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Hegel

(1770/1831)
Assiste alla rivoluzione francese e all’affermazione politica di
Napoleone, si confronta con Kant e con Fichte. Il fatto di aver visto la
rivoluzione francese lo entusiasma perchè ha esaltato l’idea di libertà.
Ma nel limite che la libertà si concretizza nelle istituzioni, secondo lui
dovrebbe esserlo nella spiritualità, che avverrà con il suo pensiero.
Entusiasmato anche da Napoleone, per lui in un primo momento era
l’eroe, ideale del titanismo romantico.
Era giovane, con qualche debito, era a Jena per un ritardo nei
pagamenti, poi cambia strada e posizione.

EPOCA STORICA

L’illuminismo ha dominato il settecento, Hegel studia in un clima


illuminista, crede che la ragione sia lo strumento di cui si serve per
capire la realtà.
Il limite è che la ragione a cui si appellano gli illuministi è una ragione
limitata.
Ritiene che la rivoluzione francese sia il più grande avvenimento
dell’umanitá dopo il cristianesimo. Essa è un passaggio.
Kant fu importante per lui, ma va oltre.
Ha una visione storicistica e provvidenzialistica della storia.
Lui matura il suo pensiero nel romanticismo, non si accontenta della
dimensione artistica e letteraria ma va oltre con la filosofia.
Prima di lui Fichte; ora lui: filosofia romantica tedesca=idealismo.

CRITICA A FICHTE

Fichte è stato il primo a teorizzare l’idealismo.


Fichte ha ragione che la realtá è una e con la ragione si arriva a
comprenderla tutta, ma ha un torto, il percorso che l’infinito fa per
ricongiungersi all’infinito, che non arriva mai alla conclusione (sintesi).
Hegel ha una visione della spirale (di fichte che dà l’idea della crescita),
ma a cerchio, cioè che ad un certo punto si conclude.
Per Fichte il finito si avvicina all’infinito, ma non lo comprende mai, é un
cattivo/falso infinito perché non risolve il processo, quello di Hegel
invece è quello vero perché il finito si sforza di conoscerlo, cresce nella
consapevolezza e arriva a risolvere il processo.
Vero infinito: unità di finito e infinito, viene risolto.
All’origine il finito si percepisce come finito, si sente in contrapposizione
con l’infinito.
Bisogna comprendere sempre di più il rapporto tra noi e l’infinito.
Noi (finito) siamo una manifestazione dell’infinito, siamo già presenti
nell’infinito, non esiste il finito di per sé.
In filosofia si cerca la verità, la verità coincide con l’intero e con
l’infinito.
L’infinito raggiunge la veritá solo alla fine, quando la spirale è conclusa.
Per Fichte il processo non finisce mai.

CAPISALDI HEGELISMO

● Risoluzione del finito nell’infinito: la realtá e una sola, unità,


e tutto ciò che esiste è una manifestazione
(oggettivazione/parte) della realtà.
Il finito è alienazione (si estranea) dell’infinito. Tutto ciò che nel
mondo ha caratteristiche finite è un’oggettivazione.
Il finito di per sé non esiste (differenza con Kant).
L’infinito agisce.
Il finito capisce di essere parte dell’infinito.

● Identità razionale e ideale:


“ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale”
La razionalità e la realtà (che rappresenta tutto ciò che è)
coincidono.
L’irrazionalità non è contemplata.
Se è razionale è necessario, non può essere diversamente da ciò che
è.
Il termine per esprimere l’assoluto, la realtà, l’infinito, é l’Idea.
Non è solo l’idea di Platone, perché la sua era trascendente dal
mondo sensibile.
● Dialettica:
Implica il confronto. È una sintesi. È il terzo momento che
sintetizza tesi e antitesi. È il metodo di cui si serve la filosofia .
Ha anche un significato ontologico: è l’essenza stessa della realtà.
La dialettica è contemporaneamente (tre momenti: triade
dialettica):
○ 1. Tesi: momento astratto o intellettivo. Distingue, separa,
definisce. Hegel dice che è un tipo di conoscenza inadeguata,
rigida.
○ 2. Antitesi: momento dialettico o negativamente razionale.
Nega il concetto espresso nella tesi.
○ 3. SINTESI: aufhebung = togliere (l’opposizione tra Tesi e
Antitesi) e conservare (la verità di Tesi, di Antitesi e della
loro lotta). Va avanti fino a risolvere il finito nell'infinito.
I tre momenti dell’idea:
○ 1. Idea in sé per sé: logica, razionalità pura.
○ 2. Idea fuori di sé: natura, oggettivazione e alienazione
dell’idea nelle realtà spazio-temporali del mondo.
○ 3. Idea che ritorna in sé: spirito, idea ritorna in sé
dall’alienazione. Momento della sintesi, l’idea attraverso la
ragione riflette e capisce che la natura è soltanto una
manifestazione, ma ha in più rispetto all’origine la
consapevolezza .
❖ Il boccio, il fiore, il frutto: Ci sono momenti diversi.
Nonostante queste distinzioni, alla fine c’è la vita
dell’intero, della pianta. (Ogni / costituisce un
momento dialettico). L’intero è la pianta, nella quale
sono presenti tutti i momenti, è un percorso dinamico
che necessita di tutti e tre i momenti. Quindi è tutto
necessario. Ogni momento si afferma nell’opposizione
con l’altro, ma c’è una circolarità che avrà fine , ma non
avrà fine il movimento. La verità sta nel tutto e non
nella parte, nella realtà e non nelle manifestazioni
finite. La struttura del mondo ha una struttura
ontologica, ha anche un significato gnoseologico per
capire la realtà, quindi è anche razionalità, è il metodo
con cui l’uomo può studiare la realtà. Nel metodo la
dialettica è il confronto tra due opposti e poi una
sintesi. La sintesi unifica i due momenti prendendo
parti dell’uno e dell’altra, i due momenti non sono
uguali perché vengono poi sintetizzati.
Opposti boccio e fiore, il boccio sparisce quando arriva
il fiore e entrambi si sintetizzano nel frutto. La pianta è
sempre lì, pronta a rinnovarsi, dinamismo continuo
della realtà. Il momento più completo è la sintesi, che
lui chiama Aufhebung. La filosofia è il momento più
alto insieme al pensiero, che era importante per primo
da Aristotele (motore immobile).

● Funzione giustificatrice della filosofia: la filosofia è l’unica


che riesce a comprendere la realtà, la totale comprensione è quella
filosofica.
La filosofia coglie la struttura totale della realtá, che è la
dialettica. La filosofia procede in modo dialettico, conosce in
modo completo la realtà tardi perché la comprende solo alla fine
del processo, ma la comprende nell’intero, che è la realtà.
Il metodo per comprendere la realtà è quindi la dialettica
(gnoseologico).
La filosofia arriva troppo tardi, ma non è un limite, è la sua forza.
La filosofia è il tempo di essa appresa in pensieri.
Se la filosofia comprende il proprio tempo ogni filosofia ha
compreso il proprio tempo. Ogni momento filosofico supera in
comprensione il precedente, arricchisce sempre più, ogni momento
della storia della filosofia è assolutamente necessario. La filosofia
come la nottola di minerva arriva quando il processo è compiuto
come la nottola arriva al crepuscolo, non prevede ma comprende
qualcosa che è già stato dato. Solo la filosofia comprende tutta la
realtà, perché ha la ragione. Comprendere significa diventare
autocoscienti/autoconsapevoli. Non c’è possibilità, c’è la necessità,
è necessario perché è razionale, comprende tutto. La libertà si
sviluppa dai momenti fondamentali delle politiche liberali e nelle
leggi giuste, la libertà nelle istituzioni si verifica nella rivoluzione
francese. Se nella rivoluzione si è concretizzata la libertá così si
sintetizza meglio nella spiritualità del mondo germanico.
FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO

Uno dei primi testi che ha scritto e serve per comprenderlo è la


fenomenologia dello spirito.
In quest'opera mette in sintesi tutto il suo pensiero.
I fenomeni sono ciò che appare, ma studiamo anche ciò che è evidente.
Illustra la filosofia anche attraverso delle immagini.
Sono le immagini che fa per arrivare a risolvere il finito nell’infinito.
La coscienza diventa sempre più autocoscienza, è la storia romanzata
della coscienza, che non ha un percorso lucido e facile, è un percorso ad
ostacoli di errori, sbandamenti, sofferenza…
La coscienza si comprende a processo chiuso come coincidenza di
razionalitá e realtà. Questo processo (storia romanzata) arriva attraverso
figure o tappe, che hanno significato sia storico che ideale.
Le tappe o figure le individuiamo nei momenti storici, ma dobbiamo fare
un passo avanti e metterle sul piano dell’idealismo. (La caratteristica di
Hegel è che la sua filosofia è idealista).
C'è un itinerario preciso da cui la coscienza arriva al sapere assoluto,
autocoscienza=ragione=spirito (infinito/essenza della realtà), religione
come momento che precede la filosofia.
Arte=tesi, religione=antitesi filosofia=sintesi.
Ognuna delle tappe è costituita da figure e momenti storici che vanno
avanti con un andamento dialettico.
Il sapere assoluto è quindi il risultato di un percorso, una figura è uno
sviluppo del percorso.

Figure:
● Signoria e servitù: periodo dell’antichità, gli uomini erano divisi
tra servi e signori, mette quindi in evidenza una contrapposizione
(tesi/antitesi).
La coscienza del servo e del signore vogliono capire il significato di
cosa sono.
Il servo si riconosce dal padrone solo quando è completamente
dipendente o alienato (vedere Marx) dal padrone.
Il signore nel momento in cui si riconosce come tale si mette in
rapporto al servo e comprende che approfitta del lavoro che il servo
fa per lui e ne gode.
Riconoscersi in questo rapporto fa prendere coscienza di ciò che si
è e mette in contrapposizione due coscienze che stanno diventando
autocoscienza.
Si uniscono infatti quando il servo riflettendo sulla sua condizione
capisce che se non ci fosse lui la vita del signore sarebbe diversa, e
in questo modo influire sul signore e avere una certa potenza su di
lui.
Il signore si riconosce nel servo, se non avesse un servo infatti non
sarebbe neanche un signore.
Il discorso finisce qua, non c’è una lotta tra servo e signore,
l’autocoscienza prende atto di ciò che ognuno è.
Il processo è storico perché si colloca in un momento storico,
diventa ideale quando c’è la presa di coscienza (autocoscienza).
Disalienazione: presa di coscienza e basta, non c’è una
ribellione, capiscono solo di servirsi l’un l’altro.
Il lavoro che permette al servo di acquistare coscienza è anche
quello del signore per acquistarla. Il lavoro del servo che rende il
signore tale è come se non lo rendesse più servo. Il lavoro acquista
un significato importante in questo momento.

● Coscienza infelice: il momento storico è l’epoca medioevale.


L’uomo è Cristiano, perennemente portato ad avvicinarsi alla
religiositá che conosce i suoi limiti.
La coscienza è infelice perché sente la differenza tra la loro
coscienza e quella perfetta che è quella di Dio.
La coscienza non lo sa che al suo interno c’è la coscienza divina.
L’uomo si avvicina a Dio ma ne sente comunque la distanza, sente
quindi il contrasto.
Ci sono alcuni uomini che con la religione vanno oltre la
condizione classica, gli asceti. Loro si rendono conto che la loro
coscienza è solo una manifestazione di quella di Dio.
La coscienza infelice diventa felice perché con l’ascesi è parte di
quella divina.
L’asceta con il suo percorso interiore sale sempre di più verso Dio.
Ci sono due coscienze, quella dell’uomo, mutevole, e quella divina,
che sono tesi e antitesi.
Dio è trascendente, l’uomo no.
L’asceta con l’ascesi riconosce lo stato della sua condizione
materiale e si libera di essi cercando di unificarsi con Dio. Quando
l’asceta si avvicina a Dio non c’è più il rapporto tra le coscienze. La
coscienza tende a liberarsi della miseria avvicinandosi a Dio e
capisce che avvicinandosi la coscienza umana è manifestazione di
quella divina. C'è quindi una sola coscienza e non un distacco, qui
diventa felice o pacificata perché non c'è più contrasto.

