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SIGMUND FREUD (1856-1939)

Nacque a Freiberg, Moravia, nel 1856.


Con i genitori ebrei si trasferisce a Vienna nel 1860.
Si laureò in medicina (studi del sistema nervoso).
1882, abbandonò la ricerca scientifica per problemi economici; intraprende la
professione medica, dedicandosi alla psichiatria.
1885, con una borsa di studio va a Parigi dove studia i fenomeni isterici
(Charcot).
1889, a Nancy, presso una scuola di medicina dove curavano le malattie
mentali con l’ipnosi, ma con principi terapeutici differenti da quelli di Charcot.
Torna a Vienna e riprende le ricerche sull’isteria con Josef Breuer: scopre
l’inconscio e formula la sua teoria psicoanalitica.
1910, a Norimberga, nacque la “Società internazionale di psicoanalisi”.
1933, in occasione della propaganda nazista contro la cultura “non tedesca”
vennero bruciate le opere di numerosi intellettuali tra cui le sue.
1938 lascia Vienna, dove nel 1939 muore.

Le opere:
LA SCOPERTA E LO STUDIO DELL’INCONSCIO
La medicina “ufficiale” dell’800 si muoveva in un orizzonte teorico di tipo
positivistico-materialistico.
Si volevano interpretare i disturbi della personalità. L’isteria aveva attirato
l’attenzione di medici:
 Charcot usò l’ipnosi come metodo terapeutico (controllo dei sintomi isterici
con la suggestione).
 Breuer usò l’ipnosi per richiamare alla memoria avvenimenti penosi
dimenticati (il superamento delle amnesie relative a fatti spiacevoli consentiva
una “liquidazione” delle cariche emotive connesse ai fatti stessi.
Lui curò una donna isterica gravemente malata: Anna O., idrofoba e con
sintomi fisici (es. paralisi ecc.). con l’ipnosi capì l’origine e portò alla coscienza
della donna l’episodio d’infanzia (il cane che beveva dal bicchiere =
repulsione).
Con Freud, grazie a questo caso, misero a punto il “metodo catartico”:
provocare una scarica emotiva capace di liberare il malato dai disturbi.
Freud arrivò da sé a scoprire che la causa delle psico-nevrosi era da ricercarsi
in un conflitto tra forze psichiche inconsce (al di là della consapevolezza del
soggetto). I sintomi = “psicogeni” (dalla psiche).
La scoperta dell’inconscio segna l’atto di nascita della psicoanalisi, che si configura
come una psicologia “abissale”, o “del profondo”.

Per Freud la maggior parte della vita mentale si svolge “fuori” della coscienza e che
l’inconscio è la realtà abissale primaria di cui il conscio è solo la manifestazione
visibile.
Divide l’inconscio in:
1. Preconscio: l’insieme di quei ricordi che da inconsci possono divenire consci,
in virtù di uno sforzo dell’attenzione.
2. Rimosso: la zona con gli elementi psichici stabilmente inconsci, che sono
mantenuti tali da una forza: la “rimozione”, che può essere superata solo in
virtù di tecniche specifiche.
Per superare le “resistenze” usò:
1. Prima l’ipnosi, ma con scarsa efficacia.
2. Allora usò un nuovo metodo: delle associazioni libere: far rilassare il paziente
così da porlo in una condizione in dui possa abbandonarsi al corso dei propri
pensieri, facendo sì che tra le varie parole da lui pronunciate si instaurino
catene associative collegate anche alle esperienze rimosse.
3. Tutto deve essere messo al servizio della cura, compreso il transfert, o
traslazione: il trasferimento dalla persona del medico di una serie di stati
d’animo ambivalenti provati dal paziente nell’infanzia per i genitori.
Causa un attaccamento amoroso nei confronti del medico = desiderio di
guadagnarne l’approvazione (condizione preliminare per il successo della
psicoanalisi).
A questo punto iniziò a studiare i sogni, gli atti mancati e i sistemi nevrotici.

