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L’empirismo, a sua volta, partendo dal presupposto che la conoscenza deriva unicamente
dall’esperienza, se riesce a giustificare la capacità espansiva del sapere, non riesce poi a
dimostrare come questo sia universale e necessario.
Kant ritiene che il giudizio possa essere considerato valido solo quando ne sia garantita la
universalità e la necessità intrinseca, e sia perciò a priori, e nello stesso tempo ne sia anche
dimostrata la capacità espansiva, la fecondità, e sia cioè sintetico. Si propone quindi di
esaminare il sapere: se esso è basato su giudizi sintetici a priori allora, e solo allora, si tratterà
di un sapere del tutto valido.
6. Analitica trascendentale
Prima parte della Logica Trascendentale.
Intelletto: facoltà che pensa in modo attivo e spontaneo. Pensare significa mettere in relazione,
collegare, quindi formulare giudizi.
Cosa collega? Le intuizioni date dalla sensibilità.
Come? Con i concetti puri o categorie, i modi attraverso i quali l'intelletto giudica.
Quante sono le categorie? Tanti quanti sono i tipi di giudizio. Le categorie sono le funzioni logiche del
pensiero che ordinano le rappresentazioni sensibili (che di per sé sono prive di relazioni).
Le categorie sono 12 (dodici) e si dividono in quattro gruppi:
Della quantità:
unità (giudizi universali)
pluralità (g. particolari)
totalità (g. singolari)
della qualità:
realtà (g. affermativi)
negazione (g. negativi)
limitazione (g. infiniti)
della relazione:
sostanza e accidente (categorici)
della causalità (ipotetici)
comunanza (disgiuntivi)
della modalità:
possibilità (problematici)
esistenza (assertori)
necessità (apodittici)
Particolarmente importante la categoria di causalità in quanto essa è la base della scienza che quindi
in Kant viene ad essere un a priori dell'intelletto.
Le categorie in Kant hanno un significato solo trascendentale e non logico-ontologico come in
Aristotele.
Formulata la tavola delle categorie, Kant si trova di fronte il problema della giustificazione della loro
validità e del loro uso. Problema che denomina deduzione trascendentale: individuare un elemento di
congiunzione che unifichi sinteticamente tutte le nostre rappresentazioni.
L'unificazione del molteplice non deriva dalla molteplicità stessa ma da una attività sintetica che ha
sede nell'intelletto. Questa sintesi deve essere operata da una suprema unità fondatrice della
conoscenza che egli chiama Io Penso. Questo viene ad identificarsi con la coscienza e deve poter
accompagnare tutte le mia rappresentazioni.
Sintesi: