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FREUD E LA PSICOANALISI

Dalla psicologia alla psicoanalisi


Nascita della psicologia come scienza--> ultimi decenni dell’800. Essa diventa autonoma rispetto
alla filosofia e analizza i fenomeni psichici attraverso i loro effetti fisici.

La psicoanalisi è uno sviluppo della psicologia tradizionale, e il suo fondatore è Sigmund Freud-->
essa è un metodo scientifico di analisi dei processi psichici inconsci con finalità terapeutiche, cioè
rivolta alla cura delle malattie mentali.
Nella teoria psicoanalitica assume particolare rilievo la comprensione dell’individuo, della sua
identità e della sua vita psichica--> l’uomo non è più padrone della propria interiorità, dato il ruolo
che in essa gioca l’inconscio--> la coscienza e la dimensione razionale sono costantemente
minacciate da istinti e passioni che restringono i margini di attività.

FREUD
La vita e le opere
Nasce a Freiberg nel 1856, da una famiglia ebraica.
Studia medicina a Vienna, specializzandosi in neurologia.
Con una borsa di studio va a Parigi, dove segue le lezioni di Charcot (neurologo e psichiatra), che
impiega l’ipnosi nella cura dell’isteria.
Tornato a Vienna, collabora con lo psichiatra Breuer nello studio dell’isteria e con lui pubblica
“Studi sull’isteria” (1895).
Seguono gli scritti “L’interpretazione dei sogni” (1899), “La psicopatologia della vita quotidiana”
(1901, sull’inconscio), “Tre saggi sulla teoria della sessualità” (1905, sull’impulso sessuale
nell’infanzia).
In questo periodo, Freud inizia ad avere allievi, tra cui Carl Gustav Jung.
1920--> “Al di là del principio del piacere”
1923--> “L’io e l’es”
1913--> “Totem e tabù”
1929--> “Il disagio della civiltà”.
Quando l’Austria viene annessa alla Germania di Hitler, Freud è costretto a fuggire a Londra, dove
muore nel 1939.

