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Cap. 1: Nozioni fondamentali 1.

Capitolo 1 Nozioni fondamentali

Introduzione
Il suono può viaggiare attraverso praticamente tutti i materiali: gas, li-
quidi e solidi. A differenza della luce il suono non può propagarsi attra-
verso il vuoto; in caso contrario l’energia acustica generata dal Sole qui
sulla Terra sarebbe assordante. D’altra parte le analogie tra suono e luce
(o altre forme di energia) sono utili per comprendere l’acustica.

Questo testo è incentrato sulla propagazione del suono nell’aria, ma sa-


ranno anche considerati altri mezzi, quando sarà il caso.

Le fluttuazioni
L’aria attorno a noi ha pressione barometrica.

• La pressione barometrica è abbastanza costante, 101 300 N/m 2 =


10 332 mm H 2 O.
• I cambiamenti lenti nella pressione barometrica sono utilizzati per le
previsioni del tempo.

Il suono è una minuscola fluttuazione di pressione. Queste fluttuazioni


sono rapide e sono causate da pressione e velocità. La pressione com-
prime le molecole dell’aria che cominciano a muoversi e, di conseguen-
za, acquistano velocità. L’orecchio umano capta le fluttuazioni che va-
riano da 20 fluttuazioni per secondo a 20 000 fluttuazioni per secondo.

Un diapason è uno strumento che produce un tono puro, cioè una sola
frequenza. L’ampiezza delle fluttuazioni di pressione in un tono puro è
costante.

• Un impulso in una direzione produce una compressione (cioè una


leggera sovrapressione).
• Un impulso nella direzione opposta produce una rarefazione (cioè
una leggera depressione).
1.2 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

Figura 1.1

Velocità del suono


Figura 1.1: mostra un’istantanea del suono (il tempo è congelato).
La velocità del suono è diver-
sa nei diversi materiali. Ad
esempio è quattro volte più
veloce nell'acqua e dieci vol-
te più veloce nei metalli di
quanto sia nell'aria. Tuttavia • Compressioni e rarefazioni si allontanano dal diapason alla velocità
la velocità del suono nell’aria
è la stessa per tutte le fre-
quenze.
del suono.
• Compressioni e rarefazioni viaggiano in tutte le direzioni in maniera
abbastanza uniforme, provocando sfere che continuano ad espan-
dersi.

L’onda nella parte bassa della figura è una rappresentazione grafica.

• I picchi al di sopra del punto di equilibrio (pressione barometrica)


corrispondono a compressioni.
• Le “valli” al si sotto del punto di equilibrio corrispondono a rarefa-
zioni.
• Il suono non assomiglia a questa onda sinusoidale.
Cap. 1: Nozioni fondamentali 1.3

Lunghezza d’onda e frequenza


Unità di misura

λ in metri (m)
c in metri al secondo (m/s) La lunghezza d’onda è la distanza tra due identiche porzioni consecutive
c in aria è 344 m/s
f in Hertz (Hz) di suono, ad esempio tra un picco e quello successivo. La lunghezza
d’onda è espressa in metri (m) e si rappresenta usando la lettera greca λ
(lambda).

La frequenza è il numero di fluttuazioni al secondo e si esprime in Hertz


(Hz).

La velocità del suono è espressa in metri al secondo (m/s).

Heinrich Rudolf Hertz • Tipicamente, la velocità di propagazione del suono nell'aria è di 344
Fisico tedesco, Hertz dimo- m/s, ma varia sensibilmente con la temperatura, la pressione baro-
strò l’esistenza della velocità
delle onde elettromagnetiche metrica, ecc.
e la misurò. Provò inoltre che
esse possono essere rifles- • È spesso approssimata a 340 m/s, e talvolta a 300 m/s per stime di
se, rifratte e diffratte. In ge-
nerale queste onde si com- prima approssimazione.
portano seguendo le stesse
regole che valgono per la lu-
ce.
• Utilizzando l’approssimazione dei 300 m, in un millisecondo il suo-
no si muove di 300 mm = 30 cm.
• Usando i ritardi digitali: una superficie riflettente a 1,5 metri di di-
stanza viene simulata con un ritardo di 10 millisecondi.

Equazione 1.1

c = f ⋅λ

c = velocità del suono nell'aria


f = frequenza in Hz
λ = lunghezza d'onda

• Se utilizziamo 300 m/s, 1000 Hz corrispondono alla lunghezza


d’onda di 30 cm
• Se utilizziamo 340 m/s, da 20 Hz a 20 000 Hz la lunghezza d’onda
varia da 17 metri a 17 millimetri.

