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La filosofia di Spinoza: LEtica e il Trattato teologico-politico

Il Deus sive Natura e il determinismo


Il punto cardine della filosofia spinoziana, che si configura come una
sintesi tra la metafisica tradizionale e i nuovi orizzonti della
Rivoluzione scientifica secentesca, lidentificazione di carattere
panteistico di Dio e natura (Deus sive natura secondo la sua celebre
formula nellEtica) e la concezione di Dio come ordine geometrico del
mondo, per cui Dio si identifica, da un punto di vista immanente, con
la razionalit delluniverso, che organizzato in modo ridgidamente
deterministico.
Spinoza quindi, rifiutando la visione antropomorfa biblico-cristiana
della divinit e impostando una interpretazione del testo sacro basata
sullindagine filologica, individua il compito della filosofia nel condurre
luomo alla somma beatitudine, ovvero allidentificazione della
propria volont con la necessit universale di Dio.
Il panteismo, il concetto di sostanza, lesistenza di Dio
Spinoza interpreta esplicitamente la filosofia come via per ottenere la
serenit e la beatitudine dellesistenza: allora anche la sua etica sar
in ultima analisi finalizzata a unars vivendi. LEtica appunto
strutturata secondo un percorso che va dalla dimostrazione
dellesistenza di Dio (prima parte) alla teoria della
conoscenza(seconda parte), fino alla teoria degli affetti umani (terzo
libro) e agli ultimi due libri, che analizzano i motivi per cui luomo
schiavo delle passioni (quarto libro) e indicano la via per conquistare
la vera libert.
LEhtica ordine geometrico demonstrata si presenta
come unenciclopedia che tratta i vari problemi filosofici con
particolare attenzione nei confronti delletica; il suo procedimento di
tipo deduttivo e dipana le spiegazioni secondo definizioni, teoremi e
dimostrazioni, cui si aggiungono gli scolii, ovvero dei brevi commenti
o precisazioni aggiuntive, anche in merito alle obiezioni degli
oppositori. Lintero sistema di pensiero metafisico viene desunto da
Spinoza dal concetto di sostanza, termine con il quale intende:
ci che in s e per s si concepisce, vale a dire ci il cui concetto
non ha bisogno del concetto di unaltra cosa da cui debba essere
formato
Si tratta quindi di una realt autosufficiente e autosussistente che
coincide con la divinit e presenta i seguenti attributi:
- increata, essendo causa di s;
- eterna, poich lesistenza le costitutiva;
- infinita, poich illimitata;
- unica, e quindi indivisibile.
Spinoza fa derivare da questi attributi due prove dellesistenza di Dio,
quella ontologica, o a priori, secondo la quale pensare a Dio
significa pensare ad una realt che avendo in s la propria ragion
dessere non pu non esistere, e quella a posteriori, per cui,
riflettendo sullesistenza delle cose, si desume che le cose o esistono
per virt propria o per mezzo di un ente necessario che avendo in s
la causa del proprio essere pure la causa degli esseri contingenti 3.
Il Dio di Spinoza coincide quindi con il mondo o, meglio, con la Natura,
unica realt che tutto comprende e nulla lascia al di fuori di s. Le sue
qualit strutturali sono gli attributi, e quindi una quantit infinita di
dimensioni, tra le quali luomo pu conoscere solamente lestensione,
o materia, e il pensiero, o coscienza. Estensione e pensiero sono
completamente eterogenei e di conseguenza non possono influenzarsi
a vicenda: pertanto non vi sar mai un corpo causa di unidea o
unidea causa di un corpo. Nonostante questo pur vero che a moti
corporei corrispondono idee e viceversa, poich il corpo laspetto
esteriore della mente e la mente laspetto esteriore del corpo. Si tratta
quindi di un ordine inteso come rapporto tra diversi aspetti di un unica
struttura unitaria, in cui pensiero ed estensione non sono sostanze
differenti ma attributi di ununica Sostanza, di una medesima realt.
Gli attributi sono poi costituiti a loro volta da modi, ovverossia
da concretizzazioni particolari; queste conretizzazioni possono
essere infinite, se sono propriet strutturali di un attributo,
oppure particolari, se coincidono con i singoli corpi o le singole idee.
Spinoza suddivide cos la Natura al suo interno in Natura naturans (o
natura naturante), intesa come causa primigenia delluniverso
(quindi Dio e i suoi attributi), e Natura naturata (o natura naturata),
intesa come linsieme dei suoi stessi effetti. qui evidente che
entrambi gli aspetti sono due facce della stessa medaglia, ovvero
lordine geometrico delluniverso.

