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La psicologia come scienza medica ed i suoi rapporti con la filosofia

Introduzione
Nel vasto panorama delle discipline umanistiche, il connubio tra filosofia e psicologia emerge in maniera
affascinante. La filosofia, da tempo immemorabile, si pone come il crocevia delle grandi domande sull'esistenza,
sulla conoscenza e sulla natura umana; dall'altro lato, la psicologia si propone di esplorare le intricate sfumature
della mente, scavando nei meandri dei processi mentali e delle dinamiche comportamentali.
La psicologia ha da sempre rappresentato per me una disciplina estremamente affascinante: attraverso
l’esplorazione della mente umana, mediante l’analisi dei nostri comportamenti, delle nostre emozioni e dei
processi cognitivi, essa sembra (almeno ai miei occhi) offrire le chiavi per la comprensione delle dinamiche
interne dell’essere umano, contribuendo a migliorare la qualità della vita e la comprensione delle relazioni
interpersonali e sociali. Estremamente interessanti sono i punti in comune che tale disciplina condivide con la
filosofia: essendo nata come una “branca” della stessa filosofia, la psicologia condivide con essa moltissime
tematiche.
Questo saggio si propone di immergersi in questa complessa relazione, tracciando le linee di convergenza e
divergenza tra filosofia e psicologia.
Partendo dalla premessa che entrambe le discipline mirano a comprendere il complesso mosaico dell'esperienza
umana, ci addentreremo in un'analisi delle diverse correnti di pensiero e degli approcci metodologici che
caratterizzano filosofia e psicologia. Attraverso questo percorso, cercheremo di delineare come le teorie
filosofiche influenzino la psicologia e viceversa, evidenziando come il dialogo tra queste discipline possa
arricchire la nostra comprensione dell'uomo e del suo rapporto con il mondo circostante.
In questo contesto, esploreremo anche come il dibattito filosofico abbia plasmato le teorie psicologiche nel corso
della storia, influenzando concetti chiave come l'identità, la coscienza e la libertà.
In sintesi, questo saggio si prefigge di offrire una panoramica approfondita sul dinamico e complesso rapporto
tra filosofia e psicologia, esplorando le interconnessioni che rendono questa fusione di discipline così feconda e
intrigante per la comprensione della natura umana.

La psicologia e l’idealismo hegeliano: due facce della stessa medaglia


Prima di tutto, importante sarà comprendere il legame fra la psicologia (intesa sia come scienza medica che in
maniera più olistica e globale) e la filosofia idealistica. Si ricordi che il soggetto principale di tale corrente
filosofica è l’idea pura, intesa come entità autonoma.
Nella ricerca dei concetti in comune fra la psicologia e l’idealismo, possono essere individuati in particolar modo
importanti legami con l’idealismo di Friedrich Hegel. Ecco alcuni degli elementi-chiave di connessione:
1. Dialettica e sviluppo della mente: Hegel sviluppa una visione dialettica dell’idea pura, il cui progresso
avviene attraverso tre momenti consecutivi: tesi, antitesi e sintesi (o Aufhebung, un “superamento che è
anche mantenimento”). La prima parte della “Fenomenologia dello spirito” comprende infatti i momenti
della coscienza (tesi), dell’autocoscienza (antitesi) e della ragione (sintesi). Non sarà difficile notare come
questi concetti abbiano influenzato la psicologia dello sviluppo, che spesso considera lo sviluppo
cognitivo ed emotivo come un processo dialettico in cui gli individui affrontano conflitti ed integrano
nuove informazioni per progredire e per arricchirsi (in Hegel sarà solamente nella fase della ragione, la
sintesi, che la coscienza "torna in sé” arricchita: essa sarà sempre un’idea pura, ma al contempo sarà
arricchita dalla realtà);
2. Autocoscienza e identità: nell’autocoscienza (che contiene le figure fenomenologiche più celebri della
“Fenomenologia”, come quella della “coscienza infelice”, o quella della “servitù e signoria”) l’attenzione si
sposta dall’oggetto al soggetto, considerato nei suoi rapporti con gli altri. Di conseguenza l’ambito
considerato non è più soltanto quello astrattamente “gnoseologico”, ma concerne settori più vasti, come
la società, la famiglia, la religione, ecc. Anche in questo è semplice notare che il concetto
dell’autocoscienza è scaturito, in psicologia, nell’identità: come l’individuo percepisce sé stesso nel vivere
sociale? Come una persona intende la propria famiglia? Ecc.;
3. La moralità: la “moralità” è in Hegel la sfera della volontà soggettiva, che si manifesta nell’azione.
Quest’ultima ha una portata morale solo in quanto sgorga da un proponimento, che prende la forma
dell’intenzione. Quando l’intenzione si solleva all’universalità, il fine assoluto della volontà diventa il bene
in sé per sé. Il bene, però, in questo caso è ancora un’idea astratta che attende di passare all’esistenza per
opera di un’altrettanto astratta volontà soggettiva, che ha solo l’intenzione di compiere del bene.
Quest’ultimo assume inevitabilmente l’aspetto di un dover essere, ovvero, come scrive Hegel, di un
“essere assoluto, che tuttavia insieme non è”: il filosofo intende affermare che per un verso la morale
esige la realizzazione del dovere, ma per un altro verso non deve raggiungere tale realizzazione, in quanto
la moralità implica un limite da superare, configurandosi come compito infinito e sforzo senza fine. Già
da questa breve premessa al concetto di moralità in Hegel è possibile notare un legame già con la
psicologia del primo Novecento: Freud metterà infatti in luce il contrasto, continuamente presente nella
vita di ciascuno di noi, fra “l’essere ed il dover essere”, il continuo contrasto fra i nostri impulsi più
primitivi e la “maschera” (per citare un autore come Luigi Pirandello) che siamo costretti ad assumere
all’interno della vita sociale di tutti i giorni.

