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Hegel

Il sistema filosofico di Hegel è contenuto nell’enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (utilizzata per le
sue lezioni) 1827 1830

La realtà è un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione.
Realtà = infinito (assoluto: soggetto spirituale in divenire in cui tutto ciò che accade è una tappa della sua
realizzazione). Ciò che esiste = finito.
La realtà riporta una struttura razionale che si manifesta in natura (inconsapevolmente) e nell’uomo. Assoluto:
idea o ragione (“tutto ciò che è razionale è reale, tutto ciò che è reale è razionale”).
Dialettica: legge che regola il divenire dell’Assoluto e si articola in tesi e antitesi che si uniscono infine nella
sintesi—>Tesi: affermazione di qualcosa, ma che si mostra astratta. Antitesi: negazione della tesi. Sintesi:
riproposizione della tesi a livello superiore perché è passata attraverso la negazione (forma di mediazione);
necessaria per trovare una dimensione che abbia osservato qualsiasi spazio ideologico e che vada oltre al
conflitto ma preservandolo.
Visto che realtà e pensiero coincidono, la dialettica è il modo in cui opera la ragione e il modo in cui funziona la
realtà . Il processo dialettico e teleologico, cioè orientato a un fine-> Tutto ciò che verrà dopo è presente in germe
dall’inizio, ma il punto di arrivo è ciò che dà senso al processo. La dialettica si articola in tre momenti:
-dell’idea in sé (tesi): a prescindere dalla sua concreta realizzazione.
-idea fuori di sé (antitesi): idea che esce per farsi natura.
-idea in sé (sintesi): è lo spirito che ritorna in sé.

La filosofia Hegeliana è la filosofia del circolo (tesi-antitesi-sintesi in cerchio): lo spirito uscendo da se e


ritornando in se invera sempre più se stesso. A questi tre momenti strutturali dell’Assoluto corrispondono le
partizioni dell’enciclopedia:

-tesi: scienza della logica (studia l’ossatura della realtà , le categorie del pensiero e i loro legami)
-antitesi: filosofia della natura (alienazione dell’idea di ciò che sta fuori da noi, che sta fuori di se nello spazio)
-sintesi:filosofia dello spirito (studia l’uomo nelle sue facoltà individuali e all’interno delle situazioni sociali e
politiche. Riconosciamo un medesimo soggetto agente in noi e nella natura-> troviamo uno spirito che ci unisce)

L’idea raggiunge la piena consapevolezza di se nello Spirito ovvero quando diventerà la piena realtà
(idea+manifestazione fuori di sé). La manifestazione di sé nella natura è un momento negativo, di sofferenza, e
perciò (in ottica romantica) si ripresenterà arricchito. Come la storia, i cui eventi drammatici sono le
manifestazioni dell’astuzia della ragione, ma i cui protagonisti sono l’incarnazione dello spirito del mondo.

Scritti giovanili (fino a ‘800): principalmente riflessioni religiose. Ha una fede liberale; compagno di studio di
Schelling. Andamento scolastico non costante. Attenzione a scenari rivoluzionari e cattiva luce. Sembra voler
superare da subito la filosofia di Kant in ambito morale.
-religione popolare e Cristianesimo: contrappone religione greca (forza vivificante) e cristiana
-vita di Gesù : Dio è la ragione stessa a cui conformarsi, Gesù è il cristo fondatore di una religione del dovere
-la positività della religione Cristiana: da legge morale a rispetto di Legge e autorità ?
-lo spirito del Cristianesimo e il suo destino: accusa Kant di aver diviso soggetto morale tra sensibilità e ragione
(solo amore riconcilia l’uomo a se stesso).