La stima della lunghezza d’onda sarà utile per barriere, direttività, ecc.
1.4 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

Figura 1.2 TIPICI SPETTRI PER BANDE DI OTTAVA

Luce

Gli esseri umani vedono solo


una gamma di frequenze di La frequenza ed il livello sono attributi del suono diversi, corrisponden-
circa ½ ottava (da 0,4x10-6 m
-6
a 0,7x10 m, dal rosso al ti alle nostre sensazioni, rispettivamente, di tonalità e di intensità sono-
blu). La percezione della lu-
minosità in un certo istante è ra.
tipicamente nella gamma da
1 a 1000 e, una volta dato il Nella Figura 1.2:
tempo di adattarsi, i nostri
occhi possono distinguere
luminosità nella gamma da 1
• Le frequenze sono rappresentate dalle frequenze di centro banda di
a 108 (dagli oggetti scuri di
notte alla luce abbagliante).
ottava. Le frequenze basse sono verso sinistra e le frequenze alte so-
no verso destra.

• L p (Livello di Pressione Sonora) indica l’ammontare dell’energia


sonora. I livelli bassi sono verso il fondo ed i livelli alti sono verso
la cima. Lp è espresso in decibel (dB).

• Il ventilatore ha alti livelli sonori alle basse frequenze, ma bassi li-


velli sonori alle alte frequenze, e viceversa per l’aereo a reazione.

L’orecchio umano risponde bene per approssimativamente 10 ottave di


frequenza ed approssimativamente 120 dB di livello sonoro.
Cap. 1: Nozioni fondamentali 1.5

Figura 1.3

Nota: Una esposizione continua ad oltre 85 dB(A) può ledere l'udito di


molte persone.

Livelli sonori

• Noi possiamo sentire suoni all’interno di una vasta gamma di livelli


sonori. Una comune analogia è una bilancia che può pesare una piu-
ma ed un grattacielo di 30 piani con la stessa accuratezza.
• L’intera gamma è soltanto una frazione della pressione barometrica.
(Per esempio, fluttuazioni di un milionesimo della pressione atmo-
sferica sarebbero 74 dB).
• I decibel sono logaritmi.
• La gamma ampia rende utile l’uso dei dB.
• Per molti aspetti i dB sono più facili da usare delle unità lineari.
1.6 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

Logaritmi
Il “lg” di un numero è la potenza a cui un altro numero (chiamato base)
deve essere elevato per ottenere il numero stesso.

Figura 1.4

Per esempio (usando la base 10) il logaritmo di 1000 è 3.


L’acustica usa logaritmi in base 10 per calcolare i decibel.

Tabella 1.1

I più importanti valori dei logaritmi, in prima approssimazione, sono:


lg 100 = 2 lg 5 = 0,7
lg 10 = 1 lg 4 = 0,6
lg 9 = 0,95 lg 3 = 0,5
lg 8 = 0,9 lg 2 = 0,3
lg 7 = 0,85 lg 1 = 0
lg 6 = 0,78 lg 0,1 = −1

Regole di calcolo con i logaritmi:


lg (a·b) = lg a + lg b
lg a/b = lg a – lg b
lg a b = b lg a

Esempi:
lg 25 = lg (5·5) = lg 5 + lg 5 = 1,4
lg 25 = lg 100/4 = lg 100 - lg 4 = 1,4
lg 25 = lg 5 2 = 2·lg 5 = 1,4
Cap. 1: Nozioni fondamentali 1.7

I decibel

• il Bel è così chiamato in onore di Alexander Graham Bell.


• i Bels sono essenzialmente esponenti di dieci. “deci-” significa “un
decimo di...”.
• l’abbreviazione di decibel è dB (d minuscola, B maiuscola).

Alexander Graham Bell

Nato in Scozia (dove suo


nonno era un'autorità nel
campo della linguistica), Bell Livello di pressione sonora
si trasferì in Canada nel 1870
(più tardi divenne cittadino
Americano). Inventò il telefo-
no nel 1876 durante la sua Equazione 1.2
docenza alla Boston Univer-
sity e l'anno successivo vinse
la battaglia legale contro
Meucci per il riconoscimento
del brevetto. Gli è inoltre at-
tribuita l’invenzione del regi- p
stratore su disco e dei pre- L p = 20 lg
decessori della radio, dei
raggi x e del polmone d'ac-
prif
ciaio. Tra gli altri riconosci-
menti fu il secondo presiden-
te della National Geografic
Society. -5 2
dove: prif = 2 x 10 N/m
Lp = espresso in dB, adimensionale