Psicologia e filosofia; quali le origini dei termini?


Prima di cominciare con l’analisi del rapporto fra le due discipline, sara utile risalire all’etimologia dei due
termini: la parola “psicologia” deriva dai termini greci psyché e logos, che significano rispettivamente “anima” e
“studio” (si noti come il termine psyché, che in greco antico aveva un significato olistico ed indicava lo spirito
vitale presente in tutti gli enti, abbia, nel caso della psicologia intesa in senso medico, un significato assolutamente
piu specifico e meno globale). La psicologia, facendo pertanto capo alla sua etimologia, potrebbe essere intesa
come “studio dell’anima”: in questo senso essa e la scienza responsabile dello studio della mente e del
comportamento umano. Tale disciplina costituisce un campo di studio che tenta di spiegare cio che accade nella
nostra mente, come le persone ricevono ed interpretano le informazioni che arrivano loro attraverso i sensi.
La nascita del termine puo essere fatta risalire al XVI secolo con Filippo Melantone, latinista e grecista. Per lui la
“psicologia” era l’insieme delle conoscenze filosofiche, letterarie e religiose dell’animo umano: gia solo in questo
si nota una evidente vicinanza fra la filosofia e la psicologia.

Da parte sua, il termine “filosofia” deriva dalle parole greche philos e sophia, che insieme significano “amore per
la sapienza”. E difficile definire con precisione i campi di indagine di questa disciplina: l’esistenza, la conoscenza,
la verita, la moralita, la mente, l’anima, ecc. I filosofi conducono le proprie ricerche in modo non empirico, ma
mediante dei “metodi a priori”: analisi concettuale, esperimenti mentali, speculazione, ecc.

Filosofia e psicologia: quali le principali differenze?


Nonostante le analogie tra le due discipline (che analizzeremo in seguito) siano moltissime, non inferiori sono i
concetti che differenziano e distaccano la psicologia dalla filosofia. In primo luogo, per quanto riguarda il metodo
utilizzato dalle due discipline, la filosofia e costituita su dei ragionamenti a priori basati su categorie concettuali
e sulle relazioni che esistono tra di esse. La psicologia medica, invece, e basata sul metodo empirico e statistico;
pur non ripudiando un’analisi di tipo qualitativo, essa considera soprattutto la ricerca quantitativa. Essa si
concentra (come qualsiasi disciplina medica) sulla realizzazione di esperimenti e sulla verifica empirica di
ipotesi.
Altra differenza analizzabile fra le due discipline e, sotto alcuni punti di vista, il fine che esse perseguono: anche
se da un primo punto di vista gli scopi delle due discipline potrebbero parere uguali o quanto meno simili (come
messo in luce in precedenza), e allo stesso modo possibile affermare che, mentre la filosofia ha scopi piu
intellettuali e speculativi che solo in un secondo momento trovano un risvolto pratico, la psicologia volge lo
sguardo direttamente ad una terapia e ad un intervento concreti: le teorie della psicologia medica prendono in
considerazione lo studio biologico e fisiologico del nostro cervello. Così, la psicologia si rivolge raramente alla
ricerca di una realta totalmente aliena e scevra dall’esistenza degli uomini (cosa che talvolta accade invece con la
filosofia).

