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KANT

CRITICA DELLA RAGIONE PURA Kant si propone come risolutore delle questioni gneseologiche rimaste
aperte. Si appoggia a Hume, filosofo scozzese (epicureista: cerca di minare le fondamenta delle conoscenze
fisse, non crede alla causalità), per cercare di disfarne il pensiero e riaffermare le leggi fondamentali della
fisica. Hume dice che le cose che diamo per scontate e quindi di cui diamo una spiegazione logica, sono solo
frutto dell`abitudine nell`osservarle. Kant si chiede come mai l`uomo cerca una legge di funzionamento in
tutto cio che osserva.

PENSIERO Per prima cosa Kant analizza i legami concettuali, così divisi: - giudizi analitici: esplicativi, ma non
informativi. Il predicato e` contenuto nel soggetto. Ad esempio se penso al corpo, penso anche allo spazio
che occupa e quindi al concetto di estensione; - giudizi sintetici a posteriori: termini non ricavabili tra di
loro. Ad esempio se penso ad un corpo, il pensare al corpo non mi dice anche se questo e` pesante o meno.
Per scoprirlo dovrò pesare il corpo -> esperienza necessaria; Fino a qui avrebbe ragione Hume, ma Kant
parla anche dei - giudizi sintetici a priori: sono indipendenti dall`esperienza. Vi e` contenuta ad esempio la
matematica. Deve quindi esserci una zona dell`intelletto umano slegata dal mondo, una capacita` di sintesi
indipendente. Una dimensione originaria di sintesi primaria all`interno dell`intelletto dove e` possibile
pensare la matematica, la fisica ecc. Forme a priori della conoscenza: sensibilità( che si divide in spazio e
tempo) e intelletto. L`intuizione empirica e` quindi definita all`interno di spazio,tempo e materia sensibile,
quest`ultima slegata dalle prime due perché esterna al soggetto. Estetica trascendentale: Kant analizza le
forme a priori della sensibilita`. Il concetto di spazio e` preceduto dalla sua osservazione: se penso una cosa
qua e una la, il concetto di spazio e` come gia` affermato in precedenza. Spazio e tempo quindi sono grandi
contenitori di cio` che noi percepiamo. Ma cosa rende unificato il molteplice? L`intelletto. Esistono 12
categorie dell`intelletto che unificano la sfera delle sensazioni generando oggetti e relazioni tra di essi non
piu` attraverso intuizioni, ma concetti. Categorie: - qualita`: realta`, limitazione, negazione; - quantita`:
unita`, pluralita`, totalita`; - relazione: causa ed effetto, inerenza e sussistenza, comunanza; - modalita`:
possibilita`/impossibilita`, esistenza/inesistenza, necessita`/contingenza. L`oggetto della conoscenza umana
e` quindi chiamato fenomeno. La dialettica trascendentale Kant si occupa di liquidare tutte le correnti inutili
alla conoscenza: la metafisica. Questa porta oltre il limite della conoscenza, e non va bene. Kant individua
tre oggetti della metafisica: - l`anima: totalita` di fenomeni interiori all`uomo. Non e` oggetto conoscibile,
ma una condizione della coscienza. La metafisica, riconoscendo l`anima come sostanza, tende oltre i limiti e
fa un uso inappropriato della categoria di sostanza (paralogismo). - il mondo: totalita` dei fenomeni esterni.
per disfare questo punto mette a confronto teorie metafisiche che entrano in conflitto tra loro, mostrando
l`infondatezza dell`idea. 1) origine del mondo: infinito e senza origine/finito e con origine; 2) materia:
divisibilita`/indivisibilita` 3) causalita`: legami liberi/ relazioni meccaniche 4) necessita` di un essere
necessario sopra il mondo - Dio: e` l`idea di totalita` della totalita`. Nuovamente Dio viene trattato come
sostanza, ma in realta` e` un fenomeno immateriale (es. il concetto dei 100 talleri). Prova cosmologica (San
Tommaso): partendo dal mondo si individuano un`insieme di cause che portano a quella prima: Dio.E`
illogico che sia una causa esterna e inoltre nessuno mi dice che e` dio la causa prima; Prova fisico-teologica:
il mondo e` perfetto, non può` essersi creato da solo, quindi ci vuole un`entità superiore -> Dio. C`e` pero`
un salto tra mondo ordinato e necessita` ordinatrice. La metafisica e` così spenta. Ha pero` ancora funzione
regolatrice: spinge la scienza ad espandersi.