Il problema dell’isteria
Freud comincia a lavorare come neurofisiologo a Vienna, dove c’era la tendenza a spiegare i
processi psichici e i disturbi mentali su base fisiologica e neurofisiologica, cioè come conseguenze
di lesioni o disfunzioni organiche.
Però c’è un fenomeno che sembra contraddire questo quadro--> l’ISTERIA = manifestazione
patologica che si presenta sotto forma di disturbo somatico (convulsioni, paresi, insensibilità
cutanea), ma per la quale è impossibile trovare delle alterazioni organiche, cioè i sintomi riscontrati
non sono riportabili a spiegazioni fisiologiche. Essa, quindi, pur manifestandosi anche sul corpo,
non ha cause organiche, e infatti mette in crisi la spiegazione neurofisiologica.
Sintomo isterico = risultato di una serie di vicende psichiche che non stanno al centro della
coscienza e che è necessario portare alla luce.
Freud--> si convince che esistono fenomeni i quali non possono essere studiati con gli strumenti
della neurofisiologia, ma essi derivano dalla dimensione psichica vera e propria.
Alla scoperta dell’inconscio
Freud contrasta la tesi dell’origine organica dell’isteria, e apre una prospettiva diversa in cui
emerge il concetto di inconscio.
Egli elabora un modello esplicativo dell’apparato psichico che fa riferimento a meccanismi difensivi,
i quali cominciano a funzionare a partire dall’infanzia--> il bambino si trova a dover contrastare una
serie di comportamenti istintivi, che vive come colpevolizzanti, perché circondato da esempi e
modelli di comportamento che trova affermati. Per cogliere l’origine dei disturbi psichici, bisogna
risalire a questa “storia” individuale.
A Parigi, Freud apprende che in certi casi un disturbo psichico può essere curato tramite l’IPNOSI (=
stato psicofisico paragonabile alla sonnolenza, indotto artificialmente tramite la suggestione, che
impone a un soggetto di rilassarsi e dormire)--> Freud si serve di questo stato di incoscienza per
favorire l’abbandono delle difese, così da far emergere dal paziente parole ed emozioni che
possano contribuire a far luce sul suo passato.
Egli infatti vede che nello stato ipnotico il paziente narra senza freni le proprie vicende più intime,
liberandosi dalle ossessioni che lo assillano.
Nello “Studio sull’isteria”, egli presenta la malattia mentale come la conseguenza di un contrasto
tra varie pulsioni attive all’interno di un soggetto umano--> tali contrasti possono produrre
nell’individuo uno stato di nevrosi (= disturbo legato a una sofferenza del sistema nervoso,
determinata dal conflitto tra diverse forze psichiche), che può essere curato solo risalendo
all’indietro per scoprire il “trauma psichico” che ne è all’origine, cioè un evento la cui carica
emotiva è troppo forte perché l’apparato psichico del soggetto possa assimilarlo.
Però il soggetto elimina il ricordo di tale evento, mentre l’energia psichica derivante da esso
continua a manifestarsi attraverso il sintomo--> quest’ultimo segnala quindi l’esistenza di qualcosa
che il paziente a livello cosciente ignora, ma che preme dall’inconscio per essere espresso.
Nel caso dell’isteria, Freud dice che le energie represse si manifestano nella dimensione somatica,
come se l’io volesse ignorare la presenza di questi conflitti scaricandoli sul corpo--> in tal modo, i
conflitti di origine psichica si manifestano in forma organica o motoria, in maniera vistosa--> Freud
si ripropone di portare alla luce (quindi alla coscienza) l’evento traumatico, riconnettendo ricordo
ed emozione--> si tratta di realizzare un PROCESSO “CATARTICO”, cioè un processo di vera e propria
purificazione.
Lo studio dell’isteria, quindi, apre la strada alla scoperta dell’inconscio--> Freud si convince che i
conflitti psichici hanno a che fare soprattutto con la vita affettiva e inconscia dell’individuo, al di
fuori del controllo della ragione--> nasce così l’interesse per le fantasie, per le libere associazioni
mentali, i tic, i lapsus, cioè per tutte quelle situazioni in cui compaiono fenomeni apparentemente
casuali e privi di senso.
Freud abbandona a poco a poco l’ipnosi, per vari motivi:
- il dubbio sulla realtà degli eventi che vengono ricostruiti nel corso delle sedute e, in particolare,
dei traumi subiti (quasi sempre a sfondo sessuale).
- lo scatenarsi di reazioni affettive non sempre padroneggiabili dal terapeuta.
- gli effetti solo temporanei della cura (i sintomi sparivano ma tendevano a ricomparire).

