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IDEALISMO

Posizione filosofica che elimina il noumeno (=>la cosa in sé).


Kant dice che il noumeno è pensabile (esiste) me non conoscibile.
Se ogni cosa è una rappresentazione (fenomeno) come è possibile che esista una cosa in sè, non pensata e
non pensabile?
Se per Kant l’io è qualcosa di finito, che non crea la realtà ma si limita ad ordinare cose già esistenti, Fichte
abolisce il presupposto contradditorio della cosa in sé, cioè di una realtà estranea all’io e definisce l’Io come
entità creatrice e infinita, fonte di tutto ciò che esiste=>idealismo tedesco
Nel momento in cui penso la cosa in sé, diventa parte di me, il pensiero è intrascendibile.
Tutto fa parte del soggetto. Parlare di una cosa in sé è contraddittorio
Svolta rispetto a Kant, che aveva elaborato una filosofia del finito, mirata a delineare i limiti della ragione
umana.
L’idealismo invece abbraccia l’infinito e l’assoluto.

FICHTE
Con FICHTE nasce L'IDEALISMO, pensiero filosofico nato in Germania durante il romanticismo , in cui in
evidenza vi è il SOGGETTO e non l'oggetto . L’IDEALISMO è il pensiero di chi ama la libertà. L'unica certezza
SONO IO e non la realtà
L'IDEALISMO di FICHTE e poi di Schelling è TRASCENDENTALE, SOGGETTIVO, ASSOLUTO .
È ASSOLUTO perché L'IO O LO SPIRITO è il principio unico di tutto e fuori da esso non vi è nulla
Per KANT L’IO era finito perché non creava la realtà ma si limitava ad ordinarla secondo le forme a priori,
per L’IDEALISMO L’IO è infinito e creatore di ogni cosa

Per L'IDEALISMO tedesco TUTTO È SPIRITO.


Per SPIRITO si intende LA REALTÀ UMANA che CONOSCE che AGISCE e che CREA IN libertà.
Lo SPIRITO è la tesi che ha bisogno della sua antitesi . L’antitesi dello spirito è la NATURA . LA NATURA quindi
non è una realtà a se stante ma esiste solo perché è necessaria alla vita dello spirito ( secondo il principio della
dialettica)

Secondo fichte ci sono solo due possibili filosofie da seguire: il dogmatismo e idealismo
La filosofia dogmatica è quella che parte dalla realtà, che pensa che la realtà esiste. Che esiste la realtà è una
verità di fede.
L’idealismo parte dal soggetto.
chi ama le cose semplici non sceglierà l’idealismo, chi è pigro, chi non ama la libertà sarà dogmatico. Per
essere filosofi bisogna essere stati educati tali.
Se sei un uomo già fatto non potrai scegliere l’idealismo, il vecchio sceglie il dogmatismo, il giovane sceglie
l’idealismo, è la filosofia di coloro che amano la libertà.
Nella dottrina della scienza espone 3 principi:
- L’Io pone sé stesso
- L’Io oppone a sé stesso un non Io
- L’Io oppone, nell’Io, all’io divisibile un non io divisibile

L’Io pone sè stesso:


vuole contraddire parte della filosofia precedente dicendo che all’origine non c’è un essere, ma c’è un agire.
Nessuno è un pianista, ciascuno prima studia e poi lo diventa: l’essere deriva dall’agire
Secondo fichte non c’è il principio di identità di Aristotele, all’inizio non c’è l’io, ma l’azione dell’io, e tanto più
agisce, tanto più è.
L’io tanto più agisce tanto più è (secondo postulato di Kant).
L’Io di cui parla Fichte è l’umanità.
L’umanità, la razionalità umana procede in avanti nella misura in cui l’uomo agisce, l’essere libero è un
cammino infinito.
L’Io di fichte non è legislatore, è creatore, tutto avviene all’interno dell’Io
Fichte associa la perfezione a una semiretta, quindi all’infinito.
L’oggetto presuppone la coscienza, la coscienza presuppone l’autocoscienza.

L’Io oppone a sé stesso un non Io


Principio che la filosofia antica aveva sempre affermato: l’azione presuppone sempre una resistenza, si
costruisce come il succedersi di un limite e il superamento di esso; l’Io deve avere un limite da superare per
diventare più perfetto.
Per non io si può associare la natura, tutto ciò che non è io. Ma il non io è necessario, se non metto l’ostacolo.
Polemos è il padre di tutte le cose. Suddivisione dei contrari, è una dottrina filosofica che arriva dai tempi più
antichi. Il vero soggetto è l’egoità.
L’Io oppone, nell’Io, all’io divisibile un non io divisibile
Si tratta di una maggior specificazione di come avvenga la contrapposizione fra io e non io, non vanno pensate
come due realtà che si oppongono in modo granitico.
Avviene come singoli soggetti che pongono e trovano di fronte a sé un oggetto che gli si oppone.
I singoli io pongono e trovano di fronte a sé dei non io che gli consentono di agire, non c’è quindi in realtà io e
non io, ma solo io e non io divisibile (specificato).
L’Io è la ragione di cui tutti noi siamo un’espressione, siamo degli io finiti in cui si esprime l’Io. Non c’è l’Io, ma
solo espressioni di esso.
Idealismo perché tutto parte dal pensiero

Io sono in tutto una mia creazione (sono quello che voglio)


Questo è l’unico modo di pensare che dà dignità all’uomo.
Vi è l’idea di un soggetto che domina la natura, infatti Fichte identifica con la natura sia la natura come flora e
fauna, ma sia come natura interna, come l’istinto, quando si dice dominio nei confronti della natura si intende
il dominio verso sé stesso.

Attraverso il rapporto io e non io fichte spiega l’attività pratica e teoretica.


L’attività teoretica spiega che l’io limita il non io, in quella pratica l’io supera il non io.
Teoretica, pensare, significa trovare un oggetto, (ob-jectus).
Quando l’uomo incontra la realtà pensa che la realtà esista indipendentemente da lui, ciò viene chiamato da
kant “immaginazione produttiva”, essa è un’immaginazione inconscia, allora l’attività teoretica, ossia la
conoscenza, indica il percorso che l’io deve percorrere per riconoscere che ciò che è fuori di lui in realtà è
parte di lui, quindi conoscere l’oggetto significa conoscere sé stesso. La coscienza di altro significa conoscere
sé, perciò l’attività teoretica contribuisce a conoscere sé stessi
La conoscenza non è uno stato passivo, la realtà non è indipendente da me.
Io non ho fame per il cibo che ho accanto, ma il cibo diventa tale per me, per la fame che ho.