CRITICA DELLA RAGIONE PRATICA Si entra nel contesto etico da un punto di vista razionale. E` presente in
noi una legge pratica, innegabile: la legge morale. Se siamo in grado di portarla, questo significa che non
siamo solo un fenomeno fisico, ma anche qualcos`altro, una dimensione slegata da ogni cosa. Questa
condizione di estrema libertà e` sede dove si radica la legge morale. La libertà` e` ratio essendi della legge,
mentre la legge e` ratio cognoscendi della libertà. L`uomo e` dotato di volonta`, con la quale può modificare
il mondo attraverso delle regole. Kant chiama queste regole principi pratici: - massime; - imperativi, che si
dividono in categorici e ipotetici. Le massime sono quelle regole individuali che l`uomo usa per agire in
qualsiasi ambito. Gli imperativi sono invece le regole universali. Ipotetici: hanno una condizione di
attuazione e possono essere accettati o respinti. Gli imperativi categorici sono invece assoluti, universali. La
legge non prescrive quindi contenuti, ma indica il modo in cui devi comportarti, ovvero universalmente.
L`individuo deve perseguire solo le massime che possono valere all`universale. "Agisci in modo tale che la
massima della tua volonta` possa sempre nello stesso tempo valere come principio di una legislazione
sociale". Tratta l`uomo come fine e mai come mezzo. Chi agisce a propria utilità non agisce moralmente.
L`uomo e` bidimensionale: libera` nella legge/condizionamento affettivo -> uomo libero e universale/uomo
fenomenico. Da questo rapporto nasce il dovere: per agire moralmente devo schiacciare la seconda
dimensione, deve abbandonare quindi la sfera emotiva. Paradosso della ragione pratica: la legge non agisce
per fare il bene, ma visto che ciò che fa e` giusto, allora fa bene. Dialettica della ragione pratica Cos`e`
buono? Deve comprendere due aspetti: virtù e felicita` individuale (per forza perche` l`universalità e`
comunque data dall`insieme degli individui). Quando c`e` armonia tra virtù e felicita`? Armonia pensabile e
non pensabile (antinomia). Ma perche` dovrebbe essere impossibile pensarli insieme se questo e
necessario? Per risolvere la cosa Kant introduce 3 postulati, non dimostrabili, di cui ce ne interessano due: -
l`immortalità dell`anima: unica condizione in cui l`uomo può aspirare ad assoluta virtù; - l`esistenza di dio:
solo un`intelligenza incredibilmente acuta può dare all`uomo la giusta quantità di virtù e felicita`.

L`IDEALISMO TEDESCO FITCHE Chiave dell`idealismo: tutto e` pensiero, la realtà e` pensiero, l`oggetto e` il
prodotto del soggetto. L`idealismo parte dalle questioni lasciate irrisolte da Kant: il NOUMENA, la cosa in se.
Kant sostiene infatti che vi sia una condizione dell`esistenza assoluta, al di fuori di ogni dimensione
pensabile. Ma se io penso che non e` pensabile, la penso -> paradosso che va spiegato. Così si arriva a
definire che la realtà e` pensiero. PENSIERO, La dottrina della scienza. Per Fitche l`IO e` il fondamento di
ogni realtà`. Pone 3 fondamenti: - L`ESSER OGNI COSA SE STESSA E` CERTEZZA PRIMARIA: il principio deve
essere qualcosa di evidente e non deducibile. Ogni cosa e` quindi se stessa. A=A, anche se essendo
eguaglianza formale può essere anche riempita con falsità. L`io invece e` stabile perche` si riempie di se
stesso, sa di essere se stesso : AUTOCOSCIENZA. E` l`io quindi che possiede l`atto di identificazione. L`io
pone se stesso in quanto e`, e`in quanto pone se stesso. - ALL`IO E` ASSULUTAMENTE OPPOSTO UN NON
IO: dall`io si genera quindi il non io: rappresenta il mondo, la realtà. - RAPPORTO IO/NON IO: principio che
moltiplica gli assoluti. Io e non io sono infatti entrambi assoluti che non potrebbero quindi coesistere. I due
assoluti si limitano quindi a vicenda frammentandosi e generando molteplici io e non io. Quindi si instaura
un nuovo rapporto: IO/ NON IO DIVISIBILI <----> IO ASSOLUTO, EMPIRICO Dall`analisi di questo rapporto
emergono due attività: - non io dominante sull`io: ATTIVITA` CONOSCITIVA: inizialmente il soggetto subisce
passivamente il mondo, impara da esso; - io dominante sull`io: ATTIVITA` PRATICA: io soggetto da
conoscente diventa agente. L`uomo trasforma e lavora le cose generando non io, che pero` e` riflesso del
suo io. Questo non io rappresenta la parte oggettuale, ISTINTUALE dell`uomo. Il lavoro rappresenta quindi
un infinito ritorno su se stesso, in quanto l`io supera il non io, che deve poi risuperare l`io ecc visto che sono
assoluti, questa cosa andrà avanti all`infinito. Inoltre visto che l`uomo lavora per necessita` e non per
piacere, compie ATTIVITA` MORALE in quanto limita cosi` la sua parte istintuale. BENE: e` tutto cio` che
indica impegno, sforzo; MALE: la pigrizia.

HEGEL La realtà e` spirito, contraddistinto da un continuo dinamismo tra oggettivo e soggettivo che
rappresenta un continuo avanzamento nella conoscenza di se, il cui obbiettivo finale e` la completa
autoconsapevolezza. L`andamento e` a spirale e soggetto a procedimento dialettico: si nega, nega la sua
negazione e cosi` si afferma. Consiste in tre momenti: - MOMENTO LOGICO: non ci sono certezze di alcun
tipo; - MOMENTO DELLA PERDITA: lo spirito fuoriesce da se stesso: si ha la natura; - MOMENTO
CULTURALE: dalla natura si passa alla storia, all`uomo (nome dello spirito nell`infinito ritorno a se). Ognuno
di questi momenti principali e` soggetto all`andamento dialettico, modulo che si ripete all`infinito ed e`
composto da tre fasi:

- SPIRITO: qualcosa di indeterminato e semplice;

- FASE PRIMO NEGATIVA: lo spirito si nega e quindi si determina;

- FASE SECONDO NEGATIVA: si nega la negazione e cosi` lo spirito si afferma. In questo procedimento non
cambia la forma, ma il contenuto: alla chiusura di ogni ciclo risulta arricchito dalle nuove conoscenze che
vanno ad aggiungersi a cio` che e` gia` stato appreso.

