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Kant riteneva che il razionalismo fosse solo una mera illusione, nonostante fosse nato come
razionalista. Uscì da questa visione grazie a Hume, dal quale intuisce che gli empiristi avevano
relativamente ragione. Cosa prende dall’empirismo?
Deduce che l’uomo è limitato, non è onnisciente, non è onnipotente e vede solo ciò che l’IO gli
permette di vedere (ciò che noi percepiamo attraverso i 5 sensi).
Ma Kant non si accontenta solo degli empiristi, e riprende dei concetti anche dai razionalisti: se
voglio esprimere un giudizio di scienza, deve essere universale e necessario.
Critica
Atteggiamento filosofico che consiste nell’interrogarsi programmaticamente sul fondamento di
determinate esperienze umane per chiarirne le condizioni di esistenza, la validità e i limiti.
Proprio perché ha imparato da Hume che la ragione ha dei limiti, Kant non dà nulla per scontato
senza essersi prima interrogato.
Criticismo
É il pensiero proprio di Kant, in quanto fa della critica lo strumento per eccellenza della filosofia.
Le opere di Kant si dividono in tre periodi e la parte fondante del pensiero è la critica, da qui il
criticismo. Ciò sta a simboleggiare il fatto che è stato svegliato dal suo sonno dogmatico da
Hume, non accettando dottrine o opinioni senza indagare e interrogarsi sui suoi limiti e le
possibilità della mente umana.
Matematica e fisica pure sono possibili? (Sono dette pure perchè non hanno bisogno di dati
d’esperienza). In questo caso si tratta semplicemente di giustificare una situazione di fatto.
Questo sarà l’argomento successivo a quello che riguarda la metafisica.
Razionalismo Empirismo
Cartesio - Spinoza Hume - Locke
A priori: A posteriori:
- sono necessari - troppo legati all’esperienza personale
- la priorità consente l’universalità del - non sono universali
giudizio, (vale per tutte le esperienze) - non sono necessari
ossia le leggi
Kant quindi estrapolò da entrambe le correnti solo i lati positivi, affermando che necessitava di
giudizi sintetici a priori, dei giudizi che mettessero in ordine i dati dell’esperienza che sono
universali.
Razionalisti Empiristi
Si riproduce con la mente un'immagine della realtà , sintetizzando i dati per poi esprimere un
giudizio. Tutti devono quindi ragionare allo stesso modo, ci deve essere un programma
universale e necessario. Non ne possiamo essere sicuri, ma probabilmente il percorso che porta
a sintetizzare un giudizio è il medesimo per tutti.
Se fossero analitici a priori non verrebbero aggiunte cose nuove al soggetto, non è fertile, pur
essendo necessari e universali.
Se fossero sintetici a posteriori sarebbero fecondi ma non necessari e universali, perché
dipenderebbero solo dall’esperienza.
IO PENSO
↑
12 Categorie dell’intelletto
↑
Spazio-tempo
↑
Dati dell’esperienza
Fenomeno
La realtà così come appare al soggetto. In altri termini, il fenomeno è l’oggetto della conoscenza
condizionato dallo spazio e dal tempo e dalle categorie dell’intelletto. Risulta sempre relativo al
nostro conoscere, è soggettivo
Noumeno
La realtà così come essa è (oggettiva e mai raggiungibile dal soggettivo ambito conoscitivo). É
l’essenza pensabile, ma inconoscibile, della realtà in sé, in contrapposizione al fenomeno (di cui
pure costituisce il fondamento, il substrato). Quindi il noumeno, come ciò che pensiamo
esistente ma non conosciamo, si pone come limite della conoscenza umana.
Su questa tripartizione è basata anche la divisione della critica alla ragion pura, che si biforca in
dottrina degli elementi (che studia gli elementi della conoscenza) e dottrina del metodo (che
studia il metodo della conoscenza). La dottrina degli elementi a sua volta si divide in:
Trascendentale
Aggettivo applicato alle varie forme della conoscenza; non è sinonimo di trascendente.
“Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non tanto di oggetti, tanto quanto del
nostro modo di conoscere gli oggetti, che deve essere possibile a priori.”
In Kant non c’è nulla di trascendente, tutto deriva dall’oggetto sensibile, fisico, non si parla di
Dio, ed è normale che l’uomo elabori tramite la ragione ciò che capisce dagli oggetti sensibili. A
questo punto possiamo affermare che la ragione è la facoltà conoscitiva generale, mentre la
ragion pura contiene i principi per conoscere qualcosa prettamente a priori.
Trascendente → ciò che è al di là della natura, non c’è nulla di simile in Kant.
Estetica → dal termine originale greco, significa sensibile.