Confronto con gli idealisti: l’interesse filosofico emerge con “differenza fra il sistema filosofico di Fichte e quello di
Schelling”. L’opera accosta i maggiori autori dell’idealismo tedesco che radicalizzano e alternano l’idealismo
trascendentale Kantiano ed eliminano la cosa in sé (risolvono divisione fenomeno/numeno) e riducono la realtà
all’attività creatrice dell’Io. Risolvono la scissione tra oggetto e soggetto.
-Fichte: il non-io (oggetto/natura) è posto dall’io (parte del soggetto = autore realtà )= Idealismo oggettivo ed
estetico; tutto ciò che possiamo pensare possiamo conoscerlo, nulla escluso.risolve il finito nell’idea (contenuto
soggettivo di coscienza).
-Schelling: identità assoluta partendo la differenziazione interna= idealismo oggettivo ed estetico (il soggetto può
conoscere ogni cosa ipotizzando che ci sia identità originaria tra noi e il mondo).risolve il finito nell’idea (essenza
oggettiva della realtà ).
La natura non è separata da noi, ma è una cosa che possiamo addirittura modificare e conoscere interamente.
Uomo e natura sono fin dall’inizio le componenti della totalità e non c’è distinzione tra soggetto e oggetto.
Cercano di radicalizzare l’idealismo (ovvero far derivare ciò che esiste dalle idee) trascendentale (cioè far
diventare tutto della forma “a priori”) di Kant.
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Idealismo assoluto (rottura con Schelling per percorso dialettico e razionale): Nella filosofia Hegeliana gli opposti
sono uniti immediatamente e razionalmente attraverso il processo dialettico che conduce al vero assoluto.
Essere è ciò che è e ciò che è perché deve essere.
1-finito e infinito: Risoluzione del finito nell’infinito.
Finito: no valore autonomo, non vero di per sé (non ha fondamento e giustificazione di esistere). Esiste solo
nell’infinito. Si risolve nell’infinito (cioè unica realtà ). Gli enti sono manifestazioni di infinito. La realtà è l’unico
organismo (infinito, assoluto, ragione, idea, spirito). Interpretare le cose in modo astratto, cioè concepirle come
separate, non tenere conto delle relazioni fra esse (diverso concreto, si relazioni).
Infinito = soggetto spirituale in divenire che produce sè stesso, tutto ciò che esiste è un momento necessario
al divenire dell’infinito. Nel suo processo di autoproduzione l’infinito si produce progressivamente e giunge la
consapevolezza nell’uomo come arte (rappresentazione concreta dell’assoluto); religione (personificazione
dell’assoluto); filosofia (riflessione razionale sull’assoluto).
Intelletto= facoltà astratta. Ragione= coglie i nessi dinamici della realtà .
2-identità tra ragione e realtà (Totalmente identiche): l’infinito coincide con la ragione, quindi essere = pensiero.
La ragione è la struttura della stessa realtà ; la realtà è una manifestazione della ragione in ogni sua forma.
3-la funzione della filosofia: non riflettere su realtà astratte, ma prendere atto della realtà effettiva; arriva tardi,
quando la realtà ha già compiuto il processo di trasformazione; deve descrivere le strutture razionali della realtà
(->funzione giustificatrici del reale); non deve promuovere delle nuove ideologie, deve descrivere la realtà .
Tutto ciò che è e che sarà risponde a una razionalità intrinseca, è espressione di una ragione/spiegazione
complessiva, anche il male risponde un ordine razionale della storia.

“Ciò che è reale è razionale, ciò che è razionale è reale”: tutto ciò che è/ sarà / è stato è espressione di una ragione
completa e definita (anche il male e la cattiveria), tutto ciò che avviene è giusto che avvenga. La realtà manifesta
la ragione in ogni sua forma.
L’essere è ciò che è, ma l’è è ciò che deve essere= accettazione di ciò che esiste/è esistito.

Funzione giustificatrice della filosofia: tutto avviene secondo un giusto ordine, ciò che resta da fare all’uomo è di
riflettere sul passato. La filosofia riflette su ciò che è già stato e ha la funzione di dare una spiegazione; come nella
Nottola di Minerva, la filosofia deve attivarmi quando gli atti sono già stati compiuti, come la civetta esce di notte.
Il pensiero Hegeliano ha dei punti di contatto con il pensiero fascista, una filosofia svilente per chi crede che il
pensiero debba liberare lo spirito.