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO, guida per l`assoluto Segue un procedimento dialettico e riguarda il
rapporto tra soggetto e oggetto. Si divide in sei forme del sapere: coscienza, autocoscienza, ragione, spirito,
religione, sapere assoluto. - COSCIENZA. Il soggetto e` distinto dall`oggetto. Io sono qui, il mondo li ->
certezza sensibile: il soggetto e` certo di trovarsi di fronte al mondo. Quindi lo INDICA attraverso tre
singolarità spaziali: QUI (singolarità spaziale), QUESTO (singolarità oggettuale), ADESSO (singolarità
temporale). L`oggetto pero` e` mobile e si complica: la sicurezza d`identificazione viene persa e si passa dal
singolare all`universale -> la coscienza e`costretta ad elevarsi per fronteggiare un mondo piu` complesso,
formato dalla fusione di singolare e universale. Da certezza sensibile si passa a PERCEZIONE: l`oggetto e` ora
COSA. La cosa ha pero` molteplici proprietà che destabilizzano la situazione. Si passa quindi all`INTELLETTO:
la cosa diventa FENOMENO, un mondo unico che racchiude in se l`insieme di tutte le forze e le relazioni tra
di esse. Queste relazioni devono essere regolate da una legge non fenomenica, assoluta: la "legge del
mondo fenomenico" -> e` ultrasensibile, effimera, non appare -> la coscienza e` in grado di pensarla e si
rispecchia quindi in essa, diventa essa -> pensiero e oggetto del pensiero si eguagliano -> si entra nella fase
dell`AUTOCOSCIENZA. - AUTOCOSCIENZA. Soggetto = oggetto. APPETITO: l`autocoscienza si dirige verso
l`oggetto (anch'esso dotato di autocoscienza,altrimenti non si giustifica la sua esistenza fino al momento
della consumazione) lo consuma, lo assimila, lo fa proprio. Così l`autocoscienza si afferma, necessitando
pero` di un`altra autocoscienza. Questo genera problemi in quanto si genera una lotta tra le due
autocoscienze, entrambe desiderose di affermarsi una sull`altra. Questione del signore e del servo: il
signore e` preda dei suoi istinti, mentre il servo consuma l`oggetto senza appetiti. E` quindi il servo l`uomo
piu` intelligente, che attraverso il lavoro che fa cresce fino a che la situazione non si inverte, e il servo
diventa padrone del signore. L`esistenza degli altri genera un altro problema: l`individuo non sa come
testare la presenza di autocoscienza negli altri individui: potrebbero essere tutti automi senza che lui lo
sappia con certezza. Seguono vari livelli di libertà nel percorso verso l`assoluto. - coscienza stoica:
indifferenza della coscienza interiore verso il mondo esterno; - coscienza scettica: la coscienza interiore non
si fida del mondo che considera ingannevole, falso. Si sforza di affermare che e` falso, cosa non pensabile.
L`unica cosa ad avere senso e` quindi il non senso -> il mondo e` falso, ma e` vero che e` falso: piano stabile.
Si apre un divario irrisolto tra autocoscienza e divinità, giungendo cosi` all`ultimo stadio dell`autocoscienza:
- coscienza infelice: per risolvere il problema la coscienza si volge all`infinito, si perde nell`immutabile, in
Dio. Con questa unificazione l`autocoscienza riconosce la sua piena assolutezza, realizza di comprendere in
se la piena realtà. IL SISTEMA - LOGICA: tratta dell`IDEA, intesa come cosa in se. E` la prima sezione del
sistema e rappresenta il suo scheletro, determinandone i termini primi. Da questi progressivamente si
ricavano tutti gli altri (es. uno -> molti). Si divide in tre parti: - Logica dell`essere: determinazioni categoriali
isolate da tutto il resto. Qual`e` il punto di partenza? E` l`ESSERE: e` infatti assoluto perche` e` tutto, e` puro
vuoto. Essendo tutto, e` anche il NULLA. Ma il nulla e` non essere,quindi l`essere si manifesta anche come
suo opposto. C`e` quindi un rapporto sintetico da cui nasce il DIVENIRE. - Logica dell`essenza: non piu`
termini isolati, ma coppie concettuali (es. condizione/condizionato) - Logica del concetto: si unisce l`essere
(immediato) con l`essenza (riflessa) in un`unica entità. - NATURA: momento di negazione, di passaggio
dall`idea allo spirito, fase intermedia tra l`universale e l`individuale. L`idea, che e` pensiero puro, vuole ora
farsi oggetto, oggettivarsi. Per farlo ha bisogno di uscire da se stessa. Questo essere altro da se stessa e` la
NATURA. Si passa quindi dall`universale al singolare, al particolare, senza perdere pero` il procedimento
dialettico. Infatti la natura procede per gradi che si generano uno dal proseguimento dell`altro. - meccanica:
primo momento. La natura analizzata qualitativamente; - fisica: analisi quantitativa: comincia a intravedersi
il singolare. E` un momento dinamico, c`e` dialogo tra le forze; - fisica organica: ultimo momento.
Rappresenta il vivente, la vita. L`individualita` si esprime attraverso il soggetto -> idea torna in se, ma in una
dimensione singolare. - SPIRITO: lo spirito si divide anch`esso in tre grandi momenti. L`idea torna ora in se,
arricchita pero` del momento negativo. Infatti ora l`idea e` in se e per se. Lo spirito soggettivo. Viene
analizzato l`uomo nei termini dei suoi rapporti con il mondo esterno. Si tratta quindi l`IO. Tre fasi:

1. Anima

2. Coscienza, dove il soggetto capisce di essere oggetto;

3. Spirito soggettivo, pienamente convinto di se in se -> si tende oltre il limite individuale, si entra nella
realta` e quindi il soggetto tende ad oggettivarsi.

Lo spirito oggettivo. Fuori dai limiti individuali, l`IO si trasforma in NOI -> visione della societa` (ETHOS:
dimensione culturale sociale ecc in cui l`individuo si identifica e che sente proprio, pur sapendo che e` una
dimensione colettiva).

1. DIRITTO ASTRATTO. L`essenza universale dell`individuo e l`individuo sono sovrapposti. Hegel definisce il
concetto di persona giuridica: figura astratta, esistente sono in quanto detentrice di diritti. Quindi Hegel
introduce la violazione del diritto, per cui l`individuo entra nella dimensione del torto (momento negativo).
A questo c`e` rimedio attraverso la negazione della negazione, momento chiamato PENA.