In poche parole sono delle precondizioni mentali di natura intuitiva senza le quali non saremmo
in gradi di distinguere e percepire il mondo in cui viviamo. Non possono derivare
dall’esperienza, poiché per fare un esperienza dobbiamo già presupporre l’esistenza di spazio e
tempo.
Sostanzialmente il processo che avviene nello schema sovrastante, è che i dati dell’esperienza
che cogliamo dagli oggetti che ci circondano, tramite le categorie confluiscono nell’IO penso, nel
quale si crea un’immagine, ossia un fenomeno.
Kant dice che quando un oggetto viene pensato, composto, analizzato dalle categorie e poi
sintetizzato dall’ IO penso, si ha un'immagine fenomenica. Abbiamo quindi un’immagine
apparente di come potrebbe essere la realtà , ciò che la nostra mente ci consente di vedere.
La deduzione trascendentale
Deduzione → in senso giuridico forense (non matematico), dimostrazione della legittimità di
diritto in una pretesa di fatto, una giustificazione filosofica per l’uso delle categorie
Perché le categorie valgono anche per gli oggetti? Sono cose non create dall’intelletto ma a cui
devono corrispondere. Come possiamo essere sicuri che corrispondano al mondo? Cosa ci
garantisce che la natura si manifesti secondo il nostro modo di pensarla? Molti filosofi
credevano di poter conoscere il mondo, ma Kant sostenne che non è possibile. Per lo spazio e
per il tempo non c’è il problema di doverli dimostrare, perché senza di essi non saremmo
nemmeno in grado di percepire un oggetto, semplicemente per noi non esisterebbe.
Kant non può far a meno di affermare che debba esiste “un’unità originaria” che preceda
logicamente tutti i singoli atti di unificazione, dal momento che il nostro pensiero si esprime
appunto in termini di unificazione delle intuizioni. A questa unità egli dà il nome di “Io penso”
esprimendo così l’autocoscienza, la struttura mentale comune a tutti gli uomini. Le categorie
diventano in questo modo le “funzioni logiche” attraverso cui il soggetto opera le varie sintesi.
Tali categorie dice Kant hanno anche un unico uso legittimo: l’uso empirico dal momento che
una sintesi è possibile solo attraverso la presenza di dati intuitivi da unificare e dunque
derivanti dall’esperienza. Nel momento in cui le categorie vengono applicate non più ad
intuizioni sensibili scaturiscono gli errori della ragione (uso trascendente). Oggetto della
conoscenza umana è allora sempre il fenomeno: la cosa in sé, non potendo essere intuita né
unificata categorialmente, non può essere conosciuta. Lo stesso soggetto pensante si conosce
soltanto come tale, mai nella sua essenza. Il non-fenomeno non può essere conosciuto se non
come concetto-limite, ma può solo essere pensato (noumeno).
In sintesi il ragionamento di kant è:
Tutti i pensieri presuppongono l’ “Io penso”
↓
L’ ”Io penso” pensa tramite le categorie
↓
Tutti gli oggetti pensati presuppongono le categorie
“Io penso”
Centro mentale unificatore di cui sono funzioni le categorie. Sintesi di tutte le sintesi. L’ “IO” di
Kant non è affatto un io creatore (in quanto Kant non è un idealista), ma ha un carattere formale
e quindi finito, si limita semplicemente a ordinare una realtà preesistente, senza di cui la stessa
conoscenza non avrebbe senso. L’interiorità non può essere concepita senza l’esteriorità , dato
che l’esperienza interna dipende da qualcosa di permanente che si trova all’infuori di essa.
Schematismo trascendentale
Se prima Kant si è occupato di legittimare le 12 categorie, ora si interroga su come esse possano
essere applicate ai fenomeni. Detta in parole più semplici la domanda è: in che modo gli oggetti
rientrano nelle categorie? Kant afferma che l’intelletto, non potendo agire direttamente sugli
oggetti della sensibilità , agisce indirettamente attraverso il tempo. Bisogna infatti tenere a
mente che il tempo è la precondizione più importante, perché qualsiasi cosa per esistere deve
essere prima di tutto disposta nel tempo. Essendo quindi che il tempo condiziona gli oggetti,
l’intelletto può condizionare a sua volta gli oggetti, condizionando prima il tempo stesso.
Schema → rappresentazione intuitiva di un concetto, che pur avendo una forte somiglianza con
l’immagine, va mantenuto ben distinto da essa.
Considerando ad esempio lo schema di un cane, esso non coincide con l’immagine di un cane in
particolare, ma si identifica in una regola in base alla quale la mia immaginazione è posta in
condizione di delineare in generale la figura, senza tuttavia mai chiudersi in una raffigurazione
derivata dall’esperienza o che io possa rappresentare nel concreto.
