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Schemi: Riassunti Filosofia Maturità

Filosofia (Scientifico) - Tradizionale (Liceo Scientifico Statale "Galileo Ferraris" (Torino))

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HEGEL
 Solidità e durezza nel suo sistema: e sistematico fin dagli scritti della sua giovinezza
 andava cercando il benessere economico: diventò precettore all'inizio della sua carriera perché non proveniva da
una famiglia agiata
 il padre morì e gli lasci una eredità
 frequentò circoli romantici e si laureò
 diventò direttore del ginnasio di Norimberga: negli ultimi anni della sua carriera venne poi chiamato a Berlino
I CAPISALDI DEL SISTEMA HEGELIANO:

1- LA RISOLUZIONE DEL FINITO NELL’INFINITO


L'infinito è il principio e la guida della realtà: assoluto, spirito, ragione, idea
è un principio trascendente di ordine spirituale e razionale che non coincide con il Dio cristiano perché ammette
l'immanenza
C'è un legame tra l'ente divino e la realtà empirica per cui il finito non esiste di per sé ma esiste solo in quanto è
manifestazione empirica dell'assoluto cioè dell'infinito stesso: la dimostrazione di tale principio siamo noi (esistiamo
in quanto manifestazione dell'assoluto)
legalismo viene definito monismo panteistico: unico principio della realtà (cioè l'infinito) e oltre alla trascendenza
immanente (il principio universale pervade la materia stessa), ma non si identifica con le religioni positive
2- L’IDENTITÀ TRA RAGIONE E REALTÀ
La ragione non è altro che il pensiero dimostrativo
il pensiero e l'essere sono la stessa cosa: il pensiero deve saper tradurre la razionalità umana (che comprende
l'essere) dell'infinito e dell'assoluto
3- FUNZIONE GIUSTIFICATRICE DELLA FILOSOFIA
La riflessione dell'uomo è a posteriori: il percorso della filosofia è la giustificazione della realtà, non di ricerca, e
aiuta l'uomo a cogliere la presenza del divino nella storia
LA DIALETTICA
 Per Hegel la dialettica è regola ontologica (disciplina che spiega il disvelamento dello spirito nella storia) e regola
logica (è il modo che noi abbiamo di comprendere il disvelamento dello spirito) al tempo stesso
 La dialettica è la strada per comprendere l'assoluto con un disvelamento progressivo
 la dialettica si compone di tre momenti:
1. TESI, momento ASTRATTO O INTELLETTUALE (momento dell'idea in sé per sé): questo è il modello più
basso della ragione e coincide con la determinazione delle cose: la ragione universale concepisce le
caratteristiche delle realtà separate senza riuscire a vedere la connessione organica di tutte quante
2. ANTITESI, momento DIALETTICO O NEGATIVO RAZIONALE (momento dell’idea fuori di sé): questo è il
momento dell'incontro con la natura esterna (il pensiero si confronta con la natura empirica). il pensiero
razionale riesce a chiarire la realtà nel suo interno dinamismo e il fatto che ogni cosa ha senso soltanto nella
relazione con tutte le altre
3. SINTESI, momento SPECULATIVO O POSITIVO RAZIONALE (momento dell'idea che torna in sé): durante
questo momento la ragione coglie in pieno l'unità del tutto (dietro la molteplicità c'è l'unità). in tedesco il
concetto è conosciuto con la parola aufhebung (riconoscendo questa unità della molteplicità io non faccio A+B
ma vado oltre: ogni sintesi diventa il punto di partenza per il nuovo processo)
 La teologia della dialettica hegeliana ha una possibile origine nella formazione religiosa del filosofo: l'andamento
triadico della dialettica può richiamare l'immagine della Trinità cristiana (padre=tesi, figlio= antitesi, Spirito
Santo= sintesi, l’Assoluto assume i caratteri del divino)
LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO (1807)
Con il termine fenomenologia si intende il discorso sull’apparire dello spirito nella storia dell’uomo come ente razionale.
È un romanzo propedeutico e didattico in cui Hegel mostra al suo lettore i momenti più evidenti della storia per il
disvelamento dell’assoluto.
Il filosofo denomina figure le tappe di sviluppo dello spirito, cioè le fasi della progressiva conquista della verità da
parte dell’umanità. In altre parole, esse sono le forme attraverso cui la razionalità si è dispiegata ed espressa nei secoli.
L’opera si divide in: PRIMA PARTE

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1- COSCIENZA: è la consapevolezza che lo spirito ha di sé. Il suo percorso, descritto nella Fenomenologia, coincide
pertanto con quello che quest’ultimo compie per giungere alla propria auto-manifestazione. Si divide a sua volta
in:
1) CERTEZZA SENSIBILE: è il sapere dell’immediato, ciò che ci suggeriscono i sensi nell’esperienza diretta
delle cose, la percezione di avere a che fare con una cosa singola e determinata
2) PERCEZIONE: le cose singole e determinate vengono rinviate all’universale (fanno parte di una cosa
più complessa con un’unità di fondo)
3) INTELLETTO: la coscienza riconosce nell’oggetto la radice divina perché deve coglierne l’unità
(vediamo nell’oggetto qualcosa che è attraversato dal principio della realtà)
2- AUTOCOSCIENZA: il mondo esterno diventa consapevole di sé; lo spirito sposta la sua attenzione dal mondo
dell’oggetto al mondo del soggetto e si dedica a chi c’è al di fuori di sé, cioè le altre coscienze (la coscienza si
rende conto di avere attorno a sé altre coscienze e diventa autocoscienza)
1) LA FIGURA DEL SERVO PADRONE: corrisponde all'età antica, il riconoscimento degli altri passa
attraverso la lotta per appropriarsi dei beni primari e affermare se stessi sopra gli altri. il servo, impaurito,
teme la morte e rinuncia alle sue libertà in cambio di protezione, ma ha in mano il potere della
sopravvivenza; il padrone sottomette gli altri e ha potere ma senza il suo servo non avrebbe possibilità di
vivere. Filosoficamente c'è un rovesciamento dei poteri: c'è una visione formativa del lavoro in quanto
permette l'indipendenza e il ribaltamento filosofico dei ruoli
2) STOICISMO E SCETTICISMO: si identifica con il periodo storico in cui si affermano le scuole ellenistiche
(poco
prima dell'anno zero): in queste scuole c'è il dibattito sul tema della libertà. Il saggio è un uomo libero dai
legami sensibili della vita terrena. stoicismo e scetticismo ci danno una visione astratta della libertà
3) COSCIENZA INFELICE: la riflessione sulla libertà si sposta al mondo della spiritualità (nella relazione con
l'assoluto). Hegel analizza l'ebraismo (caratterizzato dalla riproduzione del rapporto schiavo padrone) e il
cristianesimo (Dio è più vicino a noi in quanto si incarna in un figlio: questa incarnazione non rende però
Dio e l'uomo così vicini). Perciò la coscienza è infelice in quanto non riesce a raggiungere Dio
1. devozione: è un trasporto empatico (un momento sentimentale e non razionale)
2. fare e operare: Incontro con l'altro; si manifesta nel mondo con gli uomini e per gli uomini. l'uomo
sente di non essere più inferiore a Dio in quanto comprende di essere uguale a lui
3. mortificazione di sé: i fedeli negano sé stessi a favore del riconoscimento di Dio (mi canto la natura
finita ci si avvicina all'assoluto divino)
3- RAGIONE: corrisponde al periodo che va dal Rinascimento al romanticismo. La realtà è pervasa dall’assoluto:
uno è tutto
1) RAGIONE OSSERVATIVA: momento che coincide con l’osservazione della natura e vede la nascita di
2
pseudoscienze: fisiognomica (studio dei tratti somatici per determinare la psicologia della persona) e
frenologia (studio delle forme del cranio e delle ossa per determinare la psicologia della persona) Si
comincia a intravedere la nascita della psicologia. Obiettivo: la ragione cerca una strada per arrivare a sé
stessa, ovvero l’osservazione dell’uomo.
2) RAGIONE ATTIVA: l'unità tra noi e il mondo è qualcosa a cui dobbiamo arrivare lavorando
1. Modo del piacere e della necessità: la ragione cerca di dominare la natura facendone l'oggetto del
proprio piacere ma c'è un limite in quanto ciascuno di noi ha un destino che non sempre ci conduce
alla nostra felicità personale
2. legge del cuore: egli pretende di agire guarendo il mondo da tutti i mali ed è bellando il fanatismo
religioso e la corruzione del potere sovrano. Così la coscienza afferma la propria individualità come
principio rivoluzionario ma porta alla competizione con gli altri in quanto ognuno aspira a imporre i
propri valori
3. virtù: la coscienza comprende che deve andare oltre il sentimento individuale e conquistare la virtù,
ossia la capacità di agire in maniera da superare il nostro obiettivo
3) INDIVIDUALITÀ IN SÉ PER SÉ: consapevolezza dell'individualità nel mondo
1. Regno animale dello spirito: siamo enti che agiscono per avere beni primari e abbiamo la dedizione ai
nostri compiti lavorativi e professionali
2. legge: la percezione che il benessere e per tutti; l'esteriorità è data dalla legge
3. ragione esaminatrice: la ragione ha una radice che trascende la quotidianità e la legge vale per tutti (la
radice è universale virgola non soggettiva). la ragione esaminatrice comprende l'elemento spirituale
della vita e lo si coglie solo nell’oggettività. in una visione individuale ci fermiamo ad una visione
astratta

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ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE IN COMPENDIO (1817):


in quest'opera viene mostrata la sua organizzazione del sapere
1-
LOGICA: è il momento in cui abbiamo l'idea in sé (elemento più astratto): non c'è il senso della connessione
2-
FILOSOFIA DELLA NATURA: è il momento in cui l'assoluto conosce ciò che fuori di sé
3-
FILOSOFIA DELLO SPIRITO: tratta il tema del ruolo dell'uomo e il problema della sua libertà. Si divide in:
1)
Spirito soggettivo  si occupa delle scienze che studiano l'uomo in sé per sé
1. antropologia: studio dell'anima
2. fenomenologia: studio della ragione
3. psicologia attenzione al tema della libertà
2)
Spirito oggettivo: incarna la manifestazione dello spirito nelle istituzioni sociali concrete (che regolano la vita
di molteplici individui e sono regolate dal diritto)
1. Diritto astratto: riguarda l'insieme delle norme che regolano i rapporti tra gli individui (comprende il diritto
privato e una parte del diritto penale). La persona viene considerata come portatrice di diritto e come
elemento che ha a che fare con altri elementi. si divide a sua volta in
1. proprietà: cioè tutto ciò che possiamo possedere
2. contratto: attraverso il contratto io riconosco le proprietà delle persone
3. torto o pena: se c'è un contratto c'è la possibilità di un torto punto al concetto di torto si aggiunge
la pena ovvero la riaffermazione potenziata del diritto (La pena è necessaria per giustificare il
diritto). il criminale deve negare il delitto al fine di avvicinarsi al diritto per comprenderle
significato
1. Moralità : riguarda la sfera della libertà interiore, cioè delle intenzioni e dei proponimenti, la quale è
caratterizzata dal contrasto tra la soggettività che deve realizzare il bene e il bene che deve essere le alzo.
Si divide in
1. proponimento: la volontà ci porta verso un proponimento, un obiettivo astratto
2. intenzione: volontà di manifestare il proponimento con le intenzioni
3. bene o male: con la riflessione sul bene o sul male il benessere diventa universale
2. Eticità: si riferisce al complesso dei doveri che il singolo ha verso la comunità di cui è parte. E la
realizzazione del bene nelle forme istituzionali della:
1. famiglia: unità spirituale fondata sull'amore e sulla fiducia, che Lega i coniugi nel matrimonio
1- matrimonio: vincolo dei coniugi
2- patrimonio: dote e stipendio
3- educazione dei figli: unità finale dei coniugi
2. società civile: società per ceti, perché tiene insieme le famiglie (dai figli nascono nuove famiglie
con interessi e attività proprie)
1- sistema dei bisogni: egli divide la popolazione in tre classi sociali: agricoltori, che hanno il
patrimonio del terreno, artigiani e pubblici finanziari
2- amministrazione della giustizia: secondo lui bisogna regolamentare le relazioni
3- polizia e corporazioni: quello della polizia e un ruolo gestito dallo stato, le corporazioni,
invece, sono associazioni di lavoratori che hanno un impatto nella sicurezza, perché Lega
il singolo gruppo. questa visione è molto moderna in quanto egli pone tra l'individuo e lo
stato un ente medio (crea una visione organica)
3. stato: punto massimo in cui si realizza lo spirito nelle istituzioni. Nello stato confluiscono tutte le
famiglie che fanno parte della società civile. Il filosofo ha una visione organicistica dello Stato: lo
stato è l'organo massimo a cui dobbiamo arrivare e precede e vincola il cittadino all'azione.
Egli considera la monarchia costituzionale la migliore forma di Stato: la costituzione, infatti,
incarna alla tappa del processo storico a cui è giunto il popolo in quel momento; i poteri sono
distinti ma non divisi in quanto sono Uniti dalla figura del monarca e sono:
1. legislativo
2. governativo: quello che noi oggi definiremmo esecutivo
3. principesco: rappresenta l'unità dello Stato nella figura del monarca (il monarca e
sottoposto al potere dello Stato)
egli è contrario allo stato democratico in quanto intende la sovranità appartenente al popolo come
una sovranità dai pensieri confusi (il popolo non è in grado di produrre pensieri coerenti); è
contrario al modello contrattualistico in quanto nel contratto sociale non si riconosce il valore
dello

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Stato; e contrario al giusnaturalismo in quanto gli individui sono indipendenti e lo stato non è
libero ed è contrario alla tirannia.
3)
Spirito assoluto: nell'ultimo momento, sintesi Suprema di tutto il sistema hegeliano, esso diventa spirito
assoluto, in quanto la ragione ritorna finalmente in sé stessa dopo essere passato attraverso le determinazioni
oggettive e si scopre infinita perché porta in sé tutta la realtà molteplice e finita del mondo. Lo spirito
consegue tale consapevolezza per gradi attraverso tre momenti:
1. arte: l'arte conosce l'assoluto nella forma dell'intuizione sensibile (l'espressione artistica è la
manifestazione sensibile dell'assoluto) Lo spirito è già naturalizzato, ovvero si è reso incarnato e visibile
nell'esperienza artistica
1- arte simbolica: tipica dei popoli orientali dove c'è ancora uno squilibrio tra la forma e il contenuto
2- arte classica: si fonda sulla figura umana e si riempie l'equilibrio tra la forma e il contenuto
3- arte romantica: vi è uno squilibrio in quanto il contenuto è molto più consapevole di sé. In questo
momento vi è una crisi dell'arte dovuta alla presenza dell'assoluto che non trova una forma
sensibile adeguata
2. religione: conosce l'assoluto nella forma della rappresentazione: l'assoluto trova delle forme
rappresentative in cui manifestarsi. Il rapporto tra Dio e la coscienza e un rapporto di natura sentimentale
1- religioni naturali: ovvero le religioni che vedono Dio nella natura
2- religione della libertà: c'è una visione di Dio come spirito libero ed è associato al periodo degli
egizi e dei persiani
3- religione dell'individualità: associata al periodo greco e romano durante la quale appare l'uomo in
forma spirituale
4- religione assoluta: affermarsi ed evolversi della religione cristiana (forma di religione più vicina
alla filosofia)
3. filosofia: conosce l'assoluto nella forma concettuale (ovvero nella sua forma massima). è una disciplina che
ha una formazione storica, ma con lui giunge a compimento: la sua filosofia diventa il punto massimo che
conserva le filosofie passate

Nella destra troviamo i pensatori più fedeli all’ipse dixit (un detto attribuito a Pitagora)

La sinistra hegeliana, invece, accoglie quei pensatori che leggono in Hegel dei nuclei interessanti ma portano avanti la
filosofia: tra questi filosofi troviamo Feuerbach e Marx. Filosofia di tipo materialistico  tutta la filosofia nasce da
qualcosa di concreto

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SHOPENHAUER

- si trasferisce a Francoforte
- non riesce ad avviare corsi all’università di Berlino per colpa di Hegel a lui contemporaneo (lo considera “il
gran ciarlatano”)
- è un solitario
- non riesce a crearsi un giro di allievi
- è ossessionato dal rumore: butta la signora dalle scale, perché il suo cane abbaiava
Schopenhauer può essere considerato un pensatore sincretico, cioè che mette insieme più elementi (sincretismo
geografico e temporale):
1.
Platone: teoria delle idee (modello trascendente e archetipo della realtà): c’è un mondo ideale che fornisce il
modello ideale a ciò che è empirico; sottrae il modello archetipo alla materialità: le idee sono eterne, infinite e
perfette dà una visione più oggettiva e meno caduca della conoscenza
2.
illuminismo e Kant: fa derivare la soggettività della gnoseologia; modello della realtà attraverso le mie
strutture mentali a priori e universali: tutto parte dall’uomo
3.
romanticismo: tema dell'infinito tema del dolore: visione pessimistica della vita umana e della realtà che
l’uomo deve affrontare (accomunato a Leopardi). nemico del pensiero idealistico tedesco, perché è la forma
prevalente nelle università tedesche: non è filosofia autentica, ma è al servizio del potere e del successo
accademico; desidera libertà della filosofia, che si deve costruire: tensione che l’uomo ha per raggiungere la
libertà.
4.
riflessione spirituale indiana (filosofia orientale): buddismo e induismo: raggiungimento della libertà estrema,
cioè il nirvana (libero dalla materialità); realtà fenomenica illusoria e apparente; immagini oniriche e
suggestive che aprono all’irrazionale; l’Oriente rappresenta l'origine della sapienza
Il mondo come volontà e rappresentazione 1818 (seconda parte  rappresentazione)

- all’inizio l’opera non viene considerata, solo dopo vent’anni quando pubblica la seconda edizione
- c’è un fenomeno (ente che appare) che è un’illusione di un noumeno che si nasconde dietro l’inganno dei sensi:
conosciamo l’apparenza, ma dietro di essa c’è un nucleo noumenico (una radice)
- alla base dei fenomeni c’è una radice: nei Veda (libri sacri induisti) l’uomo deve squarciare il velo di Maya, che è la
rottura dell’apparenza per capire cosa c’è sotto l’apparente e quindi il nucleo di verità
rappresentazione = elemento di conoscenza del mondo sensibile illusorio e senza verità di fatto

Parlando di rappresentazione il filosofo parla del mondo apparente. Se la conoscenza sensibile è illusoria, dobbiamo
andare a cercare ciò che non è illusorio. Dobbiamo andare a cercare, se c’è, il principio di realtà, cioè l’archè. Il
filosofo troverà questo principio nella volontà. Questo principio della realtà ha lo stesso principio dell’assoluto
hegeliano, ma al contrario dell’assoluto hegeliano che è un principio razionale, è un principio del tutto irrazionale, privo
di scopi  tanto che la filosofia di Schopenhauer viene inserita nelle filosofie irrazionali. Ci porta nel solco del
pessimismo romantico.
ciò che appare di questo fenomeno essendo di natura illusoria, quindi, non è una verità di fatto ma è una percezione
della nostra coscienza ed è una percezione dentro la quale noi troviamo due aspetti: quello del soggetto che sta
conoscendo e dell’oggetto rappresentato (che sono intrinsecamente intimamente legati e collegati: il soggetto
rappresentante è colui che conosce e dall'altra parte l'oggetto rappresentato è l’ente empirico).
Schopenhauer, come Kant, ammette delle forme a priori della rappresentazione ovvero il spazio e tempo e ne aggiunge
una: la causalità (la quale rappresenta una modalità di interpretare ciò che accade; non è più vista come una categoria
ma come una forma a priori, in quanto è presente in tutti gli ambiti della scienza nella fisica, nella logica (perché
regola i rapporti nella conoscenza), nella matematica (perché regola i rapporti spazio temporali) e nell’etica (nell’agire
dell’uomo con un intento)). Egli non riconosce più nessun tipo di categoria.
Volontà= viene definita antropofagi co perché ci divora ed e geniale perché fa in modo di riprodursi attraverso lo
soddisfacimento dei nostri bisogni primari. Quando noi ci riproduciamo lei fa lo stesso: il mondo per questo è stato
definito il gigantesco pasto della volontà.
tutto parte dalla corporeità, sotto la quale c'e la brama, perché noi desideriamo sempre ciò che non possediamo e
quindi ci poniamo vari obiettivi virgola e quando li raggiungiamo abbiamo questo appagamento del desiderio che però

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temporaneo ritorniamo però subito dopo al dolore per la cosa che ci manca e la noia: siamo un pendolo che oscilla
tra la noia e il dolore

l'uomo vuole smettere di soffrire e perciò schopenhauer ammette un processo salvifico che non è il suicidio (in quanto
significherebbe che la volontà ha prevalso su di noi). Il processo salvifico si articola in tre punti

1. arte: perché ci troviamo in un'esperienza senza tempo e senza spazio, quindi sono al di sopra della volontà. La
musica è la forma d'arte che più si allontana dalla volontà. Il problema e che questa esperienza è limitata nel
tempo e alla sua fine torniamo a oscillare tra la noia e il dolore
2. compassione: la morale si deve basare su una compassione (mi devo immedesimare negli altri perché tutti
soffriamo
3. ascesi: momento di liberazione da egoismo e volontà. C'è l'idea di vincere i bisogni primari e consiste nella
castità, digiuno, povertà e sacrificio. È presente un'altra contraddizione in quanto l'ascesi e il contrario della
compassione

nel ragionamento del filosofo sono presenti due contraddizioni:


- come faccio a liberarmi della volontà se se principio della realtà?
- Essendo un percorso elitista, cioè che solo poche persone riescono a compiere, e puoi che la volontà colpisce
tutti non ha senso come percorso salvifico perché solo alcuni riescono a compierlo completamente

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FEUERBACH
Nasce in Barriera e muore a Berlino

Ha come punto fermo del suo pensiero un rovesciamento di rapporti di predicazione:

 il punto da cui parte è l’analisi tra l’uomo e la realtà in cui viviamo (che è anche il primo caposaldo hegeliano).
 Egli applica un vero e proprio rovesciamento tra soggetto e il predicato: secondo Feuerbach l’essere si configura
nel soggetto empirico e concreto, mentre Dio in predicato (in Hegel, invece, questi rapporti erano invertiti:
Hegel sosteneva che ciò che è astratto è stato reso principio di realtà di ciò che è concreto, mentre secondo
Feuerbach la riflessione filosofica deve partire da qualcosa di concreto)
 L’infinito è una manifestazione del
finito Troviamo una delle prime critiche alla
religione:

 Feuerbach sostiene che non è Dio (elemento astratto) ad aver creato l’uomo (elemento concreto) ma è l’uomo che
ha creato dio.
 Dio non esiste se non come proiezione dell’uomo: è come se tutte le nostre qualità (vincolate dal nostro corpo) le
proiettassimo in un mondo iperuranico nel quale non abbiamo vincoli materiali.
 Tutto questo fa riferimento ai gradi di perfezione di sant’Anselmo. Dio, infatti, è un uomo reso perfetto: potremmo
quindi dire che dio siamo noi (è la percezione illusoria dei nostri gradi di perfezione).
 Riprende il termine di alienazione (che abbiamo visto in Hegel come momento di antitesi: uscire da sé e incontrare
l’altro) inteso come il movimento che fa l’uomo per proiettare fuori di sé.
 Citazioni: “Dio è quello che noi desideriamo: le religioni hanno delle idee differenti perché traducono i desideri
diversi delle diverse società.”
 Nel momento in cui comprendo che la religione non è altro che antropologia non ha senso credere in dio, ma
bisogna credere in sé stessi  lui è sostenitore dell’ateismo (unico vero atto di posizione filosofica onesta.
L’ateismo recupera la fiducia nell’uomo)
 secondo Feuerbach l’hegelismo è una teologia mascherata, in quanto lo spirito assoluto è un analogo del Dio della
Bibbia (il frutto di una proiezione)
C’è la necessità di arrivare alla comprensione della vera natura tra il rapporto di soggetto ed essere

Egli analizza le qualità dell’uomo: Siamo enti che hanno bisogno di comunicare e le idee nascono dalla conversazione
tra le persone... egli compie una vera e propria indagine biologica (noi possiamo sopravvivere solo in una comunità).
Vede un’unita psicofisica dell’uomo (supera la divisione tra corpo e spirito, affermando che siamo sia parte fisica sia
parte spirituale l’uomo è ciò che mangia).

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MAESTRI DEL SOSPETTO (PAUL RICOEUR, ‘900)


Marx sospetto che il principio di realtà dell’uomo sia nell’uomo stesso, e l’ha identificato nell’economia

Nietzsche ha sospettato la falsità delle metafisiche occidentali (bisogna ritirare alle radici dell’uomo e a quindi al
nichilismo (assenza di valori))
Freud ha sospettato che la coscienza non esaurisse tutto l’uomo (dice che e la punta dell’iceberg perché sotto ce
l’inconscio)
MARX
 Nasce a Treghiri nel 1818 e morirà a Londra
 Ha il destino di un esule, ha una vita difficile per il tipo di impegno politico che va ad assumere
 Fa parte della sinistra hegeliana (accoglie quei pensatori che leggono in Hegel dei nuclei interessanti ma portano
avanti la filosofia)
 Nasce da una famiglia ebrea, ma nonostante questo di sente lontano dalla sua comunità (strano perché le comunità
ebree sono molto unite). La sua famiglia si era convertita per sfuggire all’antisemitismo, ma lui con la lettura di
Feuerbach diventerà ateo
 I suoi studi e la sua apertura alla visione comunista (che si tradurranno nel manifesto comunista) lo portano ad avere
difficoltà specialmente economiche  perde due figli perché non ha la possibilità di comprare loro le medicine.
 Aveva sposato una nobile, Jenny, ma la famiglia di lei non aveva preso bene che lei sposasse il fondatore del
comunismo quindi lei viene diseredata. Angels, un amico figlio di un imprenditore, lo sosterrà economicamente
per tutta la vita.
 A Londra Angels riesce a fargli avere un lavoretto al british museum (morirà infatti a Londra)
La sua visione politica si concretizza nel 48 quando dà alle stampe il manifesto del partito comunista e nel 67 con
l’uscita del capitale (dopo il primo volume morirà, gli altri due volumi usciranno dopo quando Angels metterà per
iscritto i suoi appunti)
CARATTERISTICHE DEL MARXISMO
 Il punto cardine del suo pensiero è il fatto di vedere la filosofia come un’analisi globale (dare un quadro della
natura dell’uomo il più completo possibile  deriva da Feuerbach. Al centro della filosofia deve esserci l’uomo,
ente concreto).
 Anche Marx si interroga sui principi hegeliani. Rovesciamento di soggetto e predicato. Com’e possibile che le
istituzioni vengono viste come manifestazioni dello spirito assoluto per Hegel? Marx elabora il principio
trasformativo: Ribaltare misticismo logico e riconoscere come soggetto ciò che prima era predicato (steso
pensiero di Feuerbach): questo è l’unico modo per evitare che le grandi invenzioni dell’uomo siano una
manifestazione necessaria dello spirito

se l’uomo può lasciare il segno nella storia può ribellarsi ed esserne protagonista ideale della prassi
Feuerbach aveva capito il limite hegeliano ma si era fermato lì, per Marx non basta solo individuare il problema ma
bisogna risolverlo. Agire nel mondo vuole dire agire con un obbiettivo, nel suo caso il comunismo. Indagare sulla
praxis (azione che muove le genti per portarle a un cambiamento) rivoluzionaria vuole dire eliminare una società di
MASSA

Il lavoro e la prima azione che lui va a individuare


Il legame con Hegel è profondo: i loro temi filosofici si intrecciano.

- Marx ritiene che Hegel abbia interpretato il mondo rovesciato: trasforma le realtà empiriche in manifestazione
necessarie dello Spirito
- Marx critica Hegel dicendo che è caduto nel misticismo logico: Hegel fa del concreto una manifestazione
dell’astratto, mentre Marx afferma che è l’astratto una delle manifestazioni del concreto
- Altro punto che Marx critica è lo stato: secondo Hegel lo stato “va a favore di tutti”, secondo Marx, invece, lo
stato è lo strumento attraverso il quale i ceti sociali più forti sono agevolati

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Punto di partenza: saremo anche uguali davanti alla legge ma abbiamo davvero gli stessi diritti, le stesse opportunità?
No  Secondo Marx è come se lo stato ci desse l’illusione dell’uguaglianza, ma, visto che lo stato è la
rappresentazione dei più forti, lo stato cercherà di mantenere queste disuguaglianze.
Cos’è che sancisce la disuguaglianza? L’avere ciò che si ha e quindi la proprietà: il possesso della proprietà privata
rende liberi. Secondo Marx non funziona il principio della rappresentanza perché nella rappresentanza salta la
relazione tra il cittadino e lo stato e il vincolo tra il cittadino e la volontà generale: una vera democrazia deve far sì che
ogni individuo abbia la propria relazione con lo stato. Per risolvere il problema bisogna tornare al punto di partenza,
ad una fase pre- proprietà privata.
MATERIALISMO STORICO (SOVRASTRUTTURA E STRUTTURA)

Ideologia= rappresentazione falsa o deformata della realtà, derivante da specifici interessi di classe (accezione negativa).

Marx vuole fornirci un’analisi scientifica, non ideologica della società e dell’uomo: L’umanità è una specie evoluta
composta di individui associati che lottano per la propria sopravvivenza: «Il vivere implica prima di tutto il mangiare e
bere, l’abitazione, il vestire…la produzione della vita materiale stessa…»
La storia non è primariamente un evento spirituale, ma un processo materiale, fondato sulla dialettica
bisogno/soddisfacimento alla base della storia vi è il lavoro (ciò attraverso cui l’uomo si rende tale).
La base economica della società costituisce la STRUTTURA sopra la quale si erge una sovrastruttura giuridico,
politico, culturale
La SOVRASTUTTURA comprende i rapporti giuridici, le forme di Stato, le dottrine etiche, religiose, filosofiche, ecc.
Le forze motrici della storia non sono di natura ideale (idealismo storico), bensì socioeconomica (materialismo
storico). «Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale
della vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che
determina la loro coscienza»
DIALETTICA DELLA STORIA
La praxis marxiana è una praxis fondata sulle principali azioni dell’uomo  la principale è il lavoro. Dialettica
processuale fondata sui modi di produzione e sulle caratteristiche sociopolitiche. Mentre in Hegel gli opposti tengono alla
risoluzione nell’aufebung per Marx non ce nessun tipo di risoluzione: le opposizioni lottano e si escludono l’una con
l’altra

Forme di evoluzione del quadro economico politico in relazione alle forze di produzione:
- Forze produttive di tipo agricolo: rapporti di produzione e di proprietà sono di carattere feudale (imposte
dall’aristocrazia, che si trova in una posizione conflittuale con la classe dei lavori)
- Forze produttive di tipo industriale: rapporti di produzione e di proprietà sono di tipo capitalistico (imposte dalla
borghesia, perché l’imprenditoria industriale è gestita dalla borghesia)

Quando la società cambia, i mezzi di produzione non sembrano più adeguati a quel livello di riflessione di vita a cui è
giunta la società civile  il passaggio dall’aristocrazia alla borghesia è dovuto a questo (il modello capitalistico
borghese vuole promuovere progresso mentre l’aristocrazia è più conservatrice). Da queste differenze nasce uno
scontro  La classe che rappresenta le nuove forze produttive (borghesia) vince e non porterà solo la propria
innovazione di tipo economico ma anche la propria sovrastruttura (la propria visione del mondo). Marx prende da Hegel il
modello di società civile che si muove per ceti. Le idee della classe dominante sono sempre le idee della società
generale del tempo  anticipa un po’ i concetti di hardpower (potenze mondiali che hanno una forte influenza su altri
stati: usa, Cina..) e softpower (influenza di tipo intellettuale: usa..)
Come risolvo l’elemento di disuguaglianza sociale che sta alla base della dialettica della storia?
MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA (1848)
Lui parte analizzando la sua realtà effettiva  una struttura sociale ed economica dominata dalla borghesia. L’unica
alternativa che rimane all’altra classe sociale è la lotta di classe (il proletariato diventa cosciente di sé e lotta contro la
borghesia).

“Tutta la storia dell’umanità e una lotta tra oppressori e oppressi.” Cit.

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Critica dei socialismi non scientifici che si sono limitati a delineare società ideali laddove il socialismo scientifico si
basa su un’analisi critico-scientifica dei meccanismi sociali del capitalismo e sull’individuazione del proletariato come
forza rivoluzionaria
IL CAPITALE 1867
È l’opera che più di ogni altra traduce la struttura capitalistica dei suoi principi

 Marx parte dalla convinzione che non esiste una legge economica universale (nemmeno l’esistenza della
proprietà privata va considerata come una legge universale). Le leggi dell’economia sono prodotti storici. La
sua visione è che anche il capitalismo verrà superato dalla società comunista  la società comunista porrà fine
lla più grande contraddizione della società capitalista che è la proprietà privata
 Capitalismo viene quindi inteso come la struttura economica della società borghese formata ad elementi connessi
tra loro

1. Cosa fa il capitalismo? Produce MERCI  che vengono considerate come l’elemento atomistico da cui partire.
La merce non è un oggetto neutro, ovvero non basta considerare solo il valore d’uso (una merce deve servire a
qualcosa) ma dobbiamo considerare anche il valore di scambio (la posso scambiare con altre merci compreso il
denaro). Secondo Marx, quindi, “il valore di una merce dipende dalla quantità di lavoro socialmente
necessario per produrla” (introducendo così il tema della considerazione del lavoro operaio)

Interpretazione del ciclo produttivo


Nella società preborghese il principio economico si focalizzava sulla merce: tutto partiva dall’idea che bisognava
possedere in partenza delle merci da poter vendere, e con il denaro ricavato si poteva reinvestire in altra merce. La
merce era considerata perciò l’anello di base; il ciclo produttivo si esprime perciò in: merce, denaro, merce.
Ciclo economico capitalistico: denaro merce più denaro: focus è sul denaro: bisogna partire con un capitale tramite il
quale comprare della merce (materie prime, investimento nei macchinari, assunzione personale etc.) che poi viene
rivenduta: l’obbiettivo è aumentare il profitto. A questo punto sorge spontanea la domanda:
1.
Come arrivo a fare più profitto? Marx risponde a questa domanda attraverso due principi:

Sfruttamento  secondo il filosofo, infatti, il capitalismo ha in sé un nucleo di sfruttamento del lavoratore. Vengono
così introdotti il concetto di plus valore (rispetto al valore che ha l’operaio, che non lavora solo per quello che viene
pagato) e plus lavoro (le ore che l’operaio dedica al lavoro sono meno delle ore per le quali viene pagato): la forza
lavoro dell’operaio (che viene considerato come una macchina) è pero in grado di produrre un valore maggiore di
quello che gli viene corrisposto con il salario: il salario viene deciso dall’imprenditore (il senso del salario per
l’imprenditore è garantire la sopravvivenza del lavoratore) ma in realtà l’operaio ne lavora di più (arriva prima per
cambiarsi, parla con gli operai del turno prima per capire a che ora è arrivato ecc.) ma chi li paga tutti quei minuti?
Questo plus lavoro dell’operaio (se deve lavorare dieci ore ne lavora 10,10) è sfruttamento (non esistono gli
straordinari). È tutto lavoro in più di cui l’unico beneficiario e l’imprenditore.
Aumentando la produttività  acquisto nuovi macchinari (che comporta il rischio di una sovrapproduzione, perché
produco molto ma non è detto che la massa ci sta dietro). Cosa te ne fai di capannoni pieni di merce che non vendi?
Devi poi licenziare persone. Vi è caduta del saggio di profitto dato dal rapporto fra plus valore, capitale costante (il
capitale che non posso muovere perché è investito negli elementi che mi servono per produrre) e capitale variabile
(capitale mobile investito in salari). Quando c’è una crisi produttiva vado quindi ad agire sul capitale variabile
(diminuisco i salari e/o il numero degli operai).
2.
Che cosa conta nel capitalismo? Il profitto privato  ciò che rimane all’imprenditore a seguito delle spese per
la produzione (per questo Marx critica lo stato liberale, perché esso rappresenta il trionfo delle idee della
classe dominante).

3.
Quali sono le conseguenze del capitalismo?
1- Una minoranza industriale con una ricchezza ed un potere immensi e una maggioranza proletaria sfruttata (i
piccoli capitalisti, per la legge della concorrenza, vanno espropriati dai grandi magnati dell’industria e
andranno a ingrossare le fila del proletariato)

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2- Le contraddizioni del capitalismo costituiscono la base oggettiva della rivoluzione del proletariato, che
svolgerà la missione storico-universale di attuare il passaggio dal capitalismo al comunismo

L’obbiettivo della rivoluzione è abbattere lo stato borghese e le sue forme istituzionali, in quanto lo stato moderno
è visto come sovrastruttura di una società civile prestatale dominata dagli interessi di classe della borghesia

«Tra la società capitalistica e la società comunista vi è il periodo della trasformazione rivoluzionaria dell’una
nell’altra. Ad esso corrisponde anche un periodo politico di transizione, il cui stato non può essere altro che la
dittatura rivoluzionaria del proletariato»  DITTATURA DEL PROLETARIATO: dittatura di una maggioranza di
oppressi su di una minoranza di (ex-) oppressori, destinata a scomparire.
In alcuni suoi scritti si è ritrovato che lui aveva fatto una distinzione tra
- Comunismo rozzo: la proprietà privata non viene abolita ma diventa proprietà dello stato: nazionalizzazione
dello stato. L’unico imprenditore è lo stato e tutte le persone sono i suoi dipendenti. Questo succede
nell’URSS (tutti i cittadini sono proletari sullo stesso livello, mentre lo stato è l’imprenditore)
- Comunismo autentico: quella che intende Marx  eliminazione della proprietà privata e il passaggio
dall’uomo economico all’uomo nuovo, ovvero un uomo che avvalla l’assenza della proprietà privata e vive
l’essenzialità in maniera condivisa ma aperta alla propria autodeterminazione. Ciò che diventa l’essere umano
non è più ciò che possiede.

Abolizione della divisione del lavoro (non c’è più divisione di merito tra lavoro intellettuale e lavoro manuale
in quanto è una scelta in base a come siamo fatti, in quanto il lavoro è lo strumento creativo per la nostra
autodeterminazione)
Abolizione dell’antitesi occupazione manuale/occupazione intellettuale (eliminare le classi sociali)
Se aboliamo le classi sociali aboliamo lo stato (che è la rappresentazione delle classi sociali  lo stato verrà
sostituito da singoli gruppi)

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SAINT-SIMON
o Ha lasciato una traccia tale che anche oggi si parla si sansimonismo: abbiamo visto che ci sono ci sono nel
positivismo diverse anime, diverse aree  Saint-Simon unisce la visione sociale e i principi evoluzionistici, che
saranno incarnati nel positivismo evoluzionistico.
o Parte ponendo al centro della sua riflessione filosofica l’idea di storia come progresso (un progresso che ha un
carattere di necessità e continuità; hegelianamente c’è una continua spirale di due epoche: epoca organica che è
quella che si basa su un quadro concettuale accettato da tutti, che ad un certo punto però mostra dei limiti e
subentra l’epoca critica  mutamento, evoluzione.
o La storia dell’umanità è un continuo susseguirsi di epoche organiche ed epoche critiche. Questo ci richiama
Thomas Paine, un epistemologo del Novecento, che pensa che la storia dell’uomo sia basata sull’evolversi di
paradigmi: un paradigma è la cornice concettuale valoriale di riferimento di ogni società, vuole dire che noi stiamo
dentro a un mondo che ha già dei punti di riferimento (come quando Hegel diceva che lo stato viene prima
dell’individuo). Ad un certo punto la cornice inizia a stare un po’ stretta, la società cambia e quindi ha necessità di
cambiare paradigma, e così inizia l’epoca critica. Il momento di stabilità che si viene a creare si evolve poi in
qualcosa di più vicino al presente (concetto processuale). Kun esprime dei momenti che sono stati paradigmatici
nella storia dell’umanità: rinascimento, rivoluzione scientifica (hanno visto cambiare completate l’uomo); secondo
Saint-Simon, invece, anche cambiamenti più picco segnano un trapasso.
o L’idea di Saint-Simon è quella di portarci a un’epoca positiva  ovvero un’epoca basata su un nuovo modo di
intendere la scienza e la storia. Addirittura, ci dirà che avremo due figure di riferimento: scienziati (ai quali verrà
affidato il compito spirituale perché conoscendo la natura sanno indirizzare il comportamento degli uomini) e
industriali (ai quali deve essere affidata la gestione della produttività). Nella sua opera Nuovo cristianesimo
ipotizza una società basata su questa nuova forma di religione che ha come obbiettivo portare al potere scienziati e
industriali.

PROUDHON
o Aveva scritto che Cos’e la proprietà, 1840. La proprietà è un furto (viene considerato un positivista nel senso che
fa un’analisi sociale di quello che è il concetto di proprietà privata).
o Non viene considerato come un anticipatore di Marx, in quanti non vuole abolire la proprietà privata  il furto
secondo lui è il reddito, non la proprietà (che viene data per scontato). Lui come Rousseau punta il dito sulla
redistribuzione delle ricchezze.
o Questo modello di visione della storia dove ci sono oppressi e oppressori lo porta a vedere la storia come un
processo che porta a eliminare le grandi contraddizioni del capitalismo.

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COMTE
o È considerato la figura più rilevante del positivismo francese, fondatore della sociologia
o Si accomuna ai precedenti autori per la visione mistica che ha della storia, il fatto che la storia sia una filosofia
dell’umanità.
o Come avviene l’evoluzione dell’umanità? attraverso la legge dei tre stadi (processo gnoseologico): vede il
passaggio della conoscenza disciplinare da uno stadio più semplice a due stadi via via più complessi:
1- stadio teologico (stadio dove si va a cercare la natura ultima delle cose, gli archè ecc.) periodo che va fino al
medioevo, caratterizzato da forme politiche ben precise: monarchia teocratica o militare.
2- stadio metafisico (vede tutta la parte rinascimentale sugli studi delle essenze; si vede il cosmo come qualcosa
di animato, c’è un’idea di una natura animata da essenze) si arriva fino all’illuminismo; è lo stadio in cui si
affermano i concetti di sovranità popolare.
3- stadio positivo, quello che tenta di scoprire le cause più intime dei fenomeni attraverso le leggi stesse di
funzionamento di fenomeni. Introduce il concetto di successione degli eventi e somiglianza tra loro (c’è una
rivisitazione del modello hegeliano). La forma politica che viene riconosciuta è l’organizzazione della società
industriale.
o Il suo obbiettivo è quello di costruire un’enciclopedia delle scienze. La sua classificazione delle scienze segue
anche una sorta di gerarchia: vede prima la fisica inorganica (all’interno della quale pone la fisica celeste e la fisica
terrestre) e poi fisica organica (all’interno della quale pone la biologia, intesa come lo studio dell’uomo nel suo
funzionamento fisico, e la sociologia, la disciplina di cui viene considerato il più grande artefice, intesa come lo
studio della forma sociale di organizzazione dell’uomo sulla base delle caratteristiche dell’uomo).
o Lui ha considerato nel suo tentativo di costruire un’enciclopedia le scienze astratte e non pratiche perché le scienze
pratiche, forse anche un po’ per i pregiudizi del tempo, sono considerate delle capacità manuali; ha escluso la
matematica e la logica perché il sapere matematico viene dato per implicito (è lo strumento attraverso cui ci parla
la natura per cui tutte le scienze hanno a che fare con la modellizzazione matematica come la logica).
o Cosa si intende con il termine sociologia? Disciplina che studia i fenomeni sociali intesi come sottoposti a leggi
naturali esattamente come ogni altro sapere (il metodo scientifico ci dà la possibilità di prevedere e la previsione è
la modalità di azione dell’uomo) l’idea di poter dare una previsione sulle leggi sociali è la cosa importante.
o C’è in lui un forte misticismo

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NIETZCHE 1844-1900
Secondo dei maestri del sospetto: definizione di maestri del sospetto la dobbiamo a Paul Ricoeur il quale ha
identificato Marx, Nice e Freud come coloro che hanno sospettato che la tradizione filosofica avesse delle fallaci:
o Marx ha visto come grande fallacia della filosofia del suo tempo l’idealismo e quindi ha operato il rovesciamento dei
rapporti di predicazione ponendo al centro un ente concreto, l’uomo
o Nice ha sospettato che dietro l’adesione delle metafisiche tradizionali in particolare quelle religiose ci fosse una
falsificazione di valori e di intenti e quindi propone di prendere a martellate la filosofia tradizionale per creare una
filosofia nuova, che si incarnerà in un uomo nuovo, ubermensch
o Freud sospetterà che il concetto di coscienza così come inteso dai tempi cartesiani del cogito ergo sum non sia solo
ciò che appare di noi ma che la coscienza sia anche tutto ciò che non appare di noi, introducendo così il concetto
di inconscio
VITA 1844-1900
o Nasce da famiglia protestante
o La sua formazione inizia come filologo (filologia  studio dei testi, un approfondimento del valore del testo andando
oltre al suo significato, infatti, il filologo è anche un esperto dell’etimo delle parole). Ricopre delle cattedre
all’università di Basilea, sulla cultura greca.
o In questa fase della sua vita scrive La nascita della tragedia, all’interno del quale analizza la storia e la struttura
della tragedia greca (e i motivi di calo e fallimento). È uno dei pochi testi che ha scritto come trattatistica  la
maggior parte dei suoi scritti sono in forma aforistica (sembra di leggere una parabola della Bibbia ma dietro c’è
un grande significato).
o In questa parte della sua vita sarà molto vicino a un musicista e a sua moglie, Wagner e Cosima, che rappresentava
secondo lui colui che riusciva a mantenere nella sua musica gli elementi autentici della tragedia greca, fino a quando
Wagner non si avvicina allo stile romantico (es. fonda un festival della musica classica) e quindi si allontanano.
o Grazie ai suoi amici incontra una ragazza della quale si innamora, una giovane esule russa, che però lo rifiuta
(questo fatto lo segnerà molto). Si interrompono tutte le sue attività didattiche e inizia così il periodo torinese, dove
avrà un crollo psicotico.
o Ha una sorella di nome Elisabeth che avrà un ruolo importate perché quando rimarrà orfano di padre crescerà con
lei e la madre. La sorella sarà una delle artefici della lettura nazista di nice (nice che di nazista alla fine non avrà
nulla)
È un pensatore elitista: ritiene che la sua filosofia sia una filosofia per l’élite, per pochi, perché diventare oltre uomini
richiede un percorso molto difficile e articolato (in lui c’è una visione antidemocratica e anti-egualitaria). Era per
questo stato accusato di essere un antisemita, ma lui se la rideva dicendo che il suo era un opporsi contro tutte le forme
di metafisica che ottenebrassero la riflessione filosofica dell’uomo (non era solo un antisemita, era contro tutto quello
che ponesse un limite alla libertà dell’uomo questo senso di libertà lo farà leggere come progressista)

Tra gli autori che hanno studiato nice c’è Gianni Vattimo, che ha cambiato la traduzione in italiano dell’espressione
Ubermensch che fino ad allora era stato tradotto come superuomo, ,ma superuomo non rendeva conto della
trasformazione interiore di questo uomo nuovo che vuole raggiungere nice e quindi ha cambiato la traduzione in ultra-
uomo (un uomo che va oltre i limiti a cui è arrivato l’uomo fino a quel momento)
FASI DEL SUO PENSIERO
1. PERIODO GIOVANILE, più da filologo, all’interno del quale troviamo la nascita della tragedia, lo studio degli
elementi della cultura classica
2. PERIODO ILLUMINISTICO, periodo in cui analizza con il lume della ragione ciò che ci è arrivato in eredita dal
passato
(vado a trovare le origini). due libri intitolati “umano, troppo umano” e “la gaiascenza”
3. FILOSOFIA DEL MERIGGIO (parte della sua filosofia pomeridiana). Introduce qua la figura di un profeta
persiano Zaratustra che promuove il passaggio dall’umanità vecchia all’umanità nuova (egli deve traghettare
l’uomo in ultra uomo). Opera principale così parlo Zaratustra
4. PERIODO DEL TRAMONTO ci sono gli scritti che parlano dell’oltre uomo e dei suoi valori (es. “la genealogia
della morale”, “al di la del bene e del male”)

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LA NASCITA DELLA TRAGEDIA 1872


Studio filologico della tragedia greca. La tragedia ha avuto il potere di rappresentare in maniera letteraria l’animo
umano, secondo lui all’interno della tragedia greca abbiamo una trattazione dell’uomo quasi antropologica, dal 5
secolo decadenza della tragedia greca e la sua arresa a mettere in luce l’uomo e la sua vita come qualcosa di
puramente armonico e equilibrato
Prima la tragedia metteva insieme due elementi: l’apollineo e il dionisiaco (ovvero gli elementi che costituiscono
l’animo umano): dionisiaco rappresenta gli impulsi più irrazionali dell’uomo (dio Dioniso era il dio del consumo
alcolico, orgiastico ecc.); Dio Apollo è colui che garantisce serenità, armonia, pace ecc.  l’uomo è un insieme di
questi due elementi. finché ce stato questo binomio di apollineo e dionisiaco all’interno della letteratura abbiamo
potuto comprendere la natura umana nella sua completezza e nella sua tragicità ma con l’arrivo di Euripide l’elemento
dionisiaco è stato via via tralasciato e si è lasciato prevalere l’elemento apollineo
Perché il dionisiaco è stato tralasciato a vantaggio dell’apollineo? Perché l’apollineo ci dà una visione del m0ndo in una
forma armonica e stabile e più facile vivere in un mondo più armonico. Il dionisiaco, che è l’elemento più profondamento
contraddittorio e quell’elemento che ci mette in contatto con le forze più profonde dell’universo e quindi fa più paura:
e più difficile vivere da esseri dionisiaci perché si deve vivere dentro al caos e gestirlo. Questo secondo nice e il
grande errore del mondo occidentale, abbiamo dimenticato questa parte dell’uomo che ci vivifica, che ci fa essere
creativi. L’abbiamo dimenticata perché Socrate e la sua filosofia hanno blindato il dionisiaco per metterlo da parte
facendo emergere l’apollineo

Socrate portò l’antropologia, la riflessione dell’uomo. Questo è stato il grande errore in quanto porta una visione
dell’uomo razionale (e tralascia la parte dionisiaca, irrazionale dell’uomo). Che cosa ci insegna Socrate? Socrate ci
insegna la distinzione tra il bene e il male (apre proprio alla domanda “dove sta il male? Che cos’e il male?): il male è
un’assenza di sapere (so di non sapere) e impone in questo modo il primato della ragione. La tragedia diventa una
maschera che non rivela più i due elementi dell’apollineo e del dionisiaco ma viene dimenticato l’apollineo. Le prime
tragedie in cui c’è solo l’apollineo iniziano con Euripide (egli segue la strada aperta da Socrate: noi siamo ragione, e
perciò dimentica la parte istintiva e irrazionale).
Il passaggio della crisi occidentale sta proprio del passaggio dall’uomo tragico (uomo che sa cogliere i propri istinti
dionisiaci, colui che si rende conto della sua parte irrazionale, che si rende conto di essere complesso, un uomo che si
interroga di più su sé stesso) all’uomo teoretico (ovvero l’uomo che vive in funzione della propria ragione e dei frutti
della propria ragione (tecnè; colui che dimentica di essere parte della vita stessa, il sentirsi parte di un universo che
non ha ordine e stabilita). Socrate propone un mondo in cui esiste solo l’apollineo poiché il mondo del caos,
dionisiaco, non è un mondo governabile il mondo occidentale diventa perciò un mondo governato dall’uomo
teoretico
Solo attraverso il recupero del dionisiaco secondo Nice ricomprenderemmo la vita nella sua totalità e nella sua
complessità: solo colui che ci riuscirà diventerà ubernemsch (oltre uomo). Questo ricompattare dionisiaco e apollineo
ci porta in quella direzione della filosofia greca iniziata con Eraclito (che sosteneva che dall’unita degli opposti si
genera l’armonia universale)  questa dialettica degli opposti è protagonista in tutta la storia dell’uomo. L’unione e
di tipo dialettico, è un pantarei, un continuo fluire (l’unione di apollineo e dionisiaco si crea e si ricrea continuamente)
 concetto di resilienza (accogliere tutte le cose che succedono, anche se tragiche, perché fanno parte di noi)
“il tempo e un fanciullo che gioca a dadi col mondo”. Aforisma che riprende il flusso del divenire  nulla è già definito
ma dipende tutto dall’evoluzione dei nostri due elementi che si compenetrano sempre in modo diverso
PROSPETTIVISMO NICIANO
Dottrina che ci dice che “non esistono fatti ma solo interpretazioni”: non esistono fatti oggettivi ma solo interpretazioni
che noi diamo a un singolo accaduto che viviamo, che trova la verità nelle diverse interpretazioni (non ce un modo
giusto per leggere un evento)
Quali sono le basi del prospettivismo? Nice cita Kant  Kant sosteneva che è l’uomo a essere il creatore della realtà,
che non c’è una realtà oggettiva, e quindi riconosce a Schopenhauer e a Kant il merito di aver scoperto che l’uomo è il
creatore delle cose, della legge morale e degli elementi della sua vita. Troviamo anche una traccia di Protagora, il
sofista: l’uomo è misura di tutte le cose, non esistano fatti ma solo interpretazione. Non esiste una verità certa che non
si può mettere in discussione.

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Nel momento in cui noi creiamo delle valutazioni, queste valutazioni sono il frutto del nostro valutare  anche l’etica
diventa un elemento umano. Questo ci introduce alla critica alla metafisica occidentale, dove i valori sono oggettivi.

I primi concetti a essere messi sotto la luce del prospettivismo sono i concetti di soggetto e coscienza (i soggetti
cardine sui quali si e costruita la filosofia occidentale). Nice vuole rendere dinamici questi concetti, renderli elementi
soggetti al relativismo, cioè alla comprensione della loro origine umana, non elementi assoluti e inappellabili ma
elementi che evolvono con l’uomo, che fanno parte della storia dell’uomo.
L’altro elemento importante del prospettivismo è la riflessione sulla storia, le considerazioni inattuali (critiche) 
opera articolata in quattro saggi. Schopenhauer non regge fino in fondo la sua tragicità perché vuole liberarsi e quindi
anche come con Wagner era successo si allontana.
Nella seconda inattuale si concentra sul concetto di storia  Sull’utilità e il danno della storia dell’uomo, nice si
concentra inizialmente sullo stoicismo (la dottrina storica inaugurata da Macchiavelli nel 1400 dove si parla proprio
del prendere in carico la storia della propria epoca cosi come essa è, con una sorta di realismo); da un certo punto di
vista lo stoicismo rappresenta anche un po il passato e secondo il filosofo guardare al passato è dannoso (tanto più
guardiamo al passato, più antropomorfizziamo le nostre capacita creative critiche e quindi le nostre capacità
evolutive). La storiografia è un inganno poiché è come se ci desse già l’interpretazione da seguire degli eventi senza
prima aver applicato uno sguardo critico  come dobbiamo afforcare allora la storia? L’eccesso di dipendenza dal passato
ci induce alla rinuncia a creare (io seguo il passato e quindi non mi creo schemi nuovi che sarebbero più adatti alla
realtà attuale). Che cosa deve essere la buona memoria? Deve aiutarci nel prospettivismo, cioè a darci più possibilità di
interpretazione: la storia può essere:
1- monumentale (è quella di chi vuole compiere grandi gesta, l’elemento epico, e si fa fronte a degli elementi del
passato; il rischio è quello di riproporre modelli che ci sono già stati)
2- antiquaria (è quella più conservativa, la storia viene vista come un feticcio, cioè come simbolo di qualcosa che è già
accaduto quindi da prendere e tenere così, questo tipo di storiografia ha come limite di mummificare la vita)
3- atteggiamento critico (atteggiamento più illuminista, guardare la storia con uno stile realistico ma comprendere che
la storia e qualcosa di già trascorso, con elementi negativi e positivi, da comprendere ma non idolatrare). Attenzione
perché anche l’atteggiamento troppo critico non è buono.
Qual è allora il modo giusto di vedere la storia? L’esito ce lo propone nel testo Umano troppo umano, sostenendo che
l’unico modo per affrontare la storia è il punto di vista genealogico (genesi= nascita), ovvero mostrare che all’origine
dei fatti che abbiamo interpretato come naturali, eterni ecc. ci sia dietro l’uomo, i suoi interessi e i suoi valori.
Nella terza torna la critica a Schopenhauer (che prima voleva squarciare il velo di maia e poi invece rivela di non
riuscire a reggere la tragicità della vita rinnegandola) e nella quarta vi è la critica a Wagner (che torna ai valori del
romanticismo e che nel momento in cui fonda il festival di boirolk diventa un’icona pop, traducendo la musica classica
a quei valori romantici che la gente vuole sentire)
Umano troppo umano
Opera in cui si stacca completamente dai maestri del passato  Ammette che il filosofo debba seguire un metodo di
ricerca e studio che definisce critico e storico (in senso illuminista, in quanto parte dal sospettare che le grandi
costruzioni di verità assolute certe infinite ed eterne in realtà non siano altro che verità storiche e quindi determinate e
umane (umane troppo numane nel senso troppo umane). Non ci sono, differentemente da come ci ha fatto credere la
filosofia occidentale da Platone in poi, verità assolute, ma tutte le verità hanno una radice umana e dunque storica in
quanto l’uomo vive nella storia.

Fucoce dice che andare a cercare le origini dei meccanismi storici e dei nostri valori nell’uomo e nella storia porta nice
non a confermare la nostra radice identitaria ma a dissiparla e negarla nel momento in cui nice fa una ricerca nella
storia ci dice che i valori sui quali abbiamo costruito la nostra entità di uomini sono illusori (ai quali noi abbiamo dato
credito perché hanno reso tollerabile la nostra caducità hanno dato una bella immagine dell’aldilà in quanto la
morte, essendo l’ignoto per eccellenza, è la cosa che ci fa più paura. Si sono opposte così la teoria materialista (secondo
la quale dopo la vita non c’è più nulla in quanto siamo carne, come Epicuro) e la scuola metafisica (che dice che
terminata l’esistenza empirica materica inizia l’esistenza spirituale)  l’ipotesi metafisica secondo nice è la cosa
più sbagliata,

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perché ci permette di posticipare tutto all’aldilà e dunque il filosofo ci dice che la religione è una menzogna (l’idea di
Dio è una menzogna)
Qual è stato il vero errore che è iniziato con Platone? Il vero errore è stato che la tradizione occidentale ha reso il mondo
trascendentale ed empirico come quello vero, e ha reso falso quello empirico  non solo abbiamo raddoppiato i
mondi ma abbiamo detto che quello vero è quello più lontano da noi, che non possiamo conoscere (tutte le nostre
facoltà conoscitive sono fuori gioco) e quindi “rimaniamo senza niente” perché abbiamo reso falso il mondo empirico
ma non conosciamo quello trascendentale. L’esito di questa filosofia è il nichilismo.
Questa parte del suo pensiero corrisponde alla parte destruens, ma come per ogni filosofo alla parte destruens farà
corrispondere una parte costruens (quella dell’ubermensh)  come usciamo da questo nichilismo? Con l’ubermensh,
che saprà creare dei valori nuovi veri, umani, e quindi non più appellabili a delle realtà altre.

L’esito finale di questa filosofia del martello è che la metafisica e la religione hanno il valore consolatorio: sono
l’elemento malato della società, e in particolare nel romanticismo c’è un’inversione di predicazione (viene reso concreto ciò
che è astratto), nell’idealismo c’è la risoluzione filosofica (Hegel, che vede la storia come puro disvelamento di uno
spirito) e infine il positivismo (tendenza ad assolutizzare la scienza come la disciplina che da risposte certe e
indiscutibili) tutti i grandi modelli culturali dell’800 hanno come unico scopo quello di rassicurarci, e quindi sono
da abbattere
La filosofia del mattino
o Conclude la parte destruens perché c’è l’annuncio della morte di Dio e prepara all’ubermensch.
o Viene portata alla luce all’interno di un’opera chiamata Aurora. Gaiascienza la scienza diventa libera e felice solo
quando noi la disarcioniamo dall’ignoranza e dalla paura  il nostro sapere, che definiremmo scientifico, diventa
gaio solo se è libero dai due grandi mali dell’umanità.
o Lo spirito libero è colui che esercita lo spirito critico, l’anello che conduce l’uomo all’ubermensh, che cerca una
meta sapendo che deve lasciare le certezze del passato (che sono erronee, dovute solo a ignoranza e paura).
Dobbiamo perciò liberarci delle produzioni della metafisica occidentale (in particolare della produzione religiosa,
in particolare di Dio, di cui nessuno può dimostrare l’esistenza). Lo spirito critico ha il compito di dire agli uomini che
dio è morto parabola: egli va per i mercati a dire che cerca dio e gli altri gli chiedono se si sia perso; lo spirito
libero dichiara che lui sa dare la risposta agli altri uomini dicendo che dio è stato ammazzato degli uomini. Se non
cediamo più in dio non crediamo più che ci sia qualcuno che dopo la morte ci accolga, e perciò non ci rimane nulla (si
ritorna al concetto di nichilismo): questa è la verità tremenda che nice consegna ai suoi contemporanei: non è che
non dobbiamo più credere in dio ma non possiamo delegare a dio, che e qualcosa che non conosciamo, la nostra
salvezza.
o Il nichilismo è una concezione pessimistica, ma ha anche un valore di speranza: c’è un tentativo per l’occidente di
poter rifondare la storia, senza applicare a enti al di fuori dall’uomo la propria certezza (riflessione non solo logica
ma anche ontologica). Il nichilismo attivo è il momento filosofico in cui al crollo dei valori corrisponde un
momento di creatività, perché l’uomo che si trova senza più valori guarda dentro sé e trova in sé stesso nuovi
valori
La filosofia del meriggio
o Zaratustra, profeta dell’oltre uomo, è colui che dopo lo spirito libero ci indica la strada per l’ubermensh
o L’uomo e una fune tesa tra il bruto e l’oltre uomo. Il bruto è l’uomo schiavo, quello che ancora non ha colto la
fallacia della metafisica tradizionale, oltre uomo e la condizione antropologica umana in cui si è pronti a creare
nuovi valori. È una condizione terribile in quanto non si può tornare indietro a credere qualcosa che si ha
smascherato ma si può solo andare avanti verso l’incognita condizione di fragilità e pericolo (non si può tornare
indietro, stare fermi perché è pericoloso, non posso guardare sotto perché non posso avere dubbi, ma posso solo
proseguire)
L’ubermensh
L’umanità nuova è un cambiamento interiore, qualcosa che si radica dentro di noi dopo che abbiamo abbandonato il
bruto; immediatamente questo oltre uomo sembra avere comportamenti molto diversi: è un uomo dotato di ubris,
tracotanza (colui capace di opporsi agli dèi, che crede talmente tanto alla forza dell’uomo che è capace di opporsi agli
dèi, perché dio e morto). I nuovi valori sono:
1. dire di sì alla vita  che corrisponde al recupero del dionisiaco, stare dentro ai valori che la vita concreta ci
chiede. Cambia il concetto di peccato (prima era peccato nei confronti di Dio): il sacrilegio più grande è non
comprendere che siamo legati ad una totalità cosmica

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2. aderire all’eterno ritorno dell’uguale  cioè alla condizione ciclica del tempo degli antichi. Lui ci racconta che
mentre camminava in Engadina, in svizzera, comincia a comprendere come il tempo non abbia un fine, il
divenire non abbia uno scopo per cui ne deduce che il tempo non procede in maniera rettilinea come ci ha
insegnato la metafisica cristiana ma scopre che in realtà l’occidente si è condannato a un’errata concezione del
tempo, che non è lineare ma ciclico, come avevano compreso gli antichi. Questa visione permette di dire che
nella visione lineare noi non ci godiamo mai il presente perché siamo proiettati verso il fine ultimo che è dio,
mentre la concezione ciclica valorizza il presente (noi dobbiamo vivere a pieno quell’attimo perché lo
vivremo per l’eternità). Questo concetto si lega al concetto di amor fati, ovvero amore del destino (facciamo
attenzione a tutte le scelte che prendiamo)
3. volontà di potenza  indica immediatamente la capacità di gestire determinate situazioni e uscirne più forti.
Questo è stato il concetto più nazificato perché è facile non comprenderlo. appunto l'uomo non è altro che una
fune tra il bruto e l'oltre uomo: abbiamo paura ad andare avanti ma non possiamo rimanere fermi. Racchiude il
concetto di volontà e di nuova scelta che l'oltreuomo deve saper fare. È quella volontà che ti spinge ad arrivare fino
alla fine della fune. Il mediocre che devo superare sono io stesso (è un concetto di forza interiore). non è più
superuomo ma è oltre uomo perché dobbiamo andare oltre i nostri limiti
questa filosofia non toccò solo la metafisica ma anche tutte quelle correnti ottocentesche che si nutrono di
assolutizzazione di tutti quei valori che però sono umani, assolutamente umani
il filosofo si rende conto che l'umanità si sta trasformando in un gregge: le persone non sono liberi pensatori ma credono a
quegli valori assoluti di Dio, patria e famiglia, perciò, l'unico modo per cambiare e l'ubermensch. Tutti questi sentimenti
sono poi metabolizzati (ad esempio la scimmia rappresenta l'uomo che concepisce di non essere sulla giusta strada)

questo sentimento viene percepito soprattutto nell'etica perché ci rendiamo conto che nell'etica questi valori sono
marzialmente imposti e poi assolutizzati
Interpretazione la visione e l'enigma
centrale è il viaggio ciclico che permane per la vita: il percorso di Zarathustra è la rappresentazione del continuo
viaggio mentale che il lettore fa durante la lettura. Lungo il percorso i luoghi proposti sono sempre gli stessi ma la
molteplicità dei significati e le varie chiavi di lettura creano messaggi e interpretazioni sempre nuove. In quest'opera
Zarathustra ha il compito di annunciare agli uomini l'avvenuta del mensile e la fine delle illusioni; egli infatti si pone
come un profeta professando l'accettazione totale ed entusiastica della vita anche se gli altri uomini non sembrano
pronti ad accettare ciò che lui dice

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DARWIN
È stato un naturalista, uno studioso di scienze biologiche, zoologo

l'evoluzionismo diventa la teoria che implica il tentativo di avere spiegazioni sulla realtà: è il nucleo fondante della
teoria della realtà (una sorta di archè)  c'è un principio assoluto, divino e trascendente che opera nel mondo e per i
positivisti evoluzionistici l'assoluto è proprio l'evoluzione; in tutto questo c'è un condizionamento romantico
Aveva fatto un lungo viaggio per mare prendendo appunti su tutto quello che trovava, che è stato il punto di partenza
del suo libro “l’origine delle specie” 1859
I suoi studi erano stati preceduti da Lamarck (che aveva incominciato a credere alla teoria secondo la quale le specie si
evolvono le une dalle altre).
Riferimenti principali (due capisaldi sulla quale si salda la sua teoria)

1- Ci sono in tutte le specie delle piccole variazioni organiche, che si verificano nel corso del tempo come forma
di adattamento e per la legge della probabilità si verificano perché sono vantaggiose
2- Lotta per la vita: dietro a questo caposaldo c’è una ricca letteratura filosofica. Qua Darwin ha presente non solo
i principi teorici della filosofia (come Hobbes e Rousseau) ma c’è anche un elemento scientifico in Malthus
(che sosteneva che le due lame della forbice rappresentano la popolazione e le risorse; la popolazione aumenta
con una progressione geometrica, le risorse con una progressione aritmetica  dopo un po’ non ci saranno
abbastanza risorse per tutti e appariranno dei freni: guerre, epidemie, matrimoni (lo stato incentiva o meno i
matrimoni giovanili per aumentare o meno la popolazione))

da questi caposaldi nascerà la legge dell'evoluzione naturale che avrà delle ricadute negli anni del 900 che farà da
supporto per i regimi totalitari e i pensieri dell'eugenetica e del razzismo

per quanto riguarda la relazione uomo-animale, l'animale è sempre stato a disposizione dell'uomo come strumento per
facilitare le sue azioni. Darwin cerca di mobilitare gli animali dicendo che anche loro possiedono delle intelligenze e
dei linguaggi che differiscono da quelli dell'uomo per grado. Secondo Darwin l'uomo è l'unica specie che sceglie il
proprio partner in quanto negli animali c'è solo una lotta di dominazione
per quanto riguarda il darwinismo sociale egli estende questi concetti biologico scientifici alle società umane
generando la conferma di alcune visioni razziste

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SPIRITUALISMO
o chiusura delle posizioni filosofiche dell’800 si oppone al positivismo
o è una corrente culturale e filosofica che nasce in Francia
o obiettivo: si pone contro l'assolutizzazione della scienza
o affinità con il romanticismo e con il rinascimento: torna a vedere l’importanza dello spirito, in una direzione
evoluzionistica, spirito inteso come forza che guida la natura
o si trova una dimensione dell'interiorità: lo spirito si identifica con la coscienza dell’uomo
BERGSON
o è ebreo, ma avrebbe voluto convertirsi al cristianesimo: non si converte perché con la salita al potere di Hitler,
la vita del popolo ebraico diventa più difficile
o protagonista della vita culturale francese del tempo: veniva invitato nei salotti
o insegnante presso il collegio di

Francia Con la sua teoria del tempo, egli


distingue:
1. tempo dell’interiorità  ovvero il tempo scandito dalle nostre esperienze e dal ricordo di esse. dà vita a un
flusso di emozioni e stati d’animo non cronologici: la conoscenza viene interpretata come deposito delle
nostre esperienze e la memoria diventa la coscienza stessa: registrazione autonoma di tutto ciò che accade,
non c’è un ordine progressivo e lineare. Utilizza la metafora di una valanga, che si ingrossa man mano (la
nostra coscienza diventa sempre più grande), ma è una crescita caotica e disordinata
2. tempo spazializzato dalla scienza  tempo segnato dall’orologio all’interno del quale troviamo istanti uguali e
ripetibili. Utilizza la metafora della collana di perle tutte uguali infilate in un filo.

All’interno della sua opera “Evoluzione creatrice” 1907, utilizza il concetto di durata per spiegare l’evoluzione naturale
perché traduce il senso del tempo personale della vita (es. dell’acqua e zucchero)

o la linea evolutiva del mondo è creatrice ed è orientata ai criteri dell'incredibile e del caso
o linea creatrice = possibilità da parte della forza della natura (slancio vitale = energia psichica) di spiegare la
natura in tante direzioni (fasci di steli)
o è reale nella materia e in noi stessi: da piccoli abbiamo tutte le strade aperte, ma con la crescita le strade si
restringono in base alle situazioni esperienziali (ciò significa libertà, perché noi scegliamo la strada migliore
per noi)
o idea di creazione e di imprevedibilità
o ammette la conservazione delle tracce del passato (come Darwin): idea ontogenetica e filogenetica di Jung (da
un lato c’è uno sviluppo individuale e dall’altro lo sviluppo come specie umana)
o all’inizio della creazione tutte le strade sono aperte: la natura può seguire diverse linee evolutive
o slancio vitale che prevale sull'inerzia della materia e permette lo sviluppo
o la vita ha come obiettivo di imporre sulla materia delle direzioni di sviluppo che non saranno tutte felici,
alcune verranno abbandonate
permette la vita dei singoli individui attraverso il meccanismo di biforcazione (analisi scientifica):
1. biforcazione  piante: linea evolutiva statica; animali: deambulazione, cercare cibo e procurarselo
2. biforcazione  artropodi: successo evolutivo più ridotto, (processo culminante negli insetti); vertebrati: uomo
come punto culminante, perchè unisce:
o istinto: capacità di utilizzare quello che si ha per la sopravvivenza
o intelligenza: costruire nuovi manufatti per ovviare alle mancanze del nostro essere
o intuizione: forma di istinto disinteressato, consapevole di sé, capace di riflettere su di se (si vede nell’arte,
che è la capacità di tradurre in maniera disinteressata l’uomo), ci rende in grado di comprendere
l’evoluzione
l’evoluzione implica delle linee evolutive che si aprono e si chiudono: visione mobile  traspone il concetto nella
trattazione politica: società aperte: la morale è in movimento e in evoluzione in relazione a come cambia la società
civile, elemento di dinamicità; società chiuse: la norma, il diritto, lo stato vengono prima dell’individuo e vincola
l’individuo a un comportamento, poco spazio per le libertà individuali (si identifica con le società dittatoriali), etica
dell’obbligo

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FREUD
 si trasferisce a Vienna dove lavoravano i suoi genitori, ma con l’avvento del nazismo e l’occupazione della
Polonia da parte di Hitler si trova in difficoltà (erano una famiglia ebrea), perciò va in esilio e si rifugia a
Londra
 a Vienna studia medicina: il suo interesse è il sistema nervoso
 abbandona gli studi per difficoltà economica e grazie alla borsa di studio si trasferisce a Parigi, dove incontra
un medico (Charcot) che si dedicava agli studi sull’isteria
 quando torna a Vienna lavora con un altro medico che si stava cominciando a dedicare all’isteria (Breuer)
 l’avvio della rivoluzione è il 1900, perché esce il libro che segna il cambiamento "L'interpretazione dei
sogni”: voleva che fosse consegnato al nuovo secolo, quindi fa cambiare la data di edizione dal 1899 al 1900
(data impattante sulla propria psiche)
 OPERE  “I tre saggi sulla sessualità” 1905, "Totem e tabù" 1913”, “Il disagio della civiltà" 1929
 muore a Londra per un cancro alla bocca e alla mascella dovuto al fumo: si fece sedare di morfina per una specie di
eutanasia dopo aver chiesto il permesso alla figlia Anna Freud che diventerà una grande psicanalista, lei
comprende la sofferenza del padre

come evolve il suo pensiero:


o (seconda metà dell’800) in piena visione del positivismo: tende a interpretare i disturbi della personalità
considerandoli come degli effetti
o cambiamento: con un metodo, cioè l’ipnosi (con Charcot), che ha come obiettivo quello di placare i sintomi
per provare a lavorare su un piano più profondo, facendo emergere gli stati d'animo. presenza dell’idea
dell’inconscio che funziona come strumento catalizzatore dei ricordi, ricordare degli elementi negativi o
dolorosi che potevano essere all'origine dei sintomi di malessere

 1° caso di come sia importante l’ipnosi: Anna O. (paziente di Breuer)


o sintomi rilevanti: paralisi motorie, difficoltà uditive, afasia (blocco nel linguaggio), tosse nervosa, idrofobia
(paura di bere)
o fa emergere degli avvenimenti: aveva visto il cane della sua governante (non ci andava d’accordo) che beveva
dell’acqua dai bicchieri di famiglia, le ha provocato uno shock portando alla coscienza questi ricordi prova a
smuovere i sintomi e rielaborando l’episodio la paziente migliorare i sintomi dichiarati
mettono in sistema il metodo catartico: creare una possibilità di tirar fuori le tensioni emotive grazie al ricordo tirato
fuori dall’ipnosi; Freud rifiuterà l’ipnosi, perché c’è il rischio di far rivivere al paziente lo stesso dolore

maestro del sospetto: secondo lui abbiamo una struttura razionale, un’espressione cosciente, ma al di sotto della
coscienza abbiamo una parte inconscia, parte nascosta dell’iceberg (parte più grossa 9/10) che sono un magma di
emozioni e sentimenti dovute ad esperienze di vita che abbiamo vissuto e che sono nascosti in una parte che ha un
accesso vietato. prima di arrivare ad una visione chiara comincia ad intuire che nella psiche ci sono due parti:
1. parte conscia
2. Parte inconscia: l'inconscio è la gran parte della nostra personalità (non è accessibile nè agli altre né a noi). a
partire dai suoi studi sostiene che l'inconscio è formato da due parti che vanno a condizionare la nostra parte
conscia:
o preconscio: insieme di ricordi più recenti, momentaneamente passati alla parte non consapevole, ma sono
più ricordabili
o contenuti più pericolosi per la nostra psiche, vengono rimossi (la nostra psiche li allontana volontariamente
perchè sono pericolosi per il proprio equilibrio psichico). inizialmente ritiene che l’ipnosi possa essere
uno dei sistemi da utilizzare in maniera positiva per accedere ai contenuti rimossi: si distacca dall’ipnosi e
la rifiuta, perché trattando anche altri pazienti gli sembra che l'ipnosi abbia un carattere di forzatura e c’è
il pericolo di fare in modo che i ricordi traumatizzano una seconda volta. Elabora così un nuovo metodo:
“associazione libere”, secondo il quale partendo da una nuova predisposizione, fa rilassare il paziente
cercando di fare favorire il libro corso dei pensieri, collegare il terapeuta con il materiale rimosso dal
paziente. lui riceveva nel salotto di casa sua, la sedia del terapeuta è alle spalle del paziente (metodo
estremamente personalizzato). Ci sono però due problemi di questo nuovo metodo:
- il problema della partecipazione del paziente, perché deve voler partecipare ed essere soggetto attivo
della cura