2. MORALITA`. La dimensione universale e` completamente interiorizzata. Si entra quindi in un conflitto


dato tra il rapporto tra il bene individuale a cui ogni uomo tende e il bene universale. Questa tensione
interna mostra che qualcosa non va. Il bene universale non può` essere quindi proprio solo di una
dimensione interna, ma deve anche essere esteriorizzato e quindi appartiene ad una dimensione etica.

3. ETICA. In questa fase c`e` un gioco armonico tra le parti. Ci sono piu` momenti minori: - la famiglia:
perfetta armonia tra universale e singolare colta dal punto di vista pratico: ogni individuo della famiglia non
agira` mai solo per se stesso, ma per la famiglia.

E` un`unione voluta, la cui unita` base sono i coniugi: la parte per il tutto, sono come una cosa sola, unita
dall`amore coniugale. - società civile: la famiglia e` destinata a spezzarsi -> figli. All`esterno della famiglia i
rapporti diventano ulilitaristici. Paradosso: per perseguire il proprio utile e` necessario instaurare un legame
con gli altri. L`universale e` mezzo e non fine. La società si specializza in diverse attività a seconda
dell`interesse. Vengono distinte tre aree di attività: - ceto primario: attività legate alla terra; - ceto
secondario: funzioni trasformative; - ceto generale: funzione di regolazione dell`insieme. -stato:l`azione e`
ora rivolta al bene universale, che e` quindi fine. Lo stato non e` un accordo, ma l`emergere
dell`oggettivazione dello spirito, perche` c`e` stato quando la parte e` consapevole di essere un TUTTO. Si
distinguono tre momenti: - diritto statuale interno: distinzione tra poteri senza controllo reciproco.
Parlamento ( composto da ceto sostanziale e ceto sostanziale) legifera, governo applica. Entrambi curano
l`universale. - diritto statuale esterno: rapporto tra stati. E` il momento negativo in quanto comporta
inevitabilmente al conflitto. - storia del mondo: riguarda la storia dei conflitti attraverso i quali si sono
determinate le varie forme statali. Nascono nel corso della storia uomini che sanno di dover compiere
qualcosa, che porterà a cambiamenti radicali. Lo spirito assoluto. Si e` raggiunta l`autoconsapevolezza
assoluta: soggetto e oggetto coincidono. Sono presenti 3 momenti principali: tutti esprimono asslutezza e
hanno uguale contenuto, cambia solo la forma. - arte: l`intuizione sensibile. Oggetto percepito, ma che
coinvolge subito in una seconda dimensione: il significato dell`opera. Hegel analizza la storia dell`arte dal
punto di vista forma/contenuto. Nell`arte preclassica la forma domina sul contenuto -> squilibrio; Nell`arte
classica c`e` perfetto equilibrio tra forma e contenuto; Nell`arte postclassica il contenuto sovrasta la forma:
ancora squilibrio. - religione: la rappresentazione. Dio e` qualcosa di determinato, ma nell`oggetto religioso
determinato e indeterminato coincidono. L`oggetto religioso si spinge nella storia verso la massima
intensita`. - filosofia: sapere assoluto. Visione dialettica. La storia della filosofia e` vista dal punto di vista del
rapporto tra oggetto e soggetto. Secondo il pensiero antico questi coincidevano. Nel pensiero moderno i
due termini si scindono (fase negativa). Idealismo: i due termini si rilegano tra loro diventando di nuovo
cosa unica. LA DESTRA E LA SINISTRA HEGELIANE Questa opposizione nasce dall`ambiguità del linguaggio
dialettico, per permette piu` letture diverse, specialmente per quanto riguarda lo spirito assoluto. Le
diverse correnti di pensiero nascono dalla diversa analisi del rapporto contenuto/forma. La destra e`
animata da spirito conservatore. Religione e filosofia vengono adoperati come mezzo di giustificazione dei
fatti. E` il filone improduttivo. La sinistra invece usa la dialettica come strumento critico dell`esistenza. Nomi
importanti: Strauss, Feuerbach, Marx, Bauer ecc, i maestri del sospetto. Vedono la filosofia come scollegata
dal contenuto, uno strumento libero. E` il filone produttivo. Marx usa la dialettica come strumento
d`interpretazione della realtà, in modo da poter "leggere" il mondo e prevedere gli eventi futuri. Marx
stesso sarà criticato dalla sinistra a cui appartiene.

