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Freud e la psicanalisi

Laura Capantini
a.s. 2016-2017
La psicoanalisi

La psicoanalisi è parte di una


rivoluzione filosofica, scientifica
e culturale che tra ottocento e
novecento interessa temi quali:
l’evoluzione della vita,
il rapporto tra natura e cultura,
le basi della personalità dell’uomo e del suo
rapporto con la società.

Propone un modello esplicativo della mente umana


basato sull’assunto che le nostre motivazioni ad agire,
guidate dall’istinto di sopravvivenza e di riproduzione,
rimangono quasi sempre nascoste nell’inconscio ad
opera di una forza repressiva che le occulta alla
coscienza.
La psicoanalisi
- procedimento di indagine dei processi
psichici volto a rendere esplicito il significato
inconscio dei discorsi, delle azioni, delle
produzioni immaginarie (sogni, fantasie,
deliri) della persona;
- metodo terapeutico fondato su quel
procedimento di indagine finalizzato al
trattamento dei disturbi nevrotici;
- insieme di conoscenze a carattere teorico
sul funzionamento della mente, sui suoi
meccanismi funzionali e disfunzionali che
convergono in una nuova disciplina.
Sigmund Freud (1856-1939)
 Nasce a Freiberg in Moravia
da una famiglia ebrea.
 Per antisemitismo si
stabilisce a Vienna dove si
laurea in medicina.
 Qui aprirà uno studio privato
per la cura delle malattie
nervose.
 Colpito nel 1923 da un
cancro alla bocca continuerà
a lavorare e dopo essere
fuggito da Vienna per la
persecuzione nazista nel
1938, morirà a Londra
nell’anno seguente.
Influenze: Darwin

Freud fu particolarmente
influenzato dalla teoria
dell’evoluzione di Charles
Darwin, soprattutto dal
pensiero che ogni forma
di vita, quindi anche
l’uomo, è determinata da
due forze, cioè dalla
volontà di sopravvivenza e
dall’istinto riproduttivo
(influenza che converge
nella teoria pulsionale)
Influenze:
Schopenhauer

Il mondo degli uomini, ordinato nelle sue leggi, è in realtà il


prodotto di un'entità, di un'energia irrazionale ed assoluta, la
volontà, che non ha alcun scopo, diversamente a quanto
credono gli uomini, che in tutto vedono e vogliono vedere un
fine.
La volontà è, per Schopenhauer, un istinto innato e universale
alla sopravvivenza, desiderio di vita ad oltranza. Gli uomini
credono di perseguire proprie finalità razionali e prendere
decisioni in piena autonomia, in realtà chi decide per loro è la
volontà con il suo cieco impulso alla vita e alla sopravvivenza,
all'istinto di conservazione e di perpetuazione della specie.
Influenze: Nietzsche
Per Friedrich Nietzsche, il
mondo si rivela come teatro
dello scontro di profonde e
oscure forze istintive.
La vita procede in forma di
flusso caotico ed incontrollato
delle energie vitali laddove la
morale è il dominio dei deboli
sui forti.
Le tendenze moralizzatrici
rivelano la paura dell'ignoto, e
l’angoscia esistenziale.
Influenze: Charcot
Freud incontra il neurologo francese Jean-Martin
Charcot a Parigi tra il 1885 e il 1886. Egli rivoluziona la
concezione neurologica dell'isteria, intesa come
un'affezione funzionale, ed esente da lesioni
organiche.
Da questa esperienza deriva l’adozione dell’ipnosi
come metodo di cura per le psiconevrosi.
L’ipnosi rivelatrice
Fu l’ipnosi ad offrire a Freud una prova
dell’esistenza dell’inconscio come “luogo” ove si
depositavano i ricordi che sfuggivano alla
consapevolezza dei pazienti ma che pure
avevano un’influenza nella vita attuale. Della
sua pratica di ipnotista rimase nel set
psicoanalitico il famoso “lettino” sul quale si
realizzava quel rilassamento muscolare che
facilita tanto il fluire libero dei pensieri che
quello stato modificato di coscienza proprio
della trance.
La cura delle malattie psichiche
prima di Freud
 Medicina ottocentesca
– Approccio positivistico-materialistico
– Interpretazione somatica dei disturbi della
personalità (lesioni organiche)
 Negli anni Ottanta dell’Ottocento, la psichiatria
si fondava sull’idea di dover scoprire la causa
delle malattie mentali studiando il cervello. Se
la mente era prodotta dal cervello, i suoi
disturbi potevano essere imputati al
malfunzionamento di alcune parti, proprio
come una cardiopatia aveva le su cause in
difetti del muscolo cardiaco. L’origine delle
nevrosi doveva risiedere in una lesione
cerebrale.
L’ipnosi
L’ipnosi così come noi la
intendiamo (superata
quindi la fase magico
religiosa) venne riscoperta
ed introdotta in campo
medico, nel XVIII secolo, da
Franz Mesmer il quale era
convinto che esistesse un
fluido magnetico
nell’ipnotizzatore. La forte
personalità dell’operatore
consentiva la trasmissione
di questo “fluido”.
In Francia, ove visse per
alcuni anni, Mesmer lasciò
dei seguaci: Puysègur,
Lièbeault, Bernheim.
Fu proprio in quella nazione
che, sul finire del XIX secolo,
prese avvio, con Charcot e
Janet, la fase psicologico
scientifica dell’ipnosi che
venne applicata soprattutto
nel campo della cura
dell’isteria.
Freud con il collega Breuer
Anna O. affronta il caso di Anna O.
(Bertha Pappenheim): giovane
isterica che con l’ipnosi
rievocando il trauma subito
riesce a guarire dalla malattia.
Tuttavia, contrariamente a
quanto sostenuto da Charcot,
l’ipnosi riusciva a far
scomparire i farmaci solo
temporaneamente.
Freud sperimenta un nuovo
metodo di cura detto delle
associazioni libere.
Abbandonata l’ipnosi, il
paziente disteso su un divano
si lascia andare ad un fiume di
parole che fanno emergere un
suo vecchio trauma.
Anna O. Quando il paziente riesce a
collegare il sintomo
manifestato dalla malattia,
con il trauma subito, il
sintomo non ha più bisogno di
manifestarsi.

