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Italiano Pirandello

L’opera di Pirandello, uno dei massimi interpreti della situazione esistenziale dell’uomo moderno, si
sviluppa in un clima spirituale totalmente confuso in cui l’uomo, sfiduciato e deluso dal fallimento del
Positivismo, si ritrova solo in un mondo ormai privo di certezze e di valori. La prima parte della sua
produzione letteraria è legata al Verismo, all’osservazione attenta della realtà, come possiamo notare nel
romanzo “L’esclusa” o nella novella “Ciàula scopre la luna”, osservazione approfondita tuttavia da una
riflessione che va oltre le apparenze per penetrare nella condizione intima dei personaggi e coglierne tutte
le sofferenze e i contrasti. Questa iniziale adesione ai canoni veristi, seppure molto limitata, risente però già
delle inquietudini del Decadentismo. Infatti, tutta l’opera di Pirandello è, sin dall’inizio, ispirata a quei temi
fondamentali che saranno poi ripresi ed ampliati nei romanzi successivi, in particolare ne “Il fu Mattia
Pascal”, in cui l’omonimo protagonista è testimone dell’assurdità della sua esistenza, dominata dal caso e
dalle convinzioni sociali. Questo personaggio interpreta perfettamente il dramma dell’uomo che,
imprigionato fin dalla nascita in un ruolo ben preciso, in un’infrangibile maschera, soltanto in qualche breve
momento di lucidità, prende coscienza della sua realtà. È questa, tuttavia, una realtà che il protagonista è
incapace di vivere,per cui egli finisce con il “vedersi vivere” dagli altri, combattuto tra una sofferta
rassegnazione e una volontà di ribellione a quell’angosciante contrasto fra apparenza e l’essenza che lo
tormenta. Ed è proprio attorno a questo contrasto che si sviluppa “Uno, nessuno e centomila”, definito
dallo stesso Pirandello come romanzo di “scomposizione della vita”, nel quale il protagonista Vitangelo
Moscarda si rende conto di essere centomila persone diverse a seconda di come ogni uomo lo vede e crede
di conoscerlo e quindi, in sintesi, si convince di non essere nessuno. Egli cercherà di conoscersi realmente
andando al di là delle apparenze della “maschera”, senza però riuscire a distruggere tutte le false immagini
che la società che ha di lui. Moscarda, come Mattia Pascal, è perciò isolato nel mondo in cui ognuno ragiona
e osserva secondo il proprio punto di vista, rendendo così impossibile ogni forma di conforto o
comunicazione fra gli individui. In “Così è (se vi pare)”, Pirandello esprime appieno la sua particolare
concezione della realtà, cioè il fatto che non esiste una verità unica, uguale per tutti gli individui, ma che la
realtà ha moltissime e diverse facce; perciò non è possibile un’interpretazione sicura delle cose. Il dramma
consiste nell’impossibilità di capire come effettivamente stiano le cose; nessuno sa quale sia la verità.

Filosofia
Nel suo pensiero troviamo la distinzione tra la cosa che si mostra e la cosa in sé. Il fenomeno per
Schopenhauer è illusione, qualcosa di falso. Il noumeno non viene presentato come inconoscibile, egli fa
una similitudine: per arrivare al noumeno dobbiamo squarciare il velo di Maya (dea della verità che portava
una benda sugli occhi), quindi tutto ciò che è al di là del velo di Maya è illusione. Per arrivare al noumeno
dobbiamo conoscerci come corpo, così possiamo metterci in contrapposizione al noumeno, concludendo
che il noumeno che tanto cerchiamo non è altro che la nostra volontà di vivere -> ISTINTO ALLA
SOPRAVVIVENZA. Il volere una parte preponderante della nostra esistenza, infatti la nostra vita è fondata su
questo principio, quello del desiderio, ma questo continuo desiderio ci fa sprofondare nella disperazione.
‘’La vita è un pendolo che oscilla tra noia e dolore’’. Abbiamo solo attimi di piacere, la nostra condizione
esistenziale è quella del dolore. Tra il dolore e il piacere, ci sono attimi di noia. Come possiamo uscire dal
dolore? Eliminando la volontà di vivere -> come si elimina? Attraverso 3 passaggi:

 -arte= un’arte catartica; quando guardiamo un quadro che ci piace, ci perdiamo, immedesimiamo,
vogliamo interpretarlo. Però ha un punto debole, è momentaneo.
 pietà= l’unico tipo di amore possibile, non esiste l’amore carnale (solo per la procreazione ->
Schopenhauer però era contrario a quest’ultima, perché poi veniva messo al mondo un altro essere
umano costretto a vivere in quella condizione). La pietà è una sorte di compassione, opera di bene
per il prossimo, senza un secondo fine. Ci immedesimiamo nel dolore dell’altra persona, ci
allontaniamo dal nostro dolore.
 allontanarsi da qualsiasi cosa che faccia bene al corpo= digiuno, castità, povertà… mortificando il
corpo, neghiamo la volontà di vivere, inizia un’ascesa Buddista per arrivare al Nirvana.

Storia la prima guerra mondiale


Nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale: è un evento legato alla questione balcanica. Si dice
che la prima guerra mondiale (chiamata anche Grande Guerra) sia stata una guerra totale perché
vengono coinvolte per la prima volta potenze europee ed extraeuropee (stati Uniti, Giappone).
Inoltre per la prima volta entrano a far parte degli eserciti uomini provenienti da territori
extraeuropei. È chiamata guerra totale anche perché ci furono milioni di morti tra cui anche civili:
infatti non solo vennero sacrificati gli eserciti al fronte ma anche le persone all’interno dei singoli
paesi iniziarono a vivere in funzione della guerra e tutte le fabbriche vennero convertite in
fabbriche belliche. Vennero inoltre utilizzate armi che non erano mai state usate prima come carri
armati e aviazione. Il motivo scatenante fu l’uccisione del principe Francesco Ferdinando, erede al
trono d’Austria - Ungheria, avvenuta a Sarajevo il 28 giugno 1914 da parte di un rivoluzionario
bosniaco. Questa uccisione suscitò una serie di reazioni a catena che diedero inizio alla Grande
Guerra. L’Austria decise infatti di inviare un ultimatum alla Serbia, ma la Serbia non accettò e allora
la Russia mobilitò l’esercito. La Germania a sua volta mobilitò il proprio esercito e questo
equivaleva a una dichiarazione di guerra. Quindi questa guerra inizia perché l’ambizione
dell’Austria era di estendere la sua influenza nell’area balcanica. La Germania, che era giunta da
poco all’unificazione e nel giro di trent’anni aveva conosciuto un grande sviluppo industriale, si
dovette accontentare dei pochi territori rimasti. Inoltre l’aggressività della Germania era dovuta al
fatto di voler creare dei mercati dove vendere i prodotti, così portò avanti questo progetto
(chiamato pangermania, consisteva nell’inglobare dei territori che non erano ancora parte della
Germania) in Europa. Inoltre voleva togliere alla Gran Bretagna il primato economico mondiale e
per questo decise di intervenire al fianco dell’Austria. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del
Novecento in Europa si erano formate delle ideologie nazionaliste che criticavano la mentalità
pacifista dei socialisti, la debolezza del ceto borghese e auspicavano a un rinnovamento della
società e consideravano la guerra come il modo per imporre le nazioni a livello internazionale.
Vedevano la guerra come l’occasione per uscire fuori dalla società borghese. Quindi tanti giovani
consideravano la guerra come un modo per uscire dalla monotonia del quotidiano e per questo si
arruolarono. Perciò la guerra non fu solo voluta dai governi, ma ebbe anche il consenso delle
masse. Questo fa anche capire perché il partito socialista diede il proprio consenso ai crediti di
guerra (ovvero era a favore dell’entrata in guerra dell’Italia).
Ulteriori caratteristiche della Prima Guerra mondiale
Nel progetto dei protagonisti del conflitto, l’idea era che la guerra si concludesse in breve tempo. I
tedeschi attaccarono prima il fronte occidentale, quindi la Francia, passando attraverso il Belgio
dove si ebbe il primo scontro sulla Marna. Qui l’esercito francese riuscì a bloccare l’avanzata
dell’esercito tedesco. E quella che doveva essere una guerra di movimento si trasformò in una
guerra di posizione: infatti per tutta la durata della guerra questa si svolgerà su una linea
immaginaria che andava dalle Alpi svizzere fino al Belgio. Su questa linea si rimase fermi per tre
anni e per tre anni gli eserciti si fronteggiarono gli uni davanti agli altri senza avanzamenti. Si dice