MARX Lo stato in realtà e` luogo di eguaglianza formale. Nella società civile non spariscono gli interessi,
anzi e` il dominio di qualcuno su qualcun`altro, il signore e` colui che possiede i mezzi di produzione. Anche
letteratura, arte cultura ecc non sono altro che i prodotti della classe dominante, strumenti di controllo e
dominio. Marx analizza la figura dell`operaio con procedimento dialettico. Presupposto che l`uomo e` prassi
e non teoria e che quindi e` nel lavoro che trova la sua affermazione, Marx dice che: - l`uomo e` separato
dal prodotto del suo lavoro, che appartiene all`industriale; - e` separato dalla sua stessa forza lavoro,
acquistata sempre dall`industriale. Questo porta ad un`inevitabile separazione da se stesso che fa sentire
l`uomo un animale durante il lavoro, mentre si sente uomo quando non lavora e quindi beve ecc facendo di
fatto l`animale -> paradosso. La religione e` vista negativamente: e` l`oppio dei poveri, la speranza a cui si
aggrappa l`uomo separato da se, che affida a dio quel poco che gli rimane di se. IL MATERIALISMO STORICO
L`inizio della vicenda umana e` sancito dal momento in cui l`uomo comincia a procrearsi i beni per la sua
sopravvivenza. Non può pero` fare da solo, quindi comincia a nascere la società. Lentamente si instaura una
differenziazione tra lavoro materiale e lavoro intellettuale. Quest`ultimo ha il compito di organizzare il
lavoro materiale e diventa inevitabilmente la classe proprietaria dei mezzi di produzione. Sopra questa
definita struttura sociale si eleva una sovrastruttura composta dalla sfera etica/politica/culturale ecc. Marx
sostiene pero` che dietro questi valori etici considerati "puri", ci sia corruzione per l`interesse e il dominio.
La sovrastruttura dipende dalla struttura, quindi Marx propone una nuova struttura sociale per risolvere la
cosa. Procede dialetticamente: - primo momento: stabilita` dei rapporti di produzione; - momento
negativo: si instaura tensione tra rapporti di produzione e forze produttive; - momento secondo negativo: si
instaurano nuovi rapporti produttivi. I dominati diventano i dominatori e cosi`via. Marx individua alcuni
modelli ricorrenti nella storia: - asiatico; - greco - romano; - feudale. IL CAPITALE Si apre con alcune
considerazioni sul concetto base dell`economia: LA MERCE. - aspetto quantitativo: valore di scambio
tramite un mezzo (denaro); - qualitativo: valore tra merce e bisogno che soddisfa. Il valore di una merce e`
dato dal lavoro che c`e` dietro, anche se questo non viene ricordato mai -> la merce brilla di luce propria.
Pre - capitalismo: merce - denaro - merce; Capitalismo: denaro - merce - denaro. Come fa pero` l`industriale
a guadagnare denaro? Per logica, alla fine del processo di vendita dovrebbe ricavare la precisa somma che
ha investito inizialmente, invece non e` cosi -> mistero del PLUS VALORE (rapporto tra valore in piu` del
prodotto/spesa per acquistare forza lavoro). Dietro non può che esserci il lavoro sfruttato. L`operaio infatti
ha un carico di lavoro maggiore rispetto a quanto copre il suo salario, permettendo cosi all`industriale di
guadagnare. Il plus valore e` quindi ottenuto con il PLUS LAVORO. - plus valore assoluto: allungamento
orario di lavoro; - plus valore relativo: lavoratore piu` produttivo. LEGGE DELLA CADUTA TENDENZIALE DEL
SAGGIO DEL PROFITTO Raggiunto il suo massimo pero` il sistema capitalistico entra in crisi. Le industrie
infatti producono ciecamente anche se la domanda e` stabile per via della concorrenza -> crisi
sovraproduttive. I piu` deboli non ce la fanno, quindi alla fine rimarranno solo i piu` forti a dominare. Si
arriva cosi` ad una semplificazione estrema: o sei proletario o sei un riccone. I mezzi di produzione
passeranno quindi al proletariato, la situazione si rebaltera` -> avvento del comunismo. CRITICA AL
PROGRAMMA DI GOTA La società comunista e` senza classi, non esiste piu` la proprietà dei mezzi di
comunicazione. Non vengono spianate le differenze, si riconosce il meno capace e il piu` capace. Il piu`
capace riceve meno perche` ha meno bisogno, il meno capace riceve di piu` perche` ha piu` bisogno ->
paradosso del comunismo, senza ingiustizia. SHOPENHAUER Si rompe completamente con l`idealismo
tedesco. Per Shopenhauer la realtà e` VOLONTA`: dinamicità intrinseca del reale che non ha scopo, e` priva
