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SIGMUND FREUD (1856-1939)

VITA

Freud, il fondatore della psicoanalisi, non è un filosofo, è un pensatore. Freud nasce da genitori
Ebrei, in Moravia, ma all’età di quattro anni, la famiglia si trasferisce a Vienna; in questa città,
Sigmund Freud compie gli studi liceali e consegue la laurea in medicina. Sempre a Vienna,
successivamente, svolgerà la professione di psicoterapeuta. Dopo aver conseguito la laurea in
medicina, vorrebbe specializzarsi negli studi di neurofisiologia (anatomia del cervello), ma per
ragioni economiche deve cominciare a lavorare: si dedica allora alla psichiatria. Grazie ad una
borsa di studio, può visitare alcune città francesi, fra cui l’ospedale della Salpêtrière a Parigi, dove
si pratica l’ipnosi (condizione simile al sonno, si è privi di coscienza e di volontà) per curare le
isterie: qui opera l’illustre dottor Charcot, il quale, dopo aver ipnotizzato il paziente. Cercava di
inibire i sintoni ordinandogli di far cessare uno dei sintomi, ad esempio la paralisi che aveva colpito
un arto. Al risveglio, il sintomo spariva, tuttavia, esso appariva nuovamente dopo un po’ di tempo.

Per quanto riguarda le cause dell’isteria, a quell’epoca, si pensava che essa derivasse da un
problema di tipo organico: si supponeva che i sintomi isterici fossero la conseguenza di una lesione
nascosta del sistema nervoso. In questo periodo, infatti, era diffusa la concezione del positivismo,
il cui oggetto di studio è il “fatto”, ciò che è concreto, materiale [positivismo=positivo=reale,
preciso, utile].

Tuttavia, questa ipotesi di tipo fisico lasciava inspiegati diversi aspetti: non si capiva in cosa
consistesse questa lesione cerebrale nascosta e non si riusciva a spiegare il motivo per cui l’ipnosi
che non agisce sul piano fisico poteva migliorare la condizione del paziente.

Tornato a Vienna, Freud approfondisce insieme al medico e amico Breuer il modo per curare
l’isteria. Breuer pratica l’ipnosi, ma in modo diverso rispetto a Charcot: durante lo stato di ipnosi,
egli dialoga con il paziente, non gli impone ordini, come faceva Charcot; il dialogo aveva lo scopo di
portare alla coscienza una situazione negativa che era stata rimossa, cioè un trauma, in modo che
il paziente, almeno parzialmente, se ne potesse liberare. Questo metodo viene chiamato talking
cure (cura mediante la parola).

Nel 1900, Freud pubblica l’opera L’interpretazione dei sogni (sceglie quell’anno per la
pubblicazione perché doveva essere epocale) e nel 1901, l’opera Psicopatologia della vita
quotidiana, nella quale studia gli atti mancati (lapsus), le dimenticanze, i piccoli errori che ogni
giorno compiano.

Nel 1910, Freud fonda la Società Internazionale di psicoanalisi. In dieci anni il pensiero di Freud
diventa di fama internazionale.
Nel 1932, Albert Einstein scrive una lettera a Freud, chiedendogli se sarà possibile vivere in un
mondo dove non ci sarà la guerra. Freud risponde che non è possibile, ma l’uomo può fare tutto
quello che può per favorire Eros.

Nel 1933, anno in cui Hitler viene nominato cancelliere, in Germania i libri di Hitler vengono
bruciati, in quanto egli è Ebreo e, inoltre, la psicoanalisi non è apprezzata, perché mette in luce le
debolezze dell’uomo.

Nel 1938, i nazisti occupano l’Austria: è l’anschluss (annessione alla Germania). Freud va in esilio a
Londra, dove morirà l’anno seguente.

ANNA O.

È importante ricordare la terapia messa in atto da Breuer, prima, e da Freud, in un secondo


momento, per curare una giovane donna affetta da nevrosi, Anna O. (nome fittizio, il vero nome è
Bertha Pappenheim), appartenente ad una ricca famiglia viennese. La ragazza manifestava paralisi
motorie, turbe della vista e dell’udito; ad un certo punto, durante l’estate, apparve anche un’acuta
idrofobia: ella si rifiutava di bere, nonostante fosse molto caldo; si trattava di una situazione grave.
Ricorrendo all’ipnosi, il medico Breuer, riuscì a far raccontare ad Anna un episodio sgradevole
accaduto nell’infanzia: la governante aveva permesso al suo cagnolino di bere da un bicchiere).
Dopo aver detto questo, ella accetta di bere; la ragazza si sveglia dallo stato di ipnosi, mentre ha
ancora il bicchiere in mano. In base a quanto scrive il filosofo contemporaneo Maurizio Ferraris (in
Pensiero in movimento), dal momento che la ragazza si trovava in uno stato di coscienza, il
sintomo dell’idrofobia non si è più manifestato.

A partire da questo episodio, Freud, procedendo in maniera autonoma rispetto a Breuer, ritiene
che il dialogo con il paziente, in vista della sua guarigione, debba verificarsi in una situazione in cui
egli è vigile, cosciente e non in uno stato di ipnosi.

Qual è, allora, la causa (problema dell’eziologia) delle situazioni di nevrosi? Freud pensa che la
causa sia l’effetto prodotto sull’uomo da forze psichiche inconsce: esse, generalmente derivano da
traumi vissuti nell’infanzia e procurano dolore all’uomo. Di conseguenza, l’uomo inconsciamente
le respinge, non le affronta, in quanto sono inaccettabili e sono per lui fonte di dolore. Tuttavia,
esse continuano ad avere effetti sulla coscienza dell’uomo.

Freud scopre l’esistenza dell’inconscio, cioè egli è convinto che le nevrosi sono prodotte da
situazioni di sofferenza che la persona non riesce a controllare.

I METODI TERAPEUTICI DELLA PSICOANALISI

L’inconscio si manifesta attraverso i sintomi patologici, gli atti mancati/lapsus (verbali, di ascolto, di
scrittura, di lettura) il dimenticare un oggetto in un luogo..., ma, soprattutto, attraverso i sogni.

Dati questi presupposti, ne deriva che i metodi principali della psicoanalisi sono: l’interpretazione
dei sogni e il metodo delle libere associazioni.
L’opera che ha segnato la nascita della psicoanalisi è L’interpretazione dei sogni, pubblicata nel
1900. I sogni sono:

“la via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio”, cioè la via privilegiata per interpretare i
sogni. Nel sogno, l’Es ha la possibilità di manifestarsi, quindi di trovare un appagamento: il sogno è
“l’appagamento (camuffato) di un desiderio (rimosso)”: nel sogno il pensiero/pulsione/desiderio
inconscio non può manifestarsi come esso è veramente, altrimenti noi ci sveglieremmo, staremmo
male. Il sogno è il custode del nostro sonno. Infatti, nel sogno, l’inconscio si manifesta in forme
tollerabili: ad esempio, la causa di una certa sofferenza viene spostata su un oggetto accettabile
per l’io. Ecco perché nel sogno bisogno distinguere un contenuto manifesto (gli aspetti onirici, di
solito strani, che ricordiamo del sogno) da un contenuto latente (le pulsioni che hanno dato
origine alla “scena” onirica e che, se interpretate correttamente, ci fanno conoscere l’inconscio).

Il lavoro dello psicoanalista consiste nel procedere in modo opposto rispetto alle fasi percorse
dall’inconscio per formare il sogno, in modo da poter interpretare il desiderio rimosso che cerca di
emergere nello stato di coscienza.

IL METODO DELLE LIBERE ASSOCIAZIONI PER ACCEDERE ALL’INCONSCIO

Per Freud lo psicoanalista dovrebbe cominciare la sua analisi chiedendo al paziente, il quale è
messo a proprio agio su un lettino/divano, quali pensieri gli vengono in mente partendo, ad
esempio, dall’ultimo sogno fatto.

Freud è convinto che l’inconscio è l’aspetto a cui i nostri pensieri, generalmente, tendono: perciò,
quando parliamo facciamo, inevitabilmente, riferimento ad esso. Il linguaggio, quindi, diventa lo
strumento con il quale possiamo esprimere l’inconscio, il ponte fra conscio ed inconscio: si tratta
del metodo delle libere associazioni, cioè della produzione, da parte del paziente, di catene di
parole che possono anche apparire prive di senso.

Il terapeuta deve interpretare queste frasi: non solo le parole pronunciate, ma anche i suoi silenzi,
il modo di porsi ecc.

