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CARTESIO

La fisica e la concezione del cosmo


La fisica di Cartesio si basa su due principi:
 Una certa concezione del movimento, secondo la quale ogni corpo mantiene il suo stato finché non viene
urtato da un altro corpo, un corpo non può trasmettere o sottrarre movimento all’altro senza perderne o
acquistarne ed il corpo tende a muoversi in linea retta.
 La non esistenza del vuoto, ammette l’esistenza di una materia originaria, l’etere, che riempie l’intero universo
e nella quale i corpi si muovono ed agiscono.

“teoria dei vortici” tutti i pianeti ruotano vorticosamente intorno al sole.

L’universo, per Cartesio, è un’enorme macchina che non ha alcun bisogno di essere manovrata dal suo artefice, ma che
funziona perfettamente da sola, seguendo rigorosi rapporti di causa ed effetto.
Nel pensiero cartesiano, l’universo non ha bisogno di Dio in senso stretto, l’Onnipotente appare solo in veste di artefice
(visione puramente ipotetica).

Il metodo
Come introduzione a tre saggi scientifici, Cartesio fa precedere “il Discorso del metodo” in cui espone il metodo che ha
applicato alla risoluzione dei problemi esposti nelle opere scientifiche.
“l’applicazione delle giuste regole è più importante del puro ingegno”.

Le quattro regole del suo metodo:


 L’evidenza, non cogliere come vero nessuna cosa che non sia evidentemente tale;
 L’analisi, dividere i problemi complessi in tanti problemi semplici;
 Sintesi, ricomponendo gli elementi più semplici precedentemente ottenuti;
 Enumerazione, la fase di controllo.

L’obbiettivo di queste regole, è il cogliere con chiarezza e distinzione ogni singola verità.

La morale provvisoria
Prima di applicare il metodo allo studio del pensiero, è indispensabile avere una sorta di preliminare linea di condotta
per la vita di tuti i giorni, le regole di comportamento provvisorie, ossia i tre precetti su cui ha impostato la propria vita.
1. Adottare le regole della società in cui si è nati e per essere ancora più sicuri, è giusto adottare delle opinioni più
moderate, così che nel caso si rivelassero sbagliate si discosterebbero da quelle corrette il meno possibile.
2. Una volta presa una decisione, questa debba essere portata a termine con la massima risolutezza, è meglio
sbagliare con convinzione piuttosto che fare la cosa giusta senza la dovuta decisione.
3. È preferibile cambiare se stessi piuttosto che il mondo, noi non abbiamo controllo sugli eventi ma possiamo
dominare le nostre passioni.

Cartesio ambiva al condurre una vita il più possibile serena, con la convinzione che l’uomo abbia grandi opportunità e
che possa esprimere il meglio di sé solo in un ambiente tranquillo.

Dubbio metodico
Un particolare atteggiamento per capire se le affermazioni siano vere, ma soprattutto se sia impossibile che queste siano
false.

Prima meditazione: bisogna eliminare tutto ciò che proviene dai sensi, poiché questi possono ingannare. I sensi non
sono abbastanza affidabili, per dare una salda fondazione alla conoscenza (sogni).
Potrebbe anche esistere un genio maligno, il quale potente e cattivissimo, potrebbe star dedicando tutta la sua vita ad
ingannarmi o farmi sbagliare.

Il genio maligno, però, non deve essere visto come Dio, accetta come buona quindi la tesi che Dio, essendo buono, non
voglia ingannarmi.
Se vogliamo quindi trovare qualcosa di cui siamo sicuramente certi, dovremmo trovare un’affermazione che possa
sfuggire anche al potere di questo ipotetico genio ingannatore.

Cogito ergo sum: posso dubitare della mia stessa esistenza?


Seconda meditazione: dubbio iperbolico e l’unico fatto che rimane indubitabile, ossia la mia esistenza come essere
pensante.
Se ci sono i dubbi, allora, deve esserci qualcuno che dubita, ovvero io stesso. Si può dubitare di tutto, ma risulta
impossibile dubitare del fatto che si stia dubitando “penso dunque sono”.

