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FILOSOFIA CONTEMPORANEA

IDEALISMO TEDESCO:

- FICHTE (Rammenau, 1762-1814): [opere: Sul concetto della dottrina della scienza, Discorsi
alla nazione tedesca, Dottrina della scienza, …] necessità di individuare un principio unico
che fondi la dottrina della scienza (filosofia), comune tanto all’attività teoretica quanto a
quella pratica; tale principio per Fichte è atto (attività pura) non un fatto à la ragione che è
attività è pura, produce da sé gli oggetti della propria ragione. Posizione di tipo idealista (VS
realismo): per Fichte l’idealismo comporta spiritualismo e libertà, il realismo invece il
materialismo e il fatalismo.
Primo atto fondamentale e primo principio dell’io è la sua autoposizione: “l’io pone
assolutamente il proprio essere”. ! non è l’io individuale, empirico, ma un io puro, assoluto,
sciolto da ogni determinazione, la soggettività come tale (egoità). L’io puro diventa
consapevole di sé grazie alla sua attività. Secondo principio è: “all’io viene contrapposto
assolutamente un non-io” à esistenza di una realtà indipendente dall’io. Terzo principio:
“contrappongo nell’io all’io divisibile un non-io divisibile” à nell’io assoluto vi è un io
empirico che agisce nel mondo e che si contrappone ad un non-io.
Le rappresentazioni sono affezioni prodotte dalla stessa attività dell’io, non derivanti
dall’oggetto come limiti che l’io pone inconsapevolmente alla propria attività. Mediante
l’intuizione intellettuale poi però l’io arriva a conoscere sé stesso e la sua attività.
L’io può esplicarsi come attività infinita solo ponendo un ostacolo (non-io, la natura) e
superandolo con uno “sforzo” teso ad affermare progressivamente la propria libertà. Il non-
io è mezzo tramite cui l’io raggiunge i fini. Idealismo etico à nel mondo l’io realizza le azioni
morali e quindi anche la libertà.
Diritto e storia: l’io empirico entra in contatto con gli altri io empirici; il diritto serve a
regolare tale rapporto per realizzare la libertà universale. Il rispetto del diritto è garantito
dallo stato. Una volta raggiunto l’obiettivo, diritto e stato sono destinati a scomparire. Per
conciliarsi con la libertà, lo stato non deve essere solo coercitivo, ma anche educatore ed
essere così uno stato etico. Oltre al diritto alla sicurezza è garantito anche quello a benessere
(proprietà e lavoro). Stato chiuso e autosufficiente dal punto di vista economico; l’ambito
invece della filosofia e della scienza deve beneficiare della relazione con gli altri stati.
Mito del popolo tedesco: è stato eletto da Dio per condurre la rigenerazione spirituale
dell’umanità.

- SCHELLING (Leonberg, 1775-1854): [opere: Sulla possibilità di una forma della filosofia in
generale, Sistema dell’idealismo trascendentale, Dell’io come principio della filosofia o
sull’incondizionato nel sapere umano, Filosofia dell’arte, Idee per una filosofia della natura]
Adesione alla filosofia di Fichte con due modifiche: a) oltrepassare l’io per giungere con
l’intuizione intellettuale all’Assoluto, inteso come uno-tutto; b) critica della riduzione della
natura a non-io.
Filosofia della natura: esistenza di uno stesso slancio vitale (nisus formativus) sia nello spirito
sia nella natura à “la natura è spirito visibile e lo spirito è natura invisibile”. La natura non è
un elemento oggettivo, ma deriva comunque dallo spirito; quando uno si potenzia, si
potenzia anche l’altro. Quali caratteristiche della natura? Essa è attività (generativa e
corruttiva); da questa si origina la storia della natura la quale si dispiega secondo 3 principi:
1) materia; 2)luce; 3) organismo. La natura è anche finalità, unità e totalità. Tutti i fenomeni
sono connessi teleologicamente dall’anima del mondo. Filosofia dello spirito e filosofia della
natura sono due lati della stessa medaglia: l’una parte dall’elemento soggettivo (io), l’altra
dall’oggetto.
Filosofia dell’arte: mostra la conciliazione di spirito e natura in quanto in essi è operante lo
stesso principio, una stessa attività. La bellezza è punto di convergenza di finito e infinito,
spirito e natura, conscio e inconscio. È l’intuizione estetica, propria dell’arte, che coglie tale
unità, non la ragione à filosofia dell’arte come compimento dell’idealismo à idealismo
estetico.
Filosofia dell’identità (1801-1805) [Esposizione del mio sistema di filosofia]: tentativo di
pensare l’Assoluto, la totalità e indifferenza di spirito e natura à pura identità A=A
(concezione che sarà criticata da Hegel come “la notte in cui tutte le vacche sono nere”).
Le “età del mondo”: esposizione dell’evoluzione di Dio a partire da sé stesso. Età concepite
come eoni (periodi cosmici e divini). Il mondo è un momento necessario della vita di Dio, è il
suo presente; non è né contingente né totalmente altro rispetto a lui. Il futuro è il momento
in cui il mondo tornerà a Dio e avverrà la sua manifestazione.