Freud si rende conto che durante lo svolgimento della terapia psicoanalitica compare il transfert,
cioè il trasferimento sulla persona del medico, da parte del paziente, di stati d’animo ambivalenti
da lui provati nei confronti delle figure genitoriali: essi possono essere positivi o negativi. Il
transfert è utile alla terapia se il paziente prova sentimenti di fiducia nei confronti del medico: egli,
infatti, desidererà guarire. Invece, il transfert può ostacolare la guarigione se il paziente prova
sentimenti di avversione nei confronti dello psicoanalista.

Freud è il fondatore della psicoanalisi, cioè di una disciplina che egli riteneva scientifica (non è
ritenuta tale da altri filosofi, fra i quali Karl Popper). Essa indaga i processi psichici per guarire le
persone affette da nevrosi. Non esiste la “psicosintesi”: cioè, le pulsioni opposte che si agitano
nell’inconscio non troveranno mai un accordo, l’uomo deve imparare a star bene ugualmente,
trovando un equilibrio fra i desideri dell’inconscio e le esigenze del Super-Io e della realtà.
Rapporto fra il pensiero di Freud e quello della sua epoca

Freud non sta cercando delle cause organiche, ma si volge all’interiorità della persona: questo suo
modo di procedere è in netto contrasto con il positivismo, secondo il quale anche le discipline
psicologiche devono adeguarsi al metodo sperimentale e quantitativo. Freud, inoltre, vuole
studiare l’inconscio: finora, invece, tutti gli studiosi si sono occupati della coscienza.

LA STRUTTURA DELLA PSICHE: LA PRIMA E LA SECONDA TOPICA

Freud non presenta solo un modo per curare le persone, egli propone anche una teoria per capire
qual è la struttura della psiche.

1. 1915: Freud pubblica l’opera L’inconscio: viene illustrata la prima topica, formata da, il conscio,
il preconscio e l’inconscio.
 Conscio: pensieri ed emozioni di cui siamo coscienti
 Preconscio: contenuti psichici di cui non siamo coscienti e che sono separati dal conscio
mediante una “barriera”: può entrare nel conscio solo ciò che non procura troppo
sofferenza al conscio
 Inconscio: è il rimosso, nascosto, ma che ha degli effetti sulla coscienza; una barriera più
forte della precedente lo separa dal conscio: solo così il conscio può preservarsi dalla sua
dissoluzione; procura sofferenza.

Tra queste parti ci sonno delle barriere: quella tra preconscio e inconscio è la più difficile da
superare.

Anche l’Io e il Super-io sono caratterizzati, in parte, dall’inconscio. Come avviene nell’iceberg, la
parte più ampia è quella sommersa: per Freud è la parte inconscia.

2. 1922: Freud pubblica l’opera L’io e l’es: viene illustrata la seconda topica, formata da tre
funzioni, Io, es, super-io.
 Io: è la funzione che ha la parte più ampia di coscienza, anche se una parte di esso è
caratterizzato dall’incoscienza; egli deve svolgere un compito molto difficile, cioè trovare
un compromesso fra tre padroni molto esigenti: l’es, il super-io, la realtà esterna. Il
rapporto che l’io riesce a stabilire fra questi tre padroni rappresenta la differenza fra non
patologia e nevrosi.
 Es: è un “calderone di impulsi ribollenti”, non distingue il bene dal male; in esso non
esistono i principi della logica, né lo spazio né il tempo; vale solo il principio del piacere e
non quella della realtà.
 Super-io: è la “coscienza morale”, è il dover essere, l’imperativo categorico: si è formato
grazie agli insegnamenti, regole, proibizioni ricevute dai genitore/educatori.
Se l’io è debole fa fatica a raggiungere questo equilibrio; allo stesso modo questo compito diventa
arduo per l’io se il super-io è troppo forte o troppo debole e se l’Es è molto esigente. Da un lato,
l’io deve soddisfare l’Es, tuttavia deve restare all’interno delle norme del super-io ed essere
conforme alla realtà, la quale non comporta la realizzazione immediata di un certo desiderio.

Mettendo in atto questo procedimento basato sulle libere associazioni, Freud, per primo, ha
messo in pratica il brainstorming, tempesta di idee, metodo che si rivela molto utile sia nell’attività
lavorativa che nelle relazioni interpersonali.