Gli aspetti più importanti dell'Equazione 1.2 sono i seguenti:

• Il decibel è un'unità di livello di pressione sonora. Perciò dB implica


livello e livello implica dB.
• Il valore della pressione (p) è il “valore quadratico medio” (in ingle-
se: “root-mean-square”, RMS), espresso in N/m 2 .
• La pressione di riferimento corrisponde alla soglia di udibilità.
• Il calcolo di altri tipi di livelli di pressione sonora usa equazioni si-
mili, ma differenti valori di riferimento. Ad esempio, Lp nei liquidi è
calcolata avvalendosi della medesima Equazione 1.2, ma con una
pressione di riferimento pari a 10 -6 N/m 2 .
1.8 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

Somme di decibel

Tabella 1.2

Differenza di livello Aggiungere al livello più elevato


0 o 1 dB 3 dB
2 o 3 dB 2 dB
da 4 a 9 dB 1 dB
oltre 10 dB mantenere il livello più elevato
Variazioni di livello

Sensazioni soggettive di va-


riazioni di livello:
1 dB – può essere percepito
solo in condizioni di labo-
Un metodo rapido ed approssimativo
ratorio.
3 dB – la minor variazione ri-
levabile nel mondo reale. • Sommare coppie di valori usando la Tabella 1.2.
5 dB – una variazione chiara-
mente identificabile.
• Utilizzare tutti i valori.
10 dB – percezione di un di- • Utilizzare ogni valore una sola volta: un errore comune è di usare
mezzamento o di un rad-
doppio dell’intensità due volte lo stesso valore. (Può essere molto utile depennare ciascun
valore dopo averlo utilizzato).
• L’ordine delle somme non è importante.

Quando si utilizza il metodo veloce ed approssimativo, si può ottenere


in risposta una variazione di 1 dB che dipende dall’ordine con cui si è
proceduto, ma in molti casi questo è accettabile (vedi nota in margine).

Esempio:
Cap. 1: Nozioni fondamentali 1.9

Noi non sentiamo tutte le frequenze ugualmente bene. Un livello è og-


gettivo (cioè non distorto); al contrario l’intensità è soggettiva (cioè il
risultato di un’interpretazione umana).

Fletcher-Munson Figura 1.6 CURVE DI ISOLIVELLO (ISOFONICHE)


Le curve di isolivello sono
basate su statistiche relative
ad un gran numero di perso-
ne.
Molti ricercatori hanno ripetu-
to queste analisi, tra cui Flet-
cher e Munson, con analoghi
risultati.

Ogni curva isofonica (vedi Figura 1.6) indica i livelli dei toni che, lun-
go la gamma delle frequenze, vengono percepiti con la stessa intensità.
Per esempio, un tono di 20 Hz dovrebbe essere riprodotto ad un livello
molto più alto di un tono di 1000 Hz per essere percepito con la stessa
intensità.

• Le curve si appiattiscono via via che il livello cresce.


• La manopola “loudness”, di compensazione fisiologica del volume
sullo stereo, è intesa per compensare la ridotta sensibilità alle basse
frequenze quando si ascolta a livelli bassi. In realtà, la maggior par-
te delle manopole “loudness” sono solo amplificatori per basse fre-
quenze; una vera manopola “loudness” riduce gradatamente l’ampli-
ficazione dei bassi via via che il livello globale aumenta.

L’udito umano è maggiormente sensibile tra 2 kHz e 5 kHz. L’intelli-


gibilità del linguaggio umano, che deriva principalmente dai suoni con-
sonanti, è concentrata in questa gamma di frequenze.
1.10 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

Le bande di ottava

Gli esseri umani possono udire una gamma di frequenze di quasi 20 000
Hz. Allo scopo di gestire più convenientemente le informazioni legate
alla frequenza, questa gamma è normalmente suddivisa in bande di fre-
quenza.

Le bande usate più comunemente hanno ampiezza di un’ottava ciascuna,


chiamata “banda d’ottava”. Le ottave sono definite da specifici limiti di
banda, in Hz, come mostra la Tabella 1.3.

Tabella 1.3

Frequenze dei 31,5 63 125 250 500 1000 2000 4000 8000 16000
centri banda
d’ottava
Limiti banda 22,4 44,7 89,1 178 355 708 1410 2820 5620 11200 22400

Ogni ottava si riferisce alla sua frequenza centrale. Per esempio, l’ottava
di 1 kHz è la banda di frequenze comprese tra 708 Hz e 1410 Hz, centra-
ta a 1000 Hz.
Rumore bianco
Rumore rosa
È da notare che il limite superiore di ogni ottava è il doppio del limite
Il rumore bianco è "la stessa
energia per ogni frequenza". inferiore. Una conseguenza importante è che ogni ottava include una
Il rumore rosa è "la stessa
energia per ogni larghezza di quantità di frequenze doppia rispetto alla banda precedente.
banda". Per questa ragione il
rumore bianco raddoppia
l'energia ad ogni successiva
banda d’ottava, quando inve-
ce il rumore rosa è “piatto”
Le informazioni relative alle frequenze possono essere suddivise in ban-
(come rappresentato su di
una scala logaritmica).
de più strette per migliorare la precisione. Le bande di terzo d’ottava
trovano corrispondenza in molti aspetti dell’udito umano (vedi Capitolo
7) e sono usate spesso in elettro-acustica. Le bande di un decimo d’otta-
va sono usate principalmente in alcuni progetti di ricerca in acustica.
Cap. 1: Nozioni fondamentali 1.11

L’attenuazione “A”

L’attenuazione è un modo per de-enfatizzare l’importanza di alcune fre-


quenze rispetto ad altre. Gli schemi di pesatura più usati, che sono basati
sulle curve isofoniche (vedi Figura 1.6), sono i seguenti:

Attenuazione “A” (dBA) - Approssima la risposta ai suoni deboli (at-


tenua fortemente i suoni a bassa frequenza).

Attenuazione “B” (dBB) - Approssima la risposta ai suoni di livello


medio (attenua moderatamente i suoni a bassa frequen-
za).

Attenuazione “C” (dBC) - Approssima la risposta ai suoni a livello


elevato (attenua leggermente i suoni a bassa frequenza).

L’attenuazione “A” è diventata lo schema di pesatura più utilizzato. Il


dBA è usato spesso senza badare al livello globale, nonostante fosse sta-
to originariamente pensato per i suoni deboli. Se non viene chiaramente
specificato altrimenti, un livello globale è normalmente espresso in
dBA. Ad esempio, se di una sorgente sonora è detto che produce 110 dB,
normalmente è pacifico che la misurazione era 110 dBA.

I fonometri più semplici includono entrambe le reti di pesatura “A” e


“C”. Queste reti di pesatura riducono elettricamente i livelli seguendo i
fattori di pesatura riportati nella Tabella 1.4.

Tabella 1.4

Frequenza di centro Fattore di Fattore di


banda di ottava (Hz) pesatura-A (dB) pesatura-C (dB)

31,5 -39 -3
63 -26 -1
125 -16 0
250 -9 0
500 -3 0
1 000 0 0
2 000 +1 0
4 000 +1 -1
8 000 -1 -3
16 000 -7 -9
1.12 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

Il livello globale pesato “A” può essere calcolato applicando agli Lp del-
le bande d’ottava i fattori di pesatura “A” riportati nella Tabella 1.4,
dando come risultato i livelli pesati “A”; questi livelli pesati “A” sono
poi combinati sommando i decibel come in Tabella 1.2. Il procedimento
è il seguente:

1) Determinare i livelli di pressione sonora per ogni banda d’ottava.

2) Applicare i fattori di pesatura “A” della Tabella 1.4 (ad esempio un


livello di pressione sonora nella banda di ottava di 63 Hz deve essere
ridotto di 26 dB). I risultati sono i livelli di ottava pesati “A”.

3) I livelli pesati “A” devono essere sommati (secondo la Tabella 1.2)


per ottenere un valore totale pesato “A”, espresso in dBA.

I seguenti esempi mostrano come due spettri sono combinati in un livel-


lo globale pesato “A”, espresso in dBA.

Esempi di attenuazione “A”:


Cap. 1: Nozioni fondamentali 1.13

Malgrado che ad una prima occhiata i valori del livello nei due esempi
appaiano simili, in realtà essi sono due spettri completamente diversi
(cioè i livelli di ogni banda d’ottava sono differenti nei due esempi).

Il livello globale pesato “C” si calcola allo stesso modo, salvo il fatto
che si usano i fattori di pesatura “C”, ottenendo livelli pesati “C” che
sono combinati per ottenere un livello globale pesato “C”, espresso in
dBC.
Cap. 3: Il suono negli spazi aperti 3.1

Capitolo 3 Il suono negli spazi aperti

Il comportamento del suono negli spazi aperti, del suono negli spazi
chiusi e del suono trasmesso da un ambiente all'altro (vedere rispettiva-
mente i Capitoli 3, 4 e 5) è fondamentale nel campo dell'acustica archi-
tettonica.

