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La deduzione trascendentale: Consiste nel problema della

giustificazione/legittimazione della validità universale e necessaria


(=scientifica) delle conoscenze che l’intelletto elabora applicando le categorie
ad una coscienza scientifica, percio’ riguarda il “quid iuris”. Difatti Kant utilizza
il termine “deduzione” in senso giuridico, ovvero come giustificazione della
leggittimita’ di diritto di una pretesa di fatto. Le categorie pur essendo forme
“soggettive” pretendono un valore “oggettivo”. Percio’ appartengono ad un
“centro mentale” unico, universale ed autocosciente ovvero l’io penso. Questo
centro mentale unifica ed applica le categorie in tutti le menti umane ed allo
stesso modo. Dunque lo scetticismo e relativismo sono superati perche’ la
conoscenza elaborata dalle categorie assume valore “oggettivo” seppur
limitato alla dimensione fenomenica.
L’io penso-detto anche “deduzione trascendentale”
Kant lo definisce:
-”suprema unita’ fondatrice della conoscenza”: le categorie unificano
(=sintetizzano) il molteplice dei dati empirici. Le categorie a loro volta sono
unificate dalla funzione unificatrice suprema dell’io. Quindi l’io essendo il
punto di riferimento unico delle categorie costituisce il principio fondativo
supremo della conoscenza.
-”unita’ sintetica originaria dall’autocoscienza”: l’io penso e’ la coscienza di se’
del soggetto. Il soggetto quando pensa, applica le 12 categorie, unificando la
loro attivita’. Kant sostiene che l’io penso deve poter accompagnare le
rappresentazioni di un oggetto, difatti se io non avessi consapevoelezza di me
stesso non potrei cogliere le rappresentazioni come personali e quindi non
avrei nessuna rappresentazione. In sostanza: non puo’ esserci la
rappresentazione di un oggetto, se non c’e’ un io consapevole di produrla.
-”appercezione trascendentale”: termine desunto da Leibniz per il quale
“l’appercezione” corrisponde “all’autocoscienza”; ovvero “percepire di
percepire”.
L’io penso e’ la coscienza di se’ dell’io; trascendentale ed indica che
l’autocoscienza e’ una struttura mentale unica ed universale che e’ comune a
tutti gli uomini ed in tutti applica le stesse categorie. L’io penso non e’ ne’ una
“sostanza spirituale” ne’ un’anima, cioe’ non e’ un principio metafisico o
religioso, ma e’ solo una funzione gnoseologica.
In breve, il ruolo dell’io penso e’ quello di:
-unificare, l’attivita’ delle categorie;
-dare alla mente consapevolezza di se’;
-conoscere universalmente.
I principi dell’intelletto Puro: sono le enunciazioni generali che possiamo
formulare a priori sulle cose; si identificano con le leggi supreme
dell’esperienza e con il sapere scientifico. Kant le suddivide in 4
gruppi:
-assiomi dell’intuizione: corrispondono alle categorie della quantita’, sono tutti i
fenomeni intuiti che costituiscono quantita’ estensive ovvero conosciute
mediante la sintesi delle sue parti;
-anticipazioni della percezione: corrispondono alle categorie della qualita’. Delineano a
priori che tutte le realta’ percepite costituiscono quantita’ estensive ossia un
grado di intensita’ (luce-calore);
-analogie dell’esperienza: corrispondono alle categorie di relazione, affermano a priori
che l’esperienza e’ possibile solo mediante categorie di sostanza, causa ed
azione reciproca;
-postulati del pensiero empirico: corrispondono alle categorie di modalita’. Stabiliscono
che cio’ che e’ possibile, reale o necessario sono rispettivamente le condizioni
formali, materiali ed universali dell’esperienza.
La dottrina dei principi dell’intelletto puro combacia con la teoria dell’io
legislatore della natura. Per natura si intende l’ordine necessario e universale
che risiede alla base dell’insieme di tutti i fenomeni, deriva dall’io penso e
dalle sue forme a priori. L’io penso e le categorie rivelano che la natura sia
intesa nel generale, ovvero la regolarita’ dei fenomeni nello spazio e nel
tempo; invece le leggi particolari sono desunte dall’esperienza.
L’io penso e’ il fondamento della natura e della scienza. Difatti i pilastri della
fisica si identificano con i principi dell’intelletto puro, essi si basano sui giudizi
a priori della nostra mente, che a loro volta derivano dalle intuizioni pure di
spazio e tempo e delle 12 categorie.

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