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- problema del transfert (= trasferimento di energie psichiche e sentimenti, odio e amore, del paziente al
terapeuta)  le figure parentali hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo della nostra personalità:
il paziente trasferisce sul terapeuta i sentimenti di odio e di amore; quando si rende conto di questi
elementi, capisce che per aver accesso all’inconscio può usare sogni, atti mancati e sintomi nevrotici
(derivano dalla struttura della psiche)
struttura tripartita elaborata in due topiche (= luogo ricorrente della psiche, perché accoglie delle parti di noi)
1-
topica (con 3 sistemi)
- coscio: natura razionale
- preconscio: ricordi ritrovabili
- inconscio: rimozione dei contenuti più lontani
2-
topica (con 3 istanze) (1820)
- es (termine tedesco, terza persona singolare neutra): inconscio, “calderone di impulsi (che stanno al di
là del bene e del male) ribollenti”; parte più caotica e istintiva, ma anche parte più importante perché
condiziona le altre due; “l’es non conosce il bene non conosce il male e non conosce la moralità”
quindi gli impulsi non sottostanno ad alcun principio, ma solo a quello del piacere (per stare bene);
non funziona neanche il principio della logica; tutto si muove liberamente con l’unico obiettivo di
portarci al piacere; possono vivere forze contraddittorie senza che si annullino; mancano anche le
coordinate kantiane spazio temporali
- io: è parte organizzata della nostra personalità e parte razionale che mettiamo nella relazione con gli
altri; è il nostro modo di stare con gli altri; è servo di tre padroni: l’es, il super-io e il mondo esterno
(ottimizzare la relazione tra di essi)
- super-io: coscienza morale, cioè è l’insieme degli insegnamenti che sin dai primi anni di vita ci
vengono fatti da tutte le aree sociali frequentate; gli insegnamenti si radicano dentro di noi portandoci
a sviluppare un senso di moralità
nevrosi = alterazione della normalità, che si ha quando l’io riesce a gestire ciò che proviene da es, super-io e mondo
esterno; possono avvenire due situazioni:
1. prevare l’es e il super-io è troppo debole per frenarlo: il paziente svilupperà dei comportamenti socialmente
non accettabili; non si frenano gli impulsi; il soggetto può diventare perverso (= forza pulsionale non
controllata)
2. super-io troppo forte e troppo strutturato che schiaccia l’es: si sviluppa un processo di rimozione elevatissimo,
troppo ampio di contenuti, l’es trova manifestazione nei sintomi nevrotici e gli atti mancati (le nevrosi sono
legate a come ogni soggetto sviluppa la sessualità)
atti mancati nella “Psicopatologia della vita quotidiana”:
- non sono casuali, ma rappresentano degli squilibri tra l’es, l’io super-io e mondo esterno
- es. lapsus, dimenticanze, incidenti banali della vita quotidiana
- sono espressioni mascherate di contenuti inconsci che si stanno agitando nella nostra psiche e che premono per
emergere

per capire come l’io mantiene l’equilibrio spiega i meccanismi con la teoria della sessualità: aspetto più rivoluzionario
della sua teoria; nel profondo dell’animo umano c’è la sessualità, fino a quel momento intesa come riproduzione e
genitorialità (è rivoluzionario)  la riproduzione è un effetto e la sessualità è una forma di energia psichica che
abbiamo fin dalla nascita: cambia completamente la visione dell’infanzia e del bambino. l’energia psichica si chiama
libido che è travolgente che spinge l'uomo ad agire, è percepibile in alcune zone del nostro corpo (zone erogene) in
maniera diversa a seconda dell’età. bambino = essere perverso (sessualità non a scopi riproduttivi) e polimorfo
(attraverso più parti del suo corpo percepisce la libido)
analizza come la libido ci connota dai primi istanti di vita e identifica delle scansioni cronologiche:
 dal primo giorno al 1 anno e mezzo fase orale: la zona erogena è la bocca (seno materno) come centro della
loro esplorazione
 da 1 anno e mezzo ai 3 anni fase anale: la zona erogena è l’ano, controllo sfinterico che produce piacere verso
le proprie produzioni corporali

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 dai 3 ai 6 anni fase genitale: momento più complesso che ha come zona erogena i genitali maschili o
femminili; il bambino impara a scoprire il proprio corpo e per differenza il corpo del sesso opposto; è molto
importante il rapporto con i genitori:
 fase fallica: scoperta dell’organo genitale maschile, la bambina si sente privata di qualcosa e genera un
complesso di castrazione, il bambino ha paura di perderlo (come se fosse un simbolo di potere perché
appartiene al padre)
 dai 6 ai 14 anni fase di latenza: il bambino diventa un individuo sano o un individuo perverso; usciamo dai
complessi di Epido e di Elettra, avvicinandosi al genitore del nostro sesso. complesso di Edipo: prende il nome
da Edipo (colui che uccide il proprio padre e sposò la madre non sapendolo); indica un attaccamento libidico,
cioè una volontà di stare vicino al genitore di sesso opposto, ovvero la madre; il bambino vede il padre come
rivale; complesso di Elettra: attaccamento verso il padre e odio verso la madre per averla fatta nascere senza il
membro maschile (complesso di castrazione) è normale e giusto passare attraverso queste fasi e superarle,
perché significa arrivare ad essere individui sani ed equilibrati,
 dai 14 ai 16 anni (adolescenza) fase genitale in senso stretto: si diventa sessualmente attivi, fase estremamente
delicata
la teoria dei sogni è strettamente legata alla teoria della sessualità: elemento di contatto che il terapeuta ha con i suoi
pazienti “i sogni sono la via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio”. comincia ad analizzare il sogno nelle sue
parti costitutive: all'interno del fenomeno onirico ha un:
- contenuto manifesto: narrazione, la storia, il racconto del sogno
- contenuto latente: insieme degli elementi nascosti dall’inconscio, che si nascondono dietro la storia effettiva,
comprende delle forze psichiche hanno trovato una via di uscita che si deve interpretare  l’inconscio non
manifesta in maniera diretta i suoi intenti, perchè ci sono anche le pulsioni più forti e istintive che nella vita
normale non tireremo mai fuori (elementi socialmente non accettabili e quindi vengono censurati dal nostro
super io); la parte censurata viene fuori in maniera camuffata e mascherata nei sogni
nel sonno il controllo della coscienza si abbassa, diventa più labile e rende possibile l’emergere il desiderio represso,
da svegli non può accadere perché c’è un controllo dell’io e del super io. nel momento in cui il paziente racconta il
sogno, racconta già una prima interpretazione a delle immagini che si hanno un po’ confuse: il terapeuta sente la sua
prima interpretazione che dovrà prendere in considerazione per ricondursi al nucleo originario oltre all’idea che il
sogno ha la propria logica diversa dalla logica che si ha nel linguaggio che si ha nella veglia: risponde al principio del
piacere (unico principio)
l’inconscio simbolizza con delle immagini ciò che ha dentro di sé e diventano formazioni sostitutive: permette un dare
voce agli elementi interiori senza che essi scatenino le energie psichiche
- in parte sono simboli ricorrenti, universali, legati alla sfera della sessualità, afferiscono alla struttura della nostra
psiche che ha alla base la libido
- in parte sono simboli personali legati al nostro vissuto e alla nostra sofferenza, si intercettano analizzando i
sogni ricorrenti
regole per la decifrazione del sogno, che diventerà un insieme organizzato di pensieri:
1. condensazione: tendenza ad esprimere un solo elemento più elementi connessi tra di loro, es rappresentando
due individui tramite un tratto comune, il contenuto contiene della abbreviazioni
2. spostamento: trasferimento di interesse da una rappresentazione all’altra, possibilità di passare da contenuti
nascosti ad altri
3. drammatizzazione: meccanismo per cui i pensieri e le emozioni alla base del sogno si presentano in successione
4. simbolizzazione: utilizzo da parte dell’inconscio di simboli in sostituzione ad oggetti
5. rappresentazione per opposto: si verifica al risveglio, la censura ostacola il ricordo

relazione tra psicoanalisi e religione: analisi molto critica della religione in “Totem e tabù” (1913):
- la religione appare come un’espressione illusoria: intende le rappresentazioni come illusione, perché si ritrova
una simbologia che appaga dei desideri antichi nell’uomo (mondo oltre la vita sempre presente nell’immaginario
dell’uomo)
- la religione è un appagamento di desiderio, infatti all'interno ci sono simboli che hanno a che fare con gli
elementi più forti della psicanalisi (es. Dio visto come padre, figura più potente)

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- da un lato parla dei totem: grandi concetti, la religione è il più grande totem (simboli religiosi che vanno verso
l’alto)
- i tabù mostrano come determinate credenze siano uguali in tutte le parti del mondo (es. incesto in tutte le
culture)

“Il disagio della civiltà” 1929 (opera della maturità):


 scontro tra uomo, aspettative dell’uomo e kultur (civiltà, intesa come prodotto di più forze e valori): durezza
con cui analizza il rapporto esistente tra uomo e kultur (si crea un’inimicizia, perché impedisce di realizzare la
propria felicità)
 controllo del superio collettiva che orienta le nostre decisioni e controlla le nostre azioni: freno al principio di
piacere (civiltà come elemento negativo, che mi frena)
 scopi della kultur: proteggere l’umanità dalla natura e regolamentare le relazioni tra gli uomini (conservazione
dell’uomo stesso)
 la sessualità viene repressa e quindi non può portarci alla felicità
 esaltazione dell’uomo fuori della civiltà, il quale poteva godere della felicità, ma la condizione di umanità
senza regole portava ad un’insicurezza collettiva (l’uomo ha barattatola felicità per un po’ di sicurezza): pochi
uomini godeva della libertà
 richiamo a Rousseau e allo stato di natura
 pessimismo Schopenhauer: rispetto all’uomo e alla sua antropologia
 non si può stare senza kultur, perché l’uomo sarebbe ancora più sofferente: Freud è anti- stato di natura
 siamo una specie aggressiva (dato di Darwin): dobbiamo incanalare l’aggressività attraverso forme
socialmente accettabili come lavoro, arte, legge e politica (sublimare un’energia psichica potenzialmente
negativa)
 abbiamo 2 grandi forze: Eros e Thanatos

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CARL GUSTAV JUNG

 primo allievo di Freud  il distacco tra i due pensatori avviene sulla teoria della sessualità (debole):
- l’elemento su cui discute è la definizione della libido: è un valore energetico senza un impulso specifico
- punta ad un ampliamento perchè mettiamo le energie in tutte le attività: è riduttivo applicarlo solo al
concetto di sessualità
 intellettuale e psicanalista molto bravo nello scrivere
 trascorre la vecchiaia in Svizzera in un castello con delle torri perché era il luogo privilegiato per la
comunicazione con gli altri mondi

Egli compì una “revisione” del concetto di inconscio: affianco alla nostra libido individuale c’è un inconscio collettivo,
deve avere una riunione dei due elementi individuale e collettivo
 inconscio come ontogenesi: ricostruzione del proprio percorso psichico individuale (anamnesi per Freud), si
apre a comprendere tutte le sfere dell'attività dell’uomo
 inconscio come filogenesi: si identifica con il concetto di evoluzione della nostra specie, portiamo dentro di noi
delle tracce del percorso evolutivo psichico

noi abbiamo delle simbologie che connotano sin dalle origini della nostra specie:
 sono meta-individuali: appartengono a tutti gli individui come forme a priori
 tutta la storia dell’umanità si trova nella nostra percezione individuale in forma di archetipi uguali per tutti e
costituiscono una chiave di lettura archetipi = elementi comuni a tutte le culture, osserva come all’interno
delle diverse mitologie e degli elementi fondativi che ci sono dei concetti che vanno al di là della cultura (temi
che da sempre hanno spinto l’uomo a riflettere)

Nella sua opera “Tipi psicologici” fa riflettere la visione degli archetipi come una visione universale e la traspone sul
piano individuale con due modelli
 introverso: chi tende a privilegiare lo sguardo verso all’interno di sé rispetto alla relazione con gli altri
 estroverso: valutare di pi la relazione con l'altro e la relazione con il mondo
le nostre personalità sono oscillanti tra questi due modi di essere (non c’è mai un 100%)
FREUD JUNG
 focus sulla sessualità  contrario al focus sulla sessualità
 psicanalisi come il metodo  psicoanalisi come un metodo
 libido legata alla pulsazione sessuale  libido = energia psichica generale (non solo legata alla pulsione
 complesso di Edipo sessuale)
 nevrosi = complesso di Edipo  non accettò il complesso di Edipo (parlò di identificazione bambino-
irrisolto genitore)
 sviluppo psico-sessuale (fase auto-  nevrosi= difficoltà del momento presente che attivano conflitti passati
erotica, latenza, genitale)  sviluppo psico-sessuale (pre-sessuale (fino ai 5 anni, non esiste una
sessualità infantile, l'energia psichica per la crescita e per la nutrizione),
sessuale (fino alla pubertà, appare l’istinto sessuale), maturità sessuale (la
sessualità è finalizzata alla procreazione))

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HANNAH ARENDT (1906 - 1975)

o fu una pensatrice ebrea che visse tutte le contraddizioni del suo periodo
o è una filosofa, allieva di Heidegger, che nel 1933 aveva inaugurato l'anno accademico dell’università di
Berlino (schierato dalla parte del nazismo): i due divennero amanti, ma poi si distaccano non riuscendo più a
riconoscerlo come maestro filosofico
o abbandona la Germania quando comincia la salita al potere di Hitler
o fortuna: la sua famiglia è tra le prime a lasciare la Germania (i primi anni era stato più semplice fuggire)
o si rifugia in Francia fino a quando non viene occupata da Hitler
o si trasferisce negli Stati Uniti e lavora per il “New Yorker” (un giornale molto complesso): la sua vena giornalistica
sarà evidente quando verrà inviata a vedere il processo Eichmann
- uno dei protagonisti dello sterminio degli ebrei, organizzava l’approvvigionamento dei gas e il traffico
ferroviario che portava gli ebrei ai campi di sterminio
- riesce a scappare dal processo di Norimberga, ma poi venne trovato dai servizi segreti e venne
giustiziato
- non si considerava un criminale, ma semplicemente uno che svolgeva il suo lavoro (uno che seguiva
gli ordini, fu una linea difensiva molto utilizzata dai vari nazisti)

scrive “La banalità del male”: l’esperienza di Eichmann la aiutò a capire la facilità con cui l’essere umano diventa cattivo
 emerge la facilità con cui difendiamo noi stessi dimenticandoci che non siamo soli, ma che la nostra azione ha una
reazione globale rilevante (l’istinto di sopravvivenza porta a dimenticare il peso e l’esito delle proprie azioni)
tra i 1960 e il 1970 questo principio verrà ripreso dalla psicologia sperimentale per vedere quali sono gli elementi che
agiscono nell’uomo (esperimento: verificare la resistenza al dolore con una manopola collegata ad uno schermo che
l’attore aveva davanti per aumentare la scossa elettrica)
 su questi elementi sono nati dei paradossi come, per esempio, il dilemma dell’uomo grasso, sei un ponte su un
binario con delle persone legate e sta per passare un treno, vicino hai un uomo corpulento, ha una scelta lasciare che
gli uomini muoiano o buttare giù l'uomo grasso (distinguendo tra 5 persone normali e tra 5 criminali): tema
usato dalle facoltà di giurisprudenza perché c'è dietro la legge
 ha dato via a delle discussioni sul potere: il ruolo del potere analizzato in un esperimento di un professore che
divide degli studenti universitari in carcerati e guardie, in cui queste ultime prendono il potere con violenze
abusando del proprio potere
All’interno della sua opera “Le origini del totalitarismo” cerca le cause universali del modo di procedere dei dittatori e
il modo di affermarsi delle dittature sulla società di massa il totalitarismo può emergere solo dopo 1900 (per la società
di massa): le persone anche dei ceti più bassi erano abituati già a stare sulla scena politica
 ci sono due piani: storico politico (analisi degli accadimenti storici a lei contemporanei); filosofico
 si riferisce in particolare al nazismo e allo stalinismo che sono stati più pervasivi e hanno più tratti in comune
del fascismo italiano (definito una sorta di terza via, perché affianco Mussolini è presente ancora il re)
 viene distinta in:
1. origine dell’antisemitismo: non è una novità, ma questa visione ossessiva contro gli ebrei è una visione
tipica del 1900 (eliminazione totale del popolo ebraico)
2. temi dell’imperialismo: politiche come spiegazione per lo stalinismo e il nazismo nascono
dall’imperialismo del primo 1900 (trova tutte le radici dall’inizio del 1900)
3. vede come cambiano i caratteri della dittatura quando agiscono sulla società di massa, che riporta
l’attenzione sull’uomo che vuole essere presente nella scena della storia, per controllare l’uomo della
società massa si usa il terrore, la paura e l’ideologia (passando dei valori attraverso l’educazione)

 l’esito finale è una vera e propria trasformazione dell’anima umana, la natura umana diventa altro da sé dopo
anni di condizionamenti ideologici e di paure (agiscono nel profondo)
 l’ideologia fornisce ad una visione unica: tutto viene visto sotto un mono-pensiero
 il totalitarismo fonde il pubblico e il privato: la polizia segreta può essere ovunque

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elemento forte è la critica:


 al conformismo: seguiamo una strada in maniera acritica, ci isola perchè è basato sull’esteriorità dell’avere e
non sull’interiorità dell’essere
 all’isolamento atomistico dei singoli

