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HEGEL

Stoccarda 27 agosto 1770


Genitori protestanti
Frequenta ambiente didattico, studia letteratura classica al ginnasio e nasce ammirazione per
mondo greco
Favorevole alla rivoluzione francese
Prima professione precettore privato (addetto all’istruzione dei figli) per nobili svizzeri
In Francia si stava sviluppando idealismo tedesco e si interessa a filosofia di Kant
1797 si trasferisce a Francoforte
1801 si trasferisce a Jena con Schelling e fa prof universitario
Primi scritti di riferimento filosofico riguardo dibattito su come si dovesse intendere filo di Kant
Critica idealismo tedesco
1807 a Jena scrive fenomenologia dello spirito
Guerra tra Francia e napoleone uni si chiude e lui sia trasferisce a Bamberga
Preside e prof presso ginnasio Norimberga 1808
Prof e rettore uni Berlino 1818
Sviluppa e perfeziona sistema filosofico
1826 promuove creazione di una società per critica scientifica che recensiva le novità
Favorisce il formarsi di una vera e propria scuola
Accusato di panteismo e ateismo
Apice carriera 1829 rettore uni Berlino
Muore nel 1831

PRINCIPI FONDAMENTALI DEL PENSIERO


Rifiuta separazione di pensiero e realtà kantiano, sarebbe giustificata se forma suprema di
conoscenza sarebbe quella sensibile, ma noi conosciamo mondo con pensiero
Pensiero ci permette di individuare nei fenomeni delle leggi e regolarità
Leggi dei fenomeni non esistono solo nella mente ma sono all’interno della realtà
Realtà è razionale e pervasa dal pensiero
Riabilita idea greca del logos=ordine razionale della realtà ( ciò che vedo) e discorso umano sulla
realtà (ragionamento)
“Solo nel suo concetto qualcosa ha realtà”
Pensiero non è qualcosa di puramente soggettivo, ma immanente alla realtà
Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale, punto di partenza ammissibile x filo
La conoscenza umana non è limitata ai fenomeni -> è possibile conoscere l’essenza della realtà
Realtà ultima è accessibile al pensiero umano
Respinge idealismo Fichte
critica sistema di Schelling -> troppo semplice e povero perché non spiega:
1. l’esistenza di una natura contrapposta al pensiero - 2. come avviene la conoscenza
Problema filosofia: rendere conto sia dell’unità che della ricchezza del reale
(Perché quando conosciamo qualcosa lo cataloghiamo in base a dei concetti universali ma allo
stesso tempo cogliamo le particolarità che lo rendono unico)
Secondo Hegel -> occorre tener ferma l’unità della sostanza assoluta e pensarla come soggetto:
Sostanza è essa stessa principio del proprio specificarsi in tante forme
Il fondamento della realtà non è sostanza immutabile ma un principio attivo e intelligente

• In che modo si possono conciliare l’universale e il particolare, l’identità e la differenza?


Nel concetto, dell’universale, è già contenuto il principio della differenza
Il concetto si specifica da sé in base ad un principio dinamico (dialettica)
DIALETTICA = motore della realtà
Nucleo ultimo della realtà è un principio di mutamento e la sostanza è u soggetto che si trasforma
SOSTANZA= essere in sé e per sé
Essere in sé -> essenza ultima di ogni cosa (ciò che fa di ogni cosa quella cosa)
Essere per sé -> insieme delle forme particolari in cui ogni essenza si presenta nell’esperienza

Verità ultima del reale è il processo compiuto dalla sostanza-soggetto


Non bastano i concetti x avere verità perché esprimono solo l’essenza delle cose
VERITA’= unione di concetto e realtà prodotta mediante la dialettica

IDEA= unità di concetto e realtà


SPIRITO= auto conoscenza dell’idea

TEMA DELLA RELIGIONE


Affronta i temi:
-Influenza della religione su uomini
-Modo in cui religione promuove moralità senza violare natura umana
Centro della riflessione: contrapposizione tra religione oggettiva e soggettiva
Oggettiva=teologia: dogmi e dottrine tramandati da un ceto sociale e trasmessi con
insegnamento, conoscenza intellettuale di Dion e dei suoi attributi, è astratta e lontana da
sensibilità naturale dell’uomo x questo insegnata fin da piccoli
Soggettiva: non ha bisogno di preparazione culturale o imposizioni, è viva, parla al cuore degli
uomini a seconda le loro disposizioni naturali, è la vera religione che spinge a compiere il bene
Critica illuminismo xk pensavano di poter riformare religione solo smascherando le false credenze
in essa contenute mediante la conoscenza
Secondo Hegel religione non e una questione teorica
Affiora insoddisfazione x sapere fondato su intelletto
Intelletto non sa cogliere unità profonda della realtà, quindi non è in grado di indirizzare uomo
verso scopi morali, è solo un mezzo rispetto a fini già dati