L’uomo può realizzarsi grazie all’attività pratica, ossia l’uomo può agire per conoscere l’oggetto e quindi sé
stesso. Vi è un primato dell’attività pratica su quella teoretica.
L’idealismo di fichte si definisce un idealismo etico, la scelta dell’idealismo è una scelta morale, inoltre è
morale perché l’agire morale è superiore al conoscere, si conosce per agire.
SCHELLING
Nasce nel 1775
È il più romantico dei tre autori idealisti. Pone due critiche al pensiero di Fichte:
1. Secondo Schelling, Fichte ha assolutizzato il soggetto (l’Io) mentre lui affermava un connubio tra
soggetto e oggetto. (tra uomo e natura).
Per lui l'assoluto non puo coincidere con L'IO di FICHTE perché è soggettivo.
2. In Fichte la natura è nulla (non Io).
In Schelling, spirito e natura sono entrambi contrassegnati dall’intelligenza ma nella natura è
inconsapevole.
Per Schelling L'ASSOLUTO è il principio infinito creatore della realtà. l'ASSOLUTO è L’IDENTITÀ o UNITÀ di
spirito e natura, cioe di soggetto e oggetto. (identità di opposti)
C’è un’affinità fra l’uomo e la natura perché c’è lo stesso divino che c’è nell’uno e nell’altro.
La natura è spirito visibile, lo spirito è natura invisibile
C’è un’odissea dello spirito attorno alla natura fino a diventare consapevole di sé stessa attraverso l’uomo.

La FILOSOFIA è la scienza dell'ASSOLUTO e si divide in:


1) Filosofia della natura
2) Filosofia dello spirito

FILOSOFIA DELLA NATURA


Schelling rifiuta i modelli tradizionali della natura ovvero quello meccanicistico / scientifico, e quello teologico.
Così trova la sua “ terza via “ che sta tra le due
L’idea della natura di Schelling si basa su:
1) Organicismo: ogni parte ha senso se messa in relazione con le altre parti
2) FINALISMO immanentistico : la finalità della natura non deriva da un intervento esterno ma è interna alla natura stessa
Il suo modello di NATURA , la sua terza via è UNA ENTITÀ SPIRITUALE INCONSCIA, un ORGANISMO e non una
macchina che organizza se stesso. La definisce ANIMA DEL MONDO.
LA NATURA è definita come LA PREISTORIA DELLO SPIRITO perché è uno spirito dormiente nelle cose che è
destinato a svegliarsi grazie all'uomo.

FILOSOFIA TRASCENDENTALE o dello SPIRITO


È il sapere opposto ma complementare alla filosofia della natura. Parte dal soggetto e dall'idea per far uscire
l'oggetto e il reale .
La filosofia dello spirito ha come principio l'autocoscienza ovvero la coscienza di sé stessi
L'autocoscienza permette all’io di avere una intuizione intellettuale per conoscere se stesso e allo stesso
tempo costruire se stesso

Cosa significa che L’IO è limitabile e illimitabile ? È limitabile perché nel suo continuo porsi incontra un limite.
È illimitabile perché continua ad intuire e autoprodursi . La prima attività, quella limitabile, è reale, la
SECONDA, quella illimitabile, è ideale.

ARTE: attraverso l'arte si può cogliere l'assoluto ovvero l'unità tra spirito e natura. L'opera d'arte è frutto di un
momento inconsapevole (ispirazione) e di uno consapevole (elaborazione) ed è lo specchio della natura che è
una creazione allo stesso tempo consapevole ed inconsapevole.
HEGEL
1770-1831
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, seguì corsi di filosofia e teologia dove si legò a Schelling.
Influenze : illuminismo, Kant (Dio è la ragione), Fichte (anche se non lo riconosce), Schelling.
Interesse religioso-politico, mutato in età matura in storico-politico.
Primo scritto filosofico: Differenza fra il sistema filosofico, nel quale l’autore si pronuncia in favore
dell’idealismo di Schelling che, in quanto soggettivo e oggettivo allo stesso tempo, gli appare come il vero e
assoluto idealismo.
La prima grande opera è la Fenomenologia dello spirito (1807), concepita come una Introduzione alla filosofia
ma che in realtà già presenta il suo pensiero filosofico.
Hegel è collegato alla rivoluzione francese e all’impero napoleonico.
Ha un livello di astrazione molto alto ma il suo pensiero ha un forte collegamento con la storia=>
Dal suo pensiero nasce lo stoicismo: nella sua idea non si può conoscere una cosa senza conoscerne la storia.
Giudizi negativi sull’ebraismo, religione della contrapposizione, della lontananza del dio dagli uomini.
Hegel offre un pensiero totalizzante (che tocca tutto, arte, musica, diritto, storia, scienze) che viene
sintetizzato in alcune opere:
1) Enciclopedia delle Scienze filosofiche in compendio
2) Lineamenti di filosofia del diritto
3) Scienza della logica

FILOSOFIA DELLA EREDITA’


La filosofia di Hegel è definibile filosofia dell’eredità:
1) Illuminismo;
2) C'è eredità kantiana nell’identificazione di Dio come ragione;
3) Influenza romantica dell’uomo nei confronti del mondo (titanismo prometeico) ( Il titano Prometeo
sottrasse con un gesto eroico il fuoco a Zeus per donarlo agli uomini);
4) Lessing che riteneva filosofia il compimento della religione;
5) Deve molto a Fichte ma non lo riconoscerà mai.

CAPISALDI DEL PENSIERO DI HEGEL


1) La realtà è uno spirito infinito e diveniente
Alla luce di ciò che hanno detto Kant e Fichte, non bisogna pensare alla realtà come una sostanza o un oggetto
ma come soggetto, l’assoluto è uno spirito, l’ossatura della materia. Inoltre è uno spirito infinito;
L'infinito è concreto (serie di legami, da concreare), il finito è astratto (un dettagio tratto fuori dalla totalità).
Il finito è astratto, non esiste perché è l'espressione parziale dell'infinito. Il finito esiste nell’infinito.
In Hegel si parla di MONISMO PANTEISTICO perché il mondo finito è la manifestazione di Dio cioè l'infinito.
2) Il VERO è L'INTERO e si muove se è statico non è vero=> la strada è parte della meta.
3) TUTTO CIO’ CHE E’ RAZIONALE E’ REALE E CIO’ CHE E’ REALE E’ RAZIONALE
Ciò che è razionale è reale, infatti la ragione governa il mondo e lo costituisce;
Ciò che è reale è razionale perché la realtà non è caotica ma razionale.
Realtà e ragione quindi sono un’IDENTITÀ ( PANLOGISMO)
Hegel ritiene che il compito della filosofia consista nel prendere atto della realtà e nel comprendere le
strutture razionali che la costituiscono.
Accusa di giustificazionismo: se ciò che è reale è razionale allora tutto ciò che c’è è così come deve essere,
cioè è parte di quell’intero di cui si parlava: anche l’errore, l’ostacolo è funzionale allo sviluppo. Non esisterà
mai una conclusione. Giustifica anche le cose sbagliate, il negativo.
(giustificazionismo: atteggiamento generale di Hegel di fronte alla realtà e in particolare la sua dottrina della
filosofia come giustificazione della necessità (ciò che è reale è in sè necessario) e razionalità del mondo)
La razionalità raccoglie l’eredità del passato, inaugurerà qualcosa di nuovo.
Allora vi sarà sempre un infinito, qualcosa che va sempre avanti, Hegel dice che nessun traguardo è definitivo.
Il traguardo guadagnato non è una conclusione, ma un nuovo inizio. Quello che c’è è l’esito di una storia di
qualcosa che è stato, ma è l’inizio di un nuovo percorso.
Già e non ancora.
Hegel dice che l’infinito di fichte è un cattivo infinito, perché non è assoluto. Fichte non vuole raggiungere
l’infinito, in lui c’è un finito che tende all’infinito; se si giungesse all’infinito si smetterebbe di agire.
Hegel sostiene questa critica dicendo che in fichte l’essere e il dover essere non coincidono mai.
Il dinamismo di Hegel è diverso, la verità (l’infinito) c’è già, c’è una verità astratta, reale, il primo momento è
già e non ancora.
L’assoluto è l'infinito, il soggetto, l'idea, lo spirito, Dio. Non è UNA SOSTANZA STATICA ma in DIVENIRE che
produce se stesso ( dinamismo) (Fichte agire-essere)
-Essere e dover essere coincidono, ciò che c’è è così come deve essere anche se verrà smentito un attimo
dopo.

