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Psicologia Dinamica
Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano (UCSC MI)
12 pag.
- 1875, nasce, cresce e muore in Svizzera elemento fondamentale perché non viene
esposto in prima persona agli orrori delle due guerre.
Si dice che suo nonno fosse figlio illegittimo di Goethe (figura rilevante nella città), Jung non
lo incontra mai ma si identifica con lui.
Ciò contrasta con immagine del padre di Jung pastore protestante, è persona modesta.
- Studia medicina e frequenta organizzazione studentesca in cui c’è confronto tra studenti
già allora alcune delle sue idee erano presenti nel suo pensiero.
Sua tesi sulla cugina medium media tra mondo spiriti e nostro; interessato di cosa
accade durante sessioni spiritiche nonostante non creda.
- Si avvicina a psichiatria lavora in clinica psichiatrica (Burgholzil) diretta da Bleuler.
- Sposa donna ricca (Emma) e ciò lo facilita perché non dovendo lavorare assiduamente si
dedica a sviluppo suo pensiero.
Sabine Spierlein paziente che soffre di isteria psicotica che cercherà di curare utilizzando
il metodo psicoanalitico, diventa sua amante.
- Approfondire conoscenza psicopatologia utilizza test di associazione verbale, mette
rigore alle associazioni verbali.
- 1907 incontra Freud a Vienna e per qualche anno collaborano in modo intenso facendo
diventare Jung colui che presenta le idee freudiane.
Jung-Freud-Ferenzci tengono ciclo di conferenze in USA si degrada relazione tra i due (J-
F).
- Rapporto con Freud molto intenso nella prima fase perché Jung vede in Freud un padre,
ma loro esperienze non erano sovrapponibili: Jung, essendo psichiatra, pazienti con
dementia praecox mentre Freud vedeva isteriche soprattutto.
Jung da sempre consapevole delle differenze tra i due e le esplicita in lettera:
a. Diversità materiale clinico accede a inconscio tramite sintomatologia diversa delle
isteriche
b. Diversità esperienza Jung è più giovane
c. Jung riconosceva a Freud la capacità superiore alla sua
d. Critica diretta non aver mai ricevuto da Freud una formazione, lacuna che sentiva e
gli rimproverava.
e. Suo ambiente, educazione e le premesse scientifiche di Jung sono diverse da quelle di
Freud.
All’inizio le questioni vengono messe da parte, ma diversità giocano ruolo importante che
sfocerà in rottura.
- Da qui rottura rapporto Jung non si riconosce più come psicanalista e attraversa periodo
di “lutto”: affronta fase di incertezza e disorientamento che diventa fase di autoanalisi.
Jung definisce periodo come Nekyia (viaggio gli inferi compiuto da Ulisse) viaggio nel
profondo ed introspettivo che rende prolifico periodo di smarrimento.
- Viaggio volto a indagare i sogni e le visioni grazie a un metodo originale: immaginazione
attiva Essa consiste nell’espandere e nell’esplorare progressivamente le figure e le
immagini simboliche provenienti dalla parte oscura della propria personalità.
- Jung fa percorso di autoanalisi focalizzando attenzione al mondo immaginativo e onirico
usando metodo amplificativoimmagini inconsce che emergono vengono approfondite e
ampliate lasciando spazio ad immaginazione.
- Per l’analisi dei sogni, Jung adotta un approccio di tipo filologico e comparativo il sogno
non avrebbe, come per Freud, esclusivamente una funzione retrospettiva o ricostruttiva,
ma anche una funzione prospettica se non addirittura profetica, in quanto espressione di
forze psichiche trascendenti l’individuo.
- L’inconscio è elemento cardine nella struttura teorica della psicologia analitica di Jung,
ma il puro inconscio freudiano non può spiegare tutto e perciò J idealizza idea di inconscio
collettivo, transpersonale, culturale.
Arriva a teorizzazione grazie a due eventi:
1. Sogno in cui scende delle scale e ogni piano in cui scende è più antico, per Freud questo
sogno è bisogno di andare nel passato ma Jung pensa di star scoprendo la costante
storica dell’inconscio.
2. Paziente che ha allucinazione del sole che agitava pene e generava il vento; in un testo
antico Jung scopre un’immagine che rappresenta proprio l’allucinazione.
Paziente non è stato mai esposto all’immagine spiegazione: entrambe provengono
dallo stesso serbatoio; deve esserci parte profonda che parla a tutti esseri umani.
- Freud inconscio personale fatto da elementi rimossi e l’inconscio personale è sede dei
contenuti infantili derivanti dalla storia dell’individuo, per Jung l’inconscio personale
descrive di fatto il materiale a cui momentaneamente l’individuo non pensa, tutto ciò che
era cosciente, tutto ciò che l’individuo sa, sente, pensa. Tutti questi contenuti sono dunque
più o meno capaci di affiorare al cospetto della coscienza e quindi sono latenti.
Contenuti inconscio personale comprendono soprattutto i complessi frammenti
dissociati della personalità osservabili attraverso i sogni; inconscio personale riconducibile
anche a concetto ombra: personifica tutto ciò che il paziente non riconosce.
- L’inconscio collettivo è la parte della psiche umana più profonda, non frutto di acquisizioni
personali e non prodotto delle esperienze di vita.
I suoi contenuti non sono mai arrivati al cospetto della coscienza, non sono rimossi o
dimenticati e non sono nemmeno spiegabili con l’esperienza
Questo inconscio collettivo non si sviluppa individualmente, ma è ereditato. Esso consiste di
forme preesistenti, gli archetipi, che possono diventare coscienti solo in un secondo
momento e danno una forma determinata a certi contenuti psichici.
- Inconscio collettivo riguarda tutti esseri umani nella storia; inconscio collettivo è costituito
da immagini primordiali (ARCHETIPI) ed è ereditato,
Le immagini in sé non sono direttamente conoscibili, ma alcune continuano a ritornare
quelle dei miti, storie e leggende.
L’inconscio collettivo rappresenta una registrazione nella e della psiche del genere umano
che risale ai suoi inizi più remoti; inconscio collettivo contiene in sé le spinte istintuali
dell’umanità, manifestate attraverso gli archetipi, fonte vitale e creativa del Sé.
- In tipi psicologici pone basi anche per sua idea di mente descrive meglio archetipi.
- Jung rifiuta idea freudiana che bambino nasce come tabula rasa bambino nasce con
elementi psicologici che provengono da inconscio collettivo; Occorre in prima battuta
studiare che cosa accomuna gli esseri umani, per poi addentrarsi nella comprensione della
notevole mole di differenze individuali.
- Per intendere gli archetipi bisogna pensare al corpo che ogni parte della struttura ha
funzione particolare.
Archetipi rappresentano organi mente inconscio collettivo ha strutture fisse con cui si ha
a che fare per tutta vita, ma modo in cui li percepiamo possono cambiare. Non specifica da
dove arrivano (probabilmente eredità genetica).
- Archetipo modo innato con cui pulcino esce da uovo, modalità di essere e agire con cui
nasciamo. Sono diversi da istinti perché istinti sono attuazione dell’archetipo.
Gli archetipi sono proto-immagini inconsce degli istinti, modelli di comportamento
istintuale comuni e formano così la base di tutti i fenomeni dell’esistenza umana, sono le
fondamenta evolutive e filogenetiche su cui si sviluppa l’ontogenesi
Strutture archetipiche facilitano apprendimento e Jung sostiene come queste strutture
vengano ereditate.
L’Intera eredità archetipica dell’individuo costituisce l’inconscio collettivo fonte
archetipo è per tutti la stessa perché parte dell’inconscio collettivo, ma cambia il modo in
cui noi la rappresentiamo a causa dell’esperienza della singola persona e dall’influsso
dell’inconscio individuale. Attuazione archetipi ci influenza in comportamento e
personalità.
- Parallelismo tra mente e corpo, in quanto l’archetipo si può manifestare regolarmente
anche in eventi organici, data la capacità della psiche di tradurre eventi fisici in eventi
psichici. Eterno e capace di prodursi in innumerevoli forme, l’archetipo può essere però
percepito solo allorché si manifesta alla coscienza.
- Alla fine, ci sono i processi inconsci: essi rimandano a un’origine puramente personale e
costituiscono la parte subconscia della personalità (inconscio personale),
Accanto a quei contenuti che invece riguardano l’umanità in generale e il retaggio razziale
(inconscio collettivo) mondo degli archetipi, ossia del patrimonio culturale dell’umanità,
lo strato più profondo della psiche umana; l’uomo non è più individualmente differenziato
ma è tutt’uno con la psiche collettiva primordiale.
- Psicoterapia:
Intesa non come semplice conoscenza del passato, ma come cura rivolta al futuro.
- Jung è meno interessato a scoprire “che cosa c’è” nell’inconscio, ed è più interessato
invece a comprendere il modo attraverso cui l’individuo entra in contatto con il mondo
della psiche e l’uso che riesce a farne.
Considera la psicoanalisi freudiana adeguata solo per un numero ristretto di individui con
specifici problemi riferiti all’inconscio personale, mentre vede nella psicoterapia una
pratica universale perché permette di collocare in una prospettiva di individuazione i disagi
personali e le difficoltà esistenziali che spingono i pazienti ad aprirsi all'esperienza
dell’inconscio da ciò derivano anche alcuni importanti cambiamenti tecnici e
strumentali, es. l’uso della poltrona anziché del divano analitico .
- Forte rilievo al modo in cui analista e paziente concorrono alla costruzione di una nuova
esperienza di sé non solo il paziente, ma anche l’analista “si ammala” e si trasforma, per
compiere assieme al paziente questa “discesa agli inferi”
- l’attenzione alle dinamiche archetipiche profonde che avvengono tra analista e paziente,
con l’abbandono di ipotesi eziologiche circa l’influenza del passato storico sul presente
individuale e con il rifiuto di essere vincolati all’orizzonte temporale dell’esperienza
personale e sociale condivisa.
- Sincronicità siccome esiste un inconscio collettivo, c’è possibilità che ci siano connessioni
con mondo esterno.
- La matrice psichica transpersonale che non risponde alla logica temporale della causalità,
ma a quella della sincronicità.