Al metodo dell’ipnosi subentra quello delle LIBERE ASSOCIAZIONI--> il paziente, messo a proprio
agio e in posizione rilassata, lascia affiorare fantasie, ricordi, immagini--> Freud sperimenta
l’emergere di un atteggiamento (la “resistenza”) per cui il paziente cerca di non riferire i ricordi e le
fantasie più sgradevoli o di travestirli sotto una forma logica accettabile, perché parlandone si
ritroverebbe di fronte al trauma rimosso--> il compito del terapeuta è di cogliere il significato di
queste resistenze, aiutando il paziente a portare al livello della coscienza ciò che in seguito alla
rimozione è diventato inconscio.
L’interpretazione dei sogni
Freud individua soprattutto nei sogni la via maestra per accedere al dominio dell’inconscio--> il
sogno è infatti costituito sia da riferimenti alla vita presente, ma anche da fantasie e pensieri legati
alla vita profonda, alle esperienze passate dell’individuo, a desideri inappagati dell’esistenza reale
(il sogno è la soddisfazione di un desiderio).
Nell’attività onirica (òneiros = sogno) si possono distinguere 2 aspetti:
- il contenuto manifesto--> quello che l’individuo ricorda e racconta.
- il contenuto latente--> quello che l’individuo ignora, o meglio crede di ignorare.
Il compito dell’analista è quello di comprendere il processo che porta il sogno manifesto a coprire
quello latente, ovvero l’opera di traduzione dei contenuti latenti in quelli manifesti.
E’ una traduzione infedele, perché altera, deforma e traveste il contenuto latente in una storia più
scarna e ridotta--> ciò avviene perché l’individuo vorrebbe esprimere determinati contenuti che si
agitano nel profondo della psiche, ma inconsciamente se ne vergogna, e quindi li esprime in modo
mascherato--> questo è il risultato dell’opera di censura che blocca certi contenuti e suscita la
resistenza dell’individuo.
Il motivo è perché nel sogno affiorano desideri profondi che il soggetto cosciente giudica
imbarazzanti e immorali, dunque inconfessabili.
Freud arriva a stabilire che il desiderio riguarda spesso la sfera sessuale e che in molti casi si
ricollega a episodi dell’esperienza infantile dell’individuo, per cui il sogno costituisce un passo
indietro dal conscio all’inconscio, un ritorno alla vita infantile--> fatti decisivi e inquietanti sono
stati rimossi dalla coscienza, ma nel sogno ritornano--> ciò dipende:
- dalla minore vigilanza della coscienza.
- dall’interruzione del legame fra psiche e apparato motorio.
- dal fatto che essi non possono trovare soddisfazione se non in forma allucinatoria, cioè sul piano
della pura elaborazione di immagini.
Scopo del sogno = consentire alla coscienza di mollare i suoi freni offrendo uno sfogo ai desideri
inconsci, così da allentarne la pressione.
La stessa cosa accade nei tic, nel lapsus (= fenomeno per cui si dice una cosa completamente
diversa da quella che si vorrebbe dire), nelle dimenticanze e nelle gaffe, che Freud analizza nella
“Psicopatologia della vita quotidiana”, dove mette in luce come dietro questi atti si nascondano
contenuti “pericolosi”, che solo con l’inganno, eludendo il controllo della coscienza, riescono a
manifestarsi.
Per esempio, secondo Freud il lapsus si determina come frutto di un compromesso fra la tendenza
a emergere dei significati rimossi e il vigile controllo della coscienza, che cerca di mantenere
nascosti tali significati--> il compromesso consiste nel fatto che ciò che dovrebbe restare nascosto
traspare, sebbene non in forma diretta.
Anche i motti di spirito (le battute) diventano un veicolo per far passare contenuti proibiti dalla
coscienza morale, che solo sotto forma comico-umoristica sono lasciati sfogare all’esterno.

La sessualità e il complesso di Edipo


Il termine “sessualità” per Freud ha un significato ampio--> non si riferisce solo al rapporto
sessuale tra uomo e donna, ma in generale alla ricerca di un piacere erotico- sensuale, che riguarda
anche i bambini.
Freud definisce il bambino “perverso polimorfo”, in quanto in lui la sessualità è autonoma dalla
riproduzione (= perversione) e assume tante manifestazioni (= polimorfismo).
E’ possibile distinguere 3 diverse fasi della sessualità infantile:
- fase orale--> primo anno di vita--> legata al nutrimento.
- fase anale--> secondo anno--> legata ai processi escretori.
- fase genitale--> dal terzo anno--> momento in cui si determina il passaggio da un orientamento
esclusivamente autoerotico a una vera e propria scelta oggettuale (all’inizio indirizzata verso le
figure familiari).
In questa fase il bambino sperimenta un intreccio di affetti e desideri che Freud spiega facendo
riferimento al mito di Edipo:
nel momento in cui il bambino scopre i suoi genitali, è portato a individuare nella famiglia un
oggetto d’amore che soddisfi il precoce e intenso desiderio--> il maschio tende a identificare il suo
oggetto nella madre, la femmina nel padre--> il genitore del proprio sesso viene vissuto come un
rivale, troppo potente per competere--> la passione edipica sfuma sia a causa del pericolo di
essere puniti da parte del proprio rivale in amore, sia perché il rivale è pur sempre un genitore
amato.
A questo punto avviene un capovolgimento:
- il maschio, che per conquistare la madre ha imitato il padre, sceglie la strada dell’identificazione.
- la femmina fa altrettanto con la madre.
Quindi entrambi acquistano la propria identità sessuale, con la speranza di trovare in futuro, al di
fuori della famiglia, un oggetto d’amore adeguato.
Con la rinuncia al desiderio comincia il processo di civilizzazione del bambino, il quale investe in un
ambito più largo le sue pulsioni (nella scuola, nei giochi, ecc), dirottate dall’ambito sessuale a
quello sociale--> lo spostamento è chiamato “PROCESSO DI SUBLIMAZIONE”.
Però:
- se il controllo delle pulsioni sessuali avviene in modo troppo rigido (x es. se alla sublimazione
prevale la repressione), il soggetto tenderà a sviluppare un comportamento nevrotico, i cui sintomi
segnalano che il desiderio sessuale rimosso cerca di uscire all’esterno per esprimersi.
- se invece la rimozione avviene in modo insufficiente, il soggetto avrà scarso controllo dei propri
istinti e inclinerà verso gli stati psicopatologici della perversione.