Hegel reinterpreta figura di Gesù


Riscrive racconto Vangeli nel linguaggio della filo kantiana morale
Gesù è un uomo con eccezionale visione morale
Alla base dell’insegnamento di Gesù c’è polemica su religione tradizionale ebraica xk fondata su
rispetto di una serie di norme
Gesù propone trasformazione in senso morale della religione
Motivo per agire secondo legge della morale è fare il bene, non avere paura della punizione
Secondo Hegel Gesù voleva ridurre religione a un’etica razionale
Predicazione di Gesù incompatibile con concezione kantiana perché costituisce tentativo di andare
al di là dell’etica del dovere a favore di un’etica dell’amore
Messaggio di Gesù -> esaltazione concretezza dei rapporti umani

Cos’è la natura dell’uomo?


Concetto complesso, vario, si sviluppa nel tempo a seconda della cultura dei popoli
Hegel dichiara insoddisfazione su progetto illuminista di riforma della religione, considerato
presuntuoso

CONFRONTO TRA SCRITTI GIOVANILI DI HEGEL


3 elementi
1. Religione greca = unità immediata, consapevole tra divino e umano
2. Religione ebraica = rottura dell’unità tra dio e mondo
3. Religione di Gesù = frutto di scelta consapevole e nuova unità mediata dall’amore

“Spirito del cristianesimo e suo destino” -> primo esempio di argomentazione assunta poi come
nucleo della dialettica
Gesù vuole che le leggi morali non restino contenuti astratti ma facciano parte della vita degli
uomini
MA natura degli uomini elimina le leggi xk in una comunità retta dall’amore non c’è bisogno di
obblighi repressivi
Realizzazione più piena della morale = superarla e negarla

Ciò che porta a compimento le leggi morali è l’eliminazione di esse


sviluppo interiore di una determinata posizione = DIALETTICA

dovere o legge morale di Kant secondo Hegel è un universale astratto -> esiste solo nel pensiero
Ma situazioni della vita -> risultato del mescolarsi di molti aspetti diversi
Una particolare situazione può chiamare in causa contemporaneamente una varietà di virtù e
doveri diversi
2 unità: 1. unità del concetto 2. unità vivente
Ogni concetto rappresenta un’unità -> unifica casi particolari sotto un universale

Hegel mette in discussione idea che la coscienza filosofica sia costruita su concetti universali
Concetti sono astratti e ricavati isolando alcune caratteristiche della realtà concreta
= universali astratti mettono in risalto e fissano solo alcuni aspetti della totalità
separandoli dagli altri -> non adatti a esprimere realtà nella sua pienezza

X esprimere realtà nella sua pienezza -> pensiero deve cogliere le diverse e nuove combinazioni
di tali concetti

Conclusione: la verità è qualcosa di concreto, è un’unità vivente, vita


Non si può esprimere con le categorie dell’intelletto

LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO


Scritta a Jena

Nella fenomenologia Hegel descrive il cammino che la coscienza deve compiere per giungere al
sapere assoluto

OBIETTIVO E METODO
È un sistema filosofico
Obiettivo -> portare la coscienza comune (empirica) che viene chiamata “coscienza naturale” al
punto di vista della scienza, “puro sapere”
Verità non può essere raggiunta grazie un’intuizione geniale (come pensavano romantici)
MA raggiunta a seguito di un lungo processo chiamato fatica del concetto

Cammino x arrivare al sapere assoluto deve partire dal nostro modo ordinario di pensare

FENOMENOLOGIA = scienza dell’esperienza della coscienza, cioè lo studio delle manifestazioni


dello spirito
Studia i modi in cui la coscienza appare
Scopo: cogliere l’essenza del reale
Modi di vedere la realtà : o universali -> possono presentarsi in ogni epoca
o legati ad un certo periodo storico e di una certa cultura

FIGURA o configurazione della coscienza = ogni stadio ideale e al tempo stesso storico del
percorso fenomenologico
X hegel le cose non sono mai statiche -> si trasformano continuamente
Le diverse tappe corrispondono a configurazioni specifiche della coscienza
Ogni figura pretende di cogliere la vera essenza della realtà ma ogni pretesa risulta illegittima se
esaminata
Ogni tappa si confuta da sé, non sulla base di principi già ammessi mediante un processo di
autofalsificazione chiamato esperienza della coscienza