Nasce la psicanalisi: l’analisi


della psiche, alla ricerca del
significato inconscio del
sintomo, ovvero l’episodio
traumatico seppellito
nell’incoscio che ne ha
causato l’insorgenza.
E’ la stessa Bertha a coniare il
termine «talking cure» per
parlare della pratica
terapeutica psicanalitica
I temi fondamentali della psicanalisi
 il ruolo degli istinti
(Basic Instincts)
 le pulsioni e le
motivazioni
inconsce
 il determinismo
psichico
 il ruolo della
sessualità e
l’evoluzione libidica
La scoperta dell’inconscio

 Prima di S. Freud, si pensava che il


comportamento dell’individuo fosse sotto il
controllo delle sue facoltà coscienti e
razionali.
 Freud ha sovvertito questa concezione: egli
considera la personalità umana a un iceberg,
di cui solo la parte superficiale è visibile.
L’uomo nella concezione freudiana, è un
essere in continua tensione verso il
soddisfacimento dei propri impulsi.
La scoperta dell’inconscio

 La psiche non s’identifica con la


coscienza
 La realtà psichica primaria (profonda)
è l’inconscio
 Il conscio è solo la manifestazione
derivata e superficiale dell’inconscio
La prima topica = dal greco topos –
luogo: la prima mappa della mente
 Conscio
– ciò che noi sappiamo essere, ciò che crediamo vero sulla
base di ragioni sostenute dalla condivisione culturale ma
anche dalla consapevolezza individuale della propria
esistenza e del proprio comportamento e delle ragioni che
ci diamo nelle relazioni sociali e nel rapporto con
l’ambiente.
 Preconscio (il dimenticato)
– Contenuti psichici che, pur essendo momentaneamente
inconsci, possono divenire consci tramite uno sforzo
dell’attenzione
 Inconscio (il rimosso)
– Contenuti psichici stabilmente inconsci, che hanno creato
angoscia, mantenuti tali dalla forza della rimozione, che
può essere aggirata solo tramite tecniche apposite e
l’interpretazione dello psicanalista
La prima topica
 Il sistema
topografico
 La struttura psichica
è costituita da
sistemi differenziati
La prima topica
 Secondo il principio dell’Iceberg:
– Solo la minima parte è visibile, cioè cosciente in
termini di emozioni, pensieri, ricordi,
immaginazioni, sentimenti ecc.
– Sul gradino preconscio si trovano gli stessi
contenuti, ma non sono “attivi” e comunque non
sono assolutamente preclusi alla coscienza
(memoria personale).
– Il livello più consistente è l’inconscio, precluso
alla coscienza
Il sistema conscio
dimensioni caratterizzanti:
– oggetto del pensiero: immagini
e parole
– basi del controllo: regole sociali,
norme condivise, truismi
– effetti percepiti: risposta
sociale, successo-insuccesso,
gratificazioni-frustrazioni,
esperienze di sé
– orientamenti e motivazioni
– sistema dei valori ed agli
atteggiamenti
– comportamenti intenzionali
Il sistema preconscio
dimensioni caratterizzanti:
– oggetto di elaborazione:
immagini / parole
– basi del controllo: processi
cognitivi, norme
interiorizzate (elaborazione
secondaria)
– effetti percepiti: piacere-
dispiacere, ansie ed angoscie
– umore e stato d’animo
– sistema percettivo-reattivo
– processi della memoria e
comportamenti automatici
Il sistema inconscio
dimensioni caratterizzanti:
– basi del controllo:
rimozione originaria e
rimozione posteriore
(elaborazione primaria)
– sistema istintuale, pulsioni,
ricordi che procurano
