Sigmund Freud nasce a Freiberg, in Moravia, nel 1856, da genitori ebrei che si trasferiscono
a Vienna nel 1860. Laureatosi in medicina, intraprende studi di anatomia del sistema
nervoso, lavorando in un laboratorio neurofisiologico.Nel 1882, per ragioni economiche, è
costretto ad abbandonare la ricerca scientifica e ad intraprendere la professione medica,
dedicandosi alla psichiatria. Nel 1885, si reca a Parigi, dove può assistere agli studi
sull'isteria e qualche anno dopo anche applicazione di procedimenti di ipnosi effettuati da
altri studiosi.Tornato a Vienna, grazie a una serie di ricerche sull'isteria,perviene alla
scoperta dell'inconscio e quindi alla formulazione della teoria psico-analitica. Grazie al
successo delle sue teorie nel 1910 nasce a Norimberga la "Società internazionale di
psicoanalisi", di cui Jung è il primo presidente . Nel 1933 i nazisti, a Berlino, bruciano le
opere dello studioso, il quale nel 1938 lascia Vienna e si reca esule a Londra, dove muore
nel 1939.
Rifiutando la concezione intellettualistica che intende l'io come unità semplice riportabile
a quell'unico centro unificatore che è la coscienza, Freud afferma che la psiche è un'unità
della psiche complessa,costituita da un certo numero di sistemi, dotati di funzioni diverse e
disposti in un certo ordine gli uni rispetto agli altri,sotto forma di metaforici "luoghi" psichici.
- La prima topica psicologica (cioè il primo studio dei tópoi, o luoghi, della psiche) viene
distinta in tre «sistemi»:
● il conscio (Cs),
● il preconscio (Pcs)
● l'inconscio (Ucs).
- La seconda topica si distingue in tre «istanze»:
● l'Es,
● l'Io
● Super-io.
L'Es è il «polo pulsionale della personalità» (Laplanche-Pontalis), ovvero la forza
impersonale e caotica - Freud ne parla come di un «calderone di eccitamenti ribollenti» - che
costituisce la matrice originaria della nostra psiche. L'Es non conosce «né il bene e il male,
né la moralità», ma obbedisce unicamente all' «inesorabile principio del piacere». Esso
esiste al di là delle forze spazio- temporali codificate da Kant e ignora le leggi della logica, a
cominciare dal principio di non contraddizione (tant'è che in esso impulsi contraddittori
sussistono uno accanto all'altro, senza annullarsi a vicenda»).
Il Super-io è ciò che comunemente si chiama "coscienza morale", ovvero l'insieme di quelle
proibizioni che sono state instillate nell'individuo nei primi anni di vita e che negli anni
a seguire lo accompagnano sempre, anche in forma inconsapevole: «Il Super-io è il
successore e rappresentante dei genitori (ed educatori) che avevano vegliato sulle azioni
dell'individuo durante il suo primo periodo di vita».
L'Io è la parte organizzata della personalità, che si trova a dover fare i conti con le esigenze
di quei tre «padroni severi» che sono l'Es, il Super-io e il mondo esterno. In altri termini, l'Io
è l'istanza che si trova a dover "equilibrare", tramite opportuni "compromessi", pressioni
varie e maggiormente in contrasto tra loro.
Nell’opera l'interpretazione dei sogni, Freud vede nei sogni la «via che porta alla conoscenza
dell'inconscio nella vita psichica».Ritiene infatti che i fenomeni onirici siano «l'appagamento
(camuffato) di un desiderio (rimosso)». Per motivare questa tesi Freud individua, all'interno
dei sogni;
● un contenuto manifesto, cioè la "scena" onirica, così come viene vissuta dal
soggetto;
● un contenuto latente, cioè l'insieme delle tendenze che danno luogo alla scena
onirica.
Freud afferma che i desideri nei sogni non appaiono in maniera diretta perchè si tratta di
desideri inaccettabili per il soggetto, il quale quindi li "censura". In altri termini,il manifesto dei
sogni non è altro che una forma più elaborata dei desideri latenti.
Se ogni sogno è un desiderio il compito dell’interpretazione psicoanalitica è quello di
ripercorrere a ritroso il processo di trasferimento del contenuto latente in quello manifesto, al
fine di cogliere i messaggi segreti dell'Es.