Come si svolge concretamente l’esperienza della coscienza? Mediante il movimento dialettico


La nostra coscienza è sempre coscienza di qualcosa
La coscienza 2 aspetti:
1. DISTINZIONE TRA SOGGETTO E OGGETTO -> avverte l’oggetto come qualcosa di distinto e
diverso da essa
2. RAPPORTO TRA OGGETTI -> cerca di conoscerlo e gli applica una serie di predicati per
identificare le caratteristiche

1 concetto -> verità della cosa, essere in sé


2 concetto -> sapere o certezza, essere per la coscienza

Coscienza naturale separa il sapere e la verità


MA dire che un oggetto è indipendente da noi significa attribuirgli un significato quindi esso non è
veramente indipendente da noi perché gli attribuiamo qualcosa che vale per la nostra coscienza
-> non è solo la conoscenza dell’oggetto a ricadere all’interno della conoscenza ma anche il suo
essere in sé

Movimento dialettico compiuto dalla conoscenza:


Ogni tappa sotto un esame più attento della coscienza si rivela essere una proiezione della
coscienza
Rovesciamento della coscienza : ogni oggetto in sé è tale solo per la coscienza e la sua
separatezza da essa è solo un’apparenza
In ogni fase del suo cammino la coscienza ripete questa scoperta e ciò la porta ogni volta a
costruirsi una nuova immagine della realtà

Percorso fenomenologico si conclude quando la coscienza non trova più alcuna “cosa in sé” al di
fuori di sé e comprende che tutto ciò che sembrava distinto da lei è in realtà un prodotto della
coscienza universale cioè dello SPIRITO
La verità è immanente al pensiero

COSCIENZA, AUTOCOSCIENZA E RAGIONE


Fenomenologia suddivisa in 6 momenti:
1) Coscienza
2) Autocoscienza
3) Ragione
4) Spirito
5) Religione
6) Sapere assoluto

Ciascuno si articola in figure=forme determinate di pensiero ed esperienza


1-2-3= coscienza come facoltà del singolo individuo
4-5-6= coscienza collettiva, cultura e visione del mondo di una comunità

Coscienza esprime relazione immediata del soggetto con realtà esterna e si divide in: certezza
sensibile, percezione, intelletto.

1) CERTEZZA SENSIBILE= forma più immediata di rapporto tra noi e mondo


Sensi danno certezza che qualcosa esiste, indipendentemente dal fatto che lo peniamo o no.
Non tutto ciò che avvertiamo con i sensi è verità.
Ogni esperienza immediata nega tutte le altre ed è smentita da tutte le altre (esempio: adesso è
notte non sarà più vero tra 12 ore)
Realtà dipende da qualcosa di soggettivo.
Essenza delle cose sta nelle qualità universali che soggetto attribuisce all’oggetto.

2) PERCEZIONE= convinzione che essenza delle cose risieda nelle qualità che il soggetto
attribuisce loro.
Oggetti conosciuti in base a caratteristiche percettibili con i sensi.
Cosa rende vere queste osservazioni?
Verità della nostra percezione sta nelle caratteristiche che essa ha in comune con altre.
Le qualità sensibili sono entità astratte poiché esistono solo nella misura in cui sono proprietà di
una cosa in particolare.
Coscienza non riesce a tenere insieme l’unità della cosa con la molteplicità delle sue proprietà .
Concetto di percezione non in grado di cogliere essenza del reale nei suoi aspetti contraddittori.

3) INTELLETTO
Come si concilia l’unità irriducibile di ogni ente con la molteplicità delle sue qualità?
Coscienza immagina che dietro mondo visibile ci sia un mondo sovrasensibile, stabile ed
eterno=mondo vero: si può solo dire che la sua essenza lo porta ad apparire.
Intelletto formula concetto di legge.
Leggi della natura racchiudono la struttura stabile della realtà.
Leggi non spiegano realmente ciò che accade, ma lo traducono in formule.
Intelletto si accorge che concetti come “mondo dei fenomeni” e “mondo sovrasensibile” sono
prodotto di passaggi logici.
Coscienza mentre pensa alla realtà pensa anche a se stessa.
Coscienza diventa autocoscienza.

Autocoscienza =coscienza che si ritrova nella realtà e si imbatte in un oggetto diverso dagli altri:
un’altra autocoscienza.