Dialettica: Legge di sviluppo della realtà e comprensione di essa. Pensare dialetticamente significa concepire la
realtà come totalità processuale che procede a spirale seguendo lo schema triadico:
1-astratto o intellettuale: affermazione concetto astratto
2-dialettico o negativo-razionale: negazione di esso
3-speculativo o positivo-razionale: unificazione dei due (Aufhebung- superamento) dell’aspetto negativo, toglie
l’opposizione e conserva le verità di entrambe.
Nel processo dialettico si comprende meglio il proprio pensiero e realtà .
C’è una coincidenza tra pensiero e realtà . La dialettica è una forma di evoluzione della realtà e del pensiero; è un
momento triadico che conduce a sviluppo di realtà e pensiero verso l’assoluto e la totalità .
1-tesi: si mostra inadeguata e astratta/ separata dalla concretezza, perciò non può essere affidabile
2-antitesi: posta in contrapposizione alla tesi, la contraddice. Non è ancora sufficiente per risolvere i problemi a
causa dei suoi limiti
3-sintesi: cerca una mediazione tra i primi due momenti. La realtà è il divenire: prendendo l’essere è il nulla
troviamo una sintesi nel divenire.

La filosofia Hegeliana ha la volontà di acquistare ogni tipo di spazio di pensiero e di realtà . L’Aufhebung è il
momento in cui si va oltre al conflitto ma allo stesso tempo lo si conserva. Il divenire è un modo di vedere il
conflitto dall’alto.
Tramite il processo dialettico siamo in grado di comprendere il problema
1-la logica (tesi): si occupa dei concetti della nostra mente
2-filosofia della natura (antitesi): indaga ciò che sta all’esterno
3-filosofia dello spirito (sintesi): troviamo in noi l’Assoluto. È il momento conclusivo del movimento concettuale
per avvicinarsi all’Assoluto. L’Assoluto stesso e la natura sono parte di un’unica entità chiamata spirito/assoluto.
Raggiungiamo la consapevolezza che l’Assoluto sta sia in noi che nella natura, si tratta di una ragione condivisa
(lo Spirito).
Il giovane Hegel intende l’amore in senso Cristiano, evangelico. L’amore è la forma suprema di sintesi: 2 individui
diversi che si scontrano fino a trovare la propria sintesi.
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La fenomenologia dello spirito
L’apparire dello spirito: Si tratta di una riflessione più completa sullo Spirito. Ci sono tre momenti in cui questo
concetto acquista maggiore consapevolezza di sé negli uomini.
Descrive l’apparire progressivo dello Spirito a sé stesso nella coscienza umana attraverso due prospettive.
- lo Spirito comprende sé stesso come assoluto mediante la coscienza umana
- La coscienza umana diventa consapevole di essere lo Spirito, che è tutta la realtà .
In questa fase gli uomini si accorgono di essere Spirito, cioè soggetti nella natura.
Queste due sezioni sono allora volta suddivise in tre momenti:
1-prima parte: coscienza, autocoscienza e ragione
2-seconda parte: Spirito, religione e sapere assoluto

1.1 La coscienza: la coscienza si rapporta alla realtà come oggetto. Considerando che è indipendente da sé, ci
rendiamo conto di avere un rapporto con il mondo esterno.
Si articola in tre figure:
- la certezza sensibile: il sapere immediato e certo di una determinata cosa “qui ed ora” sembra la
conoscenza più ricca e sicura, ma si rivela astratta e indeterminata. Attraverso i sensi percepiamo cose
che continuano a mutare, perciò la certezza sensibile non è adeguata a descrivere il mondo con assoluta
certezza; non c’è continuità in ciò che crediamo di conoscere. In questo concetto si trova anche un’idea di
inganno in quanto non siamo certi che ciò che vediamo sia in realtà ciò che pensiamo di vedere.

- La percezione: deriva dalla distinzione tra soggetto che percepisce e oggetto percepito; sembra che
esistano cose con diverse proprietà , ma non si sa che cosa sia ciò che permane, cioè la sostanza. In
questa fase, non essendo ancora in grado di riconoscere la sostanza, ci affidiamo ancora alla percezione,
perciò non riusciamo ancora a comprendere completamente.

- L’intelletto: comprende l’oggetto come fenomeno e intende la sua unità in funzione del soggetto; sembra
che l’Io dia la legge all’oggetto, ma non può accedere alla “cosa in sé”. Il rapporto che c’è tra noi e il
mondo avviene tramite l’intelletto, che interpreta la realtà come fenomeno che varia in base a come
siamo fatti noi e alle strutture che utilizza il nostro cervello per conoscere la realtà .

