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PSICOLOGIA GENERALE

Quando parliamo di psicologia, in particolare di psicologia generale, intendiamo l’acquisizione degli


elementi importanti per prevedere e comprendere il comportamento umano.
Noi come pensiamo di conoscere una persona? Attraverso le cose che dice? Ciò che ci fa conoscere una
persona è il suo comportamento: quando noi interagiamo, lo facciamo tramite una maschera che dimostra le
nostre qualità migliori; molto spesso il nostro comportamento rivela aspetti che non conosciamo
(descrivendoci non diremmo mai che siamo invidiosi o gelosi ecc., quando guardiamo noi stessi siamo molto
indulgenti).
La conoscenza è importante per poter cambiare le cose che non vanno bene.
Sin da adolescenti si sviluppano i meccanismi di difesa (facciamo cose pericolose).
Siamo più bravi a vedere il comportamento degli altri, a vedere dove sbagliano -se scopro dove sbaglio io,
posso correggermi (i nostri comportamenti potrebbero cambiare l’altro, ma non possiamo obbligarlo).

Il concetto di psicologia
Potremmo definirla come una scienza dell’anima (Ψυχή e λόγος), l’interno condiziona l’esterno e non
viceversa.
È lo studio del comportamento umano e dei processi mentali: emozione, intelligenza, memoria,
personalità e percezione, un processo complesso perché è la percezione di una sensazione che viene mediata
dalla mia personalità (es.: la sensazione di dolore è una percezione perché non sapremo mai quanto è la
totalità del dolore; durante il parto ci sono alcune che soffrono e altre no; è l’elaborazione del dolore puro
secondo la mia personalità se sono più ansioso, soffro maggiormente.

Tradizione filosofica e fisiologica


 Cartesio: res cogitans (metodo dell’introspezione) e res exetensa (metodo della sperimentazione),
separazione anima e corpo che si incontrano nella ghiandola pineale portando l’epifisi; parla di
idee innate (dio perfetto) perché abbiamo idee che non sappiamo come ci vengono Es.: idea di
perfezione, secondo Cartesio la perfezione è data dall’unione degli opposti (sole luna, bene male) e
quindi una forma circolare. Gli orientali parlano di blocchi energetici (chakra) in cui l’energia non
riesce ad uscire e entrare, quindi l’equilibrio psico-fisico.

 Locke: è il fondatore dell’empirismo inglese, secondo il quale tutte le idee derivano


dall’esperienza e rappresentano la realtà esterna; l’anima non esiste; la mente è un sistema
meccanico che opera secondo i principi della fisica.

 Mill: afferma che la percezione degli oggetti fisici avviene attraverso associazioni sincrone: forma,
grandezza, peso, colore ecc..; l’uomo viene visto come un meccanismo meccanico e viene destituita
la res cogitans (anima).

 Herbart: (erede di Kant) definisce la psicologia come una scienza autonoma che deve essere
distinta dalla filosofia e dalla fisiologia, è una scienza empirica che ha come campo di studio
l’esperienza conscia (si parla dell’uomo come di un computer); la matematica può essere applicata a
eventi mentali.

 Wundt: parla dell’organizzazione percettiva in termini di inferenza inconscia.

 Freud: (1856-1939) parla dell’inconscio, una struttura di cui non siamo a conoscenza che guida la
nostra vita (si svolge nella parte bassa dell’iceberg) “rendi conto l’inconscio o esso diventerà realtà
e tu lo chiamerai destino”
 Jung: parla dell’inconscio collettivo, non siamo solo noi ma al nostro interno c’è nostra madre,
padre, nonni ecc (può essere un carico pendente o un bagaglio prezioso).
 Bell: cerca di coniugare la psicologia con la fisiologia, da lui il contributo decisivo che permetterà
alla psicologia di nascere come scienza; nota che nel corpo umana esistono i nervi sensitivi
(portatori di informazioni dall’esterno all’interno) e i nervi motori (deputati alla risposta), da ciò si
evince che i movimenti riflessi sono involontari.

 Muller: teoria delle energie specifiche dei nervi


o lo stesso stimolo può produrre sensazioni diverse in relazione ai nervi che vengono attivati;
o stimoli diversi che agiscono sullo stesso nervo producono lo stesso tipo di sensazione.
Una particolarità del nostro sistema nervoso è che non riesce a registrare più sensazioni
contemporaneamente (se sono rilassato, difficilmente piango perché le due cose non possono
avvenire insieme).

 Marshall-Hall: il cervello è la sede della mente e ogni funzione ha una precisa localizzazione nel
cervello, scopre che alcuni meccanismi nervosi operano senza dipendere dal cervello e li definisce
riflessi. Equazione personale degli stimoli percettivi, tradizione attraverso la struttura di personalità
degli stimoli percettivi (es. superficie tiepida non ci faccio caso, man mano che si riscalda la tolgo;
dolore fisico vs dolore emotivo come ansia o angoscia, se prendo farmaco non curo la causa il
dolore è importante perché ci fa capire quando smettere o cambiare direzione, è un avvisatore di
direzione).

 Darwin: selezione naturale l’uomo sarebbe il prodotto di una lunga serie di evoluzioni (giraffa collo
corto, uomini prima più pelosi per ripararsi dal freddo, donne stretti i fianchi e allargata la vita); i
processi mentali attuali sono frutto dell’esigenza dell’organismo di adattarsi all’ambiente esterno.

La psicologia come scienza


 Fechener: cerca di dimostrare come spirito e materia siano aspetti di un’unica realtà; soglie
differenziali delle sensazioni, ovvero quanto uno stimolo deve essere accresciuto o diminuito perché
il soggetto percepisca il cambiamento.

 Helmoltz: afferma che in ogni percezione sono presenti inferenze inconsce derivate dall’esperienza
(posso aver già sperimentato quella sensazione e la riconosco, ma può essere una sensazione nuova
per un altro soggetto che la percepisce in un altro modo rispetto a noi).

 Wundt: strutturalismo, psicologia come scienza dell’anima e come scienza dell’esperienza interna;
metodo regio di comprensione di questa struttura è l’introspezione. La fisiologia spiega le
sensazioni e il modo in cui le otteniamo, la psicologia ne descrive il contenuto e l’esperienza
immediata. Teoria dei sentimenti: piacere-dispiacere (percezione); tensione-distensione/
rilassamento (appercezione); eccitamento-acquietamento (volontà di reazione).

Orientamenti teorici
 Watson: il comportamentismo si oppone al metodo soggettivo e si concentra sul comportamento
trascurando gli eventi interni. Il condizionamento classico parla di uno SI (stimolo incondizionato)
e una RI (risposta incondizionata) e come conseguenza abbiamo la RC (risposta condizionata).
SC (stimolo condizionato: esempio del cane che spinge la leva per avere da mangiare, la prima
volta non è conscio la seconda sì). Decondizionare stimolo (cane spinge leva no cibo lo fa tre volte
poi smette).

 Skinner: condizionamento operante, ovvero un rinforzo positivo (comportamento che mi piace e


che apprezzo) e un rinforzo negativo (lamentarsi, minacciare). Le fobie possono essere ben
affrontate con il condizionamento classico e operante attraverso per esempio la desensibilizzazione
sistematica (come smettere di fumare 20 sigarette al giorno, prima 19, 18, 17 ecc).
Psicologia dinamica e la psicoanalisi
Ci spingono a capire perché abbiamo determinati comportamenti.
 Woodworth: riporta l’attenzione sui motivi e sulle pulsioni che muovono il comportamento. I
meccanismi aiutano la comprensione di un’azione. Le pulsioni spiegano i motivi dell’azione.