Il padre della psicoanalisi, dal punto di vista filosofico, ci ha lasciato:

 una nuova concezione di uomo: gli è paragonato da Freud ad una città sepolta e lo
psicoanalista ad un archeologo che deve riportarla alla luce: la città sepolta è l’inconscio;
 un nuovo uso del linguaggio, inteso come ponte fra il conscio e l’inconscio.

COME ACCEDERE ALL’INCONSCIO

LUCY

Lucy non si lasciava ipnotizzare. Allora Freud capì che era necessario mettere il paziente a suo agio,
in una posizione confortevole, comoda. Inoltre non si devono porre domande difficili che
costringono il paziente a dare una risposta, bisogna lasciare il paziente in una posizione di
tranquillità su un lettino. Bisognerebbe invece invitare il paziente a parlare di un suo sogno. Egli
deve essere lasciato libero di parlare, in maniera che il paziente pronunci delle frasi che
potrebbero anche non essere collegate tra loro. Egli deve dire e ricordare quello che vuole, quello
che gli viene in mente in quel momento. Questo metodo si chiama “il metodo delle libere
associazioni”. C’è un principio di base: tutti i nostri pensieri tendono all’inconscio, come se
l’inconscio fosse una sorta di forza di gravità. Tutte le nostre parole hanno a che fare con
l’inconscio, quindi bisogna lasciare il paziente libero. Lo psicoterapeuta deve poi interpretare
quello che il paziente dice, deve fare un’attività di ermeneutica. Alcuni studiosi dicono che Freud è
il primo che mette in atto il metodo del brainstorming, tempesta di pensieri. Il linguaggio per
Freud è una sorta di ponte fra il conscio e l’inconscio. Dalle parole del paziente emerge l’inconscio.
Transfert: il paziente tende a trasferire sulla persona dello psicoterapeuta il suo vissuto con la
figura genitoriale. Il principio dello psicoterapeuta sta proprio nell’andare a recuperare traumi
vissuti nell’infanzia, nel passato. Il transfert può essere anche negativo. Queste relazioni con la
figura genitoriale possono essere state negative. Nel momento in cui il transfert è positivo, è un
vantaggio per lo psicoterapeuta e la guarigione è favorita. Ma se il transfert è negativo, c’è
avversione da parte del paziente per lo psicoterapeuta.

Scoperto quel nuovo "continente scientifico" che è l'inconscio, Freud si propone di decodificarne i
messaggi tramite lo studio di quelle sue manifestazioni privilegiate che sono i sogni, gli atti mancati
e i sintomi nevrotici. Per comprendere adeguatamente questi aspetti del pensiero freudiano
occorre tuttavia aver presente la sua teoria generale della psiche.

IL SOGNO

Per accedere all’inconscio c’è una via privilegiata, la via regia: il sogno. Freud è il primo autore che
prende in considerazione il sogno. Noi sogniamo quando dormiamo, lo stato del sonno è uno stato
in cui non siamo vigli, le nostre difese da quell’inconscio che ci può dare fastidio si sono allentate.
Il sogno è costituito da due parti: il contenuto manifesto e il contenuto latente. Il contenuto
manifesto è la scena onirica, ossia quello che ricordiamo. Il contenuto latente è l’insieme delle
tendenze che danno luogo alla scena onirica, quelle pulsioni che teniamo nascoste che stanno
cercando di emergere. Nel sogno il nostro inconscio arriva alla coscienza, ma vi arriva camuffato,
trasformato.

Freud vede nei sogni la «via regia che porta alla conoscenza dell'inconscio nella vita psichica». Egli
ritiene infatti che i fenomeni onirici siano «l'appagamento (camuffato) di un desiderio (rimosso)».

Freud sogna di pubblicare dei libri di botanica. Il contenuto manifesto è il fatto di stesso di
studiare, scrivere e pubblicare questi libri. Il contenuto latente è il senso di colpa: il giorno
precedente al sogno Freud era passato di fronte a un negozio di fiori e si ricordò che nonostante a
sua moglie piacessero lui non glie li comprava mai, quindi che la stava trascurando. Freud ha
condensato il desiderio rimosso di portare i fiori alla moglie e la passione di scrivere, il suo lavoro.