DIALETTICA (legge del pensiero e della realtà)


tre momenti :
1) Momento astratto o intellettivo ( tesi) A affermazione
2) Momento propriamente dialettico o negativamente razionale ( antitesi) -A negazione
3) Momento speculativo o positivamente razionale (sintesi) –(-A)
Il positivo viene riaffermato in modo potenziato grazie alla negazione della negazione . È più vero di A, più
ricco vince la contraddizione, non si fa fermare dagli ostacoli. La contraddizione viene guardata in faccia e
superata . Per giungere alla verità servono tempo è pazienza, i problemi e le contraddizioni non vanno
censurati . Come dicevamo VERITÀ è L'INTERO compresa la contraddizione
Esperienza della contraddizione e superamento. Andatura della verità è per contraddizione.
Non si può definire andamento ciclico perchè una volta arrivati alla sintesi, questa diventerà una nuova tesi.
Il primo momento è quello del principio di identità: A uguale ad A.
Il secondo momento contesta il principio di non contraddizione: A non è solo A, ma è anche NON A.
Hegel focalizza la riaffermazione con il termine Aufhebung: significa togliere e conservare. Toglie la
contraddizione ma allo stesso tempo la conserva quindi rende il terzo momento più ricco del primo.

-Hegel propone la seguente triade dialettica: innocenza, vizio, virtù.


Innocenza: bambino ingenuamente buono, perché così naturalmente, ingenuamente buono, è una posizione
ingenua, immediata, iniziale, inconsapevole.
Il bambino cresce e conosce il male, si scontra con il negativo, lo supera, e quindi ecco la virtù, tra innocenza e
virtù vi è una differenza: il passaggio travagliato per la contraddizione.
Il terzo momento invera (diventa più vero) il primo momento, perché porta con sé il superamento del
negativo.
Una relazione fra due persone: si va d’amore e d’accordo, poi c’è una crisi, una rottura, una spaccatura, se
superata questo rapporto diventa più vero.
Una posizione che accetta di guardare in faccia la posizione dell’altro è più matura.
Per Hegel il momento della contraddizione è l’adolescenza, molte cose entrano in crisi, ma viene riconfermata
o cambiata la prima posizione attraverso la crisi, la contraddizione.
La storia è storia di contraddizioni, di scontri, Marx riprende tale pensiero e lo sposta sull’economia.
Hegel ritiene Eraclito il padre, vuole solo mettere delle note a margine del pensiero di eraclito.
Contrasta il pensiero dei romantici perché nulla succede in modo immediato, per giungere alla verità occorre
la fatica del concetto, ci vuole tempo e razionalità, non ci sipuò far trasportare dalle sensazioni.

Una calza rammendata è meglio di una calza lacerata, non vale lo stesso per l’autocoscienza.
Ciò che vale per la vita quotidiana non vale per la filosofia.
Se si vuole dilatare gli scontri non bisogna rammendare.
Ciò che è lacerato è aperto, attraverso la lacerazione per l’ingresso dell’assoluto, la lacerazione permette
l’avvicinamento alla metafisica.

Hegel laicizza ciò che ha studiato teologicamente, parla di passione morte e resurrezione: quando Hegel parla
del negativo lo descrive come il Venerdì Santo dello spirito.
Il modo di procedere di Hegel è contraddittorio, la vita si muove di contraddizioni.

Critiche di Hegel ai pensatori


ILLUMINISMO: Da un lato Hegel apprezza la centralità della ragione, ma ritiene che la facoltà di cui parlano gli
illuministi sia l’intelletto, esprime solo le esigenze degli individui. Ciò non offrirebbe una visione globale del
tutto, ci si ferma quindi ad un primo momento senza osservare la totalità.
ROMANTICISMO: rimprovera la pretesa della immediatezza: i romantici pretendono di giungere all’infinito
immediatamente senza la “fatica del processo”, mentre il percorso verso l’infinito è essenziale. Non si può
arrivare all’infinito con lo slancio del sentimento.
La parola mediazione ha in hegel un ruolo positivo, è essa che invera.
Critica a Kant: Hegel critica la sua filosofia del finito e il suo ideale secondo cui l’essere non si adegua mai al
dover essere (le idee della ragione sono meri ideali), la realtà alla razionalità, secondo Hegel questa
adeguazione è necessaria.
A Kant inoltre Hegel rimprovera la pretesa di voler indagare la facoltà del conoscere prima di procedere a
conoscere, per Hegel la strada è fondamentale.
Critica a Fichte: Accusa il soggettivismo di Fichte di non riuscire ad assimilare adeguatamente l’oggetto,
ovvero il ridurlo a semplice ostacolo esterno dell’io, con il rischio di un nuovo dualismo, di tipo kantiano tra
spirito e natura, libertà e necessità.
Inoltre accusa Fichte di aver ridotto l’infinito a semplice metà ideale del finito=falso infinito o infinito
negativo.
Critica a Schelling: in schelling c’è una fase che si chiama filosofia dell’identità secondo cui l’assoluto è
un’identità di opposti. Nell’assoluto gli opposti coincidono.
Ingenuità di una conoscienza fatua. Solo gli ingenui possono pensare che nell’assoluto tutto sia uguale, come
se la totalità(assoluto) fosse come la notte in cui le vacche sono tutte nere.
Hegel sta criticando la posizione che cerca di appiattire le differenze, l’assoluto non è un tutto indifferenziato.