Queste sono due figure del percorso che lui esemplifica nella
fenomenologia.
Dimostrano la questione dialettica, l’aspetto centrale di un soggetto
(tutt'uno che alienandosi si manifesta).
❖ Il servo si disaliena capendo che è lui il padrone del signore, il
signore capisce che gli serve.
❖ L’asceta si disaliena avvicinandosi a Dio.
La coscienza o idea è il soggetto che si aliena e si disaliena.
Per il servo la condizione non cambia, nemmeno per il signore,
nemmeno per gli uomini. Per gli asceti è diverso perché cambia,
passando da coscienza infelice a felice.
Il cattolico ha bisogno della gerarchia, di qualcuno che legge i testi e gli
dice cosa fare, il protestante fa tutto da solo.
Il protestantesimo diventa la religione più alta per Hegel.

FILOSOFIA DELLA NATURA

Studia l’idea fuori di sé della natura che si oggettiva nelle condizioni


spazio-temporali.
Per Hegel è un momento trascurabile.
Rappresenta l’idea che decade in una dimensione prettamente
spazio-temporale.
Solo l’uomo può passare all’autocoscienza.
La natura è la pattumiera del sistema.

FILOSOFIA DELLO SPIRITO


Dopo che si è oggettivata la natura ritorna a sé e diventa sempre più
libera, diventa autocoscienza, autocreatrice, autoproduttrice.
Continua una tripartizione dialettica, che continua a riproporsi per
Hegel.
Diventa spirito, figura più alta che si manifesta in tre parti (triade
dialettica: tesi-antitesi-sintesi):