Sigmund Freud
Studi sull’isteria: paralisi isteriche; persone che subiscono pressioni psichiche anche scaturite da sogni e
ricordi e le mettono in evidenza con alterazioni comportamentali.
Abreazione: emozione negativa collegata a un evento traumatico che la persona non riconosce collegata a
quell’evento; riuscire a individuare quel sentimento e capire a cosa era collegato, così la persona in parte
guarisce dal sintomo (primo momento è la consapevolezza).
Nevrosi: conflitto che si verifica tra es e super-io (coscienza morale introiettata), quindi un conflitto tra
coscienza ed es perché questo agisce secondo i bisogni da soddisfare (bambino appena nato è es). L’Io in
presenza di nevrosi innesca i meccanismi di difesa come la negazione, la razionalizzazione (meccanismo
evoluto), la rimozione.
Conflitti: tra super-io ed es (si muove secondo il principio di piacere), l’io agisce secondo la coscienza
morale (principio di realtà).
Transfert: proiezione delle proprie figure genitoriali negative; complicità tra paziente e terapeuta, ma si
possono creare anche dei transfert negativi (se ho avuto genitori cattivi, scelgo terapeuta cattivo).

Scopre l’inconscio che guida la nostra vita e la dal momento del concepimento, quindi tutti i ricordi che non
abbiamo (prima dei 5 anni, se ricordiamo qualcosa sono ricordi traumatici; primi anni di vita si struttura la
personalità).
Molto importante è che il bambino si senta al sicuro nella famiglia, perché vive una fase di egocentrismo
quando nasce e ha bisogno che tutto il mondo ruoti intorno a lui (si sveglia e piange per mangiare, non
importa se la mamma dorme).

Funzione dell’ansia: segnale che riceve l’io dall’inconscio e significa che i meccanismi di difesa non
funzionano, stiamo facendo fatica a contenere l’inconscio.

I metodi che si usano nel processo psicoanalitico sono:


 libere associazioni
 analisi
 interpretazione dei sogni: il sogno è la voce dell’inconscio, è questo che ci lancia un messaggio
mascherato che deve essere interpretato insieme al paziente, bisogna vedere cosa significa in
relazione a ciò che stavamo facendo;
 nevrosi di transfert: transfert molto forte con il paziente con cui si lavora bene, ma poi è un legame
che deve essere sciolto) (il paziente va inizialmente dallo psicologo per avere consolazione, poi
capisce che non è per quello).
Scopo della psicoanalisi: ristrutturazione della personalità e conoscenza profonda del sé (libertà), siamo
schiavi di impulsi ed essere liberi significa essere liberi dai nostri impulsi distruttivi perché noi siamo ερώς e
θάνατος.
 Processo primario: principio del piacere (voglio ipad)
 Processo secondario: principio di realtà (non posso averlo non è tuo)
 Transfer positivo
 Transfer negativo
SCUOLE DI PENSIERO
La Gestalt
Parola tedesca che significa forma.
Secondo questa corrente psicologica/scuola la percezione che abbiamo del mondo non è rappresentata da una
somma di parti, ma da una totalità. Es.: se guardo una persona non vedo naso, bocca ecc. ma una persona.
Rappresentati Wertheimer, Kofka, Kohler.
Forme buone, possiamo vederle in modo alternato -es.: vaso e due facce

Leggi organizzazione della forma


 Un campo percettivo si organizza seguendo quella che è considerata la forma dominante
 L’organizzazione struttura il campo secondo una dinamica
o figura-sfondo
o figura-centrale
o sfondo-periferico
 Viene percepita subito la forma buona ed essa tende oltre che a ripresentarsi a non essere
scomponibile.
Se ne deduce che esiste
 la costanza percettiva: gli oggetti percepiti mantengono la loro grandezza anche al variare della
distanza
 il campo percettivo: il nostro pensiero è modellato da forze simili ad un campo elettrico
 i campi psicologici: hanno il loro fondamento in configurazioni isomorfiche, ovvero che si ha
uguaglianza di forma tra esperienza evidente e correlato fisiologico centrale.

Fattori di unificazione del campo visivo


 Vicinanza: a parità di altre condizioni, assume il ruolo di figura la zona delimitata dai margini che
sono più vicini tra loro
 Distanza, vicinanza e unione: garantiscono l’emergere di una figura unitaria la distanza, la
vicinanza e l’unione degli elementi che la compongono
 Somiglianza: tendono a unificarsi fra loro elementi che possiedono un qualche tipo di somiglianza
(di colore, dimensione, orientamento, comportamento)
 Continuità di direzione: linee rettilinee o curve vengono percepite come unità quando vengono
intersecate da altre
 Direzionalità e orientamento: punti e gli elementi si allineano secondo la direzione principale della
configurazione alla quale appartengono. La direzione è affermativa se il verso che seguono è
indubbio, è soggettiva se dipende dallo spazio (es.: si trovano in uno spazio centrale e non hanno
alcun verso indicante)
 Chiusura: secondo questo principio la mente e l’occhio umano tendono a vedere come chiuse figure
che in realtà non lo sono
 Pregnanza e coerenza strutturale: il campo percettivo si segmenta in modo che ne risultino oggetti
equilibrati armonici
 Articolazione senza resti: vengono preferite le soluzioni percettive in cui vengono impiegati tutti
gli elementi disponibili
 Esperienza passata: viene favorita la costruzione di oggetti con i quali abbiamo familiarità rispetto
ad oggetti per noi nuovi

Psicologia umanistico-esistenziale
Maslow fonda nel 1962 un nuovo movimento psicologico che segue alcuni principi fondamentali:
 porre attenzione alla persona e alla sua esperienza
 valorizzare le qualità umane (scelta, creatività, autorealizzazione)
 attenzione verso il significato dei problemi più che alla loro oggettività
Questa corrente, definita anche terza forza, (behaviorismo e psicanalisi le altre due forze) rifiuta il
determinismo istintuale e la ricerca solo nell’infanzia delle origini dei conflitti psichici.
Kierkegaard afferma “la verità esiste per l’individuo solo in quanto egli la traduce in azione”.
Maslow ha introdotto anche la scala dei bisogni.
La terapia umanistico esistenziale si concentra soprattutto sul qui e ora, poiché per la realizzazione della
persona non sono determinanti gli istinti e le pulsioni, né l’ambiente, ma le forze interiori (Rogers).
La quarta forza viene rappresentata dalla psicosintesi di Frankl e Carkhuff (discepolo di Rogers) che sposta
l’attenzione sul cosmo e quindi sulla tendenza verso la trascendenza della natura umana.
La caratteristica della psicosintesi è di comprendere nella propria prassi anche lo sviluppo spirituale della
persona, inteso quindi come possibilità di integrare armonicamente diverse dimensioni della psiche, un
processo già presente nella psicologia di Jung e noto come individuazione.
Il concetto di individuazione ha nella nostra psicologia una parte tutt’altro che trascurabile.
L’individuazione è in generale il processo di formazione e di caratterizzazione dei singoli
individui, e in particolare lo sviluppo dell’individuo psicologico come essere distinto dalla
generalità, dalla psicologia collettiva. L’individuazione è quindi un processo di
differenziazione che ha per meta lo sviluppo della personalità individuale.” Da:   ‘Tipi
psicologici’ 1920

La psicologia cognitivista-costruttivista
Il cognitivismo indica i processi che richiedono un’elaborazione delle informazioni provenienti dall’esterno.
I disturbi comportamentali ed emotivi non sarebbero da attribuire a ciò che si sente o si pensa, ma da come si
sente e si pensa.
Il cognitivismo trae spunto dal behaviorismo di Watson allargando la percezione all’ambiente del soggetto
percepiente, ovvero come la persona usa ciò che vede, ascolta, memorizza.
Principi fondamentali
 Principio della conoscenza: solo la conoscenza di sé e dell’ambiente ci permette di modificarci
 Consapevolezza
 Insight: conoscenza continuamente rielaborata in grado di prevedere le conseguenze di un’azione
 L’azione consapevole: la possibilità di poter progettare il proprio futuro
 La responsabilità di sé e l’autoregolamentazione

Indirizzi metodologici
Che metodologia usano queste correnti per lavorare sulla struttura delle personalità?
-Metodo dell’osservazione-introspezione Svantaggi:
 metodo non verificabile
 le esperienze cambiano nello stesso individuo in diversi momenti e tra diversi individui
 un metodo di indagine per essere valido deve permettere l’osservazione senza interferire in quello
che si sta studiando.

