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“Spirito del cristianesimo e suo destino” -> primo esempio di argomentazione assunta poi come
nucleo della dialettica
Gesù vuole che le leggi morali non restino contenuti astratti ma facciano parte della vita degli
uomini
MA natura degli uomini elimina le leggi xk in una comunità retta dall’amore non c’è bisogno di
obblighi repressivi
Realizzazione più piena della morale = superarla e negarla
dovere o legge morale di Kant secondo Hegel è un universale astratto -> esiste solo nel pensiero
Ma situazioni della vita -> risultato del mescolarsi di molti aspetti diversi
Una particolare situazione può chiamare in causa contemporaneamente una varietà di virtù e
doveri diversi
2 unità: 1. unità del concetto 2. unità vivente
Ogni concetto rappresenta un’unità -> unifica casi particolari sotto un universale
Hegel mette in discussione idea che la coscienza filosofica sia costruita su concetti universali
Concetti sono astratti e ricavati isolando alcune caratteristiche della realtà concreta
= universali astratti mettono in risalto e fissano solo alcuni aspetti della totalità
separandoli dagli altri -> non adatti a esprimere realtà nella sua pienezza
X esprimere realtà nella sua pienezza -> pensiero deve cogliere le diverse e nuove combinazioni
di tali concetti
Nella fenomenologia Hegel descrive il cammino che la coscienza deve compiere per giungere al
sapere assoluto
OBIETTIVO E METODO
È un sistema filosofico
Obiettivo -> portare la coscienza comune (empirica) che viene chiamata “coscienza naturale” al
punto di vista della scienza, “puro sapere”
Verità non può essere raggiunta grazie un’intuizione geniale (come pensavano romantici)
MA raggiunta a seguito di un lungo processo chiamato fatica del concetto
Cammino x arrivare al sapere assoluto deve partire dal nostro modo ordinario di pensare
FIGURA o configurazione della coscienza = ogni stadio ideale e al tempo stesso storico del
percorso fenomenologico
X hegel le cose non sono mai statiche -> si trasformano continuamente
Le diverse tappe corrispondono a configurazioni specifiche della coscienza
Ogni figura pretende di cogliere la vera essenza della realtà ma ogni pretesa risulta illegittima se
esaminata
Ogni tappa si confuta da sé, non sulla base di principi già ammessi mediante un processo di
autofalsificazione chiamato esperienza della coscienza
Percorso fenomenologico si conclude quando la coscienza non trova più alcuna “cosa in sé” al di
fuori di sé e comprende che tutto ciò che sembrava distinto da lei è in realtà un prodotto della
coscienza universale cioè dello SPIRITO
La verità è immanente al pensiero
Coscienza esprime relazione immediata del soggetto con realtà esterna e si divide in: certezza
sensibile, percezione, intelletto.
2) PERCEZIONE= convinzione che essenza delle cose risieda nelle qualità che il soggetto
attribuisce loro.
Oggetti conosciuti in base a caratteristiche percettibili con i sensi.
Cosa rende vere queste osservazioni?
Verità della nostra percezione sta nelle caratteristiche che essa ha in comune con altre.
Le qualità sensibili sono entità astratte poiché esistono solo nella misura in cui sono proprietà di
una cosa in particolare.
Coscienza non riesce a tenere insieme l’unità della cosa con la molteplicità delle sue proprietà .
Concetto di percezione non in grado di cogliere essenza del reale nei suoi aspetti contraddittori.
3) INTELLETTO
Come si concilia l’unità irriducibile di ogni ente con la molteplicità delle sue qualità?
Coscienza immagina che dietro mondo visibile ci sia un mondo sovrasensibile, stabile ed
eterno=mondo vero: si può solo dire che la sua essenza lo porta ad apparire.
Intelletto formula concetto di legge.
Leggi della natura racchiudono la struttura stabile della realtà.
Leggi non spiegano realmente ciò che accade, ma lo traducono in formule.
Intelletto si accorge che concetti come “mondo dei fenomeni” e “mondo sovrasensibile” sono
prodotto di passaggi logici.
Coscienza mentre pensa alla realtà pensa anche a se stessa.
Coscienza diventa autocoscienza.
Autocoscienza =coscienza che si ritrova nella realtà e si imbatte in un oggetto diverso dagli altri:
un’altra autocoscienza.
DA COSCIENZA AD AUTOCOSCIENZA
Coscienza si è resa conto che mondo esterno e cose non sono indipendenti da lei: perché
qualcosa possa apparirci come distinto da noi occorre pensarlo come tale.
É la stessa coscienza a distinguere all’interno dei propri contenuti, tra se stessa e ciò che le si
presenta come distinto.
Sbagliato pensare che ci sia oggetto e soggetto: vera distinzione è tra soggetto che pensa se
stesso e soggetto che pensa qualcos’altro.
Coscienza ora cerca verità in se stessa.
Autocoscienza vuole superare indipendenza dell’oggetto, a mostrare come esso dipenda
dall’oggetto -> diventa appetito -> si appropria dell’oggetto -> dell’apparente indipendenza non
resta nulla.
L’appagamento che si ricava dal consumare le cose presuppone che bel cosa ci siano e si
rendano disponibili. Soggetto non elimina del tutto oggetto.
Appettato= stato di passività -> appena viene soddisfatto si rigenera.
Coscienza deve fare i conti con indipendenza reale del suo oggetto, prima cosa inanimata, poi
si presenta come un’altra autocoscienza/soggetto.
Oggetto della coscienza adesso è un’autocoscienza.
Autocoscienza non è veramente se stessa finché l’altra autocoscienza non la riconosce come tale.
Diventiamo pienamente persone quando gli altri ci riconoscono come tali.
