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II CIRCOLO DI JENA
Il Romanticismo tedesco, cuore e centro propulsore del movimento, ha come luogo di formazione la città di Jena e trova i suoi esponenti in
Friedrich Schlegel e nel fratello Wilhelm Schlegel, nella moglie Karoline Michaelis, in Schelling, in Friedrich Hardenberg, detto Novalis.
Nel 1797, nel corso di un'aspra polemica con Schiller, F. Schlegel si trasferisce a Berlino, dove fonda la rivista "Athenaeum", che rappresenta il
primo strumento di diffusione delle nuove idee. Gli Schlegel entrarono in rapporto anche con Fichte e Schelling. Nel 1801, alla morte di Novalis,
il gruppo si sciolse, ma le sue idee si diffusero rapidamente in altri centri della Germania e all’estero.
IL SENSO DELL’INFINITO
I romantici creano una filosofia dell’oltre-limite (fondata sull'arte e sull'amore), che rifugge da qualunque limite e si sottrae alle leggi d’ordine e
di misura. L’ “ebbrezza dell'infinito" colora di se tutte le esperienze dei romantici, assetati di infinito e bramosi di superare quei limiti del finito
(spazio, tempo, dolore, caducità, morte ecc.). Ciò porta a: infinitizzare il finito e avvertire la presenza dell'infinito nel finito.
In ogni caso, l'infinito è l’elemento fondante dell’universo culturale romantico. Ma i filosofi romantici si differenziano per il diverso modo di
intendere l’infinito stesso e di concepirne i rapporti con il finito. Si delineano così 2 modelli:
• Modello panteistico. Più caratteristico e maggiormente seguito (Fichte, Schlegel, Schleiermacher, Schelling, Holderlin, Hegel ecc).
Per il quale si tende a concepire il finito come la realizzazione vivente dell'infinito.
E’ sostenuta l’identità tra finito e infinito, considerando l’infinito stesso come un Dio che si manifesta nel finito.
Quindi si accompagna ad una religiosità cosmica.
o Panteismo naturalistico: Infinito inteso come ciclo eterno della natura;
o Panteismo idealistico: Infinito inteso come Spirito: la natura è un momento della sua realizzazione.
• Modello teistico: Meno caratteristico e poco seguito.
Per il quale si tende a concepire il finito come la manifestazione più o meno adeguata dell’infinito.
E’ sostenuta la distinzione tra finito e infinito, considerando l’infinito stesso come un Dio al di là delle sue manifestazioni finite.
Quindi si accompagna ad una religiosità storica.
LA SEHNSUCHT, L’IRONIA E IL TITANISMO
Un altro motivo ricorrente della cultura romantica è la concezione della vita come inquietudine e sforzo incessante. L’uomo romantico,
incatenato in un mondo limitato, giace in uno stato di irrequietezza perenne che lo porta a voler trascendere il finito per raggiungere l’infinito:
• Spirito faustiano: di Goethe;
• Streben (sforzo): di Fichte;
La percezione romantica dell'uomo è in funzione di quell'aspirazione all'infinito. L’espressione germanica Sehnsucht ("desiderio", "aspirazione
struggente", "brama appassionata") costituisce forse la parola più caratteristica del Romanticismo tedesco, poiché sintetizza l'interpretazione
dell'uomo come desiderio frustrato verso qualcosa di irraggiungibile (avere l’impossibile, conoscere l’inconoscibile, sentire l’inudibile ecc.).
Tant'è vero che la Sehnsucht, la quale etimologicamente deriva dal verbo sehnen (desiderare) e dal sostantivo sucht (desiderio), indica un
desiderio del desiderio, compiuto in sé, non nel raggiungimento del desiderio. Tale situazione sfocia in due atteggiamenti:
• L'ironia: Coscienza del fatto che ogni realtà finita risulta insignificante di fronte all'infinito. Dato che l'infinito può avere infinite
manifestazioni non necessarie, l'ironia consiste nel non prendere "sul serio" le manifestazioni particolari dell'infinito (la natura, le
opere, l'io) in quanto queste non sono altro che provvisorie espressioni di esso.