-Questionario o intervista Si tenta in questo modo di indagare su contenuti profondi e superficiali


integrandoli. Criteri di validità
 linguaggio comprensibile
 scelta tra domande aperte o chiuse
 approccio diretto o indiretto al problema
 il controllo sperimentale (pretest)

-Protocollo quotidiano È un particolare tipo di questionario che prevede la registrazione continua del
comportamento attraverso specchi unidirezionali o telecamere.
Vantaggi: osservazione sistematica e diretta;
Svantaggi: contesto sociale fisico ed emotivo non controllabile.

-Metodo sperimentale Nella maggior parte dei casi viene svolto in laboratorio, usato per la
neuropsicologia e consente di controllare le variabili
 variabile indipendente: è la condizione che cambia indipendentemente dal comportamento di un
soggetto ed è antecedente all’esperimento;
 variabile dipendente: costituisce l’oggetto di studio poiché rappresenta i fattori che possono
modificare il comportamento.
Limiti: non può essere estesa a tutti i comportamenti (es.: psicologia del suicidio).
L’applicazione del metodo sperimentale in psicologia generale permette l’individuazione delle relazioni
esistenti tra uno stimolo fisico e la percezione sensoriale da esso derivante. Questa relazione può essere
studiata e verificata in laboratorio e può essere supportata da dati numeri che rappresentano il grado e
l’intensità della relazione esistente tra i fenomeni osservati. In questo ambito, dunque, l’oggetto di studio può
essere il comportamento, la percezione, le emozioni, la memoria, il linguaggio, la personalità, e molte altre
funzioni e processi mentali.

-Metodo psicometrico Consiste nella misurazione di alcune capacità, come l’intelligenza (si misura
l’intelligenza pura e non emotiva, quest’ultima è la capacità empatica).
Criterio di variabilità è rappresentato dal fatto che le condizioni del test devono essere uguali per ogni
candidato (età, sesso, cultura ecc.) per poter stabilire la posizione del soggetto all’interno di una determinata
scala metrica (nella media, inferiore alla media ecc.).

Standardizzazione
Prevede uniformità di procedure attraverso norme standardizzate:
 tipo di somministrazione
 tempo
 successione delle prove
 contesto ambientale
 valutazione
 istruzioni date per eseguire il test
Si definisce standardizzato un test che controlla le suddette variabili.

Strumenti per la diagnosi di personalità


-MMPI
Minnesota Multiphasic Personality Inventory, ha un indice di menzogna
Misura le seguenti aree della personalità:
 ipocondria, depressione, isterismo, deviazione psicopatica, mascolinità-femminilità, paranoia,
psicastenia, schizofrenia, ipomania, introversione.
È un test proiettivo come tale è usato soprattutto in ambito clinico.

-Test di Rorschach
Viene considerato il più importante tra i test proiettivi.
Misura: le capacità interpersonali, l’autonomia, la ricchezza emotiva, la capacità di risolvere problemi.
Utilizza una serie di 10 macchie di inchiostro (paterna, quella di sé ecc.).

-TAT
Test di appercezione tematica, rientra tra i test proiettivi.
Il soggetto iene invitato a raccontare una storia partendo dai personaggi rappresentati nelle scene.

-Test proiettivi che utilizzano il disegno


L’uso del disegno viene considerato come espressione di tutta la personalità.
Principali test
 test della figura umana (test Machover, figura umana sotto la pioggia): la finalità di questo
strumento è di rilevare in modo approssimativo lo sviluppo di soggetti dai 3 ai 13 anni e di
evidenziare alcuni problemi di personalità (emotivi, sociali, d’immagine si sé ecc).
Lo spazio bianco è l’ambiente nel quale la figura è rappresentata, quindi la grandezza del disegno
indica il modo in cui il soggetto reagisce alla pressione del mondo
o figura piccola: il soggetto si sente insicuro, inibito, isolato con senso di inferiorità
o figura grande: indice di sicurezza, espansività, aggressività o compensazione di senso
d’inferiorità mediante la fantasia.
 test dell’albero: la parte centrale dell’albero rappresenta l’io; quella alta la zona delle aspirazioni,
dell’immagine, della spiritualità; la parte bassa è la zona dell’istinto, dell’inconscio, dei bisogni
materiali e della sessualità; la parte sinistra rappresenta le relazioni con il passato, l’introversione, le
fissazioni infantili; la parte destra simboleggia il futuro, la socializzazione, l’estroversione e le mete.
 il reattivo della famiglia (Corman): l’analisi del disegno della famiglia va fatta prendendo in
considerazione i fattori grafico-strutturali e il contenuto. Questo test richiede la consegna di
disegnare la famiglia reale e quella inventata, in tal modo si valuta la coincidenza tra i due disegni,
ciò può aiutare a valutare armonia o ancoraggio negativo. Le tendenze affettive positive si
evidenziano dai criteri di priorità, somiglianza e adeguatezza; quelle negative attraverso le
dimenticanze. Si tengono in considerazione la grandezza, la distanza affettiva, i personaggi
cancellati, spostamenti e personaggi aggiunti.
 il test Wartegg: la procedura del reattivo consiste nel presentare in ogni disegno un segno da cui
partire.

Metodo clinico
È il metodo fondamentale più importante per lo psicologo, è fondato sull’utilizzo del colloquio tra paziente e
operatore.
 Relazione
 Sospensione dell’azione trasformativa
Un colloquio clinico non prende in considerazione il solo linguaggio verbale, ma considera anche il
linguaggio non verbale. Lo scopo del colloquio è la conoscenza del soggetto e di quelle che sono le sue
problematiche.
Fasi del colloquio
1. Inizio formale: accoglienza, incontro fisico e committenza
2. Il riconoscimento: anamnesi sociale e personale
3. L’interrogatorio dettagliato: in relazione al motivo del colloquio
4. La conclusione: restituzione della valutazione se si tratta di un colloquio singolo.
Analisi del colloquio
 Contenuto
 Contesto
 Espressioni non verbali
Definizione del setting
 Dove avverranno i colloqui
 Quando avverranno e con che cadenza
 Quando costeranno anche in termini di tempo ed investimento energetico
 Come si svolgeranno i vari momenti del colloquio

I processi psichici
Il comportamento
Ogni comportamento è determinato e ha una sua plasticità. Il comportamento è motivato e finalizzato, è
regolato centralmente, è adattivo.
L’uomo reagisce, ma anche agisce; è psicologico, biologico, sociale e spirituale.
Pur essendo ogni persona unica il funzionamento della psiche è simile nelle persone.
Lo sviluppo della persona avviene secondo schemi sempre più differenziati.
La motivazione
Dirige l’azione attraverso due direttrici fondamentali:
 Aspetto energetico (tensione, stimolo, desiderio)
 Aspetto direzionale (azione intrapresa in relazione allo stimolo e al fine di ridurre la tensione)
Le motivazioni secondo diverse teorie
 Psicanalisi: vengono accentuate le motivazioni legate al sesso e all’aggressività
 Comportamentismo: viene accentuato il bisogno-pulsione-inventivo
 Cognitivismo: viene considerato maggiormente l’aspetto della consapevolezza.
Possiamo affermare che il comportamento umano è guidato da quello che una persona desidera, pensa, spera,
dalle sue paure; il suo ambiente reale; la struttura fisiologica (il cervello come regolatore del conscio e
dell’inconscio); i bisogni, scopi che si modificano continuamente; le esperienze passate).

Le emozioni
L’emozione si distingue dall’impulso perché presuppone un ragionamento.
Emovere: muovere fuori, una spinta affettiva che spinge l’azione.
Stati complessi dell’Io che presuppongono una modificazione fisiologica di base che attiverebbe una
determinata condotta consapevole.
Paura, collera, gioia, dolore, gelosia, invidia, piacere, dispiacere sono le emozioni con le quali maggiormente
ci confrontiamo e che ci sono familiari.
Lo sviluppo emotivo si realizza in relazione alla maturazione e all’apprendimento (il bambino impara a
ridere, ma sa piangere).
Le emozioni sono relazionate anche all’ambiente sociale.