Il sogno si sviluppa in tre criteri: la condensazione, perché tendiamo a unire pensieri e immagini di
un tipo e di un altro; lo spostamento, perché spostiamo l’oggetto della nostra sofferenza in un
oggetto più sopportabile; la trasposizione, ossia rappresentare i pensieri con delle immagini. Lo
psicoterapeuta quindi deve capire cosa sta all’origine, deve smascherare i sogni.

Studiare i lapsus, i piccoli errori quotidiani, le dimenticanze, sono un modo per studiare l’inconscio.
Ad esempio, la persona che deve fare una visita medica che non voleva fare, si dimentica di
mettere la sveglia.

E poiché Freud scopre ben presto che gli impulsi rimossi che stanno alla base dei sintomi
psiconevrotici sono sempre di natura sessuale, egli è portato a porre la sessualità al centro della
propria attenzione.
LA TEORIA DELLA SESSUALITÀ

IL COMPLESSO EDIPICO E IL COMPLESSO DI ELETTRA

Freud modifica radicalmente la concezione che si aveva fino a quel momento riguardo alla
sessualità, intesa come caratteristica dell’età adulta e con lo scopo della procreazione (approccio
anti-convenzionale di Freud).

Secondo il fondatore della psicoanalisi, la pulsione sessuale (libido) è presente fin dal primo giorno
di vita. Naturalmente, il desiderio sessuale provato dal bambino non è come quello dell’adulto: il
bambino si comporta in modo tale da ricercare il piacere: si tratta di comportamenti che variano in
funzione dell’età e che interessano parti diverse del corpo. Si possono distinguere diverse fasi
dello sviluppo sessuale infantile che prendono il nome proprio dalla zona del corpo
prevalentemente interessata dalle pulsioni libidiche: fase orale, fase anale, fase fallica;
quest’ultima compare dal quarto al sesto anno di vita: il bambino concentra l’attenzione sui propri
organi genitali e la tensione libidica, per la prima volta, viene rivolta verso l’esterno, cioè verso
un’altra persona che, normalmente, è il genitore di sesso opposto. Il bambino orienta il proprio
desiderio sessuale verso la madre e la bambina verso il padre, mentre il genitore dello stesso sesso
viene considerato come un potenziale rivale. Si tratta di una situazione in cui il bambino e la
bambina provano un conflitto psichico, un senso di colpa:

 essi sono coscienti del fatto che si tratta di un desiderio incestuoso, di conseguenza, tale
desiderio è vissuto come inaccettabile e come non realizzabile, in quanto il genitore rivale è
chiaramente superiore;
 essi provano sentimenti ambivalenti nei confronti del genitore rivale: da un lato provano
avversione e lo vorrebbero eliminare, dall’altro essi provano anche sentimenti di affetto,
perché da lui ricevono cura e protezione.

Il complesso di Edipo è, quindi, un coacervo di sentimenti contrastanti, ambivalenti.

Il bambino/a teme di essere punito/a e prova angoscia (vedi Kierkegaard): questa può essere
superata se il bambino/a riesce a soddisfare le proprie pulsioni soltanto in modo indiretto. Si tratta
di una soddisfazione mediata che si realizza mediante l’identificazione con il genitore dello stesso
sesso: questo processo, per Freud, è fondamentale per lo sviluppo dell’identità di genere del
bambino/a.

La fase fallica è poi seguita dal periodo della latenza (dai 6 agli 11 anni) in cui l’impulso libidico si
attenua fino a sparire: tale periodo di latenza consente di strutturare meglio la propria identità e di
giungere alla maturazione fisica.
Quando lo sviluppo sessuale di un bambino/a si svolge senza intoppi e il complesso edipico viene
risolto secondo le modalità sopra descritte tale persona può mettere in atto relazioni positive con
persone di sesso opposto; in caso contrario, questa persona è destinata ad ammalarsi di nevrosi.

L’INTERPRETAZIONE PSICOANALITICA DEI FENOMENI SOCIALI

Totem e tabù: in quest’opera Freud spiega la nascita di un super-io collettivo: egli fa riferimento
ad un evento accaduto in un’epoca remota: gli uomini, secondo lui, avrebbero ucciso il padre per
poter avere rapporti con le donne della tribù in cui vivevano. Naturalmente, questo fatto ha
prodotto un senso di colpa che si manifesta nel divieto di distruggere il totem e nell’obbligo di
rispettare alcune proibizioni: si tratta di una moralità collettiva.