Le analogie fra psicologia e filosofia - La storia del distacco della psicologia dalla filosofia
Se si prende in esame la psicologia come disciplina scientifica fondata sull’osservazione e sull’esperimento, non
c’e dubbio sul fatto che si tratta di una scienza che, enunciata la propria vocazione alla “obiettivita” ed alla
“verificabilita”, non conta ancora cent’anni di vita. Se consideriamo invece “psicologiche” tutte le manifestazioni
dirette e indirette, riflesse e inconsce della vita individuale e collettiva, se “psicologia” e la lotta che l’uomo
conduce contro l’angoscia e l’errore prendendo coscienza del “se” in rapporto agli altri ed all’ambiente, allora la
nascita della psicologia coincide con le origini piu remote della storia umana ed e molto piu vicina alla nascita
della filosofia stessa: si noti dunque come la distinzione tra la “psicologia filosofica” e la “psicologia scientifica”
sottolinea il passaggio dalla speculazione filosofica all’approccio scientifico nello studio della mente umana.
Mentre la psicologia filosofica di basava su argomentazioni razionali e concetti filosofici, la psicologia scientifica
ha adottato metodi e approcci scientifici per comprendere i fenomeni psicologici in modo oggettivo e misurabile.
Detto in altre parole, lo sviluppo della psicologia può essere visto come un processo graduale di
separazione dalla filosofia, pur mantenendo stretti legami con questioni e dibattiti filosofici che continuano a
influenzare la ricerca e la teoria psicologica.

Di fondante importanza per la comprensione del legame storico fra le due discipline e poi una conferenza
(riassunta in un articolo che e qui riportato: https://www.psicoterapiaesistenziale.org/D7-Filosofia-Psicologia-
Psichiatria.html#:~:text=La%20psicologia%20si%20distingue%20ad,uomo%20e%20della%20sua%20mente)
tenuta il 7 marzo 2018 da Lodovico Berra, medico specialista in psichiatria e psicoterapia. Ascoltandolo, si riesce
a comprendere come la storia della psicologia inizi con i filosofi dell’antica Grecia (Socrate, Platone, Aristotele),
che per primi cercarono di dare una spiegazione a dei particolari comportamenti umani. Ad ulteriore riprova di
tale legame fra le due discipline c’e il fatto che fino alla meta del ventesimo secolo nelle universita la psicologia
era parte dei dipartimenti di filosofia.
“Possiamo infatti considerare gia gli antichi filosofi” - continua Berra - “come psicologi ante litteram”. Si rende
dunque interessante recuperare il modo in cui i filosofi dell’antica Grecia vedevano il funzionamento psichico,
trovando in loro alcuni elementi che verranno poi ripresi (seppur con termini e modi diversi) dalla psicologia
moderna.