1.2. L’autocoscienza: quando la coscienza scopre che tutto ciò che esiste sta in sé in quanto soggetto, diventa
autocoscienza e scopre nella realtà altri soggetti come lei. Prendiamo consapevolezza che la realtà esterna esiste
in noi in quanto soggetti, perciò ci interroghiamo sul nostro rapporto su un piano diverso. Ogni autocoscienza ha
bisogno di altre autocoscienza per riconoscere sè stessa, ma il riconoscimento reciproco non avviene con
l’amore, bensì in modo conflittuale, attraverso il “travaglio del negativo”. Il mondo è un fenomeno che esiste
grazie a come siamo fatti noi singolarmente. L’autocoscienza si sviluppa in tre figure:
- servitù e signoria
- stoicismo e scetticismo
- coscienza infelice

Servitù e signoria: in questo momento si riflette su cosa facciano gli uomini quando avviene la creazione delle
comunità : si forma una gerarchia tra le auto coscienze, grazie al confronto intersoggettivo tra più individui. Nel
conflitto delle auto coscienze, ognuna deve essere pronta a tutto per affermare la propria indipendenza. Il
signore è colui che mette a repentaglio la propria vita per prevalere; mentre il servo è colui che preferisce
sottomettersi pur di aver salva la vita. Con il tempo, il signore si abitua a godere passivamente del lavoro altrui e
dipendere dal servo, che invece impara ad essere indipendente attraverso tre momenti:
- la paura della morte, collegata all’assoluta perdita di sé: questa lo aveva reso schiavo. Ha paura perché il
signore può ucciderlo, perciò aumenta la consapevolezza della propria esistenza, diversamente da
quanto avviene al signore.
- Il servizio, che rivela l’autodisciplina. Il servo deve possedere una forte autodisciplina e fare parsimonia,
diversamente dal signore che si concede infiniti vizi.
- Il lavoro, collegato al sacrificio e alla conquista dell’autonomia. Il lavoro rende libero lo schiavo,
diversamente dal signore che deve vivere sulle spalle di qualcun altro. Tramite il lavoro lo schiavo può
sperimentare la sua capacità creativa e avere libertà dello Spirito (spiritualmente superiore al signore).
In tal modo, si verifica un’inversione dialettica dei ruoli, in cui il signore diventa servo del servo e il servo signore
del signore. La gerarchia viene stabilita tramite questo processo principalmente in base alla forza e soprattutto
sulla base della capacità di affrontare il rischio della morte.

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Stoicismo e scetticismo: Sul piano storico-filosofico l’indipendenza dell’autocoscienza si manifesta come
stoicismo: il saggio stoico si sente autosufficiente e libero rispetto agli eventi del mondo esterno, che sono per lui
irrilevanti (inversione servo/signore: il servo scopre un’autosufficienza che lo illude di essere indipendente dal
mondo naturale, la realtà sta all’interno di noi e la possiamo raggiungere. La serenità non lo appaga perché non
comprende il mondo esterno). Lo scetticismo si afferma quando, nel tentativo di liberarsi dalla dipendenza dal
mondo esterno, si pretende di negare ogni valore e ogni realtà a qualsiasi cosa: il saggio scettico dubita di tutto,
per cui sospende il giudizio su ogni cosa (il saggio si rende conto che la ricerca interiore della felicità non dà una
realizzazione completa della propria natura; si arrende e non trova una verità =dubitiamo di tutto perché non ci
spieghiamo la realtà esterna). Lo scettico non comprende l’altro-da-sé, negando la realtà alla realtà dalla quale
dipende; inoltre, si auto contraddice, poiché rifiuta ogni verità e contemporaneamente afferma una verità (cioè
che non esiste alcuna verità ).

La coscienza infelice: le contraddizioni dello scetticismo provocano una scissione interiore nella coscienza; per di
più la realtà esterna, pure negata, continua a sussistere facendo sentire il soggetto una nullità . Nella coscienza
infelice le contraddizioni diventano esplicite e assumono la forma della separazione radicale tra uomo e Dio.
Verità e realtà vengono attribuite a Dio, ossia ad una entità , lontana e inaccessibile, da cui l’opposizione tra finito
e infinito che caratterizza la dimensione religiosa. Storicamente la coscienza infelice si manifesta nell’ebraismo,
per cui Dio è un signore assoluto e inaccessibile, e nel cristianesimo medievale, per cui Dio si incarna in Gesù , ma
resta comunque irraggiungibile nel tempo e nello spazio.
Noi sentiamo di non possedere qualcosa di autentico quindi siamo infelici e proiettiamo le nostre domande in
Dio, che appartiene ad una realtà totalmente diversa: per questo nascono ebraismo (concetto del trascendente) e
cristianesimo (che sostiene l’incarnazione di Dio nella storia, per cui non si realizza una vera e propria discesa
della verità nella storia) che provano a dare una risposta e risolvere queste questioni. Alla fine Hegel arriva alla
conclusione che la religione non dia effettivamente una spiegazione.