tensione, angoscia
Dalla teoria del trauma a quella del
conflitto
 In un primo memento Freud ritiene che all’origine delle nevrosi
vi sia un trauma.
 Procedendo nell’analisi dei pazienti scopre che:
– Spesso il trauma è legato a un’esperienza di natura sessuale
– Tale esperienza si colloca via via sempre più lontano nel
tempo, nell’infanzia
 Freud trasforma la teoria del trauma da trauma reale,
realmente vissuto a trauma fantasmatico.
 Divenendo consapevole dell’importanza delle forze legate alla
sessualità giunge ad elaborare la teoria del conflitto:
– La nevrosi ha origine in desideri e pulsioni sessuali che sono
in conflitto con la morale e che per questo procurano
angoscia e vengono rimosse nell’incoscio – elabora allora la
seconda topica
La seconda topica
 Alla teoria delle province psichiche, la
prima topica, si sovrappone quella delle
istanze psichiche, indicate come Es, Io,
Super-Io, che consente a Freud di spiegare
i processi psichici come risultanze di un
conflitto
 La psiche è un’unità complessa, costituita
da tre dimensioni (con funzioni diverse) in
rapporto tra loro:
– Es: polo pulsionale della personalità
– Super-Io: coscienza morale
– Io: parte organizzata e cosciente della
personalità
La seconda topica
 Super-Io: rappresenta la componente
normativa e sociale, è l’istanza morale
introiettata e conduce all’adeguamento
sociale
 Es: forze istintive che l’individuo riceve in
dotazione. E’ irrazionale e scarsamente
organizzato.
 Io: insieme delle capacità motorie,
percettive, sensitive, cognitive che
permettono all’individuo di codificare e
operare sulla realtà.
L’Es
 Istanza originaria: la
personalità infantile iniziale
si identifica con l’ES
 Forza impersonale e caotica,
totalmente inconscia

 Fonte di tutta l’energia pulsionale: libido. L’energia vitale risiede


originariamente negli istinti di vita (Eros) e di morte (Thanatos), o negli
istinti sessuali e aggressivi
 Funziona secondo il PRINCIPIO DEL PIACERE: le pulsioni e i desideri vogliono
soddisfazione immediata
 Contiene anche il rimosso e le sedimentazioni della trasmissione ereditaria
(filogenesi).
– obbedisce unicamente al principio di piacere, indifferentemente se
l’appagamento delle pulsioni è moralmente o socialmente accolto.
– si pone al di là del bene e del male
– non conosce né luogo né tempo
– ignora il principio di non-contraddizione
L’Io
 La pressione della realtà
esterna (il desiderio non può
essere soddisfatto
immediatamente) porta una
parte dell’ES a modificarsi.
 Si afferma il PRINCIPIO DI
REALTA’
 Presenta una componente inconscia ed una
conscia. L’Io regola i rapporti tra i desideri e la
realtà esterna, impara ad aspettare, a
tollerare l’attesa (principio di realtà) ma
primariamente in accordo con i fini dell’ES.
 Solo successivamente l’Io intermedia tra ES,
mondo esterno e Super-Io.
Il Super Io
 Si sviluppa attraverso
l’interiorizzazione dei valori e
delle norme morali dei genitori
e dell’ambiente sociale (post-
Edipo).
 Controlla e modifica gli istinti
per renderli accettabili sulla
base dei valori morali della
società che ha internalizzato.
 Presenta una componente
inconscia ed una conscia.
– Comportamenti asociali e
proibiti: Super-Io troppo
debole
– Sintomi nevrotici: Super-io
troppo rigido
La natura
pulsionale
umana

