FICHTE
Con FICHTE nasce L'IDEALISMO, pensiero filosofico nato in Germania durante il romanticismo , in cui in
evidenza vi è il SOGGETTO e non l'oggetto . L’IDEALISMO è il pensiero di chi ama la libertà. L'unica certezza
SONO IO e non la realtà
L'IDEALISMO di FICHTE e poi di Schelling è TRASCENDENTALE, SOGGETTIVO, ASSOLUTO .
È ASSOLUTO perché L'IO O LO SPIRITO è il principio unico di tutto e fuori da esso non vi è nulla
Per KANT L’IO era finito perché non creava la realtà ma si limitava ad ordinarla secondo le forme a priori,
per L’IDEALISMO L’IO è infinito e creatore di ogni cosa
Secondo fichte ci sono solo due possibili filosofie da seguire: il dogmatismo e idealismo
La filosofia dogmatica è quella che parte dalla realtà, che pensa che la realtà esiste. Che esiste la realtà è una
verità di fede.
L’idealismo parte dal soggetto.
chi ama le cose semplici non sceglierà l’idealismo, chi è pigro, chi non ama la libertà sarà dogmatico. Per
essere filosofi bisogna essere stati educati tali.
Se sei un uomo già fatto non potrai scegliere l’idealismo, il vecchio sceglie il dogmatismo, il giovane sceglie
l’idealismo, è la filosofia di coloro che amano la libertà.
Nella dottrina della scienza espone 3 principi:
- L’Io pone sé stesso
- L’Io oppone a sé stesso un non Io
- L’Io oppone, nell’Io, all’io divisibile un non io divisibile
L’uomo può realizzarsi grazie all’attività pratica, ossia l’uomo può agire per conoscere l’oggetto e quindi sé
stesso. Vi è un primato dell’attività pratica su quella teoretica.
L’idealismo di fichte si definisce un idealismo etico, la scelta dell’idealismo è una scelta morale, inoltre è
morale perché l’agire morale è superiore al conoscere, si conosce per agire.
SCHELLING
Nasce nel 1775
È il più romantico dei tre autori idealisti. Pone due critiche al pensiero di Fichte:
1. Secondo Schelling, Fichte ha assolutizzato il soggetto (l’Io) mentre lui affermava un connubio tra
soggetto e oggetto. (tra uomo e natura).
Per lui l'assoluto non puo coincidere con L'IO di FICHTE perché è soggettivo.
2. In Fichte la natura è nulla (non Io).
In Schelling, spirito e natura sono entrambi contrassegnati dall’intelligenza ma nella natura è
inconsapevole.
Per Schelling L'ASSOLUTO è il principio infinito creatore della realtà. l'ASSOLUTO è L’IDENTITÀ o UNITÀ di
spirito e natura, cioe di soggetto e oggetto. (identità di opposti)
C’è un’affinità fra l’uomo e la natura perché c’è lo stesso divino che c’è nell’uno e nell’altro.
La natura è spirito visibile, lo spirito è natura invisibile
C’è un’odissea dello spirito attorno alla natura fino a diventare consapevole di sé stessa attraverso l’uomo.
Cosa significa che L’IO è limitabile e illimitabile ? È limitabile perché nel suo continuo porsi incontra un limite.
È illimitabile perché continua ad intuire e autoprodursi . La prima attività, quella limitabile, è reale, la
SECONDA, quella illimitabile, è ideale.
ARTE: attraverso l'arte si può cogliere l'assoluto ovvero l'unità tra spirito e natura. L'opera d'arte è frutto di un
momento inconsapevole (ispirazione) e di uno consapevole (elaborazione) ed è lo specchio della natura che è
una creazione allo stesso tempo consapevole ed inconsapevole.
HEGEL
1770-1831
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, seguì corsi di filosofia e teologia dove si legò a Schelling.
Influenze : illuminismo, Kant (Dio è la ragione), Fichte (anche se non lo riconosce), Schelling.
Interesse religioso-politico, mutato in età matura in storico-politico.
Primo scritto filosofico: Differenza fra il sistema filosofico, nel quale l’autore si pronuncia in favore
dell’idealismo di Schelling che, in quanto soggettivo e oggettivo allo stesso tempo, gli appare come il vero e
assoluto idealismo.
