si sviluppa una
piccola borghesia intellettuale che vive lavorando in burocrazia statale, insegnamento, giornalismo.
Letterati ed intellettuali non sono più in grado di generare reddito dal loro operato. Ci si rende conto
di voler essere sempre più partecipi della società , cercare pubblico che sia in grado di capire ciò che
viene scritto. Grande diffusione riviste letterarie dove scrittore riesce a rivendicare ruolo di primo
piano nella vita sociale e ad unirsi in movimenti d’avanguardia per trasmettere un messaggio chiaro.
Riviste principali:
- Unità, punto di vista esclusivamente politico di Gaetano Salvemini
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- Lacerba, letteratura, dominata inizialmente da Marinetti poi da Palazzeschi
- La voce, fondata da Giuseppe Prezzolini nel 1908 a Firenze. Scopo di dar “voce” alla nuova
generazione di intellettuali in modo che possano affermarsi come nuova classe dirigente.
Coloro che scrivevano in questa rivista erano i vociani, criticavano estetismo e spesso
assunsero un atteggiamento impegnato eticamente (definiti come i primi moralisti).
All’inizio letteraria e politica poi diventa “La voce bianca” solo letteraria.
In queste riviste si affermano le prime avanguardie storiche, il termine è tecnico e deriva dalla sfera
militare, avanguardia era truppa di soldati mandata in avanscoperta. Distacco con la tradizione
precedente. Arte deve essere qualcosa di complesso, provocatorio.

FUTURISMO (mette in crisi le forme del passato)


Avanguardia che nasce in Italia e Russia. Futurismo italiano esalta aspetti aggressivi dell’Imperialismo
economico e politico. Movimento nasce grazie a Filippo Tommaso Marinetti, Manifesto del
futurismo pubblicato nel 1909 su “ Figaro”, un giornale francese. All’interno si pone in evidenza il
netto distacco dal passato. Necessario cominciare da capo cancellando tutto ciò che c’è stato prima,
tabula rasa. Bisogna chiudere musei, accademie, biblioteche che sono solo cimiteri del passato.
Tra i punti chiave del movimento:
- mito e principio della velocità
- mito della macchina, un mondo basato su dinamismo
- esaltazione della guerra, carattere interventista
- distruzione sintassi, abolizione punteggiatura e uso dei verbi all’infinito
Questi movimenti storici hanno durata molto breve perché esistono in quanto provocazioni.
Libertarismo: prima delle leggi e delle autorità , c’è la condizione di totale libertà .
Molti punti saranno alla base del movimento fascista. Si conclude il manifesto con un invito a
distruggere tutto ciò che è collegabile al passato.

FILIPPO TOMMASO MARINETTI, MANIFESTO DEL FUTURISMO


Pubblicato nel 1909 su “ Figaro”, un giornale francese.
Contenuto ideologico, espressione dell’immaginario della modernità .
Stile: frasi brevi, affermazioni martellanti sempre sugli stessi concetti.
Nuovo criterio di bellezza nel moderno: velocità , macchina, industria, tecnologia.
Questi movimenti storici hanno durata molto breve perché esistono in quanto movimenti di
provocazione, avvertono una rottura con il passato e la sottolineano in modo provocatorio.
- Mondo basato sulla forza, uomo presentato come virile.
- Mito della macchina che supera l’arte tradizionale.
- Libertarismo, prima delle leggi e delle autorità , in primo piano la condizione di totale libertà .
- Profonda opposizione con passato e volontà di fare tabula rasa con esso.
Molti punti saranno alla base del movimento fascista. Si conclude il manifesto con un invito a
distruggere tutto ciò che è collegabile al passato.

FRAMMENTISMO
Punto di vista letterario, rottura con ‘800 si concretizza con dissoluzione della coerenza sintattica,
testo non è più organico, in maniera provocatoria vuole valorizzare il significante rispetto al
significato. Il significante è la parola a livello grafico e fonico, non il significato da trasmettere.
Non c’è volontà di trasmettere un contenuto ma indurre uno shock nel lettore.
Corrado Govoni (di Ferrara): sperimentalismo formale, a differenza di altri futuristi è meno
aggressivo, meno presente il mito della guerra. No struttura metrica ma serie di metafore e immagini.
Scrive Il palombaro: descrizione disegno, ogni parte di testo si riferisce a una parte della figura.
Guillaume Apollinaire: anticipa dadaismo e surrealismo, crea calligrammi, poesie figurate la cui
disposizione grafica generalmente è in rapporto con il contenuto testo.

MODERNISMO (non mette in crisi forme passato ma ne inventa delle nuove)


Nascita romanzo moderno, chiamato anche antiromanzo novecentesco.
Vengono meno tutti i riferimenti del romanzo ottocentesco:
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- Cade unità soggetto, personaggio non è detto che debba essere coerente con sé stesso.
- Cadono parametri oggettivi che rendevano misurabile e conoscibile il mondo delle cose.
- Non è detto che il narratore debba dire la verità .
Nel romanzo moderno (Pirandello e Svevo) cadono tutti i principi letterari della tradizione letteraria
precedente. Si perde un senso organico della narrazione, possono esserci finali aperti che lasciano al
lettore il dubbio, tutto diventa relativo. Cadono i parametri oggettivi del Positivismo, dove natura e
realtà delle cose erano conoscibili. Cade unità soggetto, no conoscere il fenomeno nella sua interezza.
Altri autori che contribuiscono a questi cambiamenti, sono Joyce (Inghilterra), Proust (Francia).
Innovazioni:
- flusso di coscienza di Joyce (rappresentazione pensieri senza filo logico, “Ulisse”)
- intermittenze del cuore di Proust (riportati ad infanzia da odore o sapore)
- strutture aperte del racconto che rifiutano la successione logica e cronologica degli eventi
- perdita dell’organicità e l’unità dell’opera, il romanzo è policentrico e poliprospettico
Nuovi temi del romanzo: nevrosi e inettitudine (Svevo e moglie Pirandello), memoria (Proust),
dimensione onirica (Kafka).

LUIGI PIRANDELLO
- 1867, nasce a Girgenti (Agrigento), in una zona denominata la contrada del Caos, punto chiave
della sua letteratura. Egli apparteneva alla piccola-media borghesia e dirigeva in affitto alcune
miniere di zolfo. La sua famiglia era di tradizioni patriottiche, garibaldine, sarà patriottico come
Svevo. Il rapporto con il padre Stefano fu molto distaccato, di questo ne soffrirà .
- 1893 esce il primo romanzo intitolato “L’esclusa”, possiede ancora tratti del verismo e immette
alcuni spaccati della vita siciliana. Racconta storia di una donna che viene ingiustamente
accusata di aver tradito il marito. E quando viene riaccettata in paese inizia veramente a
tradire il marito con la persona con cui era stata accusata. La sua scelta è del tutto irrazionale.
Elemento tipico di Pirandello: paradosso.
- 1904 la famiglia passa da medio-alta a piccola borghesia. Pirandello inizia a scrivere
numerosissime novelle, è di questo periodo anche il “Fu Mattia Pascal”.
- 1908 inizio elaborazione della poetica dell’umorismo, stesura “Uno, nessuno, centomila”.
- 1910 inizia scrivere sempre di più opere teatrali, che molte volte partono dalle sue novelle.
Scrive drammi, le produzioni non hanno un finale o comunque non si riesce ad individuare
l’esito positivo o negativo.
- 1914 scoppia la Prima guerra mondiale, Pirandello era interventista, pensava che Italia
dovesse conquistare le terre che le spettavano. Il figlio Stefano si arruola volontario ma viene
imprigionato dagli austriaci. Ciò gli fece rivalutare le sue posizioni rispetto alla guerra e
provocò la completa pazzia della moglie.
- 1925 esce “Uno, Nessuno, Centomila” su una rivista, da qui inizia il periodo surrealista, rivalutati
inconscio e mondo di miti e simboli, contro la realtà delle convenzioni sociali.
- 1934 Nobel per la letteratura.
- 1935 Mussolini intima agli italiani di donare tutto l’oro per rimpinguare le casse dello Stato,
svuotate dalla sconfitta della guerra in Etiopia, Pirandello donerà la sua medaglia.
- 10 dicembre 1936 si ammala di polmonite e muore. Lascia incompiuta opera teatrale “I Giganti
della montagna”, il figlio tenta di ricostruirla e viene messa in scena.
- Nel testamento chiede che non venga effettuato un pomposo funerale di stato, interpretato
come tentativo di impedire a Mussolini di sfruttare l’occasione per promuoversi.
Verismo
Pirandello parte dal verismo perché è il contesto in cui si trova a vivere, anche se poi vi si distaccherà .
Porterà sempre molto rispetto verso Verga, a differenza di D’Annunzio. Per Pirandello è è impossibile
descrivere la realtà circostante in quanto è caratterizzata da caos. Mentre i veristi sono deterministi,
una volta fissate alcune leggi poi è tutto sequenziale, come il darwinismo sociale.
Famiglia
Vista come soffocante, dovrebbe essere un ambiente ordinato ma in realtà è caotico.
Società
Trappola, regolata da convenzioni assurde imposte e di cui non possiamo liberarci.
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Rivoluzione teatro
Non più verista, diventa metateatro. Personaggi consapevoli della realtà , riflettono su essa. Attenzione
su illusorietà della vita, finzione, come nella nostra vita siamo costretti ad indossare delle maschere.

Fascismo
Pirandello ambiva a mondo ordinato, aveva giudizio pessimo nei confronti dell’età giolittiana, secondo
lui incarnava la “società trappola”. La sua idea era di fare tabula rasa del ‘900, perciò fascismo
inizialmente lo attrae in quanto si proponeva di portare via tutto il marcio precedente.
Firma il manifesto dei letterati dopo il 1924 (delitto Matteotti), quando i fascisti mostrano il loro
modo violento di fare politica, fascismo si mostra come movimento sempre più vicino a dittatura.
Mussolini, primo ministro, fa un discorso molto importante in Parlamento: dice che non era stato
lui ad uccidere il deputato socialista ma se ne prendeva la piena responsabilità . Qualche anno dopo
viene nominato come direttore del teatro di Roma e riceve diversi finanziamenti, nasce la compagnia
del Teatro d’arte di Roma.
Negli anni successivi Pirandello si limiterà ad allontanarsi dal movimento, ma per questioni
prettamente economiche rimarrà sempre sotto la sfera d’influenza fascista.

ELEMENTI CHE INFLUENZANO PIRANDELLO


- Pazzia della moglie iniziata con allagamento miniera del 1903.
- Formazione e incontri culturali soprattutto a Bonn, che lo hanno avvicinato al Romanticismo,
più sentito in altri paesi d’Europa che in Italia.
- Crollo del positivsmo. Momento transizione ’800-‘900, crollo certezze scientifiche. La realtà
non è più oggettiva, studio coscienza umana.
Protagonista opere: uomo in crisi, ha perso unità di coscienza, vive in realtà dominata dal caos e
dall’imprevisto non più oggettiva, realtà dove l’uomo è impossibilitato a vivere in maniere autentica.
Gli viene imposto di vivere in una società che lo porta a recitare delle parti, ad indossare una
maschera ed entrare a far parte di alcune convenzioni sociali.
Il soggetto pirandelliano è un individuo che non si sente più unico ma attaccato al mondo circostante,
si sente tormentato, scopre di essere in conflitto con se stesso (mente e corpo/cuore), diviso tra bene
e male, alcune pulsioni ci farebbero comportare in un certo modo ma a causa delle regole sociali
dobbiamo sottostare a determinati comportamenti.
A stimolare una realtà del genere (Svevo, Proust…) fu la relatività da una parte e Freud dall’altra.
Relativismo conoscitivo: idea che la vita sia un continuo divenire, flusso costante pieno di
contraddizioni dove non esiste verità unica ma tante verità relative quanti sono i punti di vista.
Freud
Teorizza esistenza inconscio e pluralità dell’io. Esistono più livelli, strati della psiche. Abbiamo una
parte razionale, coscienza, e l’inconscio, caratterizzato da pulsioni non socialmente accettate che
influenza il nostro modo d’essere.
Freud dice che ci sono vari livelli, i più importanti:
- es, luogo dell’inconscio più totale, difficile da dominare
- io, cosciente, ci fa adeguare alla società , qui risiedono le maschere che ognuno di noi indossa
- super-io, una sorta di cerniera tra le due. Ne abbiamo bisogno perché ci consente di adattarci
ad una società che necessita di convenzioni e maschere e iene a bada le pulsioni dell’Es.

