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René Descartes, o CARTESIO, nasce il 31 marzo di 1596 in Francia.

Ha una
personalità rinascimentale tipica in cui il riconoscimento della soggettività umana e
l’esigenza di approfondirla e chiarirla con un ritorno a se stessi sono dei temi
fondamentali. Anche il riconoscimento del rapporto dell’uomo con il mondo e
l’esigenza di risolverlo in favore dell’uomo.
Crea il metodo per cercare saper distinguere il vero dal falso, dovuto a che ritiene di
non avere alcun criterio per distinguerli tra loro. Questo ci guida all’utilità e ai
vantaggi che derivano alla vita umana. Il metodo deve essere semplice ed unico, per
definirlo si volge alla matematica.

Cartesio ammette l’esistenza dei corpi, e dunque ammette insieme alla sostanza
pensante, una sostanza corporea. Divide la realtà in:
- Res Cogitans → attività pensante incorporea, inestesa, consapevole e libera
- Res Extensa → sostanza estesa corporea, spaziale, inconsapevole e
determinata.

Vuole trovare la risposta alla domanda “uomo come soggettività o come ragione?”,
dovuto a questo si crea il dubbio metodico ed il dubbio iperbolico.
Dubbio metodico → è il procedimento il quale, considerando provvisoriamente
falso tutto ciò di cui si può dubitare, si propone di ricostruire il sapere a partire delle
conoscenze certe (matematica, per esempio). Si possono dubitare anche le
conoscenze sensibili, sia perché a volte i sensi ci ingannano, sia perché nei sogni ci
sono sensazioni simili a quelle che abbiamo nella veglia e non posso distinguerle tra
loro.
Dubbio iperbolico → dubito tutto, anche le conoscenze matematiche, e si crea
l’idea che ci sia un genio maligno potentissimo e astuto che mi faccia apparire come
certo ciò che non lo è.
Ma prima di dubitare abbiamo una prima certezza, io esisto come attività pensate.
Non posso affermare che quello che penso sia vero ma sì che sto pensando.
COGITO ERGO SUM.

Per provare l’esistenza di Dio parte dal cogito e dall’analisi dei contenuti del
pensiero. Per costruire la propria prova esamina le idee, cioè i contenuti che
rappresentano ogni oggetto:
1) innate → presenti da sempre (appartiene il concetto che io sono una cosa,
precisamente sono una cosa pensante)
2) avventizie → derivate dal di fuori, esterne a me (appartengono le idee delle
cose naturali, albero, pietra)
3) fattizie → formate o trovate da me stesso (appartengono le idee delle cose
inventate, albero di pietra per esempio)
È difficile supporre che io, creatura finita ed imperfetta, abbia potuto produrre da me
l’idea di una sostanza infinita, eterna, immutabile, indipendente, onnisciente tale cioè
da avere tutte le possibili perfezioni. Una realtà finita come la mente umana non può
produrre la rappresentazione di infinito. Questa idea dovrà dunque essere causata
da una realtà infinita, cioè da un ente infinito esistente. → PRIMA PROVA
CARTESIANA DELL’ESISTENZA DI DIO.
La seconda prova dice che se sono in grado di riconoscermi come un essere finito e
imperfetto, è perché esiste “un essere più perfetto del mio” che mi da caratteristiche
imperfette e dal quale dipendo: diventa evidente che non sono io il creatore di me
stesso.
La terza dice che è impossibile concepire Dio come sostanza perfetta senza
ammettere la sua esistenza, perchè l’esistenza è una delle sue caratteristiche
necessarie.
Meccanicismo → indica la propensione a considerare il mondo alla stregua di una
grande macchina, indagabile secondo le leggi della meccanica.

BLAISE PASCAL è un esistenzialista che nasce in Francia agli inizi del 1600. Lavora
sul problema del senso della vita, partendo dalla divisione dello spirito di finezza,
che si fonda sul cuore e procede in modo intuitivo, e lo spirito di geometria che è la
ragione scientifica ed è limite. Questo procede in modo dimostrativo.
Afferma che il cuore ha ragioni che la ragione non può comprendere, Fa conoscere
anche il concetto di divertissement, che fa riferimento agli distrazioni, che per
Pascal sono dalla propria infelicità costitutiva e dagli interrogativi sulla vita e la
morte. Anche dice che viviamo in attesa al futuro e non nel presente. Ossia che in
realtà il divertimento è solo un’illusione che non genera felicità.
Elabora anche una scommessa su Dio:
DIO ESISTE
→ guadagno: vita dopo la morte
→ perdo: piaceri finiti della vita
DIO NON ESISTE
→ guadagno: piaceri finiti
→ perdo: vita dopo la morte
Sceglie di farla sul sì perché è preferibile l’infinito che il finito. Ma per arrivare a
questo deve avere fede, e questa la ottiene attraverso i rituali tradizionali della
religione.

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