L’apprendimento
Acquisizione o modifica di conoscenze (nuove o già esistenti), comportamenti, abilità, valori o preferenze e
può riguardare la sintesi di diversi tipi di informazione; possiedono questa capacità gli umani, gli animali e
alcune macchine.
Dal punto di vista psicologico, l’apprendimento è una funzione dell’adattamento nel comportamento di un
soggetto risultato da un’esperienza, ovvero un processo attivo di acquisizione di comportamenti stabili in
funzione dell’adattamento dovuto essenzialmente a stimoli interni o esterni.
Apprendere vuol dire adattarsi.
L’apprendimento deve considerare anche l’attivazione di altri processi come:
 tendenze innate (attaccamento nei bambini)
 maturazione (il linguaggio non si può apprendere se non c’è la maturazione di certi stadi)
 fatica e abitudine (se sono affaticato apprendo meno)
 il sistema nervoso (di cui si conosce ancora poco)
 l’apprendimento viene valutato dalla performance di un individuo
Condizioni esterne che condizionano l’apprendimento
 Apprendimento di segnali, che determinano risposte a carattere involontario
 Apprendimento stimolo-risposta, tramite movimenti precisi in risposta a specifici stimoli o
combinazioni di stimoli -si acquisisce un atto muscolare preciso e circoscritto
 Concatenazione, connessione di una sequenza di due connessioni apprese in precedenza
 Associazione verbale, apprendimento di catene verbali che implicita la conoscenza di codici e
connessioni
 Apprendimento di discriminazioni, avere reazioni diverse a stimoli diversi attraverso associazioni
selettive
 Apprendimento di concetti
 Apprendimento di regole
 Problem solving, la risoluzione di nuovi problemi genera nuove regole e capacità

La memoria
Viene definita come un’organizzazione di contenuti grazie alla quale gli elementi della realtà acquistano
significato. È costituita da tracce mnestiche (registrazioni neurofisiologiche di eventi) che permettono di
ricollegare, reinserire, rievocare, riapprendere, riconoscere contenuti già appresi.
-Piaget a proposito di memoria parla di
 Riconoscimento: riguarda schemi di assimilazione senso-motoria, si verifica in presenza di uno
stimolo, oggetto, suono che fa parte della nostra esperienza
 Evoazione: interviene quando lo stimolo non è presente
-La Gestal parla della funzione mnestica in termini di apparato innato autonomo, che nel corso della
maturazione si integra nell’organizzazione pulsionale della memoria, registrando gli eventi in sequenza.
-Recentemente attraverso la neurofisiologia, si è appreso che le strutture direttamente implicate nei processi
mnestici sarebbero il circuito limbico di Papez e l’ippocampo.
Il sistema limbico è direttamente interessato nella regolazione delle emozioni, in particolare l’amigdala, ne
consegue che la memoria subisce le interferenze emotive dell’individuo.
Classificazione della memoria in relazione al tipo di ritenzione
 Memoria sensoriale
 Memoria a breve termine (MBT)
 Memoria a lungo termine (MLT):
o dichiarativa è collegata alla memoria semantica (acquisizioni culturali) e alla memoria
episodica (archivio cronologico degli eventi)
o non dichiarativa è collegata alla memoria procedurale (abilità motorie automatiche) e alla
memoria condizionata (comportamenti appresi)
Aspetti della capacità mnemonica
 Reintegrazione: è possibile richiamare alla memoria eventi passati attraverso alcune procedure
(ipnosi)
 Rievocazione: ricordo di apprendimenti passati (poesie, andare in
bici)
 Riconoscimento: capacità di riconoscere luoghi e persone
 Riapprendimento: abilità apprese facilmente grazie ad alcune
tracce di apprendimenti passati.

L’oblio
Rappresenta la dimenticanza intesa come fenomeno non temporaneo, non
dovuto a distrazione o perdita temporanea di memoria, ma come stato più
o meno duraturo.
Teorie del fenomeno
 Dissoluzione da non uso: le tracce mnestiche gradualmente scompaiono
 Effetti di interferenza: secondo questa teoria l’oblio sarebbe da attribuire alle esperienze che
intervengono tra l’apprendimento e la rievocazione
 Oblio motivato: dipenderebbe dall’emozione legata al ricordo (es. rimozione)
Quindi ricordiamo più facilmente le cose che ci hanno interessato, dalle quali siamo stati più coinvolti (sia
positivamente che negativamente), ricordiamo meglio le cose che coinvolgono anche gli organi di senso e i
compiti non portati a termine.
La sensazione
Percezione fisiologica e quindi ance involontaria, causata da stimoli interni o esterni recepiti attraverso gli
organi di senso: sensazioni visive, olfattive, gustative e tattili.
La percezione della sensazione e l’intensità di essa, è legata al soggetto percepiente.
Wundt attribuisce alle sensazioni intensità e qualità, alla percezione luogo e tempo.
Aspetti delle esperienze sensoriali
 Soglia assoluta: stimolo minimo perché la sensazione possa essere percepita
 Soglia differenziale: variazione di energia dello stimolo prima che possa essere distinto da un altro
 Adattamento sensoriale: riduzione della sensibilità ad uno stimolo sensoriale

La percezione
È il processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato.
Le principali discipline che si sono occupate di percezione sono la psicologia, la medicina e la filosofia.
La percezione non è un’esatta riproduzione della realtà fisica.
Si può dedurre che gli stimoli sensoriali subiscono l’influenza della percezione.
La percezione non riproduce fedelmente la realtà.
La neurofisiologia ci dice che la percezione avviene seguendo impulsi che si propagano per via centripeta:
organi di senso SNC.
-Gestalt: la percezione viene considerata come il risultato di un’interazione e organizzazione globale di vari
componenti.
Leggi che regolano la percezione
 Legge della vicinanza
 Legge della somiglianza: gli elementi vengono raggruppati in base alla loro somiglianza (per forma
o per colore)
 Legge della buona continuazione: Il principio della continuità di direzione o di buona
continuazione è fondamentale per l’organizzazione delle forme (e glifi, caratteri) in una
realizzazione grafica: si basa sul concetto che la percezione tende ad evidenziare quella forma che
presenta il minor numero di cambiamenti e interruzioni nelle linee o nei contorni. Tutto questo è da
tenere in considerazione nella composizione delle forme di una realizzazione, al fine di trovare il
giusto equilibrio in presenza di elementi molto diversi, come nell’esempio.
 Legge del destino comune: gli elementi che hanno un movimento solidale tra di loro e differente da
quello degli altri elementi, vengono uniti in forme
 Legge della chiusura: linee che formano delle figure chiuse tendono a essere viste come unità
formali
 Legge della figura-sfondo: ci sono immagini di cui percepiamo due contenuti diversi a seconda di
come le guardiamo. Figura è l’immagine immediatamente percepita, sfondo è il resto, tendiamo a
definire figura l’immagine definita in un contorno. Ci sono immagini di cui percepiamo due
contenuti diversi a seconda di come le guardiamo.
 Legge della buona forma: quando si consegue la buona forma si ha un minimo dispendio di
energia, perché l’organizzazione delle parti è raggiunta attraverso il percorso più breve
 Legge dell’esperienza passata: elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente
associati tra loro tendono ad essere uniti in forme (es. un osservatore che non conosce il nostro
alfabeto non può vedere la lettera E in tre linee spezzate) //1

Il linguaggio
Viene indicato come attributo umano: tutti gli animali comunicano ma in modi per noi impossibili
(ultrasuoni), ma solo il linguaggio umano può riferirsi a eventi lontani nello spazio e nel tempo, può generare
e comprendere espressioni che non erano state usate in precedenza, può combinare nel suo vocabolario un
numero di suoni distinti.
La comunicazione è possibile perché esiste una corrispondenza tra segno (parola, gesto) e oggetto designato,
determinata da una regola e vale sia per l’emittente che per il destinatario.
Il linguaggio permette due funzioni
1. Comunicazione
2. Agevola il pensiero e il comportamento