HEGEL (Stoccarda, 1770-1831): [opere: Enciclopedia delle Scienze filosofiche, Fenomenologia dello
spirito, Differenza tra il sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling, La costituzione della
Germania, Elementi di Filosofia del diritto …]
- [Differenza tra il sistema…] Riformulazione della posizione di Schelling: la scissione tra finito
e infinito è operata dall’intelletto; da qui il bisogno della filosofia che tramite la ragione
ricompone l’unità di io e non-io e quindi dell’Assoluto. ! non è un’identità A=A, ma del tipo
A=B à unità di identità e differenza. Critica al sistema fichtiano perché l’io viene
contrapposto al non-io e non c’è conciliazione.
- Forma del «sistema» filosofico à per cogliere l’Assoluto, la totalità del reale bisogna
utilizzare una forma sistematica, l’insieme delle articolazioni necessariamente connesse tra
di loro. Dialettica: legge di sviluppo della realtà e del pensiero fondata sulla triade tesi-
antitesi-sintesi, in cui la sintesi è il superamento dialettico della contraddizione (aufebung)
e la conciliazione degli altri due momenti. Ad operare tale conciliazione è la ragione, non
l’intelletto (quest’ultimo divide, considera i vari momenti separatamente; la ragione invece
cerca un’unità superiore che non sia semplicemente la somma degli altri due). Metafisica =
conoscenza che l’Assoluto ha di sé stesso come Spirito. Nel primo momento (tesi, in-sè)
l’Assoluto è Idea; per giungere a consapevolezza, l’Assoluto deve fuoriuscire da sé, farsi
Natura, oggettività (antitesi, per-sé) e poi superare tale scissione nel momento della sintesi
(in sé e per sé).
Panlogismo: “ciò che è reale è razionale e ciò che è razionale è reale” à tutto ciò che esiste
ha una ragione d’essere. Sorta di accettazione e riconciliazione con la realtà.
- Fenomenologia dello Spirito, 1807: l’Assoluto non è dato in modo immediato, bisogna
pervenirvi partendo da ciò che è dato senza mediazioni. La fenomenologia è l’esposizione
della storia della coscienza (soggetto che ignora ancora l’Assoluto) che, attraverso tappe e
figure successive, giunge alla scienza dell’Assoluto. È tanto il cammino della coscienza
individuale quanto quello della coscienza collettiva dell’umanità (spirito). ! la coscienza è già
Assoluto, solo che non ha consapevolezza della propria condizione. Il processo è di tipo
necessario, razionale. “Il vero è l’intero” = la verità è l’Assoluto, la realtà considerata nel suo
sviluppo totale che contiene in sé tutti i momenti e tutte le differenze. L’Assoluto è soggetto,
principio attivo che si muove secondo un movimento dialettico.
4 tappe: coscienza, autocoscienza, ragione, spirito à ognuna articolata in 3 momenti (tesi,
antitesi, sintesi). Tale percorso è da un lato storia (ricordo del cammino percorso) e dall’altro
scienza (organizzazione concettuale del risultato).
- Enciclopedia delle scienze filosofiche, 1817: esposizione che l’Assoluto fa di sé stesso;
movimento che si dispiega in una concatenazione necessaria di concetti. 3 parti: logica,
filosofia della natura, filosofia dello spirito.
Logica: critica alla “vecchia metafisica” (si può conoscere l’Assoluto ma questo rimane altro
rispetto al pensiero), a Kant (considera la cosa in sé come inaccessibile), al sapere immediato
degli idealisti (l’immediatezza della conoscenza dell’Assoluto la rende non scientifica, non
necessaria). Parte dal concetto più immediato, quello di essere ovvero l’assolutamente
indeterminato. Nella logica, l’Idea è in sé, un’identità inconsapevole tra soggetto e oggetto.

