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IL CONCILIO DI NICEA

19 giugno 25 agosto 325

1.

IL SIMBOLO DI NICEA

Il Concilio si apre per affrontare il problema principale della crisi ariana. Avanzata una prima formula di fede che venne subito rifiutata !usebio di Cesarea propose il simbolo di fede professato dalla sua Chiesa e usato per ammettere al "attesimo. Il simbolo fu approvato come ortodosso ma allo scopo di eliminare #ualsiasi e#uivoco in senso ariano si vollero inserire in esso alcune precisazioni che prendessero di mira l$arianesimo e chiudessero ogni possibilit% di frantendimento. &al confronto tra 'imbolo Cesariense ()C* e simbolo +iceno ()+* emergono le seguenti precisazioni aggiunte,
1 1 1 1 .iglio di &io della stessa sostanza del 2adre &io vero da &io vero generato non creato consustanziale al 2adre per noi uomini 9 disceso si 9 fatto uomo t/n h0i/n tou theou e3 tes ous4as tou patr5s the/n alethin/n e3 theou alethinou genneth6nta ou poieth6nta homoo7sion to patr4 di$ hemas to8s anthr5pous 3athelth5nta enanthrop6santa

:ancano nel + le seguenti espressioni che invece sono presenti nel C.


vita da vita ;erbo di &io primogenito di tutta la creazione <generato= dal 2adre prima di tutti i secoli

>asciando al seguito il commento dell$articolo cristologico del simbolo 9 necessario ora richiamare il problema dell$origine del simbolo.

2.

ORIGINE DEI SIMBOLI DI FEDE

>a presentazione da parte di !usebio di Cesarea del simbolo della sua Chiesa locale rivela che la funzione di #uesta homologia ha carattere tradizionale e in particolare battesimale2. !$ noto che la liturgia battesimale include come parte integrante la professione di fede. Ci/ 9 in linea con la tradizione evangelica che prevede l$homologia come re#uisito per il battesimo (cfr :c 1? ?@ At ( 3A@ :t 2B 19*3 In #uesta direzione si trova anche la Traditio Apostolica (cfr n. 21*C che costituisce una attestazione fondamentale dell$uso battesimale del 'inbolo. >a professione battesimale appare fin dall$inizio in una duplice forma, nella forma DinterrogativaE a cui segue la risposta del battezzando, 9 la formula dialogica attestata emblematicamente nella Traditio apostolica@ nella forma di un testo recitato dal candidato prima del battesimo, 9 la formula DdichiarativaE di cui abbiamo un esempio nel 'imbolo di Cesarea e nel 'imbolo Apostolico. Il DcontenutoE del 'imbolo 9 trinitario a partire dalla formula che si trova in :t 2B 19, #uesta viene svolta mediante l$ampliamento dell$articolo cristologico su cui si innesta uno sviluppo pi8 ampio del ciclo cristologico. Fra 9 noto che gi% a livello del Ger0gma il rapporto tra concentrazione cristologica e implicazione trinitaria 9 vario e diversamente attestato. In ogni caso l$ampliamento cristologico nei simboli avviene in modo differente, il ciclo cristologico viene aggiunto al terzo articolo riguardante lo 'pirito 'anto e il collegamento avviene per mezzo dello 'pirito che ha predetto per mezzo dei profeti la vicenda di Cristo ed 9 all$opera in essa. Interessante il testo presente in Ireneo5@
Cfr l$opera classica di .. GAHH!+"I'CJ Das apostolische Symbol I (1B9C* e II (19KK* ristampa &armstadt 19?2@ L. >!"M!HF+ Les origines du symbole baptismal M'M 2K (193K* 9A-12C@ L.+.&. G!>>N Early Christian Creeds >ondon 195K@ I& Apostolisches Glaubenserkenntnis >HhG I A?Kss@
2 D'econdo #uanto abbiamo ricevuto dai vescovi che ci hanno preceduto e nella prima catechesi e #uando abbiamo ricevuto il battesimo e secondo #uanto abbiamo imparato nelle divine 'critture come abbiamo creduto e insegnato mentre eravamo nell$ordine presbiterale ed episcopale cosO credendo anche ora vi proponiamo la nostra fedeE, !I'!"II 2A:2JI>I Epistola I ad Caesarienses 2P 2K 153A. 3 C 1

Cfr P. "AMHJ Il battesimo in epoca protocristiana "rescia 19BA (or 19B1*.

DQuando colui che deve essere battezzato discende nell$ac#ua colui che lo battezza gli imponga la mano chiedendo, Credi in &io 2adre onnipotenteR Colui che viene battezzato risponda, - Credo -. >o battezzi allora una volta tenendogli la mano sul capo. 2oi chieda, Credi in Pes8 Cristo .iglio di &io che 9 nato per mezzo dello 'pirito 'anto dalla ;ergine :aria 9 stato crocifisso sotto 2onzio 2ilato 9 morto ed 9 risorto il terzo giorno dai morti 9 salito al cielo e siede alla destra del 2adre e verr% a giudicare i vivi e i mortiR Quando colui che 9 battezzato avr% risposto, - Credo - lo battezzi una seconda volta. 2oi ancora chieda, Credi nello 'pirito 'anto e nella santa Chiesa e nella risurrezione della carneR -. Il "attezzato risponda, - Credo -. CosO sia battezzato per la terza volta.
5

Cfr Adversus aereses I 1K 1, 2P A 5C9,

il ciclo cristologico viene inserito nel secondo articolo cio9 nella professione di fede di Pes8 .iglio di &io, 9 il caso della formula interrogativa di Ippolito del simbolo Apostolico e dei simboli posteriori. Hra di #uesti si colloca anche il simbolo di C.

3.

IL SIMBOLO NICENO-COSTANTINOPOLITANO (=NC)?

Il simbolo di + 9 elaborato pertanto sulla base del simbolo C e diventa a sua volta fonte principale del simbolo +C in cui viene #uasi integralmente inglobato (di #ui il nome di +C*. Huttavia il +C non 9 composto solo da + che a sua volta riprende C ma assume #uasi integralmente il 'imbolo Apostolico ()A* A di origine romana di grande importanza nelle Chiese di Fccidente e assai diffuso tra di esse. Inoltre nel simbolo entrano anche elementi del simbolo della Chiesa di Perusalemme ()P*. Infine il simbolo +C contiene elementi propri che riguardano lo 'pirito 'anto che costituiscono la presa di posizione propria del Concilio di Costantinopoli (3B1* >a sinossi dei testi della pagina 5 con gli opportuni accorgimenti grafici rende bene l$idea della composizione multipla del simbolo +C. +ella scheda distribuita in classe si pu/ trovare poi una legenda per i confronti tra i testi che entrano a formare l$attuale stesura del +C.

D>a Chiesa bench9 sparsa in tutto l$universo sino ai confini della terra ha ricevuto dagli apostoli e dai loro discepoli la fede, in un solo &io 2adre onnipotente che ha fatto il cielo e la terra i mari e tutto ci/ che vi 9 in essi@ in un solo Pes8 Cristo il .iglio di &io che si 9 incarnato per la nostra salvezza@ e in uno 'pirito 'anto che per mezzo dei profeti ha annunciato le economie e gli avvenimenti e la nascita verginale e la passione e la risurrezione dei morti e l$ascensione corporale nei cieli dell$amato Cristo Pes8 nostro 'ignore e la sua parusia #uando dai cieli apparir% alla destra del 2adre per restaurare tutto e risuscitare ogni carne di tutta l$umanit% affinch9 davanti al Cristo Pes8 nostro 'ignore &io 'alvatore e Me secondo la compiacenza del 2adre invisibile ogni ginocchio si pieghi in cielo sulla terra e negli inferi e ogni lingua lo confessi ed egli compia un giusto giudizio di tuttiE
? A

Cfr P.>. &F''!HHI Il simbolo di !icea e di Costantinopoli !dizione critica Moma .reiburg ecc 19?A.

Fltre alla bibliografia di nota 1 cfr anche S. HMI>>JAA' Das apostolische Glaubenserkenntnis" Geschichte# Te$t# Auslegung Sitten 1953.

4.