Proprietà del linguaggio


 Espressiva: come mezzo per segnalare stati d’animo o intenzioni dell’emittente
 Evocativa: per influenzare il ricevente (es. pianto del neonato)
 Rappresentativa: come mezzo di comunicazione del pensiero astratto, per informare su eventi lontani
nel tempo e nello spazio
 Intra-individuale: per pensare meglio, per controllare il comportamento, per avere un libero scambio
di informazioni.
Lo sviluppo del linguaggio
Nell’uomo l’emissione di suoni da parte del sistema fonatorio precede l’organizzazione della donazione in
linguaggio articolato.
Il pianto alla nascita è la prima manifestazione fonatoria: rappresenta lo stato di panico determinato dal
repentino e totale cambiamento delle condizioni di vita del feto, in seguito rappresenta
disagio/fame/sonno/richiesta d’aiuto/reazione di protesta.
 Dalla nascita a 6 mesi può emettere grida o vari tipi di pianto, i suoni non sono ancora linguaggio,
ma i fonemi piano si trasformano in sillabe.
 Da 6 a 9 mesi emette un repertorio di suoni che comprende la gamma posseduta dall’uomo, tutti i
bambini usano uno stesso linguaggio.
 Da 9 mesi a 1 anno la gamma dei suoni si restringe e si delimita alle intonazioni del proprio
ambiente di cita.
 A 10 mesi comprende le prime parole.
 Da 1 anno inizia la capacità di emettere una successione di suoni differenziati per comporre una
parola che viene a riassumere il senso di una frase (pappa).
 All’età di 18 mesi può comporre due parole in una frase, anche se ci sono bambini che iniziano a
parlare solo a 2-3 anni.
 A 2 anni compone frasi diverse e con un numero maggiore di parole.
 A 4 anni ha un lessico ampio, appropriato e organizzato, non comprende le eccezioni della
grammatica.

La personalità
Con il termine personalità si intende l'insieme delle caratteristiche psichiche e dei comportamenti che
definiscono il nucleo delle differenze di ogni individuo.
LO SVILUPPO DELLA PERSONALITA’
La personalità è un concetto tipicamente dinamico nell'arco di vita di una persona e gli esseri umani
affrontano, durante tutto l'arco della loro vita, alcuni nodi cruciali di passaggio necessari per evolvere una
maturazione psicofisica adeguata al contesto sociale.
Le varie fasi dello sviluppo:
 L’ infanzia, dai 0 ai 6 anni, in cui il bambino deve ricevere le cure materne necessarie, per evitare
l'insorgere di insicurezze e di ansie
 L’adolescenza, che comporta una forte opposizione al mondo degli adulti, oltre all'insorgere di varie
contraddizioni interne e all'insoddisfazione dei valori tradizionali.
 La vita adulta, in cui il soggetto cerca di realizzare il suo progetto di vita, definendo il più possibile
la sua identità.
 L'anzianità, che comporta importanti cambiamenti nelle attitudini, nello stile di vita e nell'evoluzione
psico-fisica
MA COME SI SVILUPPA LA PERSONALITA’?
Alcune teorie a riguardo postulano che l’apprendimento svolga un ruolo fondamentale, altre spostano
l’attenzione sulle dotazioni individuali, altre ancora pongono l’accento sull’impatto dell’individuo nella
società.

LA TEORIA DI ALLPORT, La psicologia dei tratti


Tra i primi autori che studiarono la personalità umana emerge Gordon Allport, egli pone costantemente in
rilievo il concetto che l'uomo è un unico, e che ogni individuo differisce da tutti gli altri. La personalità non
è qualcosa di rigido, ma è in continuo divenire. Viene attribuita grande importanza alla genesi della
personalità, in cui intervengono sia fattori ereditari (come, per esempio, la costituzione fisica) sia fattori
ambientali. Allport parla anche di carattere e temperamento.
Il carattere è dato dalla vita, il passaggio da un "gradino" all'altro della scala evolutiva provoca un
cambiamento del carattere, con conseguenze anche di tipo socio-culturale.
Il temperamento si riferisce alle disposizioni, prevalentemente ereditarie, che mostrano essere scarsamente
modificabili.
IL TRATTO  è una tendenza determinante, generalizzata e personalizzata, una predisposizione alla
risposta, fondato neurologicamente. Esso può descrivere l’individualità di un soggetto., il modo di sentire, di
conoscere e di agire. I tratti sono dunque modelli coerenti del modo di comportarsi, pensare e sentire. Essi
sintetizzano, spiegano e prevedono la condotta di una persona, e individuano cosa la differisce da un’altra. Il
comportamento è dunque prodotto da processi interni, e la definizione di tratto contribuisce al
definire i comportamenti in sé.
I tratti si differenziano dagli stati e dalle attività che descrivono aspetti temporanei della personalità, di breve
durata e causati da circostanze esterne.
TIPOLOGIE DI TRATTI:
 Tratti cardinali, rari, dominanti, pervasivi (persona machiavellica, sadica, autoritaria).
 Tratti centrali: tendenze caratteristiche del soggetto entrano in azione in una ristretta gamma di
situazioni (onestà, gentilezza, sicurezza di sé).
 Tratti secondari, più limitati e meno importanti per la descrizione della personalità.
 Tratti fisici (altezza, colore degli occhi) o psicologici (intelligenza, aggressività).
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LA TEORIA PSICANALITICA DI FREUD
La psicoanalisi fu sviluppata da Sigmund Freud (1856-1939) per cercare di affrontare i problemi di alcuni
pazienti con cui falliva la tecnica catartica (ipnosi) utilizzata prevalentemente dal suo collega Breuer. Il
metodo psicoanalitico utilizzato da Freud si discostava di molto dai precedenti metodi di cura: se prima di
Freud isteria e nevrosi erano curate con l'ipnosi o addirittura con l'elettroshock, con Freud la cura divenne
decisamente meno cruenta. Freud lasciava che i pazienti, opportunamente rilassati e distesi comodamente su
un divano (tramutatosi poi nell'iconografia della psicoanalisi nel famigerato lettino dell'analista), dessero
libero sfogo alle parole e al flusso delle proprie idee, tentando di vincere l'azione di censura delle tradizioni,
della morale e degli imperativi sociali. È spesso possibile ritrovare situazioni in cui è presente il fenomeno
del transfert: il transfert è quel fenomeno per cui il paziente, inconsciamente, vive il suo analista come una
persona che è stata significativa nel proprio passato. In base a ciò si sviluppano sentimenti nei suoi confronti,
che ricordano quelli provati per le figure genitoriali nella vita infantile. Queste emozioni, che possono essere
pulsioni sessuali, tenerezze amorose o odio violento, vengono dunque espresse in maniera sottile o vistosa, a
seconda delle circostanze, e trasferite sul medico, attribuite ad esso.
Legato al concetto di transfert, vi è il concetto di controtransfert: L'introduzione del controtransfert, ossia
di una risposta emotiva al trasporto del paziente, fu così importante per la psicoanalisi, in quanto è un
fenomeno tanto complesso quanto illuminante.
LAPSUS  Nel 1901 Freud pubblica Psicopatologia della vita quotidiana, in cui si propone di spiegare le
cause che stanno all'origine delle dimenticanze, dei lapsus e in generale di tutti quegli "innocenti" errori che
nella vita di ogni giorno commettiamo, senza prestarvi nessuna particolare attenzione, e che nascondono
fenomeni psichici ben precisi e profondi. L'uomo si dimentica una grande quantità di nomi, e in particolar
modo quelli propri.
Il presupposto da cui parte Freud è che quest'ultimo meccanismo non sia lasciato all'arbitrio psichico. Le
condizioni della dimenticanza di un nome, accompagnata da falsi ricordi sono dunque: una certa
disposizione a dimenticarlo, un processo di repressione verificatosi poco prima, la possibilità di stabilire
un'associazione esteriore tra il nome in questione e l'elemento represso.
Il lapsus di dimenticanza va interpretato come una rappresentazione inconscia, che non va sottovalutata, ma
che al contrario ha consistenti implicazioni con la vita subconscia dell'individuo.
I SOGNI  Il motore dei sogni secondo Freud sono i desideri inconsci. Tali desideri, appunto inconsci e non
accessibili all'io, operano ancora all'interno della psiche umana; durante il sonno hanno dunque l'occasione di
emergere sotto forma di immagine onirica, approfittando della minore sorveglianza della coscienza. Freud
distingue il contenuto manifesto, ovvero la situazione o la scena che appaiono direttamente in sogno, e il
contenuto latente, ovvero ciò a cui il sogno nascostamente allude. Il sogno rappresenta la soddisfazione di un
desiderio spesso inaccettabile all'Io del soggetto; di conseguenza, il contenuto latente viene trasformato in
modo da non risultare riconoscibile, ed eludere in questo modo la censura applicata dal SUPER-IO del
soggetto sognante. Freud inoltre ipotizza come il sogno tragga origine spesso da residui psichici diurni,
inoltre tali residui non sarebbero in grado di portare alla formazione del sogno se non si rafforzassero con un
desiderio inconscio, per lo più infantile, in grado di amplificarlo e portarlo all'attenzione della coscienza.
LA STRUTTURA DELLA PERSONALITA’ - ES IO E SUPER IO
Nell'Es si ritrovano fattori ereditari, istinti, impressioni, bisogni e pulsioni che sottostanno al principio del
piacere, e che trovano sfogo attraverso immediate rievocazioni dell'oggetto libidico (sogni, fantasie diurne,
fantasticherie). L’IO invece, è il substrato cosciente ed è quello di cui si ha consapevolezza.
 ‘’ l'Io si sente a disagio, incontra limiti al proprio potere nella sua stessa casa, nella psiche.
Questi ospiti stranieri sembrano addirittura più potenti dei pensieri sottomessi all'Io e tengono
testa ai mezzi di cui dispone la volontà".
COSA SI EVINCE DA QUESTO PASSO? Si evince che l'Io non è realmente in grado di determinare il
comportamento degli esseri umani. Esso è solo un mediatore che deve subire le esigenze contraddittorie di
tre diversi "padroni" o impulsi, la cui azione è spesso occulta. Si tratta dell'Es, del Super-io, e infine del
mondo esterno.
IL SUPER IO  Rappresenta il "censore" della mente umana. In una situazione di normalità i ricordi
rimossi che stazionano nell'Es vengono ostacolati dal Super-Io, e quindi non riescono a raggiungere l'Io,
quando invece un qualsiasi elemento cosciente riesce a 'risvegliare' un oggetto rimosso nasce un conflitto tra
il ritorno del rimosso e le resistenze del Super-Io. Freud chiama tale situazione nevrosi (o psicosi nel caso in
cui l'alterazione della personalità risulti tale da compromettere del tutto il contatto con la realtà). Freud
identifica con il Super-io lo strumento che la civiltà eroticamente costituita usa per frenare Thanatos. Freud,
scartata l'eventualità che l'uomo possa disporre di una originaria capacità discriminatoria, afferma che
l'individuo, nel corso del suo sviluppo, tende sempre più a identificare con "male" ciò che "potrebbe fargli
perdere l'amore".