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO


Concepita come un’introduzione al sistema, benché l’introduzione sia già filosofia.
Storia dell’esperienza della coscienza: la coscienza si scopre assoluto, dalla coscienza all’assoluto.
In realtà la coscienza era già assoluto ma non sapeva di esserlo, dopo il viaggio ne diventa consapevole.
La verità è l’intero percorso, non un risultato ma la strada che vi ci ha portato (IL VERO E’ L’INTERO).
La fenomenologia è un romanzo di formazione, odissea della coscienza, maturazione tramite esperienza.
La spirale: Ulisse parte da Itaca e torna a casa, ma non è lo stesso, ritorna a sé ma a sé con tutta l’esperienza.
L’uomo, raggiunto un traguardo, tende a fermarsi, il ruolo del negativo è importante perchè costringe ad
andare avanti. Per tornare a casa Ulisse deve lasciarla.
Da Hegel partirà una nuova filosofia detta storicismo.
Questo romanzo racconta la storia dell’umanità.
Studiando la filosofia antica studio la storia dell’umanità. Ma perché bisogna studiare la storia della filosofia?
La storia dell’umanità viene poi ricondotta alla storia dell’individuo.
Io sono il figlio della tradizione, non potrò capire me stesso se non ripercorrendo le tappe della storia. Non si
arriva mai alla verità direttamente, ma attraverso il percorso, attraverso la storia.
Le tappe della formazione vengono presentate come figure ideali.
È un cammino dialettico.
La meta finale è adesso, perché il reale è razionale, quindi l’adesso è l’inveramento di tutto ciò che è stato.
Valerio Verra: qual è lo scopo? Che “Adamo giunga a riconoscere che Eva è carne della sua carne”
Eva è stata creata dalla costola di Adamo, egli deve riconoscere che eva è carne della sua carne. Adamo non
trova la giusta compagnia nella natura, quindi dio crea eva dalla sua costola, ma eva è creata mentre adamo
dorme, quindi NON mentre era cosciente, egli non sa che eva è carne della sua carne. L’amore è quando
l’uomo e la donna sono uno solo, un solo spirito. L’amore però deve essere sottoposto ad alterità che non
deve essere coperta ma superata. Non c’è luce senza buio.
Fichte ha un cattivo infinito perché lo sposta sempre più in là, mentre in hegel l’infinito c’è fin da subito, ma è
un infinito astratto.
Per Hegel c’è una fine ma è provvisoria, la metà è adesso (GIA’ E NON ANCORA)
Talete aveva ragione, ma ora lo giudichiamo in base alla nuova esperienza
Etimologia
Fenomenologia=> fenomeno: apparizioni=>in Hegel sono le figure
Manifestazioni storiche con cui si è mostrato lo spirito
Queste figure sono 6:
- coscienza
- autocoscienza
- ragione
- spirito
- religione
- sapere assoluto
Storia romanzata della coscienza che attraverso errori, contrasti, scissioni e quindi infelicità e dolore, esce
dalla sua individualità, raggiunge l’universalità e si riconosce come ragione che è realtà e realtà che è ragione.
La struttura interna dell’opera è divisa in due parti:
1) Formazione della coscienza singola (Coscienza, Autocoscienza, Ragione);
2) Manifestazione dello Spirito nella storia (Spirito, Religione, Sapere assoluto)

COSCIENZA:
Nella fase della coscienza predomina l’attenzione per l’oggetto.
La coscienza, come ogni figura, si divide in tre momenti:
- certezza sensibile: questa appare a prima vista come certezza più ricca e certa ma in realtà è la più
povera. Essa rende certi solo della cosa singola solo perchè è qui e ora davanti a noi. Ciò implica che la
certezza sensibile non sia la certezza del particolare ma un universale, generico. Questo non dipende
dalla cosa ma dall’io che la considera. Quindi la certezza sensibile è la certezza di un io anch’esso
universale. Quindi oggetto e soggetto sono indifferente;
- Percezione: l’oggetto diventa un insieme di caratteri uniti, stabiliti dal soggetto;
- Intelletto: le leggi di questo oggetto sono in realtà leggi che il soggetto impone all’oggetto.
L’intelletto vede nell’oggetto un semplice fenomeno e dato che questo è solo nella coscienza, la
coscienza ha risolto l’intero oggetto in se stessa ed è diventata coscienza di sé; conoscere l’oggetto
significa conoscere sè stessi=>autocoscienza
AUTOCOSCIENZA
Nella fase dell’autocoscienza predomina l’attenzione per il soggetto, ovvero per l’attività concreta dell’io,
considerato nei suoi rapporti con gli altri.
“L’autocosceinza raggiunge il suo appagamento solo in un’altra autocoscienza”
In quanto appetito o desiderio, l’autocoscienza non può limitarsi a cercare il proprio appagamento negli
oggetti sensibili, ma ha bisogno degli altri.
La vita è caratterizzata sempre dalla mancanza di qualcosa.
La coscienza parte da un sentimento di mancanza che nella sua forma più ingenua si manifesta come appetito
che però è una dimensione esclusivamente animale. Ma c’è un atteggiamento che si dimostra come appetito
anche nei rapporti: il desiderio.
Adamo desidera sé stesso, desidera qualcuno non da possedere, ma qualcuno che lo riconosca.
Ciò che l’autocoscienza desidera non è dominare, ma essere desiderata, desiderio di un desiderio.

Il riconoscimento non può che passare attraverso un momento di lotta e di sfida, ossia attraverso il conflitto
tra le autocoscienze. Tale conflitto non si conclude con la morte delle autocoscienze contendenti ma con il
subordinarsi dell’una all’altra nel rapporto servo-padrone (prima figura della dialettica).
-Il padrone è colui che per affermare la propria indipendenza ha messo a rischio la propria vita fino alla vittoria
-Il servo è colui che ha preferito la perdita dell’indipendenza, cioè la schiavitù, pur di avere salva la vita.
Hegel dice che però il rapporto servo-padrone si invertirà (signore diviene servo del servo e viceversa).
Questo rovesciamento di ruoli avviene attraverso tre momenti:
- Paura della morte: lo schiavo è tale perchè ha avuto paura della morte, ma proprio grazie a questa ha
potuto sperimentare il proprio essere come qualcosa di distinto o di indipendente da quel mondo di
realtà e certezze naturali che prima gli apparivano come qualcosa di fisso e con le quali si identificava.
Tramite questa conquista l’individuo giunge alla proprio autocoscienza.
- Servizio: in generale la coscienza si autodisciplina e impara a vincere i suoi impulsi naturali.
- Lavoro: Il servo, trattenendo il proprio appetito e non usufruendo dell’oggetto, dà luogo a un’opera
che permane e che ha una sua indipendenza o autonomia, la quale rappresenta il riflesso nelle cose
della raggiunta indipendenza o autonomia del servo rispetto agli oggetti.
Il servo lavora per il padrone, ma il padrone ha bisogno del lavoro del servo, senza di esso il padrone non
riesce ad aver un rapporto con la realtà.
Il rapporto del signore con il reale non è completo, non si realizza se non c’è il servo, viceversa il servo non ha
bisogno del padrone, nel lavoro non ha bisogno di altro.
Lavorare vuol dire realizzare qualcosa nella realtà.
Lavorando, il servo mette qualcosa di sé nella realtà. Il padrone gode, consuma quello che qualcun altro ha
fatto, mentre il servo non può consumare.
Il servo ha la possibilità di essere più libero perché si autorealizza, si autodisciplina.
Il riconoscimento del debole sul padrone è meno importante del riconoscimento del padrone sul servo.
Le due autocoscienze hanno lottato, il servo ha avuto paura di morire, ha ceduto.
Hegel si chiede cosa vuol dire avere paura di morire?
Le piante non hanno paura della morte, la coscienza del servo si è sentita tremare e ha preso coscienza di sé,
mentre il padrone non ha provato la paura della morte, quindi non è così tanto angosciato dalla morte, e ha
meno coscienza di sé.
La libertà non è né l’essere servo, né l’essere padrone.
Il risultato della dialettica servo e padrone è il raggiungimento dell’indipendenza dell’io nei confronti delle
cose.
Stoicismo e scetticismo
Lo stoico è colui che persegue l’indifferenza nei confronti della realtà.
Lo stoico ha una posizione astratta, la libertà dello stoico è astratta.
Anima bella: per Hegel è quella che non vuole sporcarsi, atteggiamento vile e ipocrita.
Vive con l’ansia di sporcarsi la gloria dell’interno. Non manca di giudicare chi agisce (coscienza vile)
Lo scettico (seconda figura) rifiuta qualsiasi realtà, la verità non esiste.
La libertà dello scettico diventa una posizione negativa.
Ogni verità va messa in discussione, non c’è nessuna verità davanti a cui inchinarsi. Hegel dice di non fermarsi
in questa posizione.
Di per sé la posizione scettica è contraddizione, poiché già questa è una verità=>errore logico.
Il rifiuto totale non può essere pronunciato, perché appena si parla si attribuisce il peso di una verità.
Lo scetticismo di hegel è infinitamente transitorio.
Consapevolezza da parte dello scettico dei limiti umani. Per Hegel la posizione dello scettico è molto simile a
quella dell’uomo religioso, poiché l’uomo riconosce il proprio limite di fronte alla grandezza di Dio.