1. Soggettivo, non lo consideriamo

2. Oggettivo: è la parte centrale della filosofia dello spirito, propone


la manifestazione dello spirito nelle realtá istituzionali, in realtá e
rapporto con altri soggetti, (si sviluppa in tre momenti: diritto
astratto, moralitá, eticità) condizioni sociali, cultura… si parla di
qualcosa di più chiaro rispetto all’idea.
La libertá si realizza nel tempo in modo sempre più significativo.
Il diritto riguarda la persona nella sua singolarità che lo mette in
rapporto con gli altri, si mettono in rapporto con le altre persone.
I rapporti di proprietà consentono agli individui della propria
libertà.
La moralità è il secondo momento, riguarda la volontà soggettiva,
che fa e agisce, vuole realizzare il bene, ma tra soggetto e bene c’è
un divario.
Scissione tra essere e dover essere.
Questo è un limite che fa sì che l’uomo non riesca mai a
raggiungere totalmente il bene.
La perfezione, santità, identità tra azione e realtà si ottiene
postulando l’immortalità dell’anima e l’esistenza di Dio.
Siamo esseri morali che scegliamo di agire bene o non farlo.
Per Kant questa è la morale.
Per Hegel no perchè il dualismo tra fenomeno e noumeno non c’è
più, il bene è altro rispetto a me che voglio agire bene.
Scissione tra essere e dover essere (caratteristica della morale),
sono separati perché non riuscirò mai a realizzare questo bene.
La separazione tra soggetto e gruppo è superata nell’eticità perché
il bene si concretizza grazie all’eticità e ad una istituzione, lo stato,
quella che rappresenta il bene.
Prima di arrivare allo stato bisogna capire le forme istituzionali che
non riguardano più il singolo ma il singolo nell’aspetto sociale.
Le prime forme sociali sono organizzate dalle famiglie, che si
raggruppano in societá civile, che è gestita dallo stato.
Le triadi sono anch’esse suddivise in altre triadi.
Si perde soggettività perché si diventa parti di uno stato, dove
agisce lo spirito di un popolo.
In ogni stato c’è lo spirito di un popolo specifico, che attraverso il
suo spirito si dà uno stato. Qui si riuscirà a realizzare il bene. Il
popolo è la dimensione universale, il singolo no.
La singolarità non ha uno spazio perché deve sempre identificarsi
come appartenente ad uno stato nel quale lo spirito del popolo si
manifesta.
■ Famiglia: istituzione naturale dove le persone si
uniscono per procreare e dare al mondo dei figli.
Attraverso la famiglia vengono messi in comune i
propri beni, avendo dei figli essi dovranno creare dei
figli dopo essere cresciuti e saranno loro stessi
autonomi per fare altri figli.
■ Le famiglie convivono nella societá civile che
rappresenta l’insieme dei rapporti economici che si
vengono a stringere tra le varie famiglie e danno vita a
varie forme di organizzazione sociale. La società civile
viene ripresa anche da Marx, dove sono garantiti i
propri interessi che derivano dal lavoro e dalle
formazioni delle classi sociali, si crea la divisione delle
classi. L'organizzazione del lavoro produce
distribuzione delle ricchezze che dà la differenza delle
classi sociali. A Hegel non interessa risolvere la
concorrenzialità in modo pratico. Secondo lui serve
qualcosa di superiore che risolva le contraddizioni. È lo
stato che ha caratteristiche della famiglia e societá
civile ma è qualcosa di differente, cioè si supera la
contraddizione ma si mantengono gli aspetti centrali.
Le particolarità con l’aufhebung perdono la propria
originalitá perchè si sintetizzano in qualcosa di
superiore. Lo stato supera la rigiditá della famiglia e gli
antagonismi della società civile per trasformarsi in
sostanza etica consapevole di sé. Lo stato realizza
un’etá etica ovvero il bene. È differente la moralitá e
l’eticità. La moralità è la volontà di agire bene che vede
la scissione tra soggetto che agisce e il bene che non si
riesce a raggiungere. Io individuo nello stato il bene a
cui ho cercato di arrivare in precedenza. È un
organismo superiore di cui facciamo parte e all’interno
del quale viviamo la nostra vita.
■ Lo stato dà il bene ai singoli individui, che vedono
l’unione tra libertà soggettiva e la propria libettá. Chi si
pone fuori dallo stato è perso, si inizia a formare
l’anarchismo, chi é anarchico viene assolutamente
criticato. Un cittadino è tale solo se fa parte dello stato.
Sovranità popolare non dall’alto ma dal basso, in
termini democratici. Democrazia, anarchismo e
contrattualismo non possono essere accettati, lo stato
hegeliano è sovrano, non assoluto. La democrazia che
conosce è quella di Rousseau, che deriva da un
contratto, ma non lo può accettare.
Lo stato non è anteriore al popolo. I cittadini devono
darsi una costituzione per lo spirito del popolo. Al di
sopra di loro c'è però lo stato, non possono essere i
cittadini a dare vita allo stato. Propone uno stato di
diritto, che garantisce i diritti e dove tutti sono
sottostabili alla legge, la cui legge fondamentale è la