IL CICLO CRISTOLOGICO DEL SIMBOLO NICENO

Il ciclo cristologico del + si divide in due parti, l. 3-A che riguardano la persona di Pes8 la sua eternit% la sua divinit% la generazione eterna dal 2adre la sua attivit% creatrice@ l. B-15 che riguardano la vicenda storica del 'ignore l$incarnazione la nascita temporale da :aria la passione morte e risurrezione la signoria gloriosa con &io la parusia finale e la perennit% del suo regno. Huttavia il soggetto dei due momenti 9 un solo Signore Ges% Cristo di cui si predica prima la divina origine e poi l$umana vicenda. Avviene #uindi un alternarsi di eternit% e di storicit%, il simbolo inizia considerando &io 2adre nell$eternit%@ poi usando il termine DPes8 CristoE porta l$attenzione sulla figura storica di Pes8@ in seguito con le parole D.iglio InigenitoE e le aggiunte di +icea ci fa risalire all$eternit% e alla preesistenza del ;erbo@ infine con la professione soteriologica ritorna ancora alla storia svolgendo il ciclo cristologico. Appare cosO evidente l$intreccio tra teologia ed economia tipico della fede patristica anche se si nota con la professione di fede nicena l$ingresso della >ogostheologie e la forte presenza della dimensione DdiscendenteE. ;ediamo ora le inserzioni di +icea in rapporto all$aranesimo. a/ la po !"!o#$ %! A&!o >a posizione ariana al di #ua dei problemi interpretativi (cfr :FIF>I &om" storico 1C9-15C* pu/ essere ricollegata a due principi, l$unico ingenerato (ag6nnetos* 9 &io 2adre anteriore al ;erbo perch9 altrimenti vi sarebbero due principi@ ci/ minerebbe l$unit% divina e la sua trascendenza@ una generazione in senso stretto comporterebbe una mutamento in &io perch9 la generazione comporta di per s9 la comunicazione di realt% che appartengono alla natura. 'e &io generasse dovrebbe trasmettere la sua sostanza sarebbe divisibile e soggetto a cambiamento. 2erci/ il .iglio non 9 generato secondo natura ma per grazia di adozione. Ci/ che esiste al di fuori di &io 2adre 9 frutto della sua attivit% creatrice. &a #uesti due principi derivano le seguenti conseguenze, Il ;erbo di &io 9 DcreaturaE prodotto per creazione della libera volont% del 2adre. >a parola DgenerareE significa DfareE DcreareE in senso figurato. Il .iglio in #uanto creatura del 2adre proviene dall$essenza di &io non partecipa della sua natura.

In #uanto creatura il ;erbo .iglio ha avuto un principio non 9 eterno come il 2adre. !$ nato prima del tempo perch9 creatura perfettissima. :a non 9 eterno perch9 ci/ significherebbe ammettere due principi ingenerati. In #uanto creatura il ;erbo 9 soggetto al cambiamento 9 mutevole sia fisicamente che moralmente. Ario nondimeno sostiene l$eccezionalit% esemplare di Pes8 come creatura in rapporto alle altre realt% create. ' / l( ! # $ ) # a * $ # + o % ! N ! , $ a Come si 9 detto dianzi il Concilio di + accetta la formula di fede di Cesarea ma inserendovi alcune espressioni che affermino con chiarezza la natura divina di Pes8. &elle otto inserzioni sopra ricordate #uattro sono le espressioni decisive (segnate con 1*, ma tra di esse la prima e l$ultima sono ripetitive. 'i tratta #uindi di tre termini, della stessa sostanza (ous4a* del 2adre consustanziale (homoo7sion* al 2adre &io vero da &io vero generato non creato. '" Consustanziale (homoo)sios*. Il significato originario della parola Dhomoo7siosE 9 #uello di Dfatto della stessa materiaE ma da intendersi in senso #ualitativo cio9 specie di materia. Isato nel II secolo dagli gnostici per indicare l$appartenenza comune a una della sostanze o essenze elementari senza implicare formalmente nel suo concetto una unit% numerica di sostanza dei soggetti detti Dhomoo7sioiE. +el terzo secolo il termine entra con lo stesso senso nella letteratura cristiana per opera di Clemente Alessandrino e Frigene. Il termine comincia ad essere applicato al .iglio in relazione al 2adre verso la met% del III secolo. '. &ionigi di Alessandria 9 accusato di non usare il termine ma egli risponde che non 9 presente nella 'crittura e perci/ ne sconsiglia l$uso anche se ne accetta il contenuto. 'ull$altro fronte ad Antiochia in un 'inodo locale il termine 9 condannato nell$uso fattone da 2aolo di 'amosata, non si hanno molte notizie ma la spiegazione pi8 convincente 9 che 2aolo di 'amosata intendesse il termine nel senso di omogeneit% di sostanza materiale tra il 2adre e il .iglio. In #uesto senso lo intendevano anche gli ariani e perci/ erano contrari ad attribuirlo al .iglio per designare il suo rapporto con il 2adre. Inoltre nella discussione conciliare l$opposizione al termine era motivata dalla assenza del termine nella 'acra 'crittura. Il concilio di +IC!A lo applica al .iglio e lo fa diventare il punto di riferimento dell$ortodossia il segno di contraddizione su cui si discuter% per mezzo secolo tra gli ortodossi e gli ariani. Il senso del termine, indica la perfetta eguaglianza del .iglio al 2adre nell$identit% e unit% di natura divina. >a consustanzialit% indica che la natura del .iglio 9 divina come #uella del 2adre e che il .iglio 9 ugualmente &io come il 2adre e che 9 eterno come il 2adre e che non 9 perci/ creatura.

>$intento del Concilio 9 anzitutto polemico-negativo, vuole cio9 negare la negazione ariana. &a tutto il contesto appare che il suo senso 9 di dire che il .iglio va collocato dalla parte di &io dell$essere divino e non dell$essere creaturale. 2er interpretare bene i termini dogmatici, DconsustanzialeE DsostanzaE (e poi DnaturaE DpersonaE* occorre evitare, di interpretarli nel loro originario significato filosofico@ o nel successivo uso e approfondimento teologico peraltro legittimo 'i tratta di intenderli cio9 nel loro valore magisteriale che 9 insieme negativo e orientativo, intendono affermare il valore contestato@ rimandando alla storia della salvezza biblica. I due aspetti esprimono rispettivamente, il primo, ci+ che si afferma direttamente e che #ui avviene nella forma della contestazione della interpretazione eretica ma poich9 gli eretici davano una loro particolare interpretazione culturale era necessario scendere sul terreno di #uesta interpretazione assumendone problematiche e vocabolario (ellenizzazione*@ il secondo, ci+ in ,orza di cui si afferma cio9 mediante il rimando alla novit% cristiana testimoniata dalla '. 'crittura scartando le false interpretazione e riduzioni (deellenizzione*. Mesta aperto il problema che 9 teologico e non attiene direttamente all$interpretazione magisteriale di pensare positivamente ci/ che il Concilio ha inteso nella sua formulazione prevalentemente negativa. 'i tratta cio9 di produrre una ermeneutica del testo passando da ci/ che il Concilio intendeva dire alla possibilit% di una sua intelligenza critica. Fra in #uesta direzione i percorsi possibili sono due, una riflessione teologica all$interno della logica prodotta dalla terminologia e dall$orizzonte di comprensione a cui inevitabilmente allude, 9 la stada percorsa dai 2adri postniceni Atanasio e i Cappadoci@ una riflessione che collega ci/ che il Concilio intendeva affermare con l$orizzonte complessivo della rivelazione e la mentalit% che esso porta con s9, #uesta strada fu percorsa in modo piuttosto iniziale dai 2adri postniceni soprattutto mostrando il riferimento alla '. 'crittura della Domoous4aE nicena ma esige di essere fatta in modo pi8 radicale pensando l$ontologia trinitaria e cristologica all$interno della economia della rivelazione e della sua modalit% storica di espressione. +ella prima linea si pu/ ricordare la #uestione tipica del dibattito postniceno ma a cui il Concilio non pu/ aver dato risposta, la consustanzialit% tra il 2adre e il .iglio definita nel simbolo 9 una consustanzialit% specifica o numericaR speci,ica significa l$essenza comune a pi8 individui della stessa specie-natura (ad es. tra gli uomini la comune natura umana* numerica designa una realt% singola che 9 per identit% il 2adre e il .iglio insieme. 'e a nostro avviso il Concilio non ha risposto direttamente a #uesto n6 si pu/ evincere una risposta dal puro uso del termine pare tuttavia di poter dire che nel suo contesto in particolare dal collegamento col primo articolo del credo Din un solo &ioE il dettato conciliare spinge a pensare ad una consustanzialit% numerica. >e due affermazioni, l$unit% e l$unicit% di &io e la consustanzialit% (uguaglianza di essenza natura e sostanza* tra il 2adre e il .iglio implicano che l$essenza divina del .iglio e

l$essenza divina del 2adre perfettamente eguale 9 numericamente una e indivisibile nel 2adre e nel .iglio, solo cosO 9 possibile pensare l$unit% e l$unicit% di &io. -" Dio vero da Dio vero. 'i tratta della seconda inserzione di rilievo nel 'imbolo. 'e il simbolo C conteneva gi% l$espressione D&io da &ioE tuttavia #uesta era interpretata da Ario con una spiegazione subordinazionista, il .iglio 9 &io secondario &io per partecipazione e per grazia che proviene e ha origine dal 2adre il #uale solo 9 il vero e unico &io. 2er togliere #uesta scappatoia il Concilio introduce l$aggettivo vero che #ualifica il .iglio come Dio vero (e non secondario o per grazia* procedente da &io vero che 9 il 2adre@ &io dun#ue con la stessa intensit% e dignit% unito a lui nella natura conseguenza della generazione divina (cfr #ui sotto 3*. 'i cerca di chiudere la strada ad ogni scappatoia@ appare #ui chiaro il riferimento al +H dove Pes8 9 la verit% di &io. ." Generato non creato. Con la terza espressione si vuole precisare in che senso Pes8 9 Inigenito. Ario accettava che Pes8 fosse monogene come afferma la 'crittura ma lo interpretava nella linea di una generazione per effezione per creazione. Il ;erbo 9 creatura perfetta e superiore ma frutto della volont% libera del 2adre di collocarlo in essere@ Ario negava la possibilit% di una generazione che non fosse produzione di essere. >a terminologia imprecisa e ambigua confondeva le cose, ag6nnetos significa DingeneratoE ag6netos significa non fatto non creato. Fra secondo il Concilio il 2adre 9 sia ingenerato sia non fatto non creato@ mentre il .iglio non 9 ingenerato ma 9 invece Dnon fatto non creatoE. Ario infatti deduceva dalla generazione del .iglio (gennet5s* per scivolamento linguistico anche che egli fosse genet5s cio9 fattoTcreato escludendo che egli fosse ag6netos. Fra il Conclio di +icea con la sua affermazione opera una chiarificazione linguistica distinguendo il DgenerareE dal DcreareE. >a generazione in s9 non implica n6 effezione n6 creazione e #uindi sostituisce al termine genet5s il termine poiet5s.

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+.". 2er la controversia cristologica che va sino al Concilio di Calcedonia (C51* seguiamo il testo di " '!'"FVW Ges% Cristo nella tradizione della chiesa Cinisello "als. 2aoline 1KA-131. 132-1CC.

IL GRANDE DIBATTITO CRISTOLOGICO IL CONCILIO DI CALCEDONIA


1. &A +IC!A (325* A CA>C!&F+IA (C51* AHHMA;!M'F !.!'F (C31*. >! &I! 'CIF>! CMI'HF>FPICJ!. >a storia che va da +icea a Calcedonia 9 la storia del grande dibattito cristologico. :essa al sicuro la fede nella divinit% di Pes8 con l$affermazione del Concilio di +icea (325* che Pes8 9 Ddella stessa sostanzaE (homoousios* del 2adre uguale a >ui e unito a >ui nell$unica divinit% il Concilio di Costantinopoli (3B1* sviluppa il terzo articolo affermando parimenti la divinit% dello 'pirito 'anto contro i pneumatomachi (coloro che combattevano la divinit% dello 'pirito* senza tuttavia usare la parola XconsustanzialeY ma un$espressione simile di intonazione pi8 biblica (Dche 9 'ignore e d% la vitaE* per non riacutizzare le gravi difficolt% della crisi ariana che si era trascinata anche oltre +icea e che solo la lotta e il successivo approfondimento teologico di 2adri come Atanasio "asilio Pregorio di +azianzo e di +issa e Ambrogio avevano gradualmente appianato non senza scossoni nelle comunit% cristiane dell$ecumene cattolica. Huttavia un difensore di +icea Apollinare (vescovo di >aodicea eletto nel 3?1 morto prima del 392* introduce il problema cristologico. &a #ui in avanti la #uestione non 9 pi8 solo trinitaria (il rapporto tra Pes8 e il 2adre nello 'pirito* ma 9 cristologico cio9 come si compone in unit% la divinit% e l$umanit% in Ges%" Il vescovo di >aodicea 9 un assertore della definizione di +icea che professa la DperfettaE divinit% di Cristo. &a ci/ il problema, DChe tipo di uomo 9 Pes8 Cristo se egli 9 il ;erbo fatto uomoRE. >$unit% di due perfetti non pu/ essere che una giustapposizione, si pu/ salvare l$unit% solo pensando il ;erbo come il principio spirituale della carne di Cristo che sostituisce l$anima razionale. Apollinare legge il rapporto ;erbo-umanit% secondo lo schema Logos/sar$ <;erbo-carne= ma lo pensa secondo il paragone antropologico anima-corpo. 2erci/ alla carne umana di Cristo manca l$anima o almeno il nous che 9 sostituito dal ;erbo. CosO egli nega l$integrit% dell$umanit% di Cristo e afferma con forza l$unit% (unica natura* e la santit% di Cristo. Il merito di Apollinare 9 #uello di introdurre nel dibattito su Cristo i termini ( ,)sis <natura= hyp0stasis <ipostasi= ous1a <sostanza= pr0sopon <persona=* che in lui risultano praticamente e#uivalenti ma che la successiva discussione cristologica del ; secolo preciser% progressivamente. >a reazione cattolica stabilir% contro Apollinare che si deve affermare in Pes8 una vera e integra umanit%, il ;erbo di &io 9 unito alla carne umana mediante l$anima umana di Pes8. &a #ui nasceranno due scuole che saranno d$ora in avanti come le due anime della cristologia, la scuola alessandrina e la scuola antiochena. 'enza contrapporre i fronti le due scuole si possono descrivere nel seguente modo. >a scuola alessandrina rende ragione dell$unit% del 'ignore Pes8 partendo dalla missione del ;erbo nell$incarnazione, ci/ porta a sottolineare la realt% della dimensione divina di Cristo senza un$esplicita attenzione alla completezza dell$umanit%. 2oich6 9 la persona del ;erbo (e non una astratta natura divina* che 9 il

principio della missione nell$economia della salvezza si dir% che il >ogos assume la carne umana senza precisare ulteriormente la verit% dell$uomo Pes8 la consistenza e integralit% della sua umanit%. >$umanit% sembra essere #uindi il DrivestimentoE del ;erbo la manifestazione del suo agire@ essa non esiste autonomamente ma solo in #uanto 9 animata dal ;erbo che costituisce pertanto il principio di unit% in Pes8. >a mentalit% alessandrina #uindi privilegia il punto di vista dell$unit% nel #uale distingue il movimento del ;erbo che assume la carne umana (cf Atanasio e Cirillo di Alessandria*. >a scuola antiochena# invece parte dalla dimensione umana che sembra sottaciuta e #uasi compromessa dall$altra scuola perch6 la diminuzione dell$umanit% di Pes8 pare compromettere anche la consustanzialit% di Pes8 al 2adre in #uanto non sarebbe propriamente Pes8 che 9 dalla parte di &io. &i #ui la sottolineatura dell$ uomo Pes8 la sua completezza l$affermazione dell$umano e non solo della sua carne la sua capacita di essere e diventare uno come noi, Pes8 non 9 solo DcarneE ma dotato di corpo e anima centro cosciente in rapporto di unione ( enosis* con la divinit% del ;erbo assumente. >a mentalit% antiochena privilegia il punto di vista della dualit% e della perfezione delle nature e ricon#uista l$unit% mettendo in relazione la libert% del ;erbo con la libert% e l$agire dell$uomo Pes8 (cf Heodoro di :opsuestia Pregorio di +azianzio e di +issa e lo stesso Ambrogio*. >a due scuole rappresentano due accentuazioni che se sono considerate complementari l$una con l$altra sottolineano due aspetti irrinunciabili della cristologica ortodossa, #uando invece sono poste in alternativa l$una all$altra generano due eresie che sono la radicalizzazione e l$esasperazione dell$anima di verit% contenuta in ciascuna, l$eresia XnestorianaY (da +estorio che sottolinea cosO tanto l$umanit% di Pes8 da accostarla semplicemente alla divinit% e da correre il rischio di pensare a due .igli*@ l$eresia XmonofisitaY (iniziata da !utiche ma sempre risorgente nella storia in forme diverse che enfatizza cosO la divinit% del ;erbo da rendere l$umanit% semplicemente una DlivreaE della divinit% un DapparireE del ;erbo*. Queste polarit% presenti nella cristologia dei 2adri approderanno a due grandi crisi entrambe nella prima met% del secolo #uinto e che sfoceranno in due concili, di !feso (C31* e Calcedonia (C51* >a prima crisi avviene nel C2B e prende le mosse con l$elezione di +estorio monaco e sacerdote di Antiochia a 2atriarca di Costantinopoli. Pli anni dal C2B al C33 saranno anni di profondo disagio nella vita della Chiesa in Friente perch6 la cristologia di +estorio trover% il suo antagonista in Cirillo di Alessandria lottatore generoso che per/ cavalcher% anche i contrasti tra le due prospettive. Quando +estorio arriva a Costantinopoli trova la comunit% divisa tra due anime, #uella che professa che :aria 9 la madre di &io (Theotokos* e #uella che la vede come la :adre di Pes8 (anthropotokos*. !gli affermer% che la ;ergine 9 Christotokos (madre del Cristo*. Infatti egli cerca di opporsi ad ogni confusione tra l$umano e il divino in Pes8, perci/ non pu/ accettare la formula degli alessandrini (unica 9 la natura #uella del &io ;erbo incarnata* e respinge la formula che Pes8 9 XdaY ( ek* due nature e che dopo l$unione non di debba parlare che dell$unica natura (intesa dagli alessandrini come Xrealt% concretaY* del ;erbo incarnato. +estorio afferma che Cristo 9 un$unica persona (prosopon* XinY (en* due nature che permangono distinte anche dopo l$unione, ma conserva l$ambiguit% di nominare separatamente le due nature e di pensare l$unione