Rifiutando la concezione dell’io come unità semplice riportabile a quell’unico centro


unificatore che è la coscienza, vede la psiche = unità complessa costituita da un
certo numero di sistemi, dotati di funzioni diverse e disposti in un certo ordine gli
uni rispetto agli altri:
- La prima topica (= luoghi della psiche) psicologica viene elaborata ne
“L’interpretazione dei sogni” e distingue tre “sistemi”:
 Conscio (Cs): ossia ciò che è consapevole.
 Preconscio (Pcs): terreno a noi familiare ed è capace di diventare
conscio in quanto non è ostacolato in maniera attiva dalla coscienza. Il
preconscio diventa conscio attraverso la formazione di immagini mentali
o grazie al collegamento con il linguaggio
 Inconscio (Ucs): ossia un territorio a noi sconosciuto che rappresenta i
pensieri repressi o i sentimenti non esplicitati e per questo sconosciuti.

- La seconda topica (= luoghi della psiche) psicologica distingue tre “istanze”:


 Es: completamente inconscio, è il depositario di tutte le pulsioni
(sessuali, aggressive, autoconservative) nella loro espressione psichica;
tali contenuti sono in parte ereditari o innati, in parte rimossi e
acquisiti;
 Io: la parte organizzata della personalità che si trova a fare i conti con gli
altri due e il mondo esterno. È l’istanza che si trova a dover
“equilibrare” pressioni disperate e in contrasto tra loro.
 Super-io: “coscienza morale”, in buona parte inconscio, svolge un ruolo
assimilabile a quello di un giudice o di un censore nei confronti
dell’individuo, e le funzioni attribuitegli sono la coscienza morale,
l’autocontrollo, la fermezza etica. Esso si costituisce in parte per
l’interiorizzazione dei divieti e delle richieste dei genitori, e in parte per
proiezione delle pulsioni del soggetto.
Il rapporto tra l’Io e i suoi “padroni” rappresenta il criterio di discriminazione tra
“normalità” e nevrosi. Nel momento in cui l’io non riesce a trovare un equilibrio tra
le istanze dell’Es e del Super-io, l’individuo cade nella nevrosi.

I SOGNI, GLI ATTI MANCATI E I SINTOMI NEVROTICI


Freud considerò l’interpretazione dei sogni (che è anche il titolo del suo capolavoro,
uscito nel 1900) come «la via regia verso l’inconscio» oltre che «il più sicuro
fondamento della psicoanalisi».
I sogni costituiscono la forma che l’attività psichica assume durante lo stato di sonno.
Più precisamente essi sono allucinazioni che si hanno durante il sonno, ma — a
differenza delle allucinazioni osservabili nelle malattie mentali — si tratta di
fenomeni psichici normali.
Il sogno che viene raccontato dopo il risveglio rappresenta soltanto il risultato finale
dell’attività psichica inconscia che ha luogo durante il sonno:
 Ciò che si ricorda viene: contenuto manifesto;
 Il suo verso significato inconscio viene invece definito contenuto latente, ed è
costituito da desideri, tendenze e pensieri rimossi dalla coscienza.
 Il processo che ha prodotto la trasformazione del contenuto latente nel
contenuto manifesto del sogno è il lavoro onirico.
L’attività onirica rielabora il deposito di desideri inappagati dell’inconscio in cui
confluiscono ansie, emozioni e fantasie sessuali che, se manifestate produrrebbero
angoscia.
Il fattore responsabile di questa trasformazione è invece la censura, ovvero quella
funzione psichica che tende ad impedire ai desideri inconsci l’accesso diretto alla
coscienza.
Se però nel sogno gli elementi rimossi affiorano con minore difficoltà, ciò è dovuto al
fatto che la censura onirica è meno severa della rimozione diurna. In questo caso
l’interpretazione psicoanalitica dei sogni deve consistere nel ripercorrere a ritroso il
processo di traslazione del contenuto latente in quello manifesto, al fine di cogliere i
messaggi segreti dell’Es.