Che cosa sono?


Posso dubitare di avere un corpo e dei sensi, ma non di essere pensante, quindi io individuo devo essere considerato
come cosa che pensa, ossia “res cogitans”.

Dualismo cartesiano, ossia la separazione tra res cogitans (sostanza pensante) e res extensa (sostanza estesa).

Filosofo razionalista
Egli ritiene che l’esperienza sia possibile solo grazie alle facoltà razionali del soggetto: se abbiamo delle certezze,
dobbiamo ottenerle non con i sensi, ma con delle altre facoltà, la ragione.

Come posso essere certo dell’esistenza delle altre menti?


Cartesio non dimostra l’esistenza degli esseri umani, ha solamente dimostrato l’esistenza di una mente pensante, ossia
la sua. Il resto potrebbe essere un’illusione.

Tre tipi di idee:


 Le idee avventizie, provenienti da una presunta realtà esterna, causate quindi dagli oggetti.
 Le idee fattizie, create coscientemente dagli esseri umani, quindi del tutto arbitrarie (quando con la mente
immagino una chimera, ossia corpo di capra e testa di leone).
 Le idee innate, che derivano dal puro e semplice pensare.

Per dimostrare l’esistenza di un’altra mente, bisogna dimostrare che un’idea innata rispetto al mio pensare, sia stata
pensata da un’altra mente che non sia la mia.

Dio e l’idea di Dio


Io possiedo l’idea di perfezione, sennò non potrei rendermi conto della mia imperfezione, ed io non posso essere di
certo il creatore della mia idea di perfezione, poiché una causa non può mai essere più perfetta del suo effetto.
Questa idea proviene quindi da Dio, essere onnipotente, in grado di far nascere in me l’idea della perfezione.
Come potrebbe esistere un essere imperfetto che ha l’idea di perfezione, senza essere stato creato da un essere perfetto.
 Quindi dio è il creatore della mia idea di perfezione ed il mio creatore.

Se Dio è perfetto, non può in alcun modo ingannarmi, contrariamente all’ipotetico maligno genio ingannatore.
Tutto ciò che io intuisco, quindi, deve essere vero, perché in caso contrario Dio mi starebbe ingannando, le idee innate
derivano quindi dall’Onnipotente.

La res extensa
La fisica cartesiana non è deduttiva, ma parte dalle idee innate per trarre conclusioni sulla struttura della materia e del
cosmo.

La sostanza è quella realtà che non necessità di nient’altro per esistere, Dio è l’unica sostanza in senso assoluto. Tutte le
cose d Dio create, invece, sono sostanze ma in modo relativo, poiché non possono fare a meno dell’azione di Dio per
esistere.
 Dio è la sostanza perfetta, increata ed assoluta
 Il pensiero, la res cogitans, è la sostanza imperfetta creata da Dio caratterizzata dall’attributo “pensante”.
 Il corpo, la res extensa, è la sostanza imperfetta creata da Dio, caratterizzata dall’attributo dell
 “estensione”.
Per questo l’idea di dualismo, ossia una netta differenza tra sostanza spirituale e sostanza corporea.

Se Dio non inganna perché sbagliamo?


Ogni volta che giungo alla verità, lo faccio grazie alle idee innate chiare e distinte presenti nella mia mente; il merito di
ogni affermazione vera va a Dio.
Dio ci da il libero arbitrio, quindi siamo liberi di scegliere tutto ciò che vogliamo, qualunque cosa sia.

 Ogni mio sbaglio è colpa mia e l’errore deriva dall’infrazione del metodo.

C’è bisogno di un’anima per spiegare la vita?


La mente, ossia lo spirito e l’anima, devono esistere necessariamente, mentre la materia potrebbe benissimo non
esistere.
La mente è semplice, mentre il corpo complesso, ossia non ha parti: potremmo togliere una mano od un occhi ad un
copro, ma non potremmo alla stessa maniera togliere l’intelletto o la volontà da una mente, senza distruggerla
completamente.

Tre funzioni dell’anima


 Funzione vegetativa
 Funzione appetitiva
 Funzione razionale

Per Cartesio però esisteva solo l’anima intellegibile.