La teoria dei gradi di conoscenza


La via alla somma beatitudine implica per Spinoza la definzione di
una teoria della conoscenza, al cui vertice star la contemplazione
filosofica del Dio-Natura. Questo stato di conoscenza totalizzante si
raggiunge mediante alcuni gradi successivi: la percezione sensibile, o
immaginazione (come quando ci basiamo sulle opinioni per sentito
dire o sullesperienza vaga); la ragione dimostrativa; la scienza
intuitiva delle cose e lamore di Dio.
- La percezione sensibile o immaginazione quella conoscenza di
primo grado che coglie la realt in maniera parziale. Si tratta
della conoscenza pre-scientifica, che non connette causalmente le
realt ma le percepisce isolatamente ed quindi errata per la sua
inadeguatezza e confusione nel rappresentare le cose. A questo
momento corrisponde, dal punto di vista etico, la schiavit delle
passioni, da cui luomo, non avendo ancora compreso le leggi che lo
governano, si lascia tiranneggiare.
- Le idee comuni fanno invece parte di quella conoscenza di secondo
grado che si basa sulla ragione e che conseguentemente fa uso delle
idee chiare e distinte espresse dalla scienza. La ragione dimostrativa
spinoziana connette gli enti e gli oggetti secondo rapporti causali e
necessariamente ordinati. Il suo corrispettivo etico la vita secondo
virt, in cui luomo padroneggia consapevolmente la propria condotta
sociale.
- La scienza intuitiva, che rappresenta lultimo gradino della
conoscenza, si fonda sullintellettoe coincide con la metafisica
stessa della filosofia spinoziana, ossia lintuizione dellUno nel
molteplice e del molteplice nellUno. La mente supera cos le
limitazioni del finito e dellimmaginazione, per interpretare il
molteplice alla luce dellintelletto come qualcosa di unitario,
necessario ed eterno. Lamore intellettuale di Dio sar cos la
conoscenza dellordine necessario, che costituisce la sostanza stessa
della divinit.

Le passioni e la libert umana


Centro delletica spinoziana la tesi della naturalit delluomo, che, in
opposizione allantropologia filosofica tradizionale, sottopone la specie
umana alle leggi delluniverso al pari di tutte le altre specie animali,
senza quindi costituirne uneccezione. Non essendo pi una creatura
privilegiata, luomo sottoposto a quelle regole delluniverso che sono
uniche e identiche per tutte le cose; alla base della morale, c per
Spinoza quella che viene definita conoscenza adeguata, ovvero
quella conoscenza che, implicando lidea di Dio, supera la sensibilit e
limmaginazione (che sono forme di conoscenza fallaci e parziali),
giunge alle propriet oggettive dei corpi, e non al modo e alle maniere
in cui noi li percepiamo.
Ogni comportamento umano deriva poi, nelletica spinoziana, da
uno sforzo di autoconservazione, o conatus, che ne costituisce
lessenza. Se riferito alla mente si parla di Volont, se riferito al corpo
di Appetito, che pu essere cosciente o incosciente. Quando lAppetito
cosciente diventa Cupidit, da cui seguono la Letizia, che si verifica
nel caso di affezione causata dal passaggio da una perfezione minore
a una maggiore, e la Tristezza, connessa invece al passaggio da una
perfezione superiore a una inferiore. Le passioni, o effetti secondari,
derivano da questi affetti primari, da cui muovono anche Bene e Male,
identificati da Spinoza in senso relativo come ci che giova e ci che
non giova al conatus di autoconservazione.
Lo sforzo di autoconservazione la comune legge di comportamento
degli esseri viventi e si compie nella ricerca dellutile individuale. Non
quindi possibile sfuggire al determinismo naturale neanche per
quanto riguarda la realizzazione personale; nonostante ci, Spinoza
riesce a conciliare libert e determinismo. In virt della ragione,
luomo pu manovrare lo sforzo di autoconservazione con idee chiare
e atti consapevoli. Quindi, posto che lazione umana sempre diretta
allutile, la scelta consiste nel valutare se agire per esso in modo
istintivo o in modo razionalesecondo una virt intesa come sforzo di
autoconservazione cosciente. Quella spinoziana insomma unidea di
libert inserita in ogni caso in un contesto deterministico. La ricerca
dellutile, in ogni caso, sempre sociale e collettiva, infatti per natura
luomo secondo ragione sar sempre spinto allunione e alla socialit.
Secondo Spinoza, infatti, i beni ricercati comunemente dalluomo sono
vani e lo sono per tre motivi:
- non colmano i bisogni profondi dellanimo;
- sono transeunti ed esteriori;
- generano inquietudine e incatenano la mente, pi che apportare
benefici.
Spinoza non condanna questa tipologia di beni in s, ma la loro
assolutizzazione, che porta ciascuno di noi a scambiarli per il bene
sommo della sua vita. In contrapposizione a questi ordini, lunico bene
che per il filosofo in grado di curare le inquietudini dellanimo
il metatemporale e il metafinito, che d una serenit ferma e sicura.
Infinito ed eterno si identificano quindi con il Cosmo e la serenit
suprema con lunione di mente e natura.
Per quanto concerne le passioni e lautocontrollo umano di esse,
Spinoza chiarisce da subito che esse non vanno condannate n
represse, ma comprese al pari di qualunque altra propriet umana
secondo una geometria delle emozioni mirata a individuare le leggi
che regolano la struttura emotiva delluomo. Lobiettivo quello di
identificare e rendere predominanti gli affetti e le emozioni positive, al
cui vertice sta la condizione di beatitudine e lamore intellettuale di
Dio (amor Dei intellectualis).

