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L’estetica trascendentale studia spazio e tempo che sono le intuizioni pure a priori trascendentali.

Pure perché non sono contaminate dall’esperienza, trascendentali perché sono quei mezzi di
conoscenza empirica che non si mescolano con l’empirico. Le intuizioni sono gli strumenti che si
attivano al seguito di un tipo di conoscenza passiva che il soggetto ha nel momento in cui viene a
conoscenza con l’oggetto. Immediatamente scattano i due strumenti di conoscenza sensibile
(spazio e tempo) ed è lì che inizia l’esperienza (conoscenza sensoriale). E’ un meccanismo
complesso che riguarda la nostra attività celebrale, e “quasi naturale”. Questo è il primo step
poiché se ci fosse solo questo tipo di conoscenza, il tutto si condenserebbe in una serie di
sensazioni scollegate tra loro e non avremmo la capacità di giudicare il giudizio intellettivo. Noi
dobbiamo essere consapevoli dei limiti della nostra fisicità e della nostra possibilità di fare scienza.
Quando i dati sensoriali arrivano a noi, l’intelletto entra in funzione. La logica di Kant è
trascendentale, quella di Aristotele è formale. Aristotele afferma che niente è nell’intelletto se
prima non è nel senso e viceversa. Sono due strutture che devono collaborare per raggiungere la
conoscenza che in Kant si chiamerà a-percezione, auto conoscenza. Ha un valore sintetico:
attraverso queste strutture, passivamente possiamo affermare qualcosa. “io penso” è una
struttura superiore. L’io penso fa una sintesi di tutto ciò che è arrivato a lui e a quel punto
possiamo fare un’affermazione.
ANALITICA TRASCENDENTALE. La logica si divide in analitica trascendentale (uso dell’intelletto) e
dialettica trascendentale (uso della ragione). L’analitica ha un obbiettivo: rispondere alla domanda
se la fisica è una scienza. Egli analizza le 12 categorie dell’intelletto (molto simili alle 10 categorie
di Aristotele). Egli le raggruppa in 4 sezioni di tre: qualità, quantità, relazione e modalità. Nel
momento in cui un dato sensoriale arriva al nostro intelletto, le categorie entrano in funzione. Le
possiamo paragonare a dei veri e propri sportelli. Le categorie ci danno un primo approccio alla
conoscenza intellettiva dell’oggetto ma non ci fa arrivare ad un giudizio unico. Se non ci fosse
l’intelletto, tutte queste funzioni sarebbero tutte slegate fra di loro. L’ “io” è un principio unico
paragonabile all’archè dei presocratici. Kant ha fatto da battistrada all’idealismo romantico proprio
perché ha avuto la capacità di studiare il percorso dell’attività di pensiero per giungere alla piena
conoscenza. Dopo che gli sportelli si aprono ed entrano in funzione, abbiamo la capacità da parte
dell’io penso che fa una sorta di sintesi mettendo in funzione i vari elementi (categorie) per
giungere ad un giudizio unico dove si è fatto uso di leggi della natura. Si chiama “analitica
trascendentale” perché queste categorie sono già nel nostro cervello. Per Aristotele queste
categorie erano nelle cose. Noi abbiamo un intelletto strutturato e possediamo lo schematismo
trascendentale. La nostra natura ha questo schema dove vi sono gli archetipi [es. non razza
(dalmata) ma individuazione di qualcosa (cane)]. Attraverso ciò si arriva al giudizio conoscitivo
chiamato autoconoscenza. Tutto ciò avviene in pochissimi secondi. La fisica studia le leggi che
regolano la natura, e noi stiamo parlando di qualcosa che è già all’interno della natura. Ecco allora
che la fisica è una scienza.
DISTINZIONE TRA FENOMENO E NOUMENO. La differenza tra la Disarcazio e la Critica della ragion
pura consiste principalmente in questo: mentre nella Disercazio, il noumeno, ovvero ciò che va
oltre i sensi, era conoscibile, nella critica della ragion pura questa tesi decade. Essa punta sulla
differenza tra realtà fenomenica e realtà che va oltre il fenomeno. Noi conosciamo perché è già in
noi, il giudizio sintetico a priori e le nostre categorie non possono essere applicati. E’ una realtà
noumenale quella realtà che va oltre e quindi, inconoscibile. Inconoscibile significa che forse esiste
ma io non posso dare nessun giudizio.