PENSIERO
1. Come concepisce il mondo
Mondo e realtà sono caos, non esiste realtà oggettiva conoscibile solo attraverso i sensi, non ci sono
leggi che la regolino, cambia da chi e come viene guardata. Pirandello ammirava i naturalisti e veristi
ma li supera, se non esiste realtà oggettiva allora autore può solo descrivere la sua realtà soggettiva.
2. Il soggetto
Vive in realtà contraddittoria ed è frammentato, uomo non in grado di conoscere realtà in cui vive e se
stesso. Ciò è alla base del dramma pirandelliano, nell’uomo convivono e coesistono più realtà . Ognuno
di noi ha una visione di sé che non combacia con quella che gli altri hanno.
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3. Filosofia di Anselmo Paleari, “Lanterninosofia” del fu Mattia pascal
La filosofia di Pirandello che “mette in bocca” ad uno dei protagonisti del romanzo, viene esplicitata
tramite dialogo Anselmo – Adriano Meis, quando quest’ultimo viene operato ad un occhio.
Ognuno di noi ha visione personale e soggettiva della realtà , come se avessimo in testa un lumino che
illumina lo spazio circostante lasciando al buio tutto il resto.
Questo lanternino rappresenta visione personale dell’esperienza.
Più aumentano i dubbi, più la luce diventa fioca. Ne esistono anche di colori diversi, questo aumenta il
relativismo. Ogni tanto soffiano dei venti molto forti che spengono tutti o quasi tutti i lumini, anche
quelli della politica e della religione, questo succede nei momenti di crisi (passaggio tra ‘800-‘900).
Presto o tardi si accenderanno altri lumi.
Ciò che emerge è:
- Relativismo.
- Incomunicabilità dell’uomo.
Ognuno di noi ha il suo punto di vista, ognuno crede a delle certezze che sono relative e fa fatica
ad adattarsi alle idee degli altri. Compromessi in famiglia e società .
Ciò accresce la solitudine dell’uomo, nessuno ha certezza che persone con cui si parla siano in
reale sintonia con noi. Questa solitudine è alla base della letteratura del ‘900. Male di vivere
degli esistenzialisti francesi, vivere sapendo di non essere mai in grado di raggiungere felicità .

POETICA – UMORISMO E COMICITÀ


Incentrata su tematica umorismo. Testo di poetica fondamentale è il saggio” L’umorismo” iniziato
nel 1904, quando la moglie comincia a cedere psicologicamente, finito nel 1908.
Per lui arte è qualcosa che deve riflettere realtà , caotica e piena di contraddizioni. Arte moderna deve
essere qualcosa di critico, deve farci riflettere su contraddizioni che caratterizzano la nostra realtà e la
nostra condizione.
Arte che ci fa capire che dietro ad un’opera che fa ridere c’è un grande dramma esistenziale che
interessa tutti noi (differenza tra comicità e umorismo).
Umorismo: nasce da riflessione, va oltre superficie comicità , capacità di rappresentare aspetti più
contradditori vita umana suscitando un riso di triste partecipazione, dramma può colpire anche noi.
Esempi:
- Vecchia imbellettata
- Fu Mattia Pascal. Episodio in cui protagonista vuole sposare la donna amata ma non può
perché non ha documenti. Questo provoca un riso amaro nel lettore.
- Uno, nessuno, centomila. Vitangelo Moscarda si rende conto che la sua identità è diversa in base
a chi la guarda. Egli alla fine del romanzo impazzirà , non avrà più certezze e verrà internato in
un ospizio. Da qui inizia la riflessione: chi decide chi è sano di mente e chi pazzo? Magari il
pazzo è colui che ha preso consapevolezze della vita in cui ci troviamo. Chi è veramente libero?
Forse colui che non vive nella società (eremita come il fu Mattia Pascal).
L’unico modo per descrivere la realtà contradditoria è l’umorismo.
Pirandello definisce Copernico come primo umorista (lo dice anche nel Fu Mattia Pascal), perché ha
fatto crollare antropocentrismo, uomo non più al centro del mondo. Inizialmente risata, poi dramma.
Unico compito dello scrittore è svelare caos della vita e maschere della società , togliere inganno.
Dramma del romanzo moderno: chi capisce il gioco delle parti non riuscirà più ad auto ingannarsi, a
rimettersi la maschera e a trovare il gusto della vita.
Come posso continuare a vivere sapendo che la vita è solo una grande recita? Dramma che compare
anche nel capitolo del Fu Mattia Pascal intitolato “Lo strappo nel cielo di carta”.

CONTRASTO VITA – FORMA


- Vita: fluire delle cose al di fuori della società
- Forma: maschere e forme in cui la società ci cristallizza
Base delle sue opere: concezione caotica ma vitalistica della realtà , diversa da quella di D’Annunzio
(secondo cui uomo è vitalistico, si esalta perché pieno di voglia di fare ed energia), invece in Pirandello
non è l’individuo ma il flusso della vita ad essere vitale, pieno di contraddizioni, non ha inizio o fine.

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Crescita = distacco da questo flusso vitalistico e assunzione forma stabile. Per poter entrare in società
siamo costretti ad accettare i ruoli che la società ci impone, del tutto soggettivi/relativi.
Quando ci cristallizziamo in queste forme e in queste maschere ci allontaniamo dal flusso vitale,
processo di dissoluzione, ci blocchiamo in forme che non ci corrispondono.
Maschere e illusioni sulla nostra personalità : qualcuno può avere concezione di me diversa da quella
che un altro può avere.
- Forma che ti hai di te.
- Forma che gli altri hanno di te: pregiudizi.
Consapevolezza ci porta al male di vivere, ma scopo dell’autore è proprio svelare illusioni.
Togliersi la maschera significa rientrare a far parte del flusso vitale ma essere del tutto estraniato
dalla società , Pirandello propone due soluzioni:
- Mattia Pascal: eremita, rifiutare vita sociale.
- Vitangelo Moscarda: fuga nella follia e nell’irrazionale. Il folle è libero perché unico padrone di
sé stesso, ma anche escluso dalla società per cui estremamente drammatico.
Dentro di noi il flusso continua, nella nostra anima, parte di noi che mette in rilievo le contraddizioni
in cui ci troviamo costretti a vivere. Ci sono anime più o meno predisposte al flusso, però per tutti si
presenta il dramma. Anche se uomo non lo capisce, avverte progressivo allontanamento dal flusso.
Una volta che viene svelato il gioco delle parti non possiamo più tornare indietro.

ROMANZI
Successo dovuto soprattutto a: drammi teatrali, he romanzi spesso pubblicati nei giornali o nelle
antologie (era il modo più semplice di far fruttare le opere).
Al centro dei romanzi vi è crisi uomo moderno. Sono in tutto 7:
- L’esclusa, diverse similitudini con verismo
- Il turno
- Il fu Mattia Pascal, 1904
- Suo Marito
- I vecchi e i giovani, tematica anche dei Malavoglia scontro vecchio e giovane
- I quaderni di Serafino Gubbio operatore, alienazione del mondo moderno, operatore del mondo
del cinema che avrà come unico compito quello di girare manovella della pellicola. Egli vive in
silenzio registrando una finzione
- Uno Nessuno Centomila

UNO NESSUNO CENTOMILA


Scritto nel 1909, pubblicato nel 1926.
Titolo: epigrafe, ulteriore maschera in cui ci troviamo ad essere cristallizzati.
Protagonista principale: Vitangelo Moscarda, si rende conto di avere un’idea di sé che non
corrisponde con quella che gli altri hanno di lui, intrappolato in schemi che non lo rispecchiano. Egli è
figlio di un usuraio. La gente lo vede in un certo modo, il padre lo vede come inetto (non vorrà
lavorare con lui nella banca), la moglie lo vede come un uomo tranquillo.
È una vita in cui tutto prosegue tranquillamente, però le forme crollano quando si rende conto di
avere più di un’identità .
All’interno del romanzo Pirandello non dà una soluzione, il contrasto tra vita e forma rimarrà
insanabile. Quando ci si rende conto della maschera che si indossa non si torna più indietro.
Tematiche:
- Contrasto vita e forma, maschera è qualcosa di soffocante da cui si vuole liberare.
- Crisi uomo moderno, perso e smarrito, si rende conto che la realtà in cui vive gli risulta
estranea e non gli permette di essere sé stesso.
- Esclusione dalla società e incomunicabilità dell’uomo.
- Relativismo, consapevolezza della frammentazione della realtà .
- Tematica dei grandi ideali, religiosi e politici, fragili e frammentati.
Tecnicismi:
- Romanzo presentato in modo retrospettivo, protagonista riflette su vita passata, inizia con un
flashback in cui racconta dal giorno in cui sua moglie gli ha cambiato la sua visione del mondo.
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- Monologo dialogato, pone domande al lettore. Non è un flusso di coscienza.
Significato del suo nome:
- La sua inettitudine emerge anche dal nome, Moscarda, che ricorda una mosca, un inetto.
- Vitangelo, simbolo di colui che guarda la vita dall’alto, il forestiero della vita.
- Egli alla fine si estrania dalla vita e la guarda dall’esterno, dall’alto. Successivamente si estrania
anche dalla sua persona.
Primo capitolo: “mia moglie e il mio naso”
La moglie gli fa notare che il naso pende verso un lato, poi prosegue con altri difetti.
Esiste un Vitangelo Moscarda per ogni persona che conosce, angoscia.
Capitoli successivi
La moglie Dida e il signor Quantorzo (amico del padre, si occupava della banca), sono in un salotto e
discutono su come mandare avanti l’attività . Entrando nella stanza Vitangelo sostiene che le
persone presenti siano 8 (visione di una persona da tutte le altre).
Da qui in poi inizia a compiere serie pazzie per cercare di mandare a monte questo meccanismo.
Parte da maschera di “figlio di un usuraio”. Cerca di mandare a monte la banca stessa.
Moglie lo aveva sempre considerato un uomo tranquillo, allora inizia a trattarla male.
Incontra Anna Rosa, amica della moglie, le racconta le riflessioni facendole saltare l’equilibrio mentale.
Quando prova a baciarla lei gli spara, a causa dello shock, ferendolo in maniera lieve.

CONCLUSIONE – LA VITA NON CONCLUDE


Dopo che Anna Rosa gli ha sparato vanno in tribunale. Lui da dimostrazione di essere pazzo, si
presenta già in tenuta da ospizio. Quando gli viene chiesto se condannare o assolvere la donna lui dice
che lo sparo era stato frutto del caso, lei non viene condannata.
Egli decide poi di donare tutto alla chiesa, per costruire un ospizio di poveri e mendicanti, dove viene
ricoverato egli stesso.
Dichiara che rifiuta il suo nome come ultima grande forma, può essere finalmente libero e immergersi
nel buio del flusso vitale. Entrare nel mondo della follia: unico modo per estraniarsi dal meccanismo.
- Tema del nome come epigrafe funeraria.
- Rifiuto totale della persona, frammentazione dell’io. Rinuncia completamente a sé stesso.
- Rinuccia alla vita in società per immergersi nel flusso vitale.
Significato: paradossalmente positiva, protagonista trova via di guarigione, attraversata da una
fuoriuscita dalla forma per entrare nella vita, nel flusso vitale.

L’ESCLUSA
Scritto nel 1893 con il titolo di “Marta Ajala”, pubblicato a puntate su “La tribuna” nel 1901.
Protagonista: donna, Marta Ajala, cacciata dal marito perché accusata inguistamente di tradimento.
Paradossalmente quando verrà riaccolta, commetterà adulterio con altro uomo, di cui rimarrà incinta.
Temi di interesse del romanzo:
- Esclusione. Protagonista esclusa da marito, famiglia, comunità . Diventa intellettuale, cerca
riscatto facendo la maestra e riflettendo sulla realtà dall’esterno.
- Determinismo naturale dei veristi a cui si sostituisce un determinismo sociale. Esclusione è
frutto di una percezione soggettiva dell’opinione della comunità in cui vive.
- Motivo esistenziale del padre, incomunicabilità tra padre e figlio presente in altri romanzi dello
stesso autore.

I QUADERNI DI SERAFINO GUBBIO OPERATORE


1916 pubblicato con il titolo “Si gira”, tematica del cinema. 1925 ripubblicato con il titolo attuale.
Protagonista: Serafino Gubbio.
- Serafino: serafini erano gli angeli, immagine forestiero della vita, personaggio escluso dal
mondo circostante, costretto ad osservare il flusso della vita dall’esterno.
- Gubbio: misticismo in chiave parodica, figura fuori dalla realtà , San Francesco d’Assisi che
secondo i testi sacri era riuscito ad ammansire un lupo nel bosco lì vicino.
Autodidatta di latino, greco e filosofia, si trasferisce dalla campagna alla metropoli

