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CARTESIO

Cartesio, nel 1600, padre del razionalismo, è il creatore del più importante metodo matematico: quello
cartesiano
Il concetto base della filosofia cartesiana è la ragione “razio”. La ragione guida l’uomo nel mondo e nella
distinzione del vero dal falso. È uno strumento a servizio dell’uomo per raggiungere la conoscenza.
Non basta avere solo ragione, ma bisogna saperla usare. Per saperla usare usiamo un metodo.
Nel 1600 ci sono 2 grandi metodi, da una parte il metodo cartesiano (matematico) dall’altra il metodo delle
scienze di Galileo. Cartesio afferma che un metodo valido deve eliminare i dubbi.

Il metodo Cartesiano deve essere:


 Vero, portare a una conoscenza vera
 Valido
 Fertile, dovrà portare alla nascita di una conoscenza
 Universale, deve abbracciare tutte le discipline compreso l’etica
 Matematico, come quello di Galileo, linguaggio matematico
 Metafisico, garante ultimo di questo metodo è Dio, raggiungerà il concetto di Dio

Il metodo Cartesiano è deduttivo, induttivo, matematico e metafisico.


Le regole di questo metodo sono:
1. Evidenza, bisogna accogliere come vero ciò che è evidentemente vero
2. Analisi, lo analizzo e seziono il problema in vari sotto problemi, meno complessi, per risolverlo
3. Sintesi, una volta analizzato, riunifico le parti più semplici per ottenere la totalità, non è più
complessa, sarà più ordinata.
4. Enumerazione, ogni passaggio analitico e sintetico deve essere numerato e controllato attraverso
una revisione

Le differenze tra il metodo di Galileo e Cartesio: Galileo verifica attraverso l’esperimento, mentre Cartesio
verifica a tavolino, attraverso metodica matematica. Un punto in comune è il linguaggio matematico.
Cartesio si pone diverse domande : tutto ciò che mi appare è così o solo io vedo così? E soprattutto io che
mi interrogo sulla realtà esisto veramente o sono un’apparenza?
Il suo è un dubbio metodico. Pone il dubbio come metodo.
Cartesio dice che i sensi a volte ci ingannano e ci fanno vedere le cose come non sono, i sensi possono
indurci a un illusione. La base è restare sempre nel dubbio, comincio ad applicare le regole del metodo
Lui dice che posso dubitare di tutto tranne della tua esistenza perché:
“dubito, ergo cogito, ergo sum” – “dubito, quindi penso, quindi sono(esisto)”
Io esisto necessariamente e il mondo esiste così come mi appare. Quindi esisto come sostanza pensante
(posso dubitare di tutti tranne che di me).

Dualismo di Cartesio: l’essere umano come sostanza è costituito da due sostanze:


 Res cogitans- tutte le capacità intellettive dell’uomo (anima, pensiero, spirito)
 Res exstensa- corpo e materia
Sono opposte- il pensiero è libero, non ha estensione, volontario mentre il corpo è meccanico, ha
estensione, ed è necessario perché contiene l’anima (macchina guidata da nervi). Il linguaggio è lo
strumento con il quale si esprime la passione.

Inoltre Cartesio parla dell’essere umano che è quindi composto da 2 sostanze mentre gli animali sono senza
ragione e anima.
La res exstensa limita l’uomo, Cartesio cerca una relazione tra anima e corpo e pensa di risolvere la
questione con la teoria della “ghiandola pineale” (epifisi) che Che concepisce come la sola parte del cervello
che fa confluire gli stimoli dei sensi in esso.
Cartesio si chiede come il corpo influenza l’anima. Le funzioni umane sono:
 Le azioni - volontarie partono dalla ragione (res cogitans)
 Le passioni – involontarie( ridere, piangere, sbadigliare) e azioni meccaniche ( res exstensa),
l’uomo felice sa controllare le passioni ( se sono lussurioso sono schiavo della lussuria)
Fa una morale provvisoria, Cartesio afferma che seguendo queste 3 regole vivrai in equilibrio e
moderazione.
1. L’uomo deve seguire i costumi del proprio paese e deve ubbidire alle leggi, l’uomo in armonia
manterrà l’equilibrio.
2. Essere fermi e risoluti nell’azione, senza avere i dubbi. Se hai scelto una strada devi intraprenderla
senza fermarti (perseverare ti rende felice)
3. Vincere se stessi piuttosto che la fortuna, reprime i tuoi sentimenti e ambizioni pur di vivere in
equilibrio con gli altri. Se non vuoi essere infelice non ambire

Cambiare le proprie ambizioni senza pretendere di cambiare il mondo


La saggezza sta nell’obbedienza.

SPINOZA

Vive nel 600, periodo umanista, rinascimentale.Ha una vita ribelle. Nasce nel 1632, muore nel 1677 in
Olanda. È di origine ebraica. Frequenta la scuola dei gesuiti e riceverà una formazione molto religiosa dal
quale si allontanerà, ma non solo, anche dalla comunità ebraica, dalla quale sarà scomunicato. Un certo
punto volevano pagarlo per ritirare le sue idee.

Viene educato a questo Dio, pensiero filosofico parte dal concetto di Dio biblico. Spinoza si pone contro
antropomorfismo biblico: ovvero un Dio rappresentato come una persona, veniva umanizzato come Dio
negativo, Dio materiale .
Dio per spinoza è razionalità. In questo critica Cartesio, che aveva detto che esistevano tre sostanze
fondamentali : res cogitans, res exstensa, Dio (sostanza prima).
Lui dice che non possono esserci tre sostanze e che ne esiste una sola: “quod in se est” “qualcosa che è in
se”. Sostanza concepita in sé e per se. È è autosussistente quindi è causa di se stessa, non dipende da
nessun altra.
Si pone una domanda: Quante sostanze esistono? Solo una, Dio (in ciò esce fuori la sua formazione gesuita,
ebraica perché pone una sostanza al di sopra di tutte le altre). Per Spinoza res cogitans e exstensa sono
attributi. Quindi supera il dualismo cartesiano, la sostanza è unica.

Panteismo di Spinoza- Inoltre Dio e la natura sono una sola cosa, una sola sostanza. Le caratteristiche di
questa sostanza sono: eterna, necessaria, ingenerata, infinita e non può essere umanizzata.
“Dio alias ragione alias natura”- dio, ragione e natura sono la stessa cosa, la stessa sostanza.
Da questo parte la critica al finalismo, che secondo lui partiva con un pregiudizio. Esempio gli uomini
pensano che Dio abbia creato il mondo per il nostro bene quindi per il fine dell’uomo.
Secondo Spinoza non è così, la natura e Dio sono sostanza unica. Per Bacone la natura è al servizio
dell’uomo semmai in questo caso l’uomo è al servizio della natura. Spinoza ritiene che non dobbiamo
essere finalisti, non dobbiamo avere pregiudizi.

Perché Dio sostanza prima ho bisogno di creare qualcosa?


Ci sono 3 gradi di conoscenza di Dio:
 Conoscenza di 1 genere, conoscenza sensibile o immaginazione, le cose si conoscono nella loro
individualità, in sé e per se. Se ho una conoscenza sensibile, ho una conoscenza labile
 Conoscenza di 2 genere razionale, dipende dalla ragione: prendo gli oggetti e li metto in relazione .
Conosco il ragazzo e conosciamo i suoi amici esempio. Prendo gli oggetti e li metto in relazione
seguendo vari criteri; causa effetto, più piccolo più grande ecc. (matematica e in fisica)
 Conoscenza di 3 grado amore intellettuale di Dio, cioè la conoscenza della sostanza. Suprema
conoscenza del mondo. La conoscenza di Dio è intuitiva.
Siamo fatti di anima e corpo e quindi riconosciamo solo due sostanze.
Spinoza etica geometrica il fine ultimo della metafisica è l’etica. L’uomo è il prodotto degli attributi
estensione e pensiero, ed è un uomo naturale, vive nella natura.
Spinoza:
1. Toglie la centralità dell’uomo e pone al centro la natura
2. Togli finalismo “natura esiste perché non può non esistere”
L’uomo percepisce corpo e pensiero e per comprendere la natura usa le emozioni. Quindi l’uomo le deve
comprendere, Spinoza chiama affetti: primari e secondari.
Primari: conatus è lo spirito di conservazione, da vita alla Letizia e alla tristezza. Non inizia un’emozione
auto conservativa, siamo portati verso cose che ci danno felicità non non cerco dolore, tristezza non è auto
conservativa.
Da questo dualismo vi sono due concetti “lotta tra bene e male” : la letizia è uguale al bene, la tristezza è
uguale al male, sono relativi.
Secondari: sono le passioni derivate dallo sforzo di autoconservazione.
 L’ amore è la letizia accompagnata da causa esterna che mi irrobustisce
 Odio è la tristezza accompagnata da causa esterna che mi indebolisce.
Passioni e affetti vanno capiti, come?
Analizza la nostra vita, e quello dei filosofi nei secoli precedenti. L’uomo non dovrebbe scegliere ciò che
vuole, l’uomo deve scegliere ciò che è autoconservante, ciò che le porti una situazione di Letizia.
L’uomo è alla ricerca del suo utile,dell’autoconservazione

In natura ciò che avviene deve avvenire.


L’uomo nel mondo è libero? Sì, È libero nel momento in cui è consapevole che tutto è meccanicisticamente
e biologicamente determinato. Deve essere consapevole del meccanismo della natura. Quando l’uomo si
rende conto che la legge dell’autoconservazione e anche della legge dell’universo, diventa un uomo saggio,
non è a capo della natura ma la dirige.
L’uomo che si pone contro natura sarà un uomo infelice, che non segue la sua auto conservazione. Per
vivere bene, bisogna essere virtuosi, bisogna essere razionali. Essere razionali vuol dire comprendere il
divenire della natura. La virtù non è negazione dell’esistenza, ma esaltazione dell’esistenza. L’uomo
razionale è quello che calcola il proprio utile, la propria autoconservazione.
Lo spirito di autoconservazione ci fa scegliere solo il bene. La ragione deve sempre rispondere al bene.
L’uomo deve vivere secondo la ragione. Dio lo troviamo nella natura e nel mondo. E chi vive secondo
ragione trova Dio .

HOBBES
Hobbes è teorico dell’assolutismo politico, ed esponente del materialismo gnoseologico.
La sua filosofia si trova in opposizione al razionalismo di Cartesio e Spinoza, epicureismo di Locke.
Epicureismo- materialismo
La conoscenza parte dei sensi e alla base c’è un movimento (si mette in moto .. immagine no idea)
I ragionamenti sono collegamenti, attività interne attive che grazie al linguaggio con leggono le cose tra
loro:
 Conosciamo i corpi
 Li percepiamo attraverso i sensi
 La mente li mette in relazione

Punto di partenza dì hobbes è la concezione materialistica, di quello che è la realtà e la natura. La realtà è la
natura si possono conoscere soltanto corporalmente, materialmente.
Corporeismo significa conoscere il materialismo dei corpi, attraverso il corpo, attraverso la materialità del
corpo. La conoscenza umana parte dalle sensazioni e alla base ce un movimento ( la mia vista è sollecitata
da un corpo esterno). Le immagini sono prodotte dai corpi.
L’intelletto mette in relazione i vari corpi(Quando vedo un pennarello lo metto in relazione con la lim). E
quindi i collegamenti sono delle attività intellettive, quando metto in relazione i corpi svolgo un’attività
intellettiva che in realtà è il ragionamento e grazie al linguaggio collego le cose tra di loro. Traduco queste
immagini che poi diventano ragionamenti, attraverso il linguaggio.
Nel ragionamento non faccio altro che sommare o sottrarre delle qualità, ragionare per hobbes vuol dire
calcolare.
Esistono due tipi di corpi, a cui appartengono anche 2 tipi di scienze:
 Scienze naturali hanno a che fare con qualcosa creato da Dio, si trovano in natura e sono scienze
probabilistiche perché abbiamo un margino d’errore perché non sappiamo al 100% il
funzionamento. ( non assoluta)
 Scienze artificiali sono quelle che si basano sui corpi, abbiamo una scienza prodotto dall’uomo e
sono certe perché create dall’uomo e quindi l’uomo domani la scienza artificiale e conosce il
funzionamento (etica, politica..) (scienza assoluta)

Alla fine una è probabilistica quelle delle scienze naturali e una è assoluta perché sono scienze artificiali
create dall’uomo, di cui l’uomo sa il funzionamento al 100%.

Il linguaggio invece è una funzione importante del nostro intelletto, ad un certo punto Hobbes ritiene che il
linguaggio sia un modo di esprimere quello che è il nostro ragionamento. I corpi attraverso la sensibilità
vengono tradotti nel nostro intelletto in immagini, ,le immagini poi devono essere espresse attraverso una
comunicazione, che si basa sul linguaggio. Il linguaggio ha due funzioni:
 Funzione comunicativa
 Funzione mnemonica cioè di ricordo, di memoria

Il linguaggio per Hobbes è un codice, cioè un codice inventato dagli uomini, un insieme di segni. Segno
“signus” significa “stare al posto di”, un segno sta al posto delle cose.
Più un codice è ricco, e più un codice è chiaro più il linguaggio ci permetterà di arrivare a una conoscenza.
Il linguaggio deve essere chiaro, comprensibile e vasto.

POLITICA
Hobbes si è occupato di politica, e di quelli che sono i rapporti nel contesto.
Il contrattualismo di hobbes
Hobbes è un filosofo soprattutto politico, vive nell’Europa tra fine 1600 e 500, e vive in un Europa che è
afflitta dalla guerra di 30 anni.
La visione politica di Hobbes si basa sul fatto che una sovranità nasce da un accordo. La sovranità deriva da
un accordo che viene dal basso, quindi dal popolo. Gli uomini si uniscono per dare quest’accordo, poi arriva
la sovranità . Hobbes è convinto che il conflitto vada eliminata alla radice perché lui in una sua opera
richiama le polis greche, e cosa richiama delle polis greche? Lui dice il momento in cui le polis hanno
cominciato a fare quelle che chiamiamo guerre civili tra di loro, c’è stato il declino della civiltà greca. Perché
avevano cominciato le polis, disgregate qua e là, a farsi guerra tra di loro e questo ha provato il declino.
Il discorso delle polis greche lo riporta all’Europa, così come la Grecia declina anche l’Europa declinerà sotto
il peso di queste guerre civili.
Quindi l’obiettivo di Hobbes è uno, fondare una politica come scienza razionale. Lui accomuna la politica
alla razionalità. Cosa studia la politica come scienza razionale? Studia le comunità politiche. E cosa sono? Il
comportamento degli uomini.
Egli è un teorico della politica astratta e cerca di capire come possono funzionare le comunità politiche.
La politica è un luogo di scienza e non un luogo di casualità, è un luogo geometrico ovvero tutto deve essere
calcolato. La politica è una scienza assoluta perché inventata dall’uomo, ed è una scienza razionale esatta.
Lo stato politico, lo stato civile è la produzione degli uomini, umana e artificiale, figlia di un accordo. Quindi
lo stato è un prodotto di un accordo. L’uomo non ha sempre vissuto in una comunità politica, all’inizio
l’uomo è un animale naturale.
Aristotele e Platone dicevano che l’uomo è un animale politico, che naturalmente tende a vivere insieme
agli altri.
Secondo Hobbes non c’è nulla di più falso, l’uomo non è un animale politico che tende ad aggregarsi agli
altri uomini perché ha dei valori politici, ma tende ad aggregarsi ad altri uomini per la sua convenienza, per
il suo utile.
L’uomo per Hobbes non è un animale sociale, ma sceglie per convenienza di vivere e di unirsi insieme agli
altri uomini, per il proprio utile.
Facendo un calcolo “utili benefici mezzi fini”, l’uomo basa tutto su quello che è la convenienza, l’utilità.
E questa utilità, questa scelta , non è una scelta casuale, è una scelta razionale e calcolata.
L’uomo nello stato della natura, quando ancora non è politico, ha 4 caratteristiche:
 L’uomo per natura è bramoso, desideroso. L’uomo è desideroso, desidera conservare e preservare
se stesso. Quindi l’uomo è di per se egoista. (Visione antropologica negativa che ha Hobbes).
L’uomo uguale negatività. ( visione dell uomo come “homo homini lupus est” “l’uomo è lupo con gli
altri uomini” l’uomo vive nel branco per sopravvivere.
 Libertà. L’uomo nello stato naturale nasce libero. Per cui essendo ognuno egoista, l’uomo schiaccia
gli altri uomini, liberi su tutto.
 L’uomo è la razionalità. L’uomo è razionale, non agisce soltanto seguendo un istinto. L’uomo è
ragionevole, è nato con uno strumento che gli permette di raggiungere un accordo. La razionalità
porta a una collaborazione
 Teme la morte. L’uomo naturale teme la morte, la violenza e il dolore. Anche per questo vive
insieme agli altri. Quindi non può preservare nella violenza.

L’uomo naturale è pre politico, pre sociale. Da questi costringe in uno stato di guerra di tutti contro tutti.
L’uomo egoista il libro prevarica gli altri uomini. La libertà e l’egoismo unite generano un conflitto, per
libertà intendo che non è regolata da uno statuto. Per Hobbes lo stato di natura quando si basa soltanto
sulla libertà e l’egoismo cade nel conflitto, l’uomo con la sua razionalità e paura cerca di arrivare a un
accordo. Con l’accordo perdi tutte le libertà tranne quella di essere vivi (non avere guerra, di non soffrire),
gli uomini concedono tutte le libertà per vivere.

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