DIALETTIICA TRASCENDENTALE. In questa parte si studiano le idee che sono proprie della
metafisica tradizionale, la quale verrà fortemente criticata da Kant in quanto ha voluto dare delle
spiegazioni riguardo alla metafisica. Lui vuole puntualizzare molto bene i limiti della metafisica e
capire che essa è imprescindibile dalla nostra conoscenza. Noi dobbiamo incanalare la metafisica
in canali ben determinati. Le strutture della ragione sono 3 e sono Dio, anima e mondo. E’
imprescindibile perché la filosofia sta alla base di quei principi etici e morali. Kant ci fa capire il
senso del dovere. Un’idea per Kant è un’idea e non possiamo avere una corrispondenza fisica ma
possiamo usarla come struttura della ragione.
Idea psicologica, idea cosmologica e idea teologica.
IDEA PSICOLOGICA: si tratta la psychè ovvero l’anima. Nella tradizione si è sempre discusso se
l’anima esista, se è mortale, ecc. Molti si sono cimentati nello studio di essa. Siamo nell’ambito
scientifico. Kant dice che l’anima è una struttura della ragione imprescindibile, non può essere
eliminata come esigenza. Paralogismo = parà(oltre)+logos (logica)= oltre la logica. Se affermiamo
che l’anima esiste o meno, affermiamo qualcosa di illogico poiché la logica non ha applicabilità. Ciò
ci porterà ad affermare che l’anima non può essere conosciuta. Il concetto di anima è rapportabile
al concetto di sostanza. Anima ---- sostanza (sostanza aristotelica) che corrisponde all’io penso. L’io
penso è un trascendentale ovvero un mezzo di conoscenza empirico che non si mescola con
l’empirico. Uno strumento di conoscenza non si può auto conoscere, di conseguenza l’anima non
si può auto conoscere. Kant fa tesoro del concetto di libertà rifacendosi anche a Pico della
Mirandola e per lui l’anima è importantissima. Grazie all’anima avremo la giusta vercede. L’anima
è strumento di conoscenza ma non si può auto conoscere.
IDEA TEOLOGICA: essa parla di Theos, della logica riguardante l’esistenza di dio. Stiamo parlando
della tradizione che, secondo la metafisica tradizionale sbagliata perché ha fatto letteratura e non
scienza filosofica, ha affermato che Dio esiste. Ad avvalorare la sua tesi dell’inconoscibilità di Dio
nella sezione scientifica vi sono: l’argomento oncologico, la prova cosmologica e la prova fisico-
teologica.
-argomento ontologico: è di Sant’Anselmo. Egli afferma che se ho l’idea di Dio la quale corrisponde
al massimo dell’esistente, io devo credere che dio esiste. E’ Dio che ha infuso in me quest’idea a
priori. Quindi, secondo Sant’Anselmo io nasco con l’idea di Dio poiché crea una corrispondenza tra
l’idea e l’estetica. Questo è un rapporto universalmente valido ma Kant lo critica aspramente. Egli
fa questo esempio: se io penso di avere 100 talleri, significa che io effettivamente ho questo
denaro in tasca? Evidentemente dirà no. Se io penso una realtà non è detto che questo oggetto del
mio pensiero esista nella realtà.
-prova cosmologica: si rifà a San Tommaso. Sia lui che sant’Anselmo si sono cimentati sulle prove
dell’esistenza di Dio. Mentre quella di sant’Anselmo era una prova ontologica a priori, quella di
San Tommaso è a posteriori e quindi pare dall’esperienza. Tommaso aveva operato riguardo le
prove dell’esistenza di Dio grazie alle famose 5 vie: ex motu, ex causa, ex condincentia, ex gradu
ed ex fine. Egli afferma che la realtà esperienziale è l’effetto di una causa. Andando a ritroso in
ogni percorso causale, noi arriviamo a Dio che è la causa prima. Per Kant tutto ciò è sbagliato e
Tommaso ha fatto un errore fondamentale: noi possiamo parlare di causa-effetto in una realtà
spazio-temporale, infatti l’intera prova si basa sul mondo. Quando noi andiamo oltre questo
mondo, lo spazio ed il tempo si fermano poiché c’è l’eternità. Con la morte è tutto bloccato perché
non viviamo in una realtà spazio-temporale.
-prova fisico-teologica: riguarda la bellezza, Sant’Agostino non riesce a dimostrare l’esistenza di
Dio, e non si cimenta come avevano fatto Tommaso e Anselmo. Egli dice “io sento Dio” e nelle
confessioni, che è un’opera fondamentale non molto voluminosa, confessa e parla della sua vita,
delle sue emozioni e del suo credere in Dio. Nelle confessioni troviamo un quadretto familiare
quando Agostino, poco prima che la madre morisse, si trova con lei ad Ostia e si affaccia alla
finestra. Lui stava aspettando che si imbarcassero per Cartagine. Fu un’attesa lunghissima (2 anni).
Mentre lui era affacciato alla finestra ebbe un dialogo con la madre: lui vedendo tutta quella
bellezza della natura (il mare, la campagna, ecc) si domandò come nel vedere questa bellezza non
si potesse pensare ad un Dio creatore. La bellezza gli fa percepire che Dio c’è, tutto ciò viene
impugnato da Kant. Secondo lui io non posso dimostrare che questo è nato dalla volontà di un
creatore che fa nascere il tutto da ex-nilo, ovvero dal niente, perché la bibbia dice che Dio abbia
preso il fango e modificandolo creò l’uomo e tutti gli altri esseri. Secondo il cristianesimo tutto
nasce dal niente. Kant dice che io posso pensare ad un grande architetto appellandomi a Platone
che parla del demiurgo (il grande artefice che assembla la materia e l’idea creando il mondo), ma
un Dio creatore ex-nilo è impensabile.
IDEA COSMOLOGICA
Oggetto di una situazione metafisica molto importante. Kant crea uno schema diviso in tesi ed
antitesi. Le tesi sono formulate dai razionalisti, le antitesi dagli empiristi. Queste sono le cosiddette
antinomie formate da una tesi e da un’antitesi. Secondo Kant sono tutte e due valide ma essendo
valide quasi si elidono a vicenda anche se noi abbiamo le prime due tesi che saranno quelle
matematiche, mentre le seconde sono dinamiche. La prima tesi è: Il mondo ha un cominciamento
ed inoltre per quanto concerne lo spazio è chiuso dentro i limiti. Gli empiristi invece affermano che
il mondo non ha cominciamento né limiti spaziali, ma è sia rispetto al tempo che allo spazio,
infinito. Gli empiristi non si prendono la responsabilità di dire che il mondo ha un cominciamento.
La seconda tesi afferma che ogni sostanza composta che si trova nel mondo costa di parti semplici
e non esiste in nessun luogo se non nel semplice di ciò che è composto. L’antitesi afferma che
nessuna cosa composta che si trova nel mondo costa di parti semplici, in esso non esiste in nessun
luogo niente di semplice. Le altre due hanno un taglio di verso, infatti sono le antinomie dinamiche
perché stanno venendo fuori due termini importantissimi che verranno ripresi nella critica della
ragion pratica, ovvero il concetto di libertà ed il concetto di Dio. Per i razionalisti la causalità
secondo le leggi della natura non è la sola dalla quale possono essere derivati tutti i fenomeni nel
mondo. Vi è una causalità libera. I razionalisti dicono che non c’è questa libertà e che tutto accade
secondo le leggi della natura. Per gli empiristi nel mondo c’è qualcosa che è un essere
assolutamente necessario (Dio). Gli empiristi dicono che in nessun luogo, sia nel mondo che fuori,
non esiste un essere assolutamente necessario a causa del mondo medesimo (sono agnostici).

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