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Cartesio segna la svolta tra Rinascimento ed età Moderna , i temi

propri de l Rinascimento diventano , in Cartesio , termini di una nuova


problematica che vede coinvolti l’uomo come soggetto e il mondo
oggettivo .
Egli è anche fondatore del razionalismo , corrente filosofica che vede nella
ragione il fondamento di verità e lo strumento per elaborare una nuova
visione del mondo.
IL METODO: Il suo problema nasce dalla sensazione di disorientamento
che egli prova una volta uscito dalla scuola gesuitica di La Fleche . Capisce
che tutte le conoscenze assimilate sono inutili in assenza di un criterio che
permetta di distinguere il vero dal falso .
L'orientamento, il criterio,il metodo che egli ricerca è sia teoretico che
pratico : deve essere una guida per l'uomo nel mondo, ossia deve condurre a
una filosofia non più solo speculativa , ma pratica , che consenta all'uomo di
rendersi padrone della natu- ra . Questa forma di sapere , secondo Cartesio
, potrebbe condurre gli uomini ad essere esenti da svariate malattie del
corpo e dello spirito ,e persino dalla vecchiaia . Il metodo deve essere un
criterio unico e semplice di orientamento che serva all'uomo in ogni campo
teoretico e pratico e che abbia come ultimo fine il vantaggio dell ' uomo nel
mondo . Per Cartesio la saggezza umana è una sola qualsiasi sia il campo a
cui essa si applica , e uno è l' uomo nelle sua varie attività . Nel formulare i l
metodo egli si avvale della matematica , supponendo che tutto ciò che l'
uomo conosce segua nello stesso modo: la matematica quindi possiede già i
l metodo , ma non basta solo pren- dere coscienza di questo metodo , ma si
tratta anche d i giustificarlo e di giustificarne la sua universale
applicazione , riconducendolo all' uomo come soggetto pensante o ragione .
I l compito di Cartesio inizia con la giustificazione (o fondazione) delle
regole metodiche , perché solo essa può consentire la loro applicazione a
tutti i campi del sapere . Cartesio doveva quindi : 1) Formulare le regole del
metodo tenendo presente la loro radice matematica ; 2) Giustificare
metafisicamente il loro valore assoluto e universale ; 3) Dimostrare l'utilità
del metodo nelle varie branche del sapere . 
Nella II parte del Discorso formula le quattro regole :
1) Evidenza : non accettare mai per vero ciò che non lo è con evidenza , e
non presumere nei propri giudizi ciò che non si desume in maniera chiara e
distinta , cioè accogliere solo che sia impossibile da mettere in dubbio .
2) Ana l i s i : scindere le difficoltà da esaminare in più parti possibili , i n
modo che sia sempre più semplice risolverle .
3) Sin t e s i : ordinare i propri pensieri dal più semplice ai più complessi ,
supponendo un ordine anche tra gli oggetti apparentemente disarmonici
tra loro .
4) Enumerazione e Revisione : enumerare tutti gli elementi dell ' analisi , e
rivedere tutti i passaggi della sintesi , per essere sicuri di non omettere
nulla.
La matematizzazione di queste regole , però , non ne offre la loro
giustifica-zione , perché esse potrebbero essere valide solamente in campo
matematico . Cartesio doveva ancora ricondurle all 'uomo come
soggettività o ragione .
IL DUBBIO E IL "COGITO ERGO SUM": Trovare il fondamento del
metodo è possibile solo con una critica radicale di tutto i l sapere già
dato:bi-sogna dubitare di tutto e considerare falso tutto ciò su cui il
dubbio è possibile. Se si giungerà a un principio su cui non è possibile
dubitare, allora esso si dovrà assumere come fondamento di tutte le altre
conoscenze , fondamento su cui si giustificherà il metodo Cartesiano (da
cui il nome di dubbio metodico). Cartesio crede che sia possibile dubitare
su qualsiasi forma di conoscenza , e perciò lo si deve fare riguardo tutte le
conoscenze sensibili(dato che i sensi tal- volta ci ingannano lo potrebbero
fare sempre : basti pensare che durante i sogni si hanno conoscenze
verosimili che non per questo sono vere ) e persino sulla conoscenza
matematica , la cui certezza può essere illusoria . Finché non si sa nulla
sulla nostra origine si può sempre supporre che siamo stati creati da un
genio malvagio che ci fa credere per chiaro ed evidente ciò che è falso a
assurdo . Così il dubbio si estende a ogni cosa e diventa assoluto e
universale : i l dubbio iperbolico . Ma è proprio in questo dubbio che nasce
una prima cer- tezza : per ammettere di poter essere ingannato io debbo
esistere , cioè devo essere qualcosa , e non nulla . La proposizione io esisto
è quindi vera , perché è giustificata dal dubbio : solo chi esiste può
dubitare . Ma siccome non posso di- re di esistere come corpo (perché non
sono certo sull ' esistenza dei corpi ) , non posso che esistere perlomeno
come una cosa che dubita , cioè che pensa . La certezza della mia esistenza
concerne le determinazioni del mio pensiero , come prima cosa il pensare
in sé . Quindi io esisto equivale a io sono un sogget- to pensante : spirito ,
intelletto o ragione . La mia esistenza come soggetto pensante non può
esser messa in dubbio : si può dubitare che quella cosa a cui io sto
pensando esista , ma non si può dubitare che esista io , che penso a quella
cosa . Su questa certezza si deve fondare ogni altra conoscenza .