Inoltre Freud prende in esame,nel campo della psicopatologia della vita quotidiana,anche gli
atti mancati, ovvero quei contrattempi della vita di tutti i giorni come lapsus, errori,
dimenticanze e incidenti banali, che prima di lui si era soliti attribuire al "caso" ma che con
Freud si è capito che tutto ciò che avviene nella nostra mente non è fortuito ma ha un
significato ben preciso; questo è stato tale grazie all’applicazione del principio del
"determinismo psichico".In particolare, Freud si rende conto che anche in questi atti
mancati vi è manifestazione dell'inconscio, ovvero una sorta di compromesso tra l'intenzione
cosciente del soggetto e determinati pensieri inconsci che si agitano nella sua psiche. Per
applicare questo si può prendere in analisi il caso del giovane che afferma di aver
apprezzato la "spogliatezza", invece della "spigliatezza", di un'attrice,tipico caso di lapsus
linguae .Tuttavia, secondo la psicoanalisi, esso vale per qualsiasi incidente: se, ad esempio,
tendiamo a dimenticare determinati nomi, o a smarrire determinati oggetti, è perché a essi
sono associati sentimenti spiacevoli.
Per quanto concerne i sintomi nevrotici, Freud fa un discorso analogo, sostenendo che il
sintomo, come il sogno manifesto, rappresenta il punto di incontro tra una o più tendenze
rimosse e quelle forze della personalità che si oppongono a tali tendenze nel
sistema conscio. E poiché Freud scopre ben presto che gli impulsi rimossi che stanno alla
base dei sintomi psiconevrotici sono sempre di natura sessuale, egli è portato a porre la
sessualità al centro della propria attenzione.
La teoria della sessualità costituisce l'aspetto più "dirompente" della psicoanalisi, e quello
che ha generato nei suoi confronti le maggiori opposizioni.
Prima di Freud, la sessualità era sostanzialmente identificata con la "genitalità", ossia con il
congiungimento di due individui di sesso opposto ai fini della procreazione. Secondo questa
interpretazione, la sessualità dovrebbe mancare nell' infanzia, subentrare intorno all'epoca
della pubertà e in connessione con il suo processo di maturazione e esprimersi in fenomeni
di attrazione irresistibile esercitata da un sesso sull'altro quindi in coclusione la sua meta non
è altro che l'unione sessuale.
Secondo la teoria precedente, resterebbero inspiegate tutte le tendenze psicosessuali
differenti dal desiderio del coito. Resterebbero inspiegate, ad esempio, la sessualità infantile,
la sublimazione (quindi il trasferimento di una carica originariamente sessuale su oggetti non
sessuali, quali il lavoro, l'arte, la scienza ecc.,) e la perversione (termine che in Freud non
presenta connotazioni valutative, ma semplicemente descrittive, in quanto utilizzato per
indicare un 'attività sessuale che «ha rinunciato al fine riproduttivo per conseguire il piacere
come fine indipendente»).
Per riuscire a comprendere meglio questi aspetti, Freud amplia il concetto di sessualità, fino
a vedervi un'energia suscettibile capace di dirigersi verso le mete più diverse e in grado di
investire gli oggetti più disparati. Egli denomina questa energia “libido”, paragonandola
come ad un flusso migratorio localizzato di volta in volta (a seconda della fase dello sviluppo
fisico. vissuta dal soggetto) su diverse parti del corpo, dette «zone erogene» (ovvero
generatrici di piacere erotico).
All'arte Freud dedica una serie di saggi, in quanto per lo stesso, la produzione artistica
dev’essere concepita in analogia alla produzione onirica. Freud afferma che come i sogni
permettono il soddisfacimento di un desiderio represso, a sua volta, anche l'arte è una via
che porta l'individuo a esprimere i propri desideri inconsci insoddisfatti.
Il soddisfacimento del desiderio proibito si raggiunge mediante la sublimazione. A differenza
della definizione nel campo chimico, secondo cui la sublimazione è quel processo di cambio
di stato da un composto liquido a uno aeriforme, nell'arte si presenta come la forma più
evidente e culturalmente importante di sublimazione, dato che non ha la portata limitata
delle piccole soddisfazioni individuali, ma acquisisce un significato universale.