che milioni di soldati morirono lungo questa linea per conquistare pochi chilometri di terra e così
divenne una guerra di trincea. Dopo aver chiuso il fronte occidentale la Germania voleva passare
sul fronte orientale per affrontare la Russia. E per quanto riguarda il fronte orientale la situazione
fu diversa perché gli Austriaci ebbero subito degli scontri con la Serbia e riuscirono a sconfiggerla.
La Russia prevedeva di arrivare a Berlino nel giro di pochi giorni, invece i Tedeschi riuscirono a
fermarla riportando due vittorie importanti: quella di Tannenberg e quella dei laghi Masuri e riuscì
ad occupare territori dell’attuale Polonia arrivando fino a Minsk (cittadina occidentale della
Russia). Questo perché la Russia aveva un esercito impreparato. L’Italia, quando scoppia la guerra,
decide di dichiarare la propria neutralità perché la Triplice Alleanza prevedeva l’intervento
dell’Italia solo in caso di una guerra difensiva, mentre quella era una guerra offensiva. In questi
mesi si aprì in Italia un dibattito tra chi voleva che l’Italia entrasse in guerra e chi no, cioè tra chi si
proclamava interventista e chi neutralista. Tra gli interventisti c’erano i gruppi cosiddetti
irredentisti (erano i gruppi del Trentino e del Friuli che chiedevano l’intervento italiano a fianco
della Francia e dell’Inghilterra per arrivare all’unificazione), i gruppi più radicali di sinistra (che
pensavano che la guerra avrebbe accelerato il processo rivoluzionario), gli ambienti militari, gli
industriali e i nazionalisti italiani. Inoltre tra i socialisti, che nella loro maggioranza si dichiaravano
neutralisti, emerge la figura di Mussolini che faceva parte dell’ala rivoluzionaria del partito e che si
dichiarò a favore dell’intervento italiano. Per questo fu espulso dal partito e fondò un suo giornale
“Il popolo d’Italia”. ra i neutralisti, invece, c’erano i socialisti, i cattolici (anche perché coloro che
volevano la guerra la volevano contro l’Austria mentre i cattolici avevano dei rapporti diplomatici
con l’Austria) e i liberali giolittiani: Giolitti era contrario perché non riteneva l’Italia in grado di
sostenere un conflitto. Inoltre Giolitti in quei mesi sperava di ottenere il Friuli e il Trentino facendo
trattative segrete con l’Austria. Giolitti non riuscì a imporre la propria posizione perché Salandra e
Sonnino segretamente, iniziarono a trattare con l’Inghilterra e la Francia fino ad arrivare alla
trattative nel 1915 con il Patto di Londra con cui l’Italia si impegnava a entrare in guerra a fianco
della Triplice Intesa nel giro di un mese. In cambio l’Italia avrebbe ottenuto il Trentino, il Friuli,
l’Istria (fatta eccezione di Fiume) e la Dalmazia. Il Parlamento non venne interpellato ma venne
informato a cose fatte. Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra. L’esercito italiano (sicuramente
impreparato) era guidato dal generale Cadorna che varcò il confine e subito ci furono delle
battaglie: quella dell’Isonzo e quella nell’area del Carso. Anche questa diventa una guerra di
trincea. Nel 1914 - 1915 il paese fu attraversato da una serie di crisi. Fattore importante fu quello
delle piazze dove vediamo protagonisti personaggi come Mussolini e i nazionalisti. Questi
movimenti di piazza servivano a fomentare la folla e Giolitti di fronte a queste manifestazioni
cambiò posizione e decise a favore dell’intervento dell’Italia in guerra. Lui era l’unico che aveva
capito che a guerra non sarebbe stata una guerra breve. Il 1916 è un anno di battaglie soprattutto
sul fronte occidentale. Infatti i soldati a un certo punto iniziarono a rendersi conto che la guerra
non era rigeneratrice e che stava solo portando al massacro un’intera generazione di giovani. I
soldati cominciarono così a manifestare il proprio disinteresse nei confronti del conflitto e non
vollero più rispondere agli ordini dei loro ufficiali e per questo ci furono molti episodi di ribellione.
Gli ufficiali reagirono con estrema durezza: attraverso processi per alto tradimento alcuni furono
condannati ma molti furono fucilati. Sul fronte interno cominciarono a manifestarsi le prime forme
di disagio, di avversione nei confronti della guerra ed iniziarono ad esserci una serie di rivolte. In