La psicologia nei filosofi dell’antica Grecia


Così come si e soliti riconoscere nel pensiero dei filosofi dell’antica Grecia l’origine della filosofia occidentale, e
possibile trovare nelle loro opere elementi che rappresentano un primo tentativo di interpretazione dei disturbi
psichici e della mente umana piu in generale:
1. Socrate e la psyché: Socrate e il primo filosofo per il quale l’essenza dell’uomo e la sua psyché, considerata
come la sua intelligenza e la sua capacita di intendere e volere; l’importanza della psyché e così alta che il
principale compito dell’essere umano e quello di “prendersi cura della propria anima”. Con tale filosofo
viene dunque formulata in modo definitivo la tesi che vede nella psyché l’intelligenza come essenza
originaria dell’uomo. In questo si noti come Socrate sia uno dei primi filosofi occidentali ad occuparsi
dello studio dell’anima: di qui nascera il detto greco gnōthi sautón, “conosci te stesso”.
2. Platone: Platone concentra il proprio studio dell’anima sui disturbi mentali minori, che definisce
“malattie dell’anima”; esse possono derivare da “dissimetria” fra corpo e mente, da una cattiva
educazione, da rapporti familiari contrastanti. Interessante e notare come Platone individui il disturbo
dell’isteria solo nelle anime femminili: tale disturbo individua un’anima femminile “delusa e arrabbiata”
per non aver potuto adempiere ai compiti propri della stessa donna, quali il dare alla luce una creatura.
Per il filosofo, dunque, la psicologia comprende sia disturbi psicotici a genesi umorale sia altri che
nascono per passioni che turbano l’anima; il primo tipo di malati e di competenza del medico, il secondo
del filosofo; nasce così per la prima volta una distinzione fra malattie del corpo e malattie dell’anima
(Fedro 270c – 271a): e con Platone, pertanto, che almeno indirettamente comincia a sentirsi il bisogno di
alcuni uomini che sappiano “leggere nell’anima”: ai tempi, tali figure furono individuate nei filosofi; oggi,
noi individuiamo queste figure negli psicologi: un’ulteriore riprova della vicinanza della psicologia con la
filosofia.
3. Aristotele: in questo filosofo il concetto di anima (psyché) era inteso in modo differente da quella che in
seguito verra chiamata, con piu precisione, psiche o mente: non era dunque ancora chiaro per Aristotele
il rapporto cervello-psiche. Egli riteneva infatti che la mente si trovasse nel cuore, che conteneva tutte le
emozioni ed il pensiero; l’unico scopo del cervello era, per Aristotele, quello di raffreddare il cuore.
All’interno del De Anima Aristotele ha comunque intuizioni che si rivelano tutt’ora estremamente attuali,
e che dunque a quel tempo erano rivoluzionarie. Anche l’immaginazione viene indagata da Aristotele, che
la intende come capacita creativa e di pensiero, che si puo sviluppare solo attraverso il mondo sensibile.
Ogni elemento che viene a far parte della vita psichica deriva dunque dalle informazioni sensoriali che
derivano dal mondo esterno.
Aristotele si cimento anche nella psicopatologia dando una interpretazione di alcuni disturbi psichici. Per
esempio, il filosofo intende l’isteria come un disturbo dovuto ad un “ristagno morale”, dovuto all’assenza
di piacere erotico nell’organismo femminile, da lui considerato inferiore a quello del maschio e invidioso
del pene: “la donna e un maschio mutilato”, affermera il filosofo. In questo modo, Aristotele e un filosofo
importantissimo nel campo della futura psicologia, poiche sara il primo a comprendere che alcuni
comportamenti umani derivano da precisi istinti sessuali: in questo anticipa la teoria psicoanalitica
freudiana, secondo cui finanche il comportamento del bambino e basato su istinti sessuali.

Si noti dunque, sulla base degli esempi precedentemente riportati, come gia tra i filosofi dell’antica Grecia fossero
analizzate, discusse e definite patologie psichiche, come l’isteria e la psicosi maniaco depressiva. Sebbene si fosse
ben lungi dal porsi problemi nosografici (la nosologia e la scienza che si occupa della classificazione sistematica
delle malattie), vi era certamente gia l’intenzione di dare una spiegazione alle anomalie del funzionamento
psichico.

Procedendo nell’analisi della comune storia fra psicologia e filosofia, nel 1690 John Locke, filosofo inglese,
pubblica il “Saggio sull’intelletto”, in cui egli cerca di ricostruire il funzionamento della mente, per capire come
nascono i nostri contenuti mentali, astratti e complessi. Per lui all’origine delle idee c’e l’esperienza, motivo per
cui si studia il comportamento animale ed umano. Egli vuole arrivare a capire quale sia il modo migliore per
ragionare. La mente, pero, viene analizzata solo attraverso ragionamenti ed osservazioni, senza esperimenti.
Curioso ed al contempo interessante e un esempio operato dallo stesso filosofo: egli immagina che possa capitare
ad una persona, cieca dalla nascita, di riacquisire la vista; Locke si chiede se tale persona riuscira a comprendere
le forme degli oggetti senza l’utilizzo del tatto (l’unico senso precedentemente utilizzato). Locke immagina
dunque un esperimento, ma non lo pone in azione. Per questo, il suo tentativo di studiare la mente non avra
successo nella moderna psicologia medica, anche se molti psicologi moderni prenderanno spunto da lui per dare
una base solida ai propri ragionamenti.

La nascita delle “Scienze dello spirito”: le scienze studiano per la prima volta l’animo umano
Muovendoci verso tempi piu moderni, alla fine del XIX secolo Wilhelm Dilthey, filosofo e psicologo tedesco nato
nel 1833 e morto nel 1911, principale rappresentante di un indirizzo filosofico post-hegeliano, mette in evidenza
la distinzione tra quelle che vengono definite come “Scienza della natura” e le “Scienze dello spirito”, il che pone
la base alle diverse direzioni che prendera la psicologia rispetto alla filosofia: le Scienze della natura hanno per
oggetto di studio cio che e esterno all’uomo, cio che si presenta all’esterno della coscienza, mentre le Scienze dello
spirito si occupano di cio che si presenta all’interno della coscienza, di cio che e immediatamente vissuto
dall’uomo stesso. E proprio con la definizione di “Scienze dello spirito” all’inizio del XX secolo, dunque, che Dilthey
porta per la prima volta lo studio dell’anima, relegato fino a quel momento alla filosofia, a qualcosa di scientifico:
si comincia a pensare alla psicologia. Per la nascita vera e propria della psicologia e della psicoanalisi bisognera
pero attendere Sigmund Freud.