COSCIENZA INFELICE
La coscienza infelice è quella che non sa di essere tutta la realtà e che perciò si trova scissa in differenze e
opposizioni.
La scissione, presente nello scetticismo, tra una coscienza immutabile e una mutevole diviene esplicita nella
figura della coscienza infelice e assume la forma di una separazione radicale tra l’uomo e Dio.
La coscienza è infelice poiché è caratterizzata da un forte desiderio dell’assoluto. Riconosce il divino che è là,
lontano.
La verità/perfezione è raggiungibile? No
EBRAISMO
Negli ebrei l’alterità è fortissima, non scrivono, ne citano Dio talmente è alto il suo nome.
Dio è l’altro per eccellenza, hegel non apprezzava l’ebraismo, e parla dell’ebraismo come manifestazione della
coscienza infelice.
CRISTIANESIMO MEDIEVALE
Anche qui, la posizione del cristianesimo medievale è emblema della coscienza infelice.
Cercano il santo sepolcro e trovano il sepolcro è vuoto, cercano un assoluto che se fosse trovato non sarebbe
divino, quindi non viene trovato.

La seconda parte della Fenomenologia comprende tre sezioni (spirito, religione e sapere assoluto) che
anticipano il contenuto della filosofia dello spirito.
Hegel con “spirito” intende l’individuo nei suoi rapporti con la comunità sociale di cui è parte. La sezione dello
spirito comprende tre tappe:
-eticità, lo spirito vero: fusione armonica tra l’individuo e la comunità, il singolo appare profondamente
immerso nella vita del proprio popolo.
-cultura, lo spirito che si è reso estraneo a sè: frattura tra l’io e la società;
-moralità, lo spirito certo di se stesso: riconquista dell’eticità e armonia tra individuo e comunità.
Lo spirito dopo aver attraversato le figure imperfette della “moralità astratta”, dell’anima bella romantica
(che non vuole sporcarsi nella realtà) e della filosofia della fede, si riconosce nella sostanza etica dello Stato.
Con la filosofia e la religione l’individuo acquista la piena, totale ed esplicita coscienza di sè come spirito.

ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE


1. Logica: idea in sè o assoluto (logos)
2. Filosofia della natura: Fuori di sè
3. Filosofia dello spirito: In sè e per sè
1 momento (Logos)
Logica hegeliana è un’ontologia (studio dell’essere): la razionalità è la struttura stessa della realtà.
Divisa in essere, essenza e concetto.
Parlando della logica si parla dell’assoluto, del divino=> è anche teologia
Logos al principio non è alla sua pienezza. È un dio prima della creazione, non realizzato pienamente.
2 momento (natura)
Idea fuori di sè, (equivale a “L’io oppone a sè un non io” di Fichte), il logos si nega, viene meno; produce
qualche cosa d’altro che è assenza di logos. Ma questa assenza di logos si evolve attraverso una storia, quindi
anche all’interno della natura possiamo individuare momenti.
Natura: per Hegel è un “posto”, un momento, dove è collocato tutto ciò che è finito, accidentale, non
razionale, destinato ad essere superato.
Si divide in: Meccanica, fisica, organica.
· Visione meccanicistica della natura: visione iniziale, quello più completa è organica, che vede la
natura come organismo.
· Organica: organismo geologico, vegetale, animale.
▪ geologico: tutto è cristallizzato, statico.
vegetale: si vede, la pianta trova nel terreno ciò che le serve per vivere=> se è troppo comoda non
va bene (serve fatica);
▪ animale: più avanzato perchè si muove per cercare il cibo, sente una mancanza che lo fa
muovere.
Quando la mancanza diventa struggente si passa a uomo. Si percepisce la mancanza quando si è consapevoli
del limite. Esiste già qualcosa che lo sorpassa.
3 momento (spirito)
L’assoluto torna in sè, assoluto consapevole di sè, in sè per sè, l’assoluto diventa spirito.
Spirito è l’intelligenza consapevole, ha rimosso tutti i collegamenti religiosi.
La filosofia dello spirito ha 3 momenti:
spirito soggettivo (individuo), spirito oggettivo (società), spirito assoluto (sa e conosce sè stesso).
La filosofia dello spirito è lo studio dell’idea che dopo essersi estraniata da sè, sparisce come natura per farsi
soggettività e libertà, ovvero autocreazione e autoproduzione.
1. Spirito soggettivo: l’uomo si scopre dotato di qualcosa che non appartiene alla natura, si scopre
libero.
2. Spirito oggettivo: l’uomo secondo Hegel non si realizza come individuo, il suo pensiero non è
considerabile liberale (punta sull’individuo). Il momento più alto della filosofia dello spirito, gli uomini
creano un mondo diverso dal mondo della natura e per Hegel più alto. Tutto ciò che fa l’uomo, sempre
è superiore a ciò che fa la natura=> nell’uomo è razionale. Istituzioni entrano nella storia.
Per Hegel lo spirito oggettivo è superiore allo spirito soggettivo.
Lo spirito oggettivo è l’intermediario attraverso cui ci rapportiamo con la realtà.
momenti:
1. Diritto astratto: regola le relazioni tra gli uomini dal punto di vista esteriore. Le società sono
nate sul diritto ma è ancora astratto perchè spesso non ci si chiede perchè si seguono
determinate regole, si seguono e basta
2. Moralità: ragion pratica di Kant, momento dell’interiorità, si ferma sull’intenzione. Rischio di
questa posizione è la separazione tra essere e dover essere (critica che Hegel muove a Fichte e
Kant). C’è una perfezione, un dover essere, che è lontana da dove io sono. Sposta l’attenzione
sulle ragioni.
3. Eticità: unisce l’esteriorità del diritto con l’interiorità della moraità=> solo una delle due non
sarebbe vera: tre momenti
1. Famiglia: Isituzione che nasce da un contratto (matrimonio), e che ha delle “regole”, ma è
mosso anche dal sentimento.
2. Società civile: insieme delle persone aggregate da relazioni, in cui vigono delle leggi.
Se non si compone nello stato rimane incompleto e più astratto (in Marx sarà il contrario,
l’obiettivo è la società senza classi, non lo stato)
3. Stato: Più alta celebrazione dello stato elaborata dall’uomo. Lo stato è, dal punto di vista
storico, il vertice che l’uomo può produrre. È l’ingresso di Dio nel mondo. La incarnazione
del bene. TEOFANIA: manifestazione del divino. Attraverso la storia dello stato, questo ha
incarnato sempre più i valori di libertà. La libertà non è mai l’arbitrio del singolo.
Tutto il percorso della libertà si realizza nella monarchia prussiana (nel presente).
Esaltazione della guerra ma questa è il momento del negativo.
Gli eroi sono il punto in cui il momento storico si incarna.
Non c’è mai lo stato, c’è la storia dello stato. Succedersi delle forme sempre più perfette.
C’è un cammino che è la storia dei popoli in cui c’è sempre.
All’interno del popolo ci sono individui particolari, individui cosmico storici.
Cesare, Napoleone, persone nelle quali la razionalità, lo spirito del mondo si è incarnato
particolarmente.
Concetto di astuzia della ragione: sfrutta le passioni e l’indole dei singoli individui per
tendere in avanti. La ragione si serve di Napoleone per perseguire un fine.
Figura interessante=> laicizzazione della provvidenza. Se ne serve per raggiungere un
bene.
Il bene è il bene del singolo. Dio non toglie mai il bene al singolo se non per darne uno
maggiore.
Gli eroi sono grandi ma sono sfruttati=>la ragione li sfrutta finche serve a raggiungere un
fine, raggiunto questo fine è abbandonato (Napoleone muore a Sant’Elena).
Il finito è risolto nell’infinito=>L’uomo si risolve nella storia.
Ognuno ha un compito da svolgere all’interno della storia. Visione panteista per certi
versi.
Nell’economia della storia ognuno è funzionale alla totalità (anche in Marx).
3. Spirito assoluto: Dialettica di Hegel è chiusa nel senso che non è aperta come Fichte che non
raggiunge mai un compimento. Chiusa non significa finita. Idea della spirale: chiusa ma non finita.
Compito della filosofia non è profetizzare.
Lo spirito assoluto è il momento in cui lo spirito prende consapevolezza di sè.
Nella spiritualità lo spirito oggettivo è il momento più alto
Nella consapevolezza è lo spirito assoluto.
Arte religione e filosofia: identico contenuto, forma diversa.
Arte
Arte parla del divino utilizzando i sensi: disgna, scrive, compone, untuizione sensibile.
Hegel parla della storia dell’Arte in 3 momenti:
1. Arte simbolica: esaspera il divino creando cose enormi (sfinge, piramidi) per caricare il contenuto
esaspera la forma;
2. Classica: arte greca, equilibrio, proporzione, armonia, ordine, bellezza, ma hanno gli occhi di
pietra=> non hanno interiorità
3. Romantica: interiorità che esplode, rompe le forme, sproporzione del contenuto sulle forme,
spirito sulla materia.
Hegel però sbaglia dicendo che l’arte ha finito il suo corso, dice che dopo l’arte romantica non c’è
niente.
Continuerà invece la storia della filosofia.
Religione: si parla di Dio attraverso il mito, storia delle religioni che ha il culmine nel cristianesimo.
Filosofia: lo spirito diventa pienamente consapevole di sè. FILOSOFIA IDEALISTA

La sua filsofia è la più ricca e concreta, è l’ultima.


La storia della filosofia è arrivata fino ad ora.
Quest’idea concreta è al conclusione dei conati dello spirito in quasi 2 millenni e mezzo di lavoro.
La filosofia a cui è arrivato grazie a tutti i suoi predecessori.

Nottola: uccello notturno, vede di notte, quando il giorno è finito si alza.


Così è la filosofia, arriva alla fine, quando un momento è finito riguarda indietro e guarda la razionalità
di quello che è stato. Vedere che il reale è razionale.
“Quando la filosofia dipinge a chiaroscuro, allora un aspetto della vita è invecchiato, e, dal
chiaroscuro, esso non si lascia ringiovanire, ma soltanto riconoscere: la nottola di Minerva inizia il suo
volo sul far del crepuscolo.” (nottola, Lineamenti di filosofia del diritto)
SINISTRA HEGELIANA E MARX
Il pensiero di Hegel ha segnato la storia della filosofia. Parte degli scritti che abbiamo di Hegel sono appunti
presi durante le sue lezioni. Ad esempio nessuno andava alle lezioni di Shopenauer per andare a quelle di
Hegel.
Il suo sistema è un delicato equilibrio, danto più peso a qualcosa perde questo equilibrio=> tutti coloro che
riprendono il suo pensiero enfatizzano un pensiero piuttosto che un altro. Per questo si dividono:
Destra: conservatrice: In hegel è importante l’idea di reale e razionale
Sinistra: rivoluzionaria: Feuerbach (a cui si ispirerà Marx). La sinistra enfatizza la dialettica, la antitesi, la
contraddizione.

Questione politica e questione religiosa

Destra: Identità di contenuto della religione e della filosofia (parlano dell’assoluto)


Sinistra: Diversità di forma: la religione usa il mito, la filosofia il concetto
Questa divisione nasce dallo scritto del 1835 di David Strauss, intitolato “Vita di Gesù”
Ciò che è contenuto nei vangeli è un mito, non è un fatto, qualcosa che è accaduto realmente e il messaggio di
quello che Gesù dice non è descrizione di fatti realmente accaduti. Religione ridotta a un concetto filosofico
dentro una veste immaginaria.
Le due parti evidenzieranno un elemento piuttosto che un altro
Sinistra svalorizza la religione perchè non è ancora filosofia.