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di Roma. Come intellettuale non trova lavoro, diventa operatore cinematografico, si trasforma in
una macchina, deve girare la pellicola tutto il giorno, non ha potere decisionale.
Trama
Protagonista è impiegato in ditta Cosmograf, casa cinematografica romana. Nei quaderni annota tutto
ciò che riguarda mondo del cinema (vicende, sua meccanizzazione, ciò a cui assiste come operatore).
Oltre alle sue riflessioni si concentra sulla storia di attrice russa, Varia Nestoroff, rinomata per essere
una grande seduttrice di uomini. Attirato da questa donna, la paragona spesso ad una tigre/gatta, dice
che è abituata a far soffrire i suoi uomini e spesso non se ne rende nemmeno conto.
Due filoni narrativi:
- Storia dei due attori, Vara Nestoroff e Aldo Nuti, coinvolti nella scena più importante.
- Percorso interiore che segue la figura di Serafino, passa quasi in secondo piano. Costretto a fare
un lavoro diverso da quello che avrebbe voluto e trasformato in una macchina.
Serafino sempre di più alienato dal suo lavoro, tanto da arrivare ad affermare “ad un certo punto smisi
di essere Gubbio e diventai una mano”.
Alla fine deve registrare una scena terribile: attore con cui Nestoroff aveva una relazione travagliata,
doveva sparare ad una tigre e salvare la donna. Lui era però arrabbiato per aver scoperto tradimenti
di lei. Così le spara uccidendola, poi viene sbranato dalla tigre.
Gubbio riprende tutto, è come una macchina, dopo aver registrato questo diventa afono a causa
dello shock. Rinuncia ad ogni forma di comunicazione con il mondo esterno, può solo scrivere.
Intellettuale non più in grado di intervenire, ma assiste impotentemente alle vicende.
Temi principali:
- Meccanizzazione: colpevole di aver reso uomo uno schiavo, mentre macchinizzazione è
responsabile di perdita valori dell’uomo. Ci si ossessiona con il fare, non su valori primordiali e
giusti. Individuo smarrisca se stesso (ontrasto vita e forma). Uomo perdendo la sua identità
non è più in grado di intervenire sulla sua condizione, giudicarla, interpretarla, può solo
trascrivere su quei quadernini. Mutismo del personaggio principale dopo lo shock è metafora
per alienazione artista e riduzione dell’uomo a macchina, che non interviene è silenziosa.
- Mondo del cinema: Pirandello inizialmente negativo, poi critico e sospettoso. Non lo esalterà
mai ma si incuriosirà . Non regge però paragone con teatro.
Cinema colpevole di cristallizzare la forma narrata manca di rapporto diretto con pubblico, più
del teatro rende arte un prodotto industriale (trame convenzionali, sciocche e stupide per
piacere ad un pubblico sempre maggiore). Teatro ha invece umorismo, significato, fa riflettere.
Da una parte futuristi e naturalisti che esaltavano macchine, tecnologie che miglioravano condizione
dell’uomo, rivoluzionando il mondo circostante.
Pirandello sceglie invece di svolgere un ruolo diverso colpevolizzando le macchine e la tecnologia,
hanno mercificato la natura e la vita.
Metropoli moderna su Pirandello non esercita fascino, Serafino Gubbio dice “La città è l’immagine del
progresso che mira a rendere facile e meccanica la vita ma ciò non ha nulla a che fare con la felicità”.
Per mezzo meccanizzazione, uomo perde del tutto la sua identità .
Filone su Serafino: riflessioni tra cui senso vita in mondo meccanizzato in cui svive. Si chiede se ha
senso vivere in mondo in cui vita è come corsa infinita, no tempo per riflettere nemmeno sulla morte.
Conclusione
Tragica, Pirandello fa riflettere su industria che gira intorno a svago, no spazio per autenticità dei
sentimenti. Morte dei due attori famosa perché attira pubblico e porta incassi. Si perdono valori della
morte per il denaro. Serafino è l’intellettuale la cui unica salvezza possibile è l’indifferenza.

IL FU MATTIA PASCAL
Pubblica romanzo a puntate, rivista “La nuova antologia”, aprile 1904. Romanzo scritto mentre
scrittore accudiva moglie malata, scopo era aumentare incassi, non lo pubblica intero inizialmente.
Formato da 18 capitoli, collegato al saggio sull’umorismo grazie a dedica a Mattia Pascal.
Edizione del 1921 aggiunge “Avvertenza sugli scrupoli della fantasia” per sostenere plausibilità di
quanto sta raccontando. Usa artificio del manoscritto in cui Pascal racconta la propria storia.
Sdoppiamento romanzo: da una parte presentata come storia accaduta, dall’altra si discute se sia vero
o meno. Relativismo sempre presente.
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Tre nuclei narrativi:
- primi due capitoli e ultimo, protagonista è il Fu Mattia Pascal, scritto in maniera retrospettiva
- 3 – 6 protagonista Mattia Pascal (cap 7: snodo Mattia Pascal – Adriano Meis), c’è più narrazione
- da capitolo 8 a 16 che ha come protagonista Adriano Meis

Struttura e stile
- Modello del romanzo idillico-familiare
- Narrazione retrospettiva, scritta in prima persona
- Narrazione e riflessione teorica si mescolano, parte narrativa limitata e mescolata a riflessioni
teoriche da Anselmo Paleari (ruolo Pirandello o Mattia Pascal). Discussione veridicità di
quanto sta raccontando, potrebbe essere pretesto per far capire al lettore che niente ha senso,
nemmeno scrittura, la verità è dietro le maschere.
- Soliloquio, stile recitativo quasi teatrale, frequenti domande retoriche ed esclamazioni.
Romanzo moderno: centro è psicologia, non narrazione, manca unità narrativa, tende a frammentare
personaggi e racconto (compito del lettore riavvolgere la fabula), Mattia si trova in una “non-vita”
come se vivesse in un tempo galleggiante e in uno spazio morto (biblioteca: luogo morto, allusivo).
Trama
Romanzo inizia dalla fine, è il “Fu” Mattia Pascal il protagonista. Al di fuori della vita stessa, forestiero
della vita, estraneo che racconta la sua storia.
Premessa filosofica: Copernico ha sconvolto convinzioni delle persone (relativismo, fragilità uomo).
Negli ultimi due capitoli Mattia torna in Liguria e si ferma dal fratello Berto dove scopre che la moglie
Romilda si è sposata con il migliore amico, vuole riprendersela ma scopre che loro due hanno avuto
un bambino, capisce di non poter fare più nulla. Va a vivere dalla zia Scolastica e torna a fare il
bibliotecario, conclude il romanzo dicendo che ormai è il “Fu” Mattia Pascal, privo di ogni identità .

STRAPPO NEL CIELO DI CARTA – CAPITOLO 12


- Critica a consistenza dell’io
- Critica a oggettività realtà , relativismo
Metafora marionette, personalità è una maschera che nasconde un io frammentato. Abbiamo solo una
costruzione della nostra soggettività . Basta poco per farci capire che viviamo in una realtà fittizia. Il
momento dello strappo denuncia in un breve attimo la falsità del mondo in cui viviamo, il gioco delle
parti si svela e l’uomo è condannato alla paralisi. Possiamo agire solo se crediamo alle maschere che
indossiamo e che gli altri hanno di noi. Quando entrano in crisi i valori del passato, l’uomo è costretto
e paralizzato in una non-vita.

LA LANTERNINOSOFIA – CAPITOLO 13
Uomini: privilegio o sfortuna di avere sentimento della vita (lanternino), il ragionamento.
Relativismo: cerchio di luce proiettato dai lanternini allude a carattere fittizio del nostro io, ciò che
vediamo e percepiamo è soggettivo, proiezione del nostro io. Tutto quello che è immerso nelle tenebre
ci fa paura, ci è ignoto ma non ci accorgiamo che ci siamo già immersi, è il flusso della vita.
Le fiere ventate che spengono i lanternoni, ovvero i grandi valori che ci danno certezze, sono i
momenti di crisi che l’uomo è costretto a fronteggiare (crollo certezze positivistiche ‘800 – ‘900).
Metaforicamente il crollo è associabile allo strappo di carta.
Critica positivismo: punti fissi crollati, alcune persone ostinate a voler alimentare luce che si spegnerà .
Prospettiva di Paleari non negativa “se il cerchio di luce è ingannevole, il buio non deve farci paura”,
anche se non ce ne rendiamo conto la nostra luce fittizia illumina in modo illusorio parte della
nostra realtà , ma siamo già immersi nel buio, basta rendersene conto.

CONCLUSIONE – CAPITOLI 17-18


A tracciare la morale del romanzo sembra essere Don Eligio, prete responsabile della biblioteca.
In realtà ciò che dice non corrisponde al vero e proprio messaggio di Pirandello.
Adriano Meis ha sperimentato che fuori da assetto sociale è impossibile vivere, anche vero che il “Fu
mattia Pascal” ha imparato a non-vivere, cioè a vivere in una condizione di totale estraneità alla vita.
Mentre il primo aveva ancora l’illusione di potere vivere, il secondo ha intuito che non esiste
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un’identità a cui sottostare. Infatti porta fiori sulla sua stessa tomba (umoristico), paradossale dire di
essere il “fu” di qualcosa che ancora esiste.

TEMATICHE PRINCIPALI
- Famiglia: trappola, prigione, nella nuova (matrimonio) non nella vecchia (madre, nido).
Romilda lo considera una disgrazia perché non è riuscita a sposare un uomo più ricco. Inoltre,
anche la vedova lo odia perché pensa non sia il meglio per la figlia. L’unica soluzione è la fuga.
- Inettitudine: Mattia Pascal non è in grado di adattarsi alla vita in cui è nato. La sua sarà
evasione totale quando si ritroverà ad essere ombra di sé stesso. Antieroe, sconfitto della vita.
Non è in grado di mantenere la condizione di libertà assoluta a cui aspirava, occasione di
potersi creare una nuova identità non viene sfruttata fino in fondo, si ritroverà a vivere una
non-vita.
- Critica a progresso, macchine, modernità , urbanizzazione. Evidente quando Meis trascorre
qualche giorno a Milano. Non pensa possa portare uomo a condizione di felicità e nemmeno
migliora la sua vita. Ciò ha anche aumentato sempre più il divario uomo e natura.
- Relativismo: tutto è relativo e in mano al caso, si trova nel mondo dell’azzardo (Montecarlo).
- Spiritismo che affascinava Anselmo Paleari mette di fronte uomo a casualità degli eventi, volere
non è potere, sottoposti a legge del caso e relatività . Crisi positivismo e certezze delle scienze.
- Crisi d’identità : dipende da predisposizione a sdoppiarsi che ognuno di noi ha nel guardarsi
allo specchio. Porta a consapevolezza che siamo anime piene di contraddizioni, frammentati.
- Tema del doppio: antico, origine mondo infanzia. Coscienza è il nostro doppio, sempre presente
in noi, ci fa tenere a mente che siamo frammentati. Ad esempio quando si passa da sonno a
veglia, sogni sono autonomi e non dipendono da noi.
Nel Fu Mattia Pascal: Mattia – Adriano, protagonista scisso in due identità , non trova felicità ,
uomo non riesce a liberarsi da questa doppia esistenza. Il protagonista non riesce mai a
coincidere con se stesso, non riesce a conciliare anima e corpo (esempio occhio strabico).
- Tema dello specchio (Dr Jekyll e Mr Hide).
- Tema della maschera.

TEATRO
Punti comuni delle fasi: riadattamento di novelle pirandelliane, più spazio a testo che azione.
Teatro siciliano(prima del 1915)
Drammi o commedie di stampo naturalista, spesso in forma dialettale (siciliane poi riadattate).
Contrasto istinto – maschera. Deformazione dell’assurdo, del paradosso, base umorismo.
- Liolà
- Pensaci, Giacomino!
Trama: protagonista è vecchio professore (Toti) ormai a pensione, causa salario basso non si è
mai sposato e non ha mai messo su famiglia. In tarda età decide di sposare donna molto più
giovane, Stato avrebbe dovuto pagarle per molto tempo soldi pensione. Spinge suo ex studente
(Giacomo) ad avere relazione con la moglie.
Paradosso conclusione: corna non in testa al professore ma alla maschera che interpreta.
Teatro del grottesco (1915 – 1920): si mescolano tragico e comico, esiti bizzarri e paradossali.
- Così è se vi pare
- Il tacere dell’onestà
- Il gioco delle parti
Tematiche principali:
- Relativismo, mancanza di verità assoluta
- Impossibilità a comunicare con gli altri
Caratteristiche: in opposizione a teatro borghese. Mette in luce e critica le contraddizioni interne vita
borghese del tempo. Il teatro ha unico allestimento: salotto borghese, al centro della maggior parte dei
drammi del tempo. Era luogo sicuro, tranquillo, per Pirandello diventa sala del processo, in cui
avvengono veri e propri interrogatori, alla fine dei quali non c’è una vera e propria conclusione.
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Qui uomo si auto analizza. Poco spazio all’azione. Spesso si gira attorno ad una verità impossibile da
affermare, il fulcro del dramma è proprio l’impossibilità di vedere e di giungere ad una verità assoluta.

Così è se vi pare
Manifesto del relativismo pirandelliano.
Tema: impossibilità a conoscere il reale inafferrabile, si genera un gran relativismo delle convinzioni.
Obiettivo è porre al centro il dramma esistenziale dell’uomo che non potrà mai possedere una
certezza assoluta. Irrilevante sapere se esiste o meno una verità assoluta, più importante giungere alla
consapevolezza che non esista. Fine opera protagonista si interroga chiedendosi se esista o meno una
verità , giunge a capire che anche se esistesse sarebbe inconoscibile, diversa in base a ciascuno di noi.

Metateatro (1920 – 1930): teatro nel teatro, scene teatrali che rappresentano a loro volta altre scene
teatrali, consente ad autore di abbandonare qualsiasi intento, mettere in luce contraddizioni nel
teatro, rompe la quarta parete.
Triologia metateatrale:
- 6 personaggi in cerca d’autore (conflitto tra attori e autore)
- ciascuno a suo modo (conflitto attore e pubblico che irrompe sul palcoscenico)
- questa sera si recita a soggetto (conflitto tra attori e regista)
Punti che mette in luce:
- Impossibilità di creare qualcosa di tangibile ma allo stesso tempo mutevole.
- Conflitto insanabile personaggi – attori (forma – maschera).
Novità :
- Crollo quarta parete, sipario che divide attori dal pubblico.
- Messa a nudo illusione e strumenti teatrali: sipario, oggetti, palcoscenico stesso.
- Rottura linearità del tempo.
- Spettacoli che hanno struttura aperta, dubbi non sciolti, finali aperti lasciano l’amaro in bocca.
6 personaggi in cerca d’autore
Più famosa e importante, talmente innovativa che venne aspramente criticata. Pubblico andava a
teatro per evadere, non per uscirne ancora più turbato di prima. Pirandello disse che obiettivo era
mettere in scena impossibilità di trasportare su una scena teatrale una storia, sarebbe stata
trasformata e interpretata in modo diverso dallo spettatore.
In scena attori stanno provando altra opera di Pirandello “Il gioco delle parti”, dopo un po’ entrano i 6
personaggi senza autore che li rappresenti. Tuttavia, questi 6 personaggi vivono di vita propria,
diventati indipendenti da chi li ha creati e sono alla ricerca di qualcuno che scriva la loro storia. Attori
provano a dar vita al loro dramma ma non ci riescono. Personaggi, non soddisfatti, iniziano a
raccontare il dramma che li attraversa e in questo modo danno vita alla storia tormentata.