come l$unit% del XcompostoY che 9 il Cristo in modo di rispettare l$assoluta trascendenza del ;erbo e la consistenza dell$umano in Cristo. Mesta non chiarito chi 9 il XsoggettoY dell$unione in Pes8, se 9 il ;erbo o semplicemente il risultato dell$unione del divino e dell$umano, di #ui la sua preferenza per il titolo Christotokos (madre del Cristo* attribuito a :aria. Contro +estorio reagisce Cirillo di Alessandria il massimo rappresentante della cristologia alessandrina affermando che 9 il ;erbo il soggetto dell$unione e che dopo l$incarnazione non si devono pi8 numerare le nature (anche se #uesto non comporta alcuna diminuzione dell$umanit%*@ e gli idiomi (gli attributi e i titoli <dell$umanit% e della divinit%=* sono da attribuire non alle nature ma al ;erbo incarnato alla realt% unica e unitaria del 'ignore. 2er #uesto lo stemma della sua posizione 9 il titolo di Theotokos attribuito alla ;ergine. >a vicenda si svolse con un appassionato scambio di lettere tra Cirillo e +estorio (I e II >ettera con risposta interlocutoria di +estorio* e poich6 entrambi erano ricorsi al papa Celestino #uesti condanna +estorio in un sinodo romano (C3K agosto* ma il 2apa purtroppo incarica Cirillo di eseguire la deposizione. Approfittando del mandato papale nel novembre del Z3K Cirillo scrive una III >ettera a cui aggiunge 12 anatematismi ingiungendo a +estorio con un abuso di potere di sottoscrivere #uesta lettera e gli anatematismi. Questa lettera suscita le proteste dei ;escovi orientali (Antiochia* ma nel frattempo l$imperatore Heodosio convoca il Concilio ad !feso per la 2entecoste (A giugno* del C31. Il 21 giugno Cirillo d% inizio ai lavori senza aspettare n6 i vescovi orientali n6 i legati papali e conclude subito emettendo una sentenza sinodale contro +estorio nel senso che si riteneva conforme alla fede di +icea le prime due lettere di Cirillo e non #uelle di +estorio e viene proclamata :aria come Theotokos" Il 2? giugno arrivarono i vescovi orientali che non accettarono le decisioni del Concilio separandosi con uno scisma. Quando giunsero i legati papali l$11 luglio confermarono le decisioni di Cirillo e +estorio fu deposto. >o scisma dur/ fino al C33 #uando con il &ecreto di Inione Cirillo ammorbidO le sue posizioni perch6 ormai aveva ottenuto la condanna di +estorio senza tuttavia cedere sulla formula per cui :aria 9 D:adre di &ioE . 2. CIMCF'HA+[! A+H!C!&!+HI I> CF+CI>IF &I CA>C!&F+IA !sattamente vent$anni dopo nel CCB fa la sua comparsa !utiche archimadrita dei monaci di Costantinopoli che rifiuta esattamente il &ecreto di unione del C33. !feso aveva certo nella prospettiva alessandrina messo in luce l$unit% di Pes8 Cristo ma non era sta precisato soprattutto la distinzione tra la divinit% e l$umanit%. Il linguaggio soprattutto era occasione di confusione perch6 la formula di Cirillo ( unica 2 la natura del Dio/3erbo incarnato4a5* pur addolcita dall$altra del &ecreto di Inione secondo cui Pes8 era un$unica realt% un$unit% reale pensata come un$ unione secondo l6ipostasi (persona* del 3erbo <unione ipostatica=# non riusciva bene a distinguere i livelli secondo cui dovevano essere usati i termini DnaturaE e DpersonaE. &i #ui le #uestioni, che ne 9 delle nature dopo l$unione (nella persona del ;erbo*R 'i devono ancora distinguere le nature divina e umanaR :a soprattutto che ne 9 della natura umana dopo l$unione con cui il ;erbo assume e si appropria della natura umanaR ;iene mantenuta nella sua realt% e consistenza o viene assorbita nella divinit%R >a realt% dell$umanit% di Pes8 si pu/ accostare alla divinit% viene mantenuta nell$unione ipostatica oppure

viene trasformata in modo tale che non si possa pi8 riconoscere che Pes8 9 un uomo come noiR >a verit% dell$uomo Pes8 viene mantenuta nell$unione ipostatica nell$incarnazioneR 'e +icea ha parlato della consustanzialit% ( homoousia* di Pes8 a &io si pu/ e si deve parlare di una consustanzialit% con noiR Queste domande obiettivamente aperte dopo il Concilio di !feso e dopo il &ecreto di Inione del C33 (che non era stato accettato delle frange radicali sia degli antiocheni sia degli alessandrini* crearono un ambiente saturo di #uestioni che bast/ una piccola scintilla per far riaccendere la #uestione. >a dottrina di !utiche un vecchio piuttosto ignorante e testardo accese le micce della nuova crisi che doveva sfociare nel Concilio di Calcedonia. !utiche 9 un monofisita DcrassoE (la linea alessandrina esasperata* perch6 ripete le parole di Cirillo ma non si accorge di travisarne il senso perch6 il rifiuto di riconoscere che Pes8 9 Ddi due natureE dopo l$unione e spiegato da >ui come un assorbimento della natura umana nella divina una confusione della umanit% nella divinit% cosO che la natura umana viene Dassorbita dalla divinit% come una goccia d$ac#ua dal mareE. &i #ui la posizione di !utiche che afferma che la carne di Pes8 e una carne celeste e che nega la consustanzialit% di Pes8 con noi perch6 la natura umana nell$incarnazione muta cosO tanto da diventare differente dalla nostra. Certo !utiche riesce a suggerire che c$9 una sproporzione tra l$umanit% (la goccia d$ac#ua* e la divinit% del ;erbo (il mare* ma a spese dell$umanit% fino #uasi a renderla evanescente a favore della unica natura divina (mono-fisismo* incarnata. !utiche non accetta di sottoscrivere la formula del sinodo di Costantinopoli del CCB radunato dal 2atriarca .laviano, D+oi confessiamo che Cristo 9 di due nature ( ek d)o ,)seon* dopo l$incarnazione in una sola ipostasi ( hyp0stasis* e in una sola persona (pr0sopon*E. Questo testo ci annuncia gi% la formula di Calcedonia proprio perch6 introduce il discernimento della terminologia per dire l$approfondimento della teologia, le nature sono due la personaTipostasi 9 unica. A #uesto punto si verifica una novit%, le controversie cristologiche erano da sempre state una caratteristica degli orientali mentre l$occidente e il 2apa si erano tenuti in disparte. Circa nello stesso tempo essi erano impegnati con Agostino (che muore nel C3K* con la controversia sulla grazia. Questa volta davanti agli errori di !utiche forse anche perch6 da un lato a Moma vi era un papa del calibro di >eone :agno e dall$altro vedevano in !utiche il pericolo di docetismo c$9 un intervento dell$occidente. >eone interviene con il famoso Tomus Leonis ad 7lavianum una lunga lettera dogmatica che in un latino maestoso e molto controllato espone la dottrina dell$incarnazione di sapore antiocheno, forse meno sofisticata di #uella degli orientali ma non meno limpida parlava di due nature in Cristo che conservano le propriet% (gli idiomi* dopo l$unione < salva igitur proprietate utrius8ue naturae e in unam coeunte personam = e che sono principio delle azioni divine e umane di Cristo in reciproca comunione < agit enim utra8ue ,orma (Dei et servi* cum alterius communione 8uod proprium est" 3erbo scilicet operante 8uod 3erbi est# et carne e$e8uente 8uod carnis est" 9num horum coruscat miraculis# aliud soccumbit in:uriis=. >eone svolge #uindi un lungo parallelismo tra le propriet% della natura divina e #uella umana senza per/ perdere la asimmetria dell$una e dell$altra orchestrandole sulla filigrana della doppia consustanzialit% di Cristo al 2adre e a noi. >a lettera di >eone doveva essere letta in occasione del secondo Concilio di !feso che doveva tenersi nel CC9 ma le violenze verbali e fisiche in cui precipit/ il

Concilio (definito da >eone Latrocinium E,esinum* lo fecero spostare in oriente. 2revisto prima a +icea fu tenuto a Costantinopoli alla periferia dove c$era un palazzo imperiale sul lato asiatico dello stretto del "osforo nella localit% di Calcedonia perch6 l$imperatore :arciano potesse controllarlo da vicino. Il concilio di Calcedonia (B 2? ottobre C51* accolse come coerenti con la fede e il simbolo di +icea le lettere di Cirillo approvate a !feso il Tomus di >eone e sembrava che potesse essere sufficiente come era avvenuto ad !feso approvare come conforme alla fede nicena la dottrina di Cirillo e di >eone ma la diversit% dei linguaggi imponeva anche una nuova formulazione dogmatica che fu contrastata nei primi giorni del concilio ma che alla fine appare #uasi come inevitabile. Mesta traccia di ci/ oltre che negli Atti anche nell$Introduzione alla formula propriamente dogmatica dove si ricordano +icea Costantinopoli !feso e i simboli di fede accolti in #uei concili (9 a Calcedonia che viene proclamato il simbolo +iceno-costantinopolitano* e #uesto si dice avrebbe dovuto bastare. Huttavia le successive contestazioni spingono i padri a chiarificare ulteriormente la dottrina sulla base delle lettere di Cirillo e del Tomus di >eone proponendo non una nuovo XsimboloY ma un XinsegnamentoY della fede nella scia dei santi 2adri.

