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FICHTE

SCHELLING 4

HEGEL 5

Marx 13

Schopenhauer 15

Kierkegaard 19

POSITIVISMO 25

Nietzsche 28

Bergson 35

FREUD 37
IDEALISMO
Posizione filosofica che elimina il noumeno (=>la cosa in sé).
Kant dice che il noumeno è pensabile (esiste) me non conoscibile.
Se ogni cosa è una rappresentazione (fenomeno) come è possibile che esista una cosa in sè, non
pensata e non pensabile?
Se per Kant l’io è qualcosa di finito, che non crea la realtà ma si limita ad ordinare cose già
esistenti, Fichte abolisce il presupposto contraddittorio della cosa in sé, cioè di una realtà
estranea all’io e definisce l’Io come entità creatrice e infinita, fonte di tutto ciò che
esiste=>idealismo tedesco
Nel momento in cui penso la cosa in sé, diventa parte di me, il pensiero è intrascendibile.
Tutto fa parte del soggetto. Parlare di una cosa in sé è contraddittorio
Svolta rispetto a Kant, che aveva elaborato una filosofia del finito, mirata a delineare i limiti della
ragione umana.
L’idealismo invece abbraccia l’infinito e l’assoluto.

FICHTE
Con FICHTE nasce L'IDEALISMO, pensiero filosofico nato in Germania durante il romanticismo , in
cui in evidenza vi è il SOGGETTO e non l'oggetto . L’IDEALISMO è il pensiero di chi ama la libertà.
L'unica certezza SONO IO e non la realtà
L'IDEALISMO di FICHTE e poi di Schelling è TRASCENDENTALE, SOGGETTIVO, ASSOLUTO .
È ASSOLUTO perché L'IO O LO SPIRITO è il principio unico di tutto e fuori da esso non vi è nulla
Per KANT L’IO era finito perché non creava la realtà ma si limitava ad ordinarla secondo le forme a
priori,
per L’IDEALISMO L’IO è infinito e creatore di ogni cosa

Per L'IDEALISMO tedesco TUTTO È SPIRITO.


Per SPIRITO si intende LA REALTÀ UMANA che CONOSCE che AGISCE e che CREA IN libertà.
Lo SPIRITO è la tesi che ha bisogno della sua antitesi . L’antitesi dello spirito è la NATURA . LA
NATURA quindi non è una realtà a se stante ma esiste solo perché è necessaria alla vita dello spirito
( secondo il principio della dialettica)

Secondo Fichte ci sono solo due possibili filosofie da seguire: il dogmatismo e idealismo
La filosofia dogmatica è quella che parte dalla realtà, che pensa che la realtà esiste. Che esiste la
realtà è una verità di fede.
L’idealismo parte dal soggetto.
chi ama le cose semplici non sceglierà l’idealismo, chi è pigro, chi non ama la libertà sarà
dogmatico. Per essere filosofi bisogna essere stati educati tali.
Se sei un uomo già fatto non potrai scegliere l’idealismo, il vecchio sceglie il dogmatismo, il
giovane sceglie l’idealismo, è la filosofia di coloro che amano la libertà.
Nella dottrina della scienza espone 3 principi:
- L’Io pone sé stesso
- L’Io oppone a sé stesso un non Io
- L’Io oppone, nell’Io, all’io divisibile un non io divisibile

L’Io pone se stesso:


vuole contraddire parte della filosofia precedente dicendo che all’origine non c’è un essere, ma
c’è un agire.
Nessuno è un pianista, ciascuno prima studia e poi lo diventa: l’essere deriva dall’agire
Secondo Fichte non c’è il principio di identità di Aristotele, all’inizio non c’è l’io, ma l’azione
dell’io, e tanto più agisce, tanto più è.
L’io tanto più agisce tanto più è (secondo postulato di Kant).
L’Io di cui parla Fichte è l’umanità.
L’umanità, la razionalità umana procede in avanti nella misura in cui l’uomo agisce, l’essere libero
è un cammino infinito.
L’Io di Fichte non è legislatore, è creatore, tutto avviene all’interno dell’Io
Fichte associa la perfezione a una semiretta, quindi all’infinito.
L’oggetto presuppone la coscienza, la coscienza presuppone l’autocoscienza.

L’Io oppone a sé stesso un non Io


Principio che la filosofia antica aveva sempre affermato: l’azione presuppone sempre una
resistenza, si costruisce come il succedersi di un limite e il superamento di esso; l’Io deve avere un
limite da superare per diventare più perfetto.
Per non io si può associare la natura, tutto ciò che non è io. Ma il non io è necessario, se non
metto l’ostacolo.
Polemos è il padre di tutte le cose. Suddivisione dei contrari, è una dottrina filosofica che arriva
dai tempi più antichi. Il vero soggetto è l’egoità.
L’Io oppone, nell’Io, all’io divisibile un non io divisibile
Si tratta di una maggior specificazione di come avvenga la contrapposizione fra io e non io, non
vanno pensate come due realtà che si oppongono in modo granitico.
Avviene come singoli soggetti che pongono e trovano di fronte a sé un oggetto che gli si oppone.
I singoli io pongono e trovano di fronte a sé dei non io che gli consentono di agire, non c’è quindi in
realtà io e non io, ma solo io e non io divisibile (specificato).
L’Io è la ragione di cui tutti noi siamo un’espressione, siamo degli io finiti in cui si esprime l’Io.
Non c’è l’Io, ma solo espressioni di esso.
Idealismo perché tutto parte dal pensiero

Io sono in tutto una mia creazione (sono quello che voglio)


Questo è l’unico modo di pensare che dà dignità all’uomo.
Vi è l’idea di un soggetto che domina la natura, infatti Fichte identifica con la natura sia la natura
come flora e fauna, ma sia come natura interna, come l’istinto, quando si dice dominio nei
confronti della natura si intende il dominio verso sé stesso.

Attraverso il rapporto io e non io Fichte spiega l’attività pratica e teoretica.


L’attività teoretica spiega che l’io limita il non io, in quella pratica l’io supera il non io.
Teoretica, pensare, significa trovare un oggetto, (ob-jectus).
Quando l’uomo incontra la realtà pensa che la realtà esista indipendentemente da lui, ciò viene
chiamato da Kant “immaginazione produttiva”, essa è un’immaginazione inconscia, allora
l’attività teoretica, ossia la conoscenza, indica il percorso che l’io deve percorrere per riconoscere
che ciò che è fuori di lui in realtà è parte di lui, quindi conoscere l’oggetto significa conoscere
sé stesso. La coscienza di altro significa conoscere sé, perciò l’attività teoretica contribuisce a
conoscere sé stessi
La conoscenza non è uno stato passivo, la realtà non è indipendente da me.
Io non ho fame per il cibo che ho accanto, ma il cibo diventa tale per me, per la fame che ho.

L’uomo può realizzarsi grazie all’attività pratica, ossia l’uomo può agire per conoscere l’oggetto e
quindi sé stesso. Vi è un primato dell’attività pratica su quella teoretica.
L’idealismo di fichte si definisce un idealismo etico, la scelta dell’idealismo è una scelta morale,
inoltre è morale perché l’agire morale è superiore al conoscere, si conosce per agire.
SCHELLING
Nasce nel 1775
È il più romantico dei tre autori idealisti. Pone due critiche al pensiero di Fichte:
1. Secondo Schelling, Fichte ha assolutizzato il soggetto (l’Io) mentre lui affermava un
connubio tra soggetto e oggetto. (tra uomo e natura).
Per lui l'assoluto non puo coincidere con L'IO di FICHTE perché è soggettivo.
2. In Fichte la natura è nulla (non Io).
In Schelling, spirito e natura sono entrambi contrassegnati dall’intelligenza ma nella natura
è inconsapevole.
Per Schelling L'ASSOLUTO è il principio infinito creatore della realtà. l'ASSOLUTO è L’IDENTITÀ o
UNITÀ di spirito e natura, cioe di soggetto e oggetto. (identità di opposti)
C’è un’affinità fra l’uomo e la natura perché c’è lo stesso divino che c’è nell’uno e nell’altro.
La natura è spirito visibile, lo spirito è natura invisibile
C’è un’odissea dello spirito attorno alla natura fino a diventare consapevole di sé stessa attraverso
l’uomo.

La FILOSOFIA è la scienza dell'ASSOLUTO e si divide in:


1) Filosofia della natura
2) Filosofia dello spirito

FILOSOFIA DELLA NATURA


Schelling rifiuta i modelli tradizionali della natura ovvero quello meccanicistico / scientifico, e
quello teologico.
Così trova la sua “ terza via “ che sta tra le due
L’idea della natura di Schelling si basa su:
1) Organicismo: ogni parte ha senso se messa in relazione con le altre parti
2) FINALISMO immanentistico : la finalità della natura non deriva da un intervento esterno ma è interna alla natura
stessa
Il suo modello di NATURA , la sua terza via è UNA ENTITÀ SPIRITUALE INCONSCIA, un ORGANISMO
e non una macchina che organizza se stesso. La definisce ANIMA DEL MONDO.
LA NATURA è definita come LA PREISTORIA DELLO SPIRITO perché è uno spirito dormiente nelle
cose che è destinato a svegliarsi grazie all'uomo.

FILOSOFIA TRASCENDENTALE o dello SPIRITO


È il sapere opposto ma complementare alla filosofia della natura. Parte dal soggetto e dall'idea per
far uscire l'oggetto e il reale .
La filosofia dello spirito ha come principio l'autocoscienza ovvero la coscienza di sé stessi
L'autocoscienza permette all’io di avere una intuizione intellettuale per conoscere se stesso e allo
stesso tempo costruire se stesso

Cosa significa che L’IO è limitabile e illimitabile ? È limitabile perché nel suo continuo porsi
incontra un limite. È illimitabile perché continua ad intuire e autoprodursi . La prima attività,
quella limitabile, è reale, la SECONDA, quella illimitabile, è ideale.

ARTE: attraverso l'arte si può cogliere l'assoluto ovvero l'unità tra spirito e natura. L'opera d'arte è
frutto di un momento inconsapevole (ispirazione) e di uno consapevole (elaborazione) ed è lo
specchio della natura che è una creazione allo stesso tempo consapevole ed inconsapevole.
HEGEL
1770-1831
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, seguì corsi di filosofia e teologia dove si legò a Schelling.
Influenze : illuminismo, Kant (Dio è la ragione), Fichte (anche se non lo riconosce), Schelling.
Interesse religioso-politico, mutato in età matura in storico-politico.
Primo scritto filosofico: Differenza fra il sistema filosofico, nel quale l’autore si pronuncia in
favore dell’idealismo di Schelling che, in quanto soggettivo e oggettivo allo stesso tempo, gli
appare come il vero e assoluto idealismo.
La prima grande opera è la Fenomenologia dello spirito (1807), concepita come una Introduzione
alla filosofia ma che in realtà già presenta il suo pensiero filosofico.
Hegel è collegato alla rivoluzione francese e all’impero napoleonico.
Ha un livello di astrazione molto alto ma il suo pensiero ha un forte collegamento con la storia=>
Dal suo pensiero nasce lo stoicismo: nella sua idea non si può conoscere una cosa senza conoscerne
la storia.
Giudizi negativi sull’ebraismo, religione della contrapposizione, della lontananza del dio dagli
uomini.
Hegel offre un pensiero totalizzante (che tocca tutto, arte, musica, diritto, storia, scienze) che
viene sintetizzato in alcune opere:
1) Enciclopedia delle Scienze filosofiche in compendio
2) Lineamenti di filosofia del diritto
3) Scienza della logica

FILOSOFIA DELLA EREDITA’


La filosofia di Hegel è definibile filosofia dell’eredità:
1) Illuminismo;
2) C'è eredità kantiana nell’identificazione di Dio come ragione;
3) Influenza romantica dell’uomo nei confronti del mondo (titanismo prometeico) ( Il titano
Prometeo sottrasse con un gesto eroico il fuoco a Zeus per donarlo agli uomini);
4) Lessing che riteneva filosofia il compimento della religione;
5) Deve molto a Fichte ma non lo riconoscerà mai.

CAPISALDI DEL PENSIERO DI HEGEL


1) La realtà è uno spirito infinito e diveniente
Alla luce di ciò che hanno detto Kant e Fichte, non bisogna pensare alla realtà come una sostanza o
un oggetto ma come soggetto, l’assoluto è uno spirito, l’ossatura della materia. Inoltre è uno
spirito infinito;
L'infinito è concreto (serie di legami, da concreare), il finito è astratto (un dettagio tratto fuori
dalla totalità).
Il finito è astratto, non esiste perché è l'espressione parziale dell'infinito. Il finito esiste
nell’infinito.
In Hegel si parla di MONISMO PANTEISTICO perché il mondo finito è la manifestazione di Dio cioè
l'infinito.
2) Il VERO è L'INTERO e si muove se è statico non è vero=> la strada è parte della meta.
3) TUTTO CIO’ CHE E’ RAZIONALE E’ REALE E CIO’ CHE E’ REALE E’ RAZIONALE
Ciò che è razionale è reale, infatti la ragione governa il mondo e lo costituisce;
Ciò che è reale è razionale perché la realtà non è caotica ma razionale.
Realtà e ragione quindi sono un’IDENTITÀ ( PANLOGISMO)
Hegel ritiene che il compito della filosofia consista nel prendere atto della realtà e nel
comprendere le strutture razionali che la costituiscono.
Accusa di giustificazionismo: se ciò che è reale è razionale allora tutto ciò che c’è è così come
deve essere, cioè è parte di quell’intero di cui si parlava: anche l’errore, l’ostacolo è funzionale
allo sviluppo. Non esisterà mai una conclusione. Giustifica anche le cose sbagliate, il negativo.
(giustificazionismo: atteggiamento generale di Hegel di fronte alla realtà e in particolare la sua
dottrina della filosofia come giustificazione della necessità (ciò che è reale è in sè necessario) e
razionalità del mondo)
La razionalità raccoglie l’eredità del passato, inaugurerà qualcosa di nuovo.
Allora vi sarà sempre un infinito, qualcosa che va sempre avanti, Hegel dice che nessun traguardo è
definitivo. Il traguardo guadagnato non è una conclusione, ma un nuovo inizio. Quello che c’è è
l’esito di una storia di qualcosa che è stato, ma è l’inizio di un nuovo percorso.
Già e non ancora.
Hegel dice che l’infinito di fichte è un cattivo infinito, perché non è assoluto. Fichte non vuole
raggiungere l’infinito, in lui c’è un finito che tende all’infinito; se si giungesse all’infinito si
smetterebbe di agire.
Hegel sostiene questa critica dicendo che in fichte l’essere e il dover essere non coincidono mai.
Il dinamismo di Hegel è diverso, la verità (l’infinito) c’è già, c’è una verità astratta, reale, il primo
momento è già e non ancora.
L’assoluto è l'infinito, il soggetto, l'idea, lo spirito, Dio. Non è UNA SOSTANZA STATICA ma in
DIVENIRE che produce se stesso ( dinamismo) (Fichte agire-essere)
-Essere e dover essere coincidono, ciò che c’è è così come deve essere anche se verrà smentito
un attimo dopo.

DIALETTICA (legge del pensiero e della realtà)


tre momenti :
1) Momento astratto o intellettivo ( tesi) A affermazione
2) Momento propriamente dialettico o negativamente razionale ( antitesi) -A negazione
3) Momento speculativo o positivamente razionale (sintesi) –(-A)
Il positivo viene riaffermato in modo potenziato grazie alla negazione della negazione . È più vero
di A, più ricco vince la contraddizione, non si fa fermare dagli ostacoli. La contraddizione viene
guardata in faccia e superata . Per giungere alla verità servono tempo è pazienza, i problemi e le
contraddizioni non vanno censurati . Come dicevamo VERITÀ è L'INTERO compresa la
contraddizione
Esperienza della contraddizione e superamento. Andatura della verità è per contraddizione.
Non si può definire andamento ciclico perchè una volta arrivati alla sintesi, questa diventerà una
nuova tesi.
Il primo momento è quello del principio di identità: A uguale ad A.
Il secondo momento contesta il principio di non contraddizione: A non è solo A, ma è anche NON A.
Hegel focalizza la riaffermazione con il termine Aufhebung: significa togliere e conservare. Toglie
la contraddizione ma allo stesso tempo la conserva quindi rende il terzo momento più ricco del
primo.

-Hegel propone la seguente triade dialettica: innocenza, vizio, virtù.