Le discussioni intorno al "cogito " : Alcuni dei suoi
contemporanei hanno accusato Cartesio di "circolo vizioso" : se i l "
cogito " viene accettato in virtù della sua evidenza , essa è per forza
antecedente al "cog i t o “, ma come si può allora giustificarla in virtù
del "cogito " stesso? Car te s i o a questo risponde che il cogito non
risulta evidente perché con forme alla prima regola , ma esso è la stessa
autoevidenza esistenziale che il soggetto ha di se medesimo. Gassendi
ridusse invece il cogito a un sillogismo: "Tutto ciò che pensa esiste . Io
Penso , dunque es i s t o " , ma ciò cade sotto il dubbio del genio
maligno , a lui Cartesio rispose che i l cogito non è un ragionamento ma
un'intuizione immediata della mente . Hobbes , infine , dà ragione a
Cartesio nel fatto che io penso quindi esisto , ma trova una presunzione
il come io esista secondo il Francese : anima e spir i t o . Sarebbe come
d i r e : " Io sto passeggiando quindi sono una passeggiata " , i l quid o
la x che pensa , la sostanza dell ' atto che è i l pens ie r o , potreb- be
essere materiale (cervello o corpo ) . Cartesio replica che 1) Il pensiero,
in quanto avviene sempre , è essenziale per l 'uomo ; 2) I l pensiero può
indicare l ' atto del pensiero , la facoltà del pensiero o anche la sostanza
o la cosa con cui questa facoltà si identifica : in quest ' ultimo caso si
può parlare d i sostanza pensante la cui essenza è i l pensiero stesso .
DIO COME GIUSTIFICAZIONE METAFISICA DELLE
CERTEZZE UMANE: Il cogito mi rende sicuro sulla mia esistenza ,
ma non sulle altre esistenze ed evidenze , sulle quali è sempre valida l
'ipotesi del genio maligno . Io sono un essere pensante che ha idee ( le
idee sono intese come l ' oggetto del pensiero ) , e sono sicuro che esse
esistono perché fanno parte di me, ma non posso sapere se esse hanno
anche un riscontro nella realtà : non so se alle mie idee corrisponde
qualcosa nella realtà .
Cartesio divide le idee i n tre categorie : le idee innate , che mi
sembrano innate in me e alle quali appartiene la capacità di pensare e
di avere i dee ; le idee avventizie , che mi sembra vengano da fuori di
me, e comprendono le idee delle cose naturali ; e le idee fattizie ,
formate o trovate da me stesso , chimeriche o inventate . Per scoprire
se a queste idee corrisponde qualcosa nella realtà bisogna chiedersi la
loro causa.
Le idee sulla natura o sull ' uomo possono esser prodotte da me, perché
non contengono nulla di perfetto che non abbia anche io . Ma per
quanto riguarda l ' idea di Dio , essa non può venir da me, perché io
sono privo della perfezione che quella idea rappresenta (e la causa di
una idea deve sempre avere i l suo stesso grado di perfezione ) : la
causa di un ' idea di sostanza infinita deve essere una sostanza i n f i n i
t a , ammessa come es i s t e n t e . Questa è la prima prova de l l '
esistenza di Dio . Secondo : i o sono finito ed imperfetto , i n f a t t i dub
i t o , ma se fossi io stesso la causa di me stesso mi sarei dato tutte le
perfezioni che reputavo necessarie , contemplate nell ' idea di Dio . È
logico che non può avermi creato che Dio , il quale mi ha creato finito
pur dandomi l ' idea del l ' i n f i n i t o . La ter z a prova de l l ' e s i s t e
n z a d i Dio è una dimostrazione ontologica : non è possibile concepire
Dio come Essere sovranamente perfetto senza ammettere la sua
esistenza , essa è una delle sue perfezioni necessarie . L 'esistenza di
Dio è richiesta dalla durata della mia esistenza : tutto ciò che non ha
causa in se stesso finirebbe di esistere se cessasse di esistere la causa
che lo crea continuamente : la creazione è continua , quindi Dio esiste .