Il termine “perversione” è usato da Freud senza alcun connotato morale, ma per indicare
un’attività sessuale senza il fine riproduttivo, con il solo perseguimento del piacere come fine
indipendente.
Tra i comportamenti perversi c’è l’omosessualità, anche se il confine tra omosessuali ed
eterosessuali per Freud è molto sottile, poiché egli afferma che esistano impulsi omosessuali, in
forma latente, in tutti gli individui.

La psicoanalisi come scienza dell’uomo in generale


La dinamica individuata attraverso il mito di Edipo mette in luce le leggi che regolano in generale la
sfera inconscia e i suoi rapporti con la coscienza--> sono così poste le fondamenta di una SCIENZA
DELL’UOMO, in cui trovano spiegazione anche i comportamenti inconsapevoli o irrazionali.
Secondo Freud, non c’è una netta separazione tra normalità e malattia psichica, ma una serie di
gradazioni in cui si collocano le vicende della soggettività, continuamente attraversata da micro
conflitti (il confine tra stato normale e patologico è molto sottile)--> l’anormale attraversa la
normalità, che è una conquista continua,, uno stato mai definitivo, perché il patologico è dentro di
noi.
Ciascun individuo è il centro di un equilibrio tra 2 principi:
- le pressioni istintuali.
- le esigenze della vita associata.
Freud cerca di organizzare le proprie scoperte in un corpo unitario di opere--> METAPSICOLOGIA =
intenzione di mettere a punto una teoria complessiva dei processi psichici e del sistema in cui essi
si inseriscono. Opere:
1915--> “Metapsicologia”
1920--> “Al di là del principio del piacere”
1921--> “Psicologia delle masse e analisi dell’io”
1923--> “L’io e l’es”
1938--> “Compendio di psicoanalisi”

Freud distingue 3 direzioni di analisi:


- la dinamica--> si occupa dei fenomeni psichici che nascono dai conflitti e dal combinarsi di
pulsioni.
- la topica (topos = luogo)--> si occupa dell’apparato psichico come di un insieme in cui hanno
luogo funzioni diverse.
- l’economica--> si occupa dei modi in cui avvengono la circolazione e la distribuzione dell’energia
pulsionale.

Secondo Freud, alla base dei fenomeni psichici c’è un principio economico, il “PRINCIPIO DEL
PIACERE”, che tende a realizzare il piacere e a evitare il dolore--> esso però agisce senza
preoccuparsi dei mezzi concreti necessari per ottenere lo scopo e scarica la tensione in un
soddisfacimento immediato, raggiunto per via allucinatoria (in sostituzione del soddisfacimento
reale).
Questa tendenza viene tenuta a freno dal “PRINCIPIO DI REALTA’”, che al contrario prende in
considerazione i limiti imposti dal mondo esterno all’appagamento delle pulsioni soggettive-->
anche tale principio tende a soddisfare un desiderio, ma lo fa in vista di un esito possibile,
valutando le reali possibilità di realizzazione--> quindi esso si collega al principio di civilizzazione
del bambino, che si sviluppa attraverso l’attenzione, la memoria, il pensiero e il giudizio.