Innocenza: bambino ingenuamente buono, perché così naturalmente, ingenuamente buono, è una
posizione ingenua, immediata, iniziale, inconsapevole.
Il bambino cresce e conosce il male, si scontra con il negativo, lo supera, e quindi ecco la virtù,
tra innocenza e virtù vi è una differenza: il passaggio travagliato per la contraddizione.
Il terzo momento invera (diventa più vero) il primo momento, perché porta con sé il superamento
del negativo.
Una relazione fra due persone: si va d’amore e d’accordo, poi c’è una crisi, una rottura, una
spaccatura, se superata questo rapporto diventa più vero.
Una posizione che accetta di guardare in faccia la posizione dell’altro è più matura.
Per Hegel il momento della contraddizione è l’adolescenza, molte cose entrano in crisi, ma viene
riconfermata o cambiata la prima posizione attraverso la crisi, la contraddizione.
La storia è storia di contraddizioni, di scontri, Marx riprende tale pensiero e lo sposta
sull’economia.
Hegel ritiene Eraclito il padre, vuole solo mettere delle note a margine del pensiero di eraclito.
Contrasta il pensiero dei romantici perché nulla succede in modo immediato, per giungere alla
verità occorre la fatica del concetto, ci vuole tempo e razionalità, non ci sipuò far trasportare
dalle sensazioni.

Una calza rammendata è meglio di una calza lacerata, non vale lo stesso per l’autocoscienza.
Ciò che vale per la vita quotidiana non vale per la filosofia.
Se si vuole dilatare gli scontri non bisogna rammendare.
Ciò che è lacerato è aperto, attraverso la lacerazione per l’ingresso dell’assoluto, la lacerazione
permette l’avvicinamento alla metafisica.

Hegel laicizza ciò che ha studiato teologicamente, parla di passione morte e resurrezione: quando
Hegel parla del negativo lo descrive come il Venerdì Santo dello spirito.
Il modo di procedere di Hegel è contraddittorio, la vita si muove di contraddizioni.
Critiche di Hegel ai pensatori
ILLUMINISMO: Da un lato Hegel apprezza la centralità della ragione, ma ritiene che la facoltà di
cui parlano gli illuministi sia l’intelletto, esprime solo le esigenze degli individui. Ciò non
offrirebbe una visione globale del tutto, ci si ferma quindi ad un primo momento senza osservare la
totalità.
ROMANTICISMO: rimprovera la pretesa della immediatezza: i romantici pretendono di giungere
all’infinito immediatamente senza la “fatica del processo”, mentre il percorso verso l’infinito è
essenziale. Non si può arrivare all’infinito con lo slancio del sentimento.
La parola mediazione ha in hegel un ruolo positivo, è essa che invera.
Critica a Kant: Hegel critica la sua filosofia del finito e il suo ideale secondo cui l’essere non si
adegua mai al dover essere (le idee della ragione sono meri ideali), la realtà alla razionalità,
secondo Hegel questa adeguazione è necessaria.
A Kant inoltre Hegel rimprovera la pretesa di voler indagare la facoltà del conoscere prima di
procedere a conoscere, per Hegel la strada è fondamentale.
Critica a Fichte: Accusa il soggettivismo di Fichte di non riuscire ad assimilare adeguatamente
l’oggetto, ovvero il ridurlo a semplice ostacolo esterno dell’io, con il rischio di un nuovo dualismo,
di tipo kantiano tra spirito e natura, libertà e necessità.
Inoltre accusa Fichte di aver ridotto l’infinito a semplice metà ideale del finito=falso infinito o
infinito negativo.
Critica a Schelling: in schelling c’è una fase che si chiama filosofia dell’identità secondo cui
l’assoluto è un’identità di opposti. Nell’assoluto gli opposti coincidono.
Ingenuità di una conoscenza fatua. Solo gli ingenui possono pensare che nell’assoluto tutto sia
uguale, come se la totalità(assoluto) fosse come la notte in cui le vacche sono tutte nere.
Hegel sta criticando la posizione che cerca di appiattire le differenze, l’assoluto non è un tutto
indifferenziato.

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO


Concepita come un’introduzione al sistema, benché l’introduzione sia già filosofia.
Storia dell’esperienza della coscienza: la coscienza si scopre assoluto, dalla coscienza
all’assoluto.
In realtà la coscienza era già assoluto ma non sapeva di esserlo, dopo il viaggio ne diventa
consapevole.
La verità è l’intero percorso, non un risultato ma la strada che vi ci ha portato (IL VERO E’
L’INTERO).
La fenomenologia è un romanzo di formazione, odissea della coscienza, maturazione tramite
esperienza.
La spirale: Ulisse parte da Itaca e torna a casa, ma non è lo stesso, ritorna a sé ma a sé con tutta
l’esperienza.
L’uomo, raggiunto un traguardo, tende a fermarsi, il ruolo del negativo è importante perchè
costringe ad andare avanti. Per tornare a casa Ulisse deve lasciarla.
Da Hegel partirà una nuova filosofia detta storicismo.
Questo romanzo racconta la storia dell’umanità.
Studiando la filosofia antica studio la storia dell’umanità. Ma perché bisogna studiare la storia
della filosofia?
La storia dell’umanità viene poi ricondotta alla storia dell’individuo.
Io sono il figlio della tradizione, non potrò capire me stesso se non ripercorrendo le tappe della
storia. Non si arriva mai alla verità direttamente, ma attraverso il percorso, attraverso la storia.
Le tappe della formazione vengono presentate come figure ideali.
È un cammino dialettico.
La meta finale è adesso, perché il reale è razionale, quindi l’adesso è l’inveramento di tutto ciò
che è stato.
Valerio Verra: qual è lo scopo? Che “Adamo giunga a riconoscere che Eva è carne della sua
carne”
Eva è stata creata dalla costola di Adamo, egli deve riconoscere che eva è carne della sua carne.
Adamo non trova la giusta compagnia nella natura, quindi dio crea eva dalla sua costola, ma eva è
creata mentre Adamo dorme, quindi NON mentre era cosciente, egli non sa che eva è carne della
sua carne. L’amore è quando l’uomo e la donna sono uno solo, un solo spirito. L’amore però deve
essere sottoposto ad alterità che non deve essere coperta ma superata. Non c’è luce senza buio.
Fichte ha un cattivo infinito perché lo sposta sempre più in là, mentre in hegel l’infinito c’è fin da
subito, ma è un infinito astratto.
Per Hegel c’è una fine ma è provvisoria, la metà è adesso (GIA’ E NON ANCORA)
Talete aveva ragione, ma ora lo giudichiamo in base alla nuova esperienza
Etimologia
Fenomenologia=> fenomeno: apparizioni=>in Hegel sono le figure
Manifestazioni storiche con cui si è mostrato lo spirito
Queste figure sono 6:
- coscienza
- autocoscienza
- ragione
- spirito
- religione
- sapere assoluto
Storia romanzata della coscienza che attraverso errori, contrasti, scissioni e quindi infelicità e
dolore, esce dalla sua individualità, raggiunge l’universalità e si riconosce come ragione che è
realtà e realtà che è ragione.
La struttura interna dell’opera è divisa in due parti:
1) Formazione della coscienza singola (Coscienza, Autocoscienza, Ragione);
2) Manifestazione dello Spirito nella storia (Spirito, Religione, Sapere assoluto)

COSCIENZA:
Nella fase della coscienza predomina l’attenzione per l’oggetto.
La coscienza, come ogni figura, si divide in tre momenti:
- certezza sensibile: questa appare a prima vista come certezza più ricca e certa ma in
realtà è la più povera. Essa rende certi solo della cosa singola solo perchè è qui e ora
davanti a noi. Ciò implica che la certezza sensibile non sia la certezza del particolare ma un
universale, generico. Questo non dipende dalla cosa ma dall’io che la considera. Quindi la
certezza sensibile è la certezza di un io anch’esso universale. Quindi oggetto e soggetto
sono indifferente;
- Percezione: l’oggetto diventa un insieme di caratteri uniti, stabiliti dal soggetto;
- Intelletto: le leggi di questo oggetto sono in realtà leggi che il soggetto impone all’oggetto.
L’intelletto vede nell’oggetto un semplice fenomeno e dato che questo è solo nella
coscienza, la coscienza ha risolto l’intero oggetto in se stessa ed è diventata coscienza di
sé; conoscere l’oggetto significa conoscere sè stessi=>autocoscienza
AUTOCOSCIENZA
Nella fase dell’autocoscienza predomina l’attenzione per il soggetto, ovvero per l’attività concreta
dell’io, considerato nei suoi rapporti con gli altri.
“L’autocoscienza raggiunge il suo appagamento solo in un’altra autocoscienza”
In quanto appetito o desiderio, l’autocoscienza non può limitarsi a cercare il proprio appagamento
negli oggetti sensibili, ma ha bisogno degli altri.
La vita è caratterizzata sempre dalla mancanza di qualcosa.
La coscienza parte da un sentimento di mancanza che nella sua forma più ingenua si manifesta
come appetito che però è una dimensione esclusivamente animale. Ma c’è un atteggiamento che si
dimostra come appetito anche nei rapporti: il desiderio.
Adamo desidera sé stesso, desidera qualcuno non da possedere, ma qualcuno che lo riconosca.
Ciò che l’autocoscienza desidera non è dominare, ma essere desiderata, desiderio di un desiderio.

Il riconoscimento non può che passare attraverso un momento di lotta e di sfida, ossia attraverso
il conflitto tra le autocoscienze. Tale conflitto non si conclude con la morte delle autocoscienze
contendenti ma con il subordinarsi dell’una all’altra nel rapporto servo-padrone (prima figura
della dialettica).
-Il padrone è colui che per affermare la propria indipendenza ha messo a rischio la propria vita
fino alla vittoria
-Il servo è colui che ha preferito la perdita dell’indipendenza, cioè la schiavitù, pur di avere salva
la vita.
Hegel dice che però il rapporto servo-padrone si invertirà (signore diviene servo del servo e
viceversa).
Questo rovesciamento di ruoli avviene attraverso tre momenti:
- Paura della morte: lo schiavo è tale perchè ha avuto paura della morte, ma proprio grazie a
questa ha potuto sperimentare il proprio essere come qualcosa di distinto o di indipendente
da quel mondo di realtà e certezze naturali che prima gli apparivano come qualcosa di fisso
e con le quali si identificava. Tramite questa conquista l’individuo giunge alla proprio
autocoscienza.
- Servizio: in generale la coscienza si autodisciplina e impara a vincere i suoi impulsi
naturali.
- Lavoro: Il servo, trattenendo il proprio appetito e non usufruendo dell’oggetto, dà luogo a
un’opera che permane e che ha una sua indipendenza o autonomia, la quale rappresenta il
riflesso nelle cose della raggiunta indipendenza o autonomia del servo rispetto agli oggetti.
Il servo lavora per il padrone, ma il padrone ha bisogno del lavoro del servo, senza di esso il
padrone non riesce ad aver un rapporto con la realtà.
Il rapporto del signore con il reale non è completo, non si realizza se non c’è il servo, viceversa il
servo non ha bisogno del padrone, nel lavoro non ha bisogno di altro.
Lavorare vuol dire realizzare qualcosa nella realtà.
Lavorando, il servo mette qualcosa di sé nella realtà. Il padrone gode, consuma quello che qualcun
altro ha fatto, mentre il servo non può consumare.
Il servo ha la possibilità di essere più libero perché si autorealizza, si autodisciplina.
Il riconoscimento del debole sul padrone è meno importante del riconoscimento del padrone sul
servo.
Le due autocoscienze hanno lottato, il servo ha avuto paura di morire, ha ceduto.
Hegel si chiede cosa vuol dire avere paura di morire?
Le piante non hanno paura della morte, la coscienza del servo si è sentita tremare e ha preso
coscienza di sé, mentre il padrone non ha provato la paura della morte, quindi non è così tanto
angosciato dalla morte, e ha meno coscienza di sé.
La libertà non è né l’essere servo, né l’essere padrone.
Il risultato della dialettica servo e padrone è il raggiungimento dell’indipendenza dell’io nei
confronti delle cose.
Stoicismo e scetticismo
Lo stoico è colui che persegue l’indifferenza nei confronti della realtà.
Lo stoico ha una posizione astratta, la libertà dello stoico è astratta.
Anima bella: per Hegel è quella che non vuole sporcarsi, atteggiamento vile e ipocrita.
Vive con l’ansia di sporcarsi la gloria dell’interno. Non manca di giudicare chi agisce (coscienza
vile)
Lo scettico (seconda figura) rifiuta qualsiasi realtà, la verità non esiste.
La libertà dello scettico diventa una posizione negativa.
Ogni verità va messa in discussione, non c’è nessuna verità davanti a cui inchinarsi. Hegel dice di
non fermarsi in questa posizione.
Di per sé la posizione scettica è contraddizione, poiché già questa è una verità=>errore logico.
Il rifiuto totale non può essere pronunciato, perché appena si parla si attribuisce il peso di una
verità.
Lo scetticismo di hegel è infinitamente transitorio.
Consapevolezza da parte dello scettico dei limiti umani. Per Hegel la posizione dello scettico è
molto simile a quella dell’uomo religioso, poiché l’uomo riconosce il proprio limite di fronte alla
grandezza di Dio.

COSCIENZA INFELICE
La coscienza infelice è quella che non sa di essere tutta la realtà e che perciò si trova scissa in
differenze e opposizioni.
La scissione, presente nello scetticismo, tra una coscienza immutabile e una mutevole diviene
esplicita nella figura della coscienza infelice e assume la forma di una separazione radicale tra
l’uomo e Dio.
La coscienza è infelice poiché è caratterizzata da un forte desiderio dell’assoluto. Riconosce il
divino che è là, lontano.
La verità/perfezione è raggiungibile? No
EBRAISMO
Negli ebrei l’alterità è fortissima, non scrivono, ne citano Dio talmente è alto il suo nome.
Dio è l’altro per eccellenza, hegel non apprezzava l’ebraismo, e parla dell’ebraismo come
manifestazione della coscienza infelice.
CRISTIANESIMO MEDIEVALE
Anche qui, la posizione del cristianesimo medievale è emblema della coscienza infelice.
Cercano il santo sepolcro e trovano il sepolcro è vuoto, cercano un assoluto che se fosse trovato
non sarebbe divino, quindi non viene trovato.

La seconda parte della Fenomenologia comprende tre sezioni (spirito, religione e sapere
assoluto) che anticipano il contenuto della filosofia dello spirito.
Hegel con “spirito” intende l’individuo nei suoi rapporti con la comunità sociale di cui è parte. La
sezione dello spirito comprende tre tappe:
-eticità, lo spirito vero: fusione armonica tra l’individuo e la comunità, il singolo appare
profondamente immerso nella vita del proprio popolo.
-cultura, lo spirito che si è reso estraneo a sè: frattura tra l’io e la società;
-moralità, lo spirito certo di se stesso: riconquista dell’eticità e armonia tra individuo e comunità.
Lo spirito dopo aver attraversato le figure imperfette della “moralità astratta”, dell’anima bella
romantica (che non vuole sporcarsi nella realtà) e della filosofia della fede, si riconosce nella
sostanza etica dello Stato.
Con la filosofia e la religione l’individuo acquista la piena, totale ed esplicita coscienza di sè
come spirito.

ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE


1. Logica: idea in sè o assoluto (logos)
2. Filosofia della natura: Fuori di sè
3. Filosofia dello spirito: In sè e per sè
1 momento (Logos)
Logica hegeliana è un’ontologia (studio dell’essere): la razionalità è la struttura stessa della
realtà.
Divisa in essere, essenza e concetto.
Parlando della logica si parla dell’assoluto, del divino=> è anche teologia
Logos al principio non è alla sua pienezza. È un dio prima della creazione, non realizzato
pienamente.
2 momento (natura)
Idea fuori di sè, (equivale a “L’io oppone a sè un non io” di Fichte), il logos si nega, viene meno;
produce qualche cosa d’altro che è assenza di logos. Ma questa assenza di logos si evolve
attraverso una storia, quindi anche all’interno della natura possiamo individuare momenti.
Natura: per Hegel è un “posto”, un momento, dove è collocato tutto ciò che è finito, accidentale,
non razionale, destinato ad essere superato.
Si divide in: Meccanica, fisica, organica.
• Visione meccanicistica della natura: visione iniziale, quello più completa è organica, che
vede la natura come organismo.
• Organica: organismo geologico, vegetale, animale.
! geologico: tutto è cristallizzato, statico.
vegetale: si vede, la pianta trova nel terreno ciò che le serve per vivere=> se è troppo
comoda non va bene (serve fatica);
! animale: più avanzato perchè si muove per cercare il cibo, sente una mancanza che
lo fa muovere.
Quando la mancanza diventa struggente si passa a uomo. Si percepisce la mancanza quando si è
consapevoli del limite. Esiste già qualcosa che lo sorpassa.
3 momento (spirito)
L’assoluto torna in sè, assoluto consapevole di sè, in sè per sè, l’assoluto diventa spirito.
Spirito è l’intelligenza consapevole, ha rimosso tutti i collegamenti religiosi.
La filosofia dello spirito ha 3 momenti:
spirito soggettivo (individuo), spirito oggettivo (società), spirito assoluto (sa e conosce sè stesso).
La filosofia dello spirito è lo studio dell’idea che dopo essersi estraniata da sè, sparisce come
natura per farsi soggettività e libertà, ovvero autocreazione e autoproduzione.
1. Spirito soggettivo: l’uomo si scopre dotato di qualcosa che non appartiene alla natura, si
scopre libero.
2. Spirito oggettivo: l’uomo secondo Hegel non si realizza come individuo, il suo pensiero non
è considerabile liberale (punta sull’individuo). Il momento più alto della filosofia dello
spirito, gli uomini creano un mondo diverso dal mondo della natura e per Hegel più alto.
Tutto ciò che fa l’uomo, sempre è superiore a ciò che fa la natura=> nell’uomo è razionale.
Istituzioni entrano nella storia.
Per Hegel lo spirito oggettivo è superiore allo spirito soggettivo.
Lo spirito oggettivo è l’intermediario attraverso cui ci rapportiamo con la realtà.
momenti:
1. Diritto astratto: regola le relazioni tra gli uomini dal punto di vista esteriore. Le
società sono nate sul diritto ma è ancora astratto perchè spesso non ci si chiede
perchè si seguono determinate regole, si seguono e basta
2. Moralità: ragion pratica di Kant, momento dell’interiorità, si ferma sull’intenzione.
Rischio di questa posizione è la separazione tra essere e dover essere (critica che
Hegel muove a Fichte e Kant). C’è una perfezione, un dover essere, che è lontana da
dove io sono. Sposta l’attenzione sulle ragioni.
3. Eticità: unisce l’esteriorità del diritto con l’interiorità della moraità=> solo una delle
due non sarebbe vera: tre momenti
1. Famiglia: Isituzione che nasce da un contratto (matrimonio), e che ha delle
“regole”, ma è mosso anche dal sentimento.
2. Società civile: insieme delle persone aggregate da relazioni, in cui vigono delle
leggi.
Se non si compone nello stato rimane incompleto e più astratto (in Marx sarà il
contrario, l’obiettivo è la società senza classi, non lo stato)
3. Stato: Più alta celebrazione dello stato elaborata dall’uomo. Lo stato è, dal
punto di vista storico, il vertice che l’uomo può produrre. È l’ingresso di Dio nel
mondo. La incarnazione del bene. TEOFANIA: manifestazione del divino.
Attraverso la storia dello stato, questo ha incarnato sempre più i valori di
libertà. La libertà non è mai l’arbitrio del singolo.
Tutto il percorso della libertà si realizza nella monarchia prussiana (nel
presente).
Esaltazione della guerra ma questa è il momento del negativo.
Gli eroi sono il punto in cui il momento storico si incarna.
Non c’è mai lo stato, c’è la storia dello stato. Succedersi delle forme sempre più
perfette. C’è un cammino che è la storia dei popoli in cui c’è sempre.
All’interno del popolo ci sono individui particolari, individui cosmico storici.
Cesare, Napoleone, persone nelle quali la razionalità, lo spirito del mondo si è
incarnato particolarmente.
Concetto di astuzia della ragione: sfrutta le passioni e l’indole dei singoli
individui per tendere in avanti. La ragione si serve di Napoleone per perseguire
un fine.
Figura interessante=> laicizzazione della provvidenza. Se ne serve per
raggiungere un bene.
Il bene è il bene del singolo. Dio non toglie mai il bene al singolo se non per
darne uno maggiore.
Gli eroi sono grandi ma sono sfruttati=>la ragione li sfrutta finche serve a
raggiungere un fine, raggiunto questo fine è abbandonato (Napoleone muore a
Sant’Elena).
Il finito è risolto nell’infinito=>L’uomo si risolve nella storia.
Ognuno ha un compito da svolgere all’interno della storia. Visione panteista per
certi versi.
Nell’economia della storia ognuno è funzionale alla totalità (anche in Marx).
3. Spirito assoluto: Dialettica di Hegel è chiusa nel senso che non è aperta come Fichte che
non raggiunge mai un compimento. Chiusa non significa finita. Idea della spirale: chiusa ma
non finita.
Compito della filosofia non è profetizzare.
Lo spirito assoluto è il momento in cui lo spirito prende consapevolezza di sè.
Nella spiritualità lo spirito oggettivo è il momento più alto
Nella consapevolezza è lo spirito assoluto.
Arte religione e filosofia: identico contenuto, forma diversa.
Arte
Arte parla del divino utilizzando i sensi: disgna, scrive, compone, untuizione sensibile.
Hegel parla della storia dell’Arte in 3 momenti:
1. Arte simbolica: esaspera il divino creando cose enormi (sfinge, piramidi) per caricare il
contenuto esaspera la forma;
2. Classica: arte greca, equilibrio, proporzione, armonia, ordine, bellezza, ma hanno gli
occhi di pietra=> non hanno interiorità
3. Romantica: interiorità che esplode, rompe le forme, sproporzione del contenuto sulle
forme, spirito sulla materia.
Hegel però sbaglia dicendo che l’arte ha finito il suo corso, dice che dopo l’arte romantica
non c’è niente.
Continuerà invece la storia della filosofia.
Religione: si parla di Dio attraverso il mito, storia delle religioni che ha il culmine nel
cristianesimo.
Filosofia: lo spirito diventa pienamente consapevole di sè. FILOSOFIA IDEALISTA
La sua filsofia è la più ricca e concreta, è l’ultima.
La storia della filosofia è arrivata fino ad ora.
Quest’idea concreta è al conclusione dei conati dello spirito in quasi 2 millenni e mezzo di
lavoro.
La filosofia a cui è arrivato grazie a tutti i suoi predecessori.

Nottola: uccello notturno, vede di notte, quando il giorno è finito si alza.


Così è la filosofia, arriva alla fine, quando un momento è finito riguarda indietro e guarda la
razionalità di quello che è stato. Vedere che il reale è razionale.
“Quando la filosofia dipinge a chiaroscuro, allora un aspetto della vita è invecchiato, e, dal
chiaroscuro, esso non si lascia ringiovanire, ma soltanto riconoscere: la nottola di Minerva
inizia il suo volo sul far del crepuscolo.” (nottola, Lineamenti di filosofia del diritto)
SINISTRA HEGELIANA E MARX
Il pensiero di Hegel ha segnato la storia della filosofia. Parte degli scritti che abbiamo di Hegel
sono appunti presi durante le sue lezioni. Ad esempio nessuno andava alle lezioni di Schopenhauer
per andare a quelle di Hegel.
Il suo sistema è un delicato equilibrio, dando più peso a qualcosa perde questo equilibrio=> tutti
coloro che riprendono il suo pensiero enfatizzano un pensiero piuttosto che un altro. Per questo si
dividono:
Destra: conservatrice: In Hegel è importante l’idea di reale e razionale
Sinistra: rivoluzionaria: Feuerbach (a cui si ispirerà Marx). La sinistra enfatizza la dialettica, la
antitesi, la contraddizione.

Questione politica e questione religiosa

Destra: Identità di contenuto della religione e della filosofia (parlano dell’assoluto)


Sinistra: Diversità di forma: la religione usa il mito, la filosofia il concetto

Questa divisione nasce dallo scritto del 1835 di David Strauss, intitolato “Vita di Gesù”
Ciò che è contenuto nei vangeli è un mito, non è un fatto, qualcosa che è accaduto realmente e il
messaggio di quello che Gesù dice non è descrizione di fatti realmente accaduti. Religione ridotta a
un concetto filosofico dentro una veste immaginaria.
Le due parti evidenzieranno un elemento piuttosto che un altro
Sinistra svalorizza la religione perché non è ancora filosofia.

Feuerbach
prima posizione di ateismo filosofico.
Sinistra Hegeliana.
Ateismo: ateismo filosofico
Sostiene che non è Dio che ha creato l’uomo ma è l’uomo che ha creato Dio.
Dio è la perfezione a cui l’uomo aspira. Dio è “l’ottativo (il desiderio) dell’uomo divenuto troppo
presente”
Storia delle religioni
Il vero Dio non è quello che abbiamo identificato come tale ma è l’uomo.
Secondo un cammino dialettico: l’uomo si alliena (allienazione religiosa=>momento dell’antitesi, ci
si nega e sembra scomparire il momento iniziale per andare al terzo momento). Proietta fuori di sè
le sensazioni e qui deve subentrare il terzo momento, si riappropria.
L’ateismo è un dovere morale, riconosciamo che il vero Dio è l’umanità.
Materialismo:
È tutto corretto quello che dice Hegel ma ha capovolto le priorità. Non è l’infinito all’origine di
tutto e il finito solo un’astrazione dell’infinito. È la materia il fondamento di tutto, da cui derivano
gli aspetti spirituali.
Capovolgimento: essere materiale produce lo spirito (l’uomo è ciò che mangia)
All’origine di tutto ci sta l’uomo, materialmente.
Se vuoi cambiare la mentalità di un popolo cambiagli l’alimentazione.
Il suo materialismo è primitivo: la materia intesa per lui come sangue e carne produce lo spirito.
Marx
Tanto Feuerbach quanto Marx sono due materialisti. Siamo usciti dall’idealismo di Hegel e siamo
arrivati ad una concezione della realtà che insiste sull’elemento materiale. Marx e feuerbach sono
molto diversi.
Marx anche se assume i concetti di ateismo e materialismo di feuerbach ma hanno due modalità di
intendere questi termini diverse.

II tesi su Feuerbach:
Per Marx la questione del materialismo non è la centralità delle cose che si toccano, ma è
un’azione pratica
Spostamento dal piano del pensiero alla prassi
Nella prassi l’uomo deve provare la realtà. Il luogo dove si vede se una cosa è vera è la prassi.
Andiamo a vedere il luogo dove si produce e vediamo se è vero.
Alienazione: chiara origine Hegeliana
Feuerbach parlava di alienazione religiosa=>Marx critica perchè questa non è che la
manifestazione, la sovrastruttura di un’alienazione molto più importante nel mondo materiale,
l’alienazione del lavoro.

Testo classroom:
marx dice che il difetto di ogni materialismo fino a lui (compreso feuerbach) è che l’oggetto, la
realtà, la sensibilità (3 sinonimi per marx) vengono concepiti solo sotto forma di oggetto, di cosa;
ma c’è anche la attività sensibile, l’attività umana, prassi.
Marx non parla mai di cose ma di prodotti=> qualcosa che è stato prodotto.
Secondo Marx ha ragione l’idealismo che dice che non esiste una realtà già fatta, la realtà è un
prodotto della realtà dell’uomo.
Idealisti dicono che tutto è frutto dell’azione, agire prima di essere. Nell’idealismo l’azione non è
sensibile, materiale.
Feuerbach, dice Marx, vuole oggetti sensibili realmente distinti dagli oggetti del pensiero=>non
concepisce l’attività umana stessa come oggettiva.
Marx sostiene l’attività “rivoluzionaria”, “pratico-critica”.
È l’azione che produce le cose, non basta il pensiero (dell’idealismo)
In marx conferisce l’idealismo e il materialismo. Materialismo più raffinato di feuerbach.
In Marx l’azione è il lavoro=>La misura del valore (cit di Locke: valore di scambio, la quantità di
lavoro necessario per produrre un bene)
Il valore delle cose dipende dal lavoro che c’è dietro.
Se non si arriva a questo Marx dice che la posizione rimane teoretica.
Non serve parlare di teologia, bisogna combattere il mondo che trova rifugio in Dio.
Teorie sono sovrastrutture, bisogna cambiare la struttura.
LA STRUTTURA DETERMINA LA SOVRASTRUTTURA
Struttura: rapporti socio-economici
Sovrastruttura: IDEOLOGIA, teologia, cultura
Idee sono un’emanazione diretta della base materiale, condizione socio-economica. Per cambiare
un pensiero si deve cambiare la situazione sociale alla base
Marx non vuole reinterpretare, vuole cambiare.
XI teoria della tesi su Feuerbach: i filosofi devono trasformarlo, non reinterpretarlo (chiedi
appunti/classroom)

Religione è una forma di alienazione, perchè l’uomo ha bisogno? Perchè è scontento di questo
mondo
La soluzione è combattere questo mondo, non cercarne un altro
Marx definisce la religione l’oppio dei popoli

La vera alienazione non è quella religiosa ma è l’alienazione del lavoro.


Manoscritti economico-filosofici: tema dell’alienazione del lavoro
Nella società contemporanea a lui il lavoro è LA DIMENSIONE che dovrebbe essere quella in cui
l’uomo si realizza.
L’uomo è tale in quanto lavora
Il lavoro è ANTROPOGENO, generatore di umanità
Nel lavoro l’uomo trova sè stesso.
Ciò che differenzia l’uomo dal resto è la sua capacità di lavorare.
Nella società attuale il lavoro è alienato.
Il lavoro non inteso come sola azione esecutiva (lo slogan fu mal interpretato tanto da essere
scritto sul cancello di Auswitz=>“Il lavoro rende liberi”)
La società senza classi di Marx è la società in un cui tutti lavorano: “da ognuno secondo le proprie
capacità, a ognuno secondo le proprie necessità”

Parto da un fatto attuale: non parte da una teoria, non parte da ciò che dovrebbe essere ma da un
fatto che c’è, reale (concreto).
L’operaio diventa una merce tanto più a buon mercato tanto più lavora crea delle merci.
L’operaio di Marx è Il proletario, che non ha altro se non i figli e la propria capacità di lavorare.
1: All’operaio è sottratto il prodotto del suo lavoro (L’oggetto)=> quello che fa non è suo.
Oggettivazione del lavoro (il prodotto del lavoro che si è fatto oggetto) appare come un
annullamento dell’operaio. L’oggettivazione appare come perdita dell’oggetto e l’appropriazione
come alienazione, esproprazione.
2: L’uomo è alienato nel momento in cui lavora, nell’atto della produzione, dentro la stessa
attività producente.
Il lavoro è costrittivo, non è la soddisfazione di un bisogno ma è il mezzo per soddisfare il bisogno
di altri.
Il bestiale diventa umano e l’umano diventa bestiale
L’uomo dovrebbe sentirsi sè stesso nel momento in cui lavora.
L’uomo (che equivale a lavoratore in Marx) si sente libero nelle sue funzioni bestiali.
L’assurdo è quest: l’uomo si sente sè stesso nelle sue funzioni bestiali, nelle sua attività propria si
sente una bestia.
3: All’uomo è sottratta l’umanità, la capacità di umanizzazione della natura che lo rende uomo.
Nel lavoro l’uomo mette qualcosa che riguarda l’essere umano, l’uomo rende più umano il mondo.
L’uomo vede sè stesso nel mondo fatto da lui
4: L’uomo è alienato anche nelle relazioni umane
La proprietà privata è dunque il prodotto, il risultato, la necessaria conseguenza del lavoro
espropriato/alienato
Non è come diceva il liberalismo un diritto naturale
Proprietà privata nasce quando si sottrae il lavoro a qualcuno
Collettivizzazione dei mezzi di produzioni è necessaria

Non ci sarà più bisogno di cercare il paradiso, non ci sarà più l’alienazione.

D m d’=> d’ deriva dal plus valore, operaio lavora più del suo salario=>operaio è una merce.
Capitalista compra la forza lavoro come una merce. Il ricavo dal plus valore lo investe in macchine
e altra forza lavoro. Macchine velocizzano in tempi e quindi aumentano il plus valore.
Saggio di profitto: plus valore/capitale costante+capitale variabile
Il ricavo deriva dal plus valore, per capire quando ha guadagnato quindi deve considerare
quanto ha investito in macchine e forza lavoro.
Più si investe nel capitale costante(macchine) più diminuisce il plus valore=>caduta tendenziale
del saggio di profitto
Capitale costante: investimento nelle macchine
Capitale variabile: operai
Più si meccanizza la produzione, più dimuisce il plus valore=>di conseguenza cadrà il profitto.
Caduta tendenziale del saggio di profitto e Crisi ciclica di sovrapproduzione porteranno alla caduta
del capitalismo.
Schopenhauer
1788-1860
Oppositore di Hegel, faceva le lezioni in contemporanea ad Hegel ma non avrà successo.
“Il mondo come volontà e rappresentazione” (1818)
Prima edizione non ebbe nessun successo ma questa mancanza di ricezione che ebbe nella
prima metà della sua vita cambio nel secondo 800’ quando iniziò ad essere ascoltato.
Influenze importanti: Platone (mito della caverna), Kant, Illuminismo (filone
materialistico), Romanticismo (tema dell’infinito e del dolore), idealismo e filosofie
orientali (indiana, buddismo).
Critica all’ottimismo di Hegel a cui Schopenhauer oppone una delle posizioni più estreme
di pessimismo, giudica il pensiero idealistico come “filosofia delle università”, posizione
ipocrita che non è al servizio della verità, ma di interessi volgari quali il successo e il
potere. Definisce Hegel un “sicario della verità”
(Hegel è ottimista perché il reale è razionale, realtà dinamica il cui destino è diventare vera.)
Critica ad Hegel di aver affermato il falso solo per giustificare il presente e la situazione
politica presente. “Il ciarlatano della metafisica aveva avuto come complici interessati i
ciarlatani della politica.”

