Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La filosofia kantiana si concentra in tre opere principali, pubblicate negli anni Ottanta
del Settecento («decennio critico»):
Queste opere realizzano un’analisi dell’insieme delle facoltà dell’animo umano, per
stabilire i loro principi a priori (= non empirici) che determinano il loro funzionamento.
Esiste un tipo di conoscenza che non deriva dall’esperienza, che si esprime tramite
giudizi sintetici a priori?
7 + 5 = 12
La critica deve prima scoprire il fondamento di tali giudizi, cioè gli elementi
puramente a priori (= assolutamente indipendenti dall’esperienza) per elaborare il
SISTEMA DELLA RAGION PURA, che esprime tutta le conoscenze a priori. ( 1
parte metafisica).
È possibile dimostrare che siamo liberi, che abbiamo un’anima immortale e che
esiste un Dio creatore? La questione fondamentale e quella finale si riassumono
nella domanda:
a) CRITICA, cioè l’indagine preliminare delle facoltà della ragione in base a idee
a priori.
b) METAFISICA, cioè il sistema della ragion pura in senso stretto, che esprime
tutta la conoscenza possibile.
*= critica trascendentale, propedeutica, trattato sul metodo, scienza speciale
(KrV, KpV, KdU)
*= filosofia trascendentale, i principi della ragion pura (metafisica della natura e
dei costumi)
La seconda parte, o dottrina della natura della ragion pura, si divide physica
rationalis e psycologia rationalis”.
b) cosmologia—->natura
C) theologia——> deus
Tutta la conoscenza comincia con l’esperienza, ma non è detto che derivi sempre da
essa. La conoscenza è, infatti, SENSIBILITÀ ( come percepisco il mondo-> facoltà
delle intuizioni) e INTELLETTO ( forza modificatrice delle molteplicità delle emozioni
—> facoltà dei concetti).
LA STRUTTURA DELL’OPERA
LA DIALETTICA TRASCENDENTALE
SPAZIO: forma del senso esterno, ciò mediante cui percepisco il mondo.
FENOMENO E NOUMENO
Noi, come essere finiti, siamo stati assegnati passivamente al mondo. Ma visto che
non siamo noi il creatore, dobbiamo supporre che esso sia un’APPARENZA che
cela una realtà a noi ignota (NOUMENO). Riusciamo a percepire il mondo grazie alla
facoltà conoscitiva, presupponendo l’utilizzo dello spazio e del tempo.
La logica trascendentale
Analitica trascendentale
Una volta stabilita la tavola delle categorie, bisogna verificare la loro <deduzione>,
cioè se hanno validità oggettiva da far sì che ogni dato sensoriale si adegui a noi e
non al nostro intelletto. (Estensione del diritto di dell’intelletto).
Dopo aver stabilito il nesso categorie-io penso, la deduzione ci mostra come ogni
intuizione debba relazionarsi con l’unità. Alla base c’è un ragionamento per
assurdo: senza questa unità non sarebbe possibile collegare l’istante presente a
quello passato o futuro (sintesi empirica delle percezioni). La conoscenza
risulterebbe, quindi, frammentata. Allora se ogni intuizioni si sottopone all’unità e, di
conseguenza, alle 12 categorie, esse sono necessariamente valide in modo
oggettivo.
L’analitica dei principi, partendo dai risultati ottenuti nella prima parte(nesso
categorie-io penso come fondamento), analizza come sia concretamente possibile
l’incontro(categorie-dato) ed elabora i giudizi sintetici originari a priori. Infatti
l’intelletto, inteso come ente limitato in termine di atti di conduzione, è molto diverso
rispetto al dato sensoriale. La sensibilità, essendo a posteriori, non permette
all’intelletto di agirvi direttamente, ma solo indirettamente; deve pertanto
relazionarsi solo con ciò che gli somiglia. Può agire solo sul tempo, la suprema fra le
condizioni formali che permette l’intuizione del dato sensoriale. È necessario
l’introduzione di una terza facoltà conoscitiva intermedia, che determina il tempo a
priori: l’immaginazione trascendentale. È una facoltà inconscia ma indispensabile,
che permette di congiungere la molteplicità dell’intuizioni all’unità dell’appercezione.
Senza di essa esisterebbero solo fenomeni e non oggetti di conoscenza empirica.
L’immaginazione è produttiva e va a determinare la condizione formale di tutti i
fenomeni grazie a degli schemi trascendentali (tanti quanti le categorie). Essi sono
delle rappresentazioni intuitive di concetti puri, che sono sia intellettive che
sensibile. Pertanto l’immaginazione è la facoltà INTERMEDIA che unisce le
categorie alla forma pura del tempo. (Unità pensate dal concetto puro)
Dopo aver dato un a risposta alla questione fondamentale della critica. Kant
provvede a determinare i giudizi sintetici a priori più originali. Così facendo, è
possibile stabilire il sistema della ragion pura, che racchiude tutto il sapere
metafisico. Va quindi a individuare il complesso dei giudizi più originari,
indispensabili per la struttura di ogni fenomeno. Questi giudizi sono OTTO e ci
offrono la natura formaliter spectata, cioè delle leggi universali e necessarie per le
quali ogni cosa accade (fenomeno=natura MATERIALITER SPECTATA)
La dialettica trascendentale
La dialettica è divisa in due parti: la prima si occupa dei concetti della ragion pura, la
seconda dei sillogismi dialettici e trascendenti. All’origine delle idee trascendentali
(anima, mondo e dio) c’è l’io-penso che tende naturalmente a cercare di concepire
l’insieme dei fenomeni in modo assoluto e incondizionato. Esso, nel tentativo di
concepire questa totalità diventa ragione, cioè la facoltà dei principi in senso
assoluto, tramite la quale pensiamo l’incondizionato. La totalità può essere
concepita sotto 3 punti di vista:
La sintesi di queste tre idee portata all’estremo le rende infondate. La ragione non
potrà MAI dimostrarle, nonostante ciò, sono importanti per la sintesi empirica.
1. Problema: tesi: il mondo è finiti e limitato nel tempo e nello spazio. Implica il
passaggio dal non essere all’essere.
Non si arriva mai a una causa ultima della materia. La ragione cerca sempre
di farlo.
3. Problema: tesi: non è solo dalle leggi della natura che dipendono le azioni.
Anche noi, con la nostra volontà, possiamo essere autori (causalità mediante
libertà).
Antitesi: tutto ciò che accade segue necessariamente le leggi della natura.
Sul piano puramente teorico è impossibile decidere tra tesi e antitesi, in quanto
abbiamo varie argomentazioni per sostenerle entrambe. Attraverso un ragionamento
razionalistico viene sostenuta la tesi, attraverso uno empiristico l’antitesi. Il problema
di fondo di questa situazione aporetica è che il mondo non può essere sottoposto a
una deduzione oggettiva, in quanto è un oggetto trascendentale. Si fonda dunque
sulla natura della ragione e non se ne verrà mai a capo.
L’esistenza non qualifica una cosa ed è giustificabile solo con l’esperienza. Dio però
sta al di là dell’esistenza sensibile e non può essere percepito in alcun modo. Si può
pensare che sia vera la pretesa dell’esistenza di Dio, ma fino a quando non sarà
approvata da percezioni sarà comunque un concetto contraddittorio. Quindi, se il
passaggio arbitrario concetto-esperienza è inammissibile, tanto più lo sarà per il
concetto di Dio (al di là dell’esperienza).
-negativa, in quanto non riusciremo mai a dimostrare la validità oggettiva delle tre
idee sul piano teoretico