La nascita della psicologia scientifica


La psicologia scientifica moderna nasce nella seconda meta dell’Ottocento: tra il 1850 ed il 1870 alcuni medici
cominciano ad occuparsi per la prima volta in maniera sperimentale dello studio della mente. Tali scienziati
cominciano ad applicare allo studio della mente le metodologie gia applicate alle scienze naturali, ma senza
rendersi conto che fondamentalmente stanno creando una nuova scienza, la moderna psicologia scientifica, in
cui essi fondono per la prima volta filosofia e scienze naturali.

Fra questi scienziati, il merito di aver fondato la psicologia come disciplina accademica va a Wilhelm Wundt, che
nel 1862 pubblica il primo “Manuale di psicologia”. Nel 1875 egli diverra professore di filosofia a Lipsia, dove
fonda il suo laboratorio nel 1879: importantissimo e notare, dunque, come il primo laboratorio di psicologia
venga fondato da un filosofo nell’ambito di una facoltà di filosofia.
Piu o meno negli stessi anni Franz Brentano, filosofo tedesco (maestro tra l’altro di Edmund Husserl, fondatore
della moderna fenomenologia) propone un approccio filosofico alla psicologia per il quale egli puo essere
considerato come il secondo padre della psicologia (insieme a Wundt): le due tradizioni, quella Wundtiana e
quella Brentaniana, rappresentarono per decenni i due grandi orientamenti di ricerca esistenti nella psicologia
sperimentale e teorica.

Sigmund Freud e la psicoanalisi


Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo nasce a Vienna la psicoanalisi. Generalmente, si usa datare la
nascita della psicoanalisi con la prima interpretazione di un sogno scritta da Freud, un suo sogno della notte tra
il 23 ed il 24 luglio 1895, riportato anche ne “L’interpretazione dei sogni” come “Il sogno dell’iniezione di Irma”.
Irma (il cui vero nome era Emma Eckstein) era una giovane donna che aveva un legame d’amicizia con Freud e la
sua famiglia. L’uomo l’aveva presa in cura durante l’estate del 1895 per una sintomatologia di tipo isterico:
avendole proposto pero una cura che la donna non aveva accettato, la cura non ando a buon fine. Il giorno del
sogno, il collega Otto disse a Freud che recentemente aveva avuto modo di vedere Irma, affermando che stesse
meglio, ma non del tutto bene. Freud aveva interpretato questa risposta di Otto come un’allusione al carattere
incompleto dei risultati della propria cura e dunque come una sorta di rimprovero a lui ed alle sue capacita
professionali. La sera stessa, percio, egli aveva iniziato a scrivere una dettagliata relazione su come si era svolta
la terapia di Irma. Poi, l’aveva sognata. Freud descrisse il sogno così:
“Un grande salone – stavamo ricevendo numerosi ospiti. – Tra di essi c’e Irma. Io la presi in disparte, come per
rispondere alla sua lettera e rimproverarla di non aver ancora accettato la mia «soluzione». Le dissi: «Se hai
ancora dei dolori e davvero solo colpa tua». Mi rispose: «Se solo tu sapessi che dolori ho ora in gola, nello stomaco
e nel ventre, mi soffocano». Io mi spaventai e la guardai. Era pallida e gonfia. Pensai che dopo tutto dovevo aver
trascurato qualche disturbo organico. La portai vicino alla finestra e le guardai in gola, e lei mostro una certa
riluttanza, come le donne con la dentiera.
Io pensai che veramente non c’era bisogno di farlo. Poi lei aprì bene la bocca e sulla destra trovai una grande
macchia bianca; in un altro punto vidi delle estese croste grigiastre su delle forme notevolmente incurvate, che
imitavano evidentemente le cavita nasali. Chiamai subito il Dr. M. ed egli ripete l’esame e lo confermo… Il Dr M.
sembrava molto diverso dal solito, era pallido, zoppicava e non aveva la barba… Anche il mio amico Otto era ora
vicino a lei, e il mio amico Leopoldo stava percuotendo il suo petto e diceva: «Ha un’area ottusa in basso a
sinistra». Indico anche che una parte della pelle sulla spalla sinistra era infiltrata (lo sentii come lui, nonostante
il vestito)… M. disse: «Non c’e dubbio, si tratta di un’infezione, ma non importa: interverra la dissenteria e le
tossine saranno eliminate»… Noi conoscevamo anche l’origine dell’infezione. Non molto prima, quando lei si
sentiva poco bene, il mio amico Otto le aveva fatto un’iniezione di propile… propili… acido propionico…
trimetilammina (e vidi davanti a me la formula stampata in grassetto)… Iniezioni di quel genere non si
dovrebbero fare così sconsideratamente… E probabilmente la siringa non era pulita».
Freud prende in considerazione vari aspetti del sogno, legandoli alla propria vita reale e facendo moltissime
associazioni. Il sogno si svolgeva, ad esempio, in un salone, perche a breve sarebbe stato il compleanno della
moglie e avrebbero dato una festa, ricevendo ospiti, fra cui la stessa Irma, nella casa di vacanza di Bellevue. Freud
si sofferma sui personaggi di Otto e Leopold, due sue amici e colleghi, mettendo in evidenza la rivalita
professionale tra i due. Otto era una persona impulsiva e superficiale, mentre Leopold era invece un tipo molto
scrupoloso. Nel sogno pero e proprio Otto a rimproverare Freud di non essere stato abbastanza scrupoloso. Poi
si parla di un liquore, regalato da Otto a Freud, il cui odore disgustoso ricordava il propile. La trimetilamina
ricordata nel sogno era invece in relazione ad un errore medico del suo amico Fliess. Due mesi prima del sogno,
Freud aveva infatti indirizzato la sua amica Emma Eckstein a Wilhelm Fliess per un intervento di chirurgia nasale,
le cui conseguenze erano state quasi fatali per la Eckstein, che era rimasta permanentemente sfigurata.