Filosofia della natura: oggetto della logica è l’Idea, ovvero l’Assoluto ancora in sé; L’Idea
deve oggettivarsi, uscire da sé, diventare natura per poter avanzare nel percorso verso la
consapevolezza di sé à tale passaggio è necessario, non è né contingente né libero. La
natura è manifestazione esteriore dell’Idea.
Filosofia dello spirito: dopo l’oggettivazione nella natura, l’Idea può tornare in sé e,
cosciente di sé, farsi spirito. Si divide in spirito soggettivo (consapevolezza dell’assoluto in
quanto individuo), oggettivo (consapevolezza nei rapporti con gli altri), assoluto
(consapevolezza di sé come spirito). Espressione dello spirito assoluto sono l’arte, la religione
e la filosofia: esse trascendono la storia e attingono a verità eterne oppure fanno parte della
storia? à dibattito tra dx e sx hegeliana.
Arte: ha per oggetto l’ideale, l’Assoluto stesso che si manifesta in una cosa sensibile. L’arte
coglie l’assoluto nell’intuizione sensibile; l’opera d’arte perfetta è quella in cui vi è perfetta
armonia tra forma e contenuto (arte classica). L’arte romantica, per Hegel, presenta uno
squilibrio tra forma e contenuto: l’Assoluto, lo spirito è ormai consapevole di sé e qualsiasi
forma sensibile diventa inadeguata per esprimerlo.
Religione: ha per oggetto l’Assoluto ma nella forma della rappresentazione (conoscenza in
cui l’oggetto è ancora altro rispetto al soggetto – separazione tra uomo e Dio). 3 fasi:
religione naturale (antico Oriente), religione greco-romana ed ebraica, cristianesimo.
Religione perfetta è quella cristiana: Dio è concepito come spirito per la prima volta e i dogmi
sono espressione della verità dell’Assoluto (es. Trinità).
Filosofia: ha per oggetto l’assoluto ma nella forma più elevata del concetto, in cui si ha
identità perfetta tra oggetto e soggetto. È un sapere perfettamente compiuto e realizzato in
se stesso. Culmine della storia della filosofia è la stessa filosofia hegeliana, in quanto
processo di consapevolezza dell’assoluto. Le scuole filosofiche hanno costituito tappe
necessarie della storia della filosofia. La filosofia greca concepiva l’Assoluto come oggetto;
quella medievale come spirito ma esterno al soggetto; quella moderna (cominciata con
Bacone e Cartesio) culmina nell’idealismo tedesco.
! Arte, religione e filosofia hanno lo stesso oggetto, l’Assoluto, ma lo concepiscono in forme
diverse,
Politica: l’individuo realizza se stesso solo nello stato che è la più alta realizzazione
dell’eticità. Superiorità del collettivo rispetto all’individuale. Forma di governo migliore è la
monarchia costituzionale.
Filosofia della storia: la storia è costituita dalle vicende degli stati e dai rapporti tra essi. La
storia è un processo razionale, progresso necessario, dialettico (comprendente in sé anche il
negativo). Il diritto è statale, pertanto a regolare i rapporti tra stati sarà solo la guerra; non
vi può essere un diritto internazionale à “la storia del mondo è il giudizio universale” = c’è
una ragione anche nella guerra. Protagonista della storia è lo spirito del mondo, l’Assoluto
stesso che si incarna di volta in volta in un popolo diverso (quello dominante, es. lo stato
tedesco). La storia degli individui è subordinata a quella degli stati: le persone, con le loro
azioni e fini individuali, non fanno altro che servire lo stato e la realizzazione dei suoi fini à
astuzia della ragione. La storia del mondo è anche la progressiva espressione della libertà
dello spirito: 3 tappe, mondo orientale, mondo greco-romano, mondo cristiano-tedesco.