La struttura della personalità


L’analisi della sessualità mette in luce la presenza di pulsioni, cioè di spinte percepite dal soggetto
come un elemento di tensione che deve scaricarsi all’esterno, trovando soddisfazione in un
determinato oggetto--> il soggetto non può sottrarsi a tale tensione, quindi, se non può
soddisfarla, la vive come motivo di sofferenza o di disagio.
Però non tutte le pulsioni sono di natura sessuale--> ci sono anche le PULSIONI DELL’IO, in perenne
conflitto con le altre.
- Pulsioni dell’io--> mirano all’autoconservazione e all’inserimento dell’individuo nel proprio
ambiente esistenziale, e sono giudicate dal principio di realtà;
- Pulsioni sessuali--> tendono esclusivamente al piacere fisico e si ribellano a qualsiasi forma di
disciplina data dall’esterno, e sono giudicate dal principio del piacere. Esse costituiscono la LIBIDO
--> fonte di energia primaria operante nell’individuo, è irrazionale, impetuosa e violenta, estranea
a qualsiasi regola morale, incurante dei principi della ragione, spinge l’individuo alla ricerca
esclusiva del proprio piacere e in questo senso (pur favorendo rapporti sessuali) ha un carattere
asociale.
Freud inizialmente distingue nel soggetto umano una dimensione conscia e una inconscia -->
distinzione tra conscio e inconscio;
poi tende a considerare conscio e inconscio come 2 processi che si intersecano e si trasformano
l’uno nell’altro, introducendo la nozione di PRECONSCIO (= zona intermedia dell’inconscio che
passa facilmente alla coscienza)--> distinzione tra conscio, preconscio e inconscio;
infine dà una nuova immagine dell’apparato psichico, composto da 3 regni della soggettività-->
distinzione tra Es, Io e Super-io:

- l’Es (in tedesco, pronome neutro della 3 pers. sing., corrispondente all’inglese it)--> è il luogo
della vita pulsionale dell’individuo, un caos ribollente di energie vitali che tende a soddisfare i
bisogni egoistici, seguendo il principio del piacere--> è la dimensione degli istinti, che viene prima
della ragione e della morale.

- l’Io--> è una figura complessa, dai contorni indeterminati--> esso è “servo di 3 padroni”:
 dell’Es, che preme per la realizzazione dei desideri e degli impulsi inconsci;
 del Super-io, che nega la possibilità di soddisfare i desideri in contrasto con le norme morali;
 del mondo esterno, ovvero la situazione in cui l’individuo si trova a vivere, che pone limiti,
difficoltà, problemi.
L’Io quindi è sempre impegnato in una difficile opera di mediazione alla ricerca dell’equilibrio tra le
contrastanti esigenze dei suoi 3 padroni, con una ridotta autonomia.