costituzione. I diritti garantiti sono la proprietà e la
libertà, il suo stato ideale è una monarchia
costituzionale.
Hegel analizza la Spagna: Napoleone conquista la
Spagna, mette a capo un parente e dà una costituzione,
gli spagnoli si sono ribellati. Non sono pazzi ma hanno
fatto bene perché la costituzione non è derivata da una
loro riflessione ma è stata data da Napoleone, era una
costituzione importata dallo spirito di un altro popolo.
Se un popolo si dà una costituzione significa che
all’interno dei vari stati c’è uno spirito diverso che va in
conflitto. Non esiste un diritto universale per Hegel.
Kant aveva teorizzato la pace perpetua, per lui non si
può realizzare. È privo di realtà perché il diritto
universale non può essere ammesso, ogni stato è
sovrano, non è ammesso nessun superiore, ci sono
conflitti tra gli Stati che si risolvono o con la pace o con
la guerra che è ammessa. La pace perpetua non è
razionale. Se c’è qualcosa di universale la sovranità
dello stato viene limitata. La guerra ha il valore morale
di mantenere un’eticità. Questa visione dello stato sará
quella di mussolini, Gentile (ministro dell’istruzione) e
Croce. Mussolini non è mai capo dello stato, ha
problemi con la chiesa e con il capo di stato, il re.
Questa è l’idea dello stato.
● Cos’è realmente lo stato? Un Dio (spirito) reale
che si manifesta e si concretizza, sta nel mondo
oggettivandosi. (Pag 732 paragrafi 517-535). Al di
sopra dello stato nello spirito oggettivo non c’è
niente. Una federazione o confederazione di stati
per Hegel non è possibile, per Kant nella pace
perpetua si. Lo stato non può essere passivo come
nel liberalismo, accetta la monarchia
costituzionale.
● STORIA: la realtà è storia dello spirito
caratterizzata dal divenire, un cambiamento
continuo. Se la filosofia ha il proprio tempo
tradotto in pensieri, nella storia questi eventi si
realizzano concretamente, quindi tra storia e
filosofia c’è un rapporto strettissimo, la filosofia
non solo comprende la storia ma la traduce in
pensieri. La filosofia rispetto alla storia opera la
filosofia della storia, cioè una rappresentazione
razionale della storia. La realtà si manifesta
oggettivamente nella storia, è un progresso verso
il meglio, é una concezione ottimistica, anche se
necessario, la sua posizione si definisce
storicismo, dove si giustifica ogni evento e ogni
momento, anche i momenti tragici sono
considerati. La filosofia racconta il momento che
sta vivendo, l’ultima è la maggiore perché
riprende quelle vecchie ma aggiunge anche altro,
ne ha compreso più di tutte perché la societá si è
sviluppata fino a quel momento. La
comprensione è una comprensione che procede,
il soggetto di questo progresso all’interno della
storia è la libertà. La libertà si è sviluppata
sempre arricchendosi: nei grandi imperi orientali
non c’era nessuna consapevolezza, solo
l’imperatore era libero; negli imperi romani e
greci va meglio perché c’era la differenza tra liberi
e schiavi. Nel mondo germanico secondo Hegel si
arriva alla perfetta realizzazione della
libertà: è il mondo di inizio novecento dove la
libertà si esprime idealmente, quindi è una
libertà spirituale. C'è un’unitá ideale che questo
popolo ha conquistato con il passare del tempo. Il
protestantesimo, che nasce nel mondo germanico
ha mostrato una spiritualità interiore che ha
caratterizzato gli uomini e la loro libertà sino a
quel momento.
Fichte incitava i tedeschi a ribellarsi dicendo che
loro erano una razza superiore rispetto ai
francesi, perché loro hanno saputo mantenere la
purezza della lingua, non è da intendersi però
come una superiorità di razza. (La dialettica e la
chiave per definire la realtà, è essenza stessa della
realtà, ontologico, e ha argomento gnoseologico).
Nella storia sono i popoli che soffrono, ma se la
storia è necessaria e lo scopo è di nuovo arrivare
alla perfetta realizzazione da ciò che anima, la
storia è mossa dallo spirito del popolo e cercherà
di arrivare alla sua specifica realizzazione. Gli
individui non interessano a Hegel. Ognuno di noi
è figlio del suo popolo, nessuno può saltare dallo
spirito del popolo come non può saltar via dalla
terra.
● EROI: in origine Hegel li aveva esaltati
(Napoleone), l’evoluzione del suo pensiero dice
che é solo una figura straordinaria che in realtà è
solo lo spirito che si serve di questi individui
cosmico-storici attraverso l’astuzia della ragione
che si serve di loro per organizzare il disegno
provvidenziale. All’inizio aveva quindi accettato
l’esaltazione dell’eroe tipica del romanticismo,
ma poi si spiega dicendo che è solo lo spirito. Il
vero è l’intero. (Boccio, fiore è frutto). Le
individualità si intersecano e finiscono per dare
un senso all’interezza. Ogni individualità
preserva intatta la sua originalitá? No, si perde
l’originalità iniziale perché tutto va a confluire
nella totalità. Gli eroi sono quindi individui senza
valore perché è la ragione che si serve di loro.