Dunque Lei ce l’ha con l’umanità?


“No, non con l’umanità , ma con la vita. Sono un pessimista, io, non un misantropo; al
contrario, ho votato tutto il mio odio all’ottimismo perché disonora e innervosisce
l’uomo, persuadendolo che non esista un male contro cui lottare, che tutto può essere
giustificato, legittimo, necessario, tutto tranne lo sforzo, che è inizio della virtù , e il
sacrificio, che la consacra.”
Per Hegel, tutto può essere giustificato
Pessimismo metafisico: non deriva da una situazione, è la vita in quanto tale che è male,
dolore (forte influenza buddista). Forma di pessimismo più profonda, peggio di Leopardi.
Si soffre se si pensa di più.
Il male non è solo nel mondo, ma nel principio stesso da cui esso dipende.
La vita è il male, è il velo che nasconde l’essere.
Aristotele scrisse: “La natura non è divina, è demoniaca”. Il che noi lo potremmo tradurre
così: “L’inferno è qui, sulla terra”.
Meditazione sui chiodi<=Fachiri e asceti sono persone che hanno cercato di distaccarsi
dalla vita: mortificazione=>dal latino, sembianza di morte, morte anticipata.
Buddismo e Cristianesimo sono le due sole religioni veramente religiose dell’umanità,
poiché entrambe hanno glorificato il culto del dolore.
Ebbene, io sono più maturo o più scettico di Lei, e dichiaro formalmente che il nostro
mondo è il peggiore dei mondi possibili.
Tutto è mosso dalla preoccupazione di vivere, l’istinto di sopravvivere.

Il punto di partenza della filosofia di Schopenhauer è la distinzione kantiana tra


“fenomeno” e “noumeno” ovvero la cosa come appare e la cosa in sé. Però se per Kant il
fenomeno è l’unica realtà accessibile alla mente umana e il noumeno il limite della
coscienza umana, per Schopenhauer il fenomeno è parvenza, illusione e sogno, il
cosiddetto “velo di Maya” della sapienza indiana, mentre il noumeno è la realtà, che si
nasconde dietro all’ingannevole fenomeno e che il filosofo ha il compito di scoprire.

Per Kant quindi il fenomeno è la realtà così come appare ma è una realtà universale che
tutti i soggetti condividono (sul fenomeno si può fondare la fisica).
Per Schopenhauer il FENOMENO E’ APPARENZA ILLUSORIA.
La realtà passa attraverso il filtro del soggetto, la mediazione tramite le forme a priori
(Kant). Spazio, tempo, causalità (causalità è l’unica delle dodici categorie kantiane che
accetta)
La vita è un sogno, un tessuto di apparenze che la rende simile agli stati onirici.

Il fenomeno di cui parla Schopenhauer è la rappresentazione soggettiva, esiste solo


dentro la coscienza. “La realtà è la mia rappresentazione”.

Secondo Schopenhauer il noumeno si può conoscere, si può sollevare/lacerare il velo di


Maya e trovare il “filo di Arianna”.
Se l’uomo fosse soltanto conoscenza e rappresentazione, non potrebbe uscire dal mondo
fenomenico, ossia dalla rappresentazione puramente esteriore di se stesso e delle cose.
Ma dato che l’uomo è dato a se stesso non solo come rappresentazione ma anche come
corpo, non si limita al vedersi dall’esterno ma si vive dall’interno.
Il corpo lo conosco dall’esterno ma ciò che vivo non ha bisogno delle forme a priori come
mediazione.
Per Schopenhauer l’indagine del corpo è la prima esperienza di base che permette di
“squarciare” il velo di Maya, del fenomeno e di afferrare la cosa in sé.
Il NOSTRO corpo è il veicolo per accedere al noumeno, la realtà in sé.
L’essenza profonda del nostro io, la cosa in sé del nostro essere, è la volontà di vivere=>
un impulso prepotente e irresistibile che spinge a esistere e ad agire, energia di vita.
Energia multiforme che assume tutte le forme e prende tutte le strade per vivere.
Tutti i movimenti, tutto quello che una cosa fa, consapevole o inconsapevole, è
espressione della volontà di vivere. Sorta di “Istinto di auto conservazione”.
Tutto è dominato dalla volontà di vivere, il desiderio di continuare a vivere.
Il noumeno, la cosa in sé, è la volontà.
Il nostro corpo è la manifestazione esteriore dell’insieme delle nostre brame interiori.
Il movimento del corpo (circolazione del sangue, cuore, respirazione, apparato digerente,
sessuale etc..) sono modalità attraverso cui si esprime la volontà, volontà di vivere.
L’intero mondo fenomenico non è altro che la maniera attraverso cui la volontà si
manifesta e si rende visibile a se stessa nella rappresentazione spazio-temporale.
Da ciò deriva il titolo del capolavoro “Il mondo come volontà e rappresentazione”
Fondandosi sul principio di analogia, Schopenhauer afferma che la volontà di vivere non è
soltanto la radice noumenica dell’uomo, ma anche l’essenza segreta di tutte le cose,
ovvero la cosa in sé dell’universo.

CARATTERI E MANIFESTAZIONI DELLA VOLONTÀ DI VIVERE


Essendo al di là del fenomeno, la volontà presenta caratteri contrapposti a quelli del
mondo della rappresentazione, in quanto si sottrae alle forme proprie di quest’ultimo:
spazio, tempo e causalità.
1.INCONSCIA: consapevolezza e intelletto sono soltanto due delle possibili manifestazioni
secondarie, volontà è inteso da Schopenhauer come energia o impulso, quindi non come
volontà cosciente;
2.UNICA: essendo al di fuori del tempo e dello spazio, essa si sottrae al principio di
individuazione, è oggi come ieri e domani ed è qui come è lì;
3.ETERNA: essendo oltre la forma del tempo, essa è anche eterna e indistruttibile, senza
inizio e senza fine.
4.INCAUSATA E SENZA SCOPO: essendo al di là della categoria della causa, la volontà si
configura anche come una forza libera e cieca, un’energia incausata senza scopo che
non ha alcuna meta oltre a se stessa. È irrazionale, possiamo cercare la ragione di una
manifestazione fenomenica della realtà ma non della volontà stessa. Possiamo sapere
perché vogliamo una determinata cosa ma non perché vogliamo in generale. (Il reale
non è razionale (contro Hegel))
Dio nell’universo doloroso di Schopenhauer non può esistere, l’unico assoluto è la
volontà stessa. I caratteri di fondo infatti (unica, eterna e incausata) sono quelli che da
sempre sono stati attribuiti a Dio.
Nell’uomo la volontà diviene pienamente consapevole.
La ragione però è meno efficace del istinto ed è per questo che Schopenhauer definisce
l’uomo come un “animale malaticcio”.

Il Pessimismo
Affermare che l’essere è una manifestazione di una volontà infinita equivale a dire che la
vita è dolore.
Volere significa desiderare, e desiderare significa trovarsi in uno stato di tensione per la
mancanza di qualcosa che si vorrebbe avere.
Il desiderio è assenza, vuoto e dolore.
Desiderio => mancanza => dolore
Godimento e gioia sono solo una cessazione di dolore, ossia lo scaricarsi di una tensione.
Per far si che ci sia il piacere, ci deve necessariamente essere uno stato precedente di
tensione o dolore. Piacere è assenza di dolore.
Il piacere è solo una funzione derivata del dolore, che vive unicamente a spese di esso.
Accanto al dolore, che è durevole, e al piacere, che è momentaneo, Schopenhauer pone
come terza situazione esistenziale di base la noia, che subentra quando viene meno il
desiderio.
Al raggiungimento della cosa desiderata subentra la noia a cui subentra un altro desiderio.
La vita dell’uomo è come un pendolo che oscilla tra dolore e noia con brevissimi istanti
illusori di piacere.

Innamoramento è la più grande illusione, dietro l’innamoramento c’è la volontà che


vuole solo perpetuarsi per continuare a vivere. Il fine dell’amore è l’accoppiamento.
Il nostro non è un desiderio dell’infinito, è un infinito desiderare. (logica del consumismo)
La volontà desidera in noi, desiderare significa condannarsi all’infelicità.
All’illusione segue la delusione. Essere vittime dei desideri porta al dolore

Critica all’ottimismo cosmico: consolatorio, crede che il mondo sia perfetto,


provvidenzialmente governato da Dio=> la vita è un’esplosioni di forze sostanzialmente
irrazionali
Critica all’ottimismo sociale: gli uomini vivono insieme per bisogno, non per simpatia o
socievolezza.
Critica all’ottimismo storico: bisogna cercare la costante uniformità e ripetitività della
storia=> da storia a “filosofia della storia”.

Il filosofo rifiuta e condanna il suicidio:


1. C’è una contraddizione, denuncia una protesta contro le condizioni che sono toccate.
Non è che non vuole vivere, non vuole vivere così
2. Il suicidio sopprime soltanto una manifestazione fenomenica della volontà di vivere,
lasciando intatta la cosa in sé, la quale pur morendo in un individuo, rinasce in mille altri.
Il suicidio quindi invece che essere la negazione della volontà è un atto di forte
affermazione di essa.
VIE DELLA LIBERAZIONE DAL DOLORE
Schopenhauer individua tre vie di liberazione dal dolore, tappe: arte, la morale e l’ascesi.
1.L’arte è conoscenza libera e disinteressata.
Quando si contempla un’opera d’arte, è come se uscissi da me stesso.
“Il soggetto diventa un puro occhio del mondo”=>contemplazione completamente
invasa dal soggetto. Il soggetto contempla le idee, gli aspetti universali della realtà
(l’arte non rappresenta questa guerra, ma la guerra, non questo amore, ma l’amore…).
L’arte è catartica per essenza perché grazie ad essa l’uomo, più che vivere, contempla
la vita, elevandosi al di sopra della volontà, del dolore e del tempo.

Classifica delle arti: più in basso architettura (più materiale), punto più in alto mette la
tragedia (auto-rappresentazione del dramma della vita, dice la verità ma è
un’occasione in cui assistiamo a quello che è la vita, la contempliamo senza essere
attraversati dalla volontà).
La musica è la forma artistica più alta, profonda e universale, non si racconta una
storia in cui si racconta della volontà, è la volontà che si libera senza una forma,
racconto, parole, figure. Pura volontà. Si assiste alla volontà senza esserne
assoggettati. Fa uscire dalle forme a priori (spazio tempo e causalità).
Immediata rivelazione della volontà a se stessa.

2.Etica, a differenza della contemplazione estetica, l’etica implica un impegno nel


mondo a favore del prossimo=> due virtù: giustizia e pietà
1.Giustizia: Considerare gli altri come sé stessi. Fa capire che gli altri sono come
me, siamo tutti nella stessa situazione. Tutti siamo uguali, tutti siamo
tragicamente attraversati dalla volontà. Primo freno all’egoismo che inizia a
metterci in una situazione di equità;
2.Pietà: compassione, (significa sofferenza condivisa) soffro insieme, partecipo del
dolore dell’altro. Unica forma d’amore per Schopenhauer è la compassione. Si
esce dall’egoismo conferito dalla volontà di vivere. Fa uscire dall’individualità.
Fa uscire dalle forme a priori (spazio tempo e causalità). Volontà di fare del bene
al prossimo.

3. Ascesi: esperienza attraverso la quale l’individuo, cessando di volere la vita e il volere


stesso, si propone di estirpare il proprio desiderio di esistere, di godere e di volere.
1. Castità perfetta, che libera dalla prima e fondamentale manifestazione della
volontà di vivere, cioè dall’impulso alla generazione e quindi alla perpetrazione
della specie;
2.Digiuno
3. Automacerazione/mortificazione.
La soppressione della volontà di vivere, di cui l’ascesi rappresenta la tecnica, è l’unico
vero atto di libertà che sia possibile all’uomo.

Nel misticismo ateo di Schopenhauer il cammino verso la salvezza mette capo al nirvana
buddista, ovvero l’esperienza del nulla, la pace dei sensi, coincide con la noluntas, non
voglio più niente. Quando non si desidera più niente si è in pace.
Ascesi è l’unico atto di libertà. Libertà deriva dalla liberazione. Non si è liberi se non si
arriva dalla liberazione.
Chi ha raggiunto la pace dei sensi (Nirvana), ha raggiunto il tutto in cui le emozioni, le
nozioni di io e soggetto si dissolvono.

Schopenhauer non ha perseguito la via di liberazione. È una via che offre ma non persegue.
Critica a Schopenhauer: rimane un’analisi mentale, non vissuta fino in fondo.
Impressione di non partecipazione da parte di Schopenhauer.
Kierkegaard
(1813-1855)
Eccezione all’interno del panorama filosofico dell’800. Copenaghen (Danimarca).
Non appartiene all’ambiente accademico dell’idealismo. Uno dei grandi avversari del pensiero di
Hegel e della filosofia idealista e moderna. Idea della filosofia molto diversa dagli idealisti. Non si
dichiarava un filosofo ma un pensatore.
Distanza tra pensiero e la vita.
Figura che verrà totalmente dimenticata, non avrà successo durante la sua esistenza e fino agi inizi
di 900 non si avranno informazioni sul suo pensiero. Verrà ripreso più avanti. È un pensatore
inattuale, fuori dal suo tempo, tornerà nel 900’. Inizi del 900’ ci sarà la Kierkegaard reinessance.

Filo conduttore tra Socrate, Agostino, Pascal, Kierkegaard, esistenzialismo.


Hanno in comune il fatto che hanno riflettuto sulla vita. Legame tra pensiero e esistenza è stato
strettissimo. Hanno vissuto del proprio pensiero.
Critica ai pensatori dell’età moderna che creano architetture di pensiero che non c’entrano con la
loro vita.
Questi autori infatti scelgono anche un modo di comunicare, di scrivere, particolare. Nessuno
scrive saggi (tono di distacco e neutralità) ma scelgono delle modalità espressive, stili narrativi
particolari. Socrate non scrive niente! La modalità è il dialogo vivo. Agostino scrive le confessioni
che sono un dialogo che Agostino scrive riferendosi a Dio e raccontando di sé. Non parla del
concetto di per sè, parla della sua esperienza, come una confessione appunto. Pascal scrive i
pensieri, sono folgorazioni, intuizioni che pescano nella sua esperienza.
Kierkegaard sceglie modalità di scrittura particolare, usando pseudonimi. Difficile diffusione anche
a causa della scrittura in Danese che andava tradotta.
Nella sua filosofia ci sono passaggi misteriosi che lui stesso non ha voluto dichiarare.

Figura del padre: figura controversa, il padre è un pastore (è luterano), molto severo e ad un
certo punto il rapporto si rompe.
Rapporto con Regina Olsen, figura di cui è molto innamorato, Kierkegaard lascia improvvisamente
la donna e non si sposerà mai più ma non smette di amarla.
Rapporto con un vescovo luterano: fortissima polemica con la chiesa di Copenaghen. A causa
delle invettive contro la chiesa di Copenaghen inizieranno molte vignette satiriche contro di lui.

Vita profondamente tormentata


Tesi di laurea sull’ironia di Socrate.
Ironia è un tratto distintivo. Capacità di distacco da quello che si sta vivendo. Mettere in ridicolo
(ridimensionare) chi pensava di sapere tutto. Ripreso da Socrate.
Kierkegaard voleva che sulla sua tomba ci fosse scritto “quel singolo”, categoria che è stata
dimenticata nei secoli. L’importante è l’Io. Nell’idealismo l’Io era il tutto (critica).

Antologia
"Succede alla maggioranza dei filosofi sistematici, riguardo ai loro sistemi, come di chi costruisse
un castello e poi se ne andasse a vivere in un fienile”
Non si può proporre una prospettiva filosofica e non viverla.
Per il proprio pensiero Socrate ha dato la vita

"Ciò che i filosofi dicono della realtà, è così deludente come la scritta che si legge da un antiquario: qui si
stira - e se si ritorna col proprio vestito per farlo stirare, si resta buggerati. Era una scritta in vendita”.

Si rimane delusi dalla prospettiva. L’antiquario non vende cose, vende un insegna, dice una cosa
ma non fa quello che dice. Lì non si stira, vende l’insegna che dice che lì si stira. Illusione delusa.
Crea l’attesa di rispondere ad un bisogno ma non viene soddisfatto

"La filosofia è la balia asciutta della vita. Veglia sui nostri passi, ma non per allattarci".
Un pensiero di cui non si abita, di cui non si vive
L’unico problema è il proprio io, una verità sia una verità per me. Non è importante la verità
oggettiva, mi interessa la verità soggettiva, che risponda ai miei problemi. Il senso della mia
esistenza. Se non ha a che fare con questo è un esercizio intellettivo inutile.