DA COSCIENZA AD AUTOCOSCIENZA
Coscienza si è resa conto che mondo esterno e cose non sono indipendenti da lei: perché
qualcosa possa apparirci come distinto da noi occorre pensarlo come tale.
É la stessa coscienza a distinguere all’interno dei propri contenuti, tra se stessa e ciò che le si
presenta come distinto.
Sbagliato pensare che ci sia oggetto e soggetto: vera distinzione è tra soggetto che pensa se
stesso e soggetto che pensa qualcos’altro.
Coscienza ora cerca verità in se stessa.
Autocoscienza vuole superare indipendenza dell’oggetto, a mostrare come esso dipenda
dall’oggetto -> diventa appetito -> si appropria dell’oggetto -> dell’apparente indipendenza non
resta nulla.
L’appagamento che si ricava dal consumare le cose presuppone che bel cosa ci siano e si
rendano disponibili. Soggetto non elimina del tutto oggetto.
Appettato= stato di passività -> appena viene soddisfatto si rigenera.
Coscienza deve fare i conti con indipendenza reale del suo oggetto, prima cosa inanimata, poi
si presenta come un’altra autocoscienza/soggetto.
Oggetto della coscienza adesso è un’autocoscienza.
Autocoscienza non è veramente se stessa finché l’altra autocoscienza non la riconosce come tale.
Diventiamo pienamente persone quando gli altri ci riconoscono come tali.
Confronto con gli altri genera smarrimento, perché l’altro soggetto è diverso da noi, poi ha effetto
positivo perché si amplia idea di umano.
Dialettica del riconoscimento reciproco in 3 passaggi

- Signoria e servitù
Ciascuno dei due soggetti capisce di aver di fronte a sé un essere cosciente, ma nessuno si
presenta inizialmente come autocoscienza.
Per dimostrare di essere una soggettività libera, ciascuno mostra all’altro di essere attaccato solo
alla propria autocoscienza -> SCONTRO
Ciascuno cerca di uccidere l’altro, ma mette a repentaglio anche se stesso.
Scontro termina quando lo sconfitto chiede di risparmiare la sua vita, ottenuta sottomettendosi al
vincitore e servirlo.
Sconfitto= tiene più alla sua vita che alla libertà, squalificato come soggetto
Vincitore= moralmente superiore
Prima forma di rapporto stabile tra individui= servitù
Signore gode delle cose senza esserne dipendente, confermato nella libertà e padrone della
natura. Dominio sul mondo è apparente, ciò è possibile solo grazie al lavoro del servo.
Servo con lavoro forma oggetti, conosce e domina la natura e si riscatta dalla sconfitta.
Lavoro imprime stabilità alla vita -> servo + forte del padrone

- Stoicismo e scetticismo
Per la coscienza la realtà non è + qualcosa di estraneo: appare strutturata secondo concetti=
aperta alla conoscenza.
Stoicismo -> Individuo trova nel pensiero libertà e sicurezza -> coscienza si sente libera sotto
qualsiasi condizione
Per gli stoici la verità risiede nel pensiero puro, non dipende da nulla.
Pensiero non sa dare un contenuto concreto ai principi astratti= incapace di indicare una via da
seguire nella vita.
Unica certezza è esistenza del pensiero.
Scetticismo -> accettare che autocoscienza abbia un contenuto empirico
Atteggiamento contraddittorio della coscienza: estrae da ogni legame con la realtà e dubita di tutto;
decide di darsi un contenuto xk sente esigenza di agire.

- Coscienza infelice
Stato di lacerazione interiore.
Individuo non riesce a conciliare la dimensione limitata della propria esistenza con l’essenza di
eterna= Dio.
Di fronte alla perfezione divina ogni forma di impiego terreno appare vana.Uomo ha bisogno di
superare distanza tra essenza terrena e dio.
Tenta di elevarsi al divino con devozione, poi riscopre il valore delle abilità umane e del lavoro.
Lavoro e i suoi prodotti rimandano a una volontà ultraterrena -> DUBBIO: si onora dubio con
lavoro o preghiera?
Asceta= colui che prova ripugnanza verso ogni aspetto naturale del corpo, rinuncia a ogni piacere
e mortifica il corpo.
SOLUZIONE: affidarsi a un mediatore tra sé e il divino = sacerdote -> agisce in nome di dio e
libera l’individuo da colpe e infelicità, in cambio il fedele si sottomette a un culto “positivo”.
Coscienza acquista certezza di essere una cosa sola con il divino e trova sicurezza e pace.

La ragione è la coscienza certa della razionalità del reale.