Pensiero che Pirandello ha nei confronti del teatro:


- Critica teatro borghese , non rappresenta la realtà per come è.
- Teatro in generale, a prescindere dagli attori, tradisce e deforma idea autore, ma solo in questo
modo si avvicina maggiormente a quella che è la narrazione del reale, mettendo in scena
l’impossibilità di rappresentare il dramma, non possiamo rappresentarla in forme fissa. Per cui
rappresentando l’impossibilità di rappresentare il dramma ci si avvicina di più alla realtà .

Teatro dei Miti, ultimi anni.

IL TRENO HA FISCHIATO – Novelle per un anno


La novella parla di un ragioniere, il ragioniere Belluca.
Era un impiegato modello, preciso, puntuale, rispettoso, che improvvisamente sembrava essere
impazzito, si era ribellato al suo capoufficio e parlava insistentemente di un treno che fischiava.
I colleghi andavano a fargli visita all’ospizio dei matti e lo descrivevano come una persona gravemente
malata, forse affetto da encefalite o da febbre cerebrale..
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La sua era una vita impossibile, scandita dal lavoro in ufficio e dalla assistenza a tre donne vecchie e
cieche (la moglie, la suocera e la sorella della suocera).
Costretto a vivere in piccola casa, con pochi soldi, insieme a due sorelle vedove ed ai loro sette figli.
Ogni sera lavorava fino a notte fonda per arrotondare le entrate poi, esausto, si addormentava su un
divano malridotto.
Era stato lì che, una notte, aveva sentito il fischio improvviso di un treno, ed aveva cominciato a
pensare ad un viaggio in luoghi lontani, o in città conosciute durante la gioventù .
Era riuscito ad evadere per qualche secondo dalla realtà , e si era ricordato che esiste anche un altro
mondo, oltre al suo, fatto da una vita frenetica dedicata interamente a famiglia e lavoro.
Lui aveva dimenticato il mondo reale. Naturalmente avrebbe ripreso la sua vita, avrebbe continuato il
suo lavoro di computisteria, si sarebbe scusato con il capoufficio, il quale gli avrebbe concesso, di
tanto in tanto, una fuga immaginaria in Siberia o in Congo, su quel treno che fischiava.

ITALO SVEVO
Innovatore letteratura italiana, possiamo porlo accanto a Kafka, James Joyce, Thomas Mann.
Innovazioni nella narrativa:
- scelta del protagonista, non più il classico eroe del romanzo ottocentesco, ma un inetto,
antieroe per eccellenza (rappresenta la “noluntas” di Schopenhauer)
- antiromanzo o romanzo psicologico/analitico. Non valgono i fatti o gli avvenimenti, ma come
essi vengono vissuti e percepiti dal personaggio. Risonanze che realtà esterna riflette nell’io
narrante, può essere vera o falsa, possono anche essere autoinganni.
Il suo vero nome è Aron Ector Smith, origini familiari tedesche (Schmitz) ed ebraiche (Aron). La sua
cultura sarà triplice: tedesca, ebrea e italiana.
Tre fasi della vita:
1. fino a 1899, fase creativa, anni della giovinezza, lavora come impiegato
2. 1899- 1918, silenzio stampa, lavora in azienda
3. 1919-1928, ripresa produzione letteraria
- 1861, nasce a Trieste da padre ebreo e madre italiana, famiglia benestante. Trieste
caratterizzerà tutta la vita di Svevo e la sua produzione letteraria, allora apparteneva a Impero
Asburgico. Centro culturale importantissimo, attraversato da diverse etnie (porto).
- Si sposerà con donna cattolica quindi abbandonerà la fede ebraica. Inoltre era irredentista per
cui lottava per far sì che la città diventasse italiana.
- 1874, cacciato di casa, va in Baviera dove impara il tedesco, comincia a studiare mondo del
commercio. Formazione linguistica-culturale tedesca nonostante padroneggi italiano e dialetto
triestino. Sintassi risulta sempre molto semplice, puntava a far arrivare nel modo più chiaro
possibile il messaggio.
- 1874-1878, torna a Trieste, conclude studi commerciali, inizia ad appassionarsi alla letteratura,
è autodidatta, frequenta biblioteca comunale della città .
- 1880, azienda del padre fallisce, lui viene assunto come impiegato in banca.
- Collabora con rivista triestina dove pubblica il suo romanzo, usa lo pseudonimo di Ettore
Samigli, italianizzazionedel suo nome.
- 1892, muore il padre, pubblica a sue spese il romanzo, “Una vita”, flop.
- 1896, si sposa con lontana cugina Livia Veneziani, ricca borghesia, padre era proprietario di
ricca industria di vernice per navi. Lei era cattolica quindi lui si convertirà sposandosi con rito
cattolico. Matrimonio importante perché in poco tempo gli offrì la possibilità di essere assunto
come socio nella sua azienda, salto di classe da piccola borghesia ad alta.
- 1898, pubblica romanzo “Senilità”, casa editrice Treves rifiuta ancora, pubblicato a puntate su
“Indipendente”, poi unitario a sue spese, altro flop.
- Per lavoro comincia a viaggiare spesso, ha bisogno di parlare bene inglese, si iscrive a corso
tenuto da James Joyce alla Berlitz School. Diventeranno molto amici, sarà Joyce a spingerlo a
leggere Freud, poi uno dei modelli a cui si rifarà .
- 1906-1907, corso di inglese con Joyce
- 1914-1918, scoppia la Prima guerra mondiale, Joyce va in Francia, Svevo rimane a Trieste,
mantiene cittadinanza austriaca e cercherà sempre di rimanere nell’ombra.
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- 1918-1019, traduce e pubblica “Interpretazione dei sogni” di Freud.
- 1919, inizia a scrivere “Coscienza di Zeno” che pubblica nel 1923. Successo non immediato, ma
arriva grazie a intervento di Joyce che lo fa leggere a critici francesi.
- 1928 muore a seguito di un incidente stradale, a Motta di Treviso. Gode poco del suo successo.

PENSIERO
- Positivismo, Darwinismo e Marxismo.
Attitudine a usare tecniche scientifiche per conoscere e indagare realtà . Esiste evoluzione
umanità ma non sempre positiva, soprattutto se proiettata solo a progresso economico.
Perso di vista il vero obiettivo, ricerca della bellezza interiore, benessere psicofisico, felicità .
Progresso si è diviso e potrebbe aver portato ad un regredimento.
Darwin: comportamento dei singoli deriva da leggi superiori, naturali da cui non si può
scappare, lotta per la vita applicata alla società . Rapporti umani dominati da selezione naturale,
da una parte individui più forti (borghesia) e dall’altra i più deboli (inetti).
Successivamente rivaluterà figura inetto: superiore a individuo che apparentemente è più
forte, il primo si è adattato alla realtà , il secondo è in una fase in cui può evolversi e adattarsi
meglio alle eventuali complessità che incontrerà . Individuo forte è cristallizzato, inetto è più
adattabile a varie realtà .
Tra i vari modelli che Svevo segue c’è quello del Marxismo, supporta la condanna che Marx
fa allo sviluppo industriale che porta all’alienazione dell’uomo.
- Pensiero negativo e antipositivista di Schopenhauer e Nietzsche e Freud.
Schopenhauer: volontà uomo non è libera, condizionato da entità superiore. All’uomo rimane
solo rinuncia alla volontà , si annulla e rinuncia ai suoi principi vitali. Nei romanzi da una parte
abbiamo i lottatori, borghesia vincente, dall’altra i contemplatori, inetti che non affermano la
loro volontà .
Nietzsche: teoria della pluralità dell’io, no unico individuo ma formato da più strati. Poi critica
valori borghesia, non conducono a felicità , sono autoinganni.
Freud: lo conosce personalmente (padre della moglie), caduto in problemi nervosi, si fa curare
da lui. Pensa che psicanalisi non sia utile a fini medici, ma è tecnica fondamentale per
conoscere se stessi. Molte cose sono giustificate da inconscio, quindi è necessario indagarlo.

CONTRAPPOSIZIONE TRA LOTTATORI (SANI) E INETTI (MALATI)


Svevo si domanda perché si debba guarire dalla malattia, dalla nevrosi e che cosa sia esattamente.
Qualcosa che ci rende capaci di guardare in modo critico realtà e smascherare illusioni.
Da sani siamo inseriti in un sistema, lottiamo per cose che non ci portano a vera felicità , non un vero
obiettivo. Invece da malato uomo esce dai cardini, si rende conto di ciò che non funziona nel sistema.
Pone su un piano di pari dignità lottatori e contemplatori. Malato non rinuncia alla sua libertà e alle
sue pulsioni vitali, il sano sì perché si è fatto incanalare da una società , è conformista.

MODELLI LETTERARI
- Letteratura naturalista e verista. Prende Bovarismo, tendenza tipica personaggi di scrittori
francesi a insoddisfazione vita. Desiderio di vita diversa senza mai raggiungerla (Zeno Cosini).
- Emile Zola, tendenza a descrivere in maniera minuziosa gli ambienti.
- Realista Dostoevskij, analisi profonda dell’io dei personaggi, tende a immergersi nell’animo.
- Joyce, non arriverà mai ad operare flusso di coscienza, crea correlazione tra modo di scrivere e
personaggio. Infatti, ci sono costrutti logici non italiani ma fusione dialetto triestino e italiano.

PROTAGONISTA DEI ROMANZI: INETTO


Antieroe, persona non in grado di imporre la propria volontà perché troppo debole, poca buona
volontà , costantemente preso dai suoi conflitti interiori (malattia) che fanno parte dell’inconscio.
La nevrosi non è altro che la manifestazione dei suoi turbamenti.
Coscienza di Zeno: si comincia a vedere i Lottatori come portatori di ipocrisie, incoerenze, non più
modello da seguire ma da smascherare. Lui è l’unico che non si è fatto ingannare da realtà alienante,
ha cercato di dare una chiave di lettura alla sua nevrosi a tutti i suoi conflitti interiori.
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Inetto è un po’ intellettuale moderno. Esclusione gli consente di osservare realtà prendendone le
distanze, smaschera tanti aspetti che sembrano essere dei vincenti ma non lo sono. Motivo per in fine
Coscienza di Zeno, protagonista interrompe volontariamente terapia.
Inettitudine può essere interpretata come malattia: allontana dalla società , rivela capacità evoluzione
ancora in corso, mentre i “sani” si sono già trasformati e non possono tornare indietro.
FUNZIONE DELLA LETTERATURA
Funzione introspettiva e a volte autoironica. Conoscere se stessi, approfondire la propria psiche,
realtà interiore permette di guardare in modo più oggettivo se stessi e il passato. Uomo in analisi
riesce a capire differenza tra realtà e apparenza. Mettendo su carta i suoi dubbi riesce ad oggettivare
la sua psiche. Ironia:
- soggettiva, narratore esterno interviene con punto di vista diverso dell’inetto e mette in luce
ironia che la situazione può riflettere;
- oggettiva (Coscienza di Zeno), no intervento narratore, ci si limita a descrizione dei fatti che la
generano autonomamente.

STILE
Fondamentali le innovazioni formali di Svevo:
- Coscienza di Zeno, tipo memorialistico, protagonista si auto analizza, struttura diaristica.
- Tempo misto della memoria, ripresi vari momenti della vita, continue alternanze temporali,
si alternano passato e presente, non c’è ordine cronologico.
- Vicenda presentata in modo soggettivo, porta ad alterazione dei fatti, non possiamo sapere se
lui stia mentendo o no. Lettore deve essere attivo e deve capire da solo dove sia la realtà .

SINTASSI
Sintassi antiletteraria, per molto tempo la critica ha classificato Svevo con una prosa molto lontana dal
bello e dalla tradizione letteraria italiana. Forma in secondo piano rispetto ai contenuti. Decisione
presa dall’autore per cercare di essere il più possibile aderente a ciò che narra, il protagonista un
giovane triestino, viene ricalcato tramite costrutti che derivano dal tedesco. Lingua influenzata da
varie correnti linguistiche, ciò conferisce veridicità a ciò che si narra.