Super-io collettivo che si incarna in una serie di norme e divieti: «Il Super-io della civiltà, come
quello individuale, affaccia severe esigenze ideali, il mancato conformarsi alle quali viene punito
con l'angoscia morale»

Il disagio della civiltà: nel 1929 Freud pubblica quest’opera: il termine “civiltà” indica la società
civile e lo Stato con le loro norme che regolano la convivenza civile. Tali norme sono fondamentali
e necessarie, altrimenti non sarebbe possibile vivere in modo pacifico ed ordinato, tuttavia esse
costringono la persona a rinunciare alla soddisfazione delle proprie pulsioni. Tale situazione
produce angoscia: questo è il significato del termine “disagio”. La società ideale per Freud è quella
che è caratterizzata, da un lato, da un apparato di norme da rispettare e, dall’altro, la riduzione
della sofferenza provocata dalle regole da rispettare.

LESSICO DELLA PSCICONALISI

PRINCIPIO DI PIACERE :
tendenza del nostro sistema psico-fisico a realizzare il piacere in modo
immediato: ad esempio, il neonato ricerca il soddisfacimento di un bisogno senza alcuna
mediazione.

PRINCIPIO DI REALTÀ : si impone al principio del piacere, in modo che la realizzazione di un piacere
viene differita (rinviata) per poter perseguire un obiettivo più significativo.

PULSIONE (termine molto importante per Freud): “spinta”, carica inconscia e irrazionale che ha
un’origine endogena; ha origine in uno stato di tensione presente nell’es e che muove l’organismo
verso una meta; non è una forza completamente somatica né pura energia psichica: è un processo
dinamico che sta a metà strada fra il corpo e la psiche.

In un primo momento Freud distinguerebbe tra:

 pulsioni sessuali: conservazione della specie


 pulsioni di autoconservazione: conservazione dell’Io.
Nei suoi ultimi scritti, Freud distingue:

 pulsioni di vita (Eros): che tendono a conservare ed unire, (non solo a livello sessuale) e
favoriscono la vita
 pulsioni di morte (Thanatos): che tendono a distruggere e ad uccidere.

Esse valgono sia per il singolo che per la società intera.

LIBIDO : è la pulsione sessuale ingovernabile, capace di produrre stimoli e desideri in misura


soverchiante per il soggetto e in modo continuo. Per Freud, tali stimoli e desideri devono essere
tenuti sotto controllo: se ciò non si verifica, possono aver origine le nevrosi.

RESISTENZA : tutto ciò che si oppone all’accesso dell’inconscio nel conscio.

RIMOZIONE : oblio; attività con cui si respingono o si mantengono nell’inconscio ricordi, immagini,
pensieri, emozioni legati ad una pulsione la cui soddisfazione sarebbe incompatibile con
l’equilibrio della personalità.

SUBLIMAZIONE : trasformazione di pulsioni sessuali in attività di prestigio e valore sociale: attività


artistica, scientifica, ecc.

NEVROSI : disturbo psichico che non ha una base organica; può derivare da traumi subiti in età
infantile.

ISTERIA :(dal greco hysteron, utero); con questo termine si intende una nevrosi accompagnata da
un insieme di disturbi motori e somatici, quali la cecità, la mancanza di respiro, disturbi
intestinali=il paziente mostra questi sintomi fisici invalidanti, senza evidenziare cause organiche
che li possano aver prodotti. La scelta del nome deriva dal fatto che le persone colpite da questa
malattia erano soprattutto donne.

TRAUMA PSICHICO : evento intenso caratterizzato da dolore, incapacità a farvi fronte; è causato
dalla presenza di pulsioni alle quali il soggetto non riesce a farvi fronte.

PSICOSI : malattie psichiche diverse dalle nevrosi.

TOPICA : dal greco topoi, luoghi, descrizione dell’apparato psichico inteso come un insieme
organizzato di funzioni disposte in modo che si possono raffigurare spazialmente.

ABREAZIONE : è una tecnica di cui si serve Freud con lo scopo di provocare nel paziente, in relazione
ad un evento traumatico rimosso, una forte emozione che ha un effetto catartico, cioè di
purificazione, in modo da far scomparire progressivamente i sintomi del disturbo.

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