1)LA RAGIONE OSSERVATIVA
La coscienza si trova x la prima volta conciliata con il mondo, raggiunge la certezza di essere ogni
realtà -> realtà= pensiero.
Tale certezza definisce l’idealismo come visione del mondo. L’essenza del reale si rivela alla
coscienza come identica a lei: è la razionalità del reale.
Scoprire in che modo il mondo è razionale.
La ragione è osservativa -> descrive e classifica i fenomeni, scopre leggi e compie esperimenti.
DIFFICOLTA’ a comprendere realtà organica e il finalismo della natura -> studia leggi logiche e
psicologiche che guidano il pensiero nelle azioni.
PROBLEMI: non si riesce a conciliare la molteplicità delle facoltà dell’animo con l’unità
dell’autocoscienza.
Ragione convinta che esista una corrispondenza tra fenomeni della natura e leggi dell’intelligenza.
Critica fisiognomica (disciplina secondo cui l’apparenza esterna degli organi corporei
permetterebbe di stabilire il carattere di una persona) e frenologia (disciplina attraverso cui si
definiscono qualità psicologiche e stabilire carattere di una persona facendo un esame della
conformazione del cranio).

2)RAGIONE ATTIVA
Sfera pratica della ragione
Tema della realizzazione dell’autocoscienza
Rapporti tra individui si fondano su riconoscimento reciproco.
Indipendenza degli individui va a pari passo con la loro unità: regno dell eticità che può realizzarsi
solo nel popolo inteso come comunità.
Individui riflettono col tempo sulla realtà cui appartengono e si rendono conto che usanze e modi di
pensare del loro popolo non sono naturali.
Individuo perde stato di felicità e deve progettare delle nuove condizioni.
SOLUZIONE: godere dei beni terreni vivendo la giornata, ma dopo aver consumato i piaceri
rimane senso di vuoto e dipendenza.
Coscienza trasforma la propria interiorità in legge del cuore, che ogni individuo vorrebbe che
valesse x tutti, ma non accade.
Coscienza prova a superare la coesistenza di tanti egoismi morali e sentimentali imponendosi un
ideale di virtù -> x realizzarlo lotta contro comportamento ordinario degli uomini.
SCONFITTA: incapace di andare oltre propositi astratti e belle parole.

3) INDIVIDUO IN SE E PER SE
Coscienza scopre di avere talenti e capacità -> incoraggiata ad essere + attiva
RISULTATO: oggetto dotato di qualità riconoscibili e stabili -> “cosa”
Opera radicata nella razionalità del reale e altri individui vogliono perfezionarla -> rivalità, tutti
pretendono di agire nell’interesse dell’opera
Da rivalità si esce solo quando tutti i rivali capiscono che stanno contribuendo ad un opera
comune= sostanza etica= essenza spirituale -> consapevole di se e si esprime sotto forma di
leggi.
Ragione incapace di prescrivere norme precise, si accontenta di esaminare quelle esistenti.
Metro formale x giudicare in principi, non è in grado di giustificare per quale motivo una scelta
sarebbe da preferire a quella opposta.
Coscienza può uscire da tale vicolo diventando autocoscienza della sostanza etica, comprendendo
che le leggi sono giuste tramandate in se.

Lo spirito è la conoscenza che sa che la realtà è razionale e che è prodotto della ragione: la realtà
è ragione in atto.

La coscienza non si limita a “trovare” nella realtà un ordine e una razionalità “già pronti”, ma ha la
certezza che la razionalità del mondo è un suo prodotto.

Protagonista del processo fenomenologico è la coscienza collettiva: noi concreto, comunità ben
precisa.
Lo spirito è la vita etica di un popolo.
Figure dello spirito -> figure di un mondo = esprimono forme di vita e di cultura che hanno
accompagnato sviluppo storico dei popoli.

Nella religione lo spirito chiarisce a se stesso la propria natura.


Concetto di religione: senso generico e senso specifico
Senso generico -> religione quando uomini credono a verità ultima.
Senso assoluto -> coscienza sa che l’assoluto è soggetto, spirito
Tutte religioni hanno idea che la realtà non si esaurisce nella dimensione finita -> essenza dello
Spirito.
Spirito cerca di chiarire la propria natura proponendo una rappresentazione simbolica di se stesso.
Il limite della ragione è che essa esprime la verità dello spirito attraverso forme simboliche e non
concetti.

Appena la coscienza riesce a reinterpretare in termini filosofici i simboli della religione, lo


spirito può conoscere se stesso in una forma adeguata.

- l’essenza della realtà non è sostanza, ma soggetto


- non esiste alcuna verità indipendente dal pensiero
- sapere=essere

Compito della fenomenologia terminato.


Esito finale= SAPERE ASSOLUTO, accoglie tutte le tappe della coscienza.
Il sapere non resta fermo, ma ripercorre l’esperienza fatta dalla coscienza.
Sapere assoluto= scienza dei momenti essenziali della conoscenza e esposizione storica della
loro formazione.

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