 Gli uomini sono guidati dagli istinti


(Istinkt) e dalle pulsioni (Trieb).
 “Trieb” da “treiben”, spingere, per
Freud non è lo stesso che “Instinkt”,
perché l’istinto è un comportamento
preformato, che si ripete a uno schema
fissato ereditariamente, come p.e. la
fame, mentre il “Trieb” può invece
essere appagato in più modi.
Pulsione (Trieb)
...è la rappresentanza psichica di una fonte di stimolo in
continuo flusso, endosomatica… al limite tra lo psichico e il
corporeo.
S.Freud (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. OSF, vol.4°, pag.
479.

 Fonte: è il processo di eccitazione che si produce in un


organo (stimolo organico). Più metaforicamente, è ciò che
attiva una pulsione
 Meta: è l’abolizione di questo stimolo organico mediante il
suo soddisfacimento.
 Oggetto: è ciò attraverso cui la pulsione raggiunge la sua
meta.
(Pulsioni e loro destini, 1915)
Le pulsioni

 Prima fase
– Pulsioni sessuali e Pulsioni di sopravvivenza
(dell’Io)
 Seconda fase (narcisismo)
– Oggetto della libido: il proprio Io (narcisismo) o un
oggetto esterno
 Terza fase
– Pulsioni di vita (Eros): conservare ed unire
– Pulsione di morte (Thànatos): distruggere e
annientare
Le pulsioni
 Gli istinti di vita agiscono in accordo al
principio della ricerca del piacere e di
evitamento del dolore.
 L’istinto di morte (pulsioni aggressive) si
basa sul desiderio inconscio di ferire noi
stessi e/o gli altri finanche alla distruzione.
– Da una parte c’è la Libido, la fonte d’energia per
gli impulsi sessuali, l’altra pulsione è il
Thanatos, pulsione verso la morte, che è
responsabile dei comportamenti aggressivi e
distruttivi.
Tendenze libidiche e aggressive

 Libido: energia vitale a carattere positivo e di


determinazione del piacere, che si sviluppa e
si articola nel corso del crescere di un
individuo e ne caratterizza in modo
differente i diversi periodi di vita. La libido è
“la manifestazione dinamica nella vita
psichica della pulsione sessuale”.
 Aggressività: energia a carattere distruttivo
tendente all’allontanamento; nell’aspetto
positivo è autoaffermazione.
Eros and Thanatos
Eros
assomma tutti gli
istinti di
autopreservazione
a carattere erotico.
E’ dunque detto
istinto di vita.

Thanatos
sintetizza gli istinti
aggressivi,
autodistruttivi e la
crudeltà. Al riguardo
si parla anche di
istinto di morte.
Al di là del principio di piacere, 1920 e L’Io
e l’Es, 1922

EROS (pulsione di vita) THANATOS (pulsione di morte)


Pulsioni sessuali e di Pulsioni aggressive, di distruzione,
autoconservazione.
di appropriazione.
Narcisismo e sessualità
Principio di legame (in Principio del Nirvana:
Compendio di psicoanalisi): Thanatostende ad azzerare la
Eros tende a legare e conservare tensione; a ristabilire forme
le parti della sostanza vivente; meno differenziate e meno
tende a ristabilire l’unità organizzate, quelle originarie; a
originaria attraverso
l’accoppiamento sessuale; va dissolvere i legami.
verso forme più differenziate Quando l’aggressività è al servizio
e organizzate. delle pulsioni sessuali:
1. rivolta all’esterno = sadismo;
2. all’interno = masochismo.
Narcisismo
 Narcisismo primario:
stato precoce in cui il
bambino investe tutta la
sua libido in se stesso
prima di scegliere degli
oggetti esterni.
 Narcisismo secondario:
ripiegamento sull’Io
della libido che viene
così sottratta ai suoi
investimenti oggettuali.
La teoria della sessualità
 La definizione freudiana della sessualità copre ogni
forma di piacere che deriva dal corpo.
 Sessualità: energia di tipo sessuale (libido)
suscettibile di dirigersi verso le mete più diverse e
sugli oggetti più disparati
 Sessualità infantile: Zone erogene (generatrici di
piacere erotico)
 Sublimazione: trasferimento di un pulsione
originariamente sessuale su oggetti nonsessuali
(lavoro, arte, scienza)
 Perversioni: attività sessuali non finalizzate alla
riproduzione (piacere come fine indipendente)
 Accusa di pan-sessualismo
Tre saggi sulla teoria sessuale, 1905/14