In Dio trova la sua garanzia l 'evidenza . Dio non mi può ingannare ; il
giudizio , se ben adoperato , non può indurmi in errore ; quindi tutto
ciò che appare chiaro ed evidente deve essere vero , perché Dio lo
garantisce . Dio è i l terzo termine , che ci permette di passare dalla
certezza del nostro io alla certezza delle altre evidenze . L'errore
dipende dalla compenetrazione di intelletto e volontà. L ' intelletto è
limitato (difatti ne possiamo pensare ad uno più esteso : quello i Dio ) ,
la volontà umana invece è illimitata e consiste nell ' operare delle scelte
sia sulle cose che l 'intelletto vede in modo chiaro e d i s t i n t o , sia
sulle cose non abbastanza chiare o distinte . Quando la volontà agisce
sulle cose poco chiare , potrebbe azzeccare per caso , o potrebbe
affermare ciò che non è vero . L'errore quindi non c i sarebbe se io
dessi i l mio giudizio solo sulle cose chiare e distinte , esso dipende
dunque dal libero arbitrio che Dio ha fornito all ' uomo e si può evitare
attenendosi alla prima regola del metodo .
L 'evidenza , avendo ottenuta ogni garanzia , consente di eliminare il
dubbio che è stato avanzato in principio sulla realtà delle cose corporee
. L ' idea delle cose corporee fuori di me non può essere ingannevole ,
queste cose corporee corrispondenti alle mie idee quindi esistono . Le
critiche alla concezione cartesiana di Dio : Anche il discorso su Dio è
stato accusato di "circolo vizioso" : Cartesio giustifica Dio con l '
evidenza e l ' e v i d e n za con Dio , ma anche d i "presunzione metaf i s
i c a " : usa Dio per g ius t i f i c a r e ciò che ritiene già vero prima e
indipendentemente da Dio , l ' e v i d e n za , rendendo la sua funzione
nella conoscenza inutile o pleonastica : pretende di giustificare
evidenze già ammesse i n quanto tal . Siccome afferma anche che Dio
non è garante della verità in sé ma della sua permanenza , rischia di
dogmatizzare ed eternizzare le verità umane, scontrandosi con la
rivoluzione sc i en t i f i c a . Inoltre le tre prove sono piuttosto fragili :
le prime due si fondano sul presupposto della non- derivabilità
empirica del concetto di perfezione assoluta , e la terza riprende in
sostanza l ' argomento ontologico, non così incontrovertibile .
IL DUALISMO CARTESIANO: Accanto alla sostanza pensante se
ne deve ammettere una corporea , estesa , che non possiede tutte le
qualità che noi percepiamo di essa . Tutte le sue determinazioni
quantitative sono sicu- ramente sue qualità reali , ma il colore , i l
sapore , l 'odore ecc . non esisto- no nella realtà così come le
percepiamo noi . È cosi che Cartesio divide la realtà in due zone
distinte : res cogitans , inestesa , consapevole e li- bera ; e res extensa ,
spaziale , inconsapevole e determinata . Ma spiegare i l rapporto
scambievole tra queste due sostanze , ossia la relazione tra anima e
corpo , non è facile per il Filosofo . Egli si riconduce sempre alla
ghiandola pineale , che essendo l ' unica zona del cervello a non essere
doppia , potreb be riunire la totalità delle sensazioni che provengono
dagli organi di senso , che sono tutti doppi . Ma questa soluzione è
pseudofilosofica e non risolve il problema .
IL MONDO FISICO E LA GEOMETRIA: I l meccanicismo
Cartesiano , sulla base della divisione tra res cogitans e res extensa ,
incise profonda- mente sulla mentalità scientifica del tempo , e i l suo
sistema riscosse tal- mente successo da rivaleggiare con quello
Newtoniano . Però l'interesse metodologico e i l desiderio di creare un
sistema fisico omnicomprensivo di stolsero Cartesio dall ' indagine
accurata dei fenomeni e lo indussero a sommarie generalizzazioni .