Nella “Psicopatologia della vita quotidiana”: Freud analizza gli atti mancati: lapsus,
errori, dimenticanze, incidenti banai… applicando il principio del “determinismo
psichico” scopre come questi fenomeni abbiano un significato ben preciso. Freud
scorge in essi l’ennesima manifestazione camuffata dell’inconscio (compromesso tra
intenzione cosciente e pensieri inconsci).

Il principale segnale lanciato dall’inconscio è il sintomo nevrotico, che nasconde


impulsi rimossi di natura sessuale.
LA TEORIA DELLA SESSUALITÀ E DEL COMPLESSO EDIPICO
La vita della psiche è, infatti, caratterizzata da un’energia sessuale: la libido, che nelle
diverse fasi della vita investe oggetti differenti.
Per Freud non esiste infatti un’unica pulsione: la sessualità stessa è un insieme di
pulsioni parziali generato da diverse zone corporee e diretto verso mete diverse:
ogni pulsione ha:
 una fonte (una parte del corpo, una zona erogena connessa a una funzione
vitale);
 una meta (la scarica della tensione sessuale);
 un oggetto (un elemento appropriato a procurare il soddisfacimento).
Le analisi della libido sono contenute nello scritto “Tre saggi sulla teoria della
sessualità”.
Due sono i punti fondamentali: l’originale interpretazione della perversione come
attività sessuale che sia volta non alla procreazione, bensì alla ricerca del piacere fine
a se stesso e la critica al preconcetto che la sessualità appartenga solo all’età
adulta. Secondo le ipotesi freudiane, la libido è soggetta a varie fasi evolutive,
localizzate in diverse zone erogene. Le fasi sono:
a) fase orale (0-18 mesi): ha come zona erogena la bocca e risulta connessa a
quella che, in quel periodo, costituisce la principale attività del bambino: il
poppare;
b) fase anale (18 mesi-3 anni): in questa fase, l’ano (o meglio il controllo che il
bambino comincia a mostrare nella ritenzione e nell’espulsione delle feci)
viene a costituire il luogo più importante dei desideri e delle gratificazioni
sessuali;
c) fase fallica (3-5 anni): in questa fase, l’unico organo conosciuto sia dal maschio
che dalla femmina è il fallo, che crea tra i due sessi un’opposizione.
È in questa fase che Freud colloca la nascita di quel fondamentale evento
psichico che è il complesso edipico, cioè quell’insieme di sentimenti amorosi e
ostili che il bambino sperimenta nei confronti dei genitori: più specificamente
si tratta della competizione inconscia che il bambino sperimenta nei confronti
del genitore dello stesso sesso, associata al desiderio sessuale per il genitore
di sesso opposto (si pensi al mito di Edipo, che del tutto inconsapevolmente
uccide il padre Laio e sposa la madre Giocasta).
La scoperta dell’Edipo è preparata dall’abbandono della teoria della seduzione
infantile (ipotizzata sulla base della costante presenza, nel racconto dei suoi
pazienti, di episodi di seduzione infantile, prevalentemente operati del padre):
l’Edipo è infatti non è tanto un trauma realmente vissuto (la seduzione
infantile) quanto immaginato inconsciamente.
Si divide in fase:
1. Fallica
2. Genitale in senso stretto
d) fase di latenza (5-12 anni): (tra queste due sotto-fasi) la fine della complessità
porterà il fanciullo ad impegnare la propria energia edipica in altre attività
come lo studio e le relazioni con i coetanei.
Lo sviluppo della libido può svolgersi naturalmente oppure subire degli arresti per
l’interferenza della fissazione e della regressione, che rispettivamente bloccano lo
sviluppo psichico o lo riportano a fasi precedenti, con conseguente formazione di
sintomi nevrotici*.

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