L’universo, per Cartesio, è un’enorme macchina che non ha alcun bisogno di essere manovrata dal suo artefice, ma che
funziona perfettamente da sola, seguendo rigorosi rapporti di causa ed effetto.
Nel pensiero cartesiano, l’universo non ha bisogno di Dio in senso stretto, l’Onnipotente appare solo in veste di artefice
(visione puramente ipotetica).
Il metodo
Come introduzione a tre saggi scientifici, Cartesio fa precedere “il Discorso del metodo” in cui espone il metodo che ha
applicato alla risoluzione dei problemi esposti nelle opere scientifiche.
“l’applicazione delle giuste regole è più importante del puro ingegno”.
L’obbiettivo di queste regole, è il cogliere con chiarezza e distinzione ogni singola verità.
La morale provvisoria
Prima di applicare il metodo allo studio del pensiero, è indispensabile avere una sorta di preliminare linea di condotta
per la vita di tuti i giorni, le regole di comportamento provvisorie, ossia i tre precetti su cui ha impostato la propria vita.
1. Adottare le regole della società in cui si è nati e per essere ancora più sicuri, è giusto adottare delle opinioni più
moderate, così che nel caso si rivelassero sbagliate si discosterebbero da quelle corrette il meno possibile.
2. Una volta presa una decisione, questa debba essere portata a termine con la massima risolutezza, è meglio
sbagliare con convinzione piuttosto che fare la cosa giusta senza la dovuta decisione.
3. È preferibile cambiare se stessi piuttosto che il mondo, noi non abbiamo controllo sugli eventi ma possiamo
dominare le nostre passioni.
Cartesio ambiva al condurre una vita il più possibile serena, con la convinzione che l’uomo abbia grandi opportunità e
che possa esprimere il meglio di sé solo in un ambiente tranquillo.
Dubbio metodico
Un particolare atteggiamento per capire se le affermazioni siano vere, ma soprattutto se sia impossibile che queste siano
false.
Prima meditazione: bisogna eliminare tutto ciò che proviene dai sensi, poiché questi possono ingannare. I sensi non
sono abbastanza affidabili, per dare una salda fondazione alla conoscenza (sogni).
Potrebbe anche esistere un genio maligno, il quale potente e cattivissimo, potrebbe star dedicando tutta la sua vita ad
ingannarmi o farmi sbagliare.
Il genio maligno, però, non deve essere visto come Dio, accetta come buona quindi la tesi che Dio, essendo buono, non
voglia ingannarmi.
Se vogliamo quindi trovare qualcosa di cui siamo sicuramente certi, dovremmo trovare un’affermazione che possa
sfuggire anche al potere di questo ipotetico genio ingannatore.
Dualismo cartesiano, ossia la separazione tra res cogitans (sostanza pensante) e res extensa (sostanza estesa).
Filosofo razionalista
Egli ritiene che l’esperienza sia possibile solo grazie alle facoltà razionali del soggetto: se abbiamo delle certezze,
dobbiamo ottenerle non con i sensi, ma con delle altre facoltà, la ragione.
Per dimostrare l’esistenza di un’altra mente, bisogna dimostrare che un’idea innata rispetto al mio pensare, sia stata
pensata da un’altra mente che non sia la mia.
Se Dio è perfetto, non può in alcun modo ingannarmi, contrariamente all’ipotetico maligno genio ingannatore.
Tutto ciò che io intuisco, quindi, deve essere vero, perché in caso contrario Dio mi starebbe ingannando, le idee innate
derivano quindi dall’Onnipotente.
La res extensa
La fisica cartesiana non è deduttiva, ma parte dalle idee innate per trarre conclusioni sulla struttura della materia e del
cosmo.
La sostanza è quella realtà che non necessità di nient’altro per esistere, Dio è l’unica sostanza in senso assoluto. Tutte le
cose d Dio create, invece, sono sostanze ma in modo relativo, poiché non possono fare a meno dell’azione di Dio per
esistere.
Dio è la sostanza perfetta, increata ed assoluta
Il pensiero, la res cogitans, è la sostanza imperfetta creata da Dio caratterizzata dall’attributo “pensante”.
Il corpo, la res extensa, è la sostanza imperfetta creata da Dio, caratterizzata dall’attributo dell
“estensione”.
Per questo l’idea di dualismo, ossia una netta differenza tra sostanza spirituale e sostanza corporea.
Ogni mio sbaglio è colpa mia e l’errore deriva dall’infrazione del metodo.
La ghiandola pienale, secondo Cartesio, sarebbe collocata nella parte posteriore del cervello, unica e con la forma di una
pigna. Questa rappresentava il punto di contatto tra anima e corpo.
Le passioni dell’anima
Le passioni sono emozioni e sentimenti né chiari né distinti, sono diversi dalle idee ed indipendenti dalla volontà. Le
passioni avvengono ma devono essere regolate dalla ragione.
Passioni originarie, originate dal prevalere delle sensazioni esterne all’essere umano (gioia, odio, amore).
Passioni psicologiche, originate sia dalle sensazioni esterne e sia da quelle soggettive (paura, ira, disperazione).
Passioni morali, generate dal libero arbitrio (generosità o avarizia).
SPINOZA
La sostanza
Cartesio aveva individuato tre tipi di sostanza: res cogitans, res extensa e Dio, sul concetto delle tre sostanze di Cartesio
però, Spinoza aveva dei dubbi.
Definizione sostanza: la sostanza è qualcosa che può essere spiegato e conosciuto solamente facendo riferimento alla
sostanza stessa, la sostanza deve essere quindi anche causa di sé stessa, sostanza e causa coincidono.
Panteismo, secondo Spinoza la realtà, l’universo, la natura e Dio sono la sessa cosa
La sostanza è causa sui, ossia causa di sé stessa, poiché se ci fosse una causa diversa a darle esistenza, non ci sarebbe
più sostanza. Inoltre la sostanza non può essere finita, poiché troverebbe limite in un’altra sostanza e non sarebbe più
causa sui.
La sostanza è quindi causa sui, eterna, unica ed indivisibile.
Quindi può esistere una sola sostanze e queste deve essere Dio; il problema dell’esistenza non si pone, poiché
riprendendo il discorso ontologico di Anselmo e Cartesio, Dio deve necessariamente esistere.
Dio è l’unica sostanza, perché se esistessero altre sostanze dovrebbero essere concepite per mezzo di tali predicati, ma
allora non sarebbero sostanze perché non concepite per sé stesse ma per mezzo di qualcos’altro.
L’intera realtà esiste quindi in Dio, lui è causa immanente e coincide con la natura stessa.
Niente può esistere al di fuori di Dio, poiché se qualcos’altro esistesse, significherebbe limitare Dio.
Definizione attributo: ciò che l’intelletto percepisce della sostanza come costituente la sua stessa essenza.
Gli attributi sono quello che la mente percepisce della sostanza, quindi di Dio; dal momento che tale natura divina è
infinita, anche gli attributi sono infiniti.
Per Spinoza, l’essere umano può conoscere solo due attributi: l’estensione ed il pensiero, che non devono essere visti
come sostanze separate come nel caso di Cartesio, ma come attributi della divinità; sono caratteristiche di Dio.
I modi
Tutto ciò che vediamo e di cui possiamo avere esperienza, sono i “modi” della divinità, ossia una maniera in cui un
attributo può manifestarsi.
Modi infiniti, derivano direttamente dall’attributo (movimento, universo e l’amore infinito)
Modi finiti, rappresentano le singole manifestazioni di un dato modo infinito