di senso (cfr. Leopardi). IL MONDO COME VOLONTA` E RAPPRESENTAZIONE Il mondo e` l`unico oggetto e
viene visto sotto due aspetti: la rappresentazione (tutto cio` che sta in superficie, il fenomeno) e la volontà (
tutto cio` che sta in profondità`, la cosa in se). L`opera si apre considerando il mondo nel suo aspetto
fenomenico, quindi nella sua pluralità, nel rapporto casuale tra oggetti, visto come entità nello spazio e nel
tempo (cfr. spazio, casa, tempo -> forme a priori di Kant). L`oggetto singolare non può mai essere assoluto,
infatti dipende sempre dai legami che relaziona con altri oggetti, legami spaziali, causali e temporali. Il
mondo e` quindi pieno di queste relazioni singolari. Costante rimandare a qualcos`altro -> INSTABILITA`
dell`oggetto. Il mondo visibile risulta quindi superficiale, e`necessario ricercare il fondamento da qualche
altra parte. Il fondamento e` la VOLONTA`, e questa sta dietro l`oggetto, in una dimensione piu` profonda
rispetto a quella del fenomeno. La rappresentazione e` il rapporto tra soggetto/oggetto; La volontà si
esercita su se stessa, e slegata da tutto, assoluta. C`e` un punto di passaggio tra il mondo e la volontà: IL
NOSTRO CORPO. E` infatti il primo oggetto visto dal soggetto, e permette di raggiungere questa dimensione
fuori da tempo, spazio e causa che e` la volontà. Il nostro corpo e` quindi sia uno dei tanti oggetti del
mondo superficiale, sia volontà e quindi tensione, volontà di vivere. Il nostro corpo e` oggettivazione di
questa volontà (esempio movimento braccio). La volontà va definita negativamente: - non e` molteplice; -
non ha tempo; - non ha scopo; - non ha origine; - non ha causa. Esiste rappresentazione perche` il
dinamismo della volontà ne ha bisogno, e` sua necessita` oggettivarsi. Esistono due gradi di oggettivazione,
chiamati IDEE: - la natura inorganica: forze naturali, fisiche ecc. Sono forme di esercizio della volontà su se
stessa. - la natura organica: la vita e` il momento in cui c`e` il massimo grado di oggettivazione del volere. Ci
sono tre categorie che non hanno gerarchia d`importanza, ma solo diverso grado di oggettivazione. Il regno
vegetale e` unitario, non c`e` differenziazione; L`animale e` ancora piu` specie che individuo, anche se
comincia a organizzare le proprie conoscenze in modo piu` sistematico; Con l`uomo si giunge alla totale
conoscenza, che non e` mai pura in quanto serve sempre ad agire. Shopenhauer conclude dicendo che il
mondo e` dolore, perche la costante tensione che lo riguarda genera continuo mancamento, un vuoto
costante. Ogni azione e` causa di dolore ecc ecc. Il PIACERE quindi non e` altro che la sospensione di questo
dolore fisso. La felicita e` negazione del dolore e quindi e` subordinata ad esso che invece e` libero. Altro
fenomeno emotivo e` la NOIA, che sta in mezzo all`avvenimento del piacere e il dolore. La vita non e` quindi
altro che l`oscillazione continua tra dolore e noia. Per S. non c`e` storia, ma solo il ripetersi ciclico degli
eventi. In questo buoi c`e` pero` una luce, tre vie di liberazione dell`uomo dalla volontà e dal dolore. Sono: -
Arte: conoscenza disinteressata. Si spegne il volere, l`artista vede idee. Si passa ad una dimensione
extraindividuale, in cui l`artista riconosce l`universalità dell`oggetto in questione. S. instaura una gerarchia
delle arti: 1. architettura; 2. scultura; 3. pittura; 4. poesia; 5. musica, su cui fa un discorso a parte: e` l`arte
delle arti, lo sguardo che vede il volere e gli da` voce. La pecca dell`arte purtroppo e` la sua brevità. -
Morale/etica: e` piu` duratura. L`individuo che riconosce la sofferenza degli altri e un`individuo etico ->
compassione = sentire me come l`altro. Il malvagio e colui che vede differenze, che si sente differente.
L`uomo giusto e` colui che si limita a non far male agli altri -> GIUSTIZIA. L`uomo buono e colui che agisce
anche nei confronti dell`intero universo -> AMORE (agape). Non e` l`amore istintuale, ma quello affettivo. -
Ascesi: distacco totale. Si isola dal mondo rinunciando a desideri, passioni, appetiti, tutto. Tende quindi alla
morte, ma non e` suicida. Protesta infatti contro la vita in senso universale, mentre il suicida protesta
contro la sorte individuale che gli e` toccata.