Questa saggia progressione dagli spazi aperti (senza muri) agli spazi
chiusi (con muri) alla trasmissione (attraverso i muri) è basata sui corsi
di acustica architettonica di Robert B. Newman presso Harvard ed MIT
(Massachusetts Institute of Technology).
Robert B. Newman

Robert Newman era socio di


una delle prime ditte di con- Un punto notevole di acustica architettonica è la quantità di temi comuni
sulenza in acustica, Bolt Be-
ranek & Newman, fondata che si intrecciano in ogni argomento. In effetti il tema centrale dei Capi-
nel 1948 come consulente
della United Nations Head- toli 3, 4 e 5 è quello dell’attenuazione del rumore ( ∆ L = L1 - L2 ).
quarters Buildings. Era uni-
versalmente noto per le sue
particolari doti di insegnante
e la sua entusiastica promo-
zione dello studio sull'acusti-
ca architettonica. Dopo la
sua morte nel 1983, fu fonda-
to (a Lincoln, MA) il The Ro-
bert Bredford Newman Stu-
dent Award (Borsa di studio
Robert Bredford Newman)
per onorare gli studenti meri-
tevoli di questa disciplina
relativamente nuova.
3.2 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

Riassunto

P
I=
area

Superficie di una sfera = 4πr 2


Superficie di un cilindro = 2πbr
Superficie di un piano = ab

2
I1 r2
=
I 2 r1 2

I1
∆L = 10 lg = L1 − L2
I2

r2
∆Lpropagazione sferica = 20 lg
r1
6 dB al raddoppio della distanza

r2
∆Lpropagazione cilindrica = 10 lg
r1
3 dB al raddoppio della distanza

2
H
Barriera
X
Cap. 3: Il suono negli spazi aperti 3.3

Propagazione sferica

Idealmente non esistono ostacoli alla propagazione del suono in ambien-


te aperto. Questa è la condizione di “campo libero”.

• La propagazione del suono avviene con una serie di sfere concentri-


che, sempre in espansione, di compressioni e rarefazioni.

L’equazione • L’energia sonora totale si distribuisce sulla superficie di ogni sfera.


dell’intensità
Queste sfere si espandono dalla sorgente alla velocità del suono.
L’equazione dell’intensità è
normalmente espressa in • Dal momento che ogni sfera si propaga e si espande, l’ammontare
unità metriche (N.d.T.: anche
nei testi anglosassoni). Per- della potenza sonora su di una certa area della sfera diminuisce. Per
ciò la potenza risulta in Watt,
la distanza in metri e l’inten- esempio, un metro quadrato della superficie di una sfera di raggio
sità in Watt/m2.
r = 10 m contiene soltanto 1% della potenza sonora di un metro qua-
drato della superficie con raggio r = 1 m.

L’intensità di un suono è l’ammontare della potenza sonora che attraver-


sa una superficie. Nel caso specifico di un’onda sferica:

Equazione 3.1

P
I=
4π r 2
dove: I = intensità, potenza / m2
P = potenza
r = distanza dalla sorgente, m

Notare che il denominatore, 4πr 2 , è l’area della superficie della sfera di


raggio r.
3.4 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

La legge del quadrato dell’inverso

La luce solare La legge del quadrato dell’inverso (che si applica a qualsiasi propaga-

Tutte le onde a propagazione zione sferica) può essere enunciata in due modi:
sferica, inclusa la luce solare,
seguono la legge del quadra-
to dell'inverso. Se la Terra si
trovasse ad una distanza dal • Espressa in parole: L’intensità diminuisce con il quadrato dell’inver-
Sole doppia di quella a cui si
trova, riceverebbe un quarto so della distanza dalla sorgente. Quindi il rapporto fra le intensità
dell’intensità luminosa che ri-
ceve. (cioè il confronto fra le intensità a due diverse distanze dalla sorgen-
te) è uguale al rapporto dei quadrati dell’inverso.
∗ Ciò è spesso detto con: “l’intensità è proporzionale al quadrato dell’in-
verso ”.
2
I1 r2
• Utilizzando simboli matematici: =
I 2 r1 2
dove I è l'intensità, r è la distanza dalla sorgente ed i pedici indicano
i punti a cui I ed r si riferiscono (cioè I 1 è l'intensità nel punto 1).
1
∗ Questo è spesso rappresentato come: I∝
r2

Figura 3.1

La Figura 3.1 mostra come l’intensità si propaga su di una sfera. È da


notare che alla distanza 2r l’intensità sonora totale si distribuisce su di
un’area 4 volte più grande rispetto a quella che copriva alla distanza r.
Cap. 3: Il suono negli spazi aperti 3.5

L’attenuazione del rumore


In generale l’attenuazione del rumore interessa per i cambiamenti di di-
stanza dalla sorgente, i cambiamenti dell’assorbimento acustico all’in-
terno di un ambiente e per la trasmissione del suono attraverso i muri.

