LA METAFISICA
IL METODO GEOMETRICO
Il capolavoro di spinosa, l'etica dimostrata secondo l'ordine geometrico è una sorta di
enciclopedia che tratta di diversi argomenti metafisici, psicologici, gnoseologici e morali. L'opera è
suddivisa in cinque parti, e il metodo seguito è quello di tipo geometrico, infatti si serve di un
procedimento che si scandisce secondo definizioni, assiomi, proposizioni (= quindi i teoremi) e
dimostrazioni, corollari (quindi delucidazioni)
Probabilmente scelse questo metodo geometrico perché:
- a quel tempo matematica e geometria erano la moda dell'epoca considerati
universalmente validi.
- Spinosa, ammiratore delle matematiche vedeva nell’utilizzo della geometria molta
precisone e sinteticità, nonché distacco emotivo nei confronti dell’argomento che viene
trattato
- Inoltre Spinoza considerava che la realtà aveva una struttura necessaria di tipo geometrico,
con tutte le cose concatenate tra di loro.
IL CONCETTO DI SOSTANZA
Il concetto fondamentale che spinoso utilizza per trarre le conclusioni riguardo al sapere
metafisico è quello di sostanza.
• La sostanza secondo la concezione tradizionale veniva intesa come forma (assenza necessaria di
una cosa) o sinolo (l’individuo concreto ed esistente in cui la sostanza è incarnata).
• Per Cartesio invece la sostanza prese figura di Dio, inteso come realtà originaria e
autosufficiente. Comunque il filosofo non era completamente fedele al suo pensiero, egli
affermava che la sostanza non aveva bisogno che di sé stessa per esistere invece si scopre che la
res extensa e la res cogitatas per esistere hanno bisogno di un'altra sostanza ovvero Dio. Spinoza
quindi si pone l'obiettivo di superare l'incoerenza di Cartesio e di dimostrare che la sostanza non
ha bisogno del concetto di un'altra cosa per esistere (= non può essere formata da un’altra cosa).
- La sostanza deve la propria esistenza unicamente a sé stessa, è quindi autosufficiente e
autossusistente.
- La sostanza è un concetto che per essere pensato non ha bisogno di altri concetti.
- La sostanza gode di totale autonomia ontologica e concettuale perché essendo una realtà non
presuppone l’esistenza di alcuna altra realtà.
ATTRIBUTI E MODI
Per chiarire la natura del rapporto tra Dio e il mondo, Spinoza ricorre ai concetti di “attributo” e
“modo”.
• Gli attributi (proprietà essenziali della sostanza) sono ciò che l'intelletto percepisce della
sostanza, ossia le qualità essenziali/strutturali della sostanza. Essendo la sostanza infinita anche i
suoi attributi saranno infiniti. Tuttavia di tutti gli infiniti volti della natura, l'uomo ne conosce
solamente due: l’estensione ed il pensiero ovvero la materia e la coscienza. Spinoza ha dedotto
gli infiniti attributi della sostanza prendendoli dalla definizione di essa ma ora deve scontrarsi con
l’esperienza e limitare quindi i 2 attributi che l’uomo conosce, da qui deriva la deduzione logia
degli attributi o deduzione empirica della loro dualità. Ora l’infinito viene filtrato dalla mente
finita dell’uomo. Il fatto di conoscere solamente due degli infiniti attributi crea una grande
difficoltà, perché l'uomo ne scorge solo una piccola parte? Questa è una domanda senza risposta.
• I modi sono invece le variazioni/modificazioni nella sostanza per mezzo del quale è concepita.
Sono quindi modificazioni accidentali della sostanza, o meglio, sono le manifestazioni o le
concretizzazioni particolari degli attributi, e si identificano con i singoli corpi con le loro singole
menti e con le loro idee. I modi esistono soltanto in virtù degli attributi della sostanza e identifica
due modi:
- I modi infiniti sono proprietà strutturali degli attributi stessi.
- I modi finiti sono gli esseri particolari, ovvero le manifestazioni particolari degli attributi legati tra
loro in una catena causale infinita.