 Nuova concezione
della sessualità
 Il “sessuale” non
equivale al genitale

 Nell’infanzia esiste una disposizione sessuale


perversa polimorfa.
 La sessualità infantile non coincide con la
genitalità adulta normale.
 Non è un istinto, poiché non ha né un
oggetto prestabilito né un’unica modalità di
soddisfacimento.
Il modello dello sviluppo in fasi
 Secondo Freud esistono tre stadi dello
sviluppo psicosessuale: la fase orale, la
fase anale e la fase fallica.
 Il bambino persegue il piacere
indipendentemente da scopi
riproduttivi (perverso) mediante i più
diversi organi corporei (polimorfo)
Fase orale
Il primo stadio pulsionale è
organizzato intorno alla
funzione alimentare. La
relazione che lega sin dall’inizio
il bambino al seno della madre
è determinata sia dalla
necessità di soddisfare il
bisogno di mangiare sia dalla
necessità di soddisfare un
piacere in sè che ha come zona
erogena la bocca.
Fase orale
La fase orale comincia con la nascità e viene
gestita dall’ES. La bocca è l’organo più
importante per l’appagamento delle pulsioni.
In questa fase si crea la fiducia primordiale. Il
bambino pensa che tutto il mondo appartiene
a lui o alla sua bocca. È’ egoista ed
egocentrico. Se questa fase non si svolge in
modo armonioso nascono disturbi quali
mancanza di confidenza in se stesso, problemi
con vicinanza e distanza, disturbi di identità,
problemi di lasciarsi andare sessualmente,
depressione e tendenza all’abuso di alcool,
cibo, sigarette.
Fase anale
 Si incentra
sull’acquisizione del
controllo sfinterico.
 Questa nuova
acquisizione è un
ulteriore passo verso
l’individuazione, in  Tramite il controllo del
quanto la defecazione, sistema dell’escrezione il
con il piacere bambino arriva
associato di espellere all’appagamento delle
pulsioni e sviluppa
o trattenere, diventa autostima e autonomia
un atto che il bambino (anche forti desideri di
può controllare. potere e autonomia,
parsimonia e avarizia)
Fase fallica
 Il passaggio alla fase fallica è
caratterizzato dalle esperienze
masturbatorie legate
all’interesse per la zona
genitale quale nuova zona
erogena.
 L’interesse sia del maschio che
della femmina per gli organi
genitali produce un confronto
che rende evidente l’esistenza
di differenze anatomiche tra
maschi e femmine (curiosità
sessuali). Con il riconoscimento
della propria identità di genere
è facile osservare sia nel
bambino che nella bambina un
comportamento esibizionistico
volto a richiamare l’attenzione
su di sè.
Complesso di Edipo
 Fase fallica o edipica
 Attaccamento libidico
verso il genitore di sesso
opposto
 Atteggiamento
ambivalente
(affetto/identificazione e
ostilità/gelosia) verso il
genitore dello stesso sesso
La fase edipica
 Il bambino presenta sentimenti d’amore per entrambi i
genitori; tuttavia, il genitore del sesso opposto viene
investito prevalentemente da cariche libidiche, mentre
quello dello stesso sesso viene preso come modello di
identificazione e percepito come rivale.
 L’eccitamento sessuale nei confronti del genitori del
sesso opposto crea nel bambino forti sentimenti di
colpa e la paura di essere punito dal genitore dello
stesso sesso (angoscia di castrazione). In questo modo
il bambino o la bambina rinuncia al genitore amato e si
identifica con il genitore dello stesso sesso, superando
il complesso edipico.
Identificazione

Processo psicologico con cui un soggetto assimila un


aspetto, una proprietà, un attributo di un’altra persona e
si trasforma, totalmente o parzialmente, sul modello di
quest’ultima
Introiezione