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PSICOLOGIA ANALITICA DI JUNG
Jung elaborò una propria visione dell'inconscio diversa da quella di Freud: Jung elaborò una sua teoria
dell'energia psichica, secondo la quale, diversamente da quanto sosteneva Freud, la libido non fosse soltanto
una pulsione sessuale pura, ma una vera e propria energia psichica generale che si esprime nell'uomo sotto
forma di tendenze e desideri.
L'inconscio è il luogo di un'attività psicologica diversa, più oggettiva dell'esperienza dell'Io, in diretta
relazione con le radici della specie (l'inconscio collettivo) e che si esprime attraverso il linguaggio
archetipico dei simboli, tramite immagini e fantasie. Jung sostiene che l'Io si trova nel punto di congiunzione
tra IL MONDO ESTERNO ED IL MONDO INTERNO, ed è sempre alla ricerca di un punto di equilibrio
che cambia continuamente nel corso della vita umana.
Le immagini archetipiche di cui parla Jung sono rappresentazioni interiori di determinate pre-strutture
ereditarie, definite archetipi, che l'Io costruisce a partire dall'incontro con la realtà esterna. Gli archetipi sono
presenti con la stessa simbologia nell'inconscio di ogni uomo, qualunque sia la sua cultura di provenienza;
essi sarebbero quindi transculturali e sarebbero funzioni di quella parte di inconscio che Jung definisce
inconscio collettivo, ovvero comune alla specie umana. Tra le immagini archetipiche più importanti
troviamo: PERSONA, ANIMA, OMBRA, Sé.
La persona rappresenta il ruolo definito che ogni individuo deve avere nella nostra società; in questo senso
essa può essere talora molto diversa dalla reale individualità di colui che la interpreta, ma proprio per questo
è funzionale a difendere l'individuo da un impatto troppo diretto tra la realtà esterna e la realtà del proprio
mondo interiore.
L'Ombra è simile al rimosso freudiano, ma non esattamente la stessa cosa. Essa non è realmente inconscia e
inconsapevole, ma soltanto non consapevole: pertanto se un individuo vuole realmente essere onesto con sé
stesso è in grado di vedere la propria Ombra.
Per Jung sono maggiormente connesse con la realtà psichica più profonda altre immagini archetipiche:
l'Anima (Animus o Anima), lo Spirito (il Vecchio Saggio, la Magna Mater etc.) e l'immagine archetipica
centrale della psiche, il Sé. L'Anima rappresenta l'immagine interiorizzata che ogni uomo ha del femminile e
l'Animus l'immagine interiorizzata che ogni donna ha del maschile. Animus e Anima orientano la scelta dei
nostri legami affettivi.
Il Sé viene spesso rappresentato nei sogni da una persona di carattere eccezionale oppure da un animale, che
rappresenta la natura istintuale del sognatore ed i legami di questa con l'ambiente esterno in cui vive.
L'individuazione costituisce per Jung il naturale fine dell'esistenza umana e idealmente, nel corso di questo
processo, l'uomo dovrebbe giungere alla scoperta e alla realizzazione dei propri bisogni individuali più
profondi.
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TEORIE NEO - FREUDIANE
Adler è il teorico della psicologia individuale, dove si affrontano gli stessi problemi di Freud con un sistema
teorico differente: Freud vede la vita dell'uomo in funzione del passato, Adler la legge in funzione del suo
avvenire.
Se le azioni sono la guida per capire la personalità, lo stile di vita costituisce la modalità dell'azione. Adler
dedicò molta attenzione allo studio della "Costellazione Familiare", cioè della posizione di nascita del
bambino rispetto ai fratelli e della relazione e delle caratteristiche degli altri membri della famiglia.
Il sentimento di inferiorità caratterizza il bambino alla sua nascita ed è fisiologico nell'infanzia. Si trasforma
in complesso di inferiorità nell'adulto quando vengono a mancare le condizioni educativo-ambientali che
consentono al bambino di liberarsene nel corso della crescita.
La compensazione è una delle modalità che la volontà di potenza usa per superare il sentimento di inferiorità.
La compensazione non deve essere vista solo come artificio nevrotico ma anche come elemento di
superamento dell'inferiorità.
Il Sé creativo è il concetto più elevato della teoria. L'individuo ha in sè una serie di potenzialità creative che
sono l'essenza stessa del suo essere. La capacità di esprimere la creatività personale richiede un adeguato
livello di autostima. Se il processo di crescita e di maturazione ha consentito di acquisire sicurezza,
l'individuo può esprimere il proprio Sé creativo. Se invece il processo di maturazione è stato incompleto, il
complesso d'inferiorità impedisce l'espressione della creatività e l'individuo è costretto ad adottare artifici
nevrotici per mantenere il proprio livello di autostima.
A differenza di Freud, per Adler i sogni e le fantasie non sono l'espressione dei desideri repressi ma un
messaggio che l'individuo si dà, sperimentandosi con i propri vissuti in una situazione che è irreale (il sogno
stesso) ma che viene vissuta come se fosse reale. Adler non condivide l'idea che il mancato appagamento
sessuale sia alla base delle nevrosi, anche se attribuisce importanza alla vita sessuale.