La prima grande opera è la Fenomenologia dello spirito (1807), concepita come una Introduzione alla filosofia
ma che in realtà già presenta il suo pensiero filosofico.
Hegel è collegato alla rivoluzione francese e all’impero napoleonico.
Ha un livello di astrazione molto alto ma il suo pensiero ha un forte collegamento con la storia=>
Dal suo pensiero nasce lo stoicismo: nella sua idea non si può conoscere una cosa senza conoscerne la storia.
Giudizi negativi sull’ebraismo, religione della contrapposizione, della lontananza del dio dagli uomini.
Hegel offre un pensiero totalizzante (che tocca tutto, arte, musica, diritto, storia, scienze) che viene
sintetizzato in alcune opere:
1) Enciclopedia delle Scienze filosofiche in compendio
2) Lineamenti di filosofia del diritto
3) Scienza della logica
Una calza rammendata è meglio di una calza lacerata, non vale lo stesso per l’autocoscienza.
Ciò che vale per la vita quotidiana non vale per la filosofia.
Se si vuole dilatare gli scontri non bisogna rammendare.
Ciò che è lacerato è aperto, attraverso la lacerazione per l’ingresso dell’assoluto, la lacerazione permette
l’avvicinamento alla metafisica.
Hegel laicizza ciò che ha studiato teologicamente, parla di passione morte e resurrezione: quando Hegel parla
del negativo lo descrive come il Venerdì Santo dello spirito.
Il modo di procedere di Hegel è contraddittorio, la vita si muove di contraddizioni.
COSCIENZA:
Nella fase della coscienza predomina l’attenzione per l’oggetto.
La coscienza, come ogni figura, si divide in tre momenti:
- certezza sensibile: questa appare a prima vista come certezza più ricca e certa ma in realtà è la più
povera. Essa rende certi solo della cosa singola solo perchè è qui e ora davanti a noi. Ciò implica che la
certezza sensibile non sia la certezza del particolare ma un universale, generico. Questo non dipende
dalla cosa ma dall’io che la considera. Quindi la certezza sensibile è la certezza di un io anch’esso
universale. Quindi oggetto e soggetto sono indifferente;
- Percezione: l’oggetto diventa un insieme di caratteri uniti, stabiliti dal soggetto;
- Intelletto: le leggi di questo oggetto sono in realtà leggi che il soggetto impone all’oggetto.
L’intelletto vede nell’oggetto un semplice fenomeno e dato che questo è solo nella coscienza, la
coscienza ha risolto l’intero oggetto in se stessa ed è diventata coscienza di sé; conoscere l’oggetto
significa conoscere sè stessi=>autocoscienza
AUTOCOSCIENZA
Nella fase dell’autocoscienza predomina l’attenzione per il soggetto, ovvero per l’attività concreta dell’io,
considerato nei suoi rapporti con gli altri.
“L’autocosceinza raggiunge il suo appagamento solo in un’altra autocoscienza”
In quanto appetito o desiderio, l’autocoscienza non può limitarsi a cercare il proprio appagamento negli
oggetti sensibili, ma ha bisogno degli altri.
La vita è caratterizzata sempre dalla mancanza di qualcosa.
La coscienza parte da un sentimento di mancanza che nella sua forma più ingenua si manifesta come appetito
che però è una dimensione esclusivamente animale. Ma c’è un atteggiamento che si dimostra come appetito
anche nei rapporti: il desiderio.
Adamo desidera sé stesso, desidera qualcuno non da possedere, ma qualcuno che lo riconosca.
Ciò che l’autocoscienza desidera non è dominare, ma essere desiderata, desiderio di un desiderio.
Il riconoscimento non può che passare attraverso un momento di lotta e di sfida, ossia attraverso il conflitto
tra le autocoscienze. Tale conflitto non si conclude con la morte delle autocoscienze contendenti ma con il
subordinarsi dell’una all’altra nel rapporto servo-padrone (prima figura della dialettica).
-Il padrone è colui che per affermare la propria indipendenza ha messo a rischio la propria vita fino alla vittoria
-Il servo è colui che ha preferito la perdita dell’indipendenza, cioè la schiavitù, pur di avere salva la vita.
Hegel dice che però il rapporto servo-padrone si invertirà (signore diviene servo del servo e viceversa).