L’attenuazione del rumore, nella sua formulazione più generale, è data


dall'Equazione 3.2.

Equazione 3.2

I1
∆L = 10 lg = L1 − L2
I2
dove: ∆ L = attenuazione del rumore in dB
I = intensità
L = livello in dB

È da notare che ∆L è una variazione di livello e che noi usiamo la parola


“rumore” con un significato molto generale che comprende suoni di tutti
i tipi (non soltanto rumore come “suono non voluto”).

Attenuazione del rumore in ambienti aperti


È importante essere in grado di determinare il valore di Lp in un punto,
conoscendo Lp in un altro punto. Ad esempio, se il Lp di un’apparec-
chiatura rumorosa può essere misurato a 3 m dalla sorgente, quale Lp ci
si deve aspettare alla distanza di 300 m ?

Questo può essere calcolato come la differenza dei livelli, ∆L, tra le due
postazioni. ∆L per la propagazione sferica è calcolato utilizzando l'E-
quazione 3.3.

Equazione 3.3

r2
∆L = 20 lg
r1
dove: ∆L = riduzione del rumore in dB
r = distanza dalla sorgente in m
3.6 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

L’Equazione 3.3 fornisce un metodo per il calcolo di ∆L conoscendo so-


lo le distanze. Per esempio, se 100 dB è la misurazione a 3 m dall’at-
trezzatura rumorosa, l’Equazione 3.3 prevede che Lp a 300 m di distanza
sarà 40 dB di meno, cioè 60 dB (e 60 dB può essere causa di lamentele
dai vicini che vivono a 300 m di distanza dall'attrezzatura rumorosa).

Non è particolarmente importante sapere quale sia r 1 e quale r 2 .


Piuttosto, se ci si muove dalla posizione più vicina alla più lontana, Lp
diminuisce (del valore assoluto di ∆L in dB). Al contrario, se ci si muo-
ve dalla posizione più lontana alla più vicina, Lp aumenta (del valore as-
soluto di ∆L). In altre parole, occorre usare il buonsenso.

Un’utile regola empirica (soltanto per la propagazione sferica) è:

∆L = 6 dB al raddoppio della distanza, abbreviato 6 dB/dd (doppia distanza)

Questo perché quando la distanza raddoppia, 2r 1 = r 2 , e quindi:


r2
∆L = 20 lg = 20 lg 2 = 6 dB
r1

Sorgente puntiforme / sorgente lineare / sorgente piana

La propagazione sferica assume che la sorgente sia omni-direzionale


(cioè che proietta il suono uniformemente in tutte le direzioni). Questo
accade quando la sorgente è piccola. La sorgente omni-direzionale idea-
le è una sorgente “puntiforme”, così piccola da avere soltanto una di-
mensione.

Un modello comune è un pallone perfettamente rotondo che si espande e


si contrae uniformemente in ogni sua parte.

Quasi tutte le sorgenti reali emettono suoni con forme tridimensionali


che si espandono in compressioni e rarefazioni che possono non essere
esattamente sferiche. Tuttavia, quando queste forme sono lontane dalla
sorgente, la sorgente appare piccola e le forme sono difficilmente di-
stinguibili da delle sfere.
Cap. 3: Il suono negli spazi aperti 3.7

La maggior parte delle sorgenti può essere considerata puntiforme, spe-


cialmente quando la distanza è tale che la sorgente appare come un pun-
to. La sola seria complicazione può essere quanto sia l'energia sonora
contenuta in particolari settori della sfera, il che implica la "direttività"
della sorgente (discussa nel prossimo capitolo).

Alcune sorgenti sonore non possono essere considerate sferiche, spe-


cialmente quando il ricevente è relativamente vicino alla sorgente. Al-
cune sorgenti sono lunghe e sottili e perciò si comportano come sorgenti
"lineari" a propagazione cilindrica.
Occasionalmente una sorgente potrebbe teoricamente essere così grande
da comportarsi come una sorgente "piana" che produce onde piane la cui
intensità non cambia con la distanza. Le caratteristiche di queste sorgen-
ti lineari e piane possono essere riassunte come segue:

Se la sorgente è una linea:

• Il fronte d'onda è come un cilindro in costante espansione

• L’area della superficie del cilindro è calcolata mediante 2 π br


• b è la lunghezza del cilindro
• r è la distanza dalla sorgente (non al quadrato)

r2
• ∆L = 10 lg
r1
• ∆ L è calcolato come 10 lg per le sorgenti lineari
• 3 dB al raddoppio della distanza (3 dB/dd)

Se la sorgente è un piano:

• Il fronte d'onda è piano


• L’area della superficie è calcolata come ab (e non in termini di di-
stanza r dalla sorgente)
• Non vi è attenuazione all'aumento della distanza (r)
3.8 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

Figura 3.2

Divisione per π

In questi criteri si usano tal-


volta a/π e b/π il che dà luogo
a valori di Lp minori di alcuni
dB rispetto a quelli ottenuti
utilizzando a e b come in
questo testo.

Esempio:
Gli altoparlanti del concerto
rock a Great Woods possono
(quasi) essere approssimati
ad una sorgente lineare alta
2,5 m e lunga 90 m. Il meto-
do del "dividere per π" da-
rebbe livelli sonori a distanza
di 1 km minori di 10 dB ri-
spetto a quelli calcolati senza
π.
a<b<r 6 dB per doppia distanza (punto)
a<r<b 3 dB per doppia distanza (linea)
r<a<b 0 dB per doppia distanza (piano)

La Figura 3.2 riassume i criteri per determinare quando la sorgente può


essere considerata sferica, lineare o piana.

La sorgente sonora è una figura “generica” di dimensioni a e b. Questa


figura può rappresentare un punto (con a e b estremamente piccoli), una
linea (con a piccolo, ma b grande), un altoparlante (considerando la fi-
gura come un cerchio con a e b uguali al diametro dell'altoparlante) o
qualsiasi altra forma.
Cap. 3: Il suono negli spazi aperti 3.9

La “chiave” è nelle grandezze relative di a, b ed r:

• Se r è più grande sia di a sia di b, allora la sorgente si comporta


(nella pratica) come una sorgente puntiforme con propagazione sfe-
rica. Un esempio può essere un ricevente lontano 3 m da un altopar-
lante di 30 cm di diametro.

• Se r è minore rispetto ad una dimensione, ma maggiore rispetto


all’altra dimensione, la sorgente si comporta come una sorgente line-
are. Un esempio potrebbe essere un ricevente distante 3 m da un tubo
che vibri e produca suono e che abbia diametro a = 15 cm e lunghez-
za b = 8 m.

• Se r è minore di entrambe le dimensioni della sorgente, questa (teo-


ricamente) si comporta come una sorgente piana. Un esempio po-
trebbe essere un ricevente posto a 10 cm di distanza da un altopar-
lante di 30 cm di diametro. Tuttavia le onde veramente piane sono
davvero rare, perché i modi vibrazionali di superfici grandi generano
solitamente campi sonori molto complicati, come discusso al Capito-
lo 2. Di solito è meglio considerare le posizioni più vicine rispetto
ad entrambe le dimensioni come se fossero nel “campo vicino”, di-
scusso più avanti.

La comprensione delle relazioni tra le dimensioni della sorgente e la di-


stanza dalla sorgente può essere particolarmente importante per prevede-
re Lp a distanza basandosi su misurazioni eseguite da vicino.

Prendiamo ad esempio un tubo di 15 cm di diametro e lungo 8 m che


produca rumore. Il calcolo di Lp a distanza implica quanto segue:

• Misurare Lp più vicino di 15 cm può non essere fattibile.


• Misurare Lp ad un metro di distanza può richiedere di considerare la
propagazione cilindrica e poi la propagazione sferica.

1 m → 2 m → 4 m → 8 m (la lunghezza "b") 3 raddoppi di 3 dB/dd


8 m → 16 m → 32 m (circa 30 m) 2 raddoppi di 6 dB/dd
∆L = 3 (3 dB) + 2 (6 dB) =9 dB + 12 dB = 21 dB

Se Lp ad 1 m è 80 dB, L p a 30 m sarà (circa): 80 dB − 21 dB = 59 dB.


3.10 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

Quasi tutte le sorgenti hanno ascoltatori a distanza maggiore di a o b e


possono essere considerate sorgenti sferiche. Ad eccezione di molte cuf-
fie.

Soltanto poche sorgenti sono cilindriche fino ad una distanza significa-


tiva. Un'autostrada satura di traffico ed un lungo tubo vibrante in un sa-
lone per esposizioni possono essere considerati sorgenti cilindriche. Gli
altoparlanti a colonnina non sono solitamente considerati sorgenti cilin-
driche a distanze significative, certamente non a distanze maggiori di
"b".