Categorie di relazione
- lo schema della categoria della sostanza è la permanenza nel tempo
- di causa-effetto è la successione nel tempo
- dell’azione reciproca è la simultaneità nel tempo
Categorie di modalità
- lo schema della categoria di possibilità è l’esistenza in un momento qualsiasi
- di realtà è di un determinato tempo
- di necessità è l’esistenza in ogni tempo
Categorie di quantità
Il loro schema complessivo è il numero, la successiva addizione degli omogenei nel tempo.
Categorie di qualità
Il loro schema complessivo è la presenza, l’assenza e l’intensità dei fenomeni nel tempo.
Detta in parole povere, la cosa in sé per noi è un concetto, non una realtà . Si può considerare
anche un concetto limite, in quanto circoscrive le pretese del nostro intelletto, della nostra
sensibilità. Noi possiamo avere solo un’intuizione spazio-temporale, non una realtà in assoluto.
In Kant rimane la visione dualistica della cosa in sé e di come noi la percepiamo.
Cos’è l’esperienza?
Kant ci dà due possibili definizioni:
1. è l’intuizione sensibile, cioè il materiale e la fonte di conoscenza sensibile. Di fatto ogni
nostra conoscenza ha inizio con l’esperienza, la quale precede l’opera unificatrice
dell’intelletto.
2. è la totalità dell’esperienza fenomenica, l’ordine unitario dei dati sensibili secondo le
leggi a priori della mente, in altri termini, l’organizzazione complessiva della
conoscenza. Si giunge a identificare l’esperienza in generale con la natura in generale.
La dialettica trascendentale
Il concetto di dialettica ha avuto diversi significati nella storia della filosofia:
Platone → la scienza delle idee.
Aristotele → denota il procedimento dimostrativo e l’arte sofistica.
Kant → analisi e smascheramento dei ragionamenti errati della metafisica.
Il problema che ora si pone Kant è: la metafisica è considerabile una scienza? No.
Per Kant la metafisica costituisce una “disposizione naturale” della ragione umana. Una volta la
metafisica era considerata la regina delle scienze, ma l'empirismo e l'illuminismo hanno
prodotto il disprezzo verso di essa. Anche chi pretende di tenersi lontano dalla metafisica ricade
inevitabilmente in essa, dato il suo carattere “naturale”.
La ragione tende infatti ad andare oltre i dati d'esperienza, a causa della nostra naturale
tendenza all’incondizionato e alla totalità. Si è attratti verso il regno dell’assoluto e quindi verso
una spiegazione globale e onnicomprensiva di ciò che esiste. Qui quindi si giunge ad una
fondamentale distinzione tra ragione e intelletto.
La ragione è possibile solo a partire dai dati sensibili. Quando l’uomo tende ad andare al di là dei
dati che ha, non si rimane più legati all’esperienza. fa parte della natura umana porsi delle
domande ultimative (essenziali), come ad esempio l’esistenza di Dio. Kant di conseguenze
critica e indaga le contraddizioni precedenti, tentando di dare risposta a queste domande.
Una spiegazione del genere farebbe leva sulle tre idee trascendentali proprie della ragione:
- idea di anima → totalità assoluta dei fenomeni interni (psicologia razionale)
- idea di mondo → totalità assoluta dei fenomeni esterni (cosmologia razionale)
- idea di Dio → totalità assoluta di tutte le totalità (teologia razionale)
L’errore della metafisica è che le trasforma in realtà , ma noi non abbiamo mai a che fare con la
cosa in sé, solo con la realtà non oltrepassabile del fenomeno. Il pensiero se va oltre fallisce, è
come guidato da un’illusione. Kant è determinato a smentire le 3 pretese scienze che
costituiscono l’ossatura della metafisica.
Psicologia razionale
Essa si fonda su un ragionamento errato. Applica la categoria della sostanza all’Io penso, che
però non è un oggetto empirico, bensì un’unità formale a cui non possiamo applicare nessuna
categoria. Noi non possiamo conoscere l’Io penso in sé stesso, ma solo quello che appare a noi
stessi, ossia l’Io fenomenico.
Cosmologia razionale
Pretende di far uso della nozione di mondo, inteso come la totalità assoluta dei fenomeni
cosmici, ma la totalità non è un’esperienza, in quanto noi possiamo solo sperimentare solo o
questo o quel fenomeno, non la serie completa. L’idea di mondo cade quindi fuori da ogni
esperienza possibile.
Contro Cartesio
Cartesio ha dimostrato l’esistenza dell’uomo partendo dal fatto che pensa con l’Io penso, Kant
non è d’accordo, essendo che sono stati della mente e stati dell’animo. Qualsiasi tentativo di
spiegare l’animo umano come se fosse la fotocopia di un valore assoluto è destinato al
fallimento. L’errore sta nell’ostinarsi a non capire che tutto si basa sui dati d’esperienza. La
stessa cosa vale per chi ha voluto provare a spiegare il mondo nella sua totalità . Nessuna di
queste spiegazioni è ultimativa.
La teologia razionale
Anche questa risulta priva di valore conoscitivo. Infatti da sempre gli uomini essendo
completamente ignoranti circa le prove delle realtà effettiva di Dio, hanno elaborato una serie di
spiegazioni che Kant raggruppa in 3 classi e smentisce una dopo l’altra.
Prova Ontologica
Kant la riprende nella sua forma cartesiana (risale a sant’Anselmo), secondo cui Dio (per
definizione) è un essere perfettissimo, e in quanto tale non può non avere l’attributo
dell’esistenza. Dire ciò è assolutamente contraddittorio perchè si usa come prova ciò che invece
noi dobbiamo dimostrare sia vero. Come se si assumesse l’esistenza già per data. Non è possibile
saltare dal piano della realtà logica a quella ontologica. Non è possibile verificare la sua
esistenza attraverso dati d’esperienza e qui viene fatto con uno scarto logico.
Prova Cosmologica
Gioca sulla distinzione tra contingente e necessario affermando che se qualcosa esiste deve
anche esistere un essere assolutamente necessario. Per Kant questo non è altro che un uso
illegittimo del principio causa-effetto, pretendendo di innazzarsi oltre l’esperienza. Non
possiamo connettere un fenomeno con un qualcosa di trans-fenometico. Inoltre si fonda su una
serie di forzature logiche, ricadendo infine nella prova ontologica che è già stata smentita.
Prova fisico-teologica
Fa leva sull’ordine, sulla bellezza e sulla finalità della natura. Parte dall’esperienza dell’ordine
del mondo, affermando che è frutto di una causa ordinante e trascendente (Dio), non tenendo
conto che invece l’ordine della natura, potrebbe essere frutto della natura stessa e delle sue
leggi. Inoltre così facendo si assume Dio non solo come causa dell’ordine della natura, ma anche
come il suo creatore. In questo modo si ricade ancora nella prova cosmologica e di conseguenza
in quella ontologica. Infine la natura avrà qualche ordine o misura, ma realtiva alle nostre
percezioni e non è certo priva di imperfezioni. Si passa dal finito all’infinito.
Kant disse: perchè dobbiamo presupporre Dio solo per un ordine? Non può essere
semplicemente un ordine Darwiniano? Se Dio fosse davvero l’origine di tutto, allora lo sarebbe
anche del male.
Cosa possiamo chiamare scienza?
La fisica è considerabile scienza perchè anche essa si basa sui giudizi sintetici a priori, in quanto
l’io è legislatore delle leggi della natura. La metafisica non è possibile come scienza in quanto si
basa su cose che vanno al di là dell’esperienza umana. Possiamo solo dirla probabile.
Definizioni
Materia (della conoscenza) molteplicità caotica e mutevole nelle impressioni sensibili.
Forma → insieme delle modalità fisse attraverso cui la mente ordina tali impressioni.
Sensibilità → facoltà mediante cui gli oggetti ci sono dati intuitivamente attraverso i sensi in
modo immediato o intuitivo.
Intelletto → facoltà per cui pensiamo attivamente i dati offerti dalla sensibilità .
Ragione
- in senso lato, facoltà che ci dà i principi della conoscenza a priori
- in senso specifico, assieme all’intelletto rappresenta la seconda sorgente di conoscenza,
cioè quella attiva o discorsiva
- in senso proprio, terza fonte di conoscenza separata dalle altre, facoltà di quelle
conoscenze sintetiche che vanno al di là di ogni esperienza possibile. Le idee attraverso
cui la ragione opera sono qualle di anima, mondo, Dio.
Fenomeno
La realtà così come appare al soggetto. In altri termini, il fenomeno è l’oggetto della conoscenza
condizionato dallo spazio e dal tempo e dalle categorie dell’intelletto. Risulta sempre relativo al
nostro conoscere, è soggettivo.
Noumeno
La realtà così come essa è (oggettiva e mai raggiungibile dal soggettivo ambito conoscitivo). É
l’essenza pensabile, ma inconoscibile, della realtà in sé, in contrapposizione al fenomeno (di cui
pure costituisce il fondamento, il substrato). Quindi il noumeno, come ciò che pensiamo
esistente ma non conosciamo, si pone come limite della conoscenza umana.
Trascendentale → Aggettivo applicato alle varie forme della conoscenza; non è sinonimo di
trascendente. “Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non tanto di oggetti, tanto
quanto del nostro modo di conoscere gli oggetti, che deve essere possibile a priori.”
Logica → scienza del pensiero discorsivo, cioè di quella conoscenza mediata e non intuitiva che
avviene per concetti