Adler si interessò della psicologia dell’omosessualità sostenendo che l'omosessualità fosse un fattore legato
alla nevrosi individuale, non congenito. L'individuo predisposto alla nevrosi è più sensibile ai cambiamenti
della vita, ed è quindi confrontandosi con i problemi della coppia e con il matrimonio che egli reagisce in
forme anomale come l'omosessualità che, come la psiconevrosi, fa quindi parte dell'anormale.
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ERICH FROMM
La peculiarità del pensiero è stata l’indagine dell’uomo da un duplice punto di vista, sguardo psicanalitico e
sguardo sociologico. Nella penna di Fromm, si sono fusi insieme, originando una delle più originali critiche
al nostro tempo. L’oggetto di studio di Fromm è la costruzione del carattere individuale in un dato
contesto socio-culturale. La tesi che ha legato tutta l’opera di Fromm è la tesi per cui l’uomo è, di per sé,
un progetto potenzialmente infinito e si tratta di creare un contesto sociale capace di liberarlo dai
vincoli delle società avvilenti: nel nostro caso, intendiamo la “società dei consumi”, quel contesto sociale
che rende l’Uomo massa e la massa un’informe nube di alienazione e conformismo.
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LA TEORIA DI MASLOW
Maslow è stato il primo psicologo che ha studiato le persone sane: egli era profondamente convinto che lo
studio di queste avrebbe costituito un solido fondamento per le teorie e i valori di una nuova psicoterapia.
Maslow scoprì che gli individui sani sono spinti verso l'autorealizzazione  l'autorealizzazione però non
accade all'improvviso, avviene a gradi, a mano a mano che impercettibili cambiamenti si accumulano l'uno
dopo l'altro.
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CARL ROGERS
Secondo Rogers e gli altri terapeuti del filone umanistico ed esistenziale, ogni individuo deve assumersi la
responsabilità della propria vita anche quando è disturbato. Secondo Rogers, ogni persona possiede una
forte spinta ad adattarsi, migliorarsi, realizzarsi. Essendo tutti di pari dignità, valore e responsabilità,
Rogers elimina il concetto di "paziente", trasformandolo in cliente.

Il pensiero
Deriva dal latino pensum, participio di pendere – pesare, e indicava una certa quantità di lana che veniva
pesata per essere passata alle filatrici; il pensum era la materia prima che doveva essere elaborata.
È il processo mentale più elevato dell’uomo e che si esplica nella formazione di idee, concetti, coscienza,
immaginazione, desideri, critica, giudizio.
Può essere conscio e inconscio.
Il pensiero è presente in ogni fenomeno cosciente: è l’attività che percepisce, elabora ricodi, coordina
immagini, giudica e ragiona.
I concetti
È il presupposto necessario per elaborare un ragionamento.
Termine con cui si riferisce a un simbolo astratto e generale, che racchiude tutte le caratteristiche più
rilevanti, comuni a un gruppo determinato di oggetti o eventi.
I concetti si formano perché il nostro pensiero separa nella realtà quello che è utile o essenziale da ciò che è
superfluo, ovvero le caratteristiche costanti da quelle variabili.
Noi conosciamo e classifichiamo gli oggetti in base a dei concetti.
Per giungere alla formazione di un concetto, abbiamo due processi: astrazione e generalizzazione.
Es: con la parola mela possono essere comprese e identificate tutte le mele del mondo, anche se ogni mela
può essere diversa dall’altra; inoltre con il concetto di mela si intende un vasto complesso di elementi
integrati (forma, colore, volume, peso ecc.).

Il pensiero nell’età evolutiva


Il pensiero si struttura nell’età evolutiva, in rapporto alla progressiva maturazione fisica e psichica
dell’individuo.
Nell’infanzia la vera attività intellettuale non è ancora comparsa: il pensiero è sorretto da uno schematismo
pre-logico, legato ai dati immediati della percezione.
Il bambino confronta gli oggetti tra loro e ci ragiona sopra, nota le caratteristiche comuni e differenti,
intravede nuovi rapporti. L’adolescente supera il ragionamento concreto del bambino, basato sulle azioni e
sulla realtà, e sconfina nel campo del pensiero puro, della logica formale, dando inizio al ragionamento
ipotetico-deduttivo, svincolato da ogni dipendenza dal reale.
Il pensiero produttivo
È quella forma di ragionamento che entra in azione ogni volta che ci troviamo di fronte a una situazione
problematica, possibile di soluzione, ma tale da non presentare possibilità di soluzioni immediate e da non
permettere nemmeno l’impiego di schemi di comportamento abituali questa situazione se risolta porta a
una nuova conoscenza.
Es. esperimento di Kohler: un animale affamato è motivato a prendere cibo, questo non può essere raggiunto
direttamente, ma l’animale deve risolvere un piccolo problema (aggirare la gabbia, usare bastoni). I risultati
mostrano che lo scimpanzé giunge alla soluzione mediante un’improvvisa riorganizzazione del campo
psicologico (nel momento in cui il bastone cambia di significato e diventa da oggetto per giocare a
strumento).
A volte è difficile vedere altre proprietà o funzioni di un oggetto che è sempre stato utilizzato in una
determinata maniera (es. bottiglia che in caso di emergenza può essere usata come candeliere).
Quando questa fissità dovuta all’abitudine è tale da precludere con una certa forza la soluzione dei problemi,
si parla di rigidità mentale.
Il pensiero onirico
Il sogno è una forma di pensiero in cui non ci sembra di pensare, ma di vivere.
Freud è stato il primo a occuparsi dei sogni in modo nuovo: riteneva che il sogno, come il lapsus, doveva
essere considerato come un fenomeno psichico finalizzato a soddisfare un desiderio inconscio attraverso
un’allucinazione visiva che assume il carattere di realtà.
Nel sogno agisce la censura che maschera il materiale inconscio prima che possa accedere alla coscienza
sotto forma di sogno. Se il desiderio rimosso non ha una sufficiente copertura, il sogno è regolarmente
accompagnato da angoscia, che interrompe il sonno.
Il pensiero onirico segue una logica diversa da quello vigile, creando contatti/legami/coincidenze anche
quando non esistono o sono irreali. Le scene visive che costituiscono il sogno rappresentano il contenuto
manifesto, dell’analisi del quale si può risalire al contenuto latente.
Il pensiero logico
Ha capacità di riflettere sulle proprietà comuni delle cose, di schematizzarle nella struttura del concetto e di
ordinare i concetti in una serie gerarchica, secondo il loro grado di astrazione.
Si distingue dal pensiero intuitivo (che ci permette di cogliere la verità non con il ragionamento, ma con una
specie di illuminazione interna e inconscia). Questo pensiero spesso lo si ritrova unito al pensiero logico, a
capo di molte scoperte scientifiche, ma soprattutto nel campo artistico e religioso.
L’articolazione del pensiero presuppone l’uso della parola, sia essa pensata, parlata, scritta o espressa con il
linguaggio dei sordomuti.
Senza il linguaggio non sarebbe possibile pensare, come senza pensiero sarebbero impossibili il linguaggio
interiore ed esteriore.
Il pensiero precede e crea la parola, ma la parola a sua volta è creatrice di pensiero perché la parola creata
torna al pensiero precisandolo e sviluppandolo.
Il pensiero primitivo
Il pensiero primitivo si svolge in forma di partecipazione agli esseri circostanti e a tutta la natura, ma è
impermeabile all’esperienza, perché attribuisce lo svolgersi degli eventi a forze soprannaturali quindi il
primitivo manca di logica, non ha un’idea precisa dell’individualità perché si sente parte del gruppo in cui
vive, non è in grado di fare una netta distinzione fra il possibile e l’impossibile perché attribuisce tutto a una
causa magica generale.
Il pensiero quotidiano
Entra in azione nelle situazioni problematiche della vita di ogni giorno. Le persone sena compiere sforzo per
essere logiche, prendono posizione per arrivare alla soluzione.
Gli aspetti del pensiero quotidiano consistono nella generalizzazione, accettazione di convenzioni sociali
precostituite.
Quando i risultati del pensiero quotidiano sono ostacolati si giunge a erompere in emozioni diverse dal
pensiero logico.
Il pensiero prevenuto
La caratteristica è la rigidità, quale resistenza della credenza (durevole organizzazione di percezioni e
conoscenze intorno a qualche aspetto del mondo dell’individuo) a modificarsi.
È connesso al pregiudizio e allo stereotipo, ricorre spesso ad affermazioni di tipo regressivo (es. il gatto nero
porta sfortuna).
Il pensiero nevrotico
È irrazionale perché nega l’evidenza della percezione minacciosa; si tratta di applicare le leggi della logica in
modo inadeguato.
I nevrotici tendono a non distinguere l’oggettivo dal soggettivo e non sapere se quello che li colpisce
proviene dall’esterno (realtà) o dall’interno (fantasia).
Di fronte a una situazione estrema sentita frustante e minacciosa per la propria sicurezza, l’Io si difende con
meccanismi psichici inconsci per rassicurarsi.
Es. nevrosi d’ansia: si vive una condizione di paura continua e immotivata, a volte con un importante
componente sintomatologica somatica (palpitazioni, tremore). A volte il soggetto mette in atto condotte di
compenso (iperattività, controllo) che mascherano la sua condizione.
Il pensiero psicotico
Deviazione patologica del modello del pensiero logico che provoca disorganizzazione della personalità, con
incomprensibilità, assurdità e incoerenza.
L’individuo psicotico non si rende conto della distanza del suo pensiero dalla realtà, adotta meccanismi
intellettuali particolari, che non corrispondono a quelli della logica ordinaria: il suo pensiero non è illogico,
ma si collega a un proprio criterio logico.
Lo psicotico sembra avere una facoltà concettuale costruita in modo diverso da quella dell’uomo normale,
una facoltà riscontrabile nei sogni o nel pensiero autistico.