L’azione dell'adulto nel sognare ad occhi aperti, è in riferimento a desideri irrealizzabili e
inconfessabili, pertanto il "sogno" suscita in lui un senso di colpa. Secondo gli studi di Freud
l'origine dei sogni a occhi aperti consiste in pulsioni insoddisfatte di natura sessuale, le quali
risvegliano fantasie da tenere nascoste perché contrarie ai dettami della morale corrente e
da questo ne deriva il senso di colpa dell’uomo.
La capacità dell’artista, a differenza dell’uomo, è quella di riuscire a tradurre queste pulsioni,
attraverso la mediazione della forma, in espressioni socialmente accettabili in modo tale da
riscuotere l'interesse generale e infondere piacere nella gente.
L'uomo comune non può confessare, perché sarebbe condannato dalla società e
susciterebbe scandalo.
L'arte è dunque una sorta di terapia analitica, utile non soltanto all'artista, ma anche allo
spettatore, perché funge da "specchio" che costringe il beneficiario dell'opera a fare i conti
con se stesso, toccando le sue corde più nascoste e risvegliando emozioni spesso messe a
tacere di proposito. È in questo contesto che Freud usa il termine "perturbante" per
descrivere la tensione racchiusa nel beneficio di un'opera d'arte, ossia quel qualcosa di
diverso che si percepisce in essa, ma anche di prossimo, di «spaventoso e familiare» a un
tempo. In conclusione secondo Freud l’arte è qualcosa che si vorrebbe tenere lontano, ma
dal quale si è irresistibilmente attratti perché si sa che costituisce l'essere più vero di noi
stessi.
5. La religione e la civiltà
Nell'ultimo periodo della sua vita Freud si esprime in modo originale sui temi della religione e
della civiltà, in particolare in alcuni dei suoi saggi.
Per quanto riguarda le rappresentazioni religiose, Freud ritiene che siano, ma illusioni,
appagamenti dei desideri più antichi pressanti dell’umanità e non precipitati dall’esperienza o
risultati del pensiero.Associa le credenze religiose a quei desideri infantili ci fanno sentire
protetti contro i pericoli della vita.
A sua volta, l'amato e temuto Padre celeste (Dio) non sarebbe altro che la proiezione
psichica dei rapporti ambivalenti con il padre terreno.
Per quanto riguarda la civiltà, Freud afferma che essa implica un "costo" in termini libidici, in
quanto incline alla ricerca del piacere in prestazioni sociali e lavorative. Questa inclinazione
della civiltà dà origine a un Super-io collettivo che presenta in una serie di norme e divieti
che se non rispettati portano ad un’angoscia morale dell’uomo (Il disagio della civiltà).
Questo non significa, che Freud sia "contro" la civiltà, o che ammiri un'umanità
buona e felice da recuperarsi "al di là" delle imposizioni sociali.Secondo questa concezione,
nell’antropologia dell'ultimo Freud, si può notare una tendenza pessimistica e realistica della
dell’uomo, a tal proposito Freud sostiene che la sofferenza è una componente principale
della vita, che fa patire il corpo e la psiche, e ci costringe a decadere e a morire. Controbatte
anche la teoria secondo cui l’uomo sia un animo gentile, che cerca amore e che è capace di
difendere solo se stesso se attaccato, con la una concezione differente, la quale sostiene
che l’uomo sia dotato di un forte istinto aggressivo. Di conseguenza, lo stato civile è un male
minore rispetto a un'umanità-senza-società, che possa dare sfogo a tutti i suoi desideri, in
quanto in caso contrario l'uomo oltre ad essere infelice, diventerebbe ancora più pericoloso
per il prossimo. Dovendo scegliere tra i modelli estremi di una società repressiva e di una
società senza regole, alla luce dei grandi vantaggi della civiltà, egli è favorevole a uno Stato
con regole e sacrifici, ma in egual modo che cerchi nel limite del possibile di ridurre gli spazi
di repressione e di sofferenza, in modo che l'inevitabile prezzo da pagare allo stato civile
risulti meno pesante.
Questo discorso viene fatto da Freud nell’ambito di ripensamento della sua teoria sulla
psicologia generale, dividendo le pulsioni in due specie:
● quelle che tendono a conservare e unire, e sono quindi erotiche (nel senso dell'eros
del Simposio platonico), o genericamente sessuali;
● quelle che tendono a distruggere e uccidere, e sono quindi aggressive, o distruttive;
Nella lotta tra Éros (il dio che personificava l'amore) e T'hánatos (il dio della che
personificava la morte) Freud vede condensata l'intera storia del genere umano.