Questo rovesciamento di ruoli avviene attraverso tre momenti:
- Paura della morte: lo schiavo è tale perchè ha avuto paura della morte, ma proprio grazie a questa ha
potuto sperimentare il proprio essere come qualcosa di distinto o di indipendente da quel mondo di
realtà e certezze naturali che prima gli apparivano come qualcosa di fisso e con le quali si identificava.
Tramite questa conquista l’individuo giunge alla proprio autocoscienza.
- Servizio: in generale la coscienza si autodisciplina e impara a vincere i suoi impulsi naturali.
- Lavoro: Il servo, trattenendo il proprio appetito e non usufruendo dell’oggetto, dà luogo a un’opera
che permane e che ha una sua indipendenza o autonomia, la quale rappresenta il riflesso nelle cose
della raggiunta indipendenza o autonomia del servo rispetto agli oggetti.
Il servo lavora per il padrone, ma il padrone ha bisogno del lavoro del servo, senza di esso il padrone non
riesce ad aver un rapporto con la realtà.
Il rapporto del signore con il reale non è completo, non si realizza se non c’è il servo, viceversa il servo non ha
bisogno del padrone, nel lavoro non ha bisogno di altro.
Lavorare vuol dire realizzare qualcosa nella realtà.
Lavorando, il servo mette qualcosa di sé nella realtà. Il padrone gode, consuma quello che qualcun altro ha
fatto, mentre il servo non può consumare.
Il servo ha la possibilità di essere più libero perché si autorealizza, si autodisciplina.
Il riconoscimento del debole sul padrone è meno importante del riconoscimento del padrone sul servo.
Le due autocoscienze hanno lottato, il servo ha avuto paura di morire, ha ceduto.
Hegel si chiede cosa vuol dire avere paura di morire?
Le piante non hanno paura della morte, la coscienza del servo si è sentita tremare e ha preso coscienza di sé,
mentre il padrone non ha provato la paura della morte, quindi non è così tanto angosciato dalla morte, e ha
meno coscienza di sé.
La libertà non è né l’essere servo, né l’essere padrone.
Il risultato della dialettica servo e padrone è il raggiungimento dell’indipendenza dell’io nei confronti delle
cose.
Stoicismo e scetticismo
Lo stoico è colui che persegue l’indifferenza nei confronti della realtà.
Lo stoico ha una posizione astratta, la libertà dello stoico è astratta.
Anima bella: per Hegel è quella che non vuole sporcarsi, atteggiamento vile e ipocrita.
Vive con l’ansia di sporcarsi la gloria dell’interno. Non manca di giudicare chi agisce (coscienza vile)
Lo scettico (seconda figura) rifiuta qualsiasi realtà, la verità non esiste.
La libertà dello scettico diventa una posizione negativa.
Ogni verità va messa in discussione, non c’è nessuna verità davanti a cui inchinarsi. Hegel dice di non fermarsi
in questa posizione.
Di per sé la posizione scettica è contraddizione, poiché già questa è una verità=>errore logico.
Il rifiuto totale non può essere pronunciato, perché appena si parla si attribuisce il peso di una verità.
Lo scetticismo di hegel è infinitamente transitorio.
Consapevolezza da parte dello scettico dei limiti umani. Per Hegel la posizione dello scettico è molto simile a
quella dell’uomo religioso, poiché l’uomo riconosce il proprio limite di fronte alla grandezza di Dio.
COSCIENZA INFELICE
La coscienza infelice è quella che non sa di essere tutta la realtà e che perciò si trova scissa in differenze e
opposizioni.
La scissione, presente nello scetticismo, tra una coscienza immutabile e una mutevole diviene esplicita nella
figura della coscienza infelice e assume la forma di una separazione radicale tra l’uomo e Dio.
La coscienza è infelice poiché è caratterizzata da un forte desiderio dell’assoluto. Riconosce il divino che è là,
lontano.
La verità/perfezione è raggiungibile? No
EBRAISMO
Negli ebrei l’alterità è fortissima, non scrivono, ne citano Dio talmente è alto il suo nome.
Dio è l’altro per eccellenza, hegel non apprezzava l’ebraismo, e parla dell’ebraismo come manifestazione della
coscienza infelice.
CRISTIANESIMO MEDIEVALE
Anche qui, la posizione del cristianesimo medievale è emblema della coscienza infelice.