 Meccanismo psichico
attraverso il quale l’individuo,
a livello inconscio e in modo
simbolico, trasferisce dentro
di sé oggetti e aspetti del
mondo esterno.
 I bambini che introiettano,
fanno propri atteggiamenti,
affetti e comportamenti che
appartengono ai loro genitori
Fase della
latenza

 Le pulsioni sessuali vengono in parte rimosse in parte


sublimate (interesse per la scuola e per gli hobby) e
sottoposte a formazioni reattive della moralità e
vergogna. La rimozione dell’interesse per l’altro sesso
porta al costituirsi di gruppi di bambini dello stesso
sesso. Il gruppo rappresenta il momento di
transizione dalla famiglia al mondo esterno in cui il
bambino cerca nuove figure con cui identificarsi
(maestro, personaggi della TV e dello spettacolo).
 Anche il gioco riflette il cambiamento avvenuto: è più
realistico, basato sull’osservanza delle regole e della
ritualità ed è spesso utilizzato come attivazione di
abilità intellettuali e motorie volte al controllo delle
pulsioni
Fase genitale
La maturazione fisica puberale
segna il passaggio alla fase
genitale, caratterizzata dalla
ricomparsa degli impulsi sessuali. In questa
fase tutte le pulsioni parziali (orale, anale,
fallica) si uniscono e confluiscono nella zona
genitale non per il soddisfacimento ma per la
procreazione. Non vi è più autoerotismo,
come accadeva nella fase fallica, ma vi è la
ricerca dell’oggetto sessuale. Tutto ciò
conduce alla sessualità adulta
età fase dinamica del piacere conflitto/effetto di esito
fissazione
0-2 Orale succhiare, mordere, succhiare, mordere, fiducia
masticare, bavare, ecc. masticare, bavare, cc.

2-3 Anale espulsione e ritenzione delle sindrome ritentiva autonomia e


feci sindrome espulsiva selfcontrol

4-5 Fallica genitali Edipo - Electra identificazione


sessuale

6- Latenza Sublimazione negli sports ed usualmente nessuna rinforzo


puber hobbies. Amicizia con partner fissazione dell’identificazione
tà dello stesso sesso ed di genere
evitamento dell’altro.
dalla Genital Risveglio delle pulsioni. Frigidità, impotenza, rielaborazione dei
puber e Sentimenti e motivazioni disturbi relazionali conflitti precedenti,
tà rivolte nei confronti dell’altro riproduzione
in poi sesso
Tipi di personalità
 Personalità orale
– Interessata a se stessa, cerca gli altri per chiedere loro
“nutrimento”. Come caratteristiche è: esigente,
impaziente, invidioso, avido, goloso, rabbioso, depresso
(si sente vuoto), sfiduciato, pessimista.
 Personalità anale
– Amante dell’ordine e della pulizia, parsimoniosa e anche
avara, portata all’ostinazione, attaccata alle cose
materiali
 Personalità fallica
– L’uomo mostra la sua virilità, e tende a voler essere
grande e potente
– La donna (personalità isterica) si scopre seduttiva e
civettuola, capace di attirare l’interesse del maschio
(padre)
Lo sviluppo della personalità
e i meccanismi di difesa
 Nella nostra mente nulla
avviene in modo fortuito
 Ogni evento è il
prodotto necessario di
determinate cause
 Lapsus, errori,
dimenticanze, incidenti
banali: compromesso tra
l’intenzione cosciente e i
pensieri inconsci
(spiacevoli)
 Sintomi nevrotici e vita
quotidiana
Psicopatologia della vita quotidiana
(1901)

La vita di ogni giorno


è costellata di eventi
rivelatori di pulsioni,
emozioni e pensieri
rimossi, non sempre del tutto controllati
nel corso delle nostre interazioni e delle
nostre azioni usuali, in privato e
soprattutto in pubblico.
Il disagio della civiltà (1929)