Confronto con gli altri genera smarrimento, perché l’altro soggetto è diverso da noi, poi ha effetto
positivo perché si amplia idea di umano.
Dialettica del riconoscimento reciproco in 3 passaggi
- Signoria e servitù
Ciascuno dei due soggetti capisce di aver di fronte a sé un essere cosciente, ma nessuno si
presenta inizialmente come autocoscienza.
Per dimostrare di essere una soggettività libera, ciascuno mostra all’altro di essere attaccato solo
alla propria autocoscienza -> SCONTRO
Ciascuno cerca di uccidere l’altro, ma mette a repentaglio anche se stesso.
Scontro termina quando lo sconfitto chiede di risparmiare la sua vita, ottenuta sottomettendosi al
vincitore e servirlo.
Sconfitto= tiene più alla sua vita che alla libertà, squalificato come soggetto
Vincitore= moralmente superiore
Prima forma di rapporto stabile tra individui= servitù
Signore gode delle cose senza esserne dipendente, confermato nella libertà e padrone della
natura. Dominio sul mondo è apparente, ciò è possibile solo grazie al lavoro del servo.
Servo con lavoro forma oggetti, conosce e domina la natura e si riscatta dalla sconfitta.
Lavoro imprime stabilità alla vita -> servo + forte del padrone
- Stoicismo e scetticismo
Per la coscienza la realtà non è + qualcosa di estraneo: appare strutturata secondo concetti=
aperta alla conoscenza.
Stoicismo -> Individuo trova nel pensiero libertà e sicurezza -> coscienza si sente libera sotto
qualsiasi condizione
Per gli stoici la verità risiede nel pensiero puro, non dipende da nulla.
Pensiero non sa dare un contenuto concreto ai principi astratti= incapace di indicare una via da
seguire nella vita.
Unica certezza è esistenza del pensiero.
Scetticismo -> accettare che autocoscienza abbia un contenuto empirico
Atteggiamento contraddittorio della coscienza: estrae da ogni legame con la realtà e dubita di tutto;
decide di darsi un contenuto xk sente esigenza di agire.
- Coscienza infelice
Stato di lacerazione interiore.
Individuo non riesce a conciliare la dimensione limitata della propria esistenza con l’essenza di
eterna= Dio.
Di fronte alla perfezione divina ogni forma di impiego terreno appare vana.Uomo ha bisogno di
superare distanza tra essenza terrena e dio.
Tenta di elevarsi al divino con devozione, poi riscopre il valore delle abilità umane e del lavoro.
Lavoro e i suoi prodotti rimandano a una volontà ultraterrena -> DUBBIO: si onora dubio con
lavoro o preghiera?
Asceta= colui che prova ripugnanza verso ogni aspetto naturale del corpo, rinuncia a ogni piacere
e mortifica il corpo.
SOLUZIONE: affidarsi a un mediatore tra sé e il divino = sacerdote -> agisce in nome di dio e
libera l’individuo da colpe e infelicità, in cambio il fedele si sottomette a un culto “positivo”.
Coscienza acquista certezza di essere una cosa sola con il divino e trova sicurezza e pace.
2)RAGIONE ATTIVA
Sfera pratica della ragione
Tema della realizzazione dell’autocoscienza
Rapporti tra individui si fondano su riconoscimento reciproco.
Indipendenza degli individui va a pari passo con la loro unità: regno dell eticità che può realizzarsi
solo nel popolo inteso come comunità.
Individui riflettono col tempo sulla realtà cui appartengono e si rendono conto che usanze e modi di
pensare del loro popolo non sono naturali.
Individuo perde stato di felicità e deve progettare delle nuove condizioni.
SOLUZIONE: godere dei beni terreni vivendo la giornata, ma dopo aver consumato i piaceri
rimane senso di vuoto e dipendenza.
Coscienza trasforma la propria interiorità in legge del cuore, che ogni individuo vorrebbe che
valesse x tutti, ma non accade.
Coscienza prova a superare la coesistenza di tanti egoismi morali e sentimentali imponendosi un
ideale di virtù -> x realizzarlo lotta contro comportamento ordinario degli uomini.
SCONFITTA: incapace di andare oltre propositi astratti e belle parole.
3) INDIVIDUO IN SE E PER SE
Coscienza scopre di avere talenti e capacità -> incoraggiata ad essere + attiva
RISULTATO: oggetto dotato di qualità riconoscibili e stabili -> “cosa”
Opera radicata nella razionalità del reale e altri individui vogliono perfezionarla -> rivalità, tutti
pretendono di agire nell’interesse dell’opera
Da rivalità si esce solo quando tutti i rivali capiscono che stanno contribuendo ad un opera
comune= sostanza etica= essenza spirituale -> consapevole di se e si esprime sotto forma di
leggi.
Ragione incapace di prescrivere norme precise, si accontenta di esaminare quelle esistenti.
Metro formale x giudicare in principi, non è in grado di giustificare per quale motivo una scelta
sarebbe da preferire a quella opposta.
Coscienza può uscire da tale vicolo diventando autocoscienza della sostanza etica, comprendendo
che le leggi sono giuste tramandate in se.
Lo spirito è la conoscenza che sa che la realtà è razionale e che è prodotto della ragione: la realtà
è ragione in atto.
La coscienza non si limita a “trovare” nella realtà un ordine e una razionalità “già pronti”, ma ha la
certezza che la razionalità del mondo è un suo prodotto.
Protagonista del processo fenomenologico è la coscienza collettiva: noi concreto, comunità ben
precisa.
Lo spirito è la vita etica di un popolo.
Figure dello spirito -> figure di un mondo = esprimono forme di vita e di cultura che hanno
accompagnato sviluppo storico dei popoli.