LA COSCIENZA DI ZENO
Iniziato nel 1918, pubblicato nel 1923, editore Cappelli di Bologna. Archiviato sogno di diventare
famoso nel campo letterario, ma nel suo subconscio ci sperava ancora. Non abbandona scrittura grazie
ad amicizia con James Joyce, stima di Montale, aveva più tempo perché azienda per cui lavorava era
stata requisita durante la Prima guerra mondiale.
Questo romanzo lo consacra come scrittore in grado di dare voce al disagio moderno, in tempo di crisi
come quello che si stava attraversando. Si affermano le avanguardie, nasce e si afferma la psicanalisi.
Novità :
- Cosa collega tutti i 3 romanzi? Protagonista che è sempre un inetto anche se raccontato con
modalità diverse, nei primi due sarà destinato a fallire ma nel terzo sarà nobilitato.
- Abbandono impianto narrativo in terza persona. Romanzo come coscienza autobiografica
raccontata direttamente dal protagonista. Narratore riflette su se stesso e sulle sue memorie.
Svevo finge che manoscritto di Zeno sia stato pubblicato proprio dal suo dottore, per vendetta,
siccome aveva interrotto bruscamente la terapia.
- Rovesciato l’espediente del “manoscritto ritrovato”. Non ci si può fidare di Zeno Cosini, non è
oggettivo nelle sue memorie, nessuno ci può spiegare la realtà come sta. Durante il romanzo
viene rivelata la sua vera natura fatta di pulsioni naturali, azioni determinate dal subconscio.
Titolo
Protagonista non è Zeno Cosini, ma la sua coscienza. Titolo ha una doppia sfumatura, coscienza può
essere intesa con due valori opposti: da una parte consapevolezza già acquisita di sé e delle sue azioni,
dall’altra una consapevolezza non del tutto acquisita, quindi una cattiva coscienza, crea autoinganni
inconsapevoli.
Narratore autodiegetico: interno alla storia.
Protagonista: zeno cosini
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Zeno:
- zero, ricorda la figura di un inetto;
- deriva da Xeno (greco), sottolinea come vita protagonista sia diversa da quella di tutte le altre
persone che lo circondano.
Alfonso Nitti (Una vita) ed Emilio Brentani (Senilità) sono inetti, ma qui Zeno diventa soggetto della
sua stessa critica, protagonista in grado di guardare con distacco ironico sia sé stesso sia il mondo che
lo circonda. Distrugge completamente la gerarchia tra salute e malattia, si rende conto che la vera
malattia non è in lui ma risiede nella salute delle altre persone, nei “sani” che in realtà sono
cristallizzati in una forma statica e immutabile. Inettitudine non è malattia ma è forza.
3 punti di vista principali
- Zeno giovane, dai 20 ai 35/40, io narrato
- Vecchio Zeno, 57 anni, l’io narrante
- Dottor S. Gli dice di scrivere in modo da capire le cause della sua nevrosi. Non sappiamo chi sia
ma potrebbe essere o l’autore stesso o Freud o il suo analista triestino Weiss.

RELATIVITÀ
Realtà si presta a varie interpretazioni, doppia lettura: pulsioni irrazionali e pensieri razionali.
Questa alternanza provoca ironia (esempio: dice che il suo più grande desiderio è smettere di fumare
ma poi non fa nulla per cambiare). Fatti narrati da Zeno e dallo psicanalista, entrambi screditati, sono
inattendibili, al lettore non resta che avanzare delle personali ipotesi interpretative.
Narrazione organizzata in modo che venga richiesta continua collaborazione del lettore. Il romanzo è
un esempio di “opera aperta”, ovvero un’opera il cui significato è intenzionalmente plurivoco.

IL DOTTOR S – PREFAZIONE
Presentazione due narratori 1° e 2° livello (dottor S, Zeno Cosini). Paziente non parla bene del dottore.
Nessuno dei due narratori è attendibile.
Svevo e la psicanalisi: rapporto con pensiero freudiano è complesso, lettera inviata ad amico Valerio
Jahier (1927), dove scrive “Grande uomo, quel nostro Freud, ma più per i romanzieri che per gli
ammalati”. La psicoanalisi gli appare dunque come uno strumento narrativo e conoscitivo
fondamentale per comprendere i processi nascosti che determinano il comportamento dell’individuo
ma non crede molto al suo potere terapeutico.
Tre parole importanti:
- Novella: genere letterario di finzione, racconti verosimili ma non ricalcata al 100% la realtà .
Non possiamo fidarci del tutto delle parole del narratore, inattendibilità .
- Autobiografia: racconto retrospettivo della vita di chi scrive, presuppone sincerità . Contrasto
con novella. Binomio “verità e bugie” del dottor S ritorna.
- Memorie: importanza data ai ricordi, scrivere equivale a riportare in superficie, non semplice
registrazione di ciò che è avvenuto, ricordi vengono filtrati quando li ricostruiamo.

IL FUMO – L’ULTIMA SIGARETTA


Nevrosi si riflette sul modo di vivere, non in pace con se stesso, contrasto tra pulsioni e coscienza, tra
buoni propositi e desideri inconsci. Vorrebbe essere giovane brillante triestino ma non lo è, vorrebbe
smettere di fumare ma non lo fa, vorrebbe una laurea ma passa 20 anni da una facoltà all’altra.
Se smettesse di fumare non sarebbe più in grado di giustificare la sua inettitudine, la sigaretta è un
alibi. Questo è ciò che Freud chiama come “atti mancati”, ci auto inganniamo di voler fare qualcosa ma
in realtà il nostro subconscio ci rivela le nostre reali intenzioni.
Il secondo tema che emerge è il complesso di Edipo, rivela il desiderio inconscio di eliminare la figura
paterna per poter tenere per sé la figura della madre. Infatti fuma perché lo fa il padre e perché
glielo impediva da piccolo. Emerge rapporto conflittuale con padre, cerca di nasconderlo a se stesso.
Tematiche
- Morte del padre, evento traumatico, fine della sua giovinezza, non può più continuare a
nascondersi dietro la sua figura
- In punto di morte lo schiaffo del padre, volontario o meno, provoca reazione in Zeno
- Complesso di Edipo, degenera in rapporto conflittuale con il padre.
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LO SCHIAFFO DEL PADRE (la morte del padre)
Trauma talmente profondo che non è possibile distaccarsene. Dopo i funerali cercherà di ricordarsi
del padre come una figura buona, mite. Sublimazione di un uomo con cui si era sempre sentito in una
condizione di inferiorità .
Lo schiaffo viene inteso come qualcosa di razionale anche se di fatto non lo è, il padre è incosciente.
Il padre è un uomo solido sia economicamente che fisicamente e rappresenta un po’ la borghesia.
Padre e Zeno in conflitto tra loro. Il figlio si rende conto di non essere come avrebbe voluto il padre,
modello maschile per lui. Inoltre rappresenta per lui autorità , influenza determinante crescita.
Complesso di Edipo: bambino piccolo vorrebbe la mamma tutta per sé, la figura che mette più a
rischio il rapporto è il padre.
Allo stesso tempo nei mesi precedenti, quando il padre era già malato, Zeno si rifiuta di rappresentare
al 100% la figura del figlio premuroso, è addolorato ma questo provoca una gran rabbia.
Padre come colui che è sempre pronto a colpevolizzare il figlio, giudice morale.
Emerge egocentrismo, a tratti è autocommiserazione. Ogni cosa, anche le lacrime che versa, non sono
tanto per il padre quanto per se stesso, aveva paura di rimanere solo.
Conflitto con figure maschili continua anche dopo la morte del padre, con l dottor Coprosich.
Considerazione sullo schiaffo: non si sa se sia stato un movimento volontario o no, importante è la sua
reazione, il suo sentirsi in colpa per una vita che non è quella a cui il padre lo aveva destinato. Punito
in extremis per ciò che ha fatto, Zeno scivola in un mix di rabbia e senso di colpa.

GIUSEPPE UNGARETTI
- Nasce nel 1888, ad Alessandria d’Egitto, genitori si erano trasferiti per aiutare costruzione
canale di Suez.
- Studia e passa la prima parte della sua vita in Egitto, influisce nella sua poetica.
- 1912, si trasferisce a Parigi, studia e vi rimane gran parte della sua vita.
- Si avicina alle avanguardie e stringe amicizia con Guillaume Apollinaire, che lo avvicina allo
sperimentalismo, si stacca dalla tradizione.
- Entra in guerra con l’Italia, pronto ad arruolarsi come volontario, interventista.
- Scopre nella guerra una realtà completamente diversa, scrive poesie brevissime che servono a
fissare la realtà mettendo in luce gli orrori della guerra, sopratttutto per chi combatteva in
trincea.
- 1919, scrive “Porto sepolto” e “Allegria di naufragi” (ossimoro, simboleggia come poesia sia
punto incontro tra orrori guerra “naufragi” e speranza “allegria”)
- 1931, 3° edizione chiamata “L’allegria”, titolo definitivo, sottolinea come anche negli orrori
della guerra è stato possibile trarre una parte positiva, tramite la parola.
- Parigi, dopo la guerra, si sposa e ha 2 figli.
- 1921 – 1922, torna in Italia, lavora come giornalista a Roma, scrive in molte rivistee e diventa
redatore di una rivista fascista.
- 1933, pubblica “Sentimenti del tempo”, nuova poetica caratterizzata da ritorno a tradizione,
archivia precedente sperimentalismo.
- 1937 – 1942, si trasferisce in Brasile, a San Paolo, dove muore il figlio per appendicite.
- Torna a Roma e insegna all’università , si trova di fronte a città vittima di bombardamenti,
scopre la realtà del fascismo e cambia orientamento politico.
- Muore nel 1970 a Milano.
In tutte le poesie è presente il culto parola, attraverso essa il poeta può recuperare la verità assoluta.
Religione
Era ateo prima della guerra. Successivamente la guerra gli fa recuperare senso religioso della vita, si
interroga su di essa poi si converte al cristianesimo.
Politica
Nel dopoguerra inizia ad imporsi il fascismo, Ungaretti credeva potesse portare a miglioramenti.
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Ebbe legame con Mussolini, che scrisse persino la prefazione di una raccolta del 1923. Ciò influì nella
carriera e nella vita, non riucì però a vincere il Nobel.
Decise di appoggiare fascismo, ambiva a ritorno all’ordine, interpreta male il movimento, pensa possa
essere in grado di portare alla tradizione la vita e il modo di vivere italiano.
POETICA
Poesie molto brevi, sottolineano il valore delle poche parole, che sono però di grande peso, parola
pura. Sono poesie molto concentrate ma efficaci (esempio: “Soldati”, “Mattina”).
- 1912 – 1931, prima fase: definita “poesia pura” o “parola pura”. Con puro si intende l’efficacia
delle parole che è in grado di portare alla luce messaggi universali.
- Ultima parte: ermetismo, poesia chiusa e compressa. Centro della poesia è ruolo uomo nel
mondo e il suo significato. Culto parola e potere poesia.
1933, “Sentimenti del tempo”: archivia sperimentalismo, ritorno a tradizione, recupera punteggiatura e
sintassi, lessico più raffinato e sviluppato, poesia più complessa.
Sentimenti ricercati attraverso le poesie:
- attaccamento alla vita scaturito dalla guerra
- desiderio di autenticità ed innocenza
- desiderio di fratellanza

NOVITÀ STILISTICHE E FORMALI


- Sintassi franta: frammentazione del verso, per lo più settenari divisi in due.
- Mancanza di ritmo, spezzato, si avverte frammentazione versi, rappresenta situazione fragile
del poeta in guerra.
- “Pagina bianca”, spazi bianchi nella pagina, pause e silenzi parte della poesia, fondamentali.
- Uso analogia, riprende il simbolismo, accosta due elementi tra loro distanti ma che creano un
collegamento chiaro. Poche parole che appaiono come luce, verità profonda.
- Assenza rima.
- Tende a concentrarsi su una sola immagine.

L’ALLEGRIA
Divisa in 5 sezioni: Ultime (ultime poesie fase giovanile, prima della guerra), Il porto sepolto, Naufragi,
Girovago, Prime (prime poesie che contengono ermetismo, dopo la guerra).
Tematiche:
- Tema della guerra e del dolore, racconti in prima linea, orribile ma permette a chi la vive di
scoprire umanità solidale e fratellanza. Descrive uomini come brandelli di carne, tutti uguali
davanti alla morte. In luce non esperienza personale ma collettiva.
- Sradicamento, mancanza di radici, come lo stesso Ungaretti che non ha una propria patria.
- Natura. Nei momenti più dolorosi uomo riesce ad aggrapparsi a natura, unica cosa che riesce a
dargli speranza.
- Precarietà della vita (esempio: “Soldati”).
Stile: nuovo e sperimentale, riflette esperienza di guerra, bisogno di essere essenziali, sul fronte non vi
era molto tempo per scrivere. Prevalgono poesie molto corte ed essenziali, alcune persino nominali,
cioè senza verbi. Dietro le poesie vi è un lungo studio volto a perfezionare l’immediatezza con cui
viene colto il contenuto

VEGLIA
Titolo informativo: non dorme bene in quanto troppo vicino alla morte.
Tema: violenza guerra, sottolineata da parole efficaci. Tema natura (riga 7).
Campi semantici e tematiche principali:
- contrapposizione tra vita e morte
- speranza in una vita migliore dopo gli orrori della guerra
- vuole sottolineare ed estremizzare al massimo l’orrore vissuto
- attaccamento alla vita, istinto vitale, il giorno successivo potrebbe essere morto
La parola ha una potenza espressiva che catapulta nell’esperienza.

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SAN MARTINO DEL CARSO
Paese devastato dalle bombe della guerra.
Tutto il dolore della guerra confluisce dove si trovano le croci e i ricordi dei compagni caduti.

SOLDATI
Tema: percezione precarietà vita, analogie con foglie in autunno.

IL PORTO SEPOLTO
Poesia è ricerca del mistero profondo della vita, del suo segreto.
Titolo: ciò che di segreto rimane in noi indecifrabile. Tutt’uno con i versi. Meta del viaggio nella
profondità dell’io, alla ricerca della poesia.
Scavo nella materia poetica ricorda il viaggio agli Inferi del mitico poeta Orfeo.
Gesto della dispersione del “canti” ricorda magico rituale della Sibilla, scrive profezie su foglie e le
disperde al vento.
Versi liberi (versicoli), parole brevi. Punteggiatura assente. Spazi bianchi suggeriscono le pause.