Meccanicismo significa determinismo, ciò significa che qualsiasi
spontaneità o casualità della natura non erano ammesse. Nel momento
in cui la fisica assume una struttura matematica , la necessità oggettiva
diventa logico - matematica , fondata sul pensiero: infatti , assunta un'
ipotesi , si può dedurre l 'andamento di un fenomeno
matematicamente . Oggi sappiamo che la deduzione esplicita ciò che è
implicito nell ' ipotesi , ma in Cartesio il successo del metodo deduttivo
creava l ' illusione che l ' evidenza soggetti va delle argomentazioni
fosse garanzia della loro corrispondenza con la realtà , ed è per questo
che egli spesso attua un salto dall ' ordine logico a quello ontologico ,
senza conferma sperimentale , così come desideravano i razionalisti .È
una forma di apriorismo Cartesiano . Per lui anche la res extensa si
giustifica nella nostra idea di spazio , è ovvio così che dalla nostra
esperienza possiamo considerare oggettive quelle qualità che possono
esse retrattate geometricamente , mentre le altre proprietà sono
soggettive . La geometria è quindi l ' unica scienza fisica . La geometria
analitica : La Geometria è la parte più importante del Discorso su l
Metodo ed è l 'atto di nascita della geometria ana l i t i c a . Cartesio è
consapevole dell ' unità delle diverse scienze matematiche , e ritiene
quindi possibile unificare la geometria degli antichi con l 'algebra dei
moderni . Ma per far ciò crede che sia necessaria una revisione di
entrambe le scienze . La geometria antica ha il difetto del procedere per
episodi , ed essere legata a delle dimostrazioni necessarie , non r i e s ce
a cogliere i rapporti nella loro universalità ed a elelevarsi ad un livello
di generalità necessario ad un ' impostazione sistemati ca della
scienza . Invece l ' algebra moderna è un 'arte confusa e oscura , usa
simboli inadeguati ed è suddita della geometria .
Cartesio riordina la simbologia algebrica e leva la sua geometrizzazione
, rendendo questa scienza idonea a riprodurre la geometria , che a sua
volta si offre come strumento dichiarificazione dell ' algebra . Il
numero e la forma diventano traducibili l ' uno nel l ' a l t r a .
L’operazione per Cartesio richiede l ' assunzione di un'unità di misura ,
che traduca il numero in dis- tanza , e di una coppia di linee
fondamentali , gli assi car t e s i a n i , prese come riferimento . Gli
elementi geometrici ( l i nee , punti , curve ) si possono cosi identificare
sugli assi tramite procedimenti algebrici .
LA FISICA: Nelle opere di fisica di Cartesio stupisce la quasi assenza
della matematica , ma ciò non è una contraddizione perché a lui non
interessa svolgere la matematica , ma fornire della realtà un '
interpretazione matematizzabile . La fisica cartesiana vuole ricondurre
tutti i fenomeni del mondo all 'estensione e al moto, entrambi originati
da Dio , che gli ha poi forniti alla res extensa : due principi di
conservazione de l moto e della materia deducibili dall ' immutabilità
di Dio (se Dio è immutabile lo è anche ciò che Egli crea) . Altri
interventi di Dio nel mondo non sono necessari , come disse Pascal , al
Dio Cartesiano basta dare il primo calcio al mondo. Se la materia si
identifica con lo spazio allora : 1) cos ì come è infinito lo spazio
euclideo lo è anche la res extensa ; 2) Dato che lo spazio euclideo è
infinitamente divisibile la materia non può essere formata di atomi ; 3)
Lo spazio è continuo , quindi non può esistere il vuoto, l 'estensione
non può esistere senza qualcosa cui inerire ; 4) Le qua l i t à che noi
diamo alla materia oltre l ' estensione sono soggettive perché lo spazio
è qualitativamente indifferenziato . I l motore del mondo è l'iniziale
quantità di moto, che si distribuisce fra i corpi tramite gli urti . Per
Cartesio viene quindi bandita ogni forza attrattiva , repulsiva ,a
distanza , magnetica, elettrica , gravitazionale ecc . , perché Egli non
crede che un corpo possa esercitare un'azione dove non è.
Solo due leggi dominano l 'u n i v e r s o per Cartesio:il principio di
inerzia e i l principio della conservazione della quantità di moto . Ci
sono delle diffi coltà però che derivano dalla riduzione della fisica alla
geometria . Non è facile concepire il movimento in uno spazio
perfettamente omogeneo e indifferenziato , quindi Cartesio conclude
che esistano frammenti di spazio che si muovono rispetto ad altri , ma
non si capisce come si possa notare i l moto se lo spazio è uniforme .