Un giorno non soltanto i miei scritti, ma proprio la mia vita e tutto il complicato segreto del suo
meccanismo sarà minuziosamente studiato
La figura del docente era la cosa peggiore che potesse capitargli, non voleva che la sua vita
diventasse materia scolastica.

Critica a Hegel
Nella dialettica di Hegel lo stadio seguente inghiottisce quello precedente, non come uno stadio della vita
assorbe l’altro, perché qui ogni stadio serba il suo valore, ma come il titolo commendatore assorbe quello
di cavaliere”.
Ogni stadio mangia l’altro. Kierkegaard la chiama Dialettica dell’et et=> sia sia

Una delle sue opere si chiama: Aut aut=> o o


Categoria della scelta.
La vita è scelta
La vita dell’uomo non è predeterminata, non è lo sviluppo dell’essenza. L’esistenza dipende dalla
scelta. L’uomo diventa ciò che vuole essere. È la sua grandezza ma anche drammaticità.
Esistenza: vengo da e mi proietto fuori.
Tutti nella vita ci troviamo davanti a degli aut aut

È la ragione per cui Kierkegaard ci propone più tipi di esistenza:


1. Don Giovanni=> il seduttore che dedica la vita al piacere, al godimento;
2. Assessore Guglielmo=> il marito, uomo onesto, coerente, fedele=>vita etica
3. Abramo=> Vita religiosa

Tra questi tipi di esistenza non c’è continuità, c’è un aut aut, una scelta. Dipende dal singolo.
Kierkegaard si è preso il compito di incarnarsi in queste figure e infatti usa degli pseudonimi.
Modi in cui si mette in vari punti di vista.
Scelta che veicola il contenuto

Metodi di comunicazione
Non si può pensare di scrivere definendo, bloccando la vita dentro delle formule. Bisogna cercare
un modo di parlare e scrivere che riproduca la concretezza e dinamicità della vita.
Kierkegaard divide la sua opera in comunicazione diretta e indiretta. (prima suddivisione)
- Diretta: tutti gli scritti a firma di Kierkegaard, si manifesta direttamente, tutte di carattere
religioso, è profondamente cristiano, anomalia per la sua epoca. (parte meno interessante)
- Indiretta: annovera tutte le opere pseudonime, in cui l’autore non si presenta col suo
nome, le maschere che usa (maschere=>legame con Socrate, teatro e finzione)

Aut aut, ogni uomo sceglie cosa deve essere, Victor eremita
Timore e tremore, Johannes
La ripresa
Il concetto di angoscia
La malattia mortale
Don Giovanni (commenta l’opera di Mozart)
Diario di un seduttore

Pseudonimia in Kierkegaard è in realtà una polionimia.


“Teatro delle maschere”

Comunicazione indiretta è l’unica capace di parlare della verità: non si tratta di scrivere una
dottrina compiuta ma di realizzare una comunicazione d’esistenza che ha di mira l’attivazione
nell’interlocutore di un “poter fare”.
Sono testi che scuotono. Socrate nel discorso che fa dice che è stato paragonato a un tafano.
Non può scrivere cose accomodanti.
Grande critica della chiesa danese è di aver annacquato il cristianesimo.
La pseudonimia e l’ironia sono gli strumenti fondamentali di questa scelta comunicativa
(indiretta).
Fenomenologia dell’esistenza=> manifestazioni diverse dell’esistenza.
Kierkegaard non si riconosce in nessuna di esse.

Comunicazione sociale e anonimato


Tipo di comunicazione dell’epoca e ancora di più dei tempi odierni.
Non è ricezione passiva, ma lettura che impegna.
Obiettivo in primo luogo polemico.
La falsità dipende dal rapporto tra emittente e ricevente che si istituisce nella comunicazione
sociale.
Chi comunica è anonimo nel senso che non abita le parole che scrive.
All’anonimato dell’emittente è collegato l’anonimato del pubblico=> l’io impersonale
Il mondo del si impersonale=> si pensa, si dice così, etc…
Kierkegaard teme si stia andando
Gli uomini hanno paura a portare avanti le proprie idee se non sono condivise.
Singolo.

Secondo stadio
Stadio estetico: Figura all’epoca eloquente del Dandy.
Vita che ha come scopo l’appagamento del piacere.
Il seduttore: tre flessioni
1. Seduzione carnale, Don Giovanni, attratto dal piacere di avere tante donne, sempre di più.
(nell’opera di Mozart, Don Giovanni fa un elenco di donne, vuole aggiungere sempre, desiderio di
novità, non è uno che ama, vuole possedere perché quello che desidera è sé stesso. Per lui sono
tutte uguali, tra tutte le donne nessuna è diversa dalle altre. Quella che sembra essere l’ansia
del nuovo e la ripetizione dello stesso. Seduzione, possesso, abbandono. Idea del consumare. Il
risultato è che alla fine Don Giovanni non ha niente. Cattivo infinito, essere totalmente appagato
che non si realizza mai=> figura profondamente malinconica.
2.Seduzione intellettuale: Presentata nel “Diario del seduttore”, protagonista Giovanni che
insidia una ragazza pudica di nome Cordelia. Il gioco che Giovanni fa è astuto, fa in modo che
Cordelia si innamori dell’amico di Giovanni e fa si che si confidi con Giovanni. Più si lega a lui
però, più si accorge che in realtà ama Giovanni. Quando lei si lega al massimo, Giovanni se ne
va. Quando lei sa di poter fare qualsiasi cosa. È il punto più alto. Giovanni non vuole il possesso
carnale. Molto più grave di Don Giovanni. Il seduttore in ogni caso non sceglie, ciò che ha come
orrore=> non può fermarsi. Non c’è niente che gli dice di fermarsi con qualcuno. Non si legano a
niente e a nessuno. Vogliono solo alimentare l’amor proprio.
3.Snob, disimpegnato nei confronti di tutto

L’amore ama l’infinito e teme i limiti.


Il seduttore vuole essere libero ma nella posizione del seduttore non c’è la scelta, ha il terrore
della scelta. La posizione del seduttore è di totale disimpegno=>la scelta definisce l’uomo, se non
sceglie, le circostanze della vita sceglieranno per lui.
Chi non sceglie non ama. La cruda ricerca del piacere è puro narcisismo.
DECIDERE E’ RECIDERE=>chi sceglie esclude qualcosa
L’atteggiamento dell’esteta è di colui che non si dà a niente e nessuno.
Non c’è niente di finito che possa saziare l’infinito.
Il Don Giovanni non ha bisogno di fare testamento (cit).

Desiderio, piacere e novità che porta a dispersione, noia e vuoto.

Posizione dell’esteta è destinata ad un sentimento che è la disperazione.


Il seduttore è una posizione disperata e ancora peggio il fatto che non se ne renda conto o che
faccia finta di niente.

Stadio etico
L’uomo impegnato, (giudice, marito) chiara figura nell’aut aut.
Assessore Guglielmo, uomo che ha scelto. La vita etica è caratterizzata dalla scelta.
Scelta di una donna: Relazione stabile istituzionalizzata (matrimonio)
Scelta del lavoro: si dedica a qualcosa a lungo termine, che opera nel tempo.
Scelta degli amici stabili

Lavoro fedeltà e amicizia: tre dimensioni a cui Kierkegaard si ispira per presentare l’uomo etico.
Uomo onesto, rigoroso, che segue delle regole di comportamento, affidabile. Etica kantiana
(critica della ragion pratica)
Kierkegaard vuole profondamente far vedere che c’è qualcosa di stimabile=>colui che sceglie ogni
giorno ciò che ha scelto il giorno prima. Rinnova la scelta e quindi costruisce.
Mentre il seduttore non lascia niente dietro, l’uomo etico

Rendere lo stesso sempre nuovo.


Fedeltà è lo stesso che diventa nuovo, ritorna a essere nuovo.
Ricerca della posizione etica.

Solo nella scelta c’è la possibilità di rinnovare.


Pensiero sempre proiettato in avanti o indietro e non si vive il presente.
LA ripresa dell’uomo etico è quella di chi OGGI riprende quello di ieri e lo conduce al
futuro=>storia

La vera ripresa è ricordare procedendo

Paragone col vestito


Ricordo (reminiscenza) è come un vestito smesso=> per quanto bello non si può mettere, non è
più adatto (non entra più).
Speranza è un vestito che tu vedi ma non avendolo mai provato non sai se andrà bene.
La ripresa è quel vestito che sicuramente veste bene=> capace di adattarsi alla mia figura.

Paragone con le età


Ricordo è una bella vecchia che non offre quello che ci serve in quel momento.
Ripresa è sposa amata si cui non ci si stanca=> il vecchio non stanca, ci si stanca solo del nuovo.

Chi vuole solo sperare è vile=> posizione troppo comoda, sorta di disimpegno.
Chi vuole solo ricordare è voluttuoso=> si compiace sempre e solo del passato.
Chi vuole la ripresa è uomo=> l’uomo che vive

L’uomo etico è un’uomo serio, impegnato, fedele, buon amico.

Stabilità e continuità della ripetizione

Rischi e pericoli di questa posizione:


1.Conformismo: si adatta a forme di via che diventano solo esteriori. È quello che non sbaglia mai
(almeno pubblicamente), più preoccupato di salvaguardare la sua immagine. Quella che abbiamo
visto come ripresa diventa una ripetizione (“abitudine”). Diventerebbe troppo destabilizzante
interrompere una relazione. Rigetto nei confronti dei benpensanti.
2.L’uomo etico è quello che non ha bisogno di nessuno se non di sé, essere fedele, buon marito,
lavoratore, compiaciuto di sé stesso e non ha bisogno di nessuno che lo salvi. L’uomo etico crede
di poter diventare buono da solo. Sostenere di non aver bisogno di nessuno è mistificare la
realtà. Passaggio del vangelo: Fariseo e il pubblicano, Fariseo rispetta la legge e il pubblicano è
il peccatore. C’è un compiacimento da parte del Fariseo che si confronta con il peccatore e
crede di potersi salvare da solo. Se qualcuno non sente il bisogno di essere salvato, se arrivasse
la salvezza la rifiuterebbe. Nell’uomo etico non c’è un vero rapporto con l’altro. Stadio estetico
e stadio etico non sono così diversi: centralità di sé stessi. Uomo etico è soddisfatto di sé stesso.
Seduttore cerca il piacere. Ideale dell’uomo etico è la coerenza. In una posizione in cui la
coerenza morale è la cosa più importante, quando l’uomo si trova davanti all’incoerenza ….
L’uomo che non deve chiedere mai.
Il pentimento costituisce l’ultima parola della vita etica. La scelta assoluta è dunque pentimento,
riconoscimento della propria colpevolezza.

Stadio religioso
Figura di Abramo, presentata nel libro della Genesi. È il patriarca, l’origine del popolo ebraico.
Dio gli dice di lasciare la terra e andare nel paese che indicherà. (terra promessa).
Dio fa grandi promesse, discendenza molto numerosa, padre di un popolo. Si unisce alla sua serva e
ha un figlio di nome Ismaele.
Nel giro di un anno Abramo e la moglie hanno un altro figlio: Isacco. (sia lui che la moglie sono
avanti con l’età, sembrava impossibile)
Dio ha mantenuto tutte le promesse
Dio poi dice ad Abramo di sacrificare suo figlio.
Quando sta per compiere l’atto un angelo lo ferma. Sa che Abramo ha timore di Dio.

“Timore e tremore”=>testo dedicato alla figura dell’uomo religioso.


Non è l’uomo che va in chiesa tutti i giorni. L’uomo religioso è Abramo.
Kierkegaard non fa altro che pensare a questo momento della vita di Abramo.
Gli è incomprensibile il gesto e Dio. È stato lui a dargli il figlio, fargli le promesse e poi gli chiede
di toglierselo.
Situazione di Abramo è di totale solitudine => non può dire niente a nessuno
Di fronte ad una scelta radicalissima=> fidarsi anche quando non si capisce
Affidare totalmente sé stesso nelle mani di qualcun altro.

Grande differenza tra lui e l’uomo etico.


Uomo che si abbandona totalmente a qualcun altro.
Fede ha la dimensione del rischio, abbandono, che non può pretendere di capire tutto.
Dio non è irrazionale o contraddittorio.
In un passaggio del testo di Kierkegaard dice: "Il prodigio che quel cavaliere (Abramo è il cavaliere
della fede, aspetto eroico), ha compiuto, di diventare il confidente di Dio tanto che ora dà del tu a
Dio mentre gli altri eroi lo evocano solo in terza persona.
Chiesa danese era diventata un luogo di belle maniere=>critica alla chiesa del suo paese.

Agamennone e Abramo
Agamennone: sacrificio della figlia, si innescheranno una serie di vendette.
Agamennone è nella stessa situazione di Abramo ma c’è una grande differenza:
L’eroe tragico non conosce la terribile responsabilità della solitudine.
Peso di Agamennone è alleggerito, può piangere e lamentarsi, forma di condivisione che
alleggerisce.
Agamennone è solo l’eroe tragico, è ancora nello stadio etico: è più importante il dovere di padre
o di comandante. Ma non è un conflitto di doveri. Il suo gesto è contrassegnato dalla
rassegnazione.

Sembra andare contro il dovere di padre, Abramo accetta il rischio di porsi davanti a Dio, nel
silenzio e nella solitudine. Se la prova fallisse, se non gli fosse restituito Isacco, avrebbe perduto se
stesso, ma diversamente da Agamennone il suo gesto è contrassegnato dalla speranza (Abramo).
Abramo non perderà il figlio, Agamennone sì.

Angoscia
Sentimento che accompagna la scelta.
Sentimento della pura possibilità=> angoscia
Davanti a qualcosa che non conosci e non è ancora accaduto.
Paura è davanti a qualcosa di determinato. È più controllabile dell’angoscia.
Angoscia è davanti all’indeterminato, alla pura possibilità.

La vita è tutto uno spalancare di possibilità, molto importante per Kierkegaard l’angoscia. Chi
cerca di sottrarre l’angoscia sbaglia. L’angoscia è la scuola della possibilità.
Seduttore prova la disperazione, Etico prova angoscia nel momento del matrimonio, ma più di tutti
Abramo.
Sentimento che fa pesare la vita
Sentimento che nel 900’ sarà molto diffuso.

Definizione: Il sentimento del puro possibile=>sempre legato a qualcosa che deve accadere, nel
futuro. Legato alla scelta

La realtà è meno pesante della possibilità. Quando una cosa è solo possibile fa nascere questo
sentimento.
Nella possibilità indeterminata tutto è possibile.

Secondo Kierkegaard è una categoria formativa, fa bene attraversare l’angoscia, fa maturare.

Si è passato dal rischio di perdere tutto, la realtà verrà esaltata.


La realtà è infatti molto più leggera della possibilità.+

Se l’uomo fosse un animale o un angelo (se non avesse la libertà o ne avesse una infinita) non
esisterebbe l’angoscia, che nasce dalla possibilità di fare la scelta sbagliata.
L’angoscia è il sentimento della libertà.
Hegel ha calpestato l’identità del singolo
Alla scelta/impegno si associa sempre il sentimento angosciante.
LA versione della scelta di Kierkegaard non è rassicurante=> peso della responsabilità.
ANGOSCIA E’ LA POSSIBILITA’ DELLA LIBERTA’

Colui ch’è formato dall’angoscia, è formato mediante possibilità; e soltanto chi è formato dalla
possibilità, è formato secondo la sua infinità. Perciò la possibilità è la piú pesante di tutte le
categorie. (...)
L’angoscia è la vertigine della libertà.

Disperazione (pag 40-41)


L’angoscia è la condizione in cui il possibile pone l’uomo rispetto al mondo;
La disperazione è la condizione in cui il possibile pone l’uomo rispetto alla sua interiorità
Sentimento/malattia mortale
2 forme:
1. Disperare di sé, voler essere un io che non si è veramente. Primo modo con cui l’uomo si disfa di
se stesso. Manca il rapporto con la realtà
2. Voler essere sé stessi ad ogni costo, voler essere un io che non si è veramente. Posizione di chi
afferma se stesso a tutti i costi, ovvero ritenendosi un io autosufficiente e compiuto. Manca la
possibilità, si chiude la dimensione propria caratteristica dell’uomo dell’essere aperto alle
possibilità.

La disperazione nasce o da una mancanza di necessità o da una mancanza di libertà.

Fede per Kierkegaard è paradosso (=>ciò che va contro l’opinione comune) e scandalo.
Il cristiano è colui che vive una vita pericolosa, richiamo che lo mette in una posizione che gli altri
non capiscono.