Facendo riferimento proprio a Freud ed al suo interesse per la psicologia e per la filosofia, mediante questo link
https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2019/03/Remo-Bodei-Filosofia-e-psicologia--67e5189f-a632-
402e-8a61-26377ed129fc.html e possibile accedere ad un’intervista rivolta in occasione della IV edizione del
Festival del Pensare a Remo Bodei: filosofo italiano morto nel 2019, professore in Filosofia presso la UCLA di Los
Angeles e all’Universita Normale di Pisa, egli si interesso a fondo della filosofia classica tedesca e dell’idealismo,
esordendo con la fondamentale monografia Hegels Leben (“Vita di Hegel”). In tale intervista, Bodei tratto dei
rapporti tra psicologia e filosofia, affermando che “la psicologia nasce all’interno della filosofia, ma negli ultimi
decenni del ‘700 si comincia a erodere il legame tra le due discipline, che si spezza quando la psicologia diviene,
alla fine del secolo successivo, una scienza quantitativa”.

Il filosofo riporta un interessante aneddoto, importante per comprendere come la nascita della psicologia sia
avvenuta a partire dalla filosofia: Sigmund Freud, il fondatore indiscusso della psicoanalisi (dalla quale derivera
la piu generale “psicologia”) avrebbe desiderato studiare filosofia, ma essendo povero e sapendo che con la
filosofia non avrebbe guadagnato molto, decise di compiere una eimleitung (così come viene definita;
letteralmente “deviazione”), arrivando alla psicologia non gia mediante la filosofia, ma attraverso la medicina. La
psicoanalisi altro non sarebbe dunque che il tentativo di sondare la psiche con nuovi metodi che passano
attraverso la cultura medica ma che non dimenticano la filosofia: non si dimentichi che Freud studio con
Brentano, filosofo e psicologo tedesco, maestro di Alexius Meinong e di Edmund Husserl, fondatore della
fenomenologia.