- il Super-io--> rappresenta (al polo opposto dell’Es) la coscienza morale, che interviene a giudicare
e frenare gli impulsi istintivi, secondo le regole dell’educazione familiare e sociale--> esso è il
risultato delle norme e dei divieti che i genitori impongono al bambino e che a un certo punto egli
interiorizza--> il Super-io è quindi al termine della fase edipica (quando il bambino si identifica nei
genitori e nei loro valori)--> successivamente il Super-io si sviluppa sotto l’influsso di quelle
persone (insegnanti, educatori, ecc) che si affiancano alla famiglia nell’indicare regole, e che il
bambino accoglie attraverso il “principio di identificazione” (l’identificazione però avviene nei
confronti del Super-io degli individui, ovvero dell’insieme di norme che essi incarnano).
Il Super-io, quindi ha assume un duplice significato:
 ostacolando le pulsioni istintive, favorisce la convivenza civile;
 reprimendo i bisogni egoistici e i desideri dell’Es, è causa di frustrazione e infelicità.
I conflitti psichici e la terapia analitica
Nell’uomo c’è un conflitto insanabile tra pulsioni sessuali e quelle dell’Io --> da qui deriva da una parte
l’esigenza di avere tutto e subito senza curarsi di ciò che abbiamo intorno, dall’altra accettare che non si può
avere tutto e subito e provare quindi frustrazione.
Freud presenta parallelamente a questo conflitto, anche quello di Eros e Thanatos, pulsioni di vita e morte:
– Eros è principio di vita e movimento, sta alla base della tendenza propria dell’individuo
all’autoconservazione e al piacere.
– Thanatos è principio di morte e di inerzia, sta alla base delle tendenze autodistruttive.
Si ricava un’immagine di uomo sospeso tra voglia di vita e desiderio di morte.
Non sempre l’individuo riesce a mantenere l’equilibrio interno: quando il soggetto non riesce a esprimersi
emergono dei disturbi psichici, delle nevrosi.
La terapia psicoanalitica aiuta il soggetto nevrotico a prendere consapevolezza dei conflitti che hanno
provocato in lui il sorgere dei disturbi: acquistando conoscenza di quelle vicende è possibile risolvere il
sintomo e ritornare a una situazione di equilibrio con l’Io.
Il racconto del paziente avviene attraverso un percorso accidentato: il paziente può opporre resistenze
anche molto forti all’emergere della causa della propria malattia, in quanto tale causa appare
inconfessabile.
Freud elabora allora la teoria del transfert, cioè una situazione che trasferisce gli stati emotivi e le tensioni
che affiorano durante l’analisi: l’analista diventa temporaneamente un punto di riferimento affettivo.
Lo psicanalista avverte come il paziente tenda a legarsi a lui affettivamente.

Il disagio della civiltà


Nella fase più matura della sua attività, Freud va sempre più convincendosi che la psicoanalisi sia la chiave
per interpretare non solo la dinamica della vita psichica individuale, ma anche alcuni fenomeni sociali-->
essa è sempre meno un puro e semplice capitolo della medicina, ma sempre più una teoria generale dotata
di carattere filosofico.
Il complesso di Edipo, quindi, viene esteso--> se dal punto di vista dello sviluppo dell'individuo esso spiega il
costituirsi del Super-io con le sue funzioni di controllo, dal punto di vista dello sviluppo della civiltà esso
spiega la nascita di sistemi normativi, come la religione e la morale.
Lo scritto più significativo in questa direzione allargata è “Il disagio della civiltà”, in cui Freud interpreta in
modo generale la genesi e lo sviluppo della civiltà, prendendo spunto da uno degli aspetti più evidenti del
mondo contemporaneo: un senso diffuso di insoddisfazione e disagio, che sembra crescere col progredire
della civiltà e col costituirsi di società sempre più organizzate.
Secondo Freud, all'origine della civiltà sta la sostituzione del potere comune a quello del singolo--> essa,
dunque, si pone come qualcosa che limita la libertà dell'individuo, costringendolo a reprimere desideri e
pulsioni, a rinunciare al soddisfacimento di esigenze che premono dal profondo--> è il meccanismo della
sublimazione, che orienta le energie della libido verso mete diverse dal soddisfacimento del piacere (come il
lavoro e le attività artistiche e intellettuali)--> l'istintiva tensione verso il piacere e la felicità risulta limitata e
repressa.
Ciò avviene perché:
– per il bene della vita sociale, occorre ostacolare una forza come la libido, che agisce priva di principi
morali, minacciando i presupposti stessi della convivenza;
– la società, per vivere, crescere e prosperare, ha bisogno dell'impegno dei suoi membri, perciò deve
convincerli/costringerli a impiegare le proprie energie a fini sociali, uniformandoli secondo un
modello unico.

Freud inoltre osserva che l'uomo è un essere aggressivo, tanto che se fosse lasciato libero di seguire i propri
istinti nessuna convivenza civile sarebbe possibile--> di qui l'esigenza di reprimere gli istinti distruttivi che
segnano la natura umana--> questo è il compito della società, che, attraverso modelli esemplari di
comportamento, prosegue l'opera educativa della famiglia nei confronti dell'individuo, affiancando il
proprio Super-io a quello familiare.

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