Nella sua opera “Vita activa” 1958 (titolo originale: “The human condition”) (si vuole concentrare sulla vita attiva:
non su quella vita contemplativa ha offuscato la vita attiva ed è fondata sulla razionalità) presenta la propria teoria
politica, vuole analizzare le condizioni dell’esistenza umana che sono: la vita; la nascita (capacità di dare inizio a
qualcosa di nuovo); la mortalità; la pluralità (l’uomo è sempre immerso nel mondo con alti uomini); la mondanità (gli
uomini vivono in un mondo fatto di oggetti costruiti); la terra (alla quale la vita degli esseri umani è collegata)

ci sono 3 dimensioni nella vita attiva umana:


1. del lavoro: l’uomo laborans è spinto a lavorare dalla necessità biologica (procurarci il cibo e il necessario per
vivere), non rimane perchè lo consumo
2. dell’opera: l’uomo faber opera e produce beni durevoli (artigiano, artista, mercante, commerciante, ...), l'opera
forgia la materia per una prospettiva durevole
3. dell’agire politico: finalizzato alla libertà, la politica non è luogo di necessità, ma è il luogo dell’agire libero, di
calcolo, analisi; non esiste l’uomo singolo; tutti gli uomini entrano a far parte nell’agire politico come cittadini
liberi

crisi della politica del 900: esplode quando i tre ambiti della vita attiva sono in parte mescolati, dando vita a delle
conseguenze dirompenti
 l’uomo laborans è entrato nella sfera politica creando un cortocircuito, assumendo un ruolo centrale con
dinamiche di sfruttamento e di lotta
 l’uomo faber ha cominciato ad intervenire nella politica riducendo il ruolo della politica, riducendola

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SIMONE WEIL

 è una donna ebrea che sviluppa un amore per la letteratura con un grosso successo
 scrive saggi critici
 negli studi sul razionalismo intende rileggere Cartesio, sostenendo che non si può ritenere come forma di
conoscenza soltanto un modello razionalizzante della natura
 analizza il lavoro dell’uomo della natura dal punto di vista teorico: partendo da Marx, fa una critica a quando
la macchina incida sulla vita dell’uomo e al partito comunista che non incarna a sufficienza gli interessi degli
operai
 abbandona gli studi e la sua carriera di insegnante e si fa assumere come operaia in diverse fabbriche francesi:
esce devastata da questa esperienza, con una consapevolezza che la vita all'interno della fabbrica ti rende bruto
e sviluppa l’idea che per gli operai non ci sia speranza perché l'elemento capitalistico è troppo forte da
combattere
esce dalla visione negativa con la svolta mistica: fa dei viaggi con i genitori e si ritrova in Portogallo durante una festa
patronale (questa esperienza la commuove perchè le fa rivivere certi legami con uno spirito religioso originario): sente
che il cristianesimo è stato una religione per gli schiavi (visione estremamente pessimista)

 va verso un ideale ascetico e mistico: la parte delle sua riflessione dominante è quella della religione
 porta dentro la riflessione filosofica quello che vede nella riflessione politica: forza, brutalità e schiavitù

 analisi della spiritualità: si sente profondamente cristiana, anche se non lascerà mai l’ebraismo
 le grandi rappresentazioni religiose sono manifestazioni diverse della stessa realtà
 il cristianesimo ha subito una corruzione: vede all’interno della religione dei meccanismi di poteri, vede come
limite dello sviluppo storico della religione la frattura che la religione crea tra l'individuo e la collettività in cui è
inserito (non basta solo l’intelligenza a far fronte a tutto ciò). la porta a rianalizzare il rapporto tra fede e ragione:
da un lato c'è la nostra riflessione dall’altro c'è il credere nei dogmi (che sono al di sopra della nostra intelligenza),
l'unica cosa che unisce intelligenza e fede è l'amore soprannaturale e divino (accomuna l’uomo e la costruzione
del divino)

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RAWLS
Il filo conduttore è quello del dibattito politico, ma non astratto, ma orientata verso una modalità pratica.

La filosofia nel 900 torna ad essere un abitus di vita, un pensiero che illumina la quotidianità e la vita stessa (un
qualcosa di concreto che dobbiamo fare). Pensatore americano. Alla fine della 1GM avevamo introdotto due concetti
della sociologia: Soft power: potere legato alla possibilità di una certa cultura di influenzare le altre (USA, Inghilterra
per la musica, Italia). Hard power: potere forte, economico finanziario (USA, Cina)

Fino a prima delle guerre mondiale entrambi appartenevano solo all’Europa occidentale. Aveva il comando di tutto il
mondo (traffici commerciali, alta finanza, approvvigionamento delle materie prime, produceva pensiero perché aveva
artisti, filosofi, scienziati). Con l’avvento della società di massa e le guerre mondiali, tutti e due i poteri passano oltre
oceano. USA diventano hard power. La loro economia aiuta quella europea, con il piano Young e Dose la Germania,
ci mandano soldi, approvvigionamenti, materie prime, nella 2GM ci aiuteranno con il piano Marshall. È un paese +
ricco dell’Europa, in ginocchio dopo la guerra. esercita anche soft power che inizia con il cinema, show business,
influenzano i costumi, il mondo musicale, lo stile di vita che noi anche oggi viviamo è quello anglosassone. Il fatto
che noi studiamo Rawles è dimostrazione che cambiano i rapporti tra Europa e gli altri continenti (in particolare
USA).

La sua riflessione parla di una teoria della giustizia (anche il titolo della sua opera maggiore 1971). Egli ha
particolarmente a cuore il tema della giustizia, che il mondo americano ha elaborato in modo molto utilitarista
(ottenere il massimo beneficio possibile per il maggior numero di cittadini possibile, promuovere una visione liberista
e liberalista dove l ’individuo è al centro della riflessione). Il modello sociopolitico che gli USA hanno imposto è di
tipo utilitarista. È proprio questa forma di utilitarismo che Rawles rifiuta. Propone una diversa visione della giustizia
nel suo libro. Dice: così come vediamo che una teoria non funziona + e la abbandoniamo (siamo aperti a progredire
come ci ha insegnato la rivoluzione scientifica), così dobbiamo fare anche con le istituzioni giuridiche, sociali e
politiche. Le dobbiamo abbandonare se non rappresentano il nostro ideale di giustizia. Rifiuta l’utilitarismo: c’è,
invece, il diritto all’inviolabilità ai diritti dei singoli. Noi valiamo come individui, non come gruppo, quindi non può
valere un’idea utilitarista per cui noi otteniamo un grandissimo vantaggio per tanti, ma bisogna sacrificare una parte
della popolazione (sacrificare i diritti di qualcuno). Questa visione per lui non è accettabile: prima c’è l ’inviolabilità
del singolo, poi c’è la riflessione sulla collettività. Nessuno deve essere sacrificato all’altare dell’utilitarismo. Ovvio
che non ci sarà mai una società dove tutti abbiamo la stessa posizione, ma chi ha una posizione + alta deve prevedere
politiche di risarcimento a chi è in una condizione + difficile. Se dimentichiamo l’individuo, non creiamo una società
giusta.

Riprende una visione cantiana (imperativo categorico: vincolomorale all’agire in un certo modo indipendentemente dai
nostri interessi singoli, noi dobbiamo agire per un principio di verità e giustizia che è universale, non legato ai bisogni
dei singoli). Invece, Rawles dice che non possiamo fondarci sugli elementi individuali ma dobbiamo aprire ad
un’ottica universale. Per fare questo riprende il concetto di contrattualismo (tutta quella relazione di potere tra chi
governa e chi è governato che vedeva il contratto come elemento di garanzia) dicendo che per ottenere una società
veramente giusta ci deve essere un contratto il cui fine: proporre un modello di società giusta, ovvero dove non può
essere violata la libertà dei singoli in virtù del miglioramento di una grossa parte dei cittadini di una società.

Come non cadere in questa trappola? Bisogna trovare un accordo sui criteri per la distribuzione dei beni essenziali.
Bisogna fondare lo stato su una visione condivisa, ordinata, che deliberi come gestiamo le risorse. Occorrerebbe allora
riflettere attraverso un esperimento mentale (che è una specie di stato di natura): provate ad immaginare una situazione
iniziale (original position) in cui tutti i cittadini vivono in completa uguaglianza (è il tipo di società che c’è prima che
l’individuo sappia che ruolo occuperà nella società). Che tipo di idea di giustizia/società volete? Se siamo in questo
velo di ignoranza, allora sicuramente proporremmo delle leggi e iniziative di tutela dei + deboli fisicamente,
economicamente, metteremmo delle tasse per i + ricchi, perché non sappiamo in che situazione effettiva dobbiamo
vivere. Vi premurereste di creare una società equa, dove ci sia una garanzia di diritti per tutti (l ’uguaglianza non ha
senso perché i bisogni sono diversi = non arriva a garantire i diritti minimi a chi ha veramente bisogno). Quindi per
lavorare sull ’equità bisogna prevedere l’idea di una distribuzione delle risorse che tenga conto dell’inviolabilità dei
singoli individui. Questo è possibile solo attraverso un accordo razionale che permetta di intendere le persone come
libere e uguali che prescinda dalla condizione economica dei singoli e che ponga una base di diritto per ogni singola
persona. Ci serve, quindi, un’idea di neo-contrattualismo. L’idea non è quella di proporre uno stato al di sopra di tutto.
Lo scopo non è giustificare il ruolodello stato. Adesso l’interesse è capire quali principi di giustizia portino all’equità.
Ce ne spiega 2 in particolare: 1 Ogni persona ha uguale diritto al + esteso sistema di libertà fondamentali. (tutti
abbiamo diritto ad avere tante libertà). 2 Ammette che ci sono delle disuguaglianze economiche, sociali, dovute alla
distribuzione delle

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ricchezze: a questo dobbiamo opporre delle politiche compensative per sostenere le persone meno avvantaggiate della
società. Possiamo accettare le disuguaglianze solo se ci sono delle politiche compensative.

L ’intento delle leggi deve essere universale, perché c’è un ’unica natura umana che ci affratella. Riprende il concetto
di fratellanza, principio della Rivoluzione francese, dice: non siamo mai riusciti a metterlo in pratica. Questo rende le
democrazie ancora incomplete. Abbiamo la stessa natura umana, perché dobbiamo essere gerarchizzati? Siamo diversi
e proprio per questo abbiamo bisogno di equità.

Soltanto una visione di equità può garantire questi 2 principi: il diritto alle libertà fondamentali e l’accettazione della
disuguaglianza solo se compensata da politiche compensative: bisogna applicare il principio di riparazione se sei un
cittadino con maggiori difficoltà deve esserti data la possibilità per ovviare alle difficoltà del momento. Chi è in una
posizione avvantaggiata ha il dovere di sostenere una visione riparatrice della società. Dobbiamo essere tutti concordi
su questi 2 principi fondamentali. Libertà fondamentali per lui: Libertà politica (voto attivo e passivo), Di parola e
riunione (dopo anni di totalitarismi), Di pensiero, Libertà personale (non sei soggetto ai controlli della polizia),
Possesso della proprietà privata, Dall ’arresto e dalla detenzione arbitraria.

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EPISTEMOLOGIA
Ci sono cambiamenti della geometria non euclidee, passaggio dalla concezione di spazio piano a spazio curvo, sferico e
iperbolico. Lo spazio assume delle forme non immediatamente percettibili.
Cambiano anche i concetti di spazio-tempo, l’800 aveva visto protagonista Newton che definisce il tempo assoluto, il
900 ha autori come Gauss, Einstein che cambiano i concetti di spazio e tempo definendoli relativi. Viene scoperta anche
la luce di natura ondulatoria corpuscolare.
Tutto ciò porta a una messa in crisi di alcune certezze del’800:
• La cosa più sconvolgente fu: il principio di indeterminazione di Heisemberg nel 1925, afferma e contrasta l’idea di
un’unica assoluta verità scientifica, tutto è ipotetico. Non è possibile misurare con certezza lo stato delle particelle.
Non possiamo contemporaneamente conoscere tutte le caratteristiche di una particella. Non possiamo più cogliere
quell’archè assoluto ma possiamo giungere a delle generalizzazioni dei dati empirici.
• Questa crisi dei fondamenti di una certezza assoluta lo vediamo anche in altri ambiti, ad esempio la letteratura
(decadentismo, futurismo, surrealismo, Svevo, Joyce, Virginia Woolf). Tra le scuole filosofiche che nascono in
questo periodo c’è il circolo di Vienna, che cerca di far tornare l’attenzione sulla validità della scienza, ma non riesce
+ di tanto. La razionalità umana diventa la guida dell’agire scientifico, che porta a una crisi delle metafisiche, da qui
nasce il principio di verificazione, che dice che nel programma di ricerca dobbiamo avere come criterio la possibilità
di verificare la nostra ipotesi guida, che è verificabile se posso immaginare esperienze da fare per risolvere
quell’enigma. La mia ipotesi ha uno spazio di verificabilità, o è astratta? Se è astratta la devo rigettare. La scienza
per essere tale deve essere verificata, e per esserlo, devo immaginare delle sperimentazioni che mi conducano a
certezza. Non necessariamente nell’immediato, la verificabilità è qualcosa che posso posporre al futuro, quando
avremo strumentazioni che conducano alla verifica di queste ipotesi. C’è un principio di verificabilità di fatto (posso
fare adesso ricerca e sperimentazione e arrivare a un esito) oppure la verificabilità può essere di principio (basata su
elementi che al momento sono già stati verificati e che aprono scenari futuri che io posso ipotizzare ma non ancora
verificare, ma la mia ipotesi non è campata per aria ma basata tu ciò che posso dedurre da quello che oggi è già in
piedi). Questo principio è valso soprattutto per la macro fisica e per la microfisica (ambiti dove la tecnologia ha un
ruolo fondamentale). I fisici hanno detto “la fisica si è allontanata dagli uomini della strada” perché fino ad un certo
punto, i concetti della fisica erano percepibili anche dagli uomini meno dentro alle conoscenze fisiche. Quando la
fisica ha cominciato ad andare anche sul micro e macro, l ’uomo della strada l’abbiamo perso, è diventata sempre +
una fisica per esperti in quel settore. Questo permette quello che lo stesso Popper ha chiamato “inciampare in un
problema”, la serendipity, la tua teoria mostra aspetti della realtà che prima non avevi valutato e con cui ora ti devi
confrontare. Ed ecco quindi il progresso.

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POPPER
Nasce a Vienna nel 1912, ma abbandonerà la città e si trasferirà a Londra. È un avversario del modello epistemologico
positivista del circolo di Vienna.
Le opere principali sono: “Logica alla scoperta scientifica” 1934, “Società aperta” 1945, “congetture e confutazioni”
1969.