SHOPENHAUER (Danzica, 1788-1860): [opere: Il mondo come volontà e rappresentazione, I due


problemi fondamentali dell’etica]
- Il mondo come rappresentazione: parte dalla filosofia kantiana per sviluppare un pensiero
però diverso da quello degli idealisti. Critica il panlogismo hegeliano, sostenendo invece
l’irrazionalità del mondo. Impossibilità di conoscere ciò che va oltre il sensibile, l’apparente,
il fenomeno à dato immediato del conoscere è la rappresentazione. Il mondo è sempre una
mia rappresentazione che deriva dal rapporto tra il soggetto conoscente e l’oggetto
(fenomeno). Sensibilità: funzione dei nervi afferenti; intelletto: funzione dell’intera massa
cerebrale. L’uomo si distingue dall’animale grazie alla ragione, ovvero alla capacità di
formare rappresentazioni, concetti e di connetterli tra loro. ! neanche la ragione permette
di andare oltre il fenomeno.
- Il mondo come volontà: il mondo fenomenico non è la vera realtà, ma illusione e apparenza;
al di là vi deve essere una vera realtà. Come arrivarci? Guardando dentro noi stessi, oltre le
rappresentazioni, noi ci scopriamo come volontà (ogni cosa è l’attuazione di un nostro
volere) à anche il mondo in sé stesso, nella sua vera realtà è Volontà. Tale volontà è intesa
come una forza cieca, irrazionale, senza finalità, inconscia; è impulso vitale insaziabile,
volontà di vivere. Se i fenomeni sono diversi e differenti tra loro, la Volontà invece è unica e
sempre la stessa. La volontà si oggettiva in Idee molteplici (es. impulsi, coesione,
gravitazione, ..)
- Pessimismo: dall’irrazionalità del principio della volontà, deriva il pessimismo di
Schopenhauer. Ogni armonia e ogni razionalità che noi percepiamo non sono che illusioni.
La volontà porta con sé necessariamente anche la privazione e quindi l’affanno e il dolore;
essa sembra acquietarsi ogni tanto, ma ciò è solo temporaneo à la vita è come un pendolo
che oscilla tra la noia e il dolore passando attraverso l’attimo fugace della felicità. Maggiore
è la consapevolezza di tale condizione, maggiore sarà anche il dolore.
- Vie della catarsi: come liberarsi da questo dolore causato da questa perenne catena di
bisogni e di volizioni? Bisogna intanto “squarciare il velo di Maya”, andare al di là dei
fenomeni e rendersi conto della loro illusorietà; bisogna liberarsi della propria individualità
ed elevarsi alla contemplazione della Volontà in quanto principio metafisico à nella
contemplazione l’individuo si alza sopra alla sua volontà, rendendo possibile la catarsi (solo
uomini eccezionali riescono ad andare contro alla propria volontà).
3 vie di liberazione: 1) arte: l’arte va oltre le cose sensibili, per cogliere le idee eterne; la
liberazione prodotta dall’arte, tuttavia, è breve perché l’uomo ripiomba nel mondo delle
cose finite. 2) morale: è il sentimento della compassione a promuovere l’agire morale
autentico e disinteressato; l’uomo esperisce il dolore altrui e spezza così l’orizzonte
individualistico della propria condizione. 3) ascesi: arte e morale non riescono ad estirpare
alla radice la Volontà; la salvezza vera passa per la negazione assoluta della volontà, ovvero
per la noluntas, per un quietativo della volontà (! Non il suicidio, ma una sorta di Nirvana).

KIERKEGAARD (Copenaghen, 1813-1855): [opere: Il concetto di ironia, Il concetto dell’angoscia,