 La civiltà protegge dai mali


provenienti dalla natura esterna,
dal proprio corpo, dagli altri
 La civiltà produce un disagio,
perché chiede un sacrificio
pulsionale, prestazioni sociali e
lavorative, comandi e divieti
(super-io collettivo)
 La sofferenza e l’aggressività sono
componenti strutturali della vita
derivanti dallo scontro tra il
“principio di realtà” e il “principio
di piacere”
Il conflitto
 La teoria psicoanalitica colloca
il conflitto al centro della
vita psichica.
 L’individuo cerca di evitare il disagio
e di acquisire una riduzione immediata
della tensione.
 Conflitto tra desideri e realtà esterna che produce
angoscia, nella misura in cui l’ambiente esercita una
funzione di controllo diretta a punire o reprimere
l’espressione immediata della pulsione
 Conflitto tra Io - Es - Super-io, quando vengono
interiorizzate le norme e i precetti dei genitori. Tale
conflitto produce ansia.
I meccanismi
di difesa

 Le difese sono
configurazioni
inconsce dell’Io
che riducono il conflitto
e di conseguenza l’angoscia, mantengono un equilibrio
intrapsichico, regolano e preservano l’autostima
 Le difese sono evolutivamente necessarie e dunque
funzionali allo sviluppo: meccanismi di difesa primari e
meccanismi di difesa secondari
 Per quanto normali e funzionali le dinamiche difensive
possono essere implicate nelle sofferenze e nei disagi
della persona
I meccanismi di difesa
 Tattiche che riducono o re-dirigono l’ansietà in modi
diversi, ma che comportano inevitabilmente la
distorsione della realtà e un’attività psichica che si
sviluppa a livello inconscio.
 Processi che assicurano all’Io la protezione dalle
esigenze pulsionali (guidate dal “principio di
piacere”) e dunque da tutto ciò
(rappresentazioni/affetti/motricità) che ne
assicurava un soddisfacimento troppo diretto.
 si tratta di comportamenti e processi ordinari e,
dunque, non necessariamente patologici ma pur
tuttavia atti a creare anche gravi turbamenti e disagi
I meccanismi di difesa
 Tutti abbiamo delle difese
preferenziali che
corrispondono al nostro
modo abituale di
confrontarci con le
situazioni problematiche.
 La preferenza per un tipo
di difesa deriva da:
– Temperamento
costituzionale
– La natura dei disagi subiti
nella prima infanzia
– Le difese presentate e a
volte deliberatamente
insegnate dai genitori
– Le conseguenze
sperimentate dell’uso di
particolari difese ( effetti di
rinforzo)
I meccanismi di difesa
 Il termine difesa risale al 1894 (Neuropsicosi da difesa),
per descrivere l’opposizione dell’Io contro
rappresentazioni e affetti penosi o insopportabili.
 Più tardi questo termine viene abbandonato e in
seguito sostituito da quello di rimozione.
 In Inibizione, sintomo e angoscia, il concetto di difesa
viene riferito alla “designazione generale per tutte le
tecniche di cui l’Io si avvale nei suoi conflitti che
possono eventualmente sfociare nella nevrosi; mentre
rimozione rimane il nome di uno speciale tra questi
metodi di difesa …”
(A. Freud, 1936; p. 179)
I meccanismi di difesa
 Rimozione: allontanamento dalla coscienza di contenuti
perturbanti
 Diniego: negazione di dolorosi e spiacevoli parti della realtà,
sostenendo e convincendosi che ciò che è vero è invece falso.
 Sublimazione: trasformazione di impulsi inaccettabili in azioni
socialmente accettabili
 Repressione: costrizione dei pensieri inconfessabili
nell’inconscio
 Regressione: ritorno ad un precedente stadio dello sviluppo
psicosessuale
 Formazione reattiva: sovradimensionamento della risposta
opposta a quella che genera ansietà
 Proiezione: attribuzione ad altre persone di sentimenti,
posizioni ed impulsi indesiderabili ed inaccettabili.
 Razionalizzazione: crearsi giustificazioni credibili per quanto
false
 Dislocazione: ri-direzionamento di impulsi sessuali ed
aggressivi verso oggetti e persone diverse da quelle oggetto
dell’impulso originario.
L’interpretazione dei sogni (1900)
“Mi sono dedicato per anni, a scopo terapeutico, a dissolvere nei
loro elementi varie formazioni psicopatologiche … cioè sin da
quando ho imparato, da un’importante comunicazione di Josef
Breuer, che per queste formazioni, intese come sintomi
patologici, dissolverle nei loro elementi significa risolverle (…).
Nel corso di questi studi psicoanalitici mi sono imbattuto
nell’interpretazione del sogno [quella proposta dal paziente nel
corso del racconto]. I pazienti che io avevo impegnato a
raccontarmi tutte le idee e i pensieri che si imponevano loro di
fronte a un determinato argomento, mi raccontavano i loro sogni,
dimostrando così che un sogno è inseribile nella concatenazione
psichica che, partendo da un’idea patologica, va inseguita a
ritroso nella memoria. Non ci volle dunque che un passo per
trattare il sogno stesso come un sintomo e per applicare al sogno
il metodo di interpretazione già elaborato per il sintomo”.
L’interpretazione dei sogni Freud, S. (1899): Opere, vol. III
L’interpretazione dei sogni (1900)

 Il sogno è:
– Appagamento
camuffato di un
desiderio latente
(rimosso)
 Contenuto manifesto
(scena onirica)
 Contenuto latente (desiderio censurato)
 L’interpretazione del sogno svela i messaggi
segreti dell’Es esaminando il processo di
trasformazione del contenuto latente in
quello manifesto e dunque il desiderio
rimosso.
Funzione
del sogno

 Guardiano del sonno.


 Soddisfazione
allucinatoria di desiderio.
 Espressione di desideri inconsci.
 Soluzione di compromesso (come il
sintomo nevrotico) tra desideri rimossi,
che tendono a riemergere e le istanze
difensive dell’Io.
Funzione del sogno
 Il sogno è il risultato di un complesso lavoro
psichico destinato a preservare lo stato di sonno,
ad appagare il “desiderio di dormire”
[conservazione dello stato di quiete] che rischia di
essere turbato dall’emergere di un antico
desiderio inconscio risvegliato da qualche
impressione del giorno precedente (residuo
diurno).
 Questo desiderio di origine infantile durante la vita
vigile è interdetto e rimosso, approfitta dello stato
di sonno per cercare di farsi strada verso la
coscienza, ma una censura, rappresentante
psichico della “morale”, si oppone al suo
disvelamento.
Il lavoro onirico

Complesso di operazioni che trasformano i


materiali del sogno (stimoli attuali, resti diurni,
pensieri del sogno) in un prodotto che è il sogno
manifesto. La deformazione dei pensieri del
sogno è l’effetto di tale lavoro.
Il sogno manifesto
 Sogno manifesto = esperienza fenomenica
del sognatore
 Sogno latente e sogno manifesto, dice Freud
“stanno davanti a noi come due esposizioni
del medesimo contenuto in due lingue
diverse, o meglio, il contenuto manifesto ci
appare come una traduzione dei pensieri del
sogno in un diverso modo di espressione di
cui dobbiamo imparare a conoscere caratteri
e regole sintattiche, confrontando l’originale
con la traduzione.”
Il sogno latente

 Sogno latente =
contenuto latente =
pensieri del sogno
 Insieme di significati che esprimono
uno o più desideri inconsci.
 il contenuto latente, come opposizione
al sogno manifesto, è l’espressione
adeguata di desideri inconsci.
Il processo primario
 è a-crono, fuori dal
tempo
 ignora la
contraddizione;
 ignora la negazione;
 le tendenze sono
dotate di mobilità
(carica che si sposta);
Processi primari dell’attività psichica
 di condensazione di elementi disparati in
un unico elemento (molte idee o immagini
sono amalgamate ed espresse in una sola
idea o immagine, - un luogo o un
personaggio ne rappresentano molti).
 di spostamento su immagini associate o
associabili a quella originariamente
connessa al desiderio giudicato proibito.
 di figurazione (tutto nel sogno, anche le
operazioni logiche, viene ritrasformato in
immagini sensoriali visive).
Lavoro onirico
 Drammatizzazione/ raffigurabilità
 Spostamento d’accento
 Condensazione/
Diffusione
 Trascrizione
simbolica
 Identificazione/
Proiezione
Lavoro onirico
 Se al travestimento risultante da questi processi
si aggiunge un’ulteriore “messa in forma” per
rendere la “trama” del sogno meno incoerente
(ELABORAZIONE SECONDARIA), si ottiene il
sogno così come appare alla coscienza del
soggetto al risveglio.
 Questo contenuto comunicabile con la parola è
detto sogno (o Contenuto manifesto), e su di
esso si effettua il lavoro inverso
dell’interpretazione che, tramite le associazioni
di idee fornite dal sognatore, prova a ricostruire
il senso (o contenuto) latente e i desideri
rimossi, che sono tutti di origine infantile.

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