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HEGEL

Georg Wilhelm Friedrich Hegel nacque il 27 agosto 1770 a Stoccarda.


A Tubinga svolse I suoi studi universitari, dove strinse amicizia con Shelling e Holderlin.
Gli avvenimenti della Rivoluzione francese suscitarono nel giovane Hegel un grande entusiasmo,
influenzando la sua filosofia per un po’ di tempo, soprattutto per la difesa dei principi rivoluzionari della
libertà e dell’uguaglianza, infatti quando Napoleone entrò vittorioso a Jena, lo esaltò in una lettera.
Terminati gli studi, svolse il ruolo di precettore in case private, e fu per qualche tempo a Berna.
Dal 1797 in poi compose vari scritti in Germania, e lavorò anche come precettore a Francoforte sul Meno.
Negli anni successivi al 1800 collaborò anche con Schelling al “Giornale critico della filosofia”, per poi
diventare professore a Jena; proprio in questi anni cominciò il suo periodo di massimo successo, che si
concluse con la sua morte nel 1831.

Per quanto riguarda le sue opere, ritroviamo:


1) scritti giovanili, in cui prevale un interesse religioso-politico
2) Differenza fra il sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling (1801)
3) Fenomenologia dello spirito (1807), prima grande opera
4) Scienza della logica, pubblicata in 2 edizioni a Norimberga (1812 e 1816)
5) l’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817)
6) Lineamenti di filosofia del diritto (1821) potrebbe essere la sua opera più significativa

Idealismo e le tesi di fondo


Hegel innanzitutto per Idealismo intende la teoria dell’idealità del finito, ossia la propria dottrina della
risoluzione dialettica del finito nell’infinito; le tesi di fondo del suo idealismo sono:
1) la risoluzione del finito nell’infinito;
2) l’identità tra ragione e realtà;
3) la funzione giustificatrice della filosofia.
Concentrandoci sulla definizione di Idealismo per Hegel, notiamo come per il filosofo la realtà risulti essere
come un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione; tale organismo coincide
con l’Assoluto e con l’infinito, mentre gli altri enti del mondo coincidono con il finito. Ma ragionandoci su
notiamo che il finito, essendo espressione parziale dell’infinito, non esiste, e di conseguenza l’infinito
diventa l’unica realtà accettabile. L’hegelismo si configura quindi come una forma di monismo panteistico,
ovvero una teoria che vede nel mondo (nel finito) la manifestazione o realizzazione di Dio (dell’infinito).
Altro aggettivo che Hegel attribuisce all’Assoluto è soggetto, infatti con questo aggettivo egli intende dire
che esso è un processo di auto-produzione, che giunge a rivelarsi solo con lo spirito ed altere attività,
come l’arte, la religione e la filosofia.

Ragione e realtà
Il soggetto spirituale che sta alla base della realtà viene denominato da Hegel idea o ragione, termini che
esprimono l’identità di ragione e realtà. Nella Prefazione dell’opera ai Lineamenti di filosofia del diritto,
ritroviamo un aforisma che riassume l’intero hegelismo: “Ciò che è razionale è reale; ciò che è reale è
razionale”. Con questo appunto si afferma che la sua dottrina si configura come una forma di panlogismo,
infatti Hegel esprime la necessaria e totale identità di realtà e razionalità.
Tale identità inoltre implica anche l’identità tra essere e dover essere, in quanto ciò che è risulta anche ciò
che razionalmente deve essere; questo atteggiamento caratterizzato dalla necessità, risulta essere uno
schema tipico della filosofia romantica.
Il sapere filosofico
Il sapere filosofico Hegeliano si divide in 3 sezioni, ognuna corrispondente a 3 momenti strutturali
dell’Assoluto:
1) la logica, che è “la scienza dell’idea in sé e per sé”, ovvero il primo momento dell’idea in cui essa è
considerata in se stessa; secondo un punto di vista teologico l’idea è assimilabile a Dio;
2) la filosofia della natura, che è “la scienza dell’idea fuori di sé”, che è la natura;
3) la filosofia dello spirito, che è “la scienza dell’idea che ritorna in sé”, ovvero l’idea che dopo essere
diventata natura ritorna “in sé”.
Inoltre possiamo vedere che ad ogni momento corrispondono rispettivamente: tesi, antitesi e sintesi.
LOGICA
La logica è una delle sezioni in cui si articola il sistema hegeliano, ad essa infatti il filosofo dedica la seconda
delle sue opere fondamentali, la Scienza della logica.
La logica è la scienza dell’idea “in sé per sé”, e prende in considerazione la struttura originaria, logico-
razionale, del mondo.
Essa è diversa dalla filosofia, poiché la logica si specifica in un organismo dinamico di concetti, o categorie,
che sono dei pensieri oggettivi, che esprimono la realtà stessa nella sua essenza.
La logica hegeliana si divide in:
1) LOGICA DELL’ESSERE
La logica dell’essere costituisce il punto di partenza dell’intera logica hegeliana;
Essa si divide in logica della qualità, della quantità e della misura, quest’ultima che sintetizza le altre due.
Invece la categoria delle qualità si articola a sua volta in essere (indeterminato), essere determinato ed
essere per sé.
Non a caso il filosofo comincia con il concetto più vuoto e astratto, ovvero quello dell’essere assolutamente
indeterminato, al quale si contrappone l’essere determinato.
2) LOGICA DELL’ESSENZA
Nella logica dell’essenza ritroviamo una sorta di interiorizzazione mediante cui l’essere, riflettendo su di sé,
scopre, dentro o oltre di sé, le proprie radici.
Il carattere proprio di questa sezione consiste appunto in questa dualità tra l’oggetto e la sua verità;
“la verità dell’essere è l’essenza” afferma Hegel.
3) LOGICA DEL CONCETTO
Alla fine della logica dell’essenza Hegel mostra come la verità non risieda in nessuno dei due poli riflessivi
(l’essere e l’essenza), ma nella relazione che li unisce;
Nasce così la logica del concetto, che inaugura un piano ulteriore rispetto a quello del pensiero che riflette
su un oggetto.
Ritroviamo adesso il “concetto”, ovvero l’essere che, dopo essersi auto-riflesso nell’essenza, si pone come
soggetto o spirito.
La logica del concetto studia dapprima il “concetto soggettivo”, poi il “concetto oggettivo”, e infine
“l’idea”;
Quest’ultima che è l’unità di soggetto e oggetto, ovvero l’Assoluto in atto.
LA FILOSOFIA DELLA NATURA
Il testo fondamentale in cui Hegel espone la propria filosofia della natura è la seconda parte
dell’Enciclopedia.
Il filosofo stesso ammette che la filosofia della natura ha come presupposto e condizione la fisica empirica,
ma essa deve limitarsi solo a fornirle il materiale e a fare una sorta di lavoro preparatorio.
Secondo Hegel allora, che si ispira più a Fichte che a Schelling, la natura è “l’idea nella forma dell’essere
altro” e come tale è essenzialmente esteriorità.
Essa quindi risulta essere contraddizione assoluta, e il suo carattere proprio è di essere negazione, poiché
nel modo in cui essa è, il suo essere non corrisponde al concetto.
La natura è la decadenza dell’idea da se stessa, per poi essere ricompresa in sé.
Il passaggio dall’idea alla natura però risulta essere un vero e proprio rompicapo critico, poiché da un lato il
filosofo lo considera come una sorta di caduta dall’idea, dall’altro come una sorta di potenziamento, come
se nella natura ci sia qualcosa in meno, oppure di più, dell’idea.
La filosofia della natura presenta delle divisioni fondamentali, che sono:
-la meccanica
-la fisica
-la fisica organica

LA FILOSOFIA DELLO SPIRITO


La filosofia dello spirito, che Hegel definisce la conoscenza “più alta e difficile”, consiste nello studio
dell’idea che, dopo essersi estraniata da sé, sparisce come natura per diventare soggettività e libertà, cioè
auto-creazione e auto-produzione.
Lo sviluppo dello spirito avviene attraverso tre momenti principali:
-lo spirito soggettivo
-lo spirito oggettivo
-lo spirito assoluto
Anche lo spirito procede per gradi, ma ciascun grado è compreso e risolto nel grado superiore, il quale poi a
sua volta è già presente nel grado inferiore.

FENOMENOLOGIA
Il termine fenomenologia significa letteralmente la scienza di ciò che appare; questa studia proprio il
fenomeno, quindi “ciò che appare”. Poiché nel sistema hegeliano l’intera realtà è spirito, la fenomenologia
consisterà nell’apparire dello spirito a se stesso, ovvero lo spirito deve essere consapevole di essere tutta
la realtà.
FIGURE
Le “figure” di cui parla la Fenomenologia dello spirito non sono né entità puramente ideali, né entità
puramente storiche, ma entità ideali-e-storiche allo stesso tempo, poiché esprimono alcune tappe ideali
della vita dello spirito che hanno trovato, nel corso della storia, una loro esemplificazione, e che esprimono
ni settori più disparati della vita umana. Possono anche essere considerate come tappe della progressiva
conquista della verità da parte dell’uomo.
COSCIENZA
La coscienza risulta essere la prima tappa della fenomenologia dello spirito, ed è intesa come ciò che si
rapporta ad un “oggetto”, quindi a qualcosa percepito come “esterno”. La coscienza a sua volta si articola
in 3 momenti: certezza sensibile, la percezione e l’intelletto.
AUTOCOSCIENZA
Proprio la sezione dedicata all’autocoscienza contiene le figure più celebri della Fenomenologia.
Ma principalmente con l’autocoscienza notiamo che l’attenzione si sposta dall’oggetto al soggetto, quindi
all’attività concreta dell’io, considerato sei suoi rapporti con gli altri.
SERVITU’ E SIGNORIA
L’autocoscienza postula la presenza di altre autocoscienze in grado di darle la certezza di essere tale; in
poche parole secondo Hegel l’uomo è autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da un’altra
autocoscienza. Si potrebbe anche pensare che questo riconoscimento debba avvenire tramite l’amore, che
per il giovane Hegel è il miracolo per cui ciò che è due diventa uno.
Pertanto, il riconoscimento non può che passare attraverso un momento di lotta e di sfida tra diverse
autocoscienze; durante tale conflitto ogni autocoscienza deve essere pronta a tutto, anche alla morte, per
dimostrare la propria indipendenza.
Questo scontro si conclude poi con il subordinarsi dell’una all’altra nel rapporto servo-signore, dove:
il signore è colui che inizialmente appare indipendente, ma poi finisce per subordinarsi, invece il servo è
l’esatto opposto, ovvero colui che inizialmente appare dipendente, ma poi riesce a rendersi indipendente.
RAGIONE
Come soggetto assoluto, l’autocoscienza diventa dunque ragione e assume in sé ogni realtà. Mentre prima
la realtà del mondo appariva come qualcosa di diverso ed opposto, ora può sopportarla, perché sa che
nessuna realtà è qualcosa di diverso da se stessa. La ragione, pertanto, secondo Hegel è la “certezza di
essere ogni realtà”.

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