Anima e corpo sono distinti, come fanno ad influenzarsi a viceversa?


Come fa l’anima a muovere il corpo e come può il corpo agire sull’anima?
Se l’anima era totalmente distaccata dal corpo, com’è che le due potevano interagire: ghiandola pienale.
Se il corpo viene danneggiato, io provo dolore.

La ghiandola pienale, secondo Cartesio, sarebbe collocata nella parte posteriore del cervello, unica e con la forma di una
pigna. Questa rappresentava il punto di contatto tra anima e corpo.

Le passioni dell’anima
Le passioni sono emozioni e sentimenti né chiari né distinti, sono diversi dalle idee ed indipendenti dalla volontà. Le
passioni avvengono ma devono essere regolate dalla ragione.
 Passioni originarie, originate dal prevalere delle sensazioni esterne all’essere umano (gioia, odio, amore).
 Passioni psicologiche, originate sia dalle sensazioni esterne e sia da quelle soggettive (paura, ira, disperazione).
 Passioni morali, generate dal libero arbitrio (generosità o avarizia).

L’anima non è completamente dominata dalle passioni, può agire su di esse.

SPINOZA

La sostanza
Cartesio aveva individuato tre tipi di sostanza: res cogitans, res extensa e Dio, sul concetto delle tre sostanze di Cartesio
però, Spinoza aveva dei dubbi.

Definizione sostanza: la sostanza è qualcosa che può essere spiegato e conosciuto solamente facendo riferimento alla
sostanza stessa, la sostanza deve essere quindi anche causa di sé stessa, sostanza e causa coincidono.

 Panteismo, secondo Spinoza la realtà, l’universo, la natura e Dio sono la sessa cosa

La sostanza è causa sui, ossia causa di sé stessa, poiché se ci fosse una causa diversa a darle esistenza, non ci sarebbe
più sostanza. Inoltre la sostanza non può essere finita, poiché troverebbe limite in un’altra sostanza e non sarebbe più
causa sui.
 La sostanza è quindi causa sui, eterna, unica ed indivisibile.
Quindi può esistere una sola sostanze e queste deve essere Dio; il problema dell’esistenza non si pone, poiché
riprendendo il discorso ontologico di Anselmo e Cartesio, Dio deve necessariamente esistere.

Dio è l’unica sostanza, perché se esistessero altre sostanze dovrebbero essere concepite per mezzo di tali predicati, ma
allora non sarebbero sostanze perché non concepite per sé stesse ma per mezzo di qualcos’altro.

L’intera realtà esiste quindi in Dio, lui è causa immanente e coincide con la natura stessa.
 Niente può esistere al di fuori di Dio, poiché se qualcos’altro esistesse, significherebbe limitare Dio.

Definizione attributo: ciò che l’intelletto percepisce della sostanza come costituente la sua stessa essenza.
Gli attributi sono quello che la mente percepisce della sostanza, quindi di Dio; dal momento che tale natura divina è
infinita, anche gli attributi sono infiniti.

Per Spinoza, l’essere umano può conoscere solo due attributi: l’estensione ed il pensiero, che non devono essere visti
come sostanze separate come nel caso di Cartesio, ma come attributi della divinità; sono caratteristiche di Dio.
I modi
Tutto ciò che vediamo e di cui possiamo avere esperienza, sono i “modi” della divinità, ossia una maniera in cui un
attributo può manifestarsi.
 Modi infiniti, derivano direttamente dall’attributo (movimento, universo e l’amore infinito)
 Modi finiti, rappresentano le singole manifestazioni di un dato modo infinito

La natura e Dio sono la stessa cosa?


È assurdo pensare che Dio abbia creato le cose con un atto di volontà, ovvero che Dio abbia qualche fine esterno a se
stesso, poiché ciò vorrebbe dire che sta cercando di ottenere qualcosa che gli manca, ma tutto ciò che non è Dio non può
esistere.
 Natura naturans “natura naturante” la natura che crea la natura (dio)
 Natura naturata “la natura che è stata creata” (somma degli attributi)

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