Feuerbach
prima posizione di ateismo filosofico.
Sinistra Hegeliana.
Ateismo:
Sostiene che non è Dio che ha creato l’uomo ma è l’uomo che ha creato Dio.
Dio è la perfezione a cui l’uomo aspira. Dio è “l’ottativo (il desiderio) dell’uomo divenuto troppo presente”
Storia delle religioni
Il vero Dio non è quello che abbiamo identificato come tale ma è l’uomo.
Secondo un cammino dialettico: l’uomo si alliena (allienazione religiosa=>momento dell’antitesi, ci si nega e
sembra scomparire il momento iniziale per andare al terzo momento). Proietta fuori di sè le senzazioni e qui
deve subentrare il terzo momento, si riappropria.
L’ateismo è un dovere morale, riconosciamo che il vero Dio è l’umanità.
Materialismo:
È tutto corretto quello che dice Hegel ma ha capovolto le priorità. Non è l’infinito all’origine di tutto e il finito
solo un’astrazione dell’infinito. È la materia il fondamento di tutto, da cui derivano gli aspetti spirituali.
Capovolgimento: essere materiale produce lo spirito (l’uomo è ciò che mangia)
All’origine di tutto ci sta l’uomo, materialmente.
Se vuoi cambiare la mentalità di un popolo cambiagli l’alimentazione.
Il suo materialismo è primitivo: la materia intesa per lui come sangue e carne produce lo spirito.

Marx
Tanto feuerbach quanto Marx sono due materialisti. Siamo usciti dall’idealismo di Hegel e siamo arrivati ad
una concezione della realtà che insiste sull’elemento materiale. Marx e feuerbach sono molto diversi.
Marx anche se assume i concetti di ateismo e materialismo di feuerbach ma hanno due modalità di intendere
questi termini diverse.

Testo classroom:
marx dice che il difetto di ogni materialismo fino a lui (compreso feuerbach) è che l’oggetto, la realtà, la
sensibilità (3 sinonimi per marx) vengono concepiti solo sotto forma di oggetto, di cosa; ma c’è anche la
attività sensibile, l’attività umana, prassi.
Marx non parla mai di cose ma di prodotti=> qualcosa che è stato prodotto.
Secondo Marx ha ragione l’idealismo che dice che non esiste una realtà già fatta, la realtà è un prodotto della
realtà dell’uomo.
Idealisti dicono che tutto è frutto dell’azione, agire prima di essere. Nell’idealismo l’azione non è sensibile,
materiale.
Feuerbach, dice Marx, vuole oggetti sensibili realmente distinti dagli oggetti del pensiero=>non concepisce
l’attività umana stessa come oggettiva.
Marx sostiene l’attività “rivoluzionaria”, “pratico-critica”.
È l’azione che produce le cose, non basta il pensiero (dell’idealismo)
In marx conferisce l’idealismo e il materialismo. Materialismo più raffinato di feuerbach.
In Marx l’azione è il lavoro=>La misura del valore (cit di Locke: valore di scambio, la quantità di lavoro
necessario per produrre un bene)
Il valore delle cose dipende dal lavoro che c’è dietro.
Se non si arriva a questo Marx dice che la posizione rimane teoretica.
Non serve parlare di teologia, bisogna combattere il mondo che trova rifugio in Dio.
Teorie sono sovrastrutture, bisogna cambiare la struttura.
LA STRUTTURA DETERMINA LA SOVRASTRUTTURA
Struttura: rapporti socio-economici
Sovrastruttura: IDEOLOGIA, teologia, cultura
Idee sono un’emanazione diretta della base materiale, condizione socio-economica. Per cambiare un pensiero
si deve cambiare la situazione sociale alla base
Marx non vuole reinterpretare, vuole cambiare.
XI teoria della tesi su Feuerbach: i filosofi devono trasformarlo, non reinterpretarlo (chiedi
appunti/classroom)

Religione è una forma di alienazione, perchè l’uomo ha bisogno? Perchè è scontento di questo mondo
La soluzione è combattere questo mondo, non cercarne un altro
Marx definisce la religione l’oppio dei popoli

La vera alienazione non è quella religiosa ma è l’alienazione del lavoro.


Manoscritti economico-filosofici: tema dell’alienazione del lavoro
Nella società contemporanea a lui il lavoro è LA DIMENSIONE che dovrebbe essere quella in cui l’uomo si
realizza.
L’uomo è tale in quanto lavora
Il lavoro è ANTROPOGENO, generatore di umanità
Nel lavoro l’uomo trova sè stesso.
Ciò che differenzia l’uomo dal resto è la sua capacità di lavorare.
Nella società attuale il lavoro è alienato.
Il lavoro non inteso come sola azione esecutiva (lo slogan fu mal interpretato tanto da essere scritto sul
cancello di Auswitz=>“Il lavoro rende liberi”)
La società senza classi di Marx è la società in un cui tutti lavorano: “da ognuno secondo le proprie capacità, a
ognuno secondo le proprie necessità”

II tesi su Feuerbach:
Per Marx la questione del materialismo non è la centralità delle cose che si toccano, ma è un’azione pratica
Spostamento dal piano del pensiero alla prassi
Nella prassi l’uomo deve provare la realtà. Il luogo dove si vede se una cosa è vera è la prassi.
Andiamo a vedere il luogo dove si produce e vediamo se è vero.
Alienazione: chiara origine Hegeliana
Feuerbach parlava di alienazione religiosa=>Marx critica perchè questa non è che la manifestazione, la
sovrastruttura di un’alienazione molto più importante nel mondo materiale, l’alienazione del lavoro.

Parto da un fatto attuale: non parte da una teoria, non parte da ciò che dovrebbe essere ma da un fatto che
c’è, reale (concreto).
L’operaio diventa una merce tanto più a buon mercato tanto più lavora crea delle merci.
L’operaio di Marx è Il proletario, che non ha altro se non i figli e la propria capacità di lavorare.
1: All’operaio è sottratto il prodotto del suo lavoro (L’oggetto)=> quello che fa non è suo.
Oggettivazione del lavoro (il prodotto del lavoro che si è fatto oggetto) appare come un annullamento
dell’operaio. L’oggettivazione appare come perdita dell’oggetto e l’appropriazione come alienazione,
esproprazione.
2: L’uomo è alienato nel momento in cui lavora, nell’atto della produzione, dentro la stessa attività
producente.
Il lavoro è costrittivo, non è la soddisfazione di un bisogno ma è il mezzo per soddisfare il bisogno di altri.
Il bestiale diventa umano e l’umano diventa bestiale
L’uomo dovrebbe sentirsi sè stesso nel momento in cui lavora.
L’uomo (che equivale a lavoratore in Marx) si sente libero nelle sue funzioni bestiali.
L’assurdo è quest: l’uomo si sente sè stesso nelle sue funzioni bestiali, nelle sua attività propria si sente una
bestia.
3: All’uomo è sottratta l’umanità, la capacità di umanizzazione della natura che lo rende uomo.
Nel lavoro l’uomo mette qualcosa che riguarda l’essere umano, l’uomo rende più umano il mondo.
L’uomo vede sè stesso nel mondo fatto da lui
4: L’uomo è alienato anche nelle relazioni umane
La proprietà privata è dunque il prodotto, il risultato, la necessaria conseguenza del lavoro espropriato
Non è come diceva il liberalismo un diritto naturale
Proprietà privata nasce quando si sottrae il lavoro a qualcuno
Collettivazione dei mezzi di produzioni è necessaria

Non ci sarà più bisogno di cercare il paradiso, non ci sarà più l’alienazione.