Paul-Laurent Assoun, psicoanalista e professore all’universita di Parigi, mette in luce l’influenza della filosofia su
Freud e scrive che “Freud apprese a leggere filosoficamente sotto lo stimolo dei seminari di Brentano, mediante
i quali egli avrebbe approfondito la conoscenza di Aristotele, Strauss, Feuerbach, ed avrebbe imparato ad
abbinare speculazione ed osservazione”. Nelle lettere all’amico Wilhelm Fliess, Freud scrive: “da giovane non ero
animato da altro desiderio che non fosse quello della conoscenza filosofica, e ora, nel mio passare dalla medicina
alla psicologia, quel desiderio si sta avverando. Nutro la segreta speranza di arrivare per le stesse vie alla mia
meta iniziale, la filosofia”.
I problemi affrontati dalla filosofia che riguardano anche la psicologia: quali sono?
Dopo l’analisi della storia comune fra filosofia e psicologia, dopo una prima analisi del campo di studio comune
alle due materie (l’anima), e possibile ora studiare in maniera piu precisa le domande comuni alle due materie. I
filosofi si sono infatti confrontati con una serie di domande fondamentali che riguardano anche la psicologia,
esplorando temi quali la natura del se, l’acquisizione della conoscenza, il rapporto tra mente e corpo, la
percezione della realta, il ruolo della mente inconscia nel comportamento e l’interazione con l’ambiente. Questi
problemi pongono le basi per un’analisi approfondita delle sfide che riguardano la comprensione della mente e
del comportamento umano. Questi stessi interrogativi sono stati affrontati, nel corso della storia, anche dagli
studiosi di psicologia, che hanno offerto una varieta di risposte, influenzate dalle diverse scuole di pensiero, e
contribuiscono alla nostra conoscenza dell’essere umano.
Quali sono questi concetti fonte di studio per entrambe le discipline?
• La natura del sé: un’indagine sull’identità umana e sulla coscienza individuale. Filosofi come Cartesio,
Locke, Berkeley e James hanno proposto delle visioni contrastanti sulla natura del sé. Mentre Cartesio
pensava ad una mente immateriale separata dal corpo (la res cogitans) come fonte di coscienza e pensiero
razionale, Locke sosteneva che la mente fosse una “tavoletta rasa” all’inizio della vita, acquisendo
conoscenza attraverso l’esperienza. Berkeley, invece, negava l’esistenza di una realtà materiale
indipendente dalla percezione, affermando che tutto esisteva solo nella mente di Dio e James concepiva
il sé come un flusso di coscienza in costante mutamento. Per quanto concerne la Natura del Sé, gli
psicologi hanno adottato diverse prospettive: ad esempio, secondo la psicologia di Freud, il sé è
influenzato dai processi inconsci e dai desideri repressi. Al contrario, la psicologia umanistica (anche
conosciuta con la definizione di “terza forza”, in quanto alternativa sia al comportamentismo sia alla
psicologia dinamica, si sviluppa nell’ambito del pensiero psicologico) sottolinea l’importanza
dell’autorealizzazione e dell’esperienza soggettiva per la formazione del sé.
• L’acquisizione della conoscenza: un’altra tematica cruciale riguarda l’acquisizione della conoscenza.
Cartesio enfatizzava la ragione e la deduzione come mezzi per ottenere conoscenza, indipendentemente
dall’esperienza. Locke, invece, sosteneva che tutte le conoscenze e le idee fossero acquisite attraverso
l’esperienza sensoriale e la riflessione. Berkeley metteva in luce la percezione come fondamento della
conoscenza, mentre James sottolineava che l’utilità nell’orientare l’azione determinava la verità di
un’idea. Gli attuali psicologici, invece, per quanto riguarda l’acquisizione della conoscenza di sono
concentrati sullo studio dei processi cognitivi. Teorie come il costruttivismo suggeriscono che la
conoscenza sia costruita attivamente dall’individuo attraverso l’interazione con l’ambiente. Allo stesso
modo, l’apprendimento sociale sottolinea l’importanza dell’osservazione e dell’imitazione nel processo
di acquisizione della conoscenza.
• Il rapporto mente-corpo: anche tale tematica è affrontata sia dai filosofi che dagli studiosi di psicologia.
Cartesio aderiva al dualismo, considerando mente e corpo come sostanze separate, l’una immateriale e
l’altra materiale (rispettivamente res cogitans e res estensa). Locke, invece, vedeva mente e corpo come
entità separate ma interconnesse, con la mente come fonte di coscienza e pensiero ed il corpo come fonte
di sensazioni ed azioni. Spinoza considerava mente e corpo come due aspetti complementari di una stessa
realtà, superando così per la prima volta il dualismo cartesiano. Gli psicologi invece hanno sviluppato su
questo concetto diverse teorie: la prospettiva del dualismo cartesiano, che considera mente e corpo come
entità separate, ha ceduto il passo a modelli integrati come la teoria dell’embodied cognition, che sostiene
che i processi cognitivi sono profondamente radicati nel corpo e che il corpo riveste un ruolo centrale nel
modellare la mente: mente e corpo sarebbero dunque interdipendenti;
• La natura della realtà e della percezione: la natura della realtà e della percezione costituisce un altro
ambito di indagine comune alle due discipline. Cartesio sosteneva l’esistenza di un mondo materiale che
poteva essere conosciuto attraverso la ragione e la deduzione, indipendentemente dall’esperienza. Locke
attribuiva grande importanza alla sensazione ed alla riflessione come fonti di conoscenza sul mondo
materiale. Per quanto concerne la percezione della realtà in base alla filosofia, gli psicologi hanno studiato
i processi percettivi e le influenze cognitive sulla percezione. Ad esempio, psicologi come Wertheimer e
Kohler, hanno sottolineato l’importanza di studiare la percezione nel suo insieme piuttosto che
scomporla in singole parti. Allo stesso tempo, la prospettiva costruttivista sottolinea che la percezione è
influenzata dalle aspettative, dalle esperienze passate e dalle interpretazioni soggettive.
• L’interazione con l’ambiente: la domanda su come gli individui interagiscono con il loro ambiente ha
ricevuto varie risposte dai filosofi. Locke, empirista, riteneva che le persone acquisissero conoscenza
attraverso l’esperienza sensoriale: secondo Locke, le persone interagiscono con il loro ambiente
percependolo attraverso i loro sensi e formando delle idee basate su tali percezioni. Berkeley, filosofo
idealista, riteneva che il mondo esterno fosse un prodotto delle nostre percezioni e non esistesse
indipendentemente da esse. Nietzsche, filosofo che a suo tempo sottolineò tra le altre cose l’importanza
della volontà e della creatività individuale, riteneva che le persone interagissero con il loro ambiente
plasmandolo attivamente in base ai propri desideri e valori. Per quanto concerne questo tema gli
psicologi hanno adottato diverse prospettive. Burrhus Skinner, psicologo statunitense, affermerà che
ciascuna persona interagisce con l’ambiente nel quale vive rispondendo agli stimoli in maniera unica e
irripetibile; gli psicologi evoluzionisti (seguaci sotto alcuni punti di vista di Charles Darwin) proposero il
fatto per cui le persone interagiscono con il loro ambiente in modi adattivi che sono sempre volti alla
migliore sopravvivenza possibile: secondo questa prospettiva, il comportamento è modellato dalla
selezione naturale e dalla necessità di adattarsi alle mutevoli condizioni ambientali.