3. Assoluto: si sintetizza in arte, religione e filosofia (momento più


alto e assoluto). É il momento in cui l’idea, infinito, arriva alla
piena e totale autocoscienza, comprende che l’idea è indefinito e
assoluto. C’è di nuovo un tripartizione (triade dialettica).
○ ARTE: conosce l’assoluto nella forma dell’intuizione
sensibile. se non ho l’intuizione mi manca qualcosa.
Arte simbolica: squilibrio tra forma e contenuto. Arte
classica: greco/romana e ciò che viene dopo armonizza il
contenuto. Arte romantica: crea di nuovo lo squilibrio. Non
c’è quindi armonia perfetta, l’arte moderna non è più
adeguata a spiegare la realtà. C'è la morte dell’arte
(moderna), che non è adeguata ad esprimere la spiritualità
(solo la filosofia ci riesce).
○ RELIGIONE: assoluto nella forma della rappresentazione.
non c'è una dimensione razionale, va oltre, è adialettica, non
c’è nessun riferimento alla dialettica, per questo sottolinea
quattro momenti, quindi non sono i tre momenti. No triade
ma quattro momenti di sviluppo:
■ Religioni naturali: si individua nella natura la divinità,
ci sono popoli che si fermano alla natura divinizzata.
Poi ci sono religioni naturali che trapassano in
■ Religioni della libertà, cominciano a mostrare dei segni
di libertà.
■ Religioni dell’individualità spirituale, ogni individuo
raggiunge da sé la spiritualità, un uomo ha un rapporto
con Dio ma non comprende lo spirito
■ Religione cristiana protestante. In questa religione Dio
si manifesta in quello che è: puro spirito. Nel
cattolicesimo c’è il tentativo di dare a Dio delle
sembianze, il protestantesimo non lo rappresenta. Il
pastore protestante al massimo fa una lettura comune,
ma non spiega i passi dei testi sacri. I protestanti
possono leggere da soli la Bibbia. Nel cattolicesimo si
abbandona il mondo, voto di castità, cambio di nome…
i pastori hanno una vita normale, anche le donne
svolgono questo ruolo, si recupera la dimensione
spirituale interna all’uomo.
○ FILOSOFIA: conoscenza. Forma del puro concetto. Riesce a
raggiungere le idee e si astrae. Conosce Tutta la realtà, che è
una e si può conoscere con la ragione umana. Se esercito la
razionalità conosco tutta la realtà. Invece le scienze, che
riguardano solo un ambito, quando conoscono una tesi la
verificano nell’esperienza, non conosceranno mai tutta la
realtà. Per Hegel non importa più, le scienze hanno un limite,
la filosofia arriva al momento concluso e coglie tutta la
processualità. La filosofia in ordine di tempo è quella più
completa, anche se si serve di quelle del passato. La storia
della filosofia (percorso che la filosofia ha fatto per conoscere
la realtà) e la filosofia coincidono. La filosofia conosce anche
la storia. La filosofia è il proprio tempo espresso in pensieri,
astrazione rispetto alla realtà in cui si colloca. Dio è
l’assoluto, un Dio filosofico che è l’infinito. Nello sviluppo
dialettico il finito si sintetizza nell’infinito, poi è assoluto, poi
è idea, ora arrivano Dio. Il Dio reale coincide con lo stato, ha
una connotazione filosofica, sinonimo di spirito, infinito,
idea.

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