NEOREALISMO
Fenomeno culturale che coinvolge letteraura, arte, cinema.
Obiettivo: descrivere realtà 2^ dopoguerra.
Pre-neorealisti: Alberto Moravia ed Elio Vittorini.
Difficile opporsi al regime, Benedetto Croce unico italiano apertamente contro fascismo.

CONTESTO STORICO
1943: caduta del fascismo, sfiducia verso Mussolini.
Nuovo capo del governo: maresciallo Badoglio.
Sud: presenza forze armate anglo-americane.
Nord: occupazione truppe tedesche contro cui si sviluppa la resistenza (forze di sx che vogliono
rinnovare cultura e società italiane + forze liberali e cattoliche più conservatrici).
25/04/1945: liberazione Italia dalle truppe tedesche.
Governo Parri, scontri tra 2 ideali: dx (liberale, restaurazione) e sx (comunista, cambiamento).
Dicembre 1945: governo di Alcide De Gasperi.
02/06/1946: referendum per scelta monarchia-repubblica, vince repubblica.
Assemblea costituente con De Gasperi, compito di redigere Costituzione e dare inizio a Repubblica.
Europa orientale: regimi comunisti sotto pressione sovietica (Stalin).
Guerra fredda: Stati Uniti vs. Unione Sovietica.
In Italia si sperava che Stalin avesse realizzato una dittatura del proletariato, invece aveva trasformato
il comunismo in una vera e propria democrazia.
Periodo del centrismo: politica tenta di creare aggregazioni politiche di centro per evitare tensioni.
1953: morte Stalin, destalinizzazione Europa orientale.
Sx, Partito Comunista: rivede propri principi, necessita moderazione.
Sviluppo economico rigoglioso ma caotico, America ha influenza sempre maggiore.
Fino 1960: governo Democrazia Cristiana.
1962: governo Fanfani, centro sinistra.

CARATTERISTICHE
Interrogativi: qual è il ruolo dell’intellettuale? Cosa deve fare?
- Scopo battaglia culturale: non dimenticare orrori guerra, descritti in maniera oggettiva.
- Lotta proletariato, resistenza, divario Nord-Sud, ruolo della donna.
- Letteratura estremamente impegnata: oltre a consolare deve liberare Italia da povertà , miseria,
sfruttamento, rischio di nuove dittature.
Linguaggio semplice ma d’effetto.
Principali esponenti: Beppe Fenoglio e Primo Levi.
- Aspetti positivi: volontà di sottolineare umiltà , no conservativo, vuole stimolare crescita Italia.
- Aspetti negativi: abuso gergo e dialetto, rischio degenerazione in eccessivo populismo.
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Parlare di stato d’animo collettivo di persone che hanno vissuto in prima persona guerra e resistenza.
Piena libertà di parola.
La cultura è il mezzo di comunicazione attraverso cui formare la coscienza.
Alcuni partiti + Chiesa criticano come neorealisti esibiscano i “panni sporchi” (profonda crisi).
CINEMA
Ossessione di Luchino Visconti:
- primo film neorealista
- ispirato dal libro Il postino suona sempre due volte di James Cain
- girato all’aperto, vista su edifici bombardati
- vengono dedicate molte riprese ad azioni comuni
Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, I vitelloni di Federico Fellini.
1945: Roma città aperta di Roberto Rossellini, contro occupazione tedesca, grande presenza bambini.
1948: La terra trema di Luchino Visconti in cui viene riadattata la storia dei Malavoglia di Verga, girato
ad Acitrezza, volontà di dare luce alla realtà arretrata contadina del sud, rapporto padroni-proletari.<
Rivista Cinema diretta da Vittorio Mussolini, primogenito di Benito Mussolini.
Messe in luce le classi sociali più umili.
Presenza telefoni fissi: bianchi = buona qualità , neri = più economici.
Rappresentazione realtà in presa diretta, personaggi non doppiati.
Attori presi direttamente dal popolo.
Rappresentare aspetti oggettivi realtà come se fossero descrizioni di cronaca.
Cinecittà di Roma non + utilizzata perché diventa luogo di rifugio per gli sfollati.

LA TERRA TREMA – LUCHINO VISCONTI


Ambientati in periodi storici diversi.
Protagonisti Ntoni – intera famiglia malavoglia.
TRAMA
Ambientato ad Acitrezza protagonista non è tanto popolazione città nè malavoglia ma Ntoni Valastro,
non si chiama più Malavoglia, è un umile pescatore che torna dalla leva miliare e decide di ribellarsi
alla prepotenza dei grossisti che acquistano pesce a prezzi molto bassi e rivendono a prezzi alti.
Ipoteca la casa, ottiene un prestito e compra barca. Si mette in autonomia ma fallisce subito, barca
distrutta da tempesta. Serie di sfortune: sorella diventa prostituta, fratello muore.
Ntnoni cade in una specie di depressione, si dà all’alcolismo e comincia a vagabondare per il paese.
Ciò compromette l’intera famiglia. Nel frattempo, scade ipoteca su casa che viene pignorata per cui
non può fare altro se non tornare dai grossisti pieno di amarezza.
ANALOGIE E DIFFERENZE CON MALAVOGLIA
Punti in comune
- Volontà di raccontare storia degli umili, luce a parte Italia più arretrata nella fase di transizione
‘40-’50. Manzoni a suo tempo era stato il primo, aveva dato voce a Renzo e Lucia ed era stato
un unicum, mentre ora è assolutamente argomento principale.
- POV regressione: attori non professionisti, gente comune, dialetto, riporta in vita opera Verga.
Differenze
- Punto di vista linguistico
o Verga non ha scritto in dialetto siciliano ma ha dato patina dialettale, dare illusione
o Luchino usa dialetto, ciò aveva provocato estrema critica, lo fa per valenza ideologica,
delinea forte esclusione a cui è soggetta questa parte dell’Italia, lingua incomprensibile.
Questa differenza linguistica verrà sanata solo grazie all’obbligo delle scuole medie e
grazie alla televisione.
- Speranza? Rassegnazione o resistenza?
o Verga: pessimismo verghiano rappresentava solo realtà com’era, no speranza.
o Neorealismo: questa visione progressista, di sinistra c’è. Luchino vuole porre fine allo
sfruttamento sul lavoro, la presa di coscienza nel momento centrale del film (Ntoni si
ribella ai rigattieri e butta le bilance in acqua) rappresenta la morale dell’ostrica, non
come motivo di rassegnazione, ma di resistenza.

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ELIO VITTORINI
Siracusa 1908 – Milano 1966.
Traduce romanzi lingua inglese, lavora nell’industria editoriale, dirige “Il Politecnico” e “Il Menabò ”.
Il Politecnico: sguardo su popolo, ponte borghesia-massa, si parla anche di inchieste, di attualità .
Successivamente si stacca dal Politecnico perché vuole impegnarsi a livello politico senza aggrapparsi
a nessun partito. La cultura deve mantenere autonomia e libertà di pensiero.
Permanente oscillazione letteratura-politica, simbologia-ideologia, lirismo-realismo, mito-storia.
Causa sconforto: scoppio della guerra di Spagna, carattere illusorio posizioni politiche di sinistra
(Partito Comunista) fino ad ora sostenute.
Tendenza a tradurre dati reali in analogie simboliche.
Interesse per ambienti e situazioni mondo popolare, si schiera a favore di offesi e vittime.
Passa a Partito Socialista Italiano.
Conversazione in Sicilia (1941): romanzo circolare, forma mitico-simbolica di un ritorno alle origini,
storia (miseria siciliana e guerra di Spagna) è ben presente ma filtrata ed espressa nella forma
simbolica del mito.
Scrisse anche Uomini e no.

QUERELLE (DISSIDIO) TOGLIATTI - VITTORINI


La sua volontà di impegnarsi politicamente ma senza mai dichiararsi pubblicamente a favore di un
partito o l’altro, lo porta a scontro con Togliatti, esponente del Partito Comunista. Gli interventi sono
vari, interviene anche critico letterario Alicata, le critiche che gli fanno sono le seguenti:
- rivista aveva visione troppo astratta, aveva tendenze decadenti
- non aveva appoggiato completamente Partito Comunista
- Vittorini viene accusato di “smuovere ed entusiasmare fantasia” del popolo
- ricatto morale
Togliatti avrebbe voluto un esplicito appoggio da Vittorini, il quale invece pensava che la letteratura
dovesse essere separata da politica a eccetto di periodi critici. L’uomo di cultura non doveva “suonare
il piffero della rivoluzione” e doveva essere libero di porre sollecitazioni differenti da quelle dei
politici.

ITALO CALVINO
Nasce a Cuba nel 1943.
Genitori originari di Sanremo, erano commercianti laureati in agraria, poi dedicati alla floricoltura.
La formazione culturale è laica e basata sulle scienze, complici i genitori e la scuola.
1947 inizia agraria poi si laurea in lettere a Torino e comincia a frequentare gli intellettuali che
collaborano con Einaudi e con il Politecnico, stringe amicizia con Vittorini.
Decide di partire e fare parte della resistenza, genitori vengono messi in carcere.
Testi neorealisti:
- Sentiero dei nidi di ragno, 1947
- Ultimo viene il corvo, 1949
Scrive con editore Einaudi del Partito Comunista.
Elezioni del 1948 vince la DC, delusione politica.
1956: arrivano notizie gruppo di ribelli del proletariato ha preso il potere in Ungheria spodestando il
segretario del Partito Comunista. URSS invia esercito e riporta il segretario.
Si distacca dal Partito Comunista, che non prese distanze da questa azione (tra cui Napolitano, ex
presidente della Repubblica), ci fu una sorta di muta adesione.
1964: si sposa con una donna argentina e si trasferisce a Parigi.
Conosce il filosofo Roland Barthes e Ouilipo (officina di letteratura potenziale, OU/LI/PO), gruppo di
intellettuali, esponenti principali erano George Perec e Queneau.
Nel 1980 torna in Italia e nel 1985 a causa di emorragia cerebrale muore a Siena.
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PRODUZIONE
‘45-’64 -> neorealismo e sperimentalismo linguistico + impegno politico ed etico, lasciare messaggio.
‘64- ’85 -> distacco politico, ricerca chiave di lettura mondo che non ha più nessun intento moralistico.

SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO


Raccontata la resistenza da POV bambino di 10 anni (Pin), non in grado di capire il mondo dei grandi.
- genere fantastico: resistenza da occhi bambini, Pin non capisce a pieno differenza bene – male
perciò trova uomini alla sorella prostituta.
- genere picaresco: narrazione in prima persona in cui l'eroe è un personaggio di bassa
estrazione sociale, generalmente un orfano abbandonato in un mondo ostile.
Stile: semplice, regressione autore, lettore vive vicende da POV Pin, dialetto e parole della guerra.
Trama
Pin vive in cittadina che richiama Sanremo, orfano di madre, padre è marinaio sempre in viaggio.
Vive con sorella che si prostituisce, anche con i tedeschi.
Sentiero dei nidi di ragno: rifugio segreto, luogo in mezzo alla campagna pieno di ragni.
Cerca di attirare attenzione dei grandi, che spesso però si prendono gioco di lui.
In osteria gli viene chiesto di rubare la pistola del generale tedesco che era con la sorella.
Una volta tornato con la pistola non viene però considerato. Va nel suo rifugio e seppellisce arma,
torna in città tenendo con sé la cintura, viene scoperto e messo in prigione.
Conosce Lupo Rosso, dei partigiani comunisti, (Lupo -> fascismo, Rosso -> comunismo).
Instaurano relazione tipo padre-figlio, scappano ma non riescono a rimanere uniti, Pin lo perde.
Nel frattempo trova ciliegio, mangia ciliegie e lascia a terra ogni 20 passi un nocciolo nella speranza
che lupo rosso li trovi e lo cerchi (ELEMENTO FANTASTICO).
Ritrova strada per nascondiglio segreto e lì si imbatte nella figura di un omone che si rivela essere
Cugino, che diventerà la figura piu importante per Pin (ELEM FANTASTICO, gigante buono).
Cugino lo porta con sè nel gruppo del Dritto, brigata poco composta, sembrano gli scarti.
Pelle, dopo litigata con capo brigata, li tradisce, li denuncia a tedeschi, assieme a nascondiglio.
Entrano in scena due commissari dei gruppi partigiani superiori, Kim e Feriera. Responsabili di aver
diviso i membri delle brigate, importanti perchè danno voce a pensiero Calvino (partigiani importanti
indipendetemente dal fatto che siano stati eroi o meno, perchè hanno preso parte alla battaglia).
Pin fugge di nuovo e si ritrova solo, decide di tornare nel suo rifugio per prendere la pistola che aveva
precedentemente nascosto, ma non c’è piu, molto probabilmente l’aveva presa Pelle.
Torna dalla sorella e vede la pistola, pensa che Pelle sia stato con lei.
La ruba e torna al rifugio dove vede Cugino. Cugino gli dice di voler andare con una donna, Pin è
amareggiato, ma gli dice dove si trova la sorella e Cugino va da lei portandosi dietro la pistola.
Pin sente due spari e vede lo vede ricomparire.
Lettore viene lasciato in bilico tra il pensiero che cugino abbia ucciso la sorella perchè traditrice degli
italiani, dato che era andata anche con i tedeschi.