tutti i paesi si formarono così dei governi di unità nazionale: una sorta di governo appoggiato da
tutte le forze politiche.
Avvenimenti importanti per la svolta del conflitto
Nel 1917 ci furono due avvenimenti decisivi per la svolta del conflitto:
• L’entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco della Triplice Intesa (in aprile);
• L’uscita dalla guerra della Russia (in ottobre)
Questi avvenimenti cambiano gli equilibri perché il potenziale bellico ed economico statunitense
non era come quello europeo. Negli anni precedenti gli Stati Uniti avevano rifornito di armi Francia
e Inghilterra attraverso le navi. La Germania bloccò queste navi affinché non arrivassero i
rifornimenti. Nel 1917 la Germania aveva ufficialmente dichiarato l’inizio della guerra sottomarina.
Con questa guerra sottomarina gli Stati Uniti vedevano compromessi i loro interessi economici.
Questo li spinse ad entrare in guerra. Fu una contrapposizione tra modelli diversi di stati: da una
parte l’Inghilterra e gli Stati Uniti rappresentanti del sistema economico democratico, dall’altra
l’Austria e la Germania con un sistema economico autoritario. Questo conflitto si trasforma quindi
in un conflitto ideologico. Inoltre con l’arrivo in guerra degli Stati Uniti faranno la loro comparsa
per la prima volta gli aerei, l’aviazione militare e i gas asfissianti (e nascono anche le prime
maschere a gas). La disfatta di Caporetto vede gli Italiani arretrare di fronte all’offensiva austro-
tedesca. L’esercito italiano in ritirata riesce a fermare l’avanzata nemica sul fronte del Piave. A
seguito della disfatta di Caporetto si forma un governo di unità nazionale. Il comando italiano
viene assunto da Diaz che concesse licenze anche più lunghe e attua una serie di misure che
servivano per rinfrancare le truppe: vengono chiamati alle armi i ragazzi nati nel 1899. Inoltre Diaz
promette ai contadini che a guerra conclusa ci sarebbe stata una ricompensa in termini territoriali.
La conclusione del conflitto avverrà a partire dall’estate del 1918 e fu decisiva la battaglia di
Amiens. Nel mezzo del 1918 la Russia firma un trattato di pace con la Germania e questa pace fu
fortemente punitiva per la Russia: la Germania gli toglie diversi territori che andavano dal mar
Baltico fino al mar Nero dove c’erano le uniche industrie che la Russia aveva e con queste nuove
annessioni la Germania pensava di avere il potere in mano. Con l’arrivo degli Stati Uniti la guerra
ridiventa una guerra di movimento. Sul fronte italiano la battaglia decisiva fu la battaglia di
Caporetto e la guerra in questo modo diventa una guerra di riscossa nazionale (difesa del
proprio territorio). L’intervento degli Stati Uniti fu determinante perché accentuò la sensazione
che le sorti della guerra fossero ormai decisive a favore dell’Intesa e che il suo prolungamento
sarebbe solo servito ad accrescere il numero dei morti. Inoltre nell'agosto del 1917 il pontefice
Benedetto XV rivolse ai capi delle potenze belligeranti un invito a porre fine al conflitto, che
appariva ormai solo come un’inutile strage. La pace, secondo il pontefice, doveva essere conclusa
sulla base di accordi internazionali fondati sulla giustizia. La sua presa di posizione destò
l’irritazione e l’ira di tutte le forze nazionaliste ma andò incontro ai sentimenti popolari. I fronti
interni stavano cedendo in tutti i paesi ma i governi delle potenze dell’Intesa sentivano vicina la
vittoria e non volevano rinunciarvi. Nello stesso tempo Germania e Austria temevano l’imposizione
di dure condizione di pace e traevano motivi di speranza dal sempre più accentuato disfacimento
dell’esercito russo. L’uscita della Russia dal conflitto rese più forte l’illusione della Germania e
dell’Austria di poter ancora vincere dato che ormai dovevano combattere solo sul fronte
occidentale. Ma la propaganda per la pace svolta dai bolscevichi rafforzava l’avversione della
guerra. Un effetto analogo ebbe la proposta di pace in 14 punti, presentata dal presidente degli
Stati Uniti Wilson nel gennaio del 1918. Diversamente dalla Germania, gli Stati Uniti non nutrivano
ambizioni territoriali. Inoltre i 14 punti di Wilson non costituivano le condizioni di pace dell’Intesa,
ma un progetto di valore universale, basato su ideali come la democrazia, la giustizia e la libertà