Dio è il totalmente altro, ciò che non puoi controllare, che non ti asseconda.
Stare di fronte a Dio non è per niente comodo.
POSITIVISMO
Clima culturale che influenza moltissimo il contesto europeo soprattutto nella seconda metà
dell’800.
Padre fondatore del positivismo: Comte, è dell’inizio 800 ma si diffonde dopo.
La situazione politica della seconda metà(=> stati liberali in Europa), economica e sociale
(borghesia), costituisce un periodo fertile per il positivismo.
Si diffonde in tutti i paesi europei a partire dalla Francia.

Compte, Mill, Spencer.

È un programma culturale e atteggiamento intellettuale.


Fede nella scienza. Ciò a cui si guarda e si pensa che possa essere la soluzione a molti problemi
dell’uomo.
Al positivismo interessa la destinazione sociale del sapere, scienza in grado di produrre benessere.
Dimensione sociale che è garantita dallo sviluppo del sapere.

Nel 1800 Comte, padre della sociologia, dice che deve esistere una scienza della società.
Con positivismo intendiamo l’epoca in cui si sottolinea l’importanza del dato. Positivo significa ciò
che è concreto, ovvero ciò che è scoperto da dati empirici e misurato con questi.

Destinazione sociale del sapere (sociologia): scienza unita alla tecnica (tecnologia).

Riguarda solo una parte del mondo (più avanzate) e una classe sociale (borghesia)

Reale è ciò che è concreto nel senso di ciò che si può dimostrare e descrivere attraverso
l’esperienza. Quindi tutto ciò che ha a che fare con l’empirico.
Immaginazione non è reale.

Metafisica non è un sapere=> gli oggetti della metafisica non sono misurabili dall’empirico e
quindi non sono reali

Metodo per conoscere la realtà è sempre e solo quello sperimentale che mette al centro il dato,
ovvero il dato empirico.
Eliminiamo le ambizioni di conoscere ciò che sta al di là dell’esperienza=> o non è interessante, o
non è rilevante o non è indagabile.

Divinizzazione del fatto empirico, posizione che è tanto affezionata al sapere empirico da
diventare dogmatica.
Pensiero di Comte diventa così accanito nell’eliminare ciò che non è metodo sperimentale, da
diventare una posizione rigida.

Tutto il pensiero positivista, legato al carattere scientifico che erano numerose nell’epoca.

FIDUCIA NELLE CAPACITA’ DELL’UOMO E GRANDE OTTIMISMO.


Molto lontano da Idealismo e Marx ma legato per l’OTTIMISMO STORICO.

Crisi del positivismo è una delle cause della prima guerra mondiale=> la scienza portò alla
creazione di armi.
Messa in discussione il fatto che “Alla crescita del sapere dell’uomo corrisponde un miglioramento
della vita di tutti”

Particolarmente apprezzata dalla borghesia, classe sociale che si riflette di più in questa ragione
lanciata nella costruzione di un mondo in cui il benessere si diffonda sempre di più.
Sviluppo industriale grazie alla scienza mette a disposizione della borghesia una serie di servizi che
ne migliorano la vita.

Con scienza si intendono le scienze sperimentali.=> unico sapere rigoroso

Concezione della scienza: Fichte ha scritto la dottrina della scienza e per Hegel la scienza non
stava a indicare solo la fisica, matematica, chimica, biologia etc. Ma anche storia o altro.
Unico criterio di conoscenza dovrà essere il fatto, prescindendo da astrazioni e fantasie
metafisiche.

Divinizzazione del fatto

• Reale
• Concreto
• Controllabile
• Fecondo
• Pratico
• Efficace
• Utile

Per Marx ha accezione storico economica


Per positivisti è il dato che posso misurare, controllare e rendere utile alla mia vita.

(Poi verrà detto che il fatto e il dato non è mai neutro/oggettivo ma convenzionale, relativo,
definibile solo in base ai suoi effetti o ai sistemi di riferimento che lo scienziato assume.)
Per il positivismo il dato è oggettivo

La metafisica deve essere eliminata.


Religione ancora più in basso.

(Bal Excelsior=> celebrazione positivismo)

Ordem e progresso=> slogan del Brasile

La scienza portò a bombe e gas delle guerre

Positivismo sociale di comte


Legge dei tre stadi
Comte presenta l’evoluzione di tutti i saperi dichiarando che ogni conoscenza dell’uomo, così come
ogni individuo e il succedersi di ogni forma di governo, passa attraverso 3 stadi.
1. Stadio teologico o fittizio: momento in cui gli uomini riconducono la giustificazione delle azioni
degli uomini agli dei.
2.Stadio metafisico o astratto: fase intermedia nella quale le spiegazioni del mondo vengono
ricondotti a entità filosofiche, a astrazioni. È già chiamata in causa la ragione (no nel primo)
3.Stadio positivo o scientifico: “l’uomo cessa di farsi domande riguardanti il perché dei
fenomeni e si limita a descriverne le leggi, il come”. Abbandona la spiegazione del senso, ancora
legata ad una posizione adolescenziale, e si concentra sulle leggi che regolano i fenomeni.

I 3 stadi ripercorrono tutti i saperi e scienze.


L’ultimo sapere che deve approdare lo stadio positivo è la sociologia.
Rapporto tra gli uomini è una scienza.

Riguarda la vita dell’individuo.

Stadio teologico è dell’infanzia, metafisico è dell’adolescenza (si mette in discussione), scientifico


è della maturità. Basta perché, si limita a conoscere la natura nei suoi aspetti.

A livello di forme di governo:


Stadio teologico sono le monarchie, monarchie teocratiche.
Stadio metafisico è la modernità, democrazia
Stadio scientifico, è la tecnocratica.

Pag 120
astronomia, chimica, fisica, biologia, sociologia. (dal più ampio) metafisica non è un sapere
Matematica è lo strumento di tutti i saperi
Non troviamo la psicologia=> secondo Comte l’uomo non è un oggetto che deve essere studiato
diversamente dagli altri essere viventi (biologia)
Nelle relazioni sociali si studia nella sociologia.
Positivismo inglese
Taglio più empiristico
John Stuart Mill, pensiero liberale.
Tutti gli uomini sono mortali, duca di Wellington è un uomo dunque il duca di Wellington è mortale.
Sillogismo, ragionamento deduttivo=> (in geometria e matematica), dall’universale al particolare.
Argomentazione più rigorosa di cui si è sempre servita la filosofia.
Esiste un altro metodo di conoscenza=> induzione: dal particolare al generale.

Secondo Mill, le uniche inferenze valide (ragionamenti) sono quelli induttivi. Noi per conoscere
usiamo sempre l’esperienza.

Il sillogismo non vale perché o so già che tutti gli uomini sono mortali oppure dovrei dire tutti gli
uomini fin ora sono mortali.
La frase sul duca di Wellington è un sillogismo falso. Lui molto probabilmente morirà.
Si trae una conseguenza dall’esperienza

Generalizzazione di esperienza.

È legittimo dire che

Il fondamento dell’induzione è l’uniformità della natura.


La natura è uniforme e ordinata e quindi rende legittima la nostra aspettativa.

L’uniformità della natura è fondata sull’induzione.

Più conosco la natura più conosco che è uniforme e c’è un CIRCOLO VIRTUOSO. (circolo vizioso si
dice quando è un ciclo che si ripete, invece qui c’è un andamento in avanti)
L’esperienza conferma continuamente se stessa. (esempio di bubu settete)

Per Mill è l’unico metodo per conoscere.

NB: esistono altri metodi oltre deduttivo e induttivo=> abduzione, modo di conoscere dei
detective. Non una seria di deduzioni ma un’ipotesi che perseguo e da cui traggo le conseguenze e
verifico se si sono verificate. Ricostruire una vicenda partendo dalle conseguenze.

Mill è un liberale, scrive un testo di etico, politica e si chiama “on liberty”, sulla libertà.
Mill riflette sulla necessità che lo stato salvaguardi la libertà, il cuor edel pensiero liberale, libertà
di opinioni. Lo stato non deve intervenire, libertà di associazione. Libertà di avere gusti
personali. Libertà individuali.
Mill trova un pericolo=> la massificazione, si smarrisca l’individuo. Il “si”.
Libertà dei gusti personali deve essere preservata.
Nietzsche
È vissuto dal 1844 al 1900 però è un pensatore le cui tematiche, sensibilità e forme di
comunicazione saranno applicate nel Novecento. Con Nietzsche si dichiara chiusa la filosofia
dell’Ottocento. Egli esprime la rottura del Novecento, secolo di guerre, totalitarismi etc..
Biografia:
Nel 1849, quando Nietzsche aveva appena 5 anni, muore il padre (un pastore protestante), e per
questo trascorse l’intera vita con figure femminili, la madre e la sorella. Misoginia accentuata.
Scrive poesia e musica. Studente di teologia (facoltà propria delle università).
Legge “Il mondo come volontà e rappresentazione” di Schopenhauer che ammira e sostiene.
Primo grande maestro anche se i temi sono filtrati da lui stesso.
(Capacità di usare il linguaggio) Grandiosità terribile
1869 cattedra di lingua e letteratura greca. (era molto giovane)
Incontro con Wagner e la sua musica. Secondo incontro.
Nel 1870 si arruola nella guerra Franco-prussiana.
Nietzsche si aspettava tanto dall’unificazione della Germania ma rimarrà molto deluso dalla
Germania di Bismarck e ne vedrà solo l’elemento borghese, economico, di accomodamento.
1872 LA NASCITA DELLA TRAGEDIA
Nietzsche è un filologo ma propone una lettura della classicità con un metodo completamente
diverso dai canoni dell’epoca. Vuole prendere le distanze dall’accademia, dal dettaglio.
Quest’opera scatenerà uno scandalo.
1876 CONSIDERAZIONI INATTUALI
Nietzsche si descrive come un pensatore inattuale, descrivo ciò che deve accadere, profetizza e
non viene capito.
Nietzsche si allontana da Wagner e da Schopenhauer. Critica il loro atteggiamento rinunciatario nei
confronti della vita
UMANO NON TROPPO UMANO
Nietzsche soffriva di emicranie fortissime, ultimi 11 anni di vita vissuti senza rapporti normali con
persone, arriverà alla follia.
44-76 interrompe l’insegnamento
Dal 79 sarà la vita di un malato inquieto e nervoso. Vive in solitudine.
1882 Incontra una donna con un grandissimo fascino ma lo rifiuta.
Depressione aumenta=>Crollo psichico=>Ricoverato
Fama cresce quando il filosofo non è capace di accorgersene.
Molte opere le pubblica Nietzsche stesso,
“La volontà di potenza” pubblicato dalla sorella sarà usato dal nazionalsocialismo.
La sorella ha pubblicato gli scritti facendo si che i toni antidemocratici e socialisti fossero
accentuati ma l’interesse di Nietzsche non era politico.
Ci sono tantissime chiavi di lettura di Nietzsche.
Tragicità ed ebrezza.
Crudeltà, durezza, tragicità della vita;
Ebrezza nel senso di storpiamento, entusiasmo.
1888 (anno della follia) Ecce Homo
Scelta di parole estremamente provocatorie in Nietzsche, compresi i titoli delle opere.
Ecce homo è l’espressioni di Ponzio Pilato quando vede entrare Gesù martoriato. (“ecco l’uomo”)
Ha l’orrore della massificazione. È l’anti politicamente corretto.
Istanze antidemocratiche. Fugge dall’assimilazione in un gruppo, nelle masse.
È iniziata da secoli una decadenza dell’Occidente di cui nessuno si rende conto.
Sismografo: percepisce segnali di crisi
Transvalutazione dei valori, valori fino ad allora importanti sminuiti.
Religione è affare della plebaglia
Tema della verità, ossessione da cui ci si deve liberare.
Non vuole essere uno da seguire, non un santo ma piuttosto un buffone. Figure fuori dagli schemi,
che hanno il ruolo di ambasciatori, portatori di annunci. Buffoni, folli, bambini. Figure che non
hanno nulla da difendere, sono eversive dagli ruoli e possono dire tutto.
Gaio ambasciatore.
Elemento del riso è frequente. Ricerca del ridere, capacità di mettere in discussione ciò che era
considerato intoccabile.
Crederei ad un Dio se sapesse ballare, fosse come Dioniso.
Dice dei cristiani: dovrebbero avere la faccia da uomini salvati, lieti e contenti, per credere ad un
salvatore.
Nietzsche abolirebbe il politicamente corretto.
Fiuta l’ipocrisia, il vuoto.
Il mio genio è nelle mie narici.
Fare filosofia col martello=> parla del diapason. Utilizzato per le statue per capire se erano vuote
o piene.

Opere:
Da uno stile più pacato iniziale, simile a quello accademico, con sviluppo da saggio,
Arriva ad un modo di scrivere sempre più icastico, aforistico, sentenze, brevi frasi sintetiche, stile
che ricalca quello di un profeta , quasi evangelico (così parlò zaratustra)

Eruditi li chiama “filologiche talpe”, vena polemica contro l’accademia, mondo intellettuale.
Si conosce nel dettaglio quel particolare. SI perde di vista però il totale, il disegno nel quale è
inserito.
Se si pone troppo vicini ad un quadro non si vede tutto.
Eruditi sono enciclopedie ambulanti estremamente noiose, si sa tutto di quella cosa ma non si
conosce il senso della cosa studiata.
1872 LA NASCITA DELLA TRAGEDIA
Opera accolta con grande sconcerto da parte dell’ambiente accademico in cui si trova Nietzsche
perché aveva portato una lettura rivoluzionaria della classicità.
Opera di carattere filologico in cui si chiede dove è nata la tragedia, la forma più alta dell’arte.
Sostiene che nella Grecia antica sono sempre esistite due componenti differenti e per certi versi
antitetiche. Nietzsche le presenta rifacendosi alle divinità della classicità:
Dionisiaco: Dioniso è il dio dell’eccesso, la componente dionisiaca indica tutto ciò che è
irrazionale, oscuro, eccessivo, senza forma. (Forte influenza di Schopenhauer=> volontà)
Secondo Nietzsche questo elemento si è espresso a pieno nella musica antica=> pura espressione
della volontà per Schopenhauer.
Apollineo: Apollo è il dio della misura, equilibrio, luce. È l’elemento che tutti hanno dato all’arte
classica. Apollineo nelle arti figurative e soprattutto nella scultura. Caratterizzate da equilibrio e
ordine.
Queste due componenti lungo la storia dell’antica Grecia si sono succedute e in diversi momenti è
prevalsa una sull’altra. Con la tragedia è successo un “miracolo metafisico” perché nella tragedia
sono presenti tanto l’elemento dionisiaco quanto l’elemento apollineo.
La tragedia Attica (Eschilo e Sofocle) ha compiuto questo miracolo, ha unito Dioniso e Apollo.
Buio e luce, ragione e irrazionalità, eccesso e misura.
Riscontriamo entrambe le componenti.
Aspetti metastorici, rispondono alla vita e alla forma
Dioniso è la vita, energia incontenibile, volontà di vivere di Schopenhauer
Apollo è forma, i greci hanno dato una forma alla tragedia.
Nietzsche smentisce una lettura pacifica e armonica dei classici=> fa arrabbiare i lettori.
Conoscono le atrocità della vita.
Vita e forma
Dall’armonia che si vede spuntano le spine (rosa).
Più che la nascita dice come è morta la tragedia=> è morta per SUICIDIO
L’ultimo dei tre grandi tragediografi (Euripide) ha ucciso la tragedia. Eschilo e Sofocle sbattono
davanti la verità crudele, Euripide è più razionalista: tentativo di spiegare l’esistenza.
Nietzsche dice che abbia concepito le sue tragedie per un pubblico ben preciso incarnato nella
figura di Socrate.
La decadenza dell’antico è iniziata con Euripide e Socrate che non hanno più messo in scena la vita
ma hanno voluto spiegare l’esistenza.
Non guardano l’orrore dell’esistenza, hanno voluto coprire questo orrore attraverso spiegazioni
razionali, hanno messo a tacere l’elemento dionisiaco in funzione dell’elemento apollineo.
Socrate ha messo al centro il razionale e l’esigenza di capire. Capire è un modo per esorcizzare
l’orrore. Euripide e Socrate sono fortemente colpevoli=> hanno iniziato a presentare queste
mistificazione spiegazioni della realtà che servono per quietare l’animo, per accomodarsi.
Da loro due inizia l’età del tramonto
L’indice di quella frattura.
L’uomo teoretico, orgoglioso della propria coscienza, prende paura delle terribili conseguenze dei
suoi atti e insoddisfatto non osa più affidarsi al terribile fiume ghiacciato dell’esistenza.
La concezione ottimistica ha rammollito l’uomo, non ha più la statura eroica tragica degli uomini
che vanno incontro alla vita sapendo che il finale è tragico.
Ottimismo è dei rammolliti
Anche la scienza si basa sul fatto che l’esperienza sia sensata.