1.2 La ragione: con il Rinascimento la coscienza infelice si rende conto di essere essa stessa Dio, l’Assoluto, la
ragione di tutto ciò che esiste, cogliendo l’unità profonda di soggetto e oggetto. Noi ricerchiamo una
razionalità che ci consenta di considerarci parte della natura. In quanto soggetto assoluto, la ragione
individuale comprende di essere l’unica realtà (“certezza di essere ogni realtà ”):
- Come ragione osservativa insegue sé stessa nella natura con un “inquieto cercare”; ricerca della verità in
natura
- Come ragione attiva cerca invano di realizzarsi nel mondo umano attraverso il piacere (Goethe), la legge
del cuore (Rousseau) e la virtù (Robespierre)
- Come individualità in sé e per sé comprende la necessità di raggiungere l’universale (Es: nelle leggi), ma
fallisce perché si affida ad una prospettiva individuale; solo lo Spirito può realizzarsi come Ragione
universale nelle istituzioni storico-politiche. Qua si ha un passaggio ad un grado superiore di
consapevolezza in cui l’umanità viene utilizzata come soggetto collettivo per la ricerca e la realizzazione
della realtà

L’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio

Il significato dell’Enciclopedia: il “sistema della scienza” hegeliano trova una trattazione organica e unitaria
nell’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817, riedizione nel 1830). L’opera presenta i contenuti
già trattati nella “Scienza della logica” e nella seconda parte della “Fenomenologia”, approfondendo la riflessione
sullo Spirito-Idea, inteso come struttura razionale della realtà e insieme del pensiero. Se consideriamo la totalità
dal punto di vista logico possiamo parlare di pensiero, cioè di idea; mentre se consideriamo la totalità ad un
livello non solo concettuale abbiamo a che fare con la ragione, cioè si parla di Spirito, ovvero il momento in cui
l’idea diventa consapevole.
Hegel crede che il vero sia l’intero (per esempio possiamo affermare che la nostra mano sia nostra ma noi non
siamo la nostra mano), perciò siamo contemporaneamente Wirklichkeit e Zufä lligkeit.
Il titolo rimanda la presunzione di poter spiegare l’intera realtà , come l’Encyclopedie illuminista, mettendo in
luce le connessioni dialettiche del reale nell’essenziale dei diversi saperi. L’enciclopedia si articola in tre parti:
Logica, che studia l’idea in sé; Filosofia della natura, che studia l’idea fuori di sé; Filosofia dello Spirito, che studia
l’idea in sé e per sé. Questo modo di articolare l’opera rimanda al movimento dello spirito (“educazione
circolare“).
In questa enciclopedia troviamo espressi il sistema Hegeliano nella sua interezza, si tratta di una raccolta di
informazioni a scopo divulgativo nonostante le idee di Hegel fossero normalmente indirizzate verso un ceto
medio.
In generale le scienze possono portare e aiutano allo sviluppo dello Spirito, ma l’importanza sta sempre
nell’unità .
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-la logica (Logik): (si tratta di metafisica tradizionale, cioè lo studio dell’essere e dei concetti)
Analizza la struttura logico-razionale della realtà e del pensiero, partendo dalla loro identità ;
Si identifica con la metafisica tradizionale, in quanto la legge della ragione è la stessa legge dell’essere;
Mostra il percorso del pensiero umano, dai concetti più semplici e astratti a quelli più complessi e concreti fino a
giungere all’Idea, concetto totalizzante che comprende in sé tutti i precedenti e porta il pensiero a scoprire sé
stesso come oggetto della propria riflessione;
Si articola in essere (cioè il primo concetto che possiamo avere, lo utilizziamo per capire la realtà ad un livello
basico, perciò tutto è unificato sotto il concetto di essere), essenza (In questo passaggio comprendiamo che
fermandoci all’essere non saremo in grado di comprendere la maggior parte delle cose, in quanto le cose
sembrano avere l’essere soltanto temporaneamente, perciò si giunge alla conclusione che la realtà sia “nulla”) e
concetto (in cui sia una sintesi dei due precedenti momenti attraverso una categoria del divenire, in questo
passaggio comprendiamo che qualcosa nella nostra vita è e poi non è più ), a loro volta suddivisi in serie triadiche.
Tramite questo processo Hegel giunge a riconoscere un momento conclusivo in cui si manifesta il concetto
supremo, cioè l’idea in sé. Essa racchiude in se stessa tutti gli altri concerti analizzati in precedenza, e ne è il
risultato. La nostra idea è un tentativo di spiegare la realtà .

-La filosofia della natura (Naturphilosophie):


Si occupa dell’”Idea fuori di sé”, cioè dell’Idea alienata nella dimensione esteriore del mondo naturale, il quale è
legato a spazio, tempo e materia;
Presenta la natura come negazione e “contraddizione insoluta” (Per esempio: il fatto che un tavolo sia materiale,
pone che esso si possa rappresentare nella nostra mente ma lo stesso tempo si opponga a noi, perciò il tavolo
sarà sempre qualcosa di diverso dalla nostra mente), “caduta” dello Spirito, seppur necessario al percorso di
sviluppo dello stesso;
Dà fondazione razionale alle scienze naturali, inserendole in una prospettiva metafisica; si articola in meccanica,
fisica inorganica (o chimica) e fisica organica (o biologia).
La natura è fuori dalla nostra mente, nel mondo naturale si trova un riflesso di ciò che è presente nella nostra
mente: la natura stessa è il luogo dove si riflette la razionalità della mente.
In questa fase l’idea si deve estraniare nella natura: dopo la riflessione sulle nostre strutture mentali dobbiamo
interrogarci su cosa stia al di fuori di noi. Nella natura l’idea si estranea e si ritrova in contraddizione assoluta.
Questa realtà naturale viene ricondotta alla razionalità attraverso la ricerca di leggi naturali che possono
spiegare i diversi fenomeni. Le diverse scienze danno informazioni sulla struttura razionale della realtà prima
trovata nella nostra mente nella logica. A differenza di Kant, che era impressionato dalla grandezza della natura,
Hegel è attento a trovare l’attività di trasformazione degli uomini in natura. La natura rappresenta ciò che lo
Spirito deve conquistare e che al tempo stesso rappresenta un ostacolo per esso. Secondo Hegel siamo noi che
diamo forma alla natura.

-La filosofia dello Spirito: si occupa dell’ Idea che, dopo essersi compiuta ed estraniata nella natura, ritorna in sé e
si scopre Spirito (Geist), ossia razionalità pienamente consapevole realizzata nel mondo umano e soggetto agente
di tutta la realtà . Questa filosofia si occupa di:
~ Spirito soggettivo (Subjektiver Geist), ossia dello Spirito nel suo progressivo emergere dalla natura biologica la
libertà interiore in ogni individuo. Antropologia, fenomenologia e psicologia.
~ Spirito oggettivo (Objektiver Geist), ossia dello Spirito nella sua realizzazione comunitaria, nelle istituzioni
sociali, economiche e politiche, intrisa di razionalità . Qui si trova la riflessione sulla storia, si inizia a considerare
la società e non più il singolo individuo.
~ Spirito assoluto (Absoluter Geist), ossia dello Spirito nel suo ritornare in sé e riconoscersi Assoluto, Infinito,
Ragione universale, esplicantesi nelle creazioni spirituali dei popoli. Si esplica in arte, religione e filosofia: qui si
trovano le risposte più alte date rispetto alla ragione che domina noi e il mondo.

Lo Spirito oggettivo
Lo spirito oggettivo è scandito in diritto (Recht), moralità (Moralitä t) ed eticità (Sittlichkeit).