• Il titanismo: Atteggiamento di sfida e di ribellione di chi non possiede l’ironia e si propone di superare le barriere del finito. Il suicidio
è visto come atto supremo di ribellione verso il destino. E’ chiamato anche “prometeismo” in onore di prometeo che si era ribellato
rubando il fuoco agli dei, venendo punito da Zeus ad avere perennemente il fegato divorato da un’aquila.
L’AMORE COME ANELITO DI FUSIONE TOTALE E CIFRA DELL'INFINITO (ROMANTICISMO LETTERARIO E FILOSOFICO)
L'amore costituisce un altro dei temi prediletti del Romanticismo tedesco, su cui si sono soffermati poeti e filosofi. Dalle due caratteristiche
pregnanti del romanticismo (esaltazione del sentimento e evasione dalla quotidianità) deriva l’importanza dell’amore, che ha 3 caratteristiche:
1. La prima è la globalità: La ricerca di una sintesi fra anima e corpo, spirito e istinto, sentimento e sensualità. As esempio F. Schlegel
afferma l’unità inscindibile dell’uomo e della donna nell’atto d’amore, vedendo la sessualità come innocenza e gioco naturale.
• Rivendicazione della donna: Egli vagheggia un modello di donna che, emancipata dalle imposizioni del tempo, sia capace di
amare con la pienezza del proprio essere. Tale processo consiste di due fasi:
o Fase estetizzante: L’amore è inteso come strumento di emancipazione della donna.
o Fase moraleggiante: L’amore inteso come strumento di conservazione delle strutture e della tradizione.
2. La seconda è la completa fusione delle anime e dei corpi: Ciò che è due possa diventare uno.
3. La terza è la sua tendenza a caricarsi di significati simbolici e metafisici: L’amore scorge nelle realtà finite a cui si rivolge
manifestazioni (o cifre) dell’assoluto (dell’infinito): panteisticamente -> Uno-Tutto ; Trascendentisticamente -> Dio creatore.
Il rapporto d’amore degli innamorati è il mistero stesso della vita e il simbolo dell'universale armonia.
LA NUOVA CONCEZIONE DELLA STORIA
Un altro degli aspetti caratterizzanti del Romanticismo tedesco è l'interesse e il culto per la storia. La cultura romantica procede alla
teorizzazione di una nuova filosofia generale della storia, che presenta dei caratteri antitetici a quella dell'età dei lumi.
Infatti, mentre per l’illuminismo il soggetto della storia è l'uomo, per il Romanticismo risulta essere la provvidenza.
Il fallimento della rivoluzione francese portò a identificare non più nell’uomo ma in una forza superiore il “comando” della storia.
La storia era intesta come il prodotto di un soggetto provvidenziale assoluto che si manifesta o realizza nella molteplicità degli eventi, dei quali
costituisce il momento unificatore e totalizzante. Così, la storia diventa un processo razionale e positivo (progresso) in cui ogni processo che
sembra essere non razionale e negativo (regresso) è soltanto apparente. Dato questo, si ha un netto distacco dall’interpretazione illuministica:
• La pretesa dei filosofi "giudicare" la storia, rifiutandone alcuni momenti, è romanticamente insostenibile, perché:
1. Voler giudicare la storia equivale a giudicare Dio, che nella storia si manifesta o si realizza.
2. Ogni momento della storia è un anello necessario della catena processuale positiva.
3. Non si può giudicare un’epoca con i valori di un’altra, in quando ognuna è a sé stante in relazione alla totalità della storia.
Il passato assume un’importanza fondamentale, essendo ritenuto espressione di Dio nel corso nella storia:
• Illuminismo: Voleva liberarsi del passato poiché in esso scorgeva quasi esclusivamente errori, pregiudizi, violenze ecc.
• Romanticismo: Carica di un valore assoluto le istituzioni basilari del passato: la famiglia, i ceti sociali, la monarchia, lo Stato, la
Chiesa. Trasforma il Medioevo in un'epoca di fede ed energia che è la base delle nazionalità moderne.