L’intelligenza
È l’insieme di tutte le facoltà mentali che permettono di capire le cose e gli eventi, di scoprire le relazioni tra
di essi e di arrivare alla conoscenza concettuale e razionale.
Si percepisce nella capacità di comprendere e adattarsi facilmente alle nuove situazioni.
L’intelligenza può essere concepita come capacità di adattamento, come la capacità di elaborare le
informazioni sensoriali e conoscitive così da prevenire, scovare, determinare con precisione e risolvere
problemi.
Diffusa tra gli studiosi dell’intelligenza è la convinzione che esista una correlazione tra intelligenza e
personalità. È noto come emozioni (es. ansia) influiscano sulle prestazioni cognitive, ma può succedere
anche l’opposto e cioè che l’intelligenza ci induca a interpretare le emozioni in modo differente tra individuo
e individuo.
Le teorie differenziali
Cercano di individuare le varie abilità dell’intelligenza attraverso lo studio delle differenze individuali.
-L’intelligenza viene concepita da Galton come una proprietà ereditaria del sistema nervoso, diversa da
persona a persona e tale da rendere alcuni più capaci di altri nell’apprendere dalle proprie esperienze e nel
ragionare secondo logica.
-Binet era convinto che l’intelligenza non fosse un’unica entità e che non fosse completamente determinata
da fattori ereditari, ma che consistesse piuttosto in un insieme di varie capacità mentali d’ordine superiore,
poco correlate tra loro e nutrite dall’interazione con l’ambiente.
I moderni test intellettivi possono risalire a Binet la nascita della scala dell’intelligenza nota come Binet-
Simon è dovuta a una richiesta di tipo sociale: lo studio del problema della diagnosi di ritardo mentale.
La scala era costituita da una cinquantina di item rappresentativi di età compresse dai 3 ai 15 anni. L’insieme
degli item superati con successo forniva la misura dell’età mentale del soggetto la quale veniva confrontata
con la sua età cronologica, restituendo un profilo di normalità, ritardo o precocità.
-Stern ebbe l’idea di esprimere il livello di sviluppo intellettivo attraverso il rapporto tra età mentale e
cronologica: età cronologica x 100= QI, per il quale si ha QI<100 ritardo QI>100 precocità.
-Nella seconda metà del ‘900 si costruì la Wechsler Intelligent Scale nelle forme:
 WAIS, W Adult Intelligent Scale. Permette di valutare numerosi processi psichici relativi al
funzionamento del pensiero, della memoria, dell’esame della realtà e della capacità di progettazione.
Prevede un gruppo di sei prove verbali e uno di cinque prove non verbali.
 WISC, W Intelligent Scale for Children
 WPPSI, W PreSchool and Primary Scale of Intelligent
-La concezione fattorialista più sistematica è stata elaborata da Guilfors: le vere capacità mentali sono
ordinate secondo tre assi
1. operazioni-attività intellettive di base: sono le attività intellettive di base che la mente compie con le
informazioni che essa riceve dai sistemi percettivo-sensoriali.
2. contenuti-stimoli: fanno riferimento alla natura delle informazioni ricevute e elaborate dalla mente
3. prodotti-risultati: si riferiscono alla forma assunta dall’informazione quando viene elaborata dalla
mente, cioè ai risultati dell’applicazione di un’operazione a un contenuto.
Teorie comportamentiste-cognitiviste
Il comportamento, partendo da una visione della mente come totalità organizzativa, ha permesso di
sviluppare ricerche sul ragionamento e sui processi di soluzione dei problemi.
Il problem solving rappresenta l’approccio cognitivista allo studio dell’intelligenza. È un processo mentale
volto a trovare un percorso che porta il cambiamento da una situazione iniziale a una disposizione finale. La
capacità di ps risulta legata al fattore cognitivo di intelligenza, infatti è spesso adoperato come misura
empirica dell’intelligenza.
La teoria psicoanalitica
Il mondo interno ed esterno concorrono allo sviluppo intellettivo.
L’organizzazione mentale del bambino passerebbe attraverso:
 la soddisfazione dei bisogni psicofisici
 la promozione dei processi di apprendimento
 la base ideale dell’Io
Il passaggio dal processo primario (principio del piacere) al processo secondario (principio di realtà) sancisce
lo sviluppo avvenuto. Lo sviluppo dell’Io e del Super Io realizzano il funzionamento adattivo del bambino.
Quello che era un apprendimento finalizzato alla gratificazione evolverà verso scelte più vicine alla realtà e
comporterà lo sviluppo dell’autonomia, dell’introspezione e dell’integrazione del soggetto.
Lo strutturalismo di Piaget
Lo sviluppo intellettivo non può prescindere dalle strutture biologiche del soggetto.
Variabili fondamentali dello sviluppo intellettivo sono ereditarietà, ambiente fisico e sociale.
Ogni adattamento dell’individuo avviene attraverso uno scambi continuo tra organismo e ambiente che si
realizza attraverso due processi: assimilazione e accomodamento.
Gli stadi sviluppo di Piaget
1. periodo senso motorio, 0-2 anni
a. stadio di riflessi e delle prime emozioni: periodo di assimilazione senso-motoria, tutto viene
appreso attraverso il movimento e la percezione
b. stadio delle prime abitudini motorie: prime percezioni organizzate e della prima
differenziazione dei sentimenti
c. stadio dell’intelligenza senso-motoria: l’intelligenza di tipo pratico che non prescinde dal
movimento e alla manipolazione degli oggetti.
Processi fondamentali dello sviluppo intellettivo: costruzione di categorie dell’oggetto, dello spazio,
della casualità e del tempo.

2. Periodo preoperatorio, 2-7 anni


Il bambino è in grado di raccontare le esperienze passate e anticipate le azioni future. Importanti
sono questi processi
a. Socializzazione dell’azione: attraverso il linguaggio il bambino si rapporta con gli altri
bambini, ma non è in grado di stabilire una vera comunicazione. L’egocentrismo regola la
sua organizzazione interna
b. Genesi del pensiero: l’intelligenza del bambino i trasforma da intelligenza senso-motoria ad
intelligenza vera e propria, capace di astrazioni. Il bambino chiese perché, ha compreso che
ogni cosa esiste per un motivo
c. Intuizione: fase pre-logica, ma utilizza l’intuizione (interiorizzazione delle percezioni e dei
movimenti sotto forma di immagini rappresentative).
3. Stadio delle operazioni intellettuali concrete, 7-12 anni: compare il pensiero logico, il sentimento
morale e sociale
a. Socializzazione: a 7 anni il bambino è in grado di riflettere e coordinare le sue azioni con il
mondo circostante, è meno egocentrico e collabora con i compagni rispettando le regole
b. Progressi del pensiero: l’animismo cede il posto a casualità fondate sul principio d realtà
c. Operazioni razionali: si acquisiscono operazioni come classificare, contare e comprendere.

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