Timore e tremore, La malattia mortale, Aut-Aut, Diario di un seduttore]
- Critica ad Hegel: cercava di razionalizzare tutto anche i misteri della fede, il che è impossibile
all’uomo à fede. Ci sono poi delle contraddizioni e delle opposizioni che rimangono tali, che
non si risolvono in una sintesi più alta. Un esempio di tale opposizione è in Aut-Aut quello
tra vita estetica e vita etica.
- Vita estetica: figura di Don Giovanni; vita dedita ai piaceri dei sensi, all’interessante, vissuta
nel godimento del singolo istante, dell’attimo. L’obiettivo dell’esteta è quello di sfuggire alla
noia, ma non trovando mai qualcosa che lo soddisfi fino in fondo, il piacere rimane sempre
confinato nell’attimo e ripiomba costantemente nella noia.
- Vita etica: figura del padre e del marito; può essere abbracciata liberamente al posto della
vita estetica. È caratterizzata dall’impegno, dalla dedizione e dalla fedeltà a determinati
valori. Tuttavia, per quanto l’uomo si impegni, non raggiungerà mai la perfezione e tale stile
di vita non gli permetterà di redimersi dai suoi peccati. Ciò porta ad un senso di colpa non
emendabile con mezzi puramente umani.
- Vita religiosa: figura di Abramo descritta in Timore e Tremore; situazione di “timore e
tremore” in cui l’uomo si trova da solo di fronte a Dio e decide di abbandonarsi
completamente a lui con un atto immenso di fede. Tale scelta di vita è un salto, non ha nulla
in comune con gli altri stadi di vita e non è motivato né razionale. La fede è paradosso ed
entra in contrasto con la morale degli uomini.
- Esistenza: la dimensione dell’esistenza, contrapposta all’essenza, è quella in cui si ritrova
l‘individuo in quanto singolo. È la realtà particolare, soggettiva, che non riesce ad essere
compresa nel concetto. A caratterizzare l’esistenza è la possibilità, l’orizzonte aperto, la
scelta libera. Ma proprio tale stato di possibilità infinita è fonte di angoscia per il singolo.
L’angoscia è il sentimento che si prova di fronte all’ignoto, di fronte all’infinità delle
possibilità, è la “vertigine della libertà”. L’angoscia è la condizione che precede la scelta e
può portare tanto alla salvezza quanto al peccato. Diversa è la disperazione, malattia
mortale, ovvero la perdita di qualsiasi speranza di salvezza. La disperazione è essa stessa
peccato.
- Religione come paradosso: contrariamente ad Hegel, Kierkegaard concepisce la religione
essenzialmente come fede; essa è paradosso, ovvero rifiuto della razionalità e dalla
speculazione. L’unica religione che ci può dare la salvezza è il cristianesimo, ovvero la fede
in Cristo.

COMTE (Montpellier, 1798-1857): [opere: Sistema di politica positiva, Discorso sull’insieme del
positivismo, Discorso sullo spirito positivo]
- Legge dei 3 stadi: lo spirito umano si sviluppa, nel singolo o nella società, in 3 stadi:
a) Teologico/fittizio à corrisponde all’infanzia e alla storia anteriore alla Rivoluzione
francese dove gli uomini cercano le cause dei fenomeni e individuano agenti
soprannaturali;
b) Metafisico/astratto à giovinezza o periodo iniziato con la rivoluzione, in cui gli uomini
individuano queste cause in principi astratti, tipo la Natura.
c) Positivo/scientifico à maturità o tempo iniziato con la filosofia comtiana nella quale gli
uomini non cercano più le cause prime, ma osservando i fenomeni cercano di scoprirne
le leggi interne e le costanti. Una volta raggiunto questo stadio, metafisica e religione
perdono il loro valore conoscitivo e saranno sostituite dalla scienza.
Anche le scienze si sviluppano in tre stadi: giungono per prime allo stadio positivo, e
assumono quindi lo status di conoscenza vera, quelle che hanno l’oggetto di studio più
semplice. Per prima, già al tempo dei greci, la matematica (scienza delle pure relazioni
logiche applicate alle grandezze); poi l’astronomia, la fisica, la chimica e la biologia. La
filosofia ha il compito di studiare le relazioni tra le varie scienze e di scoprire i principi comuni
a tutte per dare una visione unitaria della realtà. Essa deve essere anche a servizio della
politica in quanto deve gettare le basi per riformare la società. La filosofia deve fondarsi sulla
scienza.
Sociologia: scienza che non si è ancora formata ma che è essenziale per il raggiungimento
dello stato positivo; essa studia l’uomo e i comportamenti sociali, le strutture stabili della
società (es. famiglia) e i mutamenti e gli sviluppi dinamici. Indissolubilità della famiglia, la
quale, insieme alla proprietà privata, è fondamentale per la sopravvivenza della società.
Filosofia della storia (dinamica sociale): il Medioevo è stata l’età in cui l’uomo ha vissuto
nello stadio teologico e si è concluso solo con la rivoluzione. L’età rivoluzionaria è stata un
periodo transitorio che portato, in età contemporanea, allo sviluppo di uno stadio positivo.
Il potere politico andrebbe dato agli industriali (coloro che partecipano dell’attività
produttiva). La religione tradizionale va sostituita son una nuova “religione dell’umanità” che
risponda alle esigenze del cuore dell’uomo. Tale religione ha come divinità l’Umanità stessa.

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