Cercano il santo sepolcro e trovano il sepolcro è vuoto, cercano un assoluto che se fosse trovato non sarebbe
divino, quindi non viene trovato.
La seconda parte della Fenomenologia comprende tre sezioni (spirito, religione e sapere assoluto) che
anticipano il contenuto della filosofia dello spirito.
Hegel con “spirito” intende l’individuo nei suoi rapporti con la comunità sociale di cui è parte. La sezione dello
spirito comprende tre tappe:
-eticità, lo spirito vero: fusione armonica tra l’individuo e la comunità, il singolo appare profondamente
immerso nella vita del proprio popolo.
-cultura, lo spirito che si è reso estraneo a sè: frattura tra l’io e la società;
-moralità, lo spirito certo di se stesso: riconquista dell’eticità e armonia tra individuo e comunità.
Lo spirito dopo aver attraversato le figure imperfette della “moralità astratta”, dell’anima bella romantica
(che non vuole sporcarsi nella realtà) e della filosofia della fede, si riconosce nella sostanza etica dello Stato.
Con la filosofia e la religione l’individuo acquista la piena, totale ed esplicita coscienza di sè come spirito.
Feuerbach
prima posizione di ateismo filosofico.
Sinistra Hegeliana.
Ateismo:
Sostiene che non è Dio che ha creato l’uomo ma è l’uomo che ha creato Dio.
Dio è la perfezione a cui l’uomo aspira. Dio è “l’ottativo (il desiderio) dell’uomo divenuto troppo presente”
Storia delle religioni
Il vero Dio non è quello che abbiamo identificato come tale ma è l’uomo.
Secondo un cammino dialettico: l’uomo si alliena (allienazione religiosa=>momento dell’antitesi, ci si nega e
sembra scomparire il momento iniziale per andare al terzo momento). Proietta fuori di sè le senzazioni e qui
deve subentrare il terzo momento, si riappropria.
L’ateismo è un dovere morale, riconosciamo che il vero Dio è l’umanità.
Materialismo:
È tutto corretto quello che dice Hegel ma ha capovolto le priorità. Non è l’infinito all’origine di tutto e il finito
solo un’astrazione dell’infinito. È la materia il fondamento di tutto, da cui derivano gli aspetti spirituali.
Capovolgimento: essere materiale produce lo spirito (l’uomo è ciò che mangia)
All’origine di tutto ci sta l’uomo, materialmente.
Se vuoi cambiare la mentalità di un popolo cambiagli l’alimentazione.
Il suo materialismo è primitivo: la materia intesa per lui come sangue e carne produce lo spirito.
Marx
Tanto feuerbach quanto Marx sono due materialisti. Siamo usciti dall’idealismo di Hegel e siamo arrivati ad
una concezione della realtà che insiste sull’elemento materiale. Marx e feuerbach sono molto diversi.
Marx anche se assume i concetti di ateismo e materialismo di feuerbach ma hanno due modalità di intendere
questi termini diverse.
Testo classroom:
marx dice che il difetto di ogni materialismo fino a lui (compreso feuerbach) è che l’oggetto, la realtà, la
sensibilità (3 sinonimi per marx) vengono concepiti solo sotto forma di oggetto, di cosa; ma c’è anche la
attività sensibile, l’attività umana, prassi.
Marx non parla mai di cose ma di prodotti=> qualcosa che è stato prodotto.
Secondo Marx ha ragione l’idealismo che dice che non esiste una realtà già fatta, la realtà è un prodotto della
realtà dell’uomo.
Idealisti dicono che tutto è frutto dell’azione, agire prima di essere. Nell’idealismo l’azione non è sensibile,
materiale.
Feuerbach, dice Marx, vuole oggetti sensibili realmente distinti dagli oggetti del pensiero=>non concepisce
l’attività umana stessa come oggettiva.
Marx sostiene l’attività “rivoluzionaria”, “pratico-critica”.
È l’azione che produce le cose, non basta il pensiero (dell’idealismo)
In marx conferisce l’idealismo e il materialismo. Materialismo più raffinato di feuerbach.
In Marx l’azione è il lavoro=>La misura del valore (cit di Locke: valore di scambio, la quantità di lavoro
necessario per produrre un bene)
Il valore delle cose dipende dal lavoro che c’è dietro.