Inoltre questo moto diverrebbe origine della disomogeneità della res
extensa che a noi si manifesta sotto forma liquida , solida , aeriforme o
come etere . I diversi aspetti che assume per noi la res extensa
dipendono dalla condizione inerziale dei frammenti di spazio : coerenza
e durezza sono effetto della condizione inerziale del corpo (non vi sono
moti all ' interno del corpo) . Cartesio non può appellarsi ad una forza
per spiegare la coesione di questi frammenti . Secondo lui l 'etere , che è
ciò che noi chiamiamo vuoto , è in realtà formato da corpuscoli ,
frammenti minuscoli di estensione , privi di coerenza perché soggetti
ognuno a differenti condizioni inerziali . Ma se il vuoto non esiste allora
il moto deve avvenire in circolo : quando un corpo si muove nella
materia sottile (etere) essa si dovrà richiudere su se stessa . Ciò produce
dei vortici , vortici che avvolgono la terra , i pianeti e il sole . È
attraverso questo sistema meccanico che Cartesio spiega la gravità e il
moto di rivoluzione dei pianeti.La materia sottile in moto vorticoso
spingerebbe i gravi sulla terra e manterrebbe i pianeti intorno al sole .
Questo sistema ebbe un gran successo e fronteggiò pure quello
Newtoniano , perché unificava la causa della caduta dei gravi e del moto
orbitale . Cartesio aveva una visione meccanicista persino della vita: un
essere vivente è una macchina che funziona in virtù dell ' inerzia e del
moto , e a ciò traeva conferma dalla scoperta della circolazione
sanguigna di Harvey . La res cogitans si serve del corpo umano come
macchina, con la morte l ' anima deve abbandonare lo strumento non
più funzionante .
Ma il fatto che la res cogitans agisca sulla res extensa è un 'altra
debolezza del sistema Cartesiano .
LA MORALE E LO STUDIO DELLE PASSIONI: Nella terza parte
del Discorso sul Metodo Cartesio stabilisce delle regole di morale
provvisoria , per evitare di " rimanere irresoluto nelle sue azioni
mentre la ragione lo obbligava ad esserlo nei suoi giudizi " . La prima
regola provvisoria era obbedire alle leggi e ai costumi del paese ,
osservando la religione e regolandosi secondo le opinioni più moderate
. La seconda regola era essere più fermo e sicuro possibile nelle sue
azioni e di seguire con costanza anche la più dubbiosa delle opinioni ,
se veniva accettata (naturalmente questa regola non è più provvisoria
se la ragione si impossessa del metodo) . La ter za regola era cercare di
vincere se stessi più che la fortuna e cambiare i propri pensieri
piuttosto che l'ordine del mondo (nulla è in nostro potere se non i
nostri pensieri grazie al libero arbitrio, il merito di un uomo sta nell '
uso che fa delle sue facoltà). Cartesio a questa morale provvisoria non
ne farà mai seguire una de f i n i t i v a . Ne "Le passioni dell 'anima "
Egli distingue nell'anima azioni e affezioni : le azioni dipendono dalla
volontà , le affezioni sono involontarie e formate da percezioni ,
sentimenti ed emozioni causate dagli spiriti vitali ( forze meccaniche
che agiscono sul corpo) . L'anima è forte se riesce a vincere le emozioni
e ad arrestare i moti del corpo , invece è debole se si lascia dominare da
esse . Non per questo le emozioni sono nocive : sono date all' anima in
quanto congiunta al corpo , servono a spingere l'anima nelle azioni che
conservano il corpo . Due emozioni importanti sono la tristezza e la
gioia : la tristezza fa provare all' anima odio verso la sua causa (perché
nuoce al corpo ) e desiderio di liberarsene; invece la gioia avverte
l'anima delle cose utili al corpo , in modo che essa provi amore verso di
esse e il desiderio di averne altre . Le emozioni enfatizzano il bene ed il
male e spingono l ' uomo ad andare verso uno o l 'altro . Qui l 'uomo si
deve saper orientare facendo tesoro delle proprie esperienze e della
ragione, in modo da evitare gli eccessi . La saggezza consiste appunto
in questo dominio sulle emozioni ,e nasce estendendo il dominio del
pensiero chiaro e distinto e separandolo dai moti del sangue e degli
spiriti vitali.
La morale di Cartesio è importante per questo progressivo dominio
della ragione .

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