Atteggiamento vile chi vuole spiegare ciò che non si può spiegare.
Euripide e Socrate hanno tradito una parte della tragedia e gli altri due (Sofocle e Eschilo)
Per Nietzsche l’arte ha la capacità straordinaria di sintesi tra Apollineo (rappresentazione) e
Dionisiaco (volontà).

Nietzsche vuole che il tragico rinasca con la musica di Wagner, la musica tedesca.

Vuole l’eroismo tragico. Nietzsche ha trovato in Wagner una figura che riscatterà l’arte.

G. Colli dice: “nel Nietzsche maturo, lo stile precorre (anticipa) i contenuti, qui lo stile smorza i
contenuti, ha uno stile lineare, saggistico anche se i contenuti siano prorompenti, vuole attenuare
ciò che sta dicendo con lo stile. Poi userà lo stile per sconvolgere e scandalizzare”

Platone è l’atteggiamento peggiore nei confronti dell’esistenza=> crea il mondo delle idee, la
vita è un orrore, menzogna millenaria, i sensi è qualcosa che deve essere contenuto, e tutta la vita è
proiettato in un mondo fuori dalla terra. L’iperuranio, mondo ideale per sottrarsi alla fatica del
mondo ideale.

Platonismo delle masse=> cristianesimo, ritiene che ci sia un legame molto forte, consola col
mondo dell’aldilà perché non è in grado di supportare il mondo

CONSIDERAZIONE INATTUALI
4 considerazioni:

Seconda inattuale: Sull’utilità e il danno della storia per la vita


Bersaglio polemico la storia e gli storici, storicismo (da Hegel in poi)

Nietzsche ci fa vedere in questo testo come lo studio del passato può essere utile ma provocare
grandi danni.

Testo in polemica con l’ambiente accademico, particolarmente quello tedesco

Idealismo e positivismo son contemporanei.

Idealismo continua in Germania anche dopo Hegel e continua la passione dello storicismo.

Opera di Nietzsche attacca questa enfasi e sullo studio e importanza data alla storia e al passato.

Nell’800 è ancora l’atmosfera dominante in Germania (in Francia invece il positivismo)

Il gregge (il mondo animale) è caratterizzato dal fatto di vivere in un universo puntiforme, non c’è
legame tra uno e l’altro.

Non sa cosa sia ieri o oggi, vive e basta, vive nel presente, attaccato al “pisolo dell’istante”.

L’uomo è invidioso dell’animale e della felicità di questo. Senza tedio, dolore

La capacità di dimenticare è l’origine della felicità. L’uomo non può imparare a dimenticare.

Vivere significa essere capaci di dimenticare.

Per quanto lontano, per quanto rapidamente egli corra, corre con lui la catena del ricordo che lo
frena. Istante, fugacità del tempo, l’istante torna poi come uno spettro tormentando quello
successivo. L’uomo invidia l’animale perché può dimenticare.

L’animale vive in modo non storico, si risolve nel presente, senza che ne resti una frazione.

Non è in grado di fingere, non nasconde nulla e appare in ogni momento in tutto e per tutto come
ciò che è, quindi non può che essere sincero.

Se tu vuoi muoverti devi staccare il piede da quello che c’è prima, per fare il nuovo devi dimenticare
il passato. Per agire bisogna saper dimenticare. Come per la vita di ogni essere organico, non serve
solo luce ma anche oscurità.

Ciò che è non storico e ciò che è storico sono ugualmente necessari per la salute di un
individuo, di un popolo e di una civiltà.
Occorre ricordare e non ricordare.
Ci sono tre tipi di storia, tre atteggiamenti nei confronti del passato, tre modalità di rapportarsi col
passato:

1. La storia monumentale: la storia occorre all’attivo e al potente, ha bisogno di modelli, maestri e


consolatori e che non può trovare tra i compagni nel presente. Pensiero fondamentale di una fede
nell’umanità che si esprime nell’esigenza di una storia monumentale. Se è successa vuol dire che
è possibile, è rassicurante trovare nel passato grandi modelli=> se c’è stato può esserci di
nuovo.

2. La storia antiquaria: della storia ha bisogno colui che custodisce e venera. La storia antiquaria
è capace solo di conservare, non di generare vita. Atteggiamento imbevuto di nostalgia,
disprezza il presente/futuro e venera solo il passato. Quello che è stato è talmente prezioso da
non poter essere utilizzato. Non ha istinto divinante come la storia monumentale. LA storia
antiquaria ostacola la forte risoluzione per il nuovo, paralizza chi agisce, il quale sempre, come
agente, volerà e deve violare qualche pietà.

3. La storia critica: chi prende dal passato e sottopone a giudizio. Ogni passato merita di essere
condannato e superato. Si attaccano con il coltello le sue radici e si calpestano crudelmente tutte
le pietà.

Tutto secondo Nietzsche deve servire la vita. Critica tutto ciò che ha tentato di soffocare la vita.

Arte e Musica in particolare

Nietzsche inizia la fase illuminista


Distacco da Schopenhauer e rottura anche di rapporti personali con Wagner.

Musica di Wagner era considerata come una possibile rinascita del connubio tra apollineo e
Dionisiaco.

Da questa fase si distacca anche da Wagner.

La strada che deve intraprendere l’uomo è una critica di carattere “scientifico” => non positivista,
anzi ne è un grande oppositore.

Scientifica nel senso chimico del termine cioè un’indagine dei sentimenti umani e dei valori che i
secoli precedenti ci hanno consegnato.

La chimica scompone la materia e fa vedere di quali elementi è costituito un corpo.

Esaminare la storia, la genealogia dei valori per scoprire che dietro a questi valori altissimi, assoluti,
da celebrare, in realtà ciò di cui sono composti sono elementi molto umili, bassi.

Generate da istanze, impulsi.

Umano troppo umano


Ispirato a Voltairre

Dentro ciò che viene presentato come sublime c’è qualcosa di umano, spregevole.

Verrà ripreso nella Genealogia della morale=> si deve fare un’indagine

L’attacco di Nietzsche è contro quei valori per cui l’uomo si è sempre vantato.

Due tipi di morale:

1. Morale dei signori: morale degli eroi della classicità, Achille, Ettore, Patroclo. Morale che insiste
su valori di salute, bellezza, forza…

2. Morale dei servi/gregge: Tutti quelli che non possiedono le caratteristiche della classicità
sopracitate.

All’inizio prevaleva la morale dei signori, allora nei servi covava il RISENTIMENTO.

Inizia una transvalutazione di valori=> è meglio essere umili invece che coraggiosi, meglio
perdonare di combattere (ricordano le beatitudini del cristianesimo)

Tutti quei valori che Nietzsche definisce contro la vita hanno fatto si che i servi potessero avere una
rivincita sui signori.

Faccio filosofia col martello, la filosofia sta nelle mie radici. fa filosofia dove c’è ipocrisia.

Dietro i valori c’è una volontà di dominio, se non possono dominare con la forza, dominano con la
debolezza. Dietro l’altruismo c’è una forma di dominio, dietro tutti i valori.

Rovesciamento di valori caratterizza sopratutto il popolo ebraico, il popolo sacerdotale per


eccellenza.

Il sacerdote perseguiva le virtù dello spirito e provava un certo risentimento per le virtù del corpo del
guerriero, una segreta invidia e un latente desiderio di rivalsa=> rovesciamento di valori, all’orgoglio
l’umiltà, alla sessualità la castità etc…

Morale che sembra prediligere la debolezza alla forza solo per un altro tipo di potenza

Dietro i desideri dell’uomo c’è volontà di potenza

La Gaia scienza (1882)=> l’annuncio della morte di Dio


Siamo in uno stile che Nietzsche ha elaborato, aforistico, complesso. Usa immagini, folgorazioni per
proporre il suo pensiero.

Viene annunciata la morte di Dio.

La morte di Dio è la morte delle certezze, del senso, del significato. Percezione profondissima
della tragicità e dell’ebrezza.

Pag 252

Personalità eccentriche ed eversive, ora è un folle che prende una lanterna alla chiara luce del
mattino. Gesto irrazionale che indica che quella chiara luce del mattina non è così chiara e ha
bisogno di un’altra luce. Con la lanterna va nel mondo in quel momento=> il mercato.

Il mercato è la dove si svolge la vita, gli interessi. Urla “Cerco Dio! Cerco Dio!”

Va da quelli che non credono in Dio e che pensano che possono andare avanti comunque a fare i
loro affari. Il folle risponde alle risa dicendo che siamo stati noi ad uccidere Dio.

“Sono venuto troppo presto, non è ancora il mio tempo”

Immagini forti: prosciugare il mare, cancellare l’orizzonte.

Ma esiste ancora una direzione? Esiste un alto e un basso?

Dove stiamo precipitando?

Tutto ha bisogno di un riferimento.

Il folle rompe la lampada, nessuno capisce quello che sta dicendo

Non dobbiamo noi stessi sembrare dei

Per Nietzsche serve l’oltreuomo

L’annullamento della figura di Dio crea uno spazio che deve essere occupato=> Nietzsche pensa
che deve essere l’oltreuomo.

Alla morte di Dio succede l’oltreuomo. Diverso da super, è qualcosa che deve accadere e supera i
limiti dell’uomo.

Sono crollate le forme, si cercano altre modalità di espressione (figura, verso, forma musicale).

I filosofi e spiriti liberi alla notizia della morte di Dio si sentono illuminati dai raggi di una nuova
aurora, l’orizzonte è libero, anche se non sereno.

L’ateismo è così radicale che non contesta solo Dio ma anche qualsiasi suo surrogato. L’uomo
abbattuta una divinità tende a crearne un’altra.

“Così parlo Zarathustra” alla fine gli uomini venerano un’asino, simbolo di ogni sostituto idolatrico di
Dio e allude alle altre forme di ateismo “positivo” dell’Ottocento in cui Dio viene rimpiazzato da
supplenti (stato, umanità, scienza, socialismo..)

“Un giorno il viandante sbatte una porta dietro di sé, si arrestò e pianse. Poi disse: questa
inclinazione, questo impulso verso il vero e il reale, il non parvente, il certo come lo odio. Perché
questo battitore fosco e impetuoso segue proprio me? “

Nietzsche rintraccia dentro se una nostalgia.

Ma rimane la consapevolezza della morte di Dio.

È sbagliatissimo considerare superuomo la razza tedesca, cattivissima interpretazione.

Dio è la grande menzogna millenaria. “Vengo troppo presto”

Così parlo Zarathustra


Un libro per tutti e per nessuno

Zarathustra è Zoroastro, divinità persiana.

Sceglie questo dio per espiare una colpa. Zarathustra sarà l’avvento del superuomo e la fine di Dio.

Dio che è nato ridendo (buffone, folle) sempre dimensioni che hanno una componente di critica,
presa di distanza dall’accademia, Ottocento, Germania etc

Dopo la morte di Dio si aprono due possibilità:

Ultimo uomo o superuomo, uno l’opposto dell’altro.

Zarathustra non è superuomo ma suo profeta.

Rivoluzione stilistica:

Giovanile=> critico ma pacato

Umano troppo umano=>Aforismi

Ora c’è il poema in prosa che parla in parabole. (Riferimento al vangelo)

3 temi: Superuomo, volontà di potenza e eterno ritorno.

Le tre metamorfosi
Superuomo
Cammello, Leone, Fanciullo

Immagine di questa figura che va al di la del sacro dire di no e presenta un sacro dire di sì.

Contesta i valori oppressivi del passato e crea nuovi valori.

Il brano finiva con la ruota rotante.

Eterno ritorno dell’uguale


Atteggiamento che Nietzsche propone in relazione al tempo.

Ottica di Nietzsche di una liberazione=> ci si deve liberare dal passato e dall’attesa del futuro

Il mio pensiero abissale. Illuminazione, folgorazione=> l’eterno ritorno dell’uguale. Concezione già
antica.

Eterno ritorno dell’uguale è la condizione propria di chi vive tutto nel presente, un presente
soddisfacente, e se questo si presentasse sempre uguale sarebbe una notizia bellissima.

Attesa del futuro indica un’insoddisfazione del presente. Se piacesse il presente andrebbe bene.

Il massimo della libertà è non attendere il futuro.


Situazione difficilissima da raggiungere.

Ripetere sempre la stessa cosa è Oppressiva per l’uomo ma liberazione dell’oltreuomo.

Non bisogna solo accettare, Nietzsche dice amor fati =>amore del fato (necessità)

Il massimo della libertà è amare la necessità, non avere attese o aspettative. Abbracciare ciò che c’è
così com’è.

Non c’è una direzione nella storia ma un presente che in fondo è sempre identico.

Necessità non razionale, necessità di quello che ama ciò che accade.

Liberi di abbracciare la necessità.

Non dipendere dal tempo. Vivo tutto nel presente.

Non c’è novità purché non c’è direzione.

Cercare il senso è una debolezza, aspettare è debolezza.

Amare la vita è desiderare la ripetizione di essa

Oltreuomo è tutto dionisiaco

La visione e l’enigma
La verità è ricurva=> Nietzsche prende le distanze dall’idea di verità che sembrava qualcosa di
definito. Le cose diritte mentono. Ciò che tenta di inscatolare non è vero.

Impossibile togliere il serpente dalla bocca=> impossibile liberarsi dalla circolarità. L’unica strada è
morderla. Essere capaci di abbracciarla/morsicarla.

Riso in cui si sente molta nostalgia.

La nascita di Cristo ha rotto tutti i cerchi=> ha segnato un prima e un dopo.

Ci sono dei cicli che ritornano=> mondo greco aveva visione ciclica.

Hegel (progresso continuo), Marx (storia di lotte di classi che porta alla società senza classi),
Kierkegaard (Nel cristianesimo c’è un’attesa) hanno visione lineare del tempo.

Schopenhauer ha l’idea ciclica del tempo

Nietzsche abbraccia l’idea ciclica.

Così Voglio che sia, così ho voluto che fosse, così vorrò che sarà.

Amore per il fato

Non solo sopportare (non è Schopenhauer), ma amare.

Il superuomo va oltre la temporaneità.

Espressione più alta della volontà di potenza. Non è uno che cambia tutto ma che ama tutto ciò
che c’è.

Superuomo ama tutto

LA VOLONTÀ DI POTENZA
Volontà di potenza è come in Schopenhauer non una scelta ma una forza/energia irrazionale
presente in ogni forma di vita.

Dire vita significa dire volontà di potenza.

Dove troverai l’essere vivente troverai la volontà di potenza.

La volontà non deve essere negata però come diceva Schopenhauer, deve essere affermata.

Il mondo è un conflitto tra le diverse volontà di potenza.

Potenza significa dominio sulla realtà, appropriazione, offesa. Oppressione di forme proprie. In certi
casi sfruttare.

Potenza è tutto ciò che dà forza vitale.

Non va confusa con l’istinto di conservazione e con la ricerca del piacere=>è l’opposto

Andare sempre oltre, rischio e espongo a tutti i rischi anche a costo di perdere me stesso.

PROSPETTIVISMO

Come già visto, Nietzsche è insofferente nelle soluzioni già pronte, apre molto alla dimensione
dell’interpretazione.

Prospettivismo: esistono diversi modelli della realtà.

(Bergson)

Non ci sono fatti ma solo interpretazioni=>non vuol dire che possiamo fare nostra ogni idea (non
è relativismo assoluto).

Anche tu che vedi con occhi diversi puoi essere importante per vedere meglio.

Bergson
Autore longevo 1859-1941

Con Bergson entriamo nel Novecento filosofico.

È di origine ebraica anche se non lo praticherà mai. Si avvicina al cattolicesimo

Nell’ultima parte della vita inizia la persecuzione nazista.

Non voleva che la scelta di conversione fosse un abbandono del popolo nel momento di difficoltà.

Nell’ultima parte la Francia è occupata dai nazisti.

Adesione al cattolicesimo rimase morale.

Persona estremamente carismatica. Lezioni in università seguite anche da persone del mondo
culturale e civile di Parigi e dall’estero.

LE tesi furono ascoltate non solo in ambito filosofico.

Premio nobel per la letteratura.

Apprezzato contenuto e anche capacità di scrivere.

La fama che ha avuto è stata anche negativa=> ampissima divulgazione che talvolta sminuisce e
riduce il pensiero. Molto annacquato.

Condivide con autori a lui contemporanei il mettere al centro del suo pensiero la vita.

(già Nietzsche denuncia dell’ambiente accademico e della tradizione, l’aver soffocato la vita)

Nel mettere al centro la vita polemizza il positivismo. Il positivismo si è presentata come una
volontà di parlare dei fatti ma nella pratica ha mortificato la vita. Non possiamo ridurre tutto alle
scienze sperimentali.

——————————

Dlthey => distinzioni tra scienze della natura e scienze dello spirito

Scienze della natura: caratterizzate dalla spiegazione, tutto ricondotto al rapporto causa e
effetto;

Scienze dello spirito: non hanno al caratteristica della spiegazione ma della comprensione, non
offrono cause ma offrono moventi. Storia, filosofia, giurisprudenza, psicologia. Guardano al vissuto
dell’altro. Capacità di immedesimarsi in ciò che stanno studiando e in qualche modo riviverlo.

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Tema più noto è quello del tempo

Tempo della fisica/ tempo spazializzato=> orologio, tempo è fatto di istanti tutti uguali, tutti
ripetibili, discontinuo=> ogni elemento è chiuso in sé e inizia un altro. Reversibile. Immagine della
collana di perle, tutto separato.

Non è vero che tutte le ore sono uguali, alcune volano e altre sono lente.

Tempo della coscienza


La vita è un flusso in cui non c’è un istante che fluisce e un altro che inizia ma c’è una continuità.

Bergson dice che il tempo della vita che chiama durata reale, non è una collana di perle ma un
gomitolo, si costruisce man mano e il punto a cui si arriva si costruisce di tutto ciò che l’ha
preceduto. Anche la valanga, man mano che va avanti raccoglie tutto.

Anche se non me lo ricordo, la mia personalità di adesso non è un istante isolato ma è fatto di tutto
il passato. Il tempo si costruisce man mano.

Non Oltre al tempo ci sono i miei pensieri. La vita non è solo quella che dice la biologia.

—————

Sant’Agostino=> che cos’è il tempo? Se non me lo chiedo lo so, se me lo chiedo non lo so.

Lo so perché lo vivo ma non so definirlo.

Il tempo sembra essere caratterizzato dal non essere. Fatto da presente passato e futuro.

Presente è ciò che sta per non essere. Il tempo non c’è, il passato non c’è più, il futuro non
ancora e il presente non si fa in tempo a dirlo.

La memoria è il presente del passato=> il passato che è presente adesso.

L’attesa è il presente del futuro=> il futuro che è presente adesso

L’attenzione è il presente del presente=>

Il tempo è una distensione dell’anima.


Fa esistere ancora ciò che non c’è più, ciò che c’è già e che ci sarà.

—————

Bergson lo chiama durata reale o memoria o coscienza o libertà

Tempo della fisica è quantitativo

Tempo della coscienza è qualitativo

Tutto ciò che viviamo ci segue, si ingrossa del presente.

Coscienza significa memoria.

Passato entra nel presente.

Successione senza distinzione ma come compenetrazione

Ogni stadio preannunzia quello che succede e quello che precede

C’è il ricordo del passato e l’attesa del futuro

Non è tutto cosciente

Il nostro passato, inconsapevole o consapevole, emerge nel presente

Ogni istante è nuovo, non si può ripetere niente

La nostra personalità muta continuamente.

La libertà
Tema trasversale complicato

Libertà è pensata solo in termini spaziali.

Deterministi (ogni scelta è spinta da altro) e anti-deterministi (scelta non è spinta da niente, è
indifferente, libertà)

Bergson è contro il pensiero spaziale della libertà.

Non è la scelta in quanto tale che rende libero.

L’esperienza della scelta di quella facoltà, persona, vestito è un’esperienza di libertà perché
quell’atto esprime tutto quello che sono, tutto il mio passato, la mia storia.

L’atto libero è quando un’azione esprime totalmente ciò che io sono.


Hai scelto quella facoltà perché hai conosciuto quell’insegnante, i tuoi genitori l’avevano scelta. NO!
Bergson dice che ormai quello è parte della storia dell’individuo.

L’atto libero è dove ognuno si trova totalmente in se stesso. Le azioni libere non sono frequenti.

L’atto libero

Tutto quello che dicono gli altri fa parte di me.

L’atto libero è l’atto sincero. L’atto in cui si è completamente sincero.

Materia e memoria
Rapporti anima e corpo.

Bergson insiste sull’unità profonda tra materia (corpo) e memoria (mente)

Nella memoria c’è molto del più del cervello corrispondente.

Il cervello è ciò che permette alla mente di esprimersi.

La memoria è più oblio che ricordo. C’è molto che non ricordiamo ma ci costituisce.

FREUD
Non filosofo, formazione di carattere medico. Le sue idee condizionarono tutte le discipline

PSICOANALISI: possibile orientamento sia all’interno della psicologia che della psichiatria.

Psicologia del profondo, concetto di inconscio.

La mente non coincide con la coscienza.

Ci sono aree non coscienti che incidono sul comportamento dell’uomo.

La memoria è più obblio che ricordo diceva Bergson.

Non esiste un soggetto astorico, ogni soggetto è una storia

Il modo in cui il soggetto ha vissuto le relazioni, soprattutto quelle primarie, segnano profondamente
lo sviluppo del soggetto.

Esistono linee guida per la psicoanalisi ma ogni soggetto fa trattato per la sua unicità, esperienza e
storia.

No definizioni astratte.

Metodo psicoanalitico è l’ascolto

Ognuno è una storia.

Storia però non esplicitata, viene censurata ma non scompare. Tutto ciò che c’è stato e c’è, da
qualche parte è presente. E quindi occorre costruire un senso=> ruolo dell’interpretazione.

Ermeneutica in filosofia (più fatti più interpretazioni)

Positivismo dice che la scienza è l’unico sapere che dà certezze inconfutabili.

Anche Freud che era medico dice che va messa in discussione l’idea di scienza che questa è l’unico
sapere che dà certezze, spesso in alcuni ambiti forniscono approssimazioni, non informazioni
definite.

Lo scienziato non offre certezze, è colui che procede con la ricerca. Un’affermazione è vera fino a
prova contraria.

Inconscio non è un luogo, è qualcosa che accade, un’istanza. Da dove viene?

Anche in Freud si trova il determinismo psichico. Secondo Freud non esiste nulla di casuale. Tutto
quello che facciamo, anche quello di cui siamo inconsapevoli, ha una sua motivazione.

(Non determinismo fisico di Comte)

Soggetto è al centro della azione terapeutica della psicoanalisi.

Oggetto non coincidente

(Non c’è solo apollineo ma anche dionisiaco)

Freud si ritrova in Schopenhauer, volontà di vivere, energia prorompente, unica, senza scopo,
eterna.

Mettiamo da parte il cogito ergo sum di Cartesio=> sostanza pensante che in realtà è costituita da
forze contrastanti.

Carro alato di Platone come visione dell’anima (auriga è la ragione, cavallo nero impetuoso e bianco
passionale)

Altre novità: Non esistono valori assoluti (Nietzsche, dietro c’è la volontà di potenza, Marx, i valori
cambiano da situazione a situazione le idee dominanti sono quelle della classe dominante, Hegel)

Forte polemica con i valori tradizionali ì. Freud pensa che i valori siano stati creati per contenere le
pulsioni dell’uomo. Non esiste una morale universale già inscritta nella natura umana, esiste una
scelta che la società fa che si trasmette nell’educazione del bambino. Il bambino assorbe gli
insegnamenti.

Dimensione sessuale alla base

Pulsione intesa all’inizio come sessuale=>sconcerto nei colleghi

Centralità dell’infanzia smantellata dell’elemento di ingenuità, innocenza, tenerezza.

Il bambino è un perverso polimorfico.


Nuovo rapporto tra medico e paziente: atteggiamento del medico dovrebbe essere un ascolto
passivo, non rapporto dispari tra i due. Figura disposta all’ascolto.

Freud è ebreo, lascerà Vienna per le persecuzioni. Muore in Inghilterra nel 1939.

Charcot e Breuer.

Charcot si occupava di fenomeni isterici, origine da utero, tipicamente femminile.

Pazienti che manifestavano sintomi. Ipnosi per curare.

Non tutte le malattie si riconducono a cause organiche=> Freud se ne servirà per ipotizzare le sue
teorie.

Freud rifiuta l’ipnosi.

1. Non è facile raggiungerla=> il paziente non è completamente ipnotizzato e c’è una forma di
resistenza.

Questa è molto importante=> perché c’è una forma di resistenza?

2. Effetti della cura sono solo passeggeri.

3. Pazienti che simulano l’ipnosi, fingono per compiacere.

Tra il paziente e il medico si crea un legame affettivo molto forte e c’è il desiderio di compiacere,
essere apprezzati.

Esperienza dell’ipnosi lo spingerà ad usare un altro metodo=> associazioni libere


Per presentare questo metodo Freud è rigoroso e elabora il contesto e come deve essere fatta una
seduta di analisi.

Lettino, paziente sdraiato, non vede in faccia il medico che scrive tutto ciò che il paziente racconta.

Invitato a parlare liberamente=> libere tra virgolette

Seduta rigorosamente di 55 minuti e deve avere una solvenza economica onerosa.

Non è un dialogo amichevole, è un lavoro in cui uno decide di impegnare tutto se stesso, anche dal
punto di vista economico.

Origine sessuale delle pulsione che abitano all’interno della mente. Spiega la resistenza del paziente
a esercitare le pulsioni perché sono state rimosse.

Prima topica della mente


Psiche divisa in:
Conscio=> la percezione che ho di me stesso

Preconscio=> zona intermedia, non è consapevole in me ma può facilmente affiorare

Inconscio o rimosso=> sigillato dalla censura

Tutto ciò che viviamo, vediamo ascoltiamo, non se ne va mai, viene rimosso ma esiste. Come tale
costituisce le ragioni di molti nostri atteggiamenti.

Cose che creano disagio vengono spostate e censurate.

Interpretazione dei sogni: via regia dell’inconscio

Cosa succede nei sogni? Due componenti:

1. Sogno latente:

2. Componente manifesta: quello che ricordiamo

Sogno è un’espressione camuffata di un desiderio inconscio.

La pulsione che è stata rimossa con il ricordo si traveste.

Componente manifesto è il travestimento che copre l’inconscio che si è fatta un po’ vedere.

Diverso modo di agire della psiche:

• Condensazioni di più immagini

• Spostamento:

• Trasposizioni dei pensieri in simboli

Sogni devono essere interpretati.

Rintracciare il senso di quell’immagine/figura che è stata impressa nel sogno.

Psicopatologia della vita quotidiana


Nulla si distrugge, tante cose possono essere rimosse ma tornano fuori

Comportamenti che riteniamo casuali non lo sono.

Esperienze della vita quotidiana in cui emerge l’inconscio:

• lapsus: sbaglio nel parlare in cui si tradisce una pulsione che sta dietro.

• Dimenticanze:

• Atti mancati:

Cose che vorrebbero esprimersi ma non riescono.

Ci sono due istanze a cui dobbiamo rispondere:

Principio del piacere: ho una pulsione e la soddisfo=> non si può fare sempre, non si può fare
direttamente

Principio della realtà: bisogna scendere a compromessi, realismo per cui non bisogna assecondare
le proprie pulsioni.

Fenomeno della sublimazione: modo in cui ascoltiamo le pulsioni sessuali.

Pulsioni che sono sessuali vengono “cambiati di stato”. Può essere spostata

Sublimare deriva dalla chimica, cambiare di stato. Non si esprime direttamente e la dirigo verso
altro. (Religione, arte, lavoro)

Sessualità non inteso nel senso genitale, ma nel senso di affettività, con molti elementi corporei.

C’è anche la pulsione di morte. Eros e Thanatos

Nel 1920 Freud propone la seconda topica della mente


La mente è fatta di istanze :

- “es” (ciò, pronome neutro)

Calderone d’impulsi ribollenti.

Nell’es c’è di tutto

Non conosce il principio di non contraddizione, esistono contrari, forze contrapposte. Non c’è
spazio tempo, vicine cose che sono state lontane, cose reali e cose immaginate.

-Superego: coscienza morale che nasce dalla introiezione di comandi dei primi anni di vita.

(Non esiste una morale insita nell’uomo, viene costruita a partire dai primi mesi di vita)

- In mezzo a questi due ci sta l’ego, l’io

Non è facile vivere per l’ego. Deve mediare tra questi impulsi e il mondo esterno

Se in un individuo in cui dominasse l’es tutto ciò che abitasse all’interno venisse esplicitato, sarebbe
un perverso, autodistruttivo.

Un individuo che reprimesse tutto, solo superego, sarebbe un nevrotico.

La psicoanalisi vuole rafforzare l’io, renderlo più forte del super io.

Deve far si che l’ego ascolti e si renda consapevole di ciò che c’è nell’es e in questo modo dandogli
ascolto decidere come e se assecondarlo.

Dove era l’es deve subentrare l’io.

L’io deve servire tre padroni: L’es, il superego e il mondo esterno

L’io punisce il superego con i sensi di colpa;

Bisogna equilibrare ed economizzare gli sforzi per calibrare l’energia.

Prendere scelte ECONOMICHE=> di compromesso

È impossibile immaginarsi una situazione di grande felicità.

Bisogna mediare, scendere a compromessi

La vita non è facile, ognuno è sottoposto a queste pulsioni.

Angoscia morale davanti al super io

Tema dell’angoscia (anticipato in Kierkegaard)

Lo spazio che occupa l’es (inconscio) è molto più imponente dal punto di vista dell’influenza, dell’io.

Principio del piacere e principio della realtà

Modi in cui l’es può essere ascoltato.

L’uomo vuole soddisfare sempre il piacere ma qui subentra il principio della realtà.

Se tutte le pulsioni venissero ascoltare ci si autodistruggerebbe (persona impossibile nella società)

L’uomo vive in una perenne tensione.

Le pulsioni devono essere scaricate tenendo conto del mondo esterno.

Analogia con Apollineo-Dionisiaco

Forma-vita, energia irrazionale, incomprensibilità

Tener conto della realtà non è contro il piacere ma è un modo per consentire al piacere di esprimersi.

LIBIDO=> pulsione sessuale, piacere

Thanatos

Scaricamento totale delle pulsioni. Si scopre nell’aggressività con l’esterno (deriva dalla violenza
vista Durante la prima guerra mondiale)

Coazione a ripetere=> l’emergere dei tic


Ossessioni o manie è un modo per esprimere il senso di morte/autodistruzione. Rende meccanico
tutto ciò che facciamo. Distrugge la creatività. Nostalgia ad essere privi di vita.

Liberarsi dalla libertà di scegliere=> desiderio di annullamento della vita

Coazione a ripetere, espressione non di piacere ma di annullamento della vita.

Sessualità infantile
Originalità del pensiero di Freud

Sessualità non è solo dalla pubertà ma compaiono dai primi giorni di vita.

Tanti dei disagi e difficoltà persino nelle patologie che si manifestano in età adulta trovano origine nei
primi anni di vita.

Sessualità infantile è come il bambino si prostra al mondo. Corpo è un aspetto importantissimo.

Corpo: Feuerbach, Freud, Schopenhauer

Fasi della sessualità infantile:

Fase orale: primo anno del Bambino

Fase anale: controllo dello sfintere (fino ai 3)

Fase genitale: bambino scopre il proprio corpo e scopre le zone erogene, zone da cui trae piacere.

Periodo di latenza a cui seguirà la pubertà

Dal polimorfismo che caratterizza il bambino (zone diverse da cui trae piacere) si passa alla
sessualità in senso stretto

A 5 anni Complesso di Edipo


Edipo si trova a sposare la madre e uccidere il padre.

Fortissima attrattiva nei confronti della madre e individua come proprio rivale il padre.

Atteggiamento ambivalente nei confronti del padre: eliminazione del rivale e emulazione per
conquistare la donna.

Per Freud i rapporti con i genitori sono fondamentali.

Complesso di Elettra
Tante situazione di disagio vanno ricondotte ad un irrisolto o problemi nelle relazioni con i genitori.

Soggetto è caratterizzato dai rapporti che abbiamo avuto

Tema della sessualità infantile scandalizzò al tempo.

Anatomia per Freud è fondamentale

Rimozione della sessualità nella società è stata causata dall’accezione troppo stretta che ha
acquisito nel tempo.

Narcisistica (parola freudiana)=> situazione tipica del bambino. Incapacità di amare l’altro da sé.

Non rimanere chiusi ad una fase=> porta a disagi.

Accezione vasta di sessualità

Forte importanza alla parola=> unica cura della psicoanalisi.

Freud contesta la divisione anima corpo (Platone, Cartesio, Galimberti)=>

“Il corpo può parlare” (disturbi dell’alimentazione, anatomia dice qualcosa.

Mente può curare il corpo=> sono uniti.

IL DISAGIO DELLA CIVILTÀ 1930


Perché una civiltà evolva bisogna sacrificare qualche cosa.

Non si può vivere in una civiltà in cui tutti assecondino le proprie pulsioni.

Man mano che evolve la società.

Provoca disagio=> bisogna contenere la pulsione verso la soddisfazione.

Diventa una frustrazione (parola freudiana)

La civiltà ha un prezzo=> l’inibizione delle pulsioni

Rapporto felicità-sicurezza=> ridurre la felicità personale a favore di una maggiore sicurezza


Aumento progressivo del senso di colpa=> disagio della civiltà.

Equilibrio. Non si può proibire tutto.

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