IDEALISMO ASSOLUTO
perché
per Hegel l’IDEA (cioè il PENSIERO, lo SPIRITO) è “assoluta”, parola che deriva
dal termine latino “absolutus”, che vuol dire “sciolto”, e quindi “non dipendente da
altro”, libero. L’idea (cioè il pensiero, lo Spirito) è “assoluta” in due sensi:
2) diventa completamente concreta nella realtà (questo accade per es. nello Stato, in
cui si concretizza un’idea di convivenza tra gli uomini e in cui lo spirito di un popolo
diventa reale, cioè assume una forma concreta nelle leggi, negli usi, nei costumi).
SISTEMA
Hegel ritiene che la realtà sia un SISTEMA, cioè un insieme di elementi che stanno
tra loro in una relazione necessaria (cioè in una relazione che non può essere
diversamente da com’è). Di conseguenza anche il pensiero che comprende la realtà
deve assumere la forma di un sistema, cioè le teorie elaborate dal pensiero debbono
stare tra di loro in una relazione necessaria.
Il sistema della realtà si articola in tre momenti:
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1) l’IDEA IN SÉ E PER SÉ = paragonata a Dio prima della creazione del mondo
= il concetto che sta alla base di ogni cosa, il puro pensiero, considerato
indipendentemente dalla realtà
Siccome il sistema del pensiero che comprende la realtà corrisponde al sistema della
realtà, anche il sistema del pensiero, cioè la filosofia hegeliana, si articola in tre
momenti, che sono:
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Per Hegel c’è un’identità tra Ragione e realtà, cioè tra pensiero ed essere. Nella
Prefazione alla Filosofia del diritto Hegel scrive che “ciò che è reale è razionale” e
“ciò che è razionale è reale”, il che vuol dire:
Dato che la realtà è razionale Hegel ritiene che la filosofia non debba cercare di
cambiarla, ma solo di comprenderla. Hegel paragona la filosofia alla nottola,
che è l’uccello sacro alla dea Minerva. La nottola spicca il volo solo al crepuscolo,
quando finisce il giorno. Questo vuol dire che secondo Hegel la filosofia inizia a
comprendere qualcosa solo dopo che essa è già accaduta. Dal fatto che la filosofia
entra in azione solo dopo che qualcosa è già avvenuto, e si limita a comprenderlo
senza volerlo cambiare, deriva l’atteggiamento fondamentalmente
“giustificazionista” (cioè tendente a giustificare la realtà) che Hegel attribuisce
alla filosofia.
DIALETTICA
La dialettica è costituita da tre momenti. Questi tre momenti sono chiamati dagli
studiosi di Hegel tesi, antitesi, sintesi. Hegel li chiamava in altri tre modi:
in sé, per sé, in sé e per sé;
affermazione, negazione, negazione della negazione;
astratto o intellettuale, negativo-razionale, positivo razionale.
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2) L’ANTITESI, il secondo momento, costituisce la NEGAZIONE della tesi,
cioè della precedente affermazione, l’opposizione a essa (per es. la confutazione di
un’idea, la reazione a un movimento storico quale è il Romanticismo, che si
oppone all’Illuminismo). Questa negazione non vuol dire però annullamento: ciò
che è negato non è totalmente annientato, perché a essere negato è solo il suo
isolamento. Negare qualcosa vuol dire pertanto porlo in relazione con le altre cose,
soprattutto con il suo opposto. La facoltà che effettua la negazione si chiama
“RAGIONE”. Hegel dice che la negazione, ponendo in relazione una cosa con il
suo opposto, “media” una cosa con il suo opposto, è “mediazione”.
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Il pensiero “produce” la realtà nel senso che l’essenza della realtà è il suo aspetto
spirituale (cioè ciò “che conta” di ogni cosa è il suo concetto, che è prodotto e
compreso dal pensiero). La concezione secondo cui il pensiero può comprendere
tutta la realtà perché la produce si chiama “idealismo assoluto”.
OPERE
Una “figura” molto famosa della Fenomenologia dello Spirito è quella intitolata
“Signoria e servitù” (chiamata anche “del servo e del padrone”). In essa Hegel
dice che nella lotta tra due “autocoscienze” (cioè tra due individui) vince chi mette
in pericolo anche la propria vita, pur di avere la meglio. Il vincitore diventa il
padrone, il vinto diventa il servo. Nel rapporto servo-padrone, però, chi è
veramente libero non è il padrone, bensì il servo. Infatti il padrone ha bisogno delle
cose che produce il servo, e del lavoro del servo (che per es. pulisce la sua casa,
coltiva i campi per lui ecc.). Con il passare del tempo questo porta a un
“ROVESCIAMENTO”, cioè a un’inversione dei ruoli, perché il servo si rende
conto della sua posizione di forza e si ribella, conquistando autonomia (cioè
libertà) nei confronti del padrone.
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Alla fine di tutte le “figure” della Fenomenologia dello Spirito lo Spirito si rende
conto di essere completamente libero. La conclusione dell’opera intitolata
Fenomenologia dello Spirito corrisponde dunque al momento storico in cui
l’umanità intera si rende conto di essere libera, cioè al momento storico in cui non
solo è abolita la schiavitù, ma tutti gli uomini possono pensare liberamente e la
filosofia si può sviluppare completamente. Secondo Hegel questo momento storico
coincide con il “mondo cristiano-germanico” (con il periodo storico in cui Hegel
vive) e culmina con la stessa filosofia hegeliana.