PREFAZIONE
Calvino spiega la sua poetica.
Ha scritto romanzo in seguito a bisogno di scrivere la vita da partigiano vissuta in prima persona.
Romanzo è in parte autobiografico perchè ambientato in un paesino che ricorda Sanremo e alcuni
personaggi sono rinconducibili a suoi compagni e persone realmente esistite.
Spiega come non sia al 100% autobiografico perchè non riesce a dare rappresentazione chiara della
sua personale esperienza, infatti usa POV bambino.
Brigata del Dritto di cui Pin farà parte è poco organizzata.
Non ha voluto dare una visione mitizzata della resistenza. Ha raccontato mezzi eroi, non sono sempre
stati buoni, non hanno mai avuto una morale fissa, ma comunque sono migliori di quelli che per paura
sono rimasti in casa a subire la guerra in modo passivo.

ULTIMO VIENE IL CORVO


Serie 40 racconti, molti con tema principale lotta partigiana, altri condizioni borghesia e contadini.

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Racconto: Ragazzo si unisce ai partigiani perchè gli piaceva sparare, tutto ciò che si muove diventa suo
infallibile bersaglio. Gusto di sparare supera contesto e guerra. Elemento fantastico: iperbole bravura.
- ragazzo estraneo alla guerra, non c’è ragionamento o convinzione ideologica
- morale umana, come si fa a distinguere il bene dal male
- realtà partigiana non mitizzata, ragazzo uccide il tedesco quasi per caso
TEMA DEL DOPPIO
1960, Calvino pubblica trilogia degli antenati:
- Il visconte dimezzato -> racconto fantastico già pubblicato nel ‘52, ambientato nella metà del
‘500. Protagonista è il visconte Medardo di Terralba che, in seguito ad una guerra contro i
turchi, si ritrova diviso in due parti che rispettivamente danno vita a due personaggi: il buono e
il gramo (cattivo). Dopo una serie di peripezie riesce a riunire le parti e solo allora sarà in
grado di tornare ad amministrare le sue terre in modo giusto. Messaggio: chi vuole avere il
potere deve confrontarsi con la realtà buona e cattiva del mondo in cui si trova l’uomo.
- Il barone rampante.
- Il cavaliere inesistente.

CULTURA
Cultura Calvino tende a razionalità , qualcosa richiama illuminismo, razionale, punta ad essere chiaro,
anche a livello stilistico tende a precisione e chiarezza, a cui mescola elemento del fantastico.
Cerca di affrontare quella che è la realtà delle cose, società umana come labirinto caotico.
Compito di Calvino è cercare una chiave di lettura di questo labirinto che è la realtà .
Questa è chiamata fase del labirinto, ricollegata a Città invisibili e Se una notte d’inverno un viaggiatore.
Nel primo vi sono brevi racconti di diverse città in Oriente, descritte una dopo l’altra spesso in
contraddizione tra loro, questa è la realtà caotica a cui l’autore cerca di dare chiave di lettura.

PRIMO LEVI
Nasce a Torino nel 1919 la famiglia borghesia ebraica. Facoltà di Chimica.
1938, vengono proclamate le leggi razziali, già iscritto all’università quindi può proseguire studi.
Ebrei non possono svolgere servizio militare o lavorare, perciò inizia a lavorare sotto falso nome.
Levi si unisce a una banda partigiana ma viene catturato, dichiara di essere ebreo, inviato a campo di
raccolta di Fossoli, vicino a Modena.
Febbraio 1944, SS prendono possesso del campo, viene trasportato ad Auschwitz.
Dichiarato abile al lavoro, inviato a Monowitz, lavora in una fabbrica di gomma.
Ultimi due mesi di permanenza gli viene riconosciuta la qualifica di chimico, può lavorare laboratorio.
27 gennaio 1945, truppe sovietiche liberano Auschwitz, viaggio di 10 mesi attraverso l’Europa fino a
ritorno a Torino, raccontato nel libro La Tregua (1963).
Gennaio 1946, trova lavoro in una fabbrica di vernici.
Incontra futura moglie Lucia Morpurgo e scopre valore terapeutico scrittura.
Febbraio 1946, scrive il primo capitolo di Se questo è un uomo.
Anni Ottanta, fama internazionale, pubblica Se non ora, quando? e I sommersi e i salvati(1986).
11 aprile 1987, si suicida.

SE QUESTO È UN UOMO
Auschwitz: ricorda la lotta per la vita di Darwin.
Autore evita particolari atroci, già stati ampiamente raccontati, si concentra su distruzione morale.
Sostiene che vero obiettivo dei nazisti fosse la degradazione della condizione umana.
Storia editoriale
Inizialmente ha difficoltà a trovare editore a causa della concorrenza, pieno di autori che parlavano di
quelle tematiche. Trova piccolissimo editore piemontese “De Silva”.
Ottiene buone recensioni anche da Calvino, che è suo amico.
Anni dopo viene pubblicato con einaudi, fama maggiore. Poi venne creata anche edizione scolastica.
Stile: linguaggio chiaro e semplice, alternate parti discorsive in altre lingue in modo che, secondo
dettami del neorealismo, si desse voce anche ai personaggi tedeschi.
Struttura: 17 capitoli, alternanza sezioni riflessive con narrative.
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Poesia che precede prefazione
- Prima e seconda strofa: contrapposta vita di chi è stato nei campi e chi no.
- Terza strofa: invettiva e maledizioni contro chi non avrebbe portato avanti il ricordo.
Il titolo originale era “shemà ” che significa “ascoltate” ed è all’interno della Torà ebraica, richiama
struttura dell’opera perchè riguarda chi non porta avanti religione.
Contiene rabbia e dolore come se fossero urlati a chi sta leggendo.
Prefazione
Prevale riflessione: elaborare quanto successo. Temi: dignità umana, ricordo e importanza memoria.
Analogia poesia-prefazione: bisogno di ricordare.
Differenza poesia-prefazione: prosa usa tono pacato e ragionato per racconare. Poesia è invettiva,
dolore e la rabbia verso negazionisti, coloro che non vogliono, ricordare

I SOMMERSI E I SALVATI: Auschiwitz come grande esperimento scientifico su uomo che ricordi lotta
per la vita di Darwini. Si chiede fino a che punto uomo è in grado di regredire a condizioni animale.
Pur di sopravvivere uomo si dimentica della ragione, ciò che ci distingue da animali.
- Sommersi: non sono riusciti ad adeguarsi, sono morti, hanno ancora qualcosa di umano.
- Salvati: sopravvissuti, hanno pensato solo ai bisogni animali.

IL CANTO DI ULISSE: Incontro, tra Pikolo e Levi. Tentativo autore è recuperare identità passata
attraverso rievocazione di alcuni versi dell’inferno dantesco, unico modo per non lasciarsi sopraffare
dalla realtà del lager, collegamento con il passato.
Metafora naufragio: mare si richiude sopra Ulisse rappresenta naufragio umanità dentro Auschwitz.

ERMETISMO
Attorno agli anni ’30, nel ventennio fascista. Letteratura subisce influenza vicende storiche.
Scissione della comunità in due
- Tutti coloro che supportavano il regime e facevano propaganda, utilizzando tutti i nuovi mezzi
di comunicazione (radio…).
- Piccola comunità di poeti che sceglie di allontanarsi volontariamente dal movimento
costruendosi una nicchia, consapevole di rivolgersi ad un pubblico più limitato, attaccato alla
tradizione (opposizione futurismo). Scelgono una poetica lontana dall’intento sociale. Presa di
posizione nei confronti della società di massa che stava nascendo ed era in grado di manipolare
le idee altrui. Si focalizzano sulla poesia per ridare alla parola il valore di un tempo, doveva
tornare alla sua essenzialità e promulgare dei valori superiori, comuni a tutta l’umanità .
Entra in crisi quando si afferma Neorealismo, cade perché di difficile comprensione.
Caratteristiche
Centro: Firenze. Di difficile interpretazione e comprensione a causa dell’uso di analogie. Messaggio
doveva essere difficile da comprendere in modo che i poeti non subissero conseguenze.
Termine Deriva da Hermete, Mercurio, messaggero degli dei, divinità dell’occulto. Usato in modo
dispregiativo da Francesco Flora, sottolineare incomunicabilità e fatto che fossero rivolte ad un
pubblico ristretto, riteneva che dovessero essere per tutti.
Poetica
Poesie autobiografiche, tema principale hanno dolore e senso solitudine uomo moderno. Uomo che ha
perso fiducia nei confronti di valori tipici del Romanticismo (fede scienza).
Basta pensare al modo con cui i regimi della Seconda guerra mondiale hanno fatto
Definizione
Poesia criptica che ha permesso a gruppo intellettuali di esprimere tra le righe contenuto riservato a
pochi, sottintendere critica nei confronti del regime totalitario. Modo per non compromettersi.
Tra i più importanti: Mario Luzzi, Salvatore Quasimodo. Non prendono una posizione precisa. Parlano
di reazioni persone in base a loro personale visione cose, componimenti molto personali.
Temi
- solitudine, impossibilità di comunicare con gli altri
- indifferenza nei confronti del regime politico
- paura nemico e di non ricevere supporto
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- grande riferimento a potere evocativo parola
- valore autobiografico
- alienazione, uomo si rende conto di essere ridotto a puro ingranaggio
- confronto tra realtà e sogno, frustrazione mondo che non è come uomo lo immagina
- male di vivere
SALVATORE QUASIMODO
1901, nasce a Modica (Sicilia). Infanzia, costretto a trasferirsi molto spesso, padre era capostazione.
1919, abbandona Sicilia, va a Roma e studia Ingegneria.
Lavora come ingegnere a Roma e dal ’26 a Reggio Calabria. In parallelo si avvicina alla poesia.
1929, si trasferisce a Firenze, conosce Vittorini che lo avvicina alla letteratura. Scrive per “Solaria”.
1942, pubblica raccolta “Ed è subito sera”.
1947, pubblica raccolta “Giorno dopo giorno”, poesie più impegnate e complesse (“Dalle fronde salici”).
1959, vince Nobel per letteratura, colui che più di tutti ha espresso tragiche vite dei nostri tempi.
Ungaretti, affermato come poeta “migliore”, non aveva vinto premio per vicinanza al fascismo.
1968, muore.

ED È SUBITO SERA
“Grammatica” ermetica: immagine astratta dal forte valore evocatico, poche parole chiave, riduzione
nessi grammaticali e sintattici.
Temi: precarietà del vivere, solitudine.

LA SOCIETÀ DI MASSA
Cultura di massa ha caratterizzato passaggio tra ‘800 e ‘900, diffusa grazie a cinema, tv, radio, parte
integrante di tutto il sistema culturale.
Aumentano persone in grado di leggere e istruirsi, cultura sempre meno elitaria. Pubblico omogeneo.
Si diffondono i romanzetti o romanzi rosa, genere molto semplice, trova grande approvazione
soprattutto tra pubblico femminile. Liala: scrittrice, si afferma in questo periodo, amica di D’Annunzio,
utilizza pseudonimo che richiama leggerezza (“ala”) degli argomenti trattati.
Nei decenni successivi si impongono i gialli, tra cui ritroviamo Agatha Christie.
Nuovi mezzi di comunicazione avvicinano grandi masse a cultura ma resero possibile totale controllo
opinione pubblica.

EUGENIO MONTALE
Vita molto lunga, ha attraversato diversi movimenti letterali e culturali. Produzione poetica vasta e
complessa da catalogare. Ruolo storico molto importante, era antifascista, uno dei primi ad esprimersi
in questa direzione. Conseguenze che subirà saranno soprattutto a livello economico.
Biografia
1896, nasce a Genova, famiglia borghesia agiata, padre era coproprietario ditta prodotti chimici,
diretta fornitrice azienda lavoro Svevo, amicizia.
Padre non voleva che si dedicasse interamente a letteratura, per sua volontà si iscrive a ragioneria e
consegue il diploma. Fin da giovane aveva iniziato ad avvicinarsi a biblioteche e poesie.
Trascorreva estati nella villa del padre a Monterosso, luogo caratterizzato da terre aride e mare, che
influenzeranno la sua prima raccolta “Ossi di seppia”.
1917, richiamato come ufficiale in Trentino, fine abbandona vita imposta dal padre. Pubblica poesie.
1925, pubblica prima edizione “Ossi di seppia”.
1929, diventa direttore prestigiosa biblioteca. Frequenta i caffè dei poeti ermetici (Le tube rosse). Qui
incontra Elio Vittorini, Carlo Emilio Gadda, Thomas Elliot.
Rapporti sentimentali Più importanti sono due: Irma Brandeis (na studiosa americana appassionata di
Dante, lei torna in patria e lo abbandona) e Drusilla (ricordata come Mosca, aveva forte miopia, si
sposano e rimangono insieme fino alla morte di lei).
1939, Firenze durante Seconda guerra mondiale, proteggere intellettuali italiani ebrei (Saba e Levi).
Aderisce a Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, avvicinamento politica lo porterà a profonda
delusione per la società . Ideali lo portano ad allontanarsi dall’impegno politico.
1948, si trasferisce a Milano come critico letterario presso il Corriere della Sera.
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1955-1964, lungo periodo silenzio poetico. Riprende solo dopo lutto della moglie Drusilla.
1967, diventa senatore a vita per meriti culturali.
1975, vince Nobel per letteratura, fece discorso molto importante “È ancora possibile la poesia?”.
1981, muore, consacrato poeta del Novecento italiano, funerale di Stato.