Secondo Popper la filosofia deve partire dal presupposto che anche le conoscenze più oggettive (che sono sempre state
date per vere) non sono assolute, ma le verità sono molteplici e io le devo verificare in base al passare del tempo (ad
esempio in base alle epoche storiche bisogna verificare le verità considerate assolute in passato perché è possibile che
possano mutare). proprio per questo le ipotesi devono essere falsificate o smentite. i pilastri del suo metodo scientifico
sono tre:
1. i problemi  sono l'elemento centrale della sua riflessione perché la scienza non è solamente cercare di dare
delle notazioni o di conferire dei fatti, ma è risolvere dei problemi: quindi i problemi sono i veri e propri
elementi di motore della ricerca scientifica. Essi inizialmente ostacolano la ricerca scientifica ma
complessivamente la favoriscono perché si vanno a trovare le criticità in modo tale da modificare quelle
ipotesi per renderle sempre più affini a quello che si sta cercando. Quindi i problemi nascono da un contrasto
tra le mie ipotesi e quello che effettivamente succede.
2. le ipotesi  vengono formulate a partire da tutto il materiale che si possiede, quindi dall'inserzione delle
conoscenze pregresse, della tradizione e dell'immaginazione (perché comunque io le ipotesi le do se studio, e
quindi ho delle conoscenze, oppure perché posso ipotizzare una cosa e quindi dalla mia immaginazione). le
ipotesi assumono una validità scientifica solamente se possono essere falsificate (e quindi se mantengono dei
margini di apertura all’azione critica). L’importanza del metodo scientifico è che le ipotesi non devono
solamente essere formulate per rimanere lì ma devono essere costantemente revisionate e modificate in modo
tale da essere soggette all'azione critica, perché nel momento in cui io posso falsificare un'ipotesi allora quella
è scientifica (perché mantiene dei margini di apertura). Da questo nasce la teoria della falsificabilità, che
esplicita l’idea secondo la quale una teoria è scientifica solo nel momento in cui io posso smentirla. La verità
scientifica è perciò l’ipotesi più durevole e dura finché io non la smentisco
3. le confutazioni  ciò che fa sì che un'ipotesi venga smentita. Nel momento in cui l'ipotesi non viene smentita,
essa ha validità scientifica. La confutazione e perciò il motore della ricerca scientifica (ad esempio tutti i corvi
sono neri finché non viene il corvo bianco)

Il falsificazionismo è perciò un processo antidogmatico che non è relativismo. Questo di basa sull'idea che io devo
andare a ricercare i problemi e le criticità in una teoria per evitare che questa teoria rimanga assoluta e quindi che non
sia scientifica  vengono definiti falsificatori potenziali le ipotesi che devono essere ricercate per falsificare i punti
critici

Corrogorazionismo una tesi è confermata dalle ipotesi e dalle conoscenze che io possiedo già ma deve comunque
rimanere aperta al dialogo e all'azione critica e deve mantenere la possibilità di essere smentita in un futuro

il percorso popperiano è inverso quello del metodo scientifico di Galileo Galilei, che andava a verificare le ipotesi. il
processo di Popper va a falsificare le ipotesi in modo da renderle scientifiche

Popper critica induzione  quel processo per cui tramite degli eventi particolari che io, per esempio, vivo posso
andare a definire un principiouniversale. questo è totalmente sbagliato perché l'induzionesecondo lui è
generalizzazione: basta un'eccezione per smentire tale ipotesi. quindi quando dimostro che una teoria è valida si
chiama corroborata ed è la cosa più vicina alla realtà, però “IT ET NUNC” ovvero non è per sempre (ci sarà sempre in
un futuro un’epoca storica che permetterà che questa ipotesi venga smentita)

lui suddivide le scienze e le divide in


- scienze  sono tutte quelle teorie che possono essere falsificate
- pseudoscienze  quelle che non possono essere falsificate. secondo lui le pseudoscienze sono
1-
la metafisica
2-
il marxismo  costituisce una visione della collettività e sui suoi modelli economici (io perdo
l'individualità solo la comunità e il meccanismo)
3-
la psicoanalisi  egli vede una pseudoscienza che cerca di spiegare più ambiti della vita umana
(sociologia religione ecc)
per definire le pseudoscienze egli parte dalla critica allo stoicismo: secondo lui la storia è determinata da eventi
che si susseguono e dalle decisioni che sono state prese durante le varie epoche storiche, ma secondo gli stoici

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viceversa lo storicismo tende a dare una visione olistica della storia e tutto ciò non è scientifico quindi non era
una teoria.

Popper sviluppa il suo pensiero politico attraverso un'opera scritta nel 1945 la “società aperta e i suoi nemici”. lui si
trasferì in Nuova Zelanda dove riuscì a vivere nuove realtà e proprio da queste nuove realtà sviluppò quest'opera,
all’interno della quale distingue

- la società aperta  la società aperta è la società in cui viene garantita la libertà, in cui vi è la possibilità di
autodeterminazione per ogni cittadino: coloro che stanno al governo devono poter essere anche governati dagli
stessi governati (cioè un meccanismo di controllo per garantire la democrazia).

Egli elabora degli articoli in cui emerge la democrazia come autocorrettiva:


1. il primo articolo ammette che se c'è il controllo dei governati sui governanti essi devono evitare
spargimenti di sangue. nel momento in cui un governante viene a meno della libertà del governato, ci
deve essere la possibilità del governato di licenziare il governante  revocabilità dell'incarico politico;
come per la Harendt il dialogo era necessario per garantire la democrazia, per Popper è necessaria la
presenza dei governati come garanti della libertà.
2. Un articolo si basa sull'atteggiamento riformista ovvero riformismo graduale. secondo lui la forma di
governo democratica che c'è al potere deve applicare delle riforme graduali nella società in modo da
falsificare quelle esistenti, in modo da vedere progressivamente gli effetti sulla società. come in Anna
Harendt l'antidoto alla violenza era il discorso per Popper è il riformismo

- la società chiusa  all’interno della quale è presente un corpus giuridico che obbliga il cittadino. Anche
l'utopia del sistema platonico nella divisione in tre classi e del comunismo. Lo stato di Hegel di ordine
organicistico (lo stato determina la vita dell'individuo). il comunismo russo (importanza della collettività  lo
stato è presente nelle vite di tutti)

secondo lui la democrazia ha deve essere suddivisa secondo un criterio ben specifico: dobbiamo distinguere due forme
di governo: democrazia e tirannide. nella democrazia bisogna ammettere che i governanti possono essere licenziati dai
governati in modo da garantire ed evitare spargimenti; una costituzione democratica deve escludere soltanto quel tipo
di cambiamento che può mettere le persone in pericolo; poi dobbiamo mettere come presupposto che ci saranno
sempre delle spinte antidemocratiche latenti nel Parlamento nel governo e trovare il modo appunto di ostacolarle. se la
democrazia è distrutta tutti i diritti lo sono e soprattutto la protezione delle minoranze non deve estendersi a chi viola
la legge

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ESISTENZIALISMO
Atmosfera culturale e filosofica che anima il 900, movimento culturale, insieme di filosofie diverse.
Periodo post-bellico e bellico (prima e Seconda guerra mondiale), periodo che colpisce fortemente l’Europa e che ha
sancito uno scollamento totale di tante incertezze dell’essere umano (guerra, morte, atrocità, antisemitismo).
Per questo motivo movimenti filosofici e culturali (letterali) iniziano a indagare sull’esistenza dell’essere umano.
L’esistenzialismo si è diffuso come clima culturale in tutta Europa, non solo con un’accezione filosofica, vengono
chiamati esistenzialisti tutti quei pensatori caratterizzati dai temi come la finitudine umana (morta), tragicità
dell’esistere, morte... Troviamo anche Ungaretti, l’Ermetismo e Montale con una visione amara della vita,

Il termine “esistenzialismo” si basa infatti:


• Sulla ricerca di che cosa sia e come sia l’esistenza umana
• Che differenza c’è tra il rapporto di esiste e essere

E’ un periodo di grossa incertezza, crisi, debolezza morte e impotenza. Alcuni filosofi tra cui:
• Heiddeger: con la sua opera “Essere e tempo”, si pone l’interrogativo sull’essere umano, unico essere vivente
capace di porsi una domanda del genere.
• Kierkegaard: Nel 800 aveva affrontato gli argomenti dell’esistenzialismo con originalità rivendicando il valore
dell’individuo, opponendosi a tutte le dottrine che risolvevano ogni particolarità e contrapposizione in una sintesi
finale onnicomprensiva. Aveva riconosciuto il carattere specifico dell’uomo nella sua ex-sistentia, cioè nella sua
capacità di uscire da se, di essere trascendenza, progettualità e possibilità.
• Abbagnano: filosofo esistenzialista, studioso di Heiddeger.

I tratti comuni a tutte le filosofie esistenzialistiche sono:


1. L’uomo come essere limitato
2. L’uomo come aperto all’essere, a un oltre
3. L’uomo come progetto (trascendenza e libertà)
4. Finitudine umana
5. Esistenza umana caratterizzata da angoscia e paura
6. Uomo unico e irripetibile
7. Capace di prendere delle scelte (noi in quanto singoli siamo gli unici a decidere).

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KUHN
Pubblica un libro, “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” (opera del 1962). In questa opera, esprime la sua visione
delle rivoluzioni scientifiche e il modo di fare scienza dell’uomo in questi secoli.

Il suo merito è stato quello di aver intrecciato l’indagine epistemologica con la storia della scienza, indagando non
soltanto la struttura logica interna delle teorie scientifiche ma anche il modo in cui esse si sono affermate o sono state
abbondate nel corso del tempo.

Il cammino della scienza non procede per accumulazione, cioè secondo una crescita continua, ma attraverso
rivoluzioni (es rivoluzione copernicana).
Per lui la ricerca scientifica si divide in:
• Scienza normale  sono i risultati conseguiti in un certo settore di ricerca, a cui la scienza riconosce la validità e ne
assume come fondamento per altre ricerche. Tutto ciò costituisce un paradigma, concetto scientifico condiviso dalla
maggior parte degli scienziati. Un paradigma comprende un sistema sufficientemente articolato e integrato di
modelli di ricerca, teorie che comprendono determinati fondamenti
Lo scopo della Scienza normale non è scoprire novità, ma è quello di gestire le conoscenze acquisite. Ha successo
quando riesce a trovare soluzioni ai propri rompicapi, adattando il paradigma tradizionale.
A volte però insorgono delle anomalie (elementi teorici o empirici che inducono un processo di rivoluzione), che per
rimuovere le difficoltà insorte costringono la scienza normale ad abbandonare il proprio paradigma e ricercare uno
diverso.
• Rivoluzione  si verifica quando un paradigma non riesce più a spiegare i fenomeni. Il passaggio da un paradigma
ad un altro è un periodo di crisi, in cui si assiste a una molteplicità di teorie che cercano di spiegare i fatti emersi.
Kuhn afferma che il nuovo paradigma sarà orientato in un nuovo modo di osservare, il passato risulta obsoleto e
quindi bisogna mutare il paradigma esistente.

L’incommensurabilità dei paradigmi  Non è altro che una difficile comunicazione e teorie inconfrontabili tra chi
rimane convinto del paradigma vecchio e chi decide di passare a quello nuovo. Lo scienziato che considera un nuovo
paradigma viene visto come colui che inforca occhiali con lenti invertenti, ovvero ha un nuovo modo di vedere
l’ambiente in cui si trova con una nuova prospettiva.

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HIDDEGER
Nacque in una famiglia umile simpatizzante nazista. Egli studiò all’uni di fraburgo e conseguì un percorso di studi
teologico, che si traduce nella sua visione ontologica dell’esistenza umana. Nel 1934 abbandona il suo mestiere di
elettore e abbandona tutto il percorso di carriera politica e sposa una simpatizzante nazista.
La sua opera principale si intitola “essere e tempo” e viene pubblicata nel 1927.

La sua riflessione filosofica parte dal pensiero dell’esistenza umana e dalla ricerca di una struttura della verità umana,
una sorta di archè. Secondo lui l’unico ente capace di opporsi alla mente umana (e quindi di riflettere sull’esistenza) è
l’uomo perché possiede il primato ontologico sugli altri enti e in quanto possiede la ragione. Secondo lui noi non
riusciamo ad ottenere la comprensione della struttura dell’essere ma riusciamo solamente a comprendere il senso
dell’esistenza per l’uomo stesso. L’uomo viene definito come
- ente finito e limitato  e in quanto tale non può andare oltre un certo limite: il limite scaturisce nella
comprensione del senso dell’essere per l’uomo stesso.
- Esserci  in quanto ciò che ci connota è proprio la propria esistenza, e tramite la riflessione filosofica l’uomo
può raggiungere il senso dell’essere.

L’esistenza è definita come possibilità di essere (da notare la definizione di apertura). L’esistenza è:
- possibilità di essere
- possibilità di scelta
il concetto di scelta entra nel concetto di filosofia di Hiddeger e ricopre un ruolo fondamentale, in quanto noi, in
quanto individui finiti e limitati, siamo gli unici a poter prendere decisioni per noi stessi. Quindi la scelta è nostra, e
poiché la scelta è individuale l’esistenza sarà un fascio di possibilità. Inoltre, distingue la comprensione del lato
esistentivo dalla comprensione esistenziale, attuando una vera e propria dialettica.
- Comprensione del lato esistentivo ovvero la comprensione dell’esistenza singola, il punto di partenza da cui
l’uomo comprende l’esistenza individuale
- Comprensione esistenziale  che scaturisce subito dopo, ovvero è il mio applicarmi alla ricerca dell’esistenza
(dopo che io ho compreso l’esistenza singola io posso applicarmi alla ricerca del nostro esistere).

Come si può comprendere la nostra esistenza?


Per comprendere la nostra esistenza egli afferma che ci dobbiamo vedere confrontati al mondo empirico, ovvero al
mondo delle cose che ci circondano. Le cose necessitano della nostra cura e del nostro renderle consone alla nostra
utilità, e hanno un significato importante in quanto rappresentano la garanzia della nostra modalità di stare al mondo.

Comprendere gli oggetti rende l’uomo stesso progetto, perché le cose hanno un significato personale (io divento
progetto in quanto le cose hanno un significato nella mia esistenza). La cura degli oggetti viene considerata da
Hiddegel un processo affine alla trascendenza, perché significa andare oltre.

L'interpretazione delle cose conferisce un valore trascendente alle cose stesse e noi siamo dei progetti gettati ovvero
siamo costantemente chiamati a progettare la nostra utilizzabilità per riuscire a finalizzare la scelta nostra esistentiva

Egli contrappone:
- Esistenza inautentica  è la situazione in cui la precomprensione umana del mondo acquista i connotati
dell'adesione a critica e spontanea ad un certo contesto storico-culturale (ovvero esistenza inautentica significa
pormi nel mondo come una cosa accanto alle altre cose quindi non mi dà nessuna accezione in più. Es. è la
stessa situazione in cui a un bambino vengono insegnati i nomi delle cose e il loro uso; al bambino il mondo
viene rappresentato come un insieme di significati già definiti)
l'uomo nell'esistenza inautentica non è propriamente deciso da lui, ma è conseguenza dell'apertura storica in cui
si trova gettato e confinato

Processo per arrivare all’esistenza autentica:


Secondo il filosofo tale autenticità è annunciata da un particolare modo di sentire del soggetto, che egli identifica
come angoscia  l'angoscia è diversa dalla paura perché la paura si Lega sostanzialmente a un timore di un qualcosa
di determinato (e quindi va a finire di nuovo nell'esistenza inautentica) mentre l'angoscia scaturisce nel momento in
cui io comprendo la nullità del mondo e quindi l'uomo pur essendo fondamento di se stesso e del mondo si ritrova a
essere assenza di fondamento e progetto che poggia sulla vita( quindi noi ci troviamo ad esistere ma senza averlo
deciso noi in prima persona perché noi siamo una sorta di conseguenza dell'apertura storica in cui ci troviamo gettati)

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l'angoscia rivela la finitezza dell'uomo: l'uomo capisce che è finito e limitato, e quindi non ha nulla a cui a cui aspirare.
Qui entra il concetto di morte  la morte deve essere vista nell'esistenza autentica come quella prospettiva che dà
senso alla vita in quanto sottrae l'uomo dall'esistenza inautentica e lo rende un ente capace di sfuggire all'illusione
della quotidianità. di fronte alla morte e all'angoscia che la morte provoca nell'uomo, l'uomo è chiamato a scegliere
due tra due cose:
- Può scegliere se stesso (quindi decide di anticipare la morte e riconoscendo la il limite umano)
- può decidere di rimanere nell'illusorietà dell'esistenza inautentica (quindi di porsi come oggetto accanto agli
altri oggetti e di porsi in una situazione sicuramente più rassicurante ma che non ci spiega la vera esistenza
umana).
quindi vivere autenticamente, vivere per la morte, significa proprio condurre la vita nell'ottica in cui io so già
che la morte sarà una tappa a cui l'uomo non può sfuggire
il male consiste nel porsi al mondo come oggetto accanto agli altri agenti quindi sfuggire all'esistenza
inautentica significa preannunciare la morte e capire che io sono un ente infinito limitato e che la morte è una
tappa a cui l'uomo non può sfuggire

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