1- Nel diritto gli uomini si relazionano tra loro secondo norme giuridiche universali ma astratte, in base
alla libertà esteriore che si esprime nella dialettica tra proprietà , contratto e torto/pena (una
sottotriade), al termine della quale il colpevole riconosce l’errore interiormente.
2- Nella moralità si manifesta la volontà soggettiva, per cui il bene viene ricercato in modo concreto ma
particolare, attraverso un’azione che risponde al dovere sentito interiormente, ma incompiuto per il
divario tra essere (ciò che esiste concretamente, cioè la legge)e dover essere (ciò che dovrebbe essere
sentito interiormente). In questo passaggio le regole devono essere esteriori. Facendo riferimento alla
coscienza devo cercare dei principi applicabili alla situazione che sto vivendo, perciò si perde il concetto
di unità . Si tratta di uno stato di scissione tra ciò che vorremmo fare e ciò che prevede la legge
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sociale/sentiamo la contrapposizione tra ciò che vorremmo che fosse e ciò che la società ci impone che
sia. Questo momento è visto da Hegel come negativo.
3- Nell’eticità il soggetto persegue il bene in modo universale e concreto, non per un adeguamento
esteriore alle leggi, né per rispetto della coscienza interiore, bensì agendo come parte di una comunità ,
all’interno di famiglia, società civile e Stato. In quest’ultimo passaggio di sintesi la legge esteriore è
sentita come interiore, cioè si comprende che ciò che lo Stato ci dice di fare e ciò che dovremmo fare.
Non nega che noi dobbiamo avere la libertà di pensare, ma riconosce che il soggetto persegua il bene.
Essendo un passaggio di sintesi, identifica le due leggi precedenti come una unica: ci sentiamo parte di
una comunità e perciò rispettiamo le leggi.

Famiglia e società civile


Nella famiglia (Familie) il rapporto naturale tra i sessi crea un’unità spirituale, un nucleo, fondata sull’amore e
fiducia.
Una volta cresciuti, i figli lasciano il nucleo originario per dare vita a un’altra famiglia, dando vita alla società
civile (bürgerliche Gesellschaft); qui l’unità originaria della famiglia si è frantumata in una complessa rete di
interessi e bisogni particolari, si passa da affetto familiare a confronto e scontro con gli altri.
Nella società civile il lavoro (Arbeit) è il mezzo per realizzare la propria libertà e quindi la propria individualità ;
d’altra parte, la specializzazione e la divisione del lavoro comportano il conflitto, per cui occorrono norme
giuridiche e limitazioni concrete nelle associazioni a difesa dei superiori interessi collettivi.
Hegel crede nella divisione del lavoro al fine di avere una società articolata, secondo lui i compiti dovrebbero
essere distribuiti, ma in questo modo si creano conflitti e nasce una contrapposizione della società che deve
trovare per forza momenti di mediazione. Chiaramente, ognuno fa i propri interessi scontrandosi con gli altri.
Perciò bisogna organizzare la società riconoscendo che tali individui portano a tali bisogni: per fare ciò serve
l’intervento della giustizia, che di per sé non funziona senza una polizia che faccia rispettare le leggi, perciò
intervengono le corporazioni (Si tratta di un’attività sindacale che serve per evitare l’intervento della polizia.
Sono delle associazioni di mestiere inserite nello Stato) che devono evitare scontri tra individui portatori di
diversi bisogni.

Lo Stato (Stadt)
È
- la manifestazione suprema/massima dello Spirito oggettivo, in quanto momento culminante dell’eticità ;
si ha un’unità spirituale universale e superiore
- Una grande famiglia, in cui l’unità spirituale del nucleo originario diventa universale, armonizzando gli
interessi particolari e superando l’atomizzazione della società civile; si tratta dell’Idea nella sua totalità
- Una totalità organica, in cui le parti acquistano un senso solo in virtù dell’intero (un oggetto ha un senso
il relazione al suo rapporto con un altro), che le procede e le rende possibili: solo dentro lo Stato, il
singolo “ha oggettività , verità ed eticità ”
- “L’intero etico, la realizzazione della libertà ”, “la sostanza etica consapevole di sé”, ossia il bene
universale che ognuno deve realizzare; in quanto “ingresso di Dio nel mondo”, non si fonda su un
contratto (=Hobbes), nei suoi diritti degli individui (=Locke), nella sulla sovranità popolare (=Rousseau),
ma solo su sé stesso, ossia sulle proprie leggi.