D m d’=> d’ deriva dal plus valore, operaio lavora più del suo salario=>operaio è una merce.
Capitalista compra la forza lavoro come una merce. Il ricavo dal plus valore lo investe in macchine e altra forza
lavoro. Macchine velocizzano in tempi e quindi aumentano il plus valore.
Saggio di profitto: plus valore/capitale costante+capitale variabile
Il ricavo derica dal plus valore, per capire quando ha guadagnato quindi deve considerare quanto ha
investito in macchine e forza lavoro.
Più si investe nel capitale costante(macchine) più diminuisce il plus valore=>caduta tendenziale del saggio di
profitto
Capitale costante: investimento nelle macchine
Capitale variabile: operai
Più si meccanizza la produzione, più dimuisce il plus valore=>di conseguenza cadrà il profitto.
Caduta tendenziale del saggio di profitto e Crisi ciclica di sovrapproduzione porteranno alla caduta del
capitalismo.

Schopenhauer
Oppositore di Hegel, poi ci sarà Kirkegor il secondo
Fa le lezioni in contemporanea ad Hegel, non avrà successo.
“Il mondo come volontà e rappresentazione”
Prima edizione non ebbe nessun successo.
Questa mancanza di ricezione che ebbe nella prima metà della sua vita cambio nel secondo 800’
quando iniziò ad essere ascoltato.
Influenze importanti: Platone (mito della caverna), Kant, Filosofie orientali (indiana, buddismo).
Critica all’ottimismo di Hegel a cui Schopenauer oppone uno delle estreme posizioni di pessimismo.
Hegel è ottimista perchè il reale è razionale, reatà dinamica che ha il destino di diventare vera.
Schopenauer dice che è del tutto falsa e che l’esperienza smentisce.
Critica ad Hegel di aver affermato il falso solo per giustificare il presente e la situazione politica
presente. “Sicario della verità”=>per compenso.
Schopenauer e Leopardi

Testo su classroom:
Buddha (più filosofia che religione), Platone e Kant.
La vita è la grande parodia della volontà,
Critica a Hegel=>Il ciarlatano della metafisica aveva avuto come complici interessati i ciarlatani della
politica.
“No, non con l’umanità , ma con la vita. Sono un pessimista, io, non un misantropo; al contrario,
ho votato tutto il mio odio all’ottimismo perché disonora e innervosisce l’uomo, persuadendolo che
non esista un male contro cui lottare, che tutto può essere giustificato, legittimo, necessario, tutto
tranne lo sforzo, che è inizio della virtù , e il sacrificio, che la consacra.”
L’uomo è mediocre
Per Hegel, tutto può essere giustificato
La vità è il male
Pessimismo metafisico: non deriva da una situazione, è la vita in quanto tale che è male, dolore
(forte influenza buddista)
La vità è il velo che nasconde l’essere.
Aristotele scrisse: “La natura non è divina, è demoniaca”. Il che noi lo potremmo tradurre così:
“L’inferno è qui, sulla terra”.
Meditazione sui chiodi<=Fachiri e asceti sono persone che hanno cercato di distaccarsi dalla vita:
mortificazione=>dal latino, sembianza di morte, morte anticipata
Ebbene, io sono più maturo o più scettico di Lei, e dichiaro formalmente che il nostro mondo è il
peggiore dei mondi possibili.
Tutto è mosso dalla preoccupazione di vivere, l’istinto di sopravvivere.

A scuola:
La realtà passa attraverso il filtro del soggetto. Mediazione del soggetto
Per Kant il fenomeno è la realtà così come appare ma è una realtà universale che tutti i soggetti
condividono (sul fenomeno si può fondare la fisica).
Per Shopenauer FENOMENO E’ APPARENZA ILLUSORIA.
Apparenza per Schopenauer è illusoria, dimensione dello spazio tempo e causalità è un nostro modo
di vedere.
Non conosciamo la realtà perché passiamo sempre attraverso il filtro delle forme a priori.

Si soffre se si pensa di più.


La realtà è una mia rappresentazione.

Secondo schopenauer il noumeno si può conoscere, si può sollevare il velo di maya.


Io conosco tutti gli oggetti e li conosco dall’esterno.
Il corpo lo conosco dall’esterno ma ciò che vivo non ha bisogno delle forme a priori come
mediazione.
Per shopenauer l’indagine del corpo, se studio il corpo studio qualcosa che non è una
rappresentazione ma una viva esperienza.
Il NOSTRO corpo è il veicolo per accedere al noumeno, la realtà in sé. Scopre cosa c’è sotto il velo
di maya studiando il proprio corpo.
Il movimento del corpo (circolazione del sangue, cuore, respirazione, andamento ciclico della donna)
sono modalità attraverso cui si esprime la volontà, volontà di vivere.
Volontà è diverso da decisione!!!
Volontà= energia di vita.
Energia prorompente, multiforme che assume tutte le forme e prende tutte le strade per vivere.
Questa consapevolezza non è del singolo soggetto. Questa verità posso ritrovarla ovunque.
Tutti i movimenti, tutto quello che una cosa fa, consapevole o inconsapevole, è espressione della
volontà di vivere. Sorta di “Istinto di auto conservazione”.
Tutto è dominato dalla volontà di vivere, il desiderio di continuare a vivere.
Il noumeno è la volontà.

Pessimismo metafisico, la vita è così, non solo quella dell’uomo (più pessimista di Leopardi). Forma
di pessimismo più profondo.

T2 (PAG 27)

CARATTERI DELLA VOLONTA’:


UNICA
IRRAZIONALE
CIECA
SENZA SCOPO
ETERNA

MANIFESTAZIONI della VOLONTA’ DI VIVERE.

Principio di individuazione non è la verità


Unica verità è che c’è un’unica volontà dappertutto
Il reale non è razionale (contro Hegel)
La realtà non ha logica, la causalità

Desiderare una cosa è possibile in quanto questa non si ha, presuppone una mancanza espesso una sofferenza
Desiderio – mancanza – dolore
Cosa succede quando si raggiunge qualcosa che si desidera
Ma la volontà vuole solo desiderare
Al raggiugnimento della cosa desiderato subentra la noia a cui subentra un altro desiderio.
La vita dell’uomo è come un pendolo che oscilla tra dolore e noia con brevissimi istanti di piacere.
Piacere inteso come assenza di dolore.
Innamoramento è la più grande illusione, dietro l’innamoramento c’è questa volontà che vuole solo
perpetuarsi per continuare a vivere.
Cit pag 11
Il nostro non è un desiderio dell’infinito, è un infinito desiderare. (logica del consumismo)
Errore non conosciuto
All’illusione segue la delusione
Essere vittime dei desideri porta al dolore

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