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GALILEO GALILEI

Metodo Galileiano:
Galileo Galilei distingue nel metodo scientifico due elementi fondamentali: un elemento induttivo e uno
deduttivo. L’elemento induttivo comprende l’osservazione del fenomeno e la formulazione di un’ipotesi
capace di spiegarlo.
L’elemento deduttivo consiste nella verifica dell’ipotesi attraverso successivi esperimenti e nella formulazione
della legge.

Cannocchiale:

Il Sidereus Nuncius di Galileo Galilei è un breve trattato di astronomia pubblicato nel 1610, che rende conto
delle rivoluzionarie osservazioni e scoperte compiute con l’uso di un, perfezionato per l’occorrenza.

- Vi sono molte più stelle di quelle visibili a occhio nudo


- La galassia è composta da innumerevoli stelle
- Le nebulose sono insieme di stelle
- La luna ha una superficie simile a quella della terra
- Attorno a Giove ruotano 4 satelliti
- Le fasi di Venere
- L’anello di Saturno

Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo

Discorsi e dimostrazioni matematiche sopra a due nuove scienze

CARTESIO

Dubbio Metodico: afferma che noi mettiamo in dubbio le cose perché dobbiamo essere in grado di cogliere
la verità

Dubbio Scettico: afferma che noi dubitiamo di quello che sappiamo perché l’uomo non è in grado di conoscere
la verità

È un mezzo per la ricerca della verità, che lui ritrova nella geometria analitica (la scienza che riduce la realtà
a funzioni matematiche).

Regole che condurranno alla conoscenza vera di tutto

La prima regola è quella dell’evidenza, cioè non accogliere mai nessuna cosa come vera che non sia evidente.
Accogliere solo certezze come evidenti dall’intelletto. La seconda regola è la regola dell’analisi. Di fronte ad
un problema, un ostacolo, è necessari dividerlo per poi semplificare e giungere ad una conclusione. Dividere
e separare è il primo significato del metodo analitico. La terza regola impone, una volta diviso in parti semplici,
di procedere con ordine dal semplice stesso per poi risalire al più complesso. La quarta è la regola
dell’enumerazione degli elementi ricavati dall’analisi e revisione dei processi della sintesi

Nel dubbio metodico, tu dubiti e questa è l’unica certezza che hai. L’unica verità confermata dal dubbio
metodico è “Cogito, ergo sum” ovvero, “Penso, dunque sono”, un atto intuitivo grazie al quale percepisco la
mia esistenza in quanto pensante. La sostanza pensante è il pensiero in atto e il pensiero in atto è una realtà
pensante.
Le idee

Cogito è il luogo di una molteplicità di idee (essenza delle cose)

- Idee innate= che io ritrovo in me, nate assieme alla mia coscienza
- Idee avventizie= che mi vengono dal di fuori e mi rinviano a cose del tutto diverse da me
- Idee fattizie= costruite da me stesso
- Idea innata di Dio= l’idea di una sostanza infinita, eterna, immutabile. Ovviamente non posso esserne
io l’autore poiché io sono finito e non posso produrre l’idea di infinito. Anche perché io sono
imperfetto (ovvero dubito) perciò non posso avere da me l’idea di perfezione

Res cogitans e res extensa

Cartesio si chiede se c’è davvero un genio maligno che ci inganna. Ma Dio, essendo infinito, eterno,
immutabile, ma soprattutto perfetto, sicuramente ha anche la caratteristica della veridicità, non può quindi dire
il falso. Cartesio per dimostrare la sua esistenza, quella di Dio, e quella del mondo egli si rifà alla sostanza e
all’attributo. La sostanza, è un qualcosa che esiste, senza il bisogno di nessun’altra realtà, e viene applicata a
Dio, e a ciò che per esistere ha bisogno solo di Dio. Gli attributi, invece, non esistono da soli, ma solo in
relazione alla sostanza. Per Cartesio l’Io è una sostanza (finita), caratterizzata dal pensiero, che è un attributo,
quindi cosa pensante, res cogitans (anima). La materia è la sostanza (finita), caratterizzata dall’estensione, che
è l’attributo, quindi cosa estesa, res extensa (corpo). La realtà diventa quindi dualistica, ed è caratterizzata dal
pensiero e dall’estensione, la res cogitans è inestesa, consapevole e libera, la res extensa è spaziale,
inconsapevole e determinata. La res cogitans e la res extensa, sono però collegate tra loro, tramite la ghiandola
pineale (l’ipofisi), che si trova al centro del nostro cervello, e qui ha sede l’anima, ovvero il pensiero.

Valori da seguire per arrivare alla felicità

1. Obbedire alle leggi e ai costumi del proprio paese, accogliendo le opinioni comuni più moderate
2. Preservare nelle proprie decisioni con la maggior fermezza e risolutezza possibile
3. Cambiare sé stessi più che la fortuna
4. Impiegare la vita a coltivare la ragione e la conoscenza del vero

SPINOZA

La sostanza

Secondo Spinoza, la sostanza è ciò che esiste in sé e ciò che si concepisce di per sé. La sostanza è ciò che esiste
in sé perché esiste in sé stessa e basta. La sostanza è poi per Spinoza l’ente che è concepito di per sé, perché
la sostanza può essere pensata senza l’aiuto di un altro pensiero. L’idea della sostanza non presuppone
nessun’altra idea.

Gli attributi

La sostanza per Spinoza è unica e infinita, però possiede infiniti attributi, cioè infinite proprietà, ovvero “ciò
che il nostro intelletto concepisce della sostanza come costitutivo della sua essenza. La sostanza (cioè
l’universo, Dio) è unica, ma presenta più facce, più dimensioni. L’uomo, essendo limitato, conosce soltanto
due fra tutti gli infiniti attributi della sostanza: il pensiero e l’estensione. Pensiero ed estensione non sono
dunque, come pensava Cartesio, due sostanze, ma sono due attributi dell’unica sostanza divina.

I modi
Le singole anime, cioè le singole parti dell’unico attributo del pensiero, e i singoli corpi, cioè le singole parti
dell’unico attributo dell’estensione, sono definiti modi, cioè determinazioni particolari degli attributi. Dio, in
quanto sostanza, in quanto insieme degli attributi, è definito da Spinoza natura naturans, ovvero natura che dà
origine alle cose. I singoli modi, cioè le sue creature, sono, invece, natura naturata, natura prodotta.

Gradi di conoscenza

Spinoza condivide con Cartesio la fiducia nella ragione e nella corrispondenza tra l’ordo idearum (l’ordine dei
pensieri) e l’ordo rerum (l’ordine delle cose della realtà).

1) opinione e immaginazione, (conoscenza empirica-sensibile) legate alle sensazioni che non sono mai certe
ma hanno un'utilità pratica poichè sono le conoscenze più immediate.

2)la conoscenza intellegibile, è superiore rispetto all'opinione e ci permette di conoscere il mondo attraverso
la geometria, la matematica e la fisica. Però non è ancora la conoscenza suprema poichè per avere una visione
totale della conoscenza bisogna mettere tutto insieme e considerare l'universo come un tutt'uno caratterizzato
da questo Dio.

3)la conoscenza intuitiva (visione delle cose in Dio)

Lo Stato

Anche per Spinoza lo stato nasce dalla necessità degli uomini di superare lo stato di natura (una condizione
prepolitica dell’umanità). Perché il patto sia rispettato, così come voleva Hobbes, tutti devono rinunciare al
proprio personale potere e metterlo nelle mani di tutti. Ma il modello di stato di Spinoza è finalizzato alla
libertà e non al potere assoluto

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