per i popoli. Nel progetto di Wilson, perciò, avrebbero potuto riconoscersi non solo i vincitori ma
anche gli sconfitti. Tra i punti più importanti c’erano:
• Difendere il valore della pace e condannare la diplomazia segreta;
• Ripristinare la libertà di commercio;
• Ripristinare la libertà dei mari;
• Autodeterminazione dei popoli (ogni popolo doveva scegliere liberamente a quale paese
appartenere e proprio a seguito di questo principio di autodeterminazione nascono dei nuovi stati
nati dalla disgregazione dell’Impero ottomano, austro-ungarico e tedesco: nascono la Jugoslavia
(che riuniva tutte le popolazioni slave dei Balcani), la Polonia, la Cecoslovacchia, l’Ungheria;
• La nascita di un organismo internazionale chiamato la società delle nazioni che doveva risolvere i
vari problemi tra gli Stati europei ed evitare un’altra guerra: non ne fanno parte gli Stati Uniti e la
Germania quest’ultima perché ritenuta responsabile. Ma il ruolo della società delle nazioni sarà
praticamente nullo perché non aveva poteri decisionali
Fasi finali della Prima Guerra mondialeNel 1918 la guerra volse sempre più a favore
dell’Intesa e il fronte interno tedesco crollò. In Germania si formò un nuovo governo guidato da
socialdemocratici, che nell’ottobre del 1918 chiese la pace. Anche l’impero austro-ungarico si
stava disfacendo sotto la spinta del malcontento popolare e delle rivendicazioni nazionalistiche dei
popoli che lo componevano. Mentre i Francesi, Inglesi e Americani avanzavano ad ovest, gli Italiani
passarono all’offensiva battendo gli Austriaci a Vittorio Veneto. Il 3 novembre 1918 i soldati italiani
giunsero a Torino e Trieste e lo stesso giorno l’Austria firmò l’armistizio.
I trattati di pace si aprono nel gennaio del 1919 e furono discussi alla Conferenza di Parigi. Quello
con la Germania fu firmato a Versailles il 28 giugno. Il testo fu elaborato dalle potenze vincitrici:
Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia. Wilson era a favore di una pace equilibrata, rispettosa,
cercando di non punire eccessivamente le potenze che avevano perso. Invece prevalse la linea
francese che ritenne la Germania l’unica responsabile del conflitto. Sia in termini monetari che
territoriali la Germania venne punita in modo molto duro: le furono tolte l’Alsazia e la Lorena che
vennero restituite alla Francia e la Renania venne smilitarizzata. Inoltre la Germania venne privata
di territori anche sul fronte orientale e venne separata da una striscia di territorio
chiamato corridoio di Danzica. Vennero inoltre creati degli stati cuscinetto che servivano per
isolare la Russia. L’Austria venne proclamata Repubblica e venne rimpicciolita di molto.
L’Italia durante i trattati venne trattata in modo non adeguato: alcuni territori promessi non
vengono dati come la Dalmazia che non venne data perché in quei territori erano presenti
popolazioni slave e non si riteneva giusto ammetterle all’Italia (poiché per quanto riguarda l’Italia
si fece valere il principio di autodeterminazione dei popoli). Di fronte a queste decisioni il ministro
italiano Vittorio Emanuele Orlando lasciò la conferenza e quando vi tornò i territori erano già stati
spartiti. Per questo si parlò di vittoria mutilata: nell’opinione pubblica si diffuse l’idea che l’Italia
non era stata adeguatamente ricompensata per il sacrificio che aveva fatto e si diffuse un clima di
delusione perché tante promesse non erano state mantenute. Portò avanti la bandiera
della vittoria mutilata soprattutto l’ala nazionalista. Il mito della vittoria mutilata alimentò un clima
di disagio e opposizione al governo, accusato di aver portato l’Italia al massacro. Tra le
conseguenze di questo clima di disagio ci fu l’episodio della città di Fiume: D’Annunzio guidando
un battaglione di arditi (ex combattenti, gruppo scelto all'interno della milizia italiana) occupa la
città di Fiume con un atto illegale. Questa occupazione viene vista dai nazionalisti come il riscatto
dell’Italia. Per un anno D’Annunzio è padrone della città di Fiume e solo nel 1920, quando risalì al
potere Giolitti, Fiume sarà sgomberata. Giolitti riuscirà a fare questo perché nel frattempo era
stato firmato il trattato di Rapallo: l’Italia ottenne l’Istria al posto della Dalmazia (che andava alla
Jugoslavia). Fiume venne riconosciuta come città libera e nel 1924 fu connessa all'Italia.

Latino seneca le naturales questiones


Le Naturales Quaestiones, composte intorno al 41 d.C., si inseriscono in una concezione dell’indagine
naturalistica come espressione della filosofia umana. Le Naturales Quaestiones si compongono di sette libri
in cui si tratta dei fuochi del cielo, dei fulmini, delle acque terrestri, del Nilo, dei venti, delle nubi, dei
movimenti sismici e delle comete. La trattazione è tecnica ed intervallata da alcune riflessioni attraverso
proemi ed epiloghi dei singoli libri. Il destinatario è il giovane amico Lucilio. All’interno dell’opera l’interesse
nei confronti dell’indagine scientifica, che si manifesta nelle modalità con cui Seneca passa in rassegna i
fenomeni, si coniuga strettamente con l’istanza morale. Il progresso della conoscenza scientifica non è
affidato alla semplice costruzione di un’ipotesi, ma all’individuazione delle esperienze che possano
convalidare la teoria. Il clima e gli interessi dell’epoca vengono perfettamente descritti da Seneca, che però
si distacca dall’epoca per via della consapevolezza della relatività delle conoscenze umane riguardo la
natura. La prospettiva di Seneca è quella di un filosofo morale che è consapevole del fatto che l’incremento
di sapere è un processo eterno. Questo tipo di concezione è coerente con la prospettiva stoica, secondo la
quale la conoscenza della natura è un’importante modalità di accesso al logos e all’ordine cosmico.
La conoscenza disinteressata della natura è quindi una spinta al progresso umano; dall’altra parte però
Seneca esprime un giudizio negativo riguardo al progresso tecnico della civiltà umana, che non è altro che
una manipolazione della natura che avrà come conseguenza la crescita incontrollata dei desideri e dei
comportamenti finalizzati al soddisfacimento di passioni come l’avidità e l’ambizione.

Scienze u LA TEORIA DELLO SVILUPPO PSICO-SESSUALE


Freud ha ritenuto di grande importanza elaborare una teoria dello sviluppo facendo un particolare
riferimento ai primi sei anni di vita del bambino, ritenendoli fondamentali per l’organizzazione di una
personalità serena piuttosto che nevrotica. Secondo Freud ogni individuo attraversa una serie di fasi psico-
sessuali, in cui la libido si concentra su determinate zone del corpo, dette zone erogene.

1. FASE ORALE, che va dai primi mesi di vita fino a un anno e mezzo circa, il piacere è legato alla suzione e
alla zona erogena si identifica con la bocca;

2. FASE ANALE, che va da uno a tre anni, il piacere è legato alle funzioni corporali e la zona erogena è
costituita dall’ano;

3. FASE FALLICA, che va dai tre ai cinque anni, il piacere è legato all’esplorazione sessuale e la zona erogena
è rappresentata dagli organi genitali. Durante questa fase, i bambini e le bambine, desiderano un rapporto
esclusivo con il genitore del sesso opposto e vivono il genitore dello stesso sesso come un rivale. Questo si
traduce nel complesso di Edipo. A quest’ultima fase, segue un periodo di latenza, in cui la sessualità è
inibita, per poi tornare ad esplodere nell’età della pubertà con la fase genitale.

Arte viandante
Uno dei principali interpreti della pittura romantica tedesca è Friedrich Caspar David, che incarna
in pittura due motivi tipicamente ottocenteschi: la concezione di un’anima universale che
comprende uomo e natura; la tensione sempre insoddisfatta nei confronti dell’infinito. Così come
il filosofo Schelling affermava che l’arte fosse il tramite tra l’animo umano e il mondo della Natura,
così i quadri di Friedrich ritraggono paesaggi naturali che sono riflesso di emozioni e riescono a
rappresentare l’insondabile e illimitata interiorità umana. Tali paesaggi diventano specchio di
solitudine, angoscia, sentimenti che affiorano nell’anima dell’uomo di fronte al mistero
incomprensibile dell’esistenza. Friedrich coglie nella natura il sublime, l’insieme di emozioni che si
provano di fronte all’immensità della natura: tale visione può suscitare un senso di sgomento
perché l’uomo diventa consapevole della sua fragilità, piccolezza e finitezza; ma allo stesso tempo,
l’uomo si sente parte della natura e intuisce l’infinito. Una delle opere di Friedrich che esprimono
al meglio questa concezione è il “Viandante sul mare di nebbia”, dipinto nel 1818. Un uomo, sulla
vetta di una montagna, ritratto di spalle, osserva con posa eretta il sublime panorama. La figura è
situata esattamente al centro del quadro. Salta subito all’occhio il contrasto cromatico del nero in
primo piano e lo sfondo chiaro e luminoso. In questo dipinto, la grandezza della natura è espressa
dall’immensità spaziale, dal monti appena visibili in lontananza, che diventano un tutt’uno con
l’orizzonte e dalla nebbia fluttuante che invade tutto un paesaggio, conferendo alla composizione
un alone di mistero e trasmettendo un forte senso di smarrimento di fronte l’intuizione della
profondità abissale.

Educazione fisica anoressia


 L’anoressia è tecnicamente il rifiuto di mangiare da parte di una persona. La prima conseguenza evidente è
la perdita di peso al di sotto dell'85% di quanto previsto per il proprio corpo. Quando un anoressico sceglie
di dimagrire, inizia a mostrare una paura irrazionale di recuperare il peso perduto, anche quando arrivano
ad evidenti livelli di denutrizione. Questo fenomeno interessa in maggior parte - anche se non in maniera
esclusiva - le ragazze, che spesso soffrono, per conseguenza, di amenorrea, cioè assenza di ciclo mestruale
per periodi di almeno tre mesi. L'anoressia diventa nervosa e cronica quando i pasti vengono
completamente aboliti. Ma le difese che l'organismo mette in atto portano il corpo a richiedere una gran
quantità di cibo attraverso un senso di fame insopportabile. Può capitare quindi che le persone anoressiche
cedano a questo stimolo, mangiando ma poi inducendosi il vomito o la diarrea tramite lassativi, o
svolgendo un'eccessiva attività fisica per compensare le calorie introdotte attraverso il cibo.

Inglese oscar Wilde


Born in 1854 in Dublin. He opposed to Victorian Puritanism his thoughts paradoxically eccentric and
disorder of a life that knows a process for homosexuality, prison and poverty. He is considered the
decadent author par excellence; he looks in beauty, an escape from a reality where he does not recognize.
in the Victorian period while the appearance takes the upper hand on reality, Oscar Wilde writes and
publishes his "Portrait of Dorian Gray."

Portrait of Dorian Gray

Dorian, through a Faustian pact with an absent devil, makes his own life an unchanging and untouchable
work of art, while is portrait becomes the mirror of his “real” inner soul. This spilt between “appearance”
and “reality” is the central theme of the novel. For Wilde, beauty is truth and it is a thing which cannot be
questioned. The story is a picture which contains a picture : it is a complex novel that creates a
schizophrenic split between the world of appearances and the inner world of mental and bodily passions.
The novel presents both a “true” and a “false” Dorian Gray without saying which is which. Basil Hallward, a
famous English painter of the nineteenth century, is particularly related to Dorian because with his pure
beauty, devoid of contamination by the life, it inspires him the wonderful paintings and one day Basil shows
him his portrait. But because of that picture Dorian loses his innocence. In fact he expresses the desire that
the portrait makes old for him so to can remain forever young and beautiful. The life dissolute of Dorian will
make his portrait more and more deformed, until himself, he can't tolerate the horrible vision, he try to
destroy it, taking the form: those of a man marked by the corrupt of own soul. In society his appearance,
namely the exterior, enchants all and despite he commits crimes, anyone meet him, cannot believe that
this creature might be corrupt. The reality, namely the interior of Dorian is contained in the painting by
Basil: the contrast with the appearance will lead him to death. The fact that people around Dorian base
their judgments on his appearance, it shows that the Victorian age is superficial.

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