Sulla base dell’analisi delle domande che sono state (e sono tutt’ora) comuni alla psicologia ed alla filosofia, si
nota come le due discipline condividano, fondamentalmente, lo stesso campo di studio. Complessivamente, è
possibile affermare che le principali differenze fra la filosofia e la psicologia sono date, ad oggi, dal diverso
approccio che esse hanno con i problemi affrontati: la prima, nata in un tempo in cui la scienza medica non
esisteva (o comunque era legata nella maggior parte dei casi alle varie credenze religiose, alla conoscenza della
natura, ecc.) cerca di studiare l’uomo nella sua globalità mediante ragionamenti astratti e speculazioni; la
seconda, invece, sviluppatasi in un tempo in cui la scienza compie continuamente grandi passi in avanti, è basata
su una precisa analisi della mente condotta sulla base di teorie perseguite mediante il metodo sperimentale. Non
per questo, però, bisogna ritenere la filosofia meno attendibile della psicologia: sono due “chiavi di lettura” del
nostro essere interdipendenti e complementari, entrambe fondamentali per giungere ad una verità che sia
quanto più completa possibile.

Bibliografia e sitografia:
• Le analogie fra psicologia e filosofia; storia del distacco della psicologia dalla filosofia: Relazione tra
filosofia e psicologia – Elaborazioni Concettuali (home.blog)
• Filosofia e psicologia: che relazione esiste? - La Mente è Meravigliosa (lamenteemeravigliosa.it)
• Remo Bodei: Freud e la filosofia: Remo Bodei. Filosofia e psicologia | Filosofia | Rai Cultura
• Lodovico Berra: i filosofi dell’antichità e la psicologia: Filosofia, Psicologia e Psichiatria: un legame
indissolubile (psicoterapiaesistenziale.org)
• Filosofia e Psicoanalisi - Centro Studi di Psicologia e LetteraturaCentro Studi di Psicologia e
Letteratura (centrostudipsicologiaeletteratura.org)
• Freud ed il sogno dell’iniezione di Irma: https://www.psicolinea.it/freud-i-sogni-ed-il-sogno-
delliniezione-di-irma/

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