PRODUZIONE LETTERARIA
“Ossi di Seppia”, prima grande raccolta, momento di svolta per letteratura, avanguardie sono alla loro
fine. Tematiche sono relative a condizione umana, non troverà mai gioia ma male di vivere di fondo.
61 poesie (1916-1927). Divisa in 4 sezioni: movimenti, ossi di seppia, mediterraneo, meriggi e ombre.
Strutturata come romanzo di formazione, porta poeta ad accettare il suo destino.
Testimonia condizione sofferenza che gli impedisce di trovare la sua strada nel mondo. Percepisce la
realtà come qualcosa di falso e assurdo.
Poesia è portavoce infelicità , condizione umana non qualcosa di positivo, è prigionia e aridità .
Osso: arido come la vita, prosciugato, povero, rimanda a infelicità .
Tematiche
- aridità , disagio, indifferenza
- mancanza di certezze
- solitudine
- male di vivere
“Le occasioni”: periodo fiorentino, 50 poesie dedicate ad Irma Brandeis, tema lontananza da donna
amata e suo ritorno. Donna-angelo in grado di ridare senso alla vita del poeta.
“La bufera e altro”: molto complessa ed oscura, più vicina a Ermetismo, 58 poesie divise in 7 sezioni,
orrori della guerra, male di vivere amplificato.
Poesie tormentate e complesse, rimane fondo amaro delusione confronti scenario politico del tempo.
Paragona poesia ad anguilla, sopravvivere anche nelle situazioni più inospitali.
Primissima poesia richiama il titolo: molto breve, in endecasillabi, esplicita metafora bufera come
guerra. Elemento negativo a cui si contrappone un simbolo di salvezza, donna angelicata.
“Satura”: riprende in mano poesia, dedicata a Drusilla. Tra le più note c’è “Ho sceso dandoti il
braccio”. Stile semplice, non più spazio per poesia complessa d’élite.

POETICA
Volontà di raccontare condizione vitale arida, impoverita.
Poeta non in grado di ridare ordine a caos della vita moderna, poesia non può più attingere al sublime,
è umile, si deve limitare a descrivere realtà più marginale, lessico secco e spoglio. Visione pessimista.
“Ossi di Seppia”, due immagini:
1. Muro, invalicabile nella vita delle persone, uomo imprigionato, vorrebbe protendersi verso
altri o verso verità assoluta, ma non riesce, rimane chiuso in sé stesso.
2. Varco, via d’uscita. Vita come grande prigione che costringe uomo in una condizione di stenti, si
sente come un pesce nella rete del pescatore che cerca una via di fuga, di fatto non la troverà .
Uomo, per natura, spinto da forza vitale, istinto a cercare una via d’uscita. Poesia è una costante
ricerca di salvezza. Ricorda Leopardi.
Unica cosa a cui si può tendere è indifferenza, massimo a cui uomo può arrivare è improvvisa
percezione del nulla che sta dietro le cose, al male di vivere.
Per Montale la poesia non è in grado di elevare uomo, come per i simbolisti, poeta per lui è uguale a
tutti gli altri uomini, unica cosa che può fare è offrire chiave di lettura migliore e aiutare uomo a
razionalizzare il mondo in cui si trova a vivere.
Il correlativo oggettivo
Elemento che recupera da Thomas Eliot.
Utilizzo oggetti umili, banali, prosaici che apparentemente non hanno significato, oppure descrizione
paesaggi, trasformandoli in equivalenti di concetti astratti o nella condizione esistenziale dell’uomo.
Montale usa oggetti che diventano simboli del suo mondo interiore, diventano correlati a sentimenti
inesprimibili attraverso semplici frasi, poiché più ampi e profondi.

NON CHIEDERCI LA PAROLA


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Manifesto per la poetica, in apertura nella raccolta.
Si rivolge a lettore dicendogli di non avere verità assolute da offrirgli, poesia non in grado di offrire
qualcosa di superiore o di elevare l’uomo. Poeta è smarrito come tutti, fatica a dare ordine al caos.
Contrapposizione con i poeti come D’Annunzio in particolare, portavoce verità rivelata attraverso le
corrispondenze con la natura.
LIMONI: Manifesto della sua poetica. "I limoni", umile pianta, povere e semplici cose e tende a
instaurare un rapporto diretto con gli oggetti e le piante.
Ama linguaggio comune/familiare, come ciò che descrive, paesaggio aspro e brullo Liguria.
Egli vorrebbe penetrare nel mistero della natura e scoprire i suoi segreti. Tuttavia l'illusione di capire
l'ultimo segreto delle cose svanisce, tempo scorre e stagioni variano.
Delusione: realtà delle città rumorose, le vie costrette fra gli alti palazzi urbani dove l'azzurro del cielo
appare solo a piccoli squarci, confinato alla vista dai cornicioni, la pioggia, l'inverno freddo e noioso
che riempie l'animo di tristezza.
Quando però da un portone semiaperto appare in un cortile il giallo vivido dei limoni, si accende una
luce che dissolve il gelo del cuore ed evoca un piacevole insieme di profumi, suoni e colori familiari e
festosi che per un istante riconciliano con la vita.

MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO


Antitesi tra terra e mare, montagna rocciosa a picco sul mare. Montagna è correlativo oggettivo del
male di vivere, mare lontano e irraggiungibile simbolo della speranza irraggiungibile per l’uomo.
Inoltre, è presente simbolo muro che non permette all’uomo di andare oltre.
Metrica: 3 quartine e 1 strofa da 5 versi, settenari, endecasillabi e novenari.
Comprensione
Prime tre strofe: realistiche e descrittive del paesaggio ligure estivo, brullo e assolato.
Ultima strofa: riflessiva. Poeta ascolta suoni natura ed espone riflessione etica e filosofica su
insensatezza vita uomo moderno, delimitata da confini invalicabili. Crisi uomo moderno.
Analisi
Sonorità dure, sgradevoli, sottolineano male di vivere. Montale si rifà a Dante, ai canti delle Malebolge
dell’Inferno. Rime sono difficili.

SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO


Poesia breve, Montale contrappone due concetti universali.
Prima strofa: concetto universale di male.
Seconda strofa: concetto universale di bene, irraggiungibile per il poeta. Positività molto debole,
somiglia più a indifferenza.
Evoca concetti universali tramite
- rivo strozzato
- incartocciarsi della foglia
- cavallo stramazzato
- statua
- nuvola
- falco
Esplicita quello che è il concetto cardine del suo pensiero: male di vivere, noia universale.
Statua, nuvola, falco: climax ascendente, evocano staticità e immobilità , unico rimedio.
proprio quest’ultimo.

UMBERTO SABA
1883, Umberto Poli, nasce a Trieste da madre ebrea. Padre era veneziano, apparteneva a famiglia
nobile ma è una figura complessa che verrà vista sotto una brutta ottica da parte della moglie,
abbandonata varie volte. Trauma infantile, uno degli elementi che caratterizzeranno la sua nevrosi.
Studi irregolari, lavorava per mantenere la famiglia in una ditta triestina e si avvicina ad autori come
Leopardi, Dante e Petrarca. Madre non era contenta, avrebbe voluto che studiasse poeti e autori più
allegri (Farini).
1904, si trasferisce a Firenze, rapporti con “La voce”.
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1907, si arruola e trascorre un periodo da arruolato a Sorrento. Qui compone “Versi Militari”.
1909, sposa Carolina Woelfler, triestina a cui dedicherà numerose poesie come “Lina”, rapporto sarà
travagliato, la tradirà .
Le sue opere vengono pubblicate sotto pseudonimo “Umberto Saba”. Per prendere distanze dal padre,
per riappropriarsi delle sue radici ebraiche (“Saba” ricorda “sabat”, significa pane), per ricordare la
figura della balia che si era occupato di lui nei suoi primi 3 anni di vita ,Peppa Sabatz.
1919, si stava affermando come scrittore ma non riusciva a vivere del suo lavoro, apre una libreria
antiquaria in centro città , gli permetterà di sostenersi fino alla promulgazione delle leggi razziali.
Nel frattempo, la nevrosi di cui soffriva aumenta notevolmente, umore altalenante, depressione molto
forte che lo accompagnerà per tutta la vita. Negli anni ’20 si avvicina alla psicanalisi e si reca dal
principale psicanalista triestino, Edoardo Weiss.
1938, ufficializzate leggi razziali, chiude la sua libreria e scappa a Parigi, poi a Roma da Ungaretti,
infine a Firenze da Montale. Solo nel dopoguerra i suoi scritti verranno apprezzati e circoleranno.
Anni ’50 esplode la sua fama, allo stesso tempo nevrosi peggiora e si rivolge a cliniche Roma, Trieste e
infine a Gorizia.
25 agosto 1957, muore per infarto un anno dopo la morte della moglie.
1961, pubblicata ultima edizione raccolta di poesie “Canzoniere” e una novella “Ernesto”.

IL CANZONIERE
1921, prima edizione molto elementare. Noi facciamo riferimento a edizione del 1961.
Titolo: rimando tradizione, come opera di Petrarca doveva essere letta nel suo insieme.
Poesie scritte da inizio ‘900 fino al 1957.
Stile
Stile unitario, poesia lineare e di facile interpretazione. Allo stesso tempo complesse e difficili, perché
ci sono dolore e una sofferenza psicologica profondissima.
Soltanto considerando la raccolta e quindi la vita nella sua interezza è possibile individuare il
meccanismo profondo dietro le cose.
Poetica
Basata su due principi:
1) Rifiuto della poesia elaborata, estetizzante, rifiuta ogni sperimentalismo formale.
Parla di se stesso, si avvicina sempre più alla tradizione italiana. A differenza di D’Annunzio
non si ergerà mai a poeta vate, si dichiara uomo del popolo, immerso nella quotidianità , la sua è
una poesia dell’onestà . Contrario a qualsiasi artificio letterario, critica sperimentalismo.
2) Ricerca di onestà e chiarezza, vuole raccontare la realtà per quella che è, poesia onesta.
Punta ad una chiarezza, priva di artefici letterari.
Produrre poesie in grado di descrivere la realtà esteriore e interiore (psicanalisi) in modo
chiaro, semplice, onesto. Solo così è possibile aiutare uomo a recuperare la propria dignità e a
scavare dentro per riportare alla luce sentimenti nascosti.
Temi
Egli recupera tradizione lirica antica in un momento in cui era stata quasi o del tutto dimenticata.
Tuttavia, affronta le tematiche tipiche dell’uomo moderno, lui stesso disse che le sue erano poesie
antiche scritte con la mente di un uomo moderno. La raccolta comprende 437 testi scritti tra il 1900 e
il 1954.
- Tristezza, solitudine, caducità della vita: A differenza dei suoi contemporanei, afferma che è
possibile guarire dal “male di vivere” dell’uomo moderno e trovare una via d’uscita scoprendo
la propria autenticità , aderendo alla realtà in maniera chiara e onesta, inserendosi nella
quotidianità e nella vita autentica. Poesia come consolazione.
- Autobiografismo
- Scissione io: dovuta alla nevrosi di cui soffriva, affondava le sue radici nell’infanzia.
Doppio trauma infantile: padre lo ha abbandonato, ha avuto due madri, quella biologica, severa
e vittimistica e la balia con cui ha vissuto serenamente i primi 3 anni.
- Infanzia: diversa da tradizione letteraria, descritta come momento felice, è una sorta di
incubazione della sua nevrosi che scoppierà in età adulta a causa di ciò che passa da bambino.
Soltanto scavando nel passato è possibile conoscere l’uomo adulto.
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- Tema della donna, influenzato da Freud che aveva due immagini della donna, donne madri e
donne fanciulle. Prime sono ispirate alla figura di sua madre severe, buone ma profondamenti
turbate e sofferenti. Altre sono destinate a soccombere con le donne madri, ispirate alla balia.
MIO PADRE È STATO PER ME L’ASSASSINO
Testo poetico contenuto nella sezione Autobiografia del Canzoniere .
Nella raccolta il poeta si immerge nel proprio vissuto esistenziale ricavandone alcune tematiche
(infanzia, giovinezza, affetti, momenti di crescita, episodi di vita quotidiana) che ritorneranno anche
nelle raccolte successive.
Ripercorre tappe essenziali della propria esistenza, insieme a figure familiari che l’hanno segnata,
anche su base studi psicoanalisi e teorie Freud su inconscio e sviluppo infantile.
Per infanzia e adolescenza poeta apprende informazioni sul padre solo attraverso sguardo sofferente
e distorto della madre, che accusa l’uomo di aver “ucciso” il tentativo di formare una famiglia.
Soltanto a vent’anni, quando Saba avrà modo di conoscere di persona il padre, immagine dipintagli
dalla madre si rivelerà menzognera e il padre gli si mostrerà con pregi e difetti di qualunque umano.
Arriva quasi a giustificare fuga del padre.
Lessico: vicino alla lingua della quotidianità .

CITTÀ VECCHIA
Rappresenta Trieste, descrive vita quartiere malfamato e popolare, folla variegata di tipi umani:
prostitute, marinai, soldati, venditori, vecchi che bestemmiano, donne innamorate. In questi
personaggi Saba ritrova autenticità vitale che accomuna creature, vicino a purezza originaria vita.

AMAI
Esprime la verità profonda delle cose, in particolare quella della psiche umana.
Saba, ormai a termine vita, crede di aver coinvolto il lettore e si ritiene soddisfatto.
Scelta di soluzioni formali semplici e comuni: scelta impegnativa, bisogno continuo di riscattarsi dal
rischio della banalità . Poeta rivendica orgogliosamente le proprie scelte formali.

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