Tutto funziona complessivamente, cioè tutto ciò che esiste in uno Stato è importante per il funzionamento dello
Stato stesso. Tutto ha un valore, un’eticità e agisce secondo la libertà che si è creata nello Stato. STATO=INTERO
ETICO. Nello Stato sia la realizzazione della libertà (che è fondamentale), la quale si manifesta nella realtà a
livello sovra individuale, e negli Stati. Lo Stato manifesta l’idea della totalità , ma di fatto nulla in quanto
nemmeno lo Stato è in grado di dare una risposta assoluta riguardo allo Spirito.

Lo Stato nella storia


Ogni Stato ha una politica interna, una politica esterna e delle relazioni internazionali; queste ultime non sono
altro che la storia (Geschichte), l’insieme delle vicende dei popoli in cui si dispiega lo spirito oggettivo. Non esiste
alcun diritto internazionale che possa regolare pacificamente i rapporti tra gli Stati; vige la legge del più forte,
per cui “la storia del mondo è il tribunale del mondo”. I confronti dialettici tra gli Stati sono basati sulla guerra; in
essi la filosofia della storia deve ricercare la razionalità del Weltgeist. Talvolta si presentano “individui cosmico-
storici”, figure straordinarie che sanno percepire e condurre le svolte epocali (per esempio Napoleone); anche
essi comunque sono assoggettati all’ “astuzia della Ragione”.
Lo spirito si manifesta nella storia sempre migliorato, e così fanno anche gli Stati. Lo Stato presenta diversi
poteri, esercitati per garantire ciascuno di essi (libertà di coscienza). Hegel non ha una visione totalitaria, ma
sostiene che vinca sempre il più forte e chi abbia la ragione della sua parte.

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Lo Spirito assoluto
Lo Spirito assoluto è il momento sintetico della riflessione e si articola in arte (Kunst), religione (Religion) e
filosofia (Philosophie)
1-nell’arte, l’Assoluto si manifesta attraverso l’intuizione sensibile (cioè rappresentare qualcosa che possiamo
percepire, per creare l’Assoluto che lo Spirito ha compreso di essere), vivendo in modo immediato la fusione di
soggetto e oggetto nelle tre fasi storiche di
-arte simbolica: si dà forma alla materia in modo grossolano al fine di manifestare la tensione verso
l’assoluto =livello sensibile
-arte classica: si utilizza una forma equilibrata, bilanciata e raffinata (come l’arte greca che utilizza delle
statue a misura d’uomo)
-arte romantica: Si afferma dopo il cristianesimo perciò rappresenta la spiritualizzazione e
smaterializzazione, abbandonando lo spazio-tempo si stacca dalla materia e diventa più astratta. Qui si
parla di musica, che ha a che fare con il tempo. La poesia è un genere artistico che avvicina
maggiormente l’uomo ad una manifestazione del divino.
2- Nella religione, l’Assoluto si esprime come rappresentazione, prendendo la forma di miti e narrazioni nelle tre
fasi di religione naturale, personale e rilevata, culminando nel cristianesimo, in cui si afferma la vicinanza tra
uomo e Dio
3-Nella filosofia, l’Assoluto viene compreso come concetto, riconoscendosi sapere assoluto (cioè il massimo
livello di conoscenza/ l’Assoluto diventa pienamente consapevole di sé), nel duplice senso di forma massima di
conoscenza e auto consapevolezza suprema della realtà ; nella storia della filosofia lo Spirito ripercorre le tappe
del processo dialettico che lo hanno portato a scoprirsi verità razionale e universale dell’intera realtà , trovando
infine in Hegel il vertice della sua sophía (=sapienza).

In tutti e tre questi momenti possiamo cogliere i processi dell’Assoluto, ma possiamo comprenderlo soltanto con
la filosofia tramite il concetto. La filosofia è dunque vista come la nottola di Minerva: chi arriva dopo, ha la
possibilità di comprendere al meglio in quanto ha la possibilità di ragionare su altri pensieri; perciò chi verrà
dopo Hegel avrà a che fare con altri fatti, ma il modo di trovare il sapere assoluto rappresentato da Hegel è
comunque il vertice. Secondo lui, la sua filosofia si pone come riferimento per tutti i processi concettuali che
verranno anche in futuro.

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