Se non si arriva a questo Marx dice che la posizione rimane teoretica.
Non serve parlare di teologia, bisogna combattere il mondo che trova rifugio in Dio.
Teorie sono sovrastrutture, bisogna cambiare la struttura.
LA STRUTTURA DETERMINA LA SOVRASTRUTTURA
Struttura: rapporti socio-economici
Sovrastruttura: IDEOLOGIA, teologia, cultura
Idee sono un’emanazione diretta della base materiale, condizione socio-economica. Per cambiare un pensiero
si deve cambiare la situazione sociale alla base
Marx non vuole reinterpretare, vuole cambiare.
XI teoria della tesi su Feuerbach: i filosofi devono trasformarlo, non reinterpretarlo (chiedi
appunti/classroom)
Religione è una forma di alienazione, perchè l’uomo ha bisogno? Perchè è scontento di questo mondo
La soluzione è combattere questo mondo, non cercarne un altro
Marx definisce la religione l’oppio dei popoli
II tesi su Feuerbach:
Per Marx la questione del materialismo non è la centralità delle cose che si toccano, ma è un’azione pratica
Spostamento dal piano del pensiero alla prassi
Nella prassi l’uomo deve provare la realtà. Il luogo dove si vede se una cosa è vera è la prassi.
Andiamo a vedere il luogo dove si produce e vediamo se è vero.
Alienazione: chiara origine Hegeliana
Feuerbach parlava di alienazione religiosa=>Marx critica perchè questa non è che la manifestazione, la
sovrastruttura di un’alienazione molto più importante nel mondo materiale, l’alienazione del lavoro.
Parto da un fatto attuale: non parte da una teoria, non parte da ciò che dovrebbe essere ma da un fatto che
c’è, reale (concreto).
L’operaio diventa una merce tanto più a buon mercato tanto più lavora crea delle merci.
L’operaio di Marx è Il proletario, che non ha altro se non i figli e la propria capacità di lavorare.
1: All’operaio è sottratto il prodotto del suo lavoro (L’oggetto)=> quello che fa non è suo.
Oggettivazione del lavoro (il prodotto del lavoro che si è fatto oggetto) appare come un annullamento
dell’operaio. L’oggettivazione appare come perdita dell’oggetto e l’appropriazione come alienazione,
esproprazione.
2: L’uomo è alienato nel momento in cui lavora, nell’atto della produzione, dentro la stessa attività
producente.
Il lavoro è costrittivo, non è la soddisfazione di un bisogno ma è il mezzo per soddisfare il bisogno di altri.
Il bestiale diventa umano e l’umano diventa bestiale
L’uomo dovrebbe sentirsi sè stesso nel momento in cui lavora.
L’uomo (che equivale a lavoratore in Marx) si sente libero nelle sue funzioni bestiali.
L’assurdo è quest: l’uomo si sente sè stesso nelle sue funzioni bestiali, nelle sua attività propria si sente una
bestia.
3: All’uomo è sottratta l’umanità, la capacità di umanizzazione della natura che lo rende uomo.
Nel lavoro l’uomo mette qualcosa che riguarda l’essere umano, l’uomo rende più umano il mondo.
L’uomo vede sè stesso nel mondo fatto da lui
4: L’uomo è alienato anche nelle relazioni umane
La proprietà privata è dunque il prodotto, il risultato, la necessaria conseguenza del lavoro espropriato
Non è come diceva il liberalismo un diritto naturale
Proprietà privata nasce quando si sottrae il lavoro a qualcuno
Collettivazione dei mezzi di produzioni è necessaria
Non ci sarà più bisogno di cercare il paradiso, non ci sarà più l’alienazione.
D m d’=> d’ deriva dal plus valore, operaio lavora più del suo salario=>operaio è una merce.
Capitalista compra la forza lavoro come una merce. Il ricavo dal plus valore lo investe in macchine e altra forza
lavoro. Macchine velocizzano in tempi e quindi aumentano il plus valore.
Saggio di profitto: plus valore/capitale costante+capitale variabile
Il ricavo derica dal plus valore, per capire quando ha guadagnato quindi deve considerare quanto ha
investito in macchine e forza lavoro.
Più si investe nel capitale costante(macchine) più diminuisce il plus valore=>caduta tendenziale del saggio di
profitto
Capitale costante: investimento nelle macchine
Capitale variabile: operai
Più si meccanizza la produzione, più dimuisce il plus valore=>di conseguenza cadrà il profitto.
