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La questione romana
STATO E CHIESA: L’INTRANSIGENZA DI PIO IX
In politica estera: la Destra nel 1866 annesse il Veneto con una terza guerra contro l’Austria. Ma era ancora viva la “questione romana”
(annessione dei territori pontifici). Cavour sosteneva l’idea di “libera chiesa in libero stato”, ma questo comportava la cessione da parte della
chiesa del potere temporale potendosi dedicare alla sua funzione spirituale. Ma Pio IX (appoggiato da Napoleone III) si opponeva strenuamente
a qualsiasi accordo pacifico. Questa situazione fu complicata dall’azione dei democratici, stavolta comandati da Garibaldi che puntava su Roma:
quest’azione fu fermata dall’allora ministro Rattazzi.
LA CONVENZIONE DI SETTEMBRE E IL SILLABO
Convenzione di Settembre: Accordo con la Francia che si impegnava di ritirare le proprie truppe dallo stato pontificio e l’Italia a non attaccarlo.
Firenze nel 1865 diventa capitale d’Italia. Nel 1864 il papa Pio IX emanò il Sillabo: raccolta di proposizioni incompatibili con la dottrina
cristiana, tra cui c’era la condanna della libertà di coscienza, di religione, di stampa ecc.
LA DISFATTA DI NAPOLEONE III E LA PROCLAMAZIONE DI ROMA CAPITALE
Data la chiusura totale a tutti gli ideali del nuovo stato unito, nel 1867 Garibaldi marciò verso la capitale con un corpo di volontari che fu
sconfitto nuovamente dai francesi. Ma la possibilità venne quando i francesi furono sconfitti nella guerra franco-prussiana: un corpo di
spedizione del governo aprì la cosiddetto “breccia di Porta Pia” e Roma fu conquistata.