IL CONCILIO DI CALCEDONIA
C51

testi

1. Circostanze storiche <trad. it. di A. de Jalleu\ ;TL A (19A?* 5-B= 2. 'truttura e fonti della &efinitio Ca3cedonensis <Prillmeier 95?-?3= 3. Analisi strutturale <appunti= C. Calcedonia e poi]

1. CIRCOSTAN-E STORIC.E IMMEDIATE DI ELABORA-IONE


Pli atti del Concilio di Calcedonia ( actiones '/<* costituiscono praticamente l$unica fonte di prima mano a nostra disposizione per ricostruire l$elaborazione della definizione cristologica. >i cito seguendo l$esemplare edizione critica di 'CJSAMH[ limitandomi ad indicare il numero della actio in #uestione a meno che un motivo particolare non raccomandi di precisare pagina e riga. Pli atti calcedonesi sono un documento umano straordinario ma che deve essere utiliziato con la consapevolezza di ci/ che 9 in gioco. >$apparenza di aver dinanzi un DreportageE vissuto ha incantato gli storici moderni della chiesa che hanno adattato il loro racconto con glosse psicologizzanti temperate di humor o di solennit% a seconda del caso. Huttavia se il resoconto stenografico il controllo della redazione e la conservazione degli originali autenticati furono circondati delle migliori precauzioni e garanzie giuridiche ci si ingannerebbe pensando che noi possediamo un resoconto oggettivo e completo dell$evento. >$ ekdosis dovuta ai circoli sacerdotali di Costantinopoli verso il C55 non era senza intenzioni ben precise che guidarono una certa scelta della documentazione. :a gi% le condizioni materiali di ascolto e di registrazione e soprattutto un inevitabile intervento soggettivo che 9 il cruccio di ogni verbalista non potevano mancare di giocare un ruolo in particolare nell$atmosfera di tensione a volte drammatica che regnava nell$assemblea di Calcedonia. Cerco di riassumere brevemente il racconto conociuto senza avventurarmi in una interpretazione Dpsico-socio-dottrinaleE n6 con un tentativo di Dricostruzione poliziescaE per la #uale vi sono gi% esempi di ingegnosit% gratuita. Io tenter/ di presentare cosO come stanno negli atti i dati utili per comprendere ci/ che seguir%. a* =pposizione ad una de,inizione cristologica .in dalla prima actio (B ott C51* alla fine della revisione del processo che l$arcivescovo &ioscuro &$Alessandria aveva intentato contro il suo collega .laviano di Costantinopoli sin dal Concilio di !feso del CC9 i commissari imperiali ordinano per l$indomani una inchiesta sinodale sulla #uestione della fede (n^ 1K?B* per cui precisano modalit% e norme (n^ 1KA2*. >a sessione richiesta ha luogo il 1K ottobre, 9 la terza actio. I commissari sembrano per il momento esigere l$elaborazione pubblica di una definizione dogmatica comune (nn 2 e ?* ma essi si scontrano con le reticenze se non anche con il rifiuto del 'inodo, i 2adri ricordano l$interdizione del Concilio di !feso del C31 contro ogni altro simbolo che non sia #uello di +icea e pure il fatto che essi hanno gi% tutti sottoscritto il Tomus di papa >eono a .laviano (nn 3-5.A-9*. I commissari fanno allora leggere per l$approvazione i documenti normativi della fede cristologica, i simboli di +icea e di Costantinopoli le due lettere canoniche di Cirillo di Alessandria legate al concilio ecumenico di !feso cio9 la seconda a

+estorio (>ataphlyarousi* e #uella a Piovanni di Antiochia sulla riconciliazione del C33 (Euphrainesth?san* e infine il Tomus di >eone a .laviano (nn 1K-23*. &ue dubbi sollevati dai vescovi dell$Illiria e della 2alestina riguardanti tre passi del Tomus sono sciolti dal segretario del Concilio e da Heodoreto di Ciro ricordando citazioni parallele di Cirillo (nn 2C-2B*. :a l$illirico Attico domanda a completamento di informazione la terza lettera di Cirillo a +estorio con i dodici anatematismi per prepararsi all$esame dei 2adri. I commissari accordano di ampliare il dibattito a cin#ue giorni@ nel frattempo l$Arcivescovo Anatolio di Costantinopoli organizzer% alcuni incontri teologici (nn 29-33*. Il 1A ottobre poco dopo la data prevista i vescovi si trovano in seduta solenne per registrare le loro posizioni (@ actio*. &ietro invito dei commissari (nn 2 5 e B* e dopo una dichiarazione dei legati romani (n ?* ciascuno giura sull$evangelo che ha firmato il Tomus di >eone perch9 conforme alla fede di +icea e Costantinopoli come a #uella di Cirillo ad !feso (nn 1K-11*. >e due deposizioni collettive e circostanziate degli Illirici e dei 2alestinesi (p 1K11K3* offrono #ualche dettaglio sulle discussioni avvenute al patriarcato. Queste sembrano essere state una autentica sessione sinodale presieduta da Anatolio nel corso della #uale i DdottoriE parlarono liberamente e furono rassicurati dai legati romani. &opo le deposizioni la #uarta actio passa a #uestioni di persone come se la #uestione dottrinale fosse da considersi regolata. b* =stinazione per lo schema primitivo 'i 9 dun#ue sorpresi di vedere che la #uinta actio del 22 ottobre si apre con la menzione di una definizione di fede letta non dal segretario ma dal diacono Asclepiade di Costantinopoli. Ina nota precisa che a proposito di #uesto horos D9 parso bene di non classificarlo nelle memorie ( hypomnAmata*E (nn 2-3* senza per/ che si sappia se #uest$ultima parola designi il processo verbale della seduta o l$edizione ufficiale degli atti. >$arcivescovo Anatolio sostenitore del progetto assicura che era stato approvato unanimemente alla vigilia (nn 5 e A*, si ebbe dun#ue il 21 ottobre una sessione sinodale di cui la #uinta actio aveva lo scopo di autenticare le risoluzioni davanti ai commissari imperiali. Huttavia lo schema si trova ora criticato dai legati romani a da #ualche antiocheno (n ?* il cui porta-parola 9 Piovanni Permanico (nn C e 12*. :entre #uesti protesta contro il titolo di Theotokos che ritiene insufficientemente esatto (nn C ? B e 12* i legati rimproverano alla definizione di contraddire il Tomus di >eone e minacciano di ritornare in sede per farvi il Concilio (n 9*. Il disaccordo con il Tomus sembrava risiedere soprattutto nella formula cristologica Ddi due natureE (n 13*. I commissari ordinano allora la creazione di una commissione di revisione comprendente gli arcivescovi delle grandi DdiocesiE con due dei loro suffraganei Anatolio di Costantinopoli i legati romani e essi stessi i #uali si sarebbero riuniti nell$oratorio vicino della chiesa-martyrion di '. !ufemia (n 1K*. >a maggioranza per/ rifiuta di abbandonare il testo approvato alla vigilia. >$insistenza dei commissari per introdurre nella definizione la formula duofisita che essi attribuiscono a papa >eone non sembra piegare n6 Anatolio n6 la

maggioranza che lo sostiene (nn 13-2K*. 2er sbloccare la #uestione i commissari decidono di ricorrere all$arbitrato dell$imperatore :arciano il #uale fa sapere che offre ai 2adri di scegliere tra due procedimenti, la commissione ristretta gi% proposta o una deposizione di ogni vescovo attraverso il suo metropolita@ in caso contrario il Concilio dovr% aver luogo in Fccidente (nn 21-22*. !$ sorprendente vedere i vescovi arroccarsi sul loro primo schema fino a dichiarare di essere disposti a rinunciare piuttosto che ripudiarlo. >$armeno Gecrope e gli Illirici rinviano ironicamente a Moma i loro contradditori DnestorianiE (nn 23-25*. >a tensione raggiunge #ui il parossismo. In ultimo intervento dei commissari fa scegliere fra &ioscuro d$Alessandria deposto alla seconda actio e il papa >eone, la sentenza ( psAphos/iudicium* di #uest$ultimo intima che la definizione professi Ddue nature unite senza confusione senza cambiamento e senza divisioneE (n 2?* o Dsenza cambiamento senza separazione e senza confusioneE (n 2B*. Il seguito degli atti non ricorda pi8 alcuna reazione negativa dei padri. >a commissione di revisione si ritira nell$oratorio DdiscuteE della fede ritorna nella Chiesa (n 29* dove il segretario legge pubblicamente la definizione attuale (n 3K-3C* che 9 acclamata (n 35*. >e firme saranno poste il 25 ottobre durante una sessione solenne coronata dalla presenza della coppia imperiale (B actio*.

3. A+A>I'I 'HMIHHIMA>!

Miprendo alcune considerazioni che derivano dall$analisi strutturale proposta da L:. CJAMMI_M! !;T 111 (19A9* 33B-5A riferendomi alla scheda allegata che propone una disposizione di Calcedonia secondo la struttura. INTROD/-IONE 'egnalo due Zindici$ di superficie che permettono di delimitare il testo, l6atto di tradizione, il passo propriamente dogmatico 9 delimitato dalla inclusione Di 2adriE con cui gli autori di Calcedonia intendono ricollegarsi alla tradizione e attualizzarla in un nuovo sforzo di comprendere e dire la fede, l$homologhein iniziale corrisponde al risalimento della paradosis che si ricollega al 2adri del simbolo (+icea-Cost* a Pes8 e ai 2rofeti, l$atto dela trasmissione conferisce alla homologhia una dimensione universale verso l$origine e verso la fine del tempo storico@ anzi lo stesso atto ha una valenza universale perch9 9 ripetuto di tempo in tempo anche prima di Cristo come testimonianza alla realt% di >ui. uno solo e lo stesso, il testo 9 suddiviso da un ritornello (riga C.2K.33* che ritorna con leggere varianti significative dividendo il testo in due parti distinte. Questa cornice delimita due ri#uadri in cui si fa parola di Duno solo e il medesimoE ( Cna kaD t+n aut+n*, si parla dell$unico singolare di cui 9 importante la sua fondamentale unit% che 9 espressa a sua volta dall$unicit% (uno solo* e dall$identit% (lo stesso*. >$invarianza del ritornello 9 rotta due volte, in rapporto a coloro che scrivono il testo (il DnostroE riga C assume poi un carattere pi8 generale riga 2K.33* e in rapporto alle #ualificazioni aggiunte all$Eun solo e lo stessoE (al centro Z monogene$ 9 aggiunto al posto di ZPes8$@ mentre la terza formula ha Z&io-;erbo$e di nuovo Pes8. >e semplici variazioni non sono significative se il contesto non ci aiuter% ad illuminarle.

LA DEFINI-IONE DI CALCEDONIA (DS 301-302) 1 2 3 4 'eguendo pertanto i santi Eadri noi insegniamo unanimemente di riconoscere (homologein* I+ 'F>F ! 'H!''F .IP>IF !=ST;= 'IP+FM! P!'` CMI'HF

1 lo stesso veramente perfetto nella (en* divinit% 2 lo stesso veramente perfetto nella (en* umanit% 3 veramente &io 4 veramente uomo lo stesso 5 da (ek* un$anima razionale e da un corpo 10 della stessa sostanza (homoousion* del 2adre secondo (katF* la divinit% 11 della stessa sostanza ( homoousion* nostra 12 lo stesso secondo (katF* l$umanit% 13 simile in tutto a noi fuorch6 nel peccato@ 14 prima dei secoli 11 generato (ek* dal 2adre 12 secondo (katF* la divinit% nella pienezza dei tempi lo stesso 13 per noi e per la nostra salvezza 14 da (ek* :aria la ;ergine la :adre di &io 15 secondo (katF* l$umanit% 20 I+ 'F>F ! >F 'H!''F CMI'HF .IP>IF 'IP+FM! 9!IGE!IT= 21 22 23 24 21 22 23 24 25 30 31 32 33 34 31 32 in (en* due #a+6&$ (phGseis* senza confusione (asunch)tos* senza trasformazione (atrCptos* senza divisione (adiairCtos* senza separazione(achor1stos* bisogna riconoscere 2oich6 la differenza delle nature non 9 soppressa dalla (diF* loro unione ma al contrario le propriet% di ciascuna natura sono conservate e si ricongiungono insieme in (eis* in una sola p$& o#a (pr0sopon* e in una sola !po +a ! (hyp0stasis* non essendo spartito o diviso in (eis* due persone ma .IP>IF I+IP!+IHF &IF 3E;H= 'IP+FM! P!'` CMI'HF come tempo i profeti ci parlarono di lui e lo stesso 'ignore Pes8 Cristo (ce ne ha parlato* e il Simbolo dei Eadri ce lo ha trasmesso (paradidomai*
I+ 'F>F ! >F 'H!''F

PRIMO QUADRO LA DIFFEREN-A NELL(/NIT7 +el primo ri#uadro osserviamo due fenomeni macroscopici,
la volont% di un perfetto bilanciamento tra le espressioni riguardanti la divinit% e l$umanit%@ un certo dise#uilibrio che di fatto si ha sulla colonna dell$umanit%.

A partire di #ui 9 possibile svolgere tre serie di osservazioni, A" La singolaritF dell6unico a partire dalla di,,erenza !$ facile notare una struttura a dittico nella #uale si possono vedere i parallelismi,
C 5 A 1K 15 2K I+ 'F>F ! >F 'H!''F lo stesso perfetto veramente homoousion generato I+ 'F>F ! >F 'H!''F ? lo stesso perfetto B veramente lo stesso 12 homoousion lo stesso 1?-B --lo stesso

Ciascun termine usato per la divinit% 9 pure impiegato per l$umanit% con la sola eccezione significativa per Zgenerato$ (gennethCnta* ma mediante l$insistito intreccio di Zlo stesso$ (t+n aut+n*, 9 evidente lo sforzo di trovare un linguaggio possibile che parli dell$unico e del singolare senza detrimento della differenza che entra a costituirlo. Questo sforzo 9 comprensibile solo sullo sfondo di un pensiero (#uello greco* che pensa &io come l$altro dall$uomo sotto l$aspetto di una differenza assoluta che non va tolta bensO conciliata nella particolare struttura dell$unico Pes8, l$accento 9 posto principalmente sulla differenza tra &io e l$uomo presa come punto di partenza indiscutibile. +ella logica del pensiero essenzialista che si propone con categorie solidificate e gi% precomprese che 9 stata definita Zlogica dei solidi$ la parola della fede tenta una formulazione per cercare un linguaggio che superi l$apparente opposizione della ragione per indicare mediante un e#uilibrato parallelismo la verit% di #uell$unico e singolare che 9 Pes8 Cristo. 'i ha cosO la tensione tra la parola della fede che esprime la conoscenza del mistero di Cristo e dall$altra la visione del mondo espressa nel linguaggio umano (#ui #uello greco* che deve per #uanto pu/ lasciarsi plasmare da #uella parola e poterla cosO Zesprimere$ secondo verit%.

H" Le precisazioni sul versante dell6umanitF Il brano sottolinea il punto di vista della differenza tra &io e l$uomo che 9 per cosO dire reduplicata, #uella dell$uomo con &io e #uella di 8uest$uomo Pes8 con l$universalit% degli uomini. Questa duplice Zdifferenza$ 9 indicata dalle varianti che appaiono sul versante Zumano$ del dittico,

9 12 1A 1B

da (ek* un$anima razionale e da un corpo simile a noi in tutto fuorch9 nel peccato per noi e per la nostra salvezza :aria la ;ergine la :adre di &io

&i #ueste varianti possiamo sottolineare due aspetti, la di,,erenza tra l6umanitF di Ges% e la nostra , la riga 9 e 12 sottolineano il rapporto che si instaura tra l$umanit% in Pes8 e l$umanit% in noi. Insieme a Dconsustanziale a noiE le due precisazioni, Dda un$anima razionale e da un corpoE e Dsimile a noi in tutto fuorch9 nel peccatoE indicano il rapporto di identit% e di differenza tra Pes8 e noi. >a prima aggiunta (9* allude all$identit% dell$umanit% di Pes8 con la nostra nelle sue componenti essenziali (anima e corpo*. Con ci/ 9 precisato il senso del suo essere Dconsustanziale a noiE (11*. >a seconda aggiunta (12* parla di Pes8 come Dsimile (h0moion* a noi in tutto fuorch9...E ma ci/ non pu/ ancora una volta significare che Pes8 9 consustanziale a noi cio9 simile a noi nei suoi elementi essenziali. Il testo si riferisce ad una somiglianza che riguarda l$agire cio9 il funzionamento della libert% e delle sue componenti essenziali. +ella storia nel suo agire l$uomo a partire dalle sue componenti costruisce la sua propria unit% e diviene cosO effettivamente uomo. >a somiglianza #ui affermata sta a dire che Pes8 nella sua umanit% come ogni uomo costruisce nel suo agire la sua unit%. In ci/ !gli 9 simile a noi cio9 nel suo agire storico Dfuorch9 nel peccatoE. Questo risultato di identit% (nell$essere e nell$agire* di Pes8 con noi e di differenza (nel suo agire esclusivamente positivo* pone il problema di come si possano predicare tali caratteristiche essenziali della natura umana ad un soggetto divino. >a tensione #ui non 9 tolta ma il testo rinvia al problema della coesistenza delle nature in Pes8 al livello dell$unit% dinamica che 9 8uell$umanit% di Pes8 realizzata concretamente da colui che si chiama Pes8 di +azaret. >$accostamento di umanit% e divinit% che la mentalit% greca vede in modo parallelo raggiunge #ui il suo punto di crisi. la di,,erenza tra Dio e l6uomo , la seconda differenza 9 #uella che intercorre tra &io e l$uomo in Pes8 ed 9 segnalata dalla #uarta aggiunta (riga 1B* <la terza - riga 1A indica il carattere salvifico dell$incarnazione=. In #uesta aggiunta si deve notare l$assenza del verbo DgenerareE riferito alla nascita da :aria. 2oich9 il DgeneratoE e#uivale alla lista degli aggettivi (verbali* che esamineremo nel punto seguente e che ritornano in modo bilanciato sulle due tavole del dittico la sua assenza non pu/ essere attribuita ad una dimenticanza ma ha valore intenzionale. &el resto i termini attribuiti a :aria (:adre di &io ;ergine* significano da un lato che l$unit% singolare che 9 Pes8 deve essere affermata fin dal primo istante della nascita (anche se non se ne ha una chiara visione* e dall$altro che si deve distinguere tra Znascita$ di Pes8 e sua Zgenerazione$ dal 2adre. >$assenza del vocabolo Zgenerato$ sul versante dell$umanit% deve comprendersi sullo sfondo di #uesta alterit% tra &io e l$uomo cosO che non si pu/ predicare una stessa Zorigine$ (si noti il medesimo Ze3$* Zdal 2adre$ e Zda :aria$. Ci/ non pu/ evidentemente significare una diminuzione dell$umanit%, #ui non ci si pone dal punto di vista della perfezione delle nature ma del diverso rapporto di Zorigine$ delle medesime. Anche in #uesto caso come nel precedente 9 il punto di vista della differenza che 9 affermato <generato --- (natoR*= pur all$interno dell$unit%.

Che cosa significhi #uesta duplice differenza (tra l$uomo e &io e tra l$uomo Pes8 e noi* per la comprensione della natura di &io e dell$uomo il concilio non dice, il fatto che ci si richiami alla scrittura (.il 2 A@ !b 2 1A@ !b C 15@ >c 1 3C.C3* serve per esprimere in maniera giusta una faccia del mistero che non 9 ancora sufficientemente chiarit% dalla comprensione. C" La serieI Jper,etto6 Jveramente6 Jconsustanziale6 Jgenerato6 Questi #uattro termini che ritornano (eccetto il #uarto* su ambedue i lati del dittico devono essere intesi secondo una certa gradualit% o come uno sviluppo logicoR Fsserviamo il seguente schema,
5 A 1K 15 perfetto veramente consustanziale generato en (e3* to patr4
8a+9

en e3 hemin
8a+9

A " C &

e3
8a+9

e3
8a+9

Hra i termini c$9 certamente una gradualit% (perch9 sono riferiti ambedue alla divinit% e alla umanit%* ma c$9 anche articolazione logica. >$articolazione ( en - ek* tra la prima e seconda riga (5 A* corrisponde a #uella tra la terza e la #uarta (1K 15* anche se non in forma e#uivalente. Inoltre la preposizione katK appare in modo molto regolare e significa Zalla maniera di secondo$. !$ possibile stabilire cosO il senso del procedimento graduale osservabile tra due membri (A-" e C-&*. In ciascuno dei membri abbiamo lo stesso movimento che parte dalla percezione finale (perfetto consustanziale, A-C* e risale all$origine (veramente <da= generato <da=, "-&*. In #uesto movimento di risalita fino all$origine il primo membro (A-"* propone un modello uno schizzo logico della divinit% e dell$umanit%. Il secondo membro procede precisando #uesto schizzo in maniera ( katK* pi8 particolare, Z&io$ (AT"* 9 precisato in Z2adre$ (CT&*@ Zuomo$ (AT"* diventa Znoi$ (CT&*. 'i pu/ cosO segnalare un duplice movimento, il discorso cristologico consiste in un movimento di interrrogazioneaffermazione che parte dalla percezione attuale (finale* della realt% di Pes8 per risalire alla sua origine. il movimento del testo ci conduce verso il mistero della Zgenerazione$ di Pes8, !gli prende origine dal 2adre e da noi ma #uesta doppia Zderivazione$ ( ek* pende dalla parte della generazione dal Eadre. Ci/ fa aprire la nozione della generazione umana al di l% del #uadro della semplice procreazione mentre la partecipazione di Pes8 alla nostra umanit% pone il problema della nostra Zderivazione$ da &io per realizzare #uella alleanza tra il 2adre e noi in Pes8 che 9 il senso del Zper noi e per la nostra salvezza$. Infine #uesto movimento di risalita da Pes8 al Penerato dal 2adre si situa in uno schema temporale Dprima dei secoliE (1C* Dnella pienezza dei tempi <lett, nei nostri giorni gli ultimi=E (1?* che corrisponde ad un duplice evento (generato dal 2adre la nascita da :aria per la nostra salvezza nei tempi che sono gli Dultimi escatologiciE. In tal modo forse 9 possibile situare meglio il senso di DmonogeneE nel ritornello situato alla fine di #uesta prima parte (2K* che sostituisce il termine DPes8E del primo ritornello (C*. 'i trova cosO che il movimento di risalita da Pes8 all$ Inigenito

generato dal 2adre che descrive il senso della gradualit% ricavata dalla successione dei termini incrocia lo schema temporale Dnella pienezza dei tempiE Dprima dei secoliE rispettivamente riferiti a Pes8 e al :onogene secondo #uesto schema,
Pes8 (C* a prima dei secoli (1C*UUUUUU aUUUUUUU nella pienezza dei tempi (1?* a a :onogene (2K*

SECONDO QUADRO L(/NIT7 NELLA DIFFEREN-A Il secondo #uadro delimitato a sua volta da due ritornelli (2K 33* presenta una struttura meno bilanciata. >a serie dei #uattro avverbi (22-5* appesantisce e scentra l$e#uilibrio. 'e si tolgono idealmente #uesti avverbi si possono intravvedere egualmente due parti che hanno molte corrispondenze come mostra #uesto schema scomposto,
2K 21 2A 2B 29 3K 32 33 I+ 'F>F in due in alcun modo ma... ciascuna verso una sola non in due ma... I+ 'F>F in due nature la differenza non soppressa ma ciascuna natura e in (eis* una sola persona non in due persone ma un solo e lo stesso due non una due una non due uno

Questa simmetria permette di articolare due sezioni del #uadro, una che riguarda la dualitF (2K-2B* l$altra che sottolinea l$unitF (29-33*. A proposito di #ueste sezioni propongo tre osservazioni, A" Il medesimo schema logico delle due sezioni, nelle due sezioni della seconda parte prima la dualit% e poi l$unit% sono fortemente affermate in un medesimo movimento comprendente tre tappe ripreso per l$una e per l$altra sezione (cfr prima colonna del prospetto*. la dualitF, la prima tappa (21* pone la dualit% come punto di partenza la #uale sembra essere posta in discussione da un elemento che apparir% in seguito come un evento il #uale sembra appunto negare la dualit%@ la seconda tappa (2A* nega tale effetto negando che la dualit% sia abolita da #uesto evento@ la terza tappa (2B* 9 una nuova affermazione della dualit% che sussiste anche Zdopo$ l$evento. l$ unitF, prima tappa (29*, affermazione dell$unit% con la sua cifra (una sola*@ intervento non esplicitato di #ualcosa che sembra mettere in discussione la dualit%@ seconda tappa (31* esclude l$effetto che #uesto avvenimento neghi la realt% dell$unit%@ la terza tappa (32-3* afferma di nuovo ancora in forma positiva l$unit% avvenuta. ". L6articolazione dei due momenti (dualitF e unitF* , come si articolano i singoli movimentiR per semplice parallelismoR che si pu/ dire di #uesto avvenimento supposto in ambedue le sezioniR >e due sezioni non hanno solo uno stesso parallelismo schematico (le tre tappe* ma si articolano tra di loro in due modi, l$uno numerico con la coppia delle cifre 1-2@ l$altro semantico con la coppia di termini natura-persona (rispettivamente terza e seconda colonna del prospetto*, livello numerico, #uesto livello non ha molto interesse ma serve a mettere in luce l$immagine astratta che funziona mediante il gioco delle cifre (dueTnon unaTdue@

unaTnon dueTuno*, a #uesto livello il rapporto tra 1 e 2 sarebbe troppo schematico e caricaturale se non intervenisse la distinzione dei piani del seguente livello. a livello semantico, le due sezioni sono legate tra di loro dall$intreccio dei due termini natura e persona, il primo termine designa la dualit% in Pes8@ il secondo significa l$unit% di Pes8. >a natura 9 definit% all$interno del testo come costituita da un insieme di propriet% le #uali permangono anche in seguito all$unione, ci/ consente di affermare che le nature sono due anche Zdopo$. Con l$individuazione delle propriet% di un essere (in senso vago e impreciso nel testo* attraverso una operazione analitica si pu/ definire la natura umana e divina e attraverso l$unificazione delle propriet% si pu/ parlare di un$unica entit% umano-divina. CosO natura ( ph)sis* 9 termine in pratica e#uivalente a sostanzaTessenza (ous1a* ma il primo 9 pi8 descrittivo e funzionale mentre il secondo 9 pi8 metafisico. >a persona 9 il luogo dell$unificazione e integrazione di diverse manifestazioni della personalit% dell$essere, ci/ permette di non disperdersi nella pluralit% delle manifestazioni ma di percepirle come unificate in un unico soggetto, il 'ignore Pes8 Cristo. Il concetto di persona ha dun#ue la funzione di segnalare il processo di unit% integrante non #uell$unit% che pure la natura opera a livello delle caratteristiche individuanti ma #uella delle manifestazioni di un unica soggettivit% ultima. Mesta aperta la #uestione se si possa dare un criterio per passare dalla Zcaratteristiche$ individianti delle nature al Zfunzionamento$ integrante della persona intendendo le prime come manifestazione della seconda. A #uesto livello 9 difficile rispondere a partire dal Concilio. Miferendosi al Homus di >eone 9 possibile forse dire che le propriet% delle due nature sono effettuate ed attualizzate dall$atto della persona unica di Pes8 attraverso ci/ che essa fa e dice. C" Il movimento dell6unione, >a perfetta bilanciatura dei numeri (uno-due* e dei termini (nature-persona* corre il rischio di apparire troppo statica anche se ha il compito di indicare le regole logico-linguistiche (e in certa misura anche di livelli di realt%* per denominare la dualit% e l$unit% in Pes8. :a il testo presenta anche un movimento espresso dalla se#uenza di tre preposizioni, en (21* diK (2A* eis (29*. D!nE indica il luogo dove ci si trova applicato alle nature indica una #ualit% permanente (non c$9 e3*@ DeisE dice il termine del movimento il luogo dove si arriva l$esito del movimento@ DdibE indica il passaggio attraverso cui avviene il movimento. Collegate ai termini rispettivi si ha la se#uenza, in due nature attraverso l$unione verso una sola persona. CosO l$evento a cui ci si 9 pi8 volte riferiti 9 #uello dell$unione che 9 il luogo di passaggio delle due nature a una sola persona, l$idea di unione (6nosis* 9 assai dinamica preferendola il testo ad unit% ed identit%. Infine si pu/ caratterizzare #uesta unione attraverso il ricupero degli avverbi che come si era notato appesantivano il testo. I famosi #uattro avverbi calcedonesi caratterizzano il modo dell$unione e sono ripresi nelle espressioni seguenti due per ciascuna sezione del brano. !cco la corrispondenza,
22 23 2C 25 senza confusione senza cambiamento (delle nature* senza divisione senza separazione (della persona* 2A 2B 31 31 differenza non soppressa propriet% conservate diviso o spartito non due persone

Alla fine dell$analisi resta in sospeso l$ultima #uestione, la differenza tra il secondo (2K* e il terzo ritornello (33*. >$ultimo ritornello comporta un$aggiunta rispetto al precedente, accanto a monogene si accosta The+s L0gos (&io ;erbo* e si nota la ricomparsa di ZPes8$ del primo ritornello (C*. >a parola L0gos appare a sorpresa e non 9 annunciata da nulla nel secondo #uadro mentre invece lo era il termine monogene anticipato dal senso del primo #uadro. !$ possibile dire che vi sia un$ intuizione del DsoggettoE del movimento di unione (il ;erbo appunto* che 9 la grande #uestione che il testo di Calcedonia lascia sospesaR Pli indizi non sono suffcienti ad affermarlo con sicurezza. &el resto l$interpretazione di Charri9re (35C* va in altra direzione.

4. CALCEDONIA E POI:
Il testo del Concilio di Calcedonia costituisce un intervento di importanza decisiva sia perch6 fornisce un discernimento autorevole del dibattito cristologico del ; secolo sia perch6 9 il punto di avvio di un lungo sviluppo che approder% alTai XmodelloTi calcedoneseTiY della cristologia. 2ropongo tre serie di riflessioni, pregi e limiti del pronunciamento di Calcedonia@ le obiezioni al modello calcedonese@ le riprese recenti. Pregi e limiti del Concilio di Calcedonia. >$insegnamento di Calcedonia corona la storia che prende le mosse da +icea, il 'inodo dei 31B 2adri ha definito che Pes8 9 homoousios (consustanziale* al 2adre cio9 ha difeso la divinit% di Pes8@ !feso ha sottolineato mediante il titolo rivolto alla ;ergine di D:adre di &ioE ( Theotokos* contro ogni divisione l6unitF di Pes8 Cristo in #uanto il .iglio 9 coinvolto nella storia della salvezza@ Calcedonia afferma l$unit% nella distinzione in particolare la homoousia di Pes8 con noi la sua piena e perfetta umanit% che veniva compromessa dal monofisismo di !utiche. >$unit% del ;erbo incarnato di !feso 9 cosO affermata senza alcun detrimento della distinzione e perfezione delle nature. I #uattro avverbi calcedonesi attestano #uesto, l$indivise e inseparabiliter (l$unit%* non devono essere detti a spese dell$incon,use e immutabiliter (la differenza*. >$anima di verit% delle due scuole #uella alessandrina (che sottolinea l$unit% della persona* e #uella antiochena (che rimarca la differenza delle nature* sembrano trovare una composizione nel testo calcedonese che pu/ essere sintetizzato, Duna persona due natureE, la persona 9 #uella del ;erbo (per #uanto il testo non sia chiaro su #uesto punto ma ci/ sar% esplicitato nel Costantinopolitano II <553= e III <?B1=* le nature sono #uella divina e umana che restando numerabili anche dopo l$unione (en <e non ek= duo phcseon* contro il tentativo di !utiche di assorbire la natura umana in #uella divina. Il pregio di Calcedonia sta nell$aver formulato le regole terminologico-concettuali <personaTnature= per indicare i livelli dell$unit% <di persona)ipostatica= e della differenza <delle nature= in particolare con l$accento sulla completezza e integralit% dell$umanit% e sul fatto che l$affermazione della divinit% non sopprime ma pone in essere la consistenza dell$umanit% (il motivo 9 salvifico, non sarebbe salvato tutto l$uomo*. Il limite di Calcedonia 9 #uello di una sorta di contrazione della storia di Pes8 all$ atto dell$incarnazione al mistero del +atale tanto che #ualcuno ha parlato di Dcontrazione

dogmatica del Ger0gmaE (Cantalamessa* anche se forse sarebbe meglio dire che il Concilio mette in luce le condizioni di possibilit% ontologiche per dire la Xverit%Y del mistero di Cristo. CosO anche la critica che il momento propriamente salvifico 9 ridotto alla esigua citazione del Dper noi e per la nostra salvezzaE dev$essere respinta perch6 9 esattamente per pensare l$integralit% della salvezza che si afferma la doppia consustanzialit% dell$unico 'ignore al 2adre e a noi. Certo la storia della vicenda di Pes8 9 presupposta ma il Tomus di >eone vi faceva un pi8 ampio riferimento. .orse la vera #uestione 9 che la formula di Calcedonia mette in luce in modo statico (e perfettamente bilanciato* la differenza delle nature per affermare nella seconda parte la convergenza nell6unica persona e ipostasiI #uesto procedimento descrittivo pur dentro le cornici dell$Duno e del medesimoE corre il rischio ma ci/ avverr% soprattutto nello sviluppo del modello calcedonese di far pensare all$unit% come un momento raggiunto successivamente. &el resto anche la formalizzazione del livelli di realt% nei termini naturaLpersona# fa puntare l$attenzione pi8 sulla precisione del linguaggio che sulla ricchezza della res del mistero di Cristo. Le obiezioni al modello calcedone e!. 2er #uesto le critiche che sono state rivolte a Calcedonia (si data convenzionalmente a partire dal 1951 anno del d; centenario del Concilio* in realt% devono essere rivolte al o ai Xmodelli calcedonesiY. Con ci/ si intende non tanto il pronunciamento del Concilio ma il successivo approfondimento metafisico della categorie di persona e natura e i modelli medievali con cui 9 stata pensata l$unione ipostatica. Qui Calcedonia che voleva essere la regola ermeneutica per una lettura del mistero di Cristo e della sua storia multiforme in particolare della 2as#ua 9 diventato il punto di partenza di un approfondimento speculativo dove entrano le diverse sensibilit% filosofiche del medioevo che troveranno un$aspra critica nel concetto moderno di persona intesa come Dcentro cosciente di conoscenza e di libert%E. >a storia del de 3erbo incarnato del manuale (ma nella Summa di Hommaso l$approfondimento metafisico 9 ancora a servizio di una ricca teologia dei misteri della vita di Cristo* ne 9 una conferma perch6 la #uestione lO trattata 9 il problema dell$unione ipostatica discussa a monte del de Christo redemptore vale a dire della vicenda salvifica di Pes8. >e obiezioni al Xmodello calcedoneseY sono le seguenti, Calcedonia sarebbe all$origine della perdita del senso della storia di Pes8 dell$attenzione allo svolgimento della storia della salvezza in particolare della centralit% della 2as#ua in #uanto avrebbe prodotto una separazione della considerazione del Cristo in sC (l$incarnazione la sua persona incentrata sul +atale* dal Cristo per noi (la vicenda di Pes8 la sua missione incentrata sulla 2as#ua*. >a seconda obiezione riguarda l$inadeguatezza del linguaggio (naturaTpersona* di stampo ellenistico che sembra affermare la differenza delle nature (ma la XnaturaY divina e umana non si possono mettere sullo stesso piano e non sono confrontabili* a scapito della unit% della persona (a meno che #uesta unit% alla fine comporti di affermare una natura umana senza che sia XsoggettoY di conoscenza e di libert%*. >a formula del Concilio sarebbe sbilanciata sulla dualit% e su una visione essenzialista delle nature (#uella che 9 stata definita la Xlogica dei solidiY* che farebbe fatica a pensare veramente la consistenza dell$umano considerato a monte del suo darsi storico. >a concettualit% punta sulla XnaturaY (divina e umana* e non sul tema della libert% e perci/ non riesce a immaginare le due grandezze in reciproca comunione e in diretta proporzionalit%.

>a cristologia di Calcedonia suppone una cristologia dall$alto e misconosce la dimensione storica dell$evento di Pes8 la comprensione della sua vicenda in particolare senza attenzione alla differenza tra la vicenda terrena e la condizione gloriosa del Cristo. Le ri"re e recenti. Queste obiezioni hanno motivato la ripresa della cristologia uscita da Calcedonia. >e riprese sono avvenute in due direzioni, la prima ha precisato il senso dell$intervento magisteriale come strumento ermeneutico della 'crittura e non come sostitutivo della ricchezza storica del dato scritturistico a proposito di Pes8@ la seconda ha riletto la 'crittura cercando di mostrare come la affermazioni del Concilio intendessero costituire un criterio guida per dire la verit% della storia di Pes8 e non una ontologia della persona a prescindere dalla storia. &i #ui il ricupero della storia di Pes8 come luogo della verit% di &io e la ricerca di un modello teorico corrispondente. !$ su #uesta strada che si pone l$approfondimento del nostro corso.

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