Caduta tendenziale del saggio di profitto e Crisi ciclica di sovrapproduzione porteranno alla caduta del
capitalismo.
Schopenhauer
Oppositore di Hegel, poi ci sarà Kirkegor il secondo
Fa le lezioni in contemporanea ad Hegel, non avrà successo.
“Il mondo come volontà e rappresentazione”
Prima edizione non ebbe nessun successo.
Questa mancanza di ricezione che ebbe nella prima metà della sua vita cambio nel secondo 800’
quando iniziò ad essere ascoltato.
Influenze importanti: Platone (mito della caverna), Kant, Filosofie orientali (indiana, buddismo).
Critica all’ottimismo di Hegel a cui Schopenauer oppone uno delle estreme posizioni di pessimismo.
Hegel è ottimista perchè il reale è razionale, reatà dinamica che ha il destino di diventare vera.
Schopenauer dice che è del tutto falsa e che l’esperienza smentisce.
Critica ad Hegel di aver affermato il falso solo per giustificare il presente e la situazione politica
presente. “Sicario della verità”=>per compenso.
Schopenauer e Leopardi
Testo su classroom:
Buddha (più filosofia che religione), Platone e Kant.
La vita è la grande parodia della volontà,
Critica a Hegel=>Il ciarlatano della metafisica aveva avuto come complici interessati i ciarlatani della
politica.
“No, non con l’umanità , ma con la vita. Sono un pessimista, io, non un misantropo; al contrario,
ho votato tutto il mio odio all’ottimismo perché disonora e innervosisce l’uomo, persuadendolo che
non esista un male contro cui lottare, che tutto può essere giustificato, legittimo, necessario, tutto
tranne lo sforzo, che è inizio della virtù , e il sacrificio, che la consacra.”
L’uomo è mediocre
Per Hegel, tutto può essere giustificato
La vità è il male
Pessimismo metafisico: non deriva da una situazione, è la vita in quanto tale che è male, dolore
(forte influenza buddista)
La vità è il velo che nasconde l’essere.
Aristotele scrisse: “La natura non è divina, è demoniaca”. Il che noi lo potremmo tradurre così:
“L’inferno è qui, sulla terra”.
Meditazione sui chiodi<=Fachiri e asceti sono persone che hanno cercato di distaccarsi dalla vita:
mortificazione=>dal latino, sembianza di morte, morte anticipata
Ebbene, io sono più maturo o più scettico di Lei, e dichiaro formalmente che il nostro mondo è il
peggiore dei mondi possibili.
Tutto è mosso dalla preoccupazione di vivere, l’istinto di sopravvivere.
A scuola:
La realtà passa attraverso il filtro del soggetto. Mediazione del soggetto
Per Kant il fenomeno è la realtà così come appare ma è una realtà universale che tutti i soggetti
condividono (sul fenomeno si può fondare la fisica).
Per Shopenauer FENOMENO E’ APPARENZA ILLUSORIA.
Apparenza per Schopenauer è illusoria, dimensione dello spazio tempo e causalità è un nostro modo
di vedere.
Non conosciamo la realtà perché passiamo sempre attraverso il filtro delle forme a priori.
Pessimismo metafisico, la vita è così, non solo quella dell’uomo (più pessimista di Leopardi). Forma
di pessimismo più profondo.
T2 (PAG 27)
Desiderare una cosa è possibile in quanto questa non si ha, presuppone una mancanza espesso una sofferenza
Desiderio – mancanza – dolore
Cosa succede quando si raggiunge qualcosa che si desidera
Ma la volontà vuole solo desiderare
Al raggiugnimento della cosa desiderato subentra la noia a cui subentra un altro desiderio.
La vita dell’uomo è come un pendolo che oscilla tra dolore e noia con brevissimi istanti di piacere.
Piacere inteso come assenza di dolore.
Innamoramento è la più grande illusione, dietro l’innamoramento c’è questa volontà che vuole solo
perpetuarsi per continuare a vivere.
Cit pag 11
Il nostro non è un desiderio dell’infinito, è un infinito desiderare. (logica del consumismo)
Errore non conosciuto
All’illusione segue la delusione
Essere vittime dei desideri porta al dolore