NIETZSCHE Critica il pensiero occidentale, la stabilita`. LA NASCITA DELLA TRAGEDIA Diviso in una sezione
filosofica e una Si parte dalla cultura greca: i greci sono i primi che danno uno sguardo un po` piu` in
profondità nelle cose. Essi vedono che la realtà e` caos, vista invece in modo via via piu` rasserenante dalla
cultura occidentale. Oscillazione quindi tra Dionisio e Apollo, rispettivamente caos e ordine. Apollo, con il
suo ordine e la sua razionalità, interviene a correzione dell`irrazionalità di Dionisio. Dionisio e` il dio della
musica -> dolore del mondo. Viene collegato al teatro tragico (coro tra i 5 atti della tragedia). C`e` quindi
comuque una sorta di ordine, rappresentato da: Apollo dio della bellezza, dell`arte -> visione dellezza
razionale. Il teatro tragico e` quindi luogo di perfetta armonia, armonia destinata a sparire. La dimensione
apollina infatti prende il sopravvento, tendendo a coprire sempre piu` la dimensione inguardabile. Con
Socrate si da un senso al mondo, si comincia a ricercare una certa verità -> inizio del pensiero occidentale.
SI può già vedere nello spazio che Socrate da nelle sue tragedie ai pensieri degli eroi. E` la verità pero` la
piu` grande bugia. Dopo la tragedia Nietzsche parla della fase illuministica. Da Socrate si passa a Platone ->
mondo stabile, ma al di la delle apparenze. Il cristianesimo segue il pensiero di Platone -> Dio e` quella
verità. Il pensiero moderno vuole poi applicare leggi alla verità, ma questa non accetta leggi perche` e` caos,
casualità. Soggetto e oggetto non esistono. CRITICA DELLA MORALE Anche la morale e` un prodotto del
pensiero occidentale, rappresenta la verità pratica. N. dice che non ci sono regole, che non esiste ne il bene
ne il male e propone uno schema delle morali umane: - morali dei SIGNORI: esprimono dinamismo e
mobilita`. Il signore pensa che cio` che fa sia per forza giusto, sente se come la morale stessa. Buono e`
tutto cio`che non nuoce. C`e` forte senso dell`onore, sente di dover dare senza ricevere. - morale degli
SCHIAVI: e` il cristianesimo. Per buono s`intende cio` che non nuoce dentro i limiti imposti. Il buon uomo e`
lo stupido, il furbo e` il cattivo. La morale servile spiana le differenze e opprime i piu` furbi per preservarsi
un futuro -> morale del gregge. Negando il dominio il servo vuole il dominio. Queste morali nascono
sempre dopo, perche nascono dalla vendetta dei servi sui signori. Alla congiura servile pero si aggiunge
sempre un senso di colpa. Storia dell`occidente: si nega -> dimensione di scetticismo -> nichilismo. Si torna
poi alla realtà attraverso la negazione della negazione. Il nichilismo e` la totale assenza di fede verso il reale.
Nietzsche rende l`idea parlando della morte di Dio. Questa eventalita` e sia spaventosa che esaltante,
perche` apre un enorme vuoto di fronte che potrà pero` essere riempito con cose nuove. L`OLTREUOMO
Non e` un individuo perche` per N. il soggetto non esiste. E` simbolicamente un`entità che crea e distrugge.
L`oltreuomo crede fermamente nella terra, dice si alla vita e accetta il divenire. L`oltreuomo e` colui che
riempie lo spazio lasciato libero da Dio. Si entra in una nuova era. Si abbandona la concezione lineare del
tempo per una concezione circolare di esso. Il passato e` quindi anche futuro. Infatti le forze dell`universo
sono finite e attraverso di esse il mondo prende diverse configurazioni definite, ma non stabili che variano
in continuazione. Essendo le forze finite, anche le configuarzioni saranno finite e si ripetono quindi in modo
circolare.

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