NATURA NATURANTE E NATURA NATURATA: DIO COME CAUSA DEL MONDO
Ricapitolando: la Sostanza di Spinoza può essere paragonata a un oceano sconfinato ed eterno; gli
attributi, che ne costituiscono l'essenza, all'estensione acquatica; i modi infiniti (che sono le
proprietà permanenti degli attributi) al movimento incessante del mare; I modi finiti (che sono le
determinazioni particolari degli attributi) alle varie onde. Di conseguenza la natura è infinita ed
eterna, si manifesta in una infinità di dimensioni e si concretizza in un'infinità di maniere. Ora è
chiaro quanto afferma Spinoza, cioè tutto ciò che esiste o è un attributo di Dio, o è una
modificazione interna dei suoi attributi. Spinoza distingue la natura in natura naturante (Dio e i
suoi attributi sono considerati come causa) e la natura naturata (l’insieme dei modi considerati
come effetti) e giunge così alla conclusione che la natura è madre e figlia di sé stessa. Di
conseguenza: Dio non crea qualcosa di diverso da sé ma piuttosto si modifica e si esprime in
infiniti modi. Dio agisce seguendo le leggi della propria natura quindi non può scegliere se
produrre il mondo o meno, lo fa perché lui è libertà (assenza di costrizione) che insieme alla
necessità (azioni che dipendono dalle leggi della propria natura) coincidono. (guardare schema
pagina 273)
ETICA
ANALISI GEOMETRICA DELL’UOMO
Come si è già visto, in Spinoza l'amore della ricerca filosofica nasce dal desiderio di trovare quella
serenità e quella beatitudine dell'animo che le ricchezze, gli onori e i piaceri non sono in grado di
assicurare. Nell'Etica la riflessione metafisica risulta finalizzata alla riflessione morale intesa come
ars vivendi. L'opera si suddivide in tre ambiti tematici: 1 Dio; 2 La mente che conosce; 3 La libertà
dell'uomo dalle passioni. Questo libro affronta all’inizio una trattazione di teologia e ontologia, poi
è presente un’indagine gnoseologica e solo alla fine il tema moralistico della virtù e della felicità.
Spinoza spiega la tesi della naturalità dell’uomo togliendo ad esso lo statuto di creatura
“privilegiata” in base al principio che la “natura è sempre la medesima”, quindi le regole sono
uguali in tutta la natura. Le azioni umane obbediscono a regole fisse necessarie che possono
essere studiate con obiettività. L’atteggiamento più giusto nel confronto delle passioni non è
quello di deriderle ma di comprenderle. Sulla base di questi presupposti, Spinoza costruisce un
avere propria geometria delle emozioni con l'obiettivo di:
- Individuare le leggi che regolano la condotta pratica degli individui.
- Ricondurre la “schiavitù” dell'uomo alla “potenza delle passioni” e la “libertà” alla “potenza
dell’intelletto”.
GLI AFFETTI “PRIMARI”
Spinoza definisce quelli che noi chiamiamo “emozioni” o “passioni” con il termine “affetti” in
seguito gli distingue in due categorie:
• Le “azioni” per Spinoza sono gli affetti di cui siamo causa.
• Le “passioni” sono invece gli affetti che subiamo, di cui non siamo causa.
Per Spinoza l'essenza attuale della cosa stessa è lo sforzo di autoconservazione, che nell’uomo
corrisponde:
- Alla “volontà”, quando si riferisce alla mente sola.
- All’ “appetito", quando si riferisce alla mente e al corpo.
L'appetito quindi è la stessa essenza dell'uomo e quando egli è cosciente di ciò si chiama
“cupidità”
Dalla cupidità, o desiderio, seguono i primi e i più fondamentali degli affetti: la Letizia, che è
l'emozione connessa al passaggio della perfezione minore a una maggiore; la Tristezza che è
l'emozione connessa al passaggio da una perfezione maggiore a una minore.
La Cupidità, la Letizia e la Tristezza sono i tre affetti primari o fondamentali dai quali derivano
tutti gli altri affetti secondari, ovvero tutte le possibili passioni umane.
Dagli affetti primari nasce anche il bene e il male, che per Spinoza non sono entità ontologiche
assolute, ma qualità relative alla Cupidità. Infatti il bene giova allo sforzo di autoconservazione ed
è fonte di Letizia, mentre il male è ciò che nuoce ad esso ed è fonte di tristezza.
LA LIBERTà DI PENSIERO
Lo Stato non può privare gli uomini di tutti i loro diritti. Il diritto più importante è la facoltà di
pensare e di giudicare liberamente. L'autentico fine dello stato è l'esercizio della libertà. Spinoza
non ha altro scopo nella sua opera se non quella di garantire all'uomo la libertà delle passioni, la
libertà religiosa e la libertà politica.