Stato e religione
Spinoza, in coerenza con gli assunti dellEtica, espone la sua teoria
dello Stato nel Trattato teologico-politico. La visione spinoziana parte
dal concetto di stato di natura, nel quale il diritto coincide e dipende
dalla potenza. Ovviamente un diritto di forzaimplica la guerra di tutti
contro tutti (come ipotizzato nel Leviatano di Hobbes) e il diritto
naturale di ciascuno reso fittizio da quello degli altri. Lassociazione
sgorga cos dallo stesso diritto di natura, che per la sua conformazione
spinge gli uomini a una socialit reciproca finalizzata alla
sopravvivenza. Lassociazione determina quindi un diritto pi
forte appartenente a un organo superiore che viene
chiamato Governo e con la cui azione pu sorgere il diritto comune.
Il diritto dello Stato limita il potere individuale senza annullare il diritto
naturale; infatti lunica differenza che intercorre tra stato di natura e
stato associativo che in questultimo c una garanzia di sicurezza
(originata proprio dalla cessione del diritto soggettivo al diritto
comune) che per non implica lassenza di una facolt di giudizio
individuale. Il limite di azione dello Stato dettato dalle leggi, a cui il
cittadino si sottomette secondo ragione. Bisogna infatti sottolineare
che - a differenza dellassolutismo di Thomas Hobbes - il filosofo
olandese concepisce lo Stato come finalizzato a garantire anzitutto la
libert dei cittadini, con particolare riferimento per la libert
despressione e di critica: uno stato tirannico avr meno possibilit di
sopravvivere di uno stato che persegue questi principi di utilit.
Strettamente connesso alla teoria politica spinoziana il suo concetto
di fede, definito sempre nel Trattato teologico-politico e frutto
dellinterpretazione filologia della Bibbia che caus a Spinoza non
pochi problemi con le autorit. Nellipotesi del filosofo, il testo sacro
insegna precetti di virt in merito alla vita pratica, ma non trasmette
insegnamenti di verit, rifiutando cos sia i precetti
dellauctoritas ortodossa sia le posizioni di chi interpreta
filosoficamente la Bibbia con la pretesa di rintracciarvi razionalmente
un significato recondito. Per tale via, la fede in SPinoza deve basarsi su
pochi concetti fondamentali (il primo ovviamente lesistenza di Dio,
dimostrata nellEtica) ed ha una finalit squisitamente
pratica: lobbedienza. Fede e filosofia non possono quindi ostacolarsi
tra loro, perch si occupano di ambiti diversi(appunto, lobbedienza e
al ricerca della verit), e quindi non ha nemmeno senso porre limiti
alla libera speculazione filosofica o alla libert di pensiero.

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