Il campo vicino

Le posizioni a distanza minore di “a” e “b” sono nel campo vicino. La


maggior percentuale di energia immaginaria è contenuta nel campo vici-
no. Il campo vicino contiene solitamente complicati modi vibrazionali,
che possono causare distorsione e sacche di L p ridotti o rinforzati; que-
sta distorsione e queste sacche sono molto dipendenti dalla frequenza.

Il campo vicino può essere considerato come un luogo dove aspettarsi


anomalie più che una ordinata progressione di onde piane.
Cap. 3: Il suono negli spazi aperti 3.11

Le barriere

Le barriere sono l’unico modo per ridurre L p all’aperto oltre all’aumen-


tare della distanza (o all’insonorizzare la sorgente).

Barriere efficaci:

• devono essere massiccie ed impenetrabili


• L p trasmesso direttamente attraverso la barriera deve essere al-
meno 10 dB più basso rispetto al Lp diffratto oltre la barriera

• devono interrompere la linea di visione


• se il ricevente riesce a vedere la sorgente, una barriera efficace
non esiste

• devono essere lunghe almeno il doppio dell’altezza


• altrimenti avviene diffrazione alle estremità

• devono essere vicine alla sorgente o vicine al ricevente


• più vicina è meglio è
• il punto di mezzo tra sorgente e ricevente è il meno efficace

• devono essere più alte possibile

• attenuano meglio le alte frequenze rispetto alle basse frequenze


• le alte frequenze hanno lunghezza d'onda più corta e sono più
piccole rispetto alla dimensione della barriera

• devono essere lontane da superfici riflettenti


• le barriere sono molto più efficaci all’aperto, lontano da edifici

• sono limitate dalla diffrazione ad attenuazioni massime di 20 dB


3.12 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

Figura 3.3

Frequenze (Hz)
H 2
(in metri) 63 125 250 500 1 000 2 000 4 000
X
da 0 a 0,03 --- --- --- --- 2 4 7
da 0,03 a 0,07 --- --- --- 2 4 7 10
da 0,07 a 0,15 --- --- 3 5 9 12 15
da 0,15 a 0,3 --- 2 5 8 12 14 17
da 0,3 a 0,6 2 5 8 12 14 17 20
da 0,6 a 1,2 5 8 11 14 17 20 20
da 1,2 a 2,5 8 12 14 16 20 20 20
da 2,5 a 5 11 14 17 20 20 20 20
più di 5 14 17 20 20 20 20 20

Attenuazione delle barriere (dB)

dove: H = altezza della barriera sopra la linea di visione (m)


X = distanza della barriera dalla sorgente (m)
--- = attenuazione trascurabile (pari a 0 dB)
Cap. 3: Il suono negli spazi aperti 3.13

Se una barriera soddisfa i criteri per barriere efficaci, le risultanti ridu-


zioni di livello sonoro (cioè le attenuazioni) possono essere stimate uti-
lizzando la Figura 3.3 e la seguente procedura:

1) Determinare H, l’altezza di quella parte della barriera che su-


pera la linea di visione

2) Determinare X, la distanza tra la sorgente e la barriera

3) Determinare H 2 /X (valore espresso in metri)

4) La riga dei valori che corrispondono a H 2 /X contiene le atte-


nuazioni in dB per bande di ottava fornite dalla barriera

Esempio di barriera

In Appendice B.1 è riportato


un esempio più completo per Ad esempio una barriera alta 2 m e posta a 1,2 m di distanza dalla sor-
una barriera. gente. La sorgente ed il ricevente sono entrambi 1 m sopra la superficie
piana del terreno.

H = 2 m (altezza barriera) −1 m (quota sorgente) = 1 m


X = 1,2 m
H 2 /X = 1 2 /1,2 = 0,83 m

L’attenuazione fornita dalla barriera sarà di 5 dB a 63 Hz, 8 dB a


125 Hz, 11 dB a 250 Hz e così via.

Fogliame

Alberi e piante non costituiscono buone barriere.

• una riduzione massima di 10 dBA può essere raggiunta con spessore


di 60 m folto di alberi a foglie caduche.

In effetti il fogliame su un muro, che normalmente si comporterebbe


come una barriera, diffonde il suono e riduce l'attenuazione, soprattutto
alle alte frequenze. Una barriera stradale sormontata da alberi è fino a
10 dB meno efficace sulle medie ed alte frequenze rispetto alla stessa
barriera priva di alberi.
3.14 Compendio di Acustica